Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



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venerdì 4 novembre 2016

XXII° MEDFILM FESTIVAL – IL CINEMA DEL MEDITERRANEO A ROMA - DAY 1

Nella serata inaugurale il PREMIO ALLA CARRIERA 2016  a  Gianni Amelio e l’ultimo film del regista egiziano Yousry Nasrallahad

Da oggi al via e fino al 12 novembre  a  Roma al cinema Savoy il  MedFilm Festival , la prima e più importante vetrina in Italia dedicata al cinema delle sponde sud del Mediterraneo  e del Medio Oriente diretto dall’instancabile  Ginella Vocca che alla sua 22ma edizione riprende lo slancio di sempre.
Sarà il regista egiziano Yousry Nasrallahad inaugurare,la kermesse con

l’anteprima italiana del film Brooks, Meadows and Lovely Faces (Al Ma’ wal Khodra wal Wajh El Hassan). Tre anni dopo la presentazione al MedFestival di After the Battle, l’autore, protagonista attivo della primavera araba, tornerà a Roma per incontrare pubblico e critica, e presentare la sua ultima opera, uno scatenato melodramma che dietro la
patina scintillante, racconta le difficoltà del quotidiano in un paese complesso come l’Egitto.
La serata si aprirà con il conferimento a Gianni Amelio del Premio alla Carriera 2016. Amelio, regista e testimone delle passioni e delle storie delle donne e degli uomini, interrogando instancabilmente le forme del cinema sarà omaggiato con la proiezione - mercoledì 9 novembre - de Il primo uomo. Nella stessa serata di oggi verrà assegnato Premio KOINÉ 2016 a SaMiFo - Salute Migranti Forzati - Centro di prima accoglienza sanitaria, nato dalla collaborazione tra Centro Astalli e Asl Roma A, volto alla tutela del diritto alla salute e la presa in carico delle vittime di tortura.

