Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



venerdì 31 marzo 2017

La prima italiana di L’altro volto della speranza (The Other Side of Hope) di Aki di Kaurismaki apre l’edizione 2017 del Lucca Film Festival e Europa Cinema


Sarà l’anteprima nazionale del film L’altro volto della speranza (The Other Side of Hope) a inaugurare l’edizione 2017 del Lucca Film Festival e Europa Cinema domenica 2 aprile al cinema Astra di Lucca (ore 20,30). A introdurre il film sarà l’attore protagonista del film Sherwan Haji. Il film Orso d’Argento per la Miglior Regia all’ultima Berlinale, e nei cinema d’Italia il 6 aprile per Cinema di Valerio De Paolis, sarà uno degli eventi speciali della sezione “Fuori Concorso” che presenterà una serie di pellicole mai proiettate in Italia che non parteciperanno alla competizione.
Il film, presentato al festival di Berlino e nei cinema d’Italia il 6 aprile per Cinema Distribuzione di Valerio De Paolis, sul dramma dei rifugiati, sarà uno degli eventi speciali della sezione “Fuori Concorso” che presenterà una serie di pellicole mai proiettate in Italia che non parteciperanno alla competizione. Tra gli altri, da segnalare, Mal di pietre di Nicole Garcia con Marion Cotillard e Louis Garrel (04/04) e l’anteprima europea di Quando un padre di Mark Willaims con Gerard Butler e Willem Defoe (6/04), quest’ultimo attore protagonista tra gli ospiti del festival. Defoe infatti sarà a Lucca per presentar per presentare il film, incontrare il pubblico venerdì 7 aprile al Teatro del Giglio (ore 10.30) e ricevere il premio alla carriera sabato 8 aprile al cinema Astra.
Oltre ai già citati ospiti l’edizione 2017, che si terrà tra Lucca e Viareggio, presenta un red carpet stellare con Oliver Stone, Olivier Assayas, Valeria Golino, Sergio Castellitto, Julien Temple, Cristi Puiu, Bruno Monsaingeon e Giada Colagrande. Ad ognuna delle pluripremiate star del cinema internazionale saranno dedicati omaggi con proiezioni, premi e incontri con il pubblico.  In programma, inoltre, la seconda edizione del concorso internazionale di lungometraggi, con 14 film in competizione da tutto il mondo in prima italiana, a cui si affiancheranno le anteprime fuori concorso e il consueto appuntamento con il concorso internazionale di cortometraggi. 
Julian Temple, 3 e 4 aprile - Tra le star presenti Temple che sarà a Lucca da lunedì 3 aprile dove, presso la sala convegni “Vincenzo da Massa Carrara”, alle ore 11.30, incontrerà il pubblico in una conversazione sugli anni del punk e alle sue relazioni con l’arte e il cinema tra gli anni ‘70 e ‘80. Seguirà una visita privata alla mostra PunkDada Situation (presso gli adiacenti spazi della Fondazione Ragghianti), la mostra che si inaugura il 3 aprile curata da Alessandro Romanini che celebra proprio i 40 anni del “Punk”.  La sera stessa Temple sarà premiato al cinema Centrale (ore 21) e nell’occasione sarà proiettato in anteprima italiana “The Origin of the Species - Keith Richards”, opera cinematografica di Temple del 2016.
Oliver Stone 6, 7 e 8 aprile - Il regista, sceneggiatore, produttore e attore statunitense - tre volte premiato agli Oscar – Oliver Stone sarà quindi a Lucca per ricevere il premio alla carriera e incontrare il pubblico. Stone, il regista cronista che ha raccontato con i suoi film un ritratto sfaccettato, critico e puntale dell’America, sarà a Lucca il 6 aprile per una conferenza stampa, la sera del 7 al cinema Astra per incontrare il pubblico in occasione della sua serata di gala e introdurre la proiezione del film Alexander (film del 2004, scelto proprio da lui) pellicola epica dal cast stellare in cui Stone si cimenta con la storia del sovrano Alessandro Magno. Il passaggio di Stone a Lucca si concluderà con la conversazione con il pubblico insieme a Silvia Bizio al Teatro del Giglio l’8 aprile ore 10. In programma anche una retrospettiva che ripercorrerà per intero la carriera del cineasta.
In questo contesto si inserisce Effetto Cinema Notte 2017, una vera e propria sezione all’interno della manifestazione internazionale di cinema, che trasformerà l’intera città in un gigantesco set cinematografico, arricchita da una serie di eventi spalmati sui sette giorni festivalieri fino al gran finale di sabato 8 aprile con l’evento principale dal titolo “Oliver Stone's War Zone” in piazza del Giglio (dalle 19, con due concerti alle 23,30 e alle 00,30). La manifestazione interesserà cinque aree tematiche e 42 locali del centro dove già sono al lavoro squadre di scenografi e performer.
Valeria Golino, 4 aprile - Artista dalla folgorante carriera internazionale, Valeria Golino ha lavorato non solo con grandi registi italiani come Gabriele Salvatores, Ferzan Ozpetek, Francesca Archibugi, Emanuele Crialese e Paolo Virzì, ma con registi americani come Sean Penn in Lupo Solitario e Quentin Tarantino in Four Rooms. La Golino parteciperà a una conversazione sui suoi molteplici ruoli di attrice, regista e produttrice il 4 aprile presso la sala convegni “Vincenzo da Massa Carrara” (ore 10.30) una lezione di cinema. L’attrice, regista e produttrice, sarà inoltre premiata al Cinema Astra (ore 20.30) e a seguire la proiezione del film Per amor vostro di Giuseppe Gaudino.
