Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



martedì 29 marzo 2016

Speciale Cannes: Cafè Society, l’ultimo film di Woody Allen, inaugurerà il 69esimo Festival.

In attesa che il 14 aprile vengano annunziati i film selezionati  in Concorso quest’anno, giunge notizia che Mercoledì 11 maggio al Palais des Festivals nella Sala Grand Théâtre Lumière durante la cerimonia di apertura, condotta da Laurent Lafitte, che sarà trasmesso da Canal +, verrà proiettato l’ultimo film di Woody Allen che è inserito nella Selezione Ufficiale Fuori Concorso. E’ proprio un record per il regista newyorkese, che per la terza volta apre il Festival. Le altre due volte, nel 2002 con Hollywood Ending, e nel 2011 con Midnight in Paris.
Come per il film Ave Caesar dei fratelli Coen anche Woody Allen parla di Hollywood. Ma questa volta con ambientazione negli anni ’30. Infatti il film racconta la storia di un giovane che arriva nella capitale dell’industria cinematografica americana nel 1930 con la speranza di poterci lavorare. Ma si innamora, e si ritrova catapultato al centro della vivace società dei caffè che ha definito lo spirito dell'epoca.
Café Society è interpretato da due stelle nascenti della generazione delle nuove leve di Hollywood, Kristen Stewart e Jesse Eisenberg insieme ad un cast stellare di attori acclamati tra cui Blake Lively, Parker Posey e Steve Carell. Stewart è già stata sulla passerella di Cannes nel 2012 nel film On the Road di Walter Salles e poi nel 2014 nel film Sils Maria di Olivier Assayas, che le è valso un César. Jesse Eisenberg invece ha recitato in Louder than Bombs di Joachim Trier, in concorso l'anno scorso.
Il soggetto nasce dalla genialità di Woody Allen e di Vittorio Storaro. Direttore rinomato della fotografia che è stato membro della Giuria di Cannes nel 1991 e tre volte premio Oscar con Apocalypse Now di Francis Ford Coppola nel 1980, Reds di Warren Beatty nel 1982, e L'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci nel 1988. Partendo da Manhattan nel 1979 fino all’ultimo Irrational Man presentato nel 2015, questa sarà la quattordicesima volta che il regista americano presenta fuori concorso un suo film. Sceneggiatore, attore, scrittore e comico. Woody Allen è nato a New York il 1 Dicembre, 1935 da una famiglia ebrea di origine russo-austriaca. Un prolifico cineasta negli ultimi quarant'anni, dirigere praticamente un film all'anno dal 1970, è anche un clarinettista jazz. La sua carriera nel cinema è iniziata nel 1965 con Ciao Pussycat? Café Society è stato prodotto da Letty Aronson (Gravier Productions), Stephen Tenenbaum e Edward Walson, come co-produzione con Helen Robin (Perdido Productions). I produttori esecutivi sono Ronald L. Chez, Adam B. Stern e Marc I. Stern. Il film è stato venduto da FilmNation Entertainment e distribuita sul territorio francese da Mars Films.
In Francia, la sua uscita nelle sale è prevista in concomitanza con l'apertura ufficiale del Festival di Cannes Mercoledì 11 Maggio 2016.

venerdì 25 marzo 2016

Suggerimenti per Pasqua 2016

Per chi non lo avesse visto, ma anche per chi lo ha visto, suggerisco il film di Mel Gibson : La Passione di Cristo:
 
UN AUGURIO DI UNA SANTA PASQUA DI RISURREZIONE
 
 

martedì 22 marzo 2016

Speciale Cannes: L’isola di Capri nel film Il Disprezzo di Jean Luc Godard icona e linea maestra della 69esima edizione