Anche quest’anno si conferma la collaborazione tra il MedFilm Festival e l’ufficio di Rappresentanza in Italia del Parlamento europeo con i  LUX FILM
DAYS a ROMA e la proiezione di due dei tre film finalisti del Premio Lux 2016:  Appena apro gli occhi  di Leyla Bouzid e  Toni Erdmann  di Maren Ade. Quest’anno in occasione delle celebrazioni per il 10° anniversario verrà esteso il pubblico dei LUX Film Days, includendo anche la città di Salerno. Infatti è prevista una diretta in streaming con il Festival Linea d’Ombra che si terrà nella città di Salerno, per la presentazione in contemporanea del film  della tunisina Leyla Bouzid.
Per riannodare i fili che uniscono popoli e culture, piuttosto che innalzare muri che li separano, il festival ospiterà con tale spirito due Vetrine speciali dedicate ai Paesi Ospiti d’Onore: l’Iran e la Tunisia.
Ma veniamo ai film in concorso che tra lungometraggi e corti sono 39. Per il Concorso Ufficiale Premio Amore e Psiche, curato da Giulio Casadei, nove film che possono essere tutti o quasi inclusi nel vasto e variegato mondo del cinema di genere: dal melodramma (Brooks, Meadows and Lovely
Faces di Yousry Nasrallah, l’iraniano Inversion di Behnam Behzadi, il tunisino Hedi di Mohamed Ben Attia e l’italiano L’Accabadora di Enrico Pau) al gangster-movie franco-tunisino Chouf di Karim Dridi, dal prison-movie giordano Blessed Benefit di Mahmoud Al Massad, al fantasy horror algerino Kindil di Damien
Ounouri, dal road movie francese Jours de France di Jérôme Reybaud al meta-cinema dell’algerino The Trial Garden di Dania Reymond. Al di là delle inevitabili differenze, quello che emerge in ogni singolo film è la volontà di mettere al centro l’uomo, con tutto il suo carico di fragilità, speranze, desideri. Un inno a tutto quel cinema capace, come dice Aldo Spiniello a proposito di Hedi, di «far male e soccorrere allo stesso tempo».
Il Concorso Internazionale Documentari Premio Open Eyes, curato sempre da Gianfranco Pannone, mostra dieci film uniti dal tema della memoria, rinvenuta tra villaggi, città, province, nazioni diverse, legata dal desiderio di rimetterla in gioco nel presente, in un mondo sottoposto alle continue pressioni dei conflitti geopolitici. A rappresentare l’Italia, il nuovo film di Mario Brenta e Karine de Villers, Delta Park, ambientato in un albergo, in cui il tempo che trascorre lento è la cifra della perdita del senso di se degli ospiti, giovani rifugiati in attesa di una destinazione.
Della selezione ufficiale del Concorso Internazionale Cortometraggi Premio Methexis e Premio Cervantes, curato da Alessandro Zoppo, fanno parte 20 corti che si muovono lungo tutto lo spettro espressivo del cinema contemporaneo, dalla finzione al documentario, dall’animazione alla sperimentazione. Generi, sguardi e identità che si confondono e si ibridano. Al centro di questi lavori, l’abitudine/ossessione del filmare e del filmabile, il nostro rapporto con le immagini, l’occhio selvaggio che tenta in tutti i modi di catturare la vita.
C’è poi l’ ampio lo spazio dedicato al cinema italiano con la vetrina Le Perle, focus sul nostro cinema indipendente e i suoi giovani autori. Apre la sezione il cinema apolide e fisico di Amir Naderi, al culmine della sua astrazione con Monte.
Infine tra gli Eventi Speciali. MedFilm incontra il Festival International du Cinéma Méditerranéen de Tétouan con l’anteprima italiana di Petits Bonheurs, nuovo film del regista marocchino Mohamed Chrif Tribak, vincitore del Premio del Pubblico a Tétouan.
Nella Giuria tutta italiana del Concorso Ufficiale Premio Amore e Psiche l’attrice Isabella Ragonese, il giornalista e scrittore Federico Pontiggia, la distributrice Claudia Bedogni, il critico cinematografico Angela Prudenzi e la scrittrice e giornalista Tiziana Lo Porto. Anche quest’anno la giuria sarà affiancata dalla giuria PiuCulture, testata giornalistica online focalizzata sulla vita quotidiana degli stranieri che vivono a Roma. Invece per il Concorso Internazionale Documentari Open Eyes: il critico cinematografico Roberto Silvestri, la regista e sceneggiatrice Irene Dionisio, la giornalista e scrittrice Francesca bellino, il direttore della fotografia Tarek Ben Abdallah e la giornalista e scrittrice Katia Ippaso. Infine ad assegnare i premi del Concorso Internazionale Cortometraggi Premio Methexis, una giuria di 9 studenti provenienti dalle Scuole Nazionali di Cinema europee e mediterranee e dai detenuti della Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso.
Il simbolo del festival di quest’anno è un murales, scovato  nel dedalo delle vie di Tunisi. Un disegno che nella semplicità e nella delicata ironia del tratto esprime tutta la sua potenza evocativa. Un disegno di Zoo Project, nome d’arte di Bilal Berreni, artista franco-algerino scomparso a Detroit nel 2013 a soli 23 anni.
Innumerevoli gli enti istituzionali e le Ambasciate che patrocinano e sostengono questa 22ma edizione insieme ad importanti testate giornalistiche nazionali tra le quali La Repubblica.
 

 

 

domenica 30 ottobre 2016

MEDFILM FESTIVAL IL CINEMA DEL MEDITERRANEO A ROMA XXII edizione

Roma, 4 - 12 novembre 2016 c/o Cinema Savoy, Biblioteche e Centri culturali delle periferie