Sergio Castellitto, 8 aprile - L’attore e regista Sergio Castellitto sarà protagonista dell’incontro “Piano d’ascolto: cinema e terapia” a cura di Mario Sesti, l’8 aprile alle ore 18, presso il Teatro del Giglio di Lucca, organizzato dalla Fondazione Mario Tobino. L’incontro sarà dedicato “al rapporto fra cinema, televisione salute mentale”. Dopo l’incontro sarà proiettato il cortometraggio “Il sogno d’oro” di Simone Rabassini con la sceneggiatura di Debora Pioli, lavoro che pone l’attenzione sulla funzione terapeutica della musica, in particolare quella di Giacomo Puccini.
Giada Colagrande 7 e 8 aprile - L’attrice e regista Colagrande presenterà il 7 aprile, al cinema Centrale, il suo film “Bob Wilson’s life and death of Marina Abramovic” del 2012 e sabato 8 aprile, al cinema Astra, l’attrice e regista incontrerà il pubblico (alle ore 17) e introdurrà, insieme a Defoe, la proiezione del suo film Padre del 2016. In programma la retrospettiva completa de suoi film che saranno proiettati durante tutto il festival.
Olivier Assayas, 9 aprile - Altra star del festival a cui si dedica l’omaggio con una retrospettiva dei suoi film sarà Oliver Assays a Lucca il 9 aprile per ritirare il premio alla carriera e per una lezione di cinema al cinema Centrale (ore 21) prima della proiezione del suo ultimo film Personal Shopper che avverrà subito dopo l’incontro.
I maestri del cinema: Cristi Puiu dal 6 aprile e Bruno Monsaingeon dal 4 aprile - Puiu, maestro del cinema rumeno, sarà presidente di giuria e gli sarà dedicata una retrospettiva dei suoi film. Terrà una conversazione al cinema Centrale il 6 aprile alle ore 21 e a seguire sarà proiettato il suo ultimo film “Sieranevada”, dramma familiare ambientato a ridosso dei tragici fatti di Charlie Hebdo, film presentato a Cannes 2016. Il regista francese Bruno Monsaingeon, tra i più grandi documentaristi musicali al mondo, sarà a Lucca per un progetto in collaborazione con l’Istituto Luigi Boccherini dove il 4 aprile condurrà un seminario sul rapporto tra immagine e musica. Autore di pellicole sui più autorevoli musicisti del Ventesimo secolo, tra cui Glenn Gould, Sviatoslav Richter e David Oistrakh, riceverà il premio alla carriera (al cinema Centrale, 5 aprile). Sarà inoltre omaggiato con un tributo filmico durante il festival.
Nella sezione “Fuori concorso” anche il film, The Little Hours di Jeff Baena (Canada, Usa, 2017), una produzione nord americana girata in Garfagnana anche grazie al supporto de Il Cioccio e con la produzione esecutiva di Dublab srl di Alessandro Bertolucci. Nel film John C. Reilly, attore nel film Racconto dei racconti di Matteo Garrone (20,30, cinema Astra, 5 aprile). Tra i titoli da segnalare anche la prima italiana, Gianni, un film di Alberto Tempi un ritratto dell’architetto e artista Gianni Pettena (4 aprile, cinema Centrale). Inoltre, in programma nella sezione, anche il film Scultori danesi a Pietrasanta di Jacob Jorgensen (4 aprile, 22,30, cinema Centrale).
Evento speciale cinema e musica il 2 aprile in Piazza del Giglio - Come sempre non mancherà la musica con il concerto con sonorizzazione live della proiezione del capolavoro di Yasujiro Ozu Storia di erbe fluttuanti (1934), in collaborazione con l’Istituto Luigi Boccherini di Lucca e con il Museo Maxxi di Roma. L’esecuzione della colonna sonora, scritta a quattro mani dal Maestro Fulvio Pietramala e dal Maestro GianPaolo Mazzoli, prevede un organico cameristico ed è stata realizzata tenendo conto delle scale pentatoniche della tradizione giapponese, ottenendo suggestioni e sonorità orientali anche attraverso l’uso di strumenti originali. La proiezione sarà realizzata sulla facciata del Teatro del Giglio e ad esibirsi l’ensemble strumentale dell’Istituto, diretto dal Maestro Mazzoli.
Le mostre (Viareggio e Lucca) - Due le mostre di quest’anno per il Lucca Film Festival e Europa Cinema, entrambe curate da Alessandro Romanini. La prima, strettamente legata alla manifestazione, si intitola PunkDadaSituation, si inaugura il 3 aprile alla Fondazione Ragghianti di Lucca e lega insieme tre anniversari che hanno cambiato la storia del secolo scorso: il 1917 con la nascita del movimento Dada, il 1977 con quella del Punk e il 1957 con la formazione dell’Internazionale Situazionista. La seconda, che si apre il 18 marzo alla GAMC di Viareggio, inaugura la collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e l’Istituto Luce e rende omaggio a Federico Fellini dando vita, attraverso le tavole esecutive delle scene realizzate dagli studenti, al suo film mai girato: Il Viaggio di Mastorna.
I premi - I premi alla carriera che saranno consegnati ai registi e attori sono stati realizzati dalla designer italiana Emiliana Martinelli presidente della Martinelli Luce, azienda internazionale che vanta creazioni presenti in collezioni permanenti di importanti musei, come la celebre lampada pipistrello al Moma di New York.

Annunciati i 20 finalisti della VII edizione del Doc/it Professional Award


Sono stati resi noti i 20 titoli italiani selezionati in occasione della VII edizione
del Doc/it Professional Award - premio prodotto da Doc/it in collaborazione con Roma Lazio Film Commission e 100autori, rivolto ai migliori film documentari italiani prodotti nel 2016. I 20 finalisti sono stati scelti da un comitato composto da chi è stato premiato o nominato nelle passate edizioni del premio.
I titoli selezionati nella terza e ultima fase della VII edizione, sono sottoposti alla visione dell’Academy allargata, composta da autori, tecnici, critici e specialisti del settore, con il compito di votare la Migliore Regia – Miglior Documentario dell’anno
Ecco l’elenco dei finalisti, in ordine alfabetico:
L'AMATORE di Maria Mauti, prodotto da MP1
THE BLACK SHEEP di Antonio Martino, prodotto da Bo Film
CASTRO di Paolo Civati, prodotto da Tangram Film
CIAO AMORE, VADO A COMBATTERE di Simone Manetti, prodotto da Meproducodasolo
I CORMORANI di Fabio Bobbio, prodotto da Strani Film in collaborazione con Officina Film
HO CONOSCIUTO MAGNUS di Paolo Fiore Angelini, prodotto da ABC in collaborazione con Icaro Like-us, Promomusic, Maxman Coop Società Cooperativa, El Garaje
LIBERAMI di Federica Di Giacomo, prodotto da Mir Cinematografica, Opera Film; in collaborazione con Rai Cinema, France 3 Cinema
LA LUNGA STRADA GIALLA di Christian Carmosino & Antonio Oliviero, prodotto da Centro Produzione Audiovisivi – Università Roma Tre
MANI NOSTRE di Caterina Pecchioli, prodotto da Dugong Production & Shoot&Post
LA MIA CASA E I MIEI COINQUILINI (IL LUNGO VIAGGIO DI JOYCE LUSSU) di Marcella Piccinini
MOLOCH di Stefano P. Testa, prodotto da Lab 80 film
MOO YA di Filippo Ticozzi, prodotto da Effendem Film
LA NATURA DELLE COSE di Laura Viezzoli, prodotto da LADOC srl, Associazione "i Bicchieri di Pandora"; in collaborazione con Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia
NINNA NANNA PRIGIONIERA di Rossella Schillaci, prodotto da Indyca; in  collaborazione con De Films En Aiguille
LE PORTE DEL PARADISO di Guido Nicolás Zingari, prodotto da Il Piccolo Cinema
I RICORDI DEL FIUME di Gianluca, Massimiliano De Serio, prodotto da La Sarraz Pictures; in collaborazione con Rai Cinema
SOPRA IL FIUME di Vanina Lappa
SPIRA MIRABILIS di Martina Parenti & Massimo D'Anolfi, prodotto da Montmorency Film; in collaborazione con Rai Cinema, SRF - Schweizer Radio & Fernsehen, SRG SSR idée suisse
L'ULTIMA SPIAGGIA di Thanos Anastopoulos, Davide Del Degan, prodotto da Mansarda Production, Fantasia, Arizona Productions; in collaborazione con Rai Cinema
VERGOT di Cecilia Bozza Wolf, prodotto da ZeLIG
Novità di questa edizione, frutto della sinergia con Roma Lazio Film Commission, è l’attribuzione di un premio di categoria alle professioni che maggiormente contribuiscono a comporre un’opera documentaria. Le giurie di ciascuna categoria sono composte da professionisti riconosciuti nell’ambito dei mestieri della fotografia, del montaggio e della produzione.
Regia – Miglior Documentario dell’anno
Direttori alla fotografia
Montaggio
Produzione
Scrittura (premio 100autori - Associazione dell'Autorialità Cinetelevisiva)
Territorio (premio Roma Lazio Film Commission)
In particolare, il premio del Territorio del Lazio sarà conferito da Roma Lazio Film Commission e il premio dedicato alla Scrittura, verrà affidato all’Associazione dell’Autorialità Cinetelevisiva 100autori, che rinnova per il quarto anno consecutivo il suo sostegno al Doc/it Professional Award.
I giurati hanno avuto la possibilità di visionare i finalisti in streaming video
protetto tramite la piattaforma creata da Doc/it - ITALIANDOC (www.italiandoc.it), unica directory del documentario italiano, che ad oggi comprende un network di oltre 1.500 professionisti e un archivio con più di 2.300 film documentari.
Il premio è un’occasione ormai consolidata per creare un momento di dibattito e confronto all’interno della categoria con particolare riferimento ai documentari di creazione che, come è stato evidente negli ultimi anni, sempre più stanno conquistando uno spazio di identità come opere cinematografiche destinate alla sala. I premi DOC/IT PROFESSIONAL AWARD - VII edizione saranno conferiti in occasione di una manifestazione pubblica che si terrà a fine aprile 2017 a Roma, alla presenza di autori, critici e pubblico.

giovedì 30 marzo 2017

Aspettando Rendez-vous - 30 marzo - 4 aprile, I edizione


Novità di quest’anno, la sezione Aspettando Rendez-Vous, una finestra sul nuovo cinema francese realizzata in collaborazione con il KINO Cinema e Bistrot (Centro Culturale dedicato all’Audiovisivo), con sede a Roma nel quartiere Pigneto. Dal 30 marzo al 4 aprile il Kino propone film e incontri sul cinema francese contemporaneo che anticipano temi e ospiti della settima edizione del festival. Nouvelle vague femminile, opere prime, una finestra aperta sul presente, ma non solo… In una serata speciale il Kino racconta le sale indipendenti di Parigi, i luoghi che per decenni hanno visto passare film sconosciuti e seconde visioni, grandi classici e anteprime, disegnando una storia del cinema alternativa e dimenticata… Jacques Thorens presenta al pubblico il libro Il Brady (L’Orma Editore): la storia del più sgangherato e folle cinema di Parigi e della meravigliosa e improbabile umanità che per anni ha frequentato la sala, raccontata attraverso gli occhi del suo proiezionista. A seguire la proiezione di Passeurs de rêves – Un voyage dans les cinémas indépendents de Paris il documentario di Silvia Angrisani e Lorenzo Cioffi dedicato al racconto delle sale indipendenti parigine guidato dalle storie dei loro gestori appassionati di questo mestiere così poco conosciuto. Sul fronte cineasti del presente si parte con La Bataille de Solférino, opera prima di Justine Triet, una commedia che intreccia l’epica del quotidiano di una giovane coppia con l’attualità di una giornata elettorale a Parigi, per arrivare a Pauline s'arrache, autodocumentario di Emilie Brisavoine, un esplosivo home movie che è immersione nella vita di una quindicenne alle prese con una famiglia a dir poco stravagante. Tra questi Grand Central (presentato a Cannes nel 2003 nella sezione Un Certain Regard e vincitore di un César per l’interpretazione di Tahar Rahim), in cui Rebecca Zlotowski, considerata una delle maggiori cineaste francesi, racconta con uno stile documentaristico un amore fusionale; Je ne suis pas un salaud, il secondo lungometraggio di finzione del documentarista Emmanuel Finkiel, in cui, con le note più scure del thriller, si racconta la storia di un ragazzo in cerca di salvezza e Qui vive, opera prima della regista Marianne Tardieu, che è ancora la ricerca di emancipazione in un quotidiano difficile tra speranza e disperazione.
Ecco la programmazione in dettaglio:
GIOVEDì 30 MARZO
21.30 La Bataille de Solférino di Justine Triet
VENERDì 31 MARZO
21.30 Grand Central di Rebecca Zlotowsky
SABATO 1 APRILE
21.30 Je ne suis pas un salaud di Emmanuel Finkiel
DOMENICA 2 APRILE
20.30 Incontro sul libro Il Brady con l'autore Jacques Thorens
A seguire Passeurs de rêves di Lorenzo Cioffi e Silvia Angrisani
Documentario sui cinema indipendenti parigini
LUNEDì 3 APRILE
21.30 Qui vive di Marianne Tardieu
MARTEDì 4 APRILE
21.30 Pauline s'arrache di Emilie Brisavoine

