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Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



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mercoledì 14 dicembre 2016

Al RomaFictionFest targato Giuseppe Piccioni la produzione scandinava MIDNIGHT SUN fa saltare il banco


Si è conclusa domenica 11dicembre la decima edizione del RomaFictionFest svoltasi quest’anno al cinema The Space Moderno. La manifestazione è la sezione autonoma della Festa del Cinema di Roma prodotta dalla Fondazione a presidenza Piera Detassis con la direzione artistica del regista Giuseppe Piccioni e con il contributo dello storico marchio dell’APT (Associazione Produttori
Televisivi) che spazia nel mondo della serialità. Questa branca dell’audiovisivo già da alcuni anni ha superato non solo in termini produttivi, ma anche e soprattutto in qualità la produzione cinematografica dalla quale attinge sia talenti che spunti. The Young Pope di Paolo Sorrentino ne è l’esempio tