Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



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venerdì 24 febbraio 2017

SPECIALE #OSCAR 2017#1 - I Pronostici


Dopo i Golden Globe, domenica 26 febbraio verranno assegnati gli Oscar nella notte delle Star, che vede tra i candidati FUOCOAMMARE di Gianfranco Rosi



Ai primi di gennaio sono stati assegnati i Golden Globe dove la parte del leone
l’ha fatta La La Land con cinque premi con il Miglior Attore protagonista Ryan Gosling ex equo a Casey Affleck in Manchester by the Sea, Miglior Regia, Migliore Colonna Sonora, Migliore Canzone originale: “City Of Stars” e Miglior Sceneggiatura originale. Mentre il Miglior Film è stato Moonlight, il Miglior Film d'animazione: Zootopia e il Miglior Film Straniero: Elle interpretato da Isabelle Huppert che ha ricevuto il premio da Leonardo Di Caprio.

Si sanno già i candidati finalisti agli Oscar, tra i quali Gianfranco Rosi con Fuocoammare che se la deve veder con I Am Not Your Negro, Life – Animated, O. J.: Made in America e 13th. Tra questi il più accreditato Life, Animated che racconta la vita di Owen Suskind al quale all’età di tre anni venne diagnosticato l’autismo e la terapia che gli permise di superare la malattia. Ma anche i due doc americani - risposta della parte democratica americana all’elezione di Trump - daranno filo da torcere a Rosi. Noi tifiamo per Rosi, non solo perché italiano ma anche perché l’epocale migrazione attraverso il Mediterraneo di popoli in fuga dalla violenza è una questione che riguarda il Mondo intero. Diciamo pure che il grande escluso è Martin Scorsese con
SILENCE (recensione) .

Gli altri candidati per le varie categorie sono:
Miglior Film: Arrival, Fences, Hacksaw Ridge, Hell or High Water, Hidden Figures, La La Land, Lion, Manchester by the Sea, Moonlight.
Miglior Attore protagonista: Casey Affleck in Manchester by the Sea, Andrew Garfield in Hacksaw Ridge, Ryan Gosling in La La Land, Viggo Mortensen in Captain Fantastic, Denzel Washington in Fences.
Miglior Attore non protagonista: Mahershala Ali in Moonlight, Jeff Bridges in Hell or High Water, Lucas Hedges in Manchester by the Sea, Dev Patel in Lion, Michael Shannon in Nocturnal Animals.
Miglior Attrice protagonista: Isabelle Huppert in Elle, Ruth Negga in Loving, Natalie Portman in Jackie, Emma Stone in La La Land, Meryl Streep in Florence Foster Jenkins.
Miglior Attrice non protagonista: Viola Davis in Fences, Naomie Harris in Moonlight, Nicole Kidman in Lion, Octavia Spencer in Hidden Figures, Michelle Williams in Manchester by the Sea.
Miglior Film d'animazione: Kubo and the Two Strings, Moana, My Life as a Zucchini, The Red Turtle, Zootopia
Miglior Cinematografia: Arrival, La La Land, Lion, Moonlight, Silence.
Miglior Costumi: Allied, Fantastic Beasts and Where to Find Them, Florence Foster Jenkins, Jackie, La La Land.
Miglior Regia: Arrival, Hacksaw Ridge, La La Land, Manchester by the Sea, Moonlight.
Miglior Documentario: Fuocoammare, I Am Not Your Negro, Life – Animated, O. J.: Made in America, 13th.
Miglior Documentario (corto): Extremis, 4.1 Miles, Joe’s Violin, Watani: My Homeland, The White Helmets.
Miglior Montaggio: Arrival, Hacksaw Ridge, Hell or High Water, La La Land, Moonlight.
Miglior Film Straniero: Land of Mine, A Man Called Ove, The Salesman, Tanna, Toni Erdmann.
Miglior Trucco e Acconciature: A Man Called Ove, Star Trek Beyond, Suicide Squad.
Migliore Colonna Sonora: Jackie, La La Land, Lion, Moonlight, Passengers.
Migliore Canzone originale: “Audition (The Fools Who Dream)” La La Land, “Can’t Stop The Feeling” Trolls, “City Of Stars” La La Land, “The Empty Chair” Jim: The James Foley Story, “How Far I’ll Go” Moana.
Miglior Produzione: Arrival, Fantastic Beasts and Where to Find Them, Hail, Caesar!, La La Land, Passengers
Miglior Corto d’animazione: Blind Vaysha, Borrowed Time, Pear Cider and Cigarettes, Pearl, Piper.
Miglior Cortometraggio: Ennemis Intérieurs, La Femme et le TGV, Silent Nights, Sing, Timecode.
Miglior Montaggio del Sonoro: Arrival, Deepwater Horizon, Hacksaw Ridge, La La Land, Sully.
Miglior Missaggio Audio: Arrival, Hacksaw Ridge, La La Land, Rogue One: A Star Wars Story, 13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi.
Miglior Effetti Speciali: Deepwater Horizon, Doctor Strange, The Jungle Book, Kubo and the Two Strings, Rogue One: A Star Wars Story.
Miglior Sceneggiatura adattata: Arrival, Fences, Hidden Figures, Lion, Moonlight.
Miglior Sceneggiatura originale: Hell or High Water, La La Land, The Lobster, Manchester by the Sea, 20th Century Women.

Con queste premesse La La Land è il film favorito con 14 candidature, seguito da Arrival con 8 candidature e Lion e Manchester by the Sea con 6.

Secondo noi i film che meritano la statuette, con alcuni ex-equo, sono:
Miglior Film: Moonlight (recensione)


Miglior Attore protagonista: Casey Affleck in Manchester by the Sea ex-equo con Andrew Garfield in Hacksaw Ridge

Miglior Attore non protagonista: Mahershala Ali in Moonlight ex-equo con Michael Shannon in Nocturnal Animals.
Miglior Attrice protagonista: Isabelle Huppert in Elle ex-equo con Meryl
Streep in Florence Foster Jenkins

Miglior Attrice non protagonista: Viola Davis in Fences

Miglior Film d'animazione: The Red Turtle

Miglior Cinematografia: Lion

Miglior Costumi: Jackie

Miglior Regia: Arrival (recensione) ex-equo con Hacksaw Ridge

Miglior Documentario: Fuocoammare ex-equo con I Am Not Your Negro (recensione)

Miglior Montaggio: Hacksaw Ridge

Miglior Film Straniero: Land of Mine ex-equo con Tanna

Migliore Colonna Sonora: La La Land (recensione)

Migliore Canzone originale: City Of Stars in La La Land
Miglior Produzione: Hail, Caesar!

Miglior Montaggio del Sonoro: La La Land.
Miglior Missaggio Audio: Hacksaw Ridge
Miglior Sceneggiatura adattata: Moonlight.
Miglior Sceneggiatura originale: The Lobster

Il fatto che ci siano vari ex-equo la dice lunga sulla attuale produzione americana che è di alta qualità. Non resta che prepararsi alla notte più lunga dell’anno di domenica 26 gennaio e seguire la trasmissione in streaming da una dorata LA con un Red Carpet eccezionale, facendo il tifo per Fuocoammare di Gianfranco Rosi.

venerdì 21 ottobre 2016

Speciale 11ma Festa del Cinema di Roma – mercoledì 19 e giovedì 20 ottobre (DAY 7&8)

Imperdibile l’incontro con Meryl Streep ma anche il nuovo cinema argentino e tedesco 

dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del Cinema di Roma.

L’imperdibile incontro con Meryl Streep è stato una stand ovation durata un ora.Quattro i film nella selezione ufficiale TUTTI NE PARLANO: il primo di questi è un political correct David Mackenzie conHELL OR HIGH WATER. La rivincita nei confronti del potere dei banchieri da parte di una coppia di fratelli così diversi fra loro. Gli ingredienti di un buon moderno western ci sono tutti. Gli oppressi, il cattivo che si redime con il suo sacrificio, il caparbio sceriffo prossimo alla pensione. Il Bene che vince sul male anche se commette qualche peccatuccio. Il secondo film è GENIUS di Michael Grandage con un cast stellare: Colin Firth, Jude Law e Nicole Kidman . Un omaggio all’arte dello scrivere nel racconto di un talent scout nella New York degli anni ’20. Max Perkins, editore per la Scribner’s Sons e scopritore di scrittori come Hemingway e Scott Fitzgerald che riceve un manoscritto di mille pagine da uno sconosciuto scrittore di nome Thomas Wolfe. Purtroppo la performance dei tre attori non è al massimo, peccato.
Per la Selezione Ufficiale quello annunciato come uno scoop invece non ha entusiasmato sia la critica che il pubblico. MARIA PER ROMA di e con Karen Di Porto tra | Le voci del domani |. Un’altra storia ambientata nella Capitale alla deriva. Il fallimento dei suoi sogni la costringerà a abbandonare la passione. Un finale amaro che rappresenta la realtà dei giovani d’oggi. Gli altri film presentati provengono in maggioranza dall’Europa. Il primo del belga Stephan Streker NOCES     / A WEDDING affronta ancora una volta le
diversità fra il mondo occidentale e mussulmano nel contesto europeo. Le tradizioni sono una crosta culturale che nemmeno il rapporto parentale fraterno riesce a scalfire. Peccato che la giovane interprete vittima di questo dramma culturale non sia all’altezza. Dalla Francia invece una storia ambientata in Messico sulla ricucitura dei rapporti tra un anziano padre e la giovane figlia.
LA CAJA VACÍA / THE EMPTY BOX
di e
con Claudia Sainte-Luce. In un ambiente povero e rarefatto si svolge il miracolo del perdonarsi. Dopo lo strepitoso incontro l’altrettanto spumeggiante film  di Stephen Frears FLORENCE FOSTER JENKINS con Meryl Streep, Hugh Grant, ed un divertente Simon Helberg pianista squattrinato che godrà i favori della mecenate con la passione per il canto
purtroppo senza talento. Due grandi attori che si  divertono nei ruoli loro imposti. L’ultimo dei film europei è l’unico che si salva e rappresenta il nuovo cinema tedesco. 
Gordian Maugg con il suo FRITZ LANG volge sapientemente 
il suo sguardo al cineasta austriaco utilizzando filmati dell’epoca insieme ascene in bianco e nero con Heino Ferch nella sobria versione del regista genio, egocentrico maniaco del sesso e sadico. Le tematiche temporali trattate in alternanza non lasciano spazio all’occhio avido dello spettatore. Un Fritz Lang che indaga il “Demone” che è in ognuno di noi e in lui stesso. Il film mozzafiato da delitto perfetto è AL FINAL DEL TÚNEL

dell’argentino Rodrigo Grande. Il regista non lascia spazio a dubbi dello spettatore in un gran finale inaspettato. Lascia perplessa la volontà ferrea del protagonista Joaquín, un uomo sulla sedia a rotelle che gli permette l’impossibile. Ma questo è anche il 
fascino del cinema. Invece da  Hong Kong un deludente Tung-Shing 'Derek' Yee con SAN SHAO YE DE JIAN / SWORD MASTER in 3D. Un soggetto di cappa e spada e rocamboleschi combattimenti con una storia fantasiosa asservita alle acrobazie dei funamboli.

martedì 11 ottobre 2016

Speciale 11ma Festa del Cinema di Roma – martedì 11 ottobre (DAY -2)

Da oggi la preapertura con PIF ed INFERNO, giovedì Antonio Monda alla prova del suo secondo anno di direzione artistica

dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del Cinema di Roma
 
Iniziamo da un breve omaggio al Maestro A. Wajda del quale sarà presentato il suo ultimo film AfterImage e che come sappiamo è scomparso l'altro ieri: Ciao Maestro ci rivedremo lassù! Avremmo voluto incontrarti a Roma . . .

Ma adesso I NUMERI DELL’UNDICESIMA EDIZIONE: 44 film di cui 11 documentari nella Selezione Ufficiale, compresi  4 “Tutti ne parlano” e 3 in collaborazione con Alice nella città, ma anche 4 Eventi Speciali e 13 incontri oltre a 3 retrospettive e 10 omaggi. Sono 26 i Paesi partecipanti nella Selezione Ufficiale: Argentina, Austria, Australia, Belgio, Canada, Colombia, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Iran, Irlanda, Israele, Italia, Lussemburgo, Messico, Mongolia, Pakistan, Palestina, Perù, Polonia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Svizzera.
INCONTRI RAVVICINATI spazio dedicato agli incontri con registi, attori e grandi personalità del mondo della cultura tra i quali Tom Hanks, vincitore di
due Oscar® per Philadelphia e Forrest Gump, protagonista di tre decenni di grande cinema e di film di straordinario successo come Salvate il soldato Ryan, Cast Away, Apollo 13, Il codice da Vinci fino a Il ponte delle spie, il quale riceverà il Premio alla Carriera.
In occasione della cerimonia di premiazione ci sarà un incontro con Antonio Monda, nel corso del quale saranno mostrate sequenze dei suoi film e la clip di una pellicola particolarmente amata da Hanks. Il giorno successivo avrà inizio una retrospettiva di quindici film, nella quale saranno mostrati anche i suoi lavori da regista. “Considero Tom Hanks uno dei più grandi attori di tutti i tempi – dichiara Monda –  per la versatilità con cui sa spaziare dal dramma alla commedia, e per la finezza psicologica con cui riesce a immortalare personaggi che rimarranno per sempre nel nostro immaginario. Il suo straordinario talento e la profonda umanità ne fanno un attore classico e sempre moderno: i suoi film e le sue interpretazioni non invecchieranno mai”. Ma anche il ritorno di Meryl Streep, premiata tre volte dall’Academy per Kramer contro Kramer, La scelta di Sophie e The Iron Lady, interprete di eccezionale talento per registi come Fred Zinnemann, Woody Allen, Sydney Pollack, Robert Zemeckis e Clint Eastwood, fra gli altri, parlerà agli spettatori delle grandi attrici italiane che l’hanno influenzata, Silvana Mangano su tutte.
La Festa ospita non solo divi della settima arte, ma anche rappresentanti del mondo della scrittura come David Mamet, premio Pulitzer per la pièce “Glengarry Glen Ross”, autore de La casa dei giochi e Il colpo, sceneggiatore di decine di film fra cui Gli intoccabili di Brian De Palma e Hannibal di Ridley Scott. Mamet sarà al centro di un incontro con il pubblico nel suo duplice ruolo di regista e scrittore per il cinema. Sempre dal mondo della scrittura Don DeLillo, figura centrale della narrativa postmoderna americana, acuto osservatore delle trasformazioni che attraversano la società statunitense, racconterà del rapporto fra cinema e letteratura, e della sua passione per Michelangelo Antonioni. La Festa non disdegna anche un artista come Daniel Libeskind, protagonista dell'architettura decostruttivista, che ha firmato il Jüdisches Museum di Berlino ed è l’autore del progetto per la ricostruzione del World Trade Center di New York. Libeskind discuterà del rapporto tra la settima arte e l’architettura e del suo amore per il cinema di Paolo Sorrentino.
RETROSPETTIVE
Oltre alla già citata rassegna sul miglior cinema di Tom Hanks, ci saranno altre due retrospettive, anch’esse a cura di Mario Sesti: la prima dedicata a Valerio Zurlini e la seconda che, a ridosso delle elezioni presidenziali, avrà per tema la politica americana con quindici film, da John Ford e Frank Capra a Steven Spielberg.
OMAGGI
Un omaggio speciale sarà dedicato a Luigi Comencini, del quale ricorre il centesimo anniversario della nascita. Pe r questo è prevista una mostra di cinquanta fotografie scattate dal regista, un ricordo per bocca delle figlie la proiezione dopo il restauro di uno dei suoi capolavori, Le avventure di Pinocchio. Saranno inoltre presentati il restauro di Queimada, come omaggio a Gillo Pontecorvo nel decimo anniversario della sua morte, e L’Armata Brancaleone, di cui ricorre il cinquantenario dell’uscita.
CONVEGNI
L’undicesima edizione della Festa ospiterà tra gli altri un convegno internazionale sul ruolo della critica: fra i protagonisti, il critico del “New York Times”, A. O. Scott.
LA FESTA INVADE LA CITTÀ
L’Auditorium Parco della Musica è il fulcro della Festa del Cinema dal 2006 con il red carpet e le sale di proiezione. Come ogni anno, la Festa coinvolgerà numerosi altri luoghi della Capitale: si partirà dal Villaggio del Cinema – nel quale sarà allestita una tensostruttura di circa ottocento posti – e si arriverà alle sale in città, dal centro alla periferia. La Festa avrà inoltre luogo presso le strutture culturali più importanti della Capitale e disporrà di uno speciale red carpet in via Condotti, in collaborazione con l’omonima associazione. 
Insieme alla Selezione Ufficiale, le Retrospettive, gli Omaggi e gli Incontri Ravvicinati, ci sarà anche una fascia denominata Tutti ne parlano, nella quale saranno proiettati alcuni tra i migliori film presentati in altri Festival che non sono stati ancora distribuiti in Italia. Anche quest’anno le due parole chiave alle quali la Direzione artistica si è ispirata sono state qualità e varietà. E’ questo un banco di prova per Antonio Monda sebbene la presenza degli Studios sia
massiccia. Dispiace però che non sia stata prevista una giuria popolare di cinefili e la reintroduzione del premio Marco Aurelio.
In questa nuova edizione è possibile tracciare alcune linee guide relative a temi di grandissima attualità, come ad esempio la politica americana, a cui è dedicata un’ampia retrospettiva, e la precarietà del posto di lavoro, argomento che domina i tre film italiani proposti nella selezione ufficiale sui 44
complessivi.
Una particolare attenzione è stata riservata al cinema messicano che insieme a quello rumeno è  tra i più vitali dell’intero pianeta secondo il parere di Monda e mostrando generi e linguaggi differenti. Ci saranno poi collegamenti e dialoghi nella programmazione: al film Fritz Lang, presentato in Selezione Ufficiale, è stato affiancato M, il capolavoro del regista, e al recente e
potentissimo Birth of a Nation, di Nate Parker, parimenti è stato affiancato, nella retrospettiva sulla politica americana, il film omonimo di Griffith del 1915: Parker ha usato volutamente lo stesso titolo, proprio per segnare una strada diversa da quella pellicola, fondamentale sul piano del linguaggio quanto ripugnante su quello dei contenuti.
Non esiste quindi una gradazione di importanza tra la Selezione Ufficiale, le Retrospettive, gli Incontri Ravvicinati, gli Omaggi e gli altri eventi della Festa. E non dimentico mai che la magia del cinema nasce dal condividere un’emozione all’interno di uno spazio costruito su due poli complementari e antitetici: da un lato il grande schermo luminoso, dall’altro il buio della sala, che avvolge tutti in una dimensione di sogno. Quello che avviene sullo schermo non è nient’altro che un’illusione, che tuttavia può scatenare un’energia rivoluzionaria su chi ne fruisce.
Come già avvenuto lo scorso anno con Antonio Pietrangeli, la retrospettiva dedicata a Valerio Zurlini ripercorre l’opera di un magnifico regista italiano, sottovalutato in vita e quasi dimenticato dopo la sua scomparsa. Il cinema di Zurlini contiene non solo una personalità e uno stile inconfondibile ma è anche il manifesto di una preziosa idea di cinema.
Passiamo quindi ad Alice nella città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle giovani generazioni, con alcune anticipazioni sull’edizione 2016. Giunta alla sua quattordicesima edizione, con Il titolo del film d’apertura nel concorso Young/Adult: “3 Generations – essere se stessi per essere felici” di Gaby Dellal con Naomi Watts, Elle Fanning, Susan Sarandon.
Nella sezione Young│Adult saranno 12 i film a partecipare al concorso, votati da un giuria composta da 27 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni, selezionati su tutto il territorio nazionale. Grazie all’Intergruppo parlamentare della camera dei Deputati, il festival si arricchisce anche di una giuria di ragazzi di seconda generazione.
Tre i film provenienti dagli Stati Uniti oltre a  3 Generations -  una famiglia quasi perfetta di Gaby Dellal. La Nuova Zelanda è rappresentata dal regista di culto Taika Waititi con il suo ultimo lavoro Hunt for the Wilderpeople
Dal Regno Unito arriva London Town di Derrick Borte, film ispirato dalle musiche dei Clash che conta regista cipriota Petros Charalombous presenta il suo esordio alla regia Boy on the Bridge e, Fatih Akin porta sul grande schermo Goodbye Berlin fortunato romanzo per ragazzi. Dalla Finlandia arriva Little Wing esordio alla regia di Selma Vilhunen già candidata premio Oscar. il Belgio non smette di stupirci presentando due film che tolgono la pelle al reale:  My First Highway, opera prima del promettente Kevin Meul, mentre la regista Mijke de Jong  (Blue bird, Stop Acting Now) presenta Layla M., storia di un adolescente olandese-marocchina che si unisce a una cella islamista in Medio Oriente.
Sono 10 i film che comporranno il programma che Alice nella città dedica al Panorama di tutte quelle opere che seppur raccontando il mondo delle nuove generazioni, offrono un pretesto per dire agli adulti cose da e sui giovani. Sarà lo spazio in cui presentare temi a contrasto mostrando la forza devastante, talvolta surreale, di una realtà che non è mai semplice spettacolo.
In tutto questo ci dispiace rilevare l’assenza di titoli italiani. A parere del Direttore artistico anche a causa di alcuni “scippi” di film presentati a Venezia. Rimedia il MIA che presenta alcuni titoli interessanti italiani. Infine torna il Premio Camera d’Oro Taodue per la miglior opera prima o seconda in programma.
Da segnalare l’Omaggio al grande regista recentemente scomparso Abbas Kiarostami e alla sua visione dell’infanzia da sempre protagonista nella sua filmografia 
Ma già oggi in questa terza serata di preapertura sarà possibile assistere al grande cinema americano con la proiezione al Mazda Cinema Hall di INFERNO di Ron Howard, Stati Uniti, Giappone, Turchia, Ungheria, 2016, 122’ con Tom Hanks.
Il premio Oscar® Ron Howard torna a dirigere l’ultimo bestseller della serie di Dan Brown (Da Vinci Code) che ha per protagonista Robert Langdon, “Inferno”, in cui il famoso simbolista (interpretato ancora da Tom Hanks) questa volta è sulle tracce di una serie di indizi legati al grande poeta Dante.
Domani 12 ottobre invece all’Auditorium Parco della Musica in Sala Petrassi l’ultima giornata di preapertura con la proiezione di  
IN GUERRA PER AMORE di e con Piefrancesco Diliberto (Pif), Italia, 2016, 99’ e l’attrice siciliana Miriam Leone.
Una scanzonata ma non troppo immagine dell’Italia ambientata nel 1943: nel pieno della seconda guerra mondiale durante lo sbarco degli Alleati in Sicilia, l’evento che cambierà per sempre la storia della Sicilia, dell’Italia e della Mafia.
Da giovedì la kermesse entra nel vivo con MOONLIGHTS e vedremo quale sarà la reazione del pubblico protagonista assoluto della Festa.