 


Lo Spiraglio FilmFestival della salute mentale - 7a edizione 31/3-2/4 Roma


Si svolgerà a Roma da domani e fino al 2 aprile 2017 presso il MAXXI –
Museo nazionale delle arti del XXI secolo la settima edizione de Lo Spiraglio Filmfestival della salute mentale, evento di corti e lungometraggi, diretto da Federico Russo e Franco Montini, rispettivamente per la parte scientifica ed artistica. Organizzato da ASL Roma 1 – Dipartimento Salute Mentale, ROMA CAPITALE in collaborazione con MAXXI, il festival è nato con lo scopo di raccontare il mondo della salute mentale attraverso le immagini. L'idea è quella di aprire, grazie al cinema, uno spiraglio sulla mente e di permettere uno sguardo reciproco, fra pubblico, autori, e persone coinvolte in un percorso di cura o di cambiamento. I film saranno presentati in concorso dagli stessi autori e il panorama delle opere selezionate propone viaggi alla scoperta di mondi sconosciuti, indagini su dichiarate patologie, ma anche riflessioni sul disagio psichico, con protagonisti di ogni età e ambientazione. Numerosi gli eventi speciali del festival, dalle proiezioni per le scuole, all'incontro 'Lacci – legami familiari tra eredità e ribellione', previsto per sabato 1 aprile alle ore 21:00, una conversazione sul tema genitori e figli con letture dell'attrice Maria Cristina Blu e interventi di Domenico Starnone, scrittore e sceneggiatore, autore di “Lacci”, libro diventato anche uno spettacolo teatrale; Gianni Amelio, regista e autore del libro autobiografico “Politeama”; Maurizio Balsamo, psichiatra psicoanalista e Antonello D’Elia, psichiatra psicoterapeuta familiare.                
Tra i lungometraggi presentati, il documentario 'Padiglione 25Il diario degli
infermieri in un reparto autogestito', di Massimiliano Carboni, con la voce narrante di Giorgio Tirabassi. Un film che dà voce agli infermieri, i soggetti più in ombra nei movimenti che negli anni ’70 hanno contestato il manicomio e cercato di trasformare la psichiatria. Nell’estate del 1975 un gruppo di infermieri del S. Maria della Pietà di Roma, ispirati dal pensiero di Franco Basaglia, decidono di occupare e autogestire uno dei padiglioni del manicomio: il Padiglione 25. Quindi, altro documentario, Crazy for football, di Volfango De Biasi, racconta la prima nazionale italiana di calcio a 5 che partecipa ai Mondiali per pazienti psichiatrici, a Osaka, con Vincenzo Cantatore nelle vesti di preparatore atletico. La regista serba Tamara von Steiner ha quindi realizzato Controindicazione, un doc sull'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, dal 2015 in graduale dismissione. Qui venivano rinchiusi pazienti psichiatrici autori di reato con proroghe di reclusione che potevano durare decenni o, come accadeva più spesso, fino alla morte. Altro doc, Cristina - Il racconto di una malattia, di Silvia Chiodin, la storia di Cristina Marcato, raccontata nel libro "Non spegnere la luce. Viaggio in una psicosi", in cui la protagonista/autrice racconta la propria storia ed esperienza di malattia e guarigione. Altro doc firmato da una donna, Claudia Brignone, è La malattia del desiderio, che racconta del Ser.T, il servizio per le tossicodipendenze del quartiere Fuorigrotta di Napoli, a due passi dallo stadio San Paolo, dove si intersecano storie e vite di operatori e pazienti. Anche 'Le ragazze di Villa
Biondi' è diretto da mano femminile, quella di Melania Cacucci, che
realizza questo doc con il materiale di backstage del film di Paolo Virzì La Pazza Gioia, raccontando la partecipazione alle riprese di sette donne non-attrici, sei pazienti psichiatriche dell’Asl di Pistoia e una giovane ragazza di Livorno con deficit motori e cognitivi. La regista Alessandra Balloni racconta quindi, in 'Sigmund Freud Origini e Attualità della Psicoanalisi' l’impatto rivoluzionario del pensiero di Freud sulla cura dei disturbi mentali.

Tra i cortometraggi in cartellone, 'Senza occhi, mani e bocca', di Paolo
Budassi, la storia di Bianca, ragazza senza fissa dimora, il cui incontro con una psicologa in un Centro di accoglienza le farà ricordare un incidente in bicicletta che le ha segnato la vita, avvenuto quando era piccola e del quale non aveva memoria. Quindi, 'Il profumo delle stelle' di Francesco Felli, la storia di Nino (Alessandro Haber), pittore e poeta, ispirato dalla figura di Nicola Fanizzi ad alla sua incapacità di vivere oltre i confini del Santa Maria della Pietà, il Manicomio di Roma dove era stato ricoverato per quasi trent’anni. “Entrato fuori”, Nino si accorge infatti di come il mondo sia cambiato, di come non l’abbia aspettato e di come sia diventato altro. La solitudine di Nino incontra quella di un medico del manicomio, Adriano (Giorgio Colangeli), cacciato di casa dalla moglie e costretto a vivere in macchina in un parcheggio. Altro corto in programma, 'Salifornia', di Andrea Beluto, girato
a Salerno, la storia del pescivendolo Ciacianiello, che, esasperato dai continui schiamazzi e raggirato da un imprenditore senza scrupoli, vuole far chiudere il negozio di dischi, punto di ritrovo dei ragazzi del quartiere, adiacente alla sua pescheria. Frizzy, eccentrico proprietario del negozio di dischi e Fravaglio, fratello minore di Ciacianiello ma di mentalità più aperta, provano a farlo rinsavire...
Il festival coinvolge anche le scuole con la proiezione, dedicata agli studenti delle superiori, domani, venerdì 31 marzo alle ore 10:00 presso l’Auditorium del MAXXI, del film Piuma, di Roan Johnson, alla presenza del regista e del protagonista maschile Luigi Fedele. L'evento è organizzato in collaborazione con l’Ufficio Public Engagement del MAXXI, come anche il progetto NuovaMente al MAXXI: il nostro punto di vista, che dal 2009 coinvolge alcune persone del I Distretto del Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma 1. Durante Lo Spiraglio il gruppo proporrà due momenti di mediazione culturale dedicati alle fotografie di Letizia Battaglia. Mentre sabato 1° aprile alle ore 11.00 sarà proiettato, alla presenza del regista e fuori concorso, il lungometraggio ‘Ritratti di Vite’ di Marco Bonfante, prodotto dalla ASL Roma 1, che restituisce l'esperienza dell'artista Carol Pilars de Pilar nella lettura odierna del Santa Maria della Pietà e del Parco della Salute e del Benessere.
Nella serata finale del festival, la Giuria - composta da Edoardo Albinati, Maria Sole Tognazzi, Valia Santella, Francesco Borgia e Daniela Pezzi - assegnerà il Premio “Fausto Antonucci” di 1.000 euro al miglior cortometraggio e il Premio “Jorge Garcia Badaracco – Fondazione Maria Elisa Mitre” di 1.000 euro al miglior lungometraggio. Il festival, inoltre, consegnerà il Premio Lo Spiraglio – Fondazione Roma Solidale onlus al regista Paolo Virzì, quale cineasta particolarmente sensibile e interessato ai temi legati al mondo della salute mentale. Virzì sarà protagonista di un incontro con il pubblico dove rivisiterà film e sequenze che raccontano il disagio psichico. Nelle edizioni passate sono stati premiati Sergio Rubini, Sergio Castellitto, Carlo Verdone, Alba Rohrwacher, Marco Bellocchio e Giulio Manfredonia.