Presidenti di Giuria George Miller e Naomi Kawase della 69esima edizione, mentre Valérie Donzelli presiederà la 55esima Semaine de la Critique.
(foto per gentile concessione del Fesival de Cannes). 
E' tutto racchiuso in un memorabile fotogramma del film del 1963 ambientato tra Roma e l’isola di Capri. La scalinata, il mare, l'orizzonte: ascesa di un uomo verso il suo sogno, in una calda luce mediterranea che vira verso una colorazione dorata. La definizione di una immagine come un ricordo senza tempo così quella utilizzata all'inizio del film di Jean Luc Godard definisce il cinema che sostituisce il nostro sguardo con un mondo in armonia con i nostri desideri.
E così è anche per Michel Piccoli che nel 2016, dal tetto della famosa villa caprese progettata dallo scrittore Curzio Malaparte, aprirà il tappeto rosso del 69esimo Festival di Cannes. E' una scelta simbolica, dal momento che ci ricorda come la realizzazione del film - considerato da molti come uno dei migliori mai realizzato in CinemaScope con l’interpretazione della coppia Piccoli - Bardot insieme a Fritz Lang, con la fotografia di Raoul Coutard, la musica di Georges Delerue, etc. – abbia influito sulla storia del cinema e della cinefilia.
Alla vigilia del suo 70esimo anniversario dalla prima edizione, con questa scelta di essere contemporaneamente palinsesto e con questa inequivocabile pellicola il Festival ribadisce il suo impegno dalla sua fondazione: rendere omaggio alla storia del cinema, e ad accogliere nuovi modi di creare e di vedere . La scalinata rappresenta una sorta di ascensione verso l'orizzonte infinito di uno schermo cinematografico.
Il manifesto del 69esimo Festival di Cannes è stato ideato da Philippe Savoir (Filifox) grazie all’opera prestata da Hervé Chigioni e dal grafico Gilles Frappier.
Si delinea così la linea che seguirà il Festival, dopo la nomina dei Presidenti di Giuria. Sappiamo già di George Miller a presiedere la Giuria della selezione ufficiale, ma adesso anche la sezione Cinefondation e Cortometraggi ha il suo presidente di Giuria.
Infatti con una tempistica che solo i francesi hanno, è stata annunciata, poco prima della presentazione dell’inaugurazione della 66esima Berlinale, la nomina del regista australiano nonché sceneggiatore e produttore George Miller a guida della Giuria del 69esimo Festival di Cannes che assegnerà la Palma d'Oro al termine del prossimo festival che si terrà dal 11-22 Maggio.
Dopo aver ricevuto l'invito da Cannes, George Miller ha commentato entusiasta: E’ assolutamente un piacere! Ritrovarsi in mezzo a questo festival alla scoperta di tesori cinematografici provenienti da tutto il pianeta, trascorrendo il tempo in appassionati dialoghi con gli altri membri della giuria. Per me è un onore esserci. E verrò suonando le campane a festa!
Reduce da Cannes lo scorso maggio con il suo nuovo Mad Max: Fury Road in una cavalcata fantastica sugli schermi del Palazzo del Festival. Il film, presentato fuori concorso nella Selezione Ufficiale, ha segnato il ritorno non solo del protagonista della leggendaria saga per i milioni di fan di Max Rockatansky, ma anche il ritorno del suo creatore, George Miller, e del cinema visionario che lui ha inventato 30 anni fa noto in tutto il mondo. Da parte del Festival di Cannes è stato sottolineato, annunciando la sua nomina, che il fatto segna una volontà di omaggiare il cinema di genere in un festival. Ma soprattutto, l’invito a un grande cuore cinefilo e a un grande essere umano.
Ma è anche interessante la nomina della regista giapponese Naomi Kawase a presiedente della giuria Cinéfondation e Cortometraggi.
La regista è stata già presente nel 2015 nella sezione indipendente Un Certain Regard inaugurandola in maniera poetica con il suo film Le Ricette della Signora Toku (An). Nell’annunciare la nomina è stato sottolineato che ci sono alcuni registi le cui carriere sono costantemente legate con il Festival, con tanta gioia degli organizzatori. La collaborazione di Naomi Kawase con Cannes è iniziata nel 1997, quando appena 27enne, è diventata la più giovane vincitrice della Camera d'Or per il suo film Suzaku (Moe non Suzaku). La promessa di questa scoperta è stata da allora ribadita più volte - come dimostra la partecipazione e selezione in concorso di tutta una serie di suoi lungometraggi: Shara (Sharasojyu) nel 2003, The Mourning Forest (Mogari no Mori) nel 2007, Hanezu (Hanezu no tsuki) nel 2011 and Still the Water (Futatsume no mado) nel 2014.. Inoltre nel 2013 ha fatto parte della Giuria presieduta da Steven Spielberg.
Nei suoi film Naomi Kawase utilizza budget limitati e preferisce attori non professionisti – segno distintivo del regista di aver iniziato nel genere documentario, che l'ha portata alla ribalta dopo essersi diplomata alla scuola di fotografia di Osaka. Il suo documentario del 1992 Embracing (Ni tsutsumarete), in cui descrive la ricerca per il padre che l'ha abbandonata, e Genpin nel 2010, in cui si esplora il tema delle donne che hanno optato per il parto naturale, sono due esempi eccezionali.
Con The Mourning Forest (Mogari no Mori) nel 2007, che ricevette  il Grand Prix a Cannes, la fama della regista è cresciuto ancora di più. Film dopo film, Kawase ha sperimentato con una varietà di generi e formati e approfondito i temi autobiografici a lei più cari: i legami familiari, il rapporto umano con il tempo e la perdita, e una celebrazione della natura, in particolare nella sua regione natale di Nara al centro del Giappone.
E 'stato in questa regione che nel 2010 ha fondato il Nara International Film Festival, dedicato a promuovere il lavoro di giovani registi - un impegno che Naomi Kawase saprà senza dubbio sostenere durante la sua presidenza della Cinéfondation e del Short Film.
Quando la sua nomina è stata annunciata, Naomi Kawase ha detto: I film arricchiscono la vita delle persone, e i loro mondi ispirano nuove possibilità. E 'un po' più di 100 anni da quando l'avvento dei film, e il suo potenziale è in continua espansione. E’ un mezzo eccezionale che può incarnare la diversità delle culture del mondo, e le storie raccontate nei film sono come un'altra vita che incanta il pubblico che li vede. I cortometraggi sono estremamente difficili, in rapporto alla questione di come una storia può essere descritta in così breve tempo, mentre contengono anche una miriade di possibilità ancora invisibili. E tra i film realizzati da studenti ci sarà la scoperta di un tesoro nascosto come una pietra preziosa, che mi rende molto ansiosa di partecipare a questa giuria, come in un viaggio di avventura.
Gilles Jacob ha aggiunto: Dalle sue radici giapponesi, Naomi Kawase (Caméra d'or 1997) prende la sua delicatezza estrema, i modi raffinati e l’eleganza morale. Il suo talento di visionaria ha contribuito a generare un intelligenza cinematografica e una sottile arte piena di mistero poetico ed elegante semplicità, convogliata attraverso le grandi emozioni della vita e i piccoli gesti della vita quotidiana. Quest'anno verrà a far parte della lunga serie dei grandi presidenti della giuria della Cinéfondation e del cortometraggio, da Martin Scorsese e Abbas Kiarostami, da Jane Campion, Hou Hsiao-hsien, John Boorman e ai fratelli Dardenne.
Su invito del Festival, l'attore Laurent Lafitte ha accettato di ricoprire il ruolo di maestro di cerimonie per questa 69esima edizione. L'attore e comico presenterà la cerimonia di apertura mercoledì 11 maggio e quella della premiazione durante la cerimonia di chiusura di domenica 22 maggio.
Laurent Lafitte ha iniziato la sua carriera nel 1990 dopo un trionfo nello show dal titolo "Laurent Lafitte, comme son nom l'indique", ha intrapreso la carriera nel cinema e il teatro. Interprete di Un pensionnaire della Comédie-Française nel 2012, nel 2011, è stato maestro di cerimonia per la 25esima Nuit des Molières.
Ha appena finito di girare Elle del regista olandese Paul Verhoeven e sta attualmente lavorando nell’ultimo film Au revoir là-haut di Albert Dupontel. Lafitte sarà anche protagonista con Uma Thurman nel cast del prossimo film di Marjane Satrapi - un adattamento del romanzo di Romain Puértolas: "Il viaggio straordinario del fachiro rimasto intrappolato in un armadio IKEA". Laurent Lafitte sostituisce Lambert Wilson che per due volte ha presentato Cannes nel 2014 e nel 2015.In ultimo ricordiamo l’impegno del Festival per le nuove leve del Cinema internazionale. Infatti con Cinéfondation Atelier il Festival ospiterà la 12esima edizione con la quale inviterà al Festival di Cannes 16 giovani registi i cui progetti sono stati considerati particolarmente promettenti. Insieme a loro produttori, essi potranno incontrare potenziali partner, un passo necessario per completare il loro progetto e avviare la realizzazione del loro film. L'Atelier offre ai suoi partecipanti l'accesso a co-produzioni internazionali, accelerando così il completamento del film.
Cinéfondation Atelier è stato creato nel 2005 per stimolare la produzione cinematografica creativa e favorire la nascita di una nuova generazione di cineasti. Finora, su 171 progetti accompagnati, 126 sono stati rilasciati nelle sale e 18 sono attualmente in pre-produzione. Per la 12esima edizione di Atelier, sono stati selezionati 15 progetti provenienti da 14 paesi, tra registi esordienti e non.
Dal 13 al 19 maggio, Atelier organizzerà incontri con i registi per i professionisti dell'industria cinematografica interessati ad investire nei loro progetti.
Di seguito l’elenco dei Livre des Projets che saranno disponibili online a inizio aprile in www.cinefondation.com :