Apre il festival l'anteprima italiana dell'ultimo film del regista egiziano Yousry Nasrallah, che sarà presente alla proiezione. Paesi Ospiti d'Onore 2016: Iran e Tunisia
Torna,dal 4 al 12 novembrea Roma, ilMedFilm Festival, il primo e più importante evento in Italia dedicato al cinema del Mediterraneo. Lo storico festival romano si conferma un osservatorio irrinunciabile sul presente e sul futuro della settima arte, un inno al dialogo per esplorare e scoprire la ricchezza culturale dei paesi delle due sponde. Il festival, diretto da Ginella Vocca, si terrà al Cinema Savoy (via Bergamo, 25), storica multisala della Capitale che ha già ospitato l’edizione 2015 del MedFilm, e nelle Biblioteche e i Centri culturali delle periferie.
Film d’apertura della 22ma edizione sarà Brooks, Meadows and Lovely Faces (Al Ma’ wal
Khodra wal Wajh El Hassan), di Yousry Nasrallah, presentato in anteprima italiana.Tre anni dopo la partecipazione in concorso con After the Battle, il regista egiziano tornerà a Roma per incontrare pubblico e critica. Protagonista attivo della primavera araba, Yousry Nasrallah propone con Brooks, Meadows and Lovely Facesuno scatenato melodramma che, dietro la patina scintillante, nasconde un punto di vista problematico e politico sul proprio Paese, minacciato dalla repressione di ogni dissenso.
Tante, come sempre, le proposte del MedFilm. Per riannodare i fili che uniscono popoli e

culture, piuttosto che i muri e le divisioni che li separano, il festival ospiterà due Vetrine speciali dedicate ai Paesi Ospiti d’onore: l’Iran e la Tunisia. E proprio alla Tunisia, arriva in anteprima italiana Hedi di Mohamed Ben Attia, film rivelazione della Berlinale 2016, dove il protagonista Majd Mastoura – che sarà ospite a Roma per presentare il film – ha vinto l’Orso d’Argento come miglior interprete maschile. Una love story ambientata nella città costiera di Mahdia, che - nelle parole del suo autore - “è un’analisi della gioventù tunisina dopo la rivoluzione, il crollo di Ben Ali e ciò che il mondo intero ha poi chiamato la Primavera araba”. Con la consueta e preziosa attenzione nei confronti di cinematografie che faticano a trovare la via della distribuzione nelle sale del nostro Paese, il MedFilm conferma le sue sezioni competitive: il Concorso Ufficiale “Premio Amore e Psiche”, il Concorso Internazionale Documentari “Premio Open Eyes”, il Concorso Internazionale Cortometraggi “Premio Methexis” e “Premio Cervantes”. Prosegue la collaborazione tra l’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo e il MedFilm Festival con la Va edizione dei Lux Film Days a Roma, importante evento all’insegna del grande cinema europeo contemporaneo. Ampio spazio sarà inoltre dedicato al cinema italianocon la vetrina Le Perle, focus sul nostro cinema indipendente e i suoi giovani autori.
Film d’apertura – Venerdì 4 novembre, Cinema Savoy, Roma
Brooks, Meadows and Lovely Facesdi Yousry Nasrallah – Egitto, 2016, 115'

Yehia e i suoi figli, Refaat e Galal, gestiscono una società di catering specializzata in ricevimenti. Sua nipote, Karima, è promessa a suo figlio maggiore, Refaat, ma in realtà lei ama un altro. Refaat a sua volta è innamorato di Shadia, una donna divorziata appena tornata dagli Emirati Arabi. Shadia è attratta da lui ma teme la differenza di età e di posizione sociale. Galal, il figlio minore di Yehia, è uno sciupafemmine dal passato turbolento che è stato sposato con la sorella di Karima, morta dando alla luce il figlio Amir. Durante una festa di matrimonio allestita da Yehia e i figli, Farid Abou Rayya e la ricca moglie, Om Roaya, tentano di forzare la volontà di Yehia affinché ceda loro l’azienda. Nel frattempo, durante le nozze Karima trova il modo di rivelare i propri sentimenti all’uomo che ama…

mercoledì 24 febbraio 2016

Speciale BERLINALE 2016 - Lo sguardo sul Mondo. I^ parte – Selezione Ufficiale.