mercoledì 29 marzo 2017

IRISH FILM FESTA X EDIZIONE ROMA, 30 MARZO – 2 APRILE 2017

Giunge alla decima edizione IRISH FILM FESTA, il festival interamente dedicato al cinema irlandese che quest’anno si terrà dal 30 marzo al 2 aprile, come di consueto alla Casa del Cinema di Roma.
 “In questi dieci anni abbiamo presentato il meglio del cinema irlandese contemporaneo, scegliendo film inediti nel nostro Paese, ma premiati all’estero da numerosi riconoscimenti; e avuto il privilegio di accogliere ospiti prestigiosi come Stephen Rea, Fionnula Flanagan, Lenny Abrahamson, Adrian Dunbar, e molti altri. Per questo, la decima edizione di IRISH FILM FESTA sarà un’edizione speciale, celebrativa del percorso finora compiuto e propulsiva per quello ancora da compiere”, commenta il direttore artistico Susanna Pellis.
Tra i lungometraggi in programma alla decima edizione di IRISH FILM FESTA, tutti in anteprima italiana, vedremo il documentario Bobby Sands: 66 Days di Brendan J. Byrne, dedicato ai sessantasei giorni di sciopero della fame che nel 1981 portarono alla morte di Bobby Sands nel carcere di Long Kesh. Il film analizza il valore simbolico e culturale del digiuno nel contesto storico-politico irlandese e si basa sui diari tenuti in carcere dallo stesso Bobby Sands, affidandone la lettura all’attore Martin McCann, atteso come ospite al festival: “Quelle parole mettono la sua voce al centro del film e ci portano nella sua mente – spiega il regista – l’unico posto nel quale Sands ha trovato la libertà”. 66 Days è stato presentato all’ultimo Galway Film Fleadh e al festival internazionale del documentario Hot Docs di Toronto.
Alla proiezione di 66 Days parteciperà anche il giornalista Riccardo Michelucci, autore del
saggio di recente pubblicazione Bobby Sands. Un’utopia irlandese (Edizioni Clichy).
La storia dei Troubles nordirlandesi e la loro rappresentazione cinematografica in opere come Angel, Una scelta d’amore (Some Mother’s Son), Niente di personale (Nothing Personal), The Boxer, Hunger, e altre, saranno inoltre al centro di una conferenza che terrà al festival il prof. Martin McLoone (University of Ulster, Emeritus).
Martin McCann, che abbiamo visto l’anno scorso in The Survivalist di Stephen Fingleton, è anche interprete e co-regista del mockumentary Starz, uno dei cortometraggi in concorso che vede come protagonista uno straordinario Gerard McSorley (The Constant Gardener, Veronica Guerin), anche lui atteso a Roma. La sezione competitiva di IRISH FILM FESTA presenta quest’anno quindici corti che spaziano tra vari generi e tecniche di realizzazione (animazione, documentario, horror, thriller).
Il regista Ciarán Creagh, l’attrice protagonista Caoilfhionn Dunne (nel cast della serie Love/Hate) e ancora Gerard McSorley presenteranno invece il dramma In View: Ruth è un’agente di polizia che, incapace di elaborare il lutto per la perdita del figlio e del marito, sta smarrendo anche se stessa. Il suo senso di colpa è insopprimibile, e la spinge ad affrontare gli errori del passato in cerca di redenzione.
Vicenda drammatica anche per Mammal, scritto e diretto da Rebecca Daly e interpretato da Rachel Griffiths (nomination agli Oscar 1999 per Hilary and Jackie) e il giovane Barry Keoghan (Love/Hate): per Margaret la notizia della sparizione del figlio adolescente, che lei ha lasciato quando era piccolo, coincide con la decisione di ospitare Joe, un ragazzo senzatetto che ha trovato per strada, ferito. Mammal è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival nel 2016.
Sanctuary, opera prima di Len Collin, ha un’origine teatrale: alla base c’è il testo omonimo
di Christian O’Reilly messo in scena dalla Blue Teapot Theatre Company, una compagnia di Galway formata da attori con disabilità intellettive. Protagonisti del film, che mantiene lo stesso cast della pièce, sono Larry e Sophie, due giovani innamorati: cosa può esservi di più naturale per loro che desiderare di passare del tempo insieme da soli? Ma Larry e Sophie non sono una coppia come le altre. E cercando di avere un po’ di intimità non stanno solo infrangendo le regole, stanno infrangendo la legge.
In The Flag di Declan Recks (il suo primo film, Eden, era all’IFF 2008) si torna a parlare della Easter Rising, dopo il Centenario celebrato anche dal festival lo scorso anno, attraverso un’inedita chiave comica. Per Harry Hambridge (Pat Shortt), irlandese emigrato a Londra, va tutto storto. Tornato a casa per il funerale del padre, trova una dichiarazione secondo la quale sarebbe stato suo nonno ad issare la bandiera irlandese sul General Post Office durante la Rivolta di Pasqua del 1916. Bandiera che oggi si trova appesa, alla rovescia, in una caserma inglese. Stanco di subire umiliazioni, Harry è determinato, con l’aiuto di improbabili compagni (c’è anche Moe Dunford, visto all’IFF 2015 in Patrick’s Day di Terry McMahon), a recuperare quella  benedetta  bandiera. A Roma saranno presenti Declan Recks e lo sceneggiatore Eugene O’Brien.
Ispirato alla cronaca di un sequestro di cocaina per 440 milioni di euro al largo delle coste di Cork nel 2007, The Young Offenders di Peter Foott (miglior film irlandese al Galway Film Fleadh 2016) vede due ragazzi della zona, Conor e Jock, intraprendere un viaggio di 160 chilometri su due biciclette rubate nella speranza di trovare una balla di cocaina che a quanto pare è sfuggita alle forze dell’ordine. Una commedia dal ritmo frenetico, che in patria ha letteralmente spopolato. L'autore e regista Peter Foott sarà al festival e per l’occasione verrà proiettato anche il suo cortometraggio The Carpenter and His Clumsy Wife, menzione speciale alla Mostra di Venezia 2004.
Due sconosciuti svuotano i loro conti bancari, vendono i loro beni, e mettono il loro intero patrimonio in contanti in una borsa sportiva verde. Poi si recano in una località solitaria per battersi fino alla morte. Il vincitore seppellisce il perdente e si allontana due volte più ricco. È l’idea alla base di Traders, il film di Rachael Moriarty e Peter Murphy che vede come protagonisti Killian Scott (Love/Hate) e John Bradley (Game of Thrones). Piccoli ma significativi ruoli anche per Barry Keoghan e Caoilfhionn Dunne.