Abou Leila

Amin Sidi-Boumediène

Algeria

La Cordillera

Santiago Mitre

Argentina

Tantas Almas

Nicolás Rincón Gille

Colombia

Ni dieux ni maîtres

Eric Cherrière

France

Memories and my Mother

Aditya Vikram Sengupta

India

Marlina the murderer in four acts

Mouly Surya

Indonesia

Daoud’s winter

Koutaiba Al Janabi

Iraq

Death in Bed

David Volach

Israel

Sow The Wind

Danilo Caputo

Italy

Femme fatale

Kyoko Miyake

Japan

The Whole-timers

Bibhusan Basnet & Pooja Gurung

Nepal

Animas

José Ortuño

Spain

My favorite fabric

Gaya Jiji

Syria

Iguana Tokyo

Kaan Müjdeci

Turkey

The Boarding school

Rezan Yeşilbaş

Turkey


Apprendiamo in questo momento che la Giuria della Settimana della Critica, sezione a latere del Festival giunta alla 55esima edizione  che mette in mostra giovani talenti, è composta eccezionalmente da 5 registi importanti che hanno girato il loro primo o secondo film negli ultimi 5 anni. Presidente di giuria sarà Valérie Donzelli, che l’anno passato ha presentato in concorso lo scabroso Marguerite e Julien. Accanto a lei Alice Winocour scoperta della Settimana della Critica con Agustine (2011) e Maryland presentato nella sezione Un Certain Regard nel 2015 e vincitore del César per la migliore sceneggiatura di Mustang. Nadav Lapid regista di L’Institutrice selezionato nel 2014 che è stato salutato dalla stampa come uno dei più importanti film del cinema israeliano. David Robert Mitchell in concorso nel 2014 alla Settimana con It Follows è già diventato un cult per una generazione di spettatori e infine Santiago Mitre, vincitore del Gran Premio Nespresso nel 2015 con a Paulina, un lavoro tra i più potenti del giovane cinema argentino che uscirà sugli schermi francesi il 13 aprile.

Tornano i #CinemaDays - Film in sala a soli 3 euro dall'11 al 14 aprile 2016


Dopo il successo ottenuto nell’edizione dello scorso anno che ha registrato 1.800.000 biglietti venduti in soli 4 giorni, tornanoi CinemaDays da lunedì 11 a giovedì 14 aprile.
Durante i 4 giorni dell'iniziativa - nata con l’obiettivo di incentivare le presenze nelle sale cinematografiche  - il costo del biglietto sarà di soli 3 euro (5 euro per i film in 3D).
In pochi giorni sono già oltre 2500 gli schermi che in tutta Italia hanno aderito e sostengono l'iniziativa. Numerosi i titoli dei film in uscita in occasione dei CinemaDays: i tre film italiani  che escono il 7 aprile sono Veloce come il Vento e Troppo napoletano (01 Distribution) e L’età d’oro (Bolero Film), e avranno al loro fianco Grimsby – Attenti a quell’altro  (Warner Bros), Il cacciatore e la regina di ghiaccio (Universal), Victor Frankenstein (20th Century Fox), Mister Chocolat (Videa) e Una notte con la regina (Teodora). Mercoledì 13 aprile saranno in sala  Hardcore (Lucky Red), Nonno scatenato (Eagle), Criminal (Notorius) e Un’estate in Provenza (Nomad Film), mentre il 14 aprile (ultimo giorno della promozione) sarà possibile vedere anche Il libro della giungla (Disney), Nemiche per la pelle (Good Films), The Idol (Adler), Mistress America (Fox), Les souvenirs (Parthenos).
L’iniziativa è organizzata dalle associazioni dell’industria cinematografica ANEC, ANEM, ANICA e con il sostegno della Direzione Generale Cinema del MiBACT.
Confermato inoltre anche l’appuntamento di ottobre: quest’anno per la prima volta i CinemaDays avranno infatti 2 edizioni, una in primavera e una in autunno.
Sul sito ufficiale www.cinemadays.it è pubblicato l'elenco dei cinema aderenti e dei relativi film in programmazione. Questa edizione sarà accompagnata da una serie di iniziative collaterali e concorsi per il pubblico che saranno comunicati prossimamente.
Segui i CinemaDays su Twitter all’hashtag #Cinemadays
alla mention @cinemadays e su tutti i canali social dell’evento:
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venerdì 18 marzo 2016

SAVE SAVE SAVE: SFIDE E INCANTESIMI IL CINEMA DI WERNER HERZOG alla Casa del Cinema di Roma