(Foto per gentile concessione della Berlinale)
Calato il sipario sulla Berlinale ed è ora di tirare le somme.
Iniziamo dai numeri del 2016. Presentati 283 film, escluse le retrospettive, di cui due terzi (187) in prima mondiale. Le proiezioni si sono svolte in più di 60 sale dei 10 luoghi sparsi a Berlino. Siamo riusciti a vederne oltre cinquanta nei nove giorni di festival. Abbiamo privilegiato la Selezione Ufficiale, a cui è dedicata questa prima parte, ma anche scelto alcuni titoli delle sezioni collaterali Panorama e Forum nelle quali si trovano outsider per capire meglio lo spirito di questa 66esima edizione. Non abbiamo esattamente colto nel segno, ma siamo andati vicini. Infatti quattro degli oltre venti film visti sono stati scelti dalle Giurie dei Premi collaterali. Delle altre sezioni Generation e Perspektive Deutsches Kino ci siamo limitati a pochi titoli. Non abbiamo invece seguito la parte dedicata agli Short. In particolare dei 23 lungometraggi della Selezione ufficiale (compresi i film fuori concorso) ne abbiamo visti 20, mentre delle sei proiezioni Special Gala presso il Friedrichstadt-Palast la metà (3). Dei 50 lungometraggi delle sezioni collaterali Panorama (che ha presentato un film in collaborazione a Generation e incluso in quest’ultima) e Panorama Dokumente ne abbiamo visti 9 e 5 rispettivamente. Delle 14 proiezioni della Perspektive Deutsches Kino ne abbiamo visti due. Della selezione Forum (compresa la MasterClass dei Talents) su 44 ne abbiamo visti 7. Per Generation 14plus dei 13 film in concorso ne abbiamo visti 3, di Generation Kplus dei 13 film presentati solo uno. Inoltre abbiamo recuperato El Abrazo del Serpiente presentato tra gli eventi di NATIVe . Infine non potevamo mancare alla Master Class di Meryl Streep in ambito dei Talents che prevedevano ben 32 incontri con 100 giovani talenti tra cui sette italiani.
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Passiamo quindi alla classifica dei 23 lungometraggi presentati alla Berlinale 2016 provenienti da 21 paesi e le emozioni che ci hanno suscitato:



   
Fuocoammare di Gianfranco Rosi - doc Orso d’Oro 2016. Meritatissimo il premio al nostro documentarista autore di una pellicola fuori da ogni schema preordinato che va dritto al cuore dello spettatore. Un urlo per risvegliare le coscienze degli uomini che, come il giovane Samuele, hanno l’occhio “pigro”. L’empatia del Dott. Bartolo verso i migranti da soccorrere è commovente.


 


SMrt u Sarajevu di Danis Tanović - Orso d’Argento Gran Premio della Giuria. Non poteva essere altrimenti. Il tema è quello della memoria di quanto successo a Sarajevo il secolo scorso. Ma anche della fratellanza fra popoli che coabitano calpestata a causa delle diversità religiose nei secoli. La narrazione inusuale e audace intreccia abilmente la vita degli ospiti


e degli impiegati di un grande albergo con un ritmo crescente. Speriamo di vederlo nelle sale italiane.

    





Chang Jiang Tu (Crosscurrent) di Yang Chao - Orso d’Argento per il contributo artistico nella fotografia. Un viaggio su una chiatta tra i flutti del fiume cinese che sfocia a Shangaj imperniato sull’amore platonico. Debbo dire che oltre la fotografia è considerevole l’interpretazione della giovane amata alla quale poteva essere attribuito l’Orso d’Argento.
Al riguardo avrà influito nella scelta della Giuria la differenza del modello di pensare e di comportamento tra noi e gli orientali.


      





Soy Nero di Rafi Pitts. Storia di emigrazione poco conosciuta ambientata nel Continente americano fuori dal comune per scappare dalla povertà assoluta del Messico. Peccato che è stato escluso dai premiati perché lo script poteva aspirare ad un riconoscimento.


         


Quand on a 17 ans di André Téchiné. Anche questa storia è rimasta esclusa inspiegabilmente dai premi, anche da quelli delle Giurie Indipendenti. Il regista con delicatezza narra le pulsioni omosessuali adolescenziali. I due giovani protagonisti Thomas e Damian consegnano allo spettatore un punto di vista che spesso gli adulti faticano a comprendere.
  