Due, infine, gli Irish Classic della decima edizione. Il primo è The General di John Boorman (1998), premiato per la migliore regia al Festival di Cannes: il generale del titolo è il criminale dublinese Martin Cahill, interpretato nel film da Brendan Gleeson. Noto per la spietatezza e per la meticolosità con la quale pianificava le azioni criminali, Cahill è stato raccontato nel dettaglio nel libro The General  del giornalista Paul Williams, dal quale è tratta la sceneggiatura del film. Il testo è stato pubblicato per la prima volta in Italia solo l’anno scorso da Milieu Edizioni per la collana Banditi senza tempo, parallelamente ad altri due volumi legati all’Irlanda: On the Brinks dell’ex militante dell’IRA Sam Millar e Bomber Renegade di Michael “Dixie” Dickson, ultimo prigioniero dell’IRA ad essere liberato, oggi organizzatore di concerti ed eventi sportivi.

The Boxer (1997) è invece l’omaggio di IFF al regista Jim Sheridan, che sarà per la prima volta ospite al festival per un incontro col pubblico. Di Sheridan, tre nomination agli Oscar (per la regia di Il mio piede sinistro e Nel nome del padre, e per la sceneggiatura di In America), verrà proposto anche il film più recente, Il segreto (The Secret Scripture), tratto
dal romanzo omonimo di Sebastian Barry. Interpretato da Rooney Mara, Eric Bana, Vanessa Redgrave e Adrian Dunbar, Il segreto, già presentato alla scorsa Festa del Cinema di Roma, uscirà nelle sale italiane il 6 aprile distribuito da Lucky Red. Fa parte dell’omaggio a Sheridan anche The Carpenter and His Clumsy Wife, di cui il regista è la voce narrante.

 Il concorso, riservato ai cortometraggi di produzione o co-produzione irlandese, presenta quest’anno quindici opere che spaziano tra vari generi e tecniche di realizzazione: tre corti d’animazione (A Coat Made Dark, The Lost Letter e Second to None), un documentario (Seán Hillen, Merging Views), un mockumentary (STARZ), un horror (Blight), un thriller (Gridlock), un fantasy (The Clockmaker’s Dream), un adattamento ironico e contemporaneo di un antico poema gaelico (The Court, diretto dall’attore Seán T. Ó Meallaigh che ha partecipato alla scorsa edizione di IFF), un biopic (Two Angry Men), un commedia romantica interpretata da bambini (The Debt), un racconto di formazione a tematica LGBT (Lily), e tre drammi (Homecoming, Pause e Today).

Da sottolineare anche la presenza di nomi importanti nei cast dei cortometraggi selezionati: il protagonista di Gridlock è Moe Dunford (ospite al festival nel 2015 con Patrick’s Day di Terry McMahon, è tra gli interpreti della serie Vikings); Gerard McSorley offre una straordinaria performance in STARZ, il cui co-regista, Martin McCann, è lui stesso un attore (lo abbiamo visto l’anno scorso in The Survivalist di Stephen Fingleton); Two Angry Men vede Adrian Dunbar, anche lui già passato all’IFF, nei panni del drammaturgo nordirlandese Sam Thompson, e l’esordiente Michael Shea in quelli del regista teatrale James Ellis (dirige il figlio di Ellis, Toto); Jared Harris e Kate Winslet sono invece, rispettivamente, le voci narranti di The Clockmaker’s Dream e The Lost Letter, diretto dal vincitore dell’IFF 2012 (con The Boy in the Bubble, narrato da Alan Rickman) Kealan O’Rourke.

Un’ulteriore parentesi letteraria sarà dedicata dal festival allo scrittore Dermot Bolger, protagonista di un incontro coordinato da John McCourt (Università di Macerata). Nato nel 1959 a Finglas, periferia nord di Dublino, Bolger è autore di romanzi, poesie e testi teatrali. Tra i suoi libri più noti, Verso casa (1997) e Figli del passato (2007), pubblicati in Italia da Fazi Editore.


Il concorso cortometraggi, che abbiamo lanciato nel 2010, si fa di anno in anno più interessante e più seguito: sia dai filmmakers (quest’anno abbiamo ricevuto quasi 100 candidature) che dal pubblico. Del resto, come dimostrano i nomi degli attori che appaiono nei corti selezionati, questo è un settore che il cinema irlandese non considera affatto secondario, e nel quale si rispecchia la vivacità e la ricchezza di questa cinematografia”, commenta il direttore artistico Susanna Pellis. 
Blight (2015), Brian DeaneUn giovane sacerdote viene inviato su una remota isola al largo della costa irlandese per difendere la locale comunità di pescatori dalla minaccia di oscure forze soprannaturali, ma niente è come sembra.