Si svolgerà dal 18 marzo al 3 aprile alla Casa del Cinema di Roma, Largo Marcello Mastroianni, una ricca e imperdibile rassegna del Maestro Herzog. Le proiezioni sono gratuite fino ad esaurimento posti. S itratta di un viaggio tra film, documentari - anche biografici - per scoprire il cinema di uno dei grandi visionari del nostro tempo. Citiamo alcuni titoli evocativi: Fitzcarraldo, Kaspar Hauser, Fata Morgana, Aguirre, Cobra Verde, Dove sognano le formiche verdi, Apocalisse nel deserto, Grido di pietra, Gesualdo, Woyzek, Cuore di vetro, Anche i nani hanno cominciato da piccoli, e tanti altri ancora e, tra questi, le inedite Lezioni di cinema.
Copyright foto della rassegna ©Werner Herzog Film GmbH
Per gentile concessione di RIPLEY’S FILM
Per maggiori info : Sito Web Casa del Cinema
Programma
18/03/2016
ore: 16:30 ULTIME PAROLE (LETZE WORTE) e FUTURO IMPEDITO (BEHINDERTE ZUKUNFT) di Werner Herzog
ore: 18:00 PROVVEDIMENTI CONTRO I FANATICI (MASSNAHMEN GEGEN FANATIKER) e SEGNI DI VITA (LEBENSZEICHEN) di Werner Herzog
ore: 20:30 LA DIFESA ESEMPLARE DELLA FORTEZZA DI DEUTSCHKREUTZ e IL PAESE DEL SILENZIO E DELL’OSCURITÀ di Werner Herzog
19/03/2016
ore: 16:00 WOODAABE – I PASTORI DEL SOLE (WODAABE – DIE HIRTEN DER SONNE) di Werner Herzog
ore: 18:00 FATA MORGANA e I MEDICI VOLANTI DELL’AFRICA ORIENTALE (DIE FLIEGENDEN ÄRZTE VON OSTAFRIKA) di Werner Herzog
ore: 20:30 AGUIRRE FURORE DI DIO (AGUIRRE, DER ZORN GOTTES) di Werner Herzog
20/03/2016
ore: 16:00 BOKASSA – ECHI DA UN REGNO OSCURO (ECHOS AUS EINEM DÜSTEREN REICH) di Werner Herzog
ore: 18:00 WERNER HERZOG CINEASTA (WAS ICH BIN, SIND MEINE FILME) di Weisenborn Christian, Erwin Keusch


ore: 20:30 L’ENIGMA DI KASPAR HAUSER (JEDER FÜR SICH UND GOTT GEGEN ALLE) di Werner Herzog
25/03/2016
ore: 16:00 WERNER HERZOG MANGIA LA SUA SCARPA (WERNER HERZOG EATS HIS SHOE) di Les Blank e QUANTO LEGNO ROSICCHIEREBBE UN CASTORO (HOW MUCH WOOD WOULD A WOODCHUCK CHUCK) di Werner Herzog
ore: 18:00 LA BALLATA DI STROSZEK (STROSZEK) di Werner Herzog
ore: 20:30 SOUFRIÈRE di Werner Herzog
26/03/2016
ore: 16:00 LA GRANDE ESTASI DELL’INTAGLIATORE STEINER (DIE GROßE EKSTASE DES BILDSCHNITZERS STEINER) e LA SOUFRIÈRE di Werner Herzog
ore: 18:00 CUORE DI VETRO (HERZ AUS GLAS) di Werner Herzog
ore: 20:30 GESUALDO – MORTE PER 5 VOCI (GESUALDO – TOD FÜR FÜNF STIMMEN) di Werner Herzog
27/03/2016
ore: 16:00 LA BALLATA DEL PICCOLO SOLDATO (BALLADE VOM KLEINEN SOLDATEN) e TEN THOUSAND YEARS OLDER di Werner Herzog
ore: 18:00 DOVE SOGNANO LE FORMICHE VERDI (WO DIE GRÜNEN AMEISEN TRÄUMEN) di Werner Herzog
ore: 20:00 COBRA VERDE di Werner Herzog e HERZOG IN AFRIKA (LOCATION AFRICA) di Gruber Steff
28/03/2016
ore: 17:00 WERNER HERZOG – LEZIONE DI CINEMA (Prima parte)
ore: 20:00 WERNER HERZOG – LEZIONE DI CINEMA (Seconda parte)
29/03/2016
ore: 16:00 RINTOCCHI DAL PROFONDO (GLOCKEN AUS DER TIEFE) e DEMONI E CRISTIANI NEL NUOVO MONDO (CHRIST AND DEMONS IN NEW SPAIN) di Werner Herzog
ore: 18:00 IL SERMONE DI HUIE (HUIE’S PREDIGT) e L’UOMO ARRABBIATO DI DIO – FEDE E DENARO (GOD’S ANGRY MAN – GLAUBE UND WÄHRNG) di Werner Herzog
ore: 20:30 KALACHAKRA – LA RUOTA DEL TEMPO (KALACHAKRA – WHEEL OF TIME) e PELLEGRINAGGIO (PILGRIMAGE) di Werner Herzog
30/03/2016
ore: 16:00 WOYZECK di Werner Herzog
ore: 18:00 KINSKI, IL MIO NEMICO PIÙ CARO (MEIN LIEBSTER FEIND) di Werner Herzog


ore: 20:30 NOSFERATU, IL PRINCIPE DELLA NOTTE (NOSFERATU, PHANTOM DER NACHT) di Werner Herzog

31/03/2016
ore: 20:30 FITZCARRALDO di Werner Herzog
01/04/2016
ore: 16:00 WERNER HERZOG – LEZIONE DI CINEMA (Prima parte)
ore: 18:30 PORTRAIT WERNER HERZOG e THE BALL IS A SCUMBAG (DER BALL IST EIN SAUHUND) di Rudolf Herzog, Christian Weisenborn
ore: 20:30 NESSUNO VUOLE GIOCARE CON ME (MIT MIR WILL KEINER SPIELEN) e ANCHE I NANI HANNO COMINCIATO DA PICCOLI (AUCH ZWERGE HABEN KLEIN ANGEFANGEN) di Werner Herzog

02/04/2016
ore: 16:00 GASHERBRUM – LA MONTAGNA DI LUCE (Gasherbrum – Der Leuchtende Berg) di Werner Herzog
ore: 18:00 GRIDO DI PIETRA (CERRO TORRE: SCHREI AUS STEIN) di Werner Herzog
ore: 20:30 IL DIAMANTE BIANCO (THE WHITE DIAMOND) di Werner Herzog
03/04/2016
ore: 16:00 WERNER HERZOG – LEZIONE DI CINEMA (Seconda parte)
ore: 18:30 APOCALISSE NEL DESERTO (LEKTIONEN IN FINSTERNIS) di Werner Herzog
ore: 20:30 ERCOLE (HERAKLES) e INVINCIBILE (INVINCIBLE) di Werner Herzog
 

 