Inhebbek Hedi di Mohamed Ben Attia - Orso d’Argento migliore attore e Premio migliore Opera Prima. Se l’interpretazione del giovane protagonista interpretato da un promettente Majd Mastoura (Bidoun 2 di JlaniSadi) ha convinto, al contrario dell’altalenante andamento della storia che ha convinto di meno con un finale che lasciamo giudicare al pubblico. Quindi il Premio Opera prima risulta controverso.
Genius di Michael Grandage - Opera Prima. Una storia vera e un cast eccezionale (Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman) meritavano un premio che però non c’è stato. Infatti la notevole l’interpretazione di Colin Firth nel ruolo dell’editore Perkins, scopritore di talenti ma anche amorevole marito e padre, non è stata ingiustamente ravvisata dalla Giuria. Anche la regia poteva aspirare al premio Opera Prima.
Alone in Berlin di Vincent Perez. Una storia particolare sulla resistenza attuata contro il nazismo dagli stessi tedeschi. In una Berlino ancora non ferita dalla guerra, non tutti erano fanatici del Fuhrer, soprattutto se avevano perso l’unico figlio al fronte. Il dissenso espresso in forma anonima ma pubblica dai coniugi Quanguel mette in ridicolo i poliziotti berlinesi. La performance di Brendan Glleeson e Emma Thompson è efficace. Peccato che non basta a convincere la Giuria.
Des nouvelles de la planète Mars di Dominik Moll - Fuori concorso. Una esilarante storia di uno sfigato padre, che per questo attrae il pubblico, vittima della sua ex, della sorella, dei due terribili figli adolescenti e di un collega fuori di testa (Vincent Macaigne). Al brillante attore Françoise Damiens calza alla perfezione la parte. La differenza tra le commedie del nostro cinema e quello d’oltre Alpe sta appunto nella loro leggerezza con la quale consegnano i personaggi. Aspettiamo che trovi un distributore italiano.
Saint Amour di Benoît Delépine e Gustave Kervern- Fuori concorso. Una coppia affiatatissima e datata (Gérard Depardieu & Benoit Poelvoorde) insieme a due giovani speranze del cinema francese (Vincet Lacoste & Celine Sallette) fanno la differenza. Infatti, dietro lo spirito leggero della commedia si celano i temi universali sull’amore.
Kollektivet di Thomas Vinterberg - Orso d’Argento migliore attrice. Storia autobiografica, ma confusa su una Comune degli anni ’70 e le conseguenze sui suoi componenti. Era il periodo degli Hippyes e dell’amore libero, difficilmente attuabile però dalla classe medio borghese e radical chic. Il premio all’attrice non si discute, anche se come detto per il film cinese Crosscurrent l’interprete femminile aveva anche lei le carte in regola, insieme all’attrice del film polacco United States of Love in appresso menzionata.
Hail, Caesar! di Joel and Ethan Coen - Fuori concorso - Film d’apertura. Narrazione scanzonata e dorata degli Studios anni ’50 e non poteva essere altrimenti. I Fratelli Coen possono a ragione permettersi anche queste disgressioni controcorrente.
Zjednoczone Stany Miłosci (United States of Love) di Tomasz Wasilewski - Orso d’Argento per la migliore sceneggiatura. Qualcosa non torna perché di tutte le caratteristiche della pellicola, proprio lo script era quella meno pregiata. Infatti l’autore si avventura in un pericoloso intreccio di storie parallele al femminile, ma l’operazione non riesce. Ma si sa l’operato di una Giuria è inappellabile! Piuttosto avremmo premiato l’attrice che impersona l’anziana insegnante.
Cartas da guerra di Ivo M. Ferreira. Il tema affrontato del colonialismo del Portogallo nei territori del Centro d’Africa è notevole. Anche la scelta del B&N convince. Peccato che il film utilizzi per due ore ininterrotte una voce narrante. L’errore fatale era evitabile ed avrebbe dato un respiro diverso al film.
CHi-Raq di Spike Lee - Fuori concorso. Una trasposizione moderna dalla Mitologia Greca di Lisystrata in chiave di Musical in versione urlata. Viene fuori un immagine di una regia arrabbiata con il mondo che la circonda. Per inciso il film è stato fischiato dal pubblico!
Zero Days di Alex Gibney – doc. Sembrerebbe a prima vista una minuziosa indagine su Internet, sugli atti terroristici cibernetici e sulla loro origine prima: l’Iran e la corsa al nucleare. In realtà ci sembra di parte e si dimentica che più un sistema è complesso più è progettato in maniera ridondante appunto per raggiungere un buon grado di sicurezza. Il tecnicismo usato si ritorce contro allo stesso regista. Ci voleva un po’ di anima nel racconto.
Ejhdeha Vared Mishavad! (A Dragon Arrives!) di Mani Haghighi. La pellicola è il risultato della mancanza di libertà, e si appiglia ad una favola arcaica della Mesopotamia. Al contrario la fotografia è notevole con punti di vista della cinepresa che attirano lo spettatore.
Midnight Special di Jeff Nichols. Il film contiene qualche spunto di novità e poteva essere un’idea fresca. Ma dopo le prime battute si perde nei rivoli delle ovvietà degli Studios. Chi soffre è l’attore protagonista Mike Shannon nei panni di un padre che non si vuole arrendere fino all’ultimo al destino del figlio proveniente da altri mondi.
Mahana di Lee Tamahori - Fuori concorso. Più che un film si può accostare alla visione consecutiva degli episodi di una serie TV come per noi europei è stata Dallas negli anni ’80. Il tema per noi europei è inusuale perché parla dei nativi australiani conformatisi agli anglosassoni che hanno “civilizzato” il Nuovo Mondo con un finale stereotipo.
Boris sans Béatrice di Denis Côté. In una parola il film è la storia psicotica di una coppia. E la Giuria a buon ragione lo ha scartato.
Purtroppo ci siamo persi due dei film vincitori e il film 24 Wochen di Anne Zohra Berrached premiato dalla Giuria Indipendente con il Gilda German Arte House Cinemas. I due film premiati hanno ricevuto anche i consensi della critica:




Hele Sa Hiwagang Hapis (A Lullaby to the Sorrowful Mystery) di Lav Diaz - Orso d’Argento Alfred Bauer al film che apre nuove prospettive.


L’avenir di Mia Hansen-Løve Orso d’Argento miglior regia.
Il primo film è una maratona cinefila di oltre otto ore e Manifesto politico del maestro Lav Diaz. Il secondo film con una rinata Isabelle Huppert consacra definitivamente la giovane regista.
Per quanto riguarda i Berlinale Special Gala presso il Friedrichstadt-Palast le tre pellicole di diverso genere fra loro che abbiamo visto sono notevoli:
Creepy di Kiyoshi Kurosawa – Opera Prima. Un thriller avvincente che poteva portare a casa il Premio Opera prima.
Miles Ahead di Don Cheadle – Opera prima. Una biografia del Jazzista Miles tramite uno script affascinante. Ci domandiamo però il perché il più delle volte i grandi artisti sono stati anche grandi consumatori di droghe?
Where To Invade Next di Michael Moore – doc. Ritmo fluente ma con punti di vista discutibili. Il regista vuole suggerire al Presidente degli Stati Uniti di prendere spunto dalle caratteristiche di alcune Nazioni per il Governo dell’America. Ne risulta però anche un dileggio dei paesi visitati. Almeno per quanto riguarda l’Italia vengono evidenziati presunti lati positivi del nostro welfare. La realtà è ben diversa. Il regista è un dispensatore di ritmo ben dosato, ma sarà tutto vero quello che ci racconta, o piuttosto si tratta di una operazione commerciale?
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Dei Berlinale Shorts 2016 vi riferiamo i risultati della Giuria composta da Sheikha Hoor Al-Qasimi, curatore e direttore della Biennale di Sharjah negli Emirati Arabi Uniti, dalla scrittrice greca Katerina Gregos e dal regista israeliano, Avi Mograbi.
La Giuria ha assegnato l’Orso d’Oro e d’Argento rispettivamente a Balada de um Batráquio (Batrachian's Ballad) di Leonor Teles, Portogallo, 11’ (WP) e a A Man Returned di Mahdi Fleifel, UK / NL / DK, 30’. A quest’ultimo è andata anche la nomina agli EFA 2016. Invece il Premio Audi di 20.000€ è andato a Jin zhi xia mao (Anchorage Prohibited), Chiang Wei Liang, Taiwan, 16’.
Nella prossima edizione vi parleremo delle altre selezioni Panorama, Forum, Generation e Perspektive Deutsches Kino. Non mancate!