An Chúirt (The Court, 2014), Seán T. Ó Meallaigh Un adattamento moderno del poema epico irlandese Cúirt An Mhéan Oíche / La corte di mezzanotte, scritto nel 1700 da Brian Merriman.


The Clockmaker's Dream (2015), Cashell HorganIn un mondo di automi, un fabbricante di orologi cerca di costruire la donna perfetta e darle il posto della moglie che ha perduto, ma è più difficile di quanto potesse immaginare. L’uomo deve trovare una soluzione prima che il tempo a sua disposizione finisca e il proprio mondo si fermi per sempre…


A Coat Made Dark (2015), Jack O’Shea [animazione]Un uomo segue gli ordini di un cane: deve indossare un misterioso soprabito con impossibili tasche.


The Debt (2015), Helen FlanaganDaithi, dieci anni, si innamora di Jessica, una compagna di scuola. Il bambino chiede aiuto a Penny, la sua migliore amica, per riuscire a conquistare il cuore di Jessica.


Gridlock (2016), Ian Hunt DuffyUna bambina scompare nel corso di un ingorgo stradale. Il padre, sconvolto, improvvisa una squadra di ricerca di ritrovarla. Tutti i presenti sono possibili sospettati.


Homecoming (2016), Sinéad O'Loughlin Un giovane, tornato da poco in Irlanda, cerca a fatica di trovare il proprio posto nel mondo. Un volto familiare lo spinge a chiedersi se le cose stiano per cambiare.


Lily (2016), Graham CantwellLily, una ragazza che sta per diventare donna, ha un segreto. Dovrà affrontare la sfida più grande della sua giovane vita.


The Lost Letter (2016), Kealan O’Rourke [animazione]
con la voce narrante di Kate WinsletLa storia di un bambino impegnato a preparare il proprio quartiere in vista del Natale.


Pause (2016), Niamh HeeryUna donna in stato confusionale arriva su un’isola per affrontare il proprio passato. Mentre riascolta vecchi nastri registrati in famiglia, l’ambiente che la circonda prende nuova vita. Una donna in stato confusionale arriva su un’isola per affrontare il proprio passato. Mentre riascolta vecchi nastri registrati in famiglia, l’ambiente che la circonda prende nuova vita. Una donna in stato confusionale arriva su un’isola per affrontare il proprio passato. Mentre riascolta vecchi nastri registrati in famiglia, l’ambiente che la circonda prende nuova vita.


Seán Hillen, Merging Views (2016), Paddy Cahill [documentario]Un ritratto dell’artista Séan Hillen, mostrato nella creazione di bellissimi fotomontaggi. Hillen condivide i propri pensieri sul lavoro e su una recente scoperta vissuta a livello personale.


Second To None (2016), Vincent Gallagher [animazione]


Una commedia nera sul secondo uomo più vecchio del mondo.


STARZ (2016), Kevin Treacy, Martin McCannLa troupe di un film documentario segue Dan Cambell, un agente di attori sull’orlo del fallimento che cerca disperatamente di proteggere la sua attività dall’ennesimo tribunale del lavoro.


Today (2015), Tristan HeanueUn uomo si sveglia nella propria automobile: è disorientato, non ricorda come sia finito lì in mezzo al nulla. Poi raccoglie lentamente i suoi pensieri, e la realtà di quanto accaduto lo colpisce con durezza.

Two Angry Men (2016), Toto EllisLa battaglia di James Ellis e Sam Thompson per mettere in scena la pièce teatrale Over the Bridge, nonostante la censura in vigore nella Belfast degli anni 50.


The Most Beautiful Day - Il giorno più bello al cinema dal 30 marzo

The Most Beautiful Day - Il giorno più bello, lungometraggio diretto e interpretato da Florian David Fitz, campione di incassi in Germania, affronta con l'arma dell'ironia e con poesia il tema della fine della vita e del diritto alla felicità. Il tutto attraverso un emozionante road-movie alla ricerca di se stessi, che cementerà il rapporto tra i due protagonisti.
Il film è infatti una travolgente commedia interpretata da due idoli del panorama cinematografico tedesco, Florian David Fitz e Matthias Schweighöfer.  Per questo risulta ostico per noi italiani la risata a tutti costi. Al centro della storia, due giovani malati molto anti-convenzionali: l’ambizioso e bizzarro pianista Andi e lo spensierato avventuriero Benno. Non appena scappati dalla clinica, e dopo aver racimolato con destrezza il denaro necessario, Benno e Andi si mettono in viaggio in prima classe verso l’Africa alla ricerca dell’ultimo e più bel giorno delle loro vite. La loro avventura li porterà a vivere situazioni tragi-comiche fra divertenti gag e momenti seri. Il film è un road-movie che, attraverso il tema del viaggio, veicola una riflessione sul senso della vita. Il risultato è un film che commuove, emoziona e diverte, un inno all'amicizia e alla vita, oltre che un incitamento a viverla fino in fondo.
Quello che di più bello c’è nel film sono  le immagini oniriche merito  del direttore della
fotografia, Bernhard Jasper. «A Bernhard sono legato da una partnership decennale», dice il produttore Dan Maag. «Siamo stati fedeli a un motto: se siamo venuti fino in Sudafrica, allora facciamolo vedere dalle immagini. Allo stesso tempo, facciamo attenzione che il paesaggio non distragga dalla storia – L’arte diBernard è riuscita brillantemente a fondere la bellezza di questo Paese con la storia». «Ci siamo chiesti a lungo» continuaMaag «dove i due potessero andare abbiamo cercato un paesaggio che offrisse immagini spettacolari. Eravamo attirati dall'Australia, dalle Isole Baleari, le Canarie e da altri Paesi. Ma il Sudafrica è allettante per noi soprattutto perché è
un Paese bellissimo e fornisce anche il contrasto necessario con lo sfondo tedesco dal quale i due eroi vogliono fuggire».