 

giovedì 17 marzo 2016

6a edizione Lo Spiraglio FilmFestival della salute mentale


Si svolgerà a Roma dal 31 marzo al 2 aprile 2016 presso il MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo la sesta edizione de Lo Spiraglio FilmFestival della salute mentale, evento di corti e lungometraggi, diretto da Federico Russo e Franco Montini, rispettivamente per la parte scientifica ed artistica. Promosso da ASL ROMA 1 - Dipartimento Salute Mentale, MAXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo e con il contributo di ROMA CAPITALE - Assessorato politiche Sociali, Salute, Casa ed Emergenza Abitativa, il festival è nato con lo scopo di raccontare il mondo della salute mentale nelle sue molteplici varietà, attraverso le immagini. L'obiettivo è quello di avvicinare un vasto pubblico alla tematica, contribuendo alla riduzione dello stigma e del pregiudizio e permettendo nello stesso tempo a chi produce audiovisivi, dedicati o ispirati all'argomento, di mettere in evidenza risorse creative e qualità del prodotto. Presentati in concorso, dagli stessi autori, lungometraggi e cortometraggi: il panorama delle opere selezionate propone viaggi alla scoperta di mondi sconosciuti, indagini su dichiarate patologie, ma anche riflessioni sul disagio psichico, con protagonisti di ogni età e ambientazione. Numerosi gli eventi speciali del festival, dalle proiezioni per le scuole, ad un grande gruppo di psicoanalisi multifamiliare, ai concerti dal vivo di band 'integrate'. Tra i film in concorso, il lungometraggio in concorso Abbraccialo per me, diretto da Vittorio Sindoni e interpretato da Stefania Rocca, Moisè Curia, Giulia Bertini, Vincenzo Amato, Paolo Sassanelli, Pino Caruso e Paola Quattrini. E' la storia, tra commedia, dramma e sentimenti, di una donna e suo figlio e del sogno divenuto realtà di sentirsi madre del più straordinario bambino sulla faccia della Terra, fino a scoprire che quel figlio, proprio lui, in mezzo a tanti, è affetto da
disagio mentale. Ma grazie all'amore e alla passione del ragazzo per la musica, madre e figlio troveranno una luce e una speranza di salvezza. Tra gli altri film, Crazy 4 Africa, di Tommaso Galli e Centro Diurno San Paolo di Roma, documentario che racconta l’avventura di 5 utenti e 5 operatori di un Centro Diurno di Roma (ASL ROMA C) che coraggiosamente si confrontano con persone che, in Africa, stanno combattendo la loro stessa battaglia per il raggiungimento di una salute mentale. Altro documentario, Matti a Cottimo di Mauro De Fazio e Simone Sandretti, che descrive il quotidiano di esseri umani che nonostante le voci nella testa, la paranoia, la depressione, le visioni, le allucinazioni sono ancora in grado di alzarsi la mattina per andare a lavorare in fabbrica, vendere giornali, fare le pulizie, organizzare festival, scrivere canzoni. Quindi il lungometraggio di finzione Mozes, il pesce e la colomba di Virág Zomborácz, commedia surreale e brillante che racconta di un giovane assillato dal fantasma del padre appena morto, un pastore protestante autoritario e ingombrante.
 Tra i cortometraggi, il pluripremiato Bellissima, di Alessandro Capitani, storia di una ragazza imprigionata in un corpo obeso e un incontro inaspettato nel bagno di una discoteca. Ma spazio anche alle materializzazioni delle proprie fobie in Dietro lo specchio, di Giacomo Sebastiani e alla possibilità di trasformare il tempo raccontato in Giorni marziani, di Vito Palmieri. Il regista Brando De Sica porta al festival Non senza di me, un padre estremamente possessivo impone al figlio una vita priva di indipendenza. Il carcere di Rebibbia fa da sfondo a Messaggio in una bottiglia, di Ilary Artemisia Rossi, realizzato con gli operatori della ASL ROMA 2 ex B con pazienti psichiatrici detenuti nel contesto di un progetto finanziato dalla Regione Lazio.
Nella  serata finale del festival , una  Giuria  composta da addetti ai lavori appartenenti all’ambito sociale, psichiatrico e cinematografico assegnerà il  Premio “Fausto Antonucci”  di 1.000 euro al miglior cortometraggio e il  Premio “Jorge Garcia Badaracco – Fondazione Maria Elisa Mitre”  di 1.000 euro al miglior lungometraggio. Il festival, inoltre, premierà il regista e attore  Sergio Rubini , quale cineasta particolarmente sensibile e interessato ai temi legati al mondo della salute mentale. Nelle edizioni passate sono stati premiati  Sergio Castellitto ,  Carlo Verdone,  Alba Rohrwacher , Marco Bellocchio  e  Giulio Manfredonia .

Eitan Pitigliani e Rai Cinema presentano: Like a Butterfly

Sarà visibile dal 26 maggio prossimo su RaiCinemaChannel, il canale web di Rai Cinema, Like a Butterfly, un film breve di Eitan Pitigliani, prodotto da Eitan Pitigliani, Falcon Productions ed Enrico Mastracchi Manes, in collaborazione con Rai Cinema. Della durata di 27 minuti, il film racconta la storia di Nick, un giovane attore che cerca disperatamente il successo e che, per ottenerlo, nel tempo si è costruito una corazza che lo protegge dal mondo esterno. Un giorno, grazie all'incontro casuale con una vecchia star di Hollywood, Nick scopre che tuttavia quel mondo vive dentro di lui e che, prima di tutto, è fondamentale guardare dentro se stessi: solo prendendo coscienza del passato si può tracciare la strada verso il futuro.
Like a butterfly è interpretato dalla leggenda americana Ed Asner (Mary Tyler Moore, Lou Grant, Radici, Giovanni XXIII, voce del protagonista di Up), vincitore di 5 Golden Globe e 7 Emmy Awards, che interpreta in maniera struggente il ruolo di una anziana star del cinema hollywoodiano sul viale del tramonto. Nel cast, il giovane protagonista Will Rothhaar (Killing Kennedy), Cindy Pickett (Una pazza giornata di vacanza), Brad Greenquist (The Mentalist), Rita Raider e Michael G. London. Il film, che inizierà a breve il suo percorso nei Festival - sarà presentato al Palm Beach International Film Festival la cui 21ma edizione si tiene dal 6 al 14 aprile - è stato acquistato da Rai Cinema, che ne detiene i diritti in Italia.
Questo film nasce - dichiara il regista Eitan Pitigliani - dalla rifessione con lo sceneggiatore torinese Alessandro Regaldo, su quanto sia importante per i giovani trovare un punto di riferimento in chi è più grande di loro e ha già percorso il cammino della vita. E’ questo il motore che mi ha spinto a raccontare questo film, lo stesso che ha ispirato il mio primo lungometraggio, attualmente in fase di scrittura. Like a Butterfly nasce con l'obiettivo di raccontare una storia che parli non solo di cinema ma soprattutto di vita, e di quella luce che, anche nella malattia, può far sì che il nostro cammino si trasformi in un grande volo”. Il film, che si avvale della fotografia di Daniel Katz e delle musiche del Maestro Paolo Vivaldi, è prodotto da Eitan Pitigliani e Falcon Productions, realizzato grazie alla grande determinazione di Enrico Mastracchi Manes, che lo ha reso possibile sin dalla fase di ideazione, oltre a quella dei produttori associati Cinzia De Curtis, Daniela Zanchini, Brad Greenquist, Martin Guigui e Dahlia Waingort, con il supporto della Grey Ladder di Torino.
IL REGISTA
Eitan Pitigliani, romano, classe 1986, ha studiato Regia Cinematografica a New York e Londra. Nel 2010 realizza il suo primo cortometraggio, In questa vita, sul rapporto tra un padre e il figlio dopo il terremoto de L’Aquila, selezionato in molti festival, oltre che nella Vetrina dei corti dei Nastri d’Argento di Cortina 2011, presentato in Parlamento e destinatario di una lettera di apprezzamento da parte del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nel 2012 realizza il suo secondo cortometraggio, You will find me, selezionato in numerosi festival internazionali e vincitore del Golden Spike Award al Giffoni Film Festival. Eitan sta ora lavorando alla scrittura del suo primo lungometraggio, che vede protagonista un giovane calciatore che si affaccia alla vita.
 