mercoledì 16 marzo 2016

Speciale BERLINALE 2016 - Lo sguardo sul Mondo. II^ parte – Talents e Sezioni collaterali: Panorama – Forum – Generation – PKD

Un momento degli European Film Market
  (Foto per gentile concessione della Berlinale).
Come biglietto di presentazione di questa seconda parte pubblichiamo un momento degli EFM parte integrante del Festival. Nella seconda parte approfondiamo gli eventi dei Talents e degli incontri con i 100 giovani selezionati tra cui sette italiani. Vogliamo ancora una volta ricordare i nostri magnifici sette che speriamo di rivedere alla ribalta. Per il comparto della produzione tre i nomi: Antonietta Bruni, Jon Coplon e Roberto De Paolis Marino. Per le nuove promesse nel campo della regia sono tre i giovani: Francesco Mattuzzi, Enrico Maria Artale e Giovanni Aloi. Infine anche un attore Koudous Jeihon. Illustri personaggi del mondo cinematografico internazionale hanno partecipano come tutor o con Master Class ad oltre 30 eventi.
Per quanto riguarda le sezioni collaterali Panorama, Forum, PDK e quelle autonome Generation plus e Kplus, avendo privilegiato la Selezione Ufficiale a cui è stata dedicata la prima parte del resoconto Speciale Berlinale I^ parte, abbiamo scelto alcuni titoli outsider per capire meglio lo spirito di questa 66esima edizione. Non abbiamo esattamente colto nel segno, ma siamo andati vicini. Infatti quattro dei venticinque film visti sono stati scelti dalle Giurie dei Premi collaterali. Delle sezioni Generation e Perspektive Deutsches Kino ci siamo limitati a pochi titoli. Non abbiamo invece seguito la parte dedicata agli Short. In particolare dei 50 lungometraggi delle sezioni collaterali Panorama (che ha presentato un film in collaborazione a Generation e incluso in quest’ultima) e Panorama Dokumente ne abbiamo visti 10 e 5 rispettivamente (comprese le due MasterClass dei Talents). Della selezione Forum su 44 film ne abbiamo visti 8 (compresa la MasterClass dei Talents). Delle 12 proiezioni della Perspektive Deutsches Kino ne abbiamo visti due. Per Generation 14plus dei 15 film in concorso ne abbiamo visti due. Abbiamo recuperato El Abrazo del Serpiente presentato tra gli eventi di NATIVe, già passato a Cannes 2015.
Infine non potevamo mancare alla Master Class di Meryl Streep in ambito dei Talents incentrata sui rapporti interpersonali con le varie figure con le quali ha lavorato durante la sua lunga carriera l’attrice e presidente della Giuria Internazionale. E’ stato uno strepitoso successo con un pubblico pronto ad applaudire la grande artista che ha la non comune qualità dell’umiltà e dell’autoironia. Ma anche le tre proiezioni dei rispettivi giovani in concorso e le Q&A susseguitesi hanno avuto una buona e meritata audience di pubblico:
Maquinaria Panamericana (Panamerican Machinery) di Joaquín del Paso, Messico / PL.
Uncle Howard di Aaron Brookner UK / USA;
Wu Tu (My Land) di Fan Jian – Cina;
Passiamo quindi ai lungometraggi che hanno vinto e alla nostra classifica delle 25 pellicole viste tra i 107 lungometraggi di cui 88 di genere e 19 doc presentati nelle sezioni Panorama, Forum, PDK e Sezioni autonome Generation della Berlinale 2016 e le emozioni che sono riusciti a suscitarci.
Panorama
Premi:
Premio della Giuria FIPRESCI a Aloys di Tobias Nölle;
Premio CICAE ART CINEMA a Grüße aus Fukushima di Doris Dörrie;
Premio del Pubblico a Junction 48 di Udi Aloni;
Premio dei lettori della Rivista MÄNNER a Mãe só há uma (Don’t Call me Son) di Anna Muylaert;
Premio della Giuria Ecumenicale e Premio LABEL EUROPA CINEMAS a Les Premiers, les Derniers di Bouli Lanners.
Classifica:
Les Premiers, les Derniers di Bouli Lanners. La paura dell’altro, il senso del
divino in una pellicola dal sapore western. I due giovani da chi scappano? Si parla di fine del mondo in un viaggio apocalittico sulle macerie consegnateci dagli esseri umani. Notevole le interpretazioni sia di Michael Lonsdale che di Davide Murgia nei panni di uno dei due giovani in fuga. Un film che ci
piacerebbe vedere nelle sale italiane e che a buon ragione ha convinto la Giuria Ecumenicale.
La Route d'Istanbul di Rachid Bouchareb. Una storia attuale nel rapporto genitori figli. L’ultima frontiera del disagio adolescenziale è la sharia condivisa fino al punto di unirsi agli jadisti. Ma una madre determinata può fare la differenza per salvare la figlia dal buco nero. Istanbul è diventato sinistramente non solo il crocevia di chi scappa dalle guerre verso la Vecchia Europa, ma anche di quelle schegge impazzite di giovani europei che vogliono unirsi per combattere sotto la bandiera dell’Isis. Dispiace che dovendo competere con altre pellicole ben strutturate non abbia raggiunto il gradimento della critica e degli spettatori.
Mãe só há uma (Don’t Call me Son) di Anna Muylaert. Si può arrivare fino ai
18 anni e scoprire che la propria madre non è quella biologica? Che siamo stati sottratti con l’inganno alla famiglia naturale e nostra sorella è stata anche lei rapita? Il dramma di un adolescente che la Legge sottrae alla Famiglia e lo restituisce alla famiglia biologica presa dai propri egoismi e che non reisce ad accettarlo per quello che è. Un dramma esilarante che lascia senza fiato e infatti il pubblico lo ha premiato. E’ stato bello ascoltare come musica dei titoli di coda Lucio Battisti in versione brasiliera interpretare Il mio canto libero.