Il regista-culto Park Chan-wook ospite speciale del 15/mo Florence Korea Film Fest

All’autore noto in tutto il mondo per pellicole come “Old Boy”, “Lady Vendetta” e “I’m a cyborg, but that’s ok”
sarà consegnato un premio alla carriera e dedicata una retrospettiva in omaggio al suo percorso artistico
Tra le novità di questa edizione la sezione K-Woman, sulla figura della donna nel cinema coreano
Sarà il regista e sceneggiatore di culto Park Chan-wook l’ospite speciale della 15/ma edizione del Florence Korea Film Fest, il festival dedicato al meglio della cinematografia sud coreana contemporanea iniziata il 23 marzo e fino al 31 marzo al cinema La Compagnia di Firenze. Il pluripremiato autore amato da Quentin Tarantino, che in più di vent’anni di carriera ha firmato pellicole rivoluzionarie come “Old Boy” e “Lady Vendetta”,  sarà omaggiato con un premio alla carriera e una retrospettiva di 13 titoli dedicata al suo poliedrico percorso artistico: da “Joint Security Area”, che lo ha portato alla notorietà diventando subito uno dei film più visti di sempre in Corea, alla celeberrima “Trilogia della Vendetta”; dal vampire movie “Thirst”, vincitore del Premio della giuria a Cannes nel 2009, all’acclamata e originalissima love story “I’m a cyborg, but that’s ok”, fino al primo lavoro realizzato in lingua inglese con un cast internazionale, “Stoker”, oltre a 5 cortometraggi.
La manifestazione, ideata e diretta da Riccardo Gelli dell’associazione Taegukgi – Toscana Korea Association, inaugura la sesta edizione della Primavera Orientale, iniziativa che celebra il cinema d’Oriente organizzata da Quelli della Compagnia di Fondazione Sistema Toscana. In programma quest’anno 44 titoli tra corti e lungometraggi, molti in anteprima italiana. Tra le novità il focus K-Woman, 5 pellicole per esplorare il ruolo della donna nel cinema coreano, con opere che spazieranno dal documentario al film in costume fino al thriller. 4 le sezioni tematicheOrizzonti Coreanidedicata ai grandi nomi del cinema di Corea, con titoli campioni d’incassi in patria e premiati nei festival di tutto il mondo; Independent Korea, che ospita lavori di giovani e talentuosi registi esterni alla grande distribuzione; la Notte Horror, consueto appuntamento per gli amanti del genere e Corto, Corti, spazio dedicato ai cortometraggi.BIOGRAFIA PARK CHAN-WOOKTra i capofila della new wave di cineasti che, a partire dagli anni Novanta, hanno trasformato il cinema coreano in uno dei movimenti artistici di maggiore risalto a livello
mondiale, e acclamato nei festival di tutto il mondo per il suo stile registico unico e raffinato, Park Chan-wook porta sullo schermo i dilemmi del peccato e della redenzione declinati attraverso storie percorse dal fil rouge della violenza, esplorando i meandri della mente e della vita umana come nessun altro autore sud coreano aveva mai fatto prima di lui. Nato a Seoul nel 1963, debutta dietro la macchina da presa nel 1992, dopo gli studi in filosofia. Il successo arriverà nel 2000 con “Joint Security Area”, in cui si affronta il tema delle relazioni tra Corea del Nord e Corea del Sud. In seguito, grazie ai consensi ottenuti, Park Chan-wook riesce a realizzare il progetto della “Trilogia della Vendetta”: il trittico composto da "Mr Vendetta" (2002), "Old Boy" (2004, Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes) e "Lady Vendetta" (2005, premio "Cinema Avvenire" e "Leoncino d'oro" a Venezia) che ha reso la sua inconfondibile marca autoriale nota in tutto il mondo.


Per un figlio di Suranga D. Katugampala (Sri Lanka) – la recensione di Marina Pavido

Nelle sale italiane dal 30 marzo, opera prima prodotta da Antonio Augugliaro, già noto per aver diretto il documentario Io sto con la sposa.Sunita è una donna srilankese di mezza età che lavora come badante presso un'anziana signora in una cittadina di provincia del nord Italia. La donna ha un figlio adolescente da poco giunto in Italia, con il quale, però, c'è un rapporto tutt'altro che facile, sia per il fatto di non averlo seguito durante i suoi primi anni di vita, sia per il tentativo di quest'ultimo di integrarsi in un contesto culturale che la stessa Sunita fa fatica ad accettare.Per un figlio racconta, dunque, la storia di tante donne che, al fine di garantire ai propri figli una vita dignitosa, sono costrette ad abbandonarli fin da piccoli per andare a vivere e lavorare all'estero. Da qui la decisione da parte del giovane regista di focalizzare l'attenzione esclusivamente sulla donna, secondo una messa in scena che rispecchia in tutto e per tutto le teorie del pedinamento zavattiniano. Ed ecco che ci troviamo di fronte ad un lungometraggio estremamente asciutto e realista, dove non v'è spazio per ogni qualsivoglia abbellimento, ma che ci mostra la cruda realtà così com'è. Ciò che vediamo è la quotidianità di una donna divisa tra un lavoro non facile e la gestione di un figlio adolescente che nutre nei suoi confronti non pochi rancori. Una donna che non sa come dividersi e che ogni giorno corre da una parte all'altra della cittadina con il proprio scooter, senza avere un attimo di tregua per sé stessa. La macchina da presa, dal canto suo, sembra allontanarsi dalla protagonista solo per mostrarci brevi stralci della vita del ragazzo fuori casa, insieme agli amici, nel tentativo di trovare un proprio posto nella società.La storia di una singola persona che, però, è la storia di tanta gente costretta a fare scelte non sempre facili. Non a caso, dunque, la protagonista, Sunita, è l'unico personaggio ad essere identificato con un nome proprio. Tutti gli altri sono attori di una pièce che sembra ripetersi quasi quotidianamente, indipendentemente dal luogo o dal contesto in cui ci si trova. Una pièce che, in questo caso, è stata messa in scena grazie ad uno sguardo sì giovane, ma anche estremamente maturo e consapevole, per quanto riguarda il linguaggio cinematografico. Di conseguenza, Per un figlio rappresenta un ottimo esordio sulla scena di Katugampala, da sempre attento alle problematiche del suo paese di origine e che di sicuro ha in serbo non poche sorprese per il futuro.Marina Pavido