mercoledì 16 marzo 2016

Speciale BERLINALE 2016 - Lo sguardo sul Mondo. II^ parte – Talents e Sezioni collaterali: Panorama – Forum – Generation – PKD

Un momento degli European Film Market
  (Foto per gentile concessione della Berlinale).
Come biglietto di presentazione di questa seconda parte pubblichiamo un momento degli EFM parte integrante del Festival. Nella seconda parte approfondiamo gli eventi dei Talents e degli incontri con i 100 giovani selezionati tra cui sette italiani. Vogliamo ancora una volta ricordare i nostri magnifici sette che speriamo di rivedere alla ribalta. Per il comparto della produzione tre i nomi: Antonietta Bruni, Jon Coplon e Roberto De Paolis Marino. Per le nuove promesse nel campo della regia sono tre i giovani: Francesco Mattuzzi, Enrico Maria Artale e Giovanni Aloi. Infine anche un attore Koudous Jeihon. Illustri personaggi del mondo cinematografico internazionale hanno partecipano come tutor o con Master Class ad oltre 30 eventi.
Per quanto riguarda le sezioni collaterali Panorama, Forum, PDK e quelle autonome Generation plus e Kplus, avendo privilegiato la Selezione Ufficiale a cui è stata dedicata la prima parte del resoconto Speciale Berlinale I^ parte, abbiamo scelto alcuni titoli outsider per capire meglio lo spirito di questa 66esima edizione. Non abbiamo esattamente colto nel segno, ma siamo andati vicini. Infatti quattro dei venticinque film visti sono stati scelti dalle Giurie dei Premi collaterali. Delle sezioni Generation e Perspektive Deutsches Kino ci siamo limitati a pochi titoli. Non abbiamo invece seguito la parte dedicata agli Short. In particolare dei 50 lungometraggi delle sezioni collaterali Panorama (che ha presentato un film in collaborazione a Generation e incluso in quest’ultima) e Panorama Dokumente ne abbiamo visti 10 e 5 rispettivamente (comprese le due MasterClass dei Talents). Della selezione Forum su 44 film ne abbiamo visti 8 (compresa la MasterClass dei Talents). Delle 12 proiezioni della Perspektive Deutsches Kino ne abbiamo visti due. Per Generation 14plus dei 15 film in concorso ne abbiamo visti due. Abbiamo recuperato El Abrazo del Serpiente presentato tra gli eventi di NATIVe, già passato a Cannes 2015.
Infine non potevamo mancare alla Master Class di Meryl Streep in ambito dei Talents incentrata sui rapporti interpersonali con le varie figure con le quali ha lavorato durante la sua lunga carriera l’attrice e presidente della Giuria Internazionale. E’ stato uno strepitoso successo con un pubblico pronto ad applaudire la grande artista che ha la non comune qualità dell’umiltà e dell’autoironia. Ma anche le tre proiezioni dei rispettivi giovani in concorso e le Q&A susseguitesi hanno avuto una buona e meritata audience di pubblico:
Maquinaria Panamericana (Panamerican Machinery) di Joaquín del Paso, Messico / PL.
Uncle Howard di Aaron Brookner UK / USA;
Wu Tu (My Land) di Fan Jian – Cina;
Passiamo quindi ai lungometraggi che hanno vinto e alla nostra classifica delle 25 pellicole viste tra i 107 lungometraggi di cui 88 di genere e 19 doc presentati nelle sezioni Panorama, Forum, PDK e Sezioni autonome Generation della Berlinale 2016 e le emozioni che sono riusciti a suscitarci.
Panorama
Premi:
Premio della Giuria FIPRESCI a Aloys di Tobias Nölle;
Premio CICAE ART CINEMA a Grüße aus Fukushima di Doris Dörrie;
Premio del Pubblico a Junction 48 di Udi Aloni;
Premio dei lettori della Rivista MÄNNER a Mãe só há uma (Don’t Call me Son) di Anna Muylaert;
Premio della Giuria Ecumenicale e Premio LABEL EUROPA CINEMAS a Les Premiers, les Derniers di Bouli Lanners.
Classifica:
Les Premiers, les Derniers di Bouli Lanners. La paura dell’altro, il senso del
divino in una pellicola dal sapore western. I due giovani da chi scappano? Si parla di fine del mondo in un viaggio apocalittico sulle macerie consegnateci dagli esseri umani. Notevole le interpretazioni sia di Michael Lonsdale che di Davide Murgia nei panni di uno dei due giovani in fuga. Un film che ci
piacerebbe vedere nelle sale italiane e che a buon ragione ha convinto la Giuria Ecumenicale.
La Route d'Istanbul di Rachid Bouchareb. Una storia attuale nel rapporto genitori figli. L’ultima frontiera del disagio adolescenziale è la sharia condivisa fino al punto di unirsi agli jadisti. Ma una madre determinata può fare la differenza per salvare la figlia dal buco nero. Istanbul è diventato sinistramente non solo il crocevia di chi scappa dalle guerre verso la Vecchia Europa, ma anche di quelle schegge impazzite di giovani europei che vogliono unirsi per combattere sotto la bandiera dell’Isis. Dispiace che dovendo competere con altre pellicole ben strutturate non abbia raggiunto il gradimento della critica e degli spettatori.
Mãe só há uma (Don’t Call me Son) di Anna Muylaert. Si può arrivare fino ai
18 anni e scoprire che la propria madre non è quella biologica? Che siamo stati sottratti con l’inganno alla famiglia naturale e nostra sorella è stata anche lei rapita? Il dramma di un adolescente che la Legge sottrae alla Famiglia e lo restituisce alla famiglia biologica presa dai propri egoismi e che non reisce ad accettarlo per quello che è. Un dramma esilarante che lascia senza fiato e infatti il pubblico lo ha premiato. E’ stato bello ascoltare come musica dei titoli di coda Lucio Battisti in versione brasiliera interpretare Il mio canto libero.