Nunca vas a estar solo (You'll Never Be Alone) di Alex Anwandter. Una denuncia alle violenze a cui vanno incontro a Santiago i giovani gay. Purtroppo non è una finzione, ma la realtà.
El rey del once di Daniel Burman. Il protagonista si trova ad affrontare un ritorno al quartiere dove ha vissuto da adolescente e dove le tradizioni ebraiche sono ancora sentite e che lo hanno diviso allora dal padre macellaio kosher. Un modo bizzarro e stravagante di far conoscere ai gentili la Torah con la quale lo stesso protagonista non ha molta dimistichezza.
Já, Olga Hepnarová di Tomáš Weinreb, Petr Kazda. Una improbabile storia nel periodo comunista in cecoslovacchia di una giovane ragazza con disturbi psichici. Vittima del regime e della pena di morte. Condivisibile la scelta del bianco e nero in questa pellicola simbolo del nuovo cinema ceco.
Maggie's Plan di Rebecca Miller. Una giovane sfigata e maldestra è al centro di questa storia che dice la sua a proposito di fecondazione eterologa. Julienne Moore è sprecata in questa commedia che è costruita per accontentare tutti.
War on Everyone di John Michael McDonagh. Due detective, che sono la rincarnazione di Starsky & Hatch del terzo millennio. Però anche questo tipo di storia attrae pubblico con il ritmo e le musiche.
Shelley di Ali Abbasi. Un’altra storia di fecondazione eterologa dai toni cupi e tristi. Non tutto va come si è previsto. Il ritmo è troppo lento in attesa che accada qualcosa.
Starve Your Dog di Hicham Lasri. Cinema sperimentale ambientato in Marocco. Visioni surreali che confondono lo stesso cineasta nei meandri di una visione/non visione.
Panorama Dokumente
Premi:
Premio del Pubblico a Who’s Gonna Love Me Now? di Tomer Heymann, Barak Heymann, Alexander Bodin Saphi
Classifica:
Wu Tu (My Land) di Fan Jian (Talents). Una pellicola sulla Cina e su Beijng dove non c’è solo la crescita a due cifre ma anche una estrema e composta miseria di tante famiglie strappate alla civiltà contadina. L’autore farà tanta strada e ne
sentiremo ancora parlare.
Hotel Dallas di Livia Ungur, Sherng-Lee Huang. Una scintillante location americana che ricorda la serie Tv degli anni ’80. Un albergo omonimo nella Romania post comunista e il suo padrone condannato per frode fiscale. Trovate geniali della regista per dissacrare il mito dell’Ovest e la giustizia sommaria inflitta al dittatore rumeno. Nostalgia del passato comunista?
Europe, She Loves di Jan Gassmann. Storie parallele di giovani coppie in giro per l’Europa. Volti disincantati, vite sprecate, si potrebbe continuare all’infinito e forse è questa la mancanza che attanaglia lo spettatore, ma cosa vuole rappresentare il regista?
Uncle Howard di Aaron Brookner (Talents). Un delicato ricordo dello zio scomparso prematuramente a causa dell’AIDS. Chissà cosa avrebbe potuto esprimere. Come esordio ben costruito, ma si tratta di una pellicola dedicata ad un target di pubblico ristretto.
Forum
Premi:
Premio CALIGARI FILM a Akher ayam el madina (In the Last Days of the
City) di Tamer El Said, e mensione speciale a Tempestad di Tatiana Huezo e ex equo a The Revolution Won’t Be Televised di Rama Thiaw. Quest’ultimo ha ricevuto anche il Premio della Giuria FIPRESCI.
Premio della Giuria Ecumenicale a: Barakah yoqabil Barakah (Barakah Meets Barakah) di Mahmoud Sabbagh, ex equo con Les Sauteurs (Those Who Jump) di Moritz Siebert, Estephan Wagner, Abou Bakar Sidibé.
Premio CICAE ART CINEMA a Ilegitim (Illegitimate) di Adrian Sitaru.
Premio Peace Film a Makhdoumin (A Maid for Each) di Maher Abi Samra.
Premio dei lettori della Rivista Tagesspiegel a Nikdy nejsme sami (We Are Never Alone) di Petr Vaclav.
Classifica:
Homo sapiens di Nikolaus Geyrhalter. Un documentario sublime dove la parola spetta alle immagini e solo alle immagini con l’accompagnamento dei rumori della natura. Sono tante le Fukoshima sparse sul pianeta e questo film le documenta tutte.
Tempestad di Tatiana Huezo. Due storie parallele al femminile nella terra messicana occupata dai cartelli di droga. Ma non per questo molto delicate e con riprese strepitose. La durata è quella che fa male alla pellicola.
Maquinaria Panamericana (Panamerican Machinery) di Joaquín del Paso
(Talents). Come opera prima di un Talent non ci si può lamentare. Un noir costruito su una realtà sociale dove il wellfare è stato distrutto dal capitalismo più sfrenato rappresentato con una fine metafora . In una fabbrica dove non si sa bene cosa si produca, improvvisamente muore il titolare e benefattore. Tutti i lavoratori sono protesi a difendere il loro posto di lavoro con effetti anche surreali. Il finale lo scoprirete in sala.
Nikdy nejsme sami (We Are Never Alone) di Petr Vaclav. Questa commedia noir ceca ha avuto un successo di pubblico a buon ragione. Costruita su storie parallele di due famiglie qualsiasi di un paese al confine ceco. Il nuovo cinema ceco è in gran fermento.
P.S. Jerusalem di Danae Elon. Israele terra amata e odiata da tanti cittadini come la regista che hanno preferito espatriare. Le contraddizioni di una Nazione che ancora non riesce a stabilire rapporti pacifici con i vicini palestinesi in un doc molto intimo.
