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Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



giovedì 23 marzo 2017

Il pugile del duce opera prima del regista Tony Saccucci – la recensione di Marina Pavido


Nelle sale italiane dal 21 marzo – in occasione della Giornata Mondiale contro il razzismo – Il pugile del duce è l’opera prima del regista Tony Saccucci, liberamente tratto dal libro Nero di Roma di Mauro Valeri.
Leone Jacovacci era un pugile pressoché perfetto: campione quasi imbattuto, ottima tecnica, ottima resistenza. Essendo, però, per metà italiano e per metà congolese, trovò non poche difficoltà nel farsi riconoscere la cittadinanza italiana. La situazione non migliorò nel momento in cui il duce decise di “cancellarlo” letteralmente dalla storia d’Italia, lanciando la figura di Primo Carnera come campione nazionale di pugilato.
Questo suo lavoro di Saccucci indubbiamente ci regala un’altra porzione della nostra storia andata, ormai, dimenticata. Con una serie di testimonianze (prima tra tutte, quella di Mauro Valeri, biografo di Jacovacci), fotografie d’epoca e filmati di repertorio, ecco rivivere sul grande schermo la singolare figura del pugile di colore che tanti consensi ha riscosso da parte del pubblico, ma che, proprio per il colore della sua pelle, è stato considerato una figura “scomoda”, poco adatta a rappresentare l’Italia, malgrado la sua adesione, tra l’altro, proprio al partito fascista.
Tale storia ci viene raccontata quasi come una sorta di favola, con una voce narrante che da un lato da sì l’impressione di assistere ad un prodotto prettamente televisivo, ma che, dall’altro lato, risulta decisamente necessaria. Il risultato finale è un prodotto di tutto rispetto: un prezioso documento che testimonia importanti avvenimenti nel nostro paese, ormai completamente dimenticati, ma che, grazie anche al potere della Settima Arte, possono finalmente tornare alla luce.
Marina Pavido


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