Nunca vas a estar solo (You'll Never Be Alone) di Alex Anwandter. Una denuncia alle violenze a cui vanno incontro a Santiago i giovani gay. Purtroppo non è una finzione, ma la realtà.
El rey del once di Daniel Burman. Il protagonista si trova ad affrontare un ritorno al quartiere dove ha vissuto da adolescente e dove le tradizioni ebraiche sono ancora sentite e che lo hanno diviso allora dal padre macellaio kosher. Un modo bizzarro e stravagante di far conoscere ai gentili la Torah con la quale lo stesso protagonista non ha molta dimistichezza.
Já, Olga Hepnarová di Tomáš Weinreb, Petr Kazda. Una improbabile storia nel periodo comunista in cecoslovacchia di una giovane ragazza con disturbi psichici. Vittima del regime e della pena di morte. Condivisibile la scelta del bianco e nero in questa pellicola simbolo del nuovo cinema ceco.
Maggie's Plan di Rebecca Miller. Una giovane sfigata e maldestra è al centro di questa storia che dice la sua a proposito di fecondazione eterologa. Julienne Moore è sprecata in questa commedia che è costruita per accontentare tutti.
War on Everyone di John Michael McDonagh. Due detective, che sono la rincarnazione di Starsky & Hatch del terzo millennio. Però anche questo tipo di storia attrae pubblico con il ritmo e le musiche.
Shelley di Ali Abbasi. Un’altra storia di fecondazione eterologa dai toni cupi e tristi. Non tutto va come si è previsto. Il ritmo è troppo lento in attesa che accada qualcosa.
Starve Your Dog di Hicham Lasri. Cinema sperimentale ambientato in Marocco. Visioni surreali che confondono lo stesso cineasta nei meandri di una visione/non visione.
Panorama Dokumente
Premi:
Premio del Pubblico a Who’s Gonna Love Me Now? di Tomer Heymann, Barak Heymann, Alexander Bodin Saphi
Classifica:
Wu Tu (My Land) di Fan Jian (Talents). Una pellicola sulla Cina e su Beijng dove non c’è solo la crescita a due cifre ma anche una estrema e composta miseria di tante famiglie strappate alla civiltà contadina. L’autore farà tanta strada e ne
sentiremo ancora parlare.
Hotel Dallas di Livia Ungur, Sherng-Lee Huang. Una scintillante location americana che ricorda la serie Tv degli anni ’80. Un albergo omonimo nella Romania post comunista e il suo padrone condannato per frode fiscale. Trovate geniali della regista per dissacrare il mito dell’Ovest e la giustizia sommaria inflitta al dittatore rumeno. Nostalgia del passato comunista?
Europe, She Loves di Jan Gassmann. Storie parallele di giovani coppie in giro per l’Europa. Volti disincantati, vite sprecate, si potrebbe continuare all’infinito e forse è questa la mancanza che attanaglia lo spettatore, ma cosa vuole rappresentare il regista?
Uncle Howard di Aaron Brookner (Talents). Un delicato ricordo dello zio scomparso prematuramente a causa dell’AIDS. Chissà cosa avrebbe potuto esprimere. Come esordio ben costruito, ma si tratta di una pellicola dedicata ad un target di pubblico ristretto.
Forum
Premi:
Premio CALIGARI FILM a Akher ayam el madina (In the Last Days of the
City) di Tamer El Said, e mensione speciale a Tempestad di Tatiana Huezo e ex equo a The Revolution Won’t Be Televised di Rama Thiaw. Quest’ultimo ha ricevuto anche il Premio della Giuria FIPRESCI.
Premio della Giuria Ecumenicale a: Barakah yoqabil Barakah (Barakah Meets Barakah) di Mahmoud Sabbagh, ex equo con Les Sauteurs (Those Who Jump) di Moritz Siebert, Estephan Wagner, Abou Bakar Sidibé.
Premio CICAE ART CINEMA a Ilegitim (Illegitimate) di Adrian Sitaru.
Premio Peace Film a Makhdoumin (A Maid for Each) di Maher Abi Samra.
Premio dei lettori della Rivista Tagesspiegel a Nikdy nejsme sami (We Are Never Alone) di Petr Vaclav.
Classifica:
Homo sapiens di Nikolaus Geyrhalter. Un documentario sublime dove la parola spetta alle immagini e solo alle immagini con l’accompagnamento dei rumori della natura. Sono tante le Fukoshima sparse sul pianeta e questo film le documenta tutte.
Tempestad di Tatiana Huezo. Due storie parallele al femminile nella terra messicana occupata dai cartelli di droga. Ma non per questo molto delicate e con riprese strepitose. La durata è quella che fa male alla pellicola.
Maquinaria Panamericana (Panamerican Machinery) di Joaquín del Paso
(Talents). Come opera prima di un Talent non ci si può lamentare. Un noir costruito su una realtà sociale dove il wellfare è stato distrutto dal capitalismo più sfrenato rappresentato con una fine metafora . In una fabbrica dove non si sa bene cosa si produca, improvvisamente muore il titolare e benefattore. Tutti i lavoratori sono protesi a difendere il loro posto di lavoro con effetti anche surreali. Il finale lo scoprirete in sala.
Nikdy nejsme sami (We Are Never Alone) di Petr Vaclav. Questa commedia noir ceca ha avuto un successo di pubblico a buon ragione. Costruita su storie parallele di due famiglie qualsiasi di un paese al confine ceco. Il nuovo cinema ceco è in gran fermento.
P.S. Jerusalem di Danae Elon. Israele terra amata e odiata da tanti cittadini come la regista che hanno preferito espatriare. Le contraddizioni di una Nazione che ancora non riesce a stabilire rapporti pacifici con i vicini palestinesi in un doc molto intimo.