Triviṣa di Frank Hui, Vicky Wong, Jevons Au. Una fiammeggiante storia di gang di Hong Kong che si fronteggiano per il dominio del territorio e del traffico di droga. Il nuovo cinema asiatico è al primo posto per questo genere che ha soppiantato il genere delle arti marziali di moda negli anni ‘80.
Deadweight di Axel Koenzen. Documentario realizzato a bordo di un maxi mercantile porta container. Un mondo separato dove gli uomini sopravvivono alle vicissitudini ed agli imprevisti dell’andare per mare.
Hee di Kaori Momoi. Una allucinante vicenda psichiatrica di una donna e delle sue ossessioni e ricordi. Ma dove sta la verità? Genere non usuale e disturbante per il cinema giapponese.
Le Fils de Joseph (The Son of Joseph) di Eugène Green. A qualcuno è piaciuto, ma debbo constatare che non ha ottenuto consenso. Forse era troppo erudito?
Perspektive Deutsches Kino
Lungometraggi:
Meteorstraße (Meteor Street) di Aline Fischer. Film di apertura della
Selezione. Vita ondivaga di un giovane turco espatriato in Germania che cerca trovare la sua strada.
Die Prüfung (The Audition) di Till Harms. Doc interessante che racconta come si accede alla scuola di recitazione di Hannover. Ma descrive
anche l’inevitabile supplizio a cui vanno incontro gli esaminatori e professori di questa prestigiosa scuola d’Arte per la selzione dei nuovi talenti.
Corto ospite:
Research Refugees: Meinungsaustausch (Research Refugees: Duologue) di Sophia Bösch, Sophie Linnenbaum Experimental Doc 4‘. Il diverso che viene da lontano fa sempre paura. Un luogo comune da sconfiggere in questo momento di immigrazione epocale.
Apprendiamo all’ultima ora che è venuto a mancare Heinz Badewitz, co-fondatore e direttore del Hof International Film Festival lo scorso 10 marzo 2016, figura importante nel panorama festival del cinema tedesco. Un cineasta e un patron del cinema tedesco ma anche un caro amico e collaboratore professionale della Berlinale. Dal 1977 al 2010 ha curato la serie PDK, presentando produzioni tedesche a un pubblico internazionale durante il periodo del festival. Nel 2001, è stato insignito della fotocamera Berlinale.
Con la morte di Heinz Badewitz, la Berlinale ha perso un socio di lunga data e il cinema tedesco ha perso uno dei suoi clienti più appassionati. Oggi sarebbe impensabile senza i suoi sforzi pionieristici che i film tedeschi possano essere mostrati nel nostro festival. Ho perso un meraviglioso collega e amico personale di lunga data, da cui ho imparato che quando si fa un festival, è necessario mantenere la calma, ha dichiarato Dieter Kosslick, direttore del Festival Internazionale del Cinema di Berlino.
Generation
Passiamo alla due sezioni per i giovani, il cui motto 2016 e' stato:
MAI SOTTOVALUTARE I GIOVANI
Generation 14plus
Premi:
Orso di cristallo miglior film della Giuria Giovani a Es esmu šeit (Mellow
Mud) di Renars Vimba e mensione Speciale a Las Plantas (Plants) di Roberto Doveris  a cui è andato anche il Gran Premio della Giuria Internazionale. La stessa Giuria Internazionale ha assegnato una mensione Speciale a Zhaleika di Eliza Petkova.
Classifica:
Zhaleika di Eliza Petkova. Nello sperduto villaggio il mondo dei giovani di oggi è così distante dalle tradizioni degli anziani. Anche per la protagonista è così e l’unica ancora di salvezza è evadere da una situazione che le si fa sempre più stretta. Per il messaggio universale che trasmette in sala ha ricevuto una mensione speciale.
Ani ve snu! (In Your Dreams!) di Petr Oukropec. Questa pellicola ceca fra le tre viste a Berlino è quella che ci ha deluso. Ma forse è vero che la gioventù ceca ha perso ogni ideale e si rifugia in miti estremi.
Generation Kplus
Premi:
Orso di Cristallo miglior film della Giuria Bambini a Ottaal (La trappola) di
Jayaraj Rajashekaran Nair Rara e mensione Speciale a Jamais contente di Emilie Deleuze.
Gran Premio della Giuria Internazionale a Rara di Pepa San Martìn e mensione Speciale a  Genç Pehlivanlar (Young Wrestlers) di Mete Gümürhan.
NATIVe
Infine dalla sezione NATIVe Eventi –Un viaggio tra il cinema indigeno dall’Amazzonia ai ghiacci perenni - grandi emozioni ha suscitato El abrazo de la serpiente di Ciro Guerra girato in bianco e nero come un puzzle fotografico. Un racconto profondamente emozionante sul risveglio dello sciamano più potente dell’ Amazzonia colombiana. Passato, presente e futuro si intrecciano come in un viaggio con uno scienziato occidentale alla ricerca di una pianta sacra che fornisce sia la guarigione fisica che spirituale. Ma anche il racconto denuncia dell’impatto sulle civiltà indigene dei Conquistatores.
Al termine della kermesse lo sguardo sul Mondo della Berlinale 2016 ci ha lasciato tante belle emozioni ma in particolare quelle di Homo Sapiens – sulle tracce delle moderne vestigia dell’Uomo, di Le Premiers, Les Derniers – questa volta sulle macerie dell’Umanità, il sapore amaro di Wu tu (My Land) e  la felicità dell'Orso d'Oro assegnato dalla Giuria presieduta da Meryl Streep a Gianfranco Rosi con FUOCOAMMARE con l’augurio che riflettiamo tutti sull’accoglienza dell’altro che poi è nostro fratello sulla Madre Terra.