Triviṣa di Frank Hui, Vicky Wong, Jevons Au. Una fiammeggiante storia di gang di Hong Kong che si fronteggiano per il dominio del territorio e del traffico di droga. Il nuovo cinema asiatico è al primo posto per questo genere che ha soppiantato il genere delle arti marziali di moda negli anni ‘80.
Deadweight di Axel Koenzen. Documentario realizzato a bordo di un maxi mercantile porta container. Un mondo separato dove gli uomini sopravvivono alle vicissitudini ed agli imprevisti dell’andare per mare.
Hee di Kaori Momoi. Una allucinante vicenda psichiatrica di una donna e delle sue ossessioni e ricordi. Ma dove sta la verità? Genere non usuale e disturbante per il cinema giapponese.
Le Fils de Joseph (The Son of Joseph) di Eugène Green. A qualcuno è piaciuto, ma debbo constatare che non ha ottenuto consenso. Forse era troppo erudito?
Perspektive Deutsches Kino
Lungometraggi:
Meteorstraße (Meteor Street) di Aline Fischer. Film di apertura della
Selezione. Vita ondivaga di un giovane turco espatriato in Germania che cerca trovare la sua strada.
Die Prüfung (The Audition) di Till Harms. Doc interessante che racconta come si accede alla scuola di recitazione di Hannover. Ma descrive
anche l’inevitabile supplizio a cui vanno incontro gli esaminatori e professori di questa prestigiosa scuola d’Arte per la selzione dei nuovi talenti.
Corto ospite:
Research Refugees: Meinungsaustausch (Research Refugees: Duologue) di Sophia Bösch, Sophie Linnenbaum Experimental Doc 4‘. Il diverso che viene da lontano fa sempre paura. Un luogo comune da sconfiggere in questo momento di immigrazione epocale.
Apprendiamo all’ultima ora che è venuto a mancare Heinz Badewitz, co-fondatore e direttore del Hof International Film Festival lo scorso 10 marzo 2016, figura importante nel panorama festival del cinema tedesco. Un cineasta e un patron del cinema tedesco ma anche un caro amico e collaboratore professionale della Berlinale. Dal 1977 al 2010 ha curato la serie PDK, presentando produzioni tedesche a un pubblico internazionale durante il periodo del festival. Nel 2001, è stato insignito della fotocamera Berlinale.
Con la morte di Heinz Badewitz, la Berlinale ha perso un socio di lunga data e il cinema tedesco ha perso uno dei suoi clienti più appassionati. Oggi sarebbe impensabile senza i suoi sforzi pionieristici che i film tedeschi possano essere mostrati nel nostro festival. Ho perso un meraviglioso collega e amico personale di lunga data, da cui ho imparato che quando si fa un festival, è necessario mantenere la calma, ha dichiarato Dieter Kosslick, direttore del Festival Internazionale del Cinema di Berlino.
Generation
Passiamo alla due sezioni per i giovani, il cui motto 2016 e' stato:
MAI SOTTOVALUTARE I GIOVANI
Generation 14plus
Premi:
Orso di cristallo miglior film della Giuria Giovani a Es esmu šeit (Mellow
Mud) di Renars Vimba e mensione Speciale a Las Plantas (Plants) di Roberto Doveris  a cui è andato anche il Gran Premio della Giuria Internazionale. La stessa Giuria Internazionale ha assegnato una mensione Speciale a Zhaleika di Eliza Petkova.
Classifica:
Zhaleika di Eliza Petkova. Nello sperduto villaggio il mondo dei giovani di oggi è così distante dalle tradizioni degli anziani. Anche per la protagonista è così e l’unica ancora di salvezza è evadere da una situazione che le si fa sempre più stretta. Per il messaggio universale che trasmette in sala ha ricevuto una mensione speciale.
Ani ve snu! (In Your Dreams!) di Petr Oukropec. Questa pellicola ceca fra le tre viste a Berlino è quella che ci ha deluso. Ma forse è vero che la gioventù ceca ha perso ogni ideale e si rifugia in miti estremi.
Generation Kplus
Premi:
Orso di Cristallo miglior film della Giuria Bambini a Ottaal (La trappola) di
Jayaraj Rajashekaran Nair Rara e mensione Speciale a Jamais contente di Emilie Deleuze.
Gran Premio della Giuria Internazionale a Rara di Pepa San Martìn e mensione Speciale a  Genç Pehlivanlar (Young Wrestlers) di Mete Gümürhan.
NATIVe
Infine dalla sezione NATIVe Eventi –Un viaggio tra il cinema indigeno dall’Amazzonia ai ghiacci perenni - grandi emozioni ha suscitato El abrazo de la serpiente di Ciro Guerra girato in bianco e nero come un puzzle fotografico. Un racconto profondamente emozionante sul risveglio dello sciamano più potente dell’ Amazzonia colombiana. Passato, presente e futuro si intrecciano come in un viaggio con uno scienziato occidentale alla ricerca di una pianta sacra che fornisce sia la guarigione fisica che spirituale. Ma anche il racconto denuncia dell’impatto sulle civiltà indigene dei Conquistatores.
Al termine della kermesse lo sguardo sul Mondo della Berlinale 2016 ci ha lasciato tante belle emozioni ma in particolare quelle di Homo Sapiens – sulle tracce delle moderne vestigia dell’Uomo, di Le Premiers, Les Derniers – questa volta sulle macerie dell’Umanità, il sapore amaro di Wu tu (My Land) e  la felicità dell'Orso d'Oro assegnato dalla Giuria presieduta da Meryl Streep a Gianfranco Rosi con FUOCOAMMARE con l’augurio che riflettiamo tutti sull’accoglienza dell’altro che poi è nostro fratello sulla Madre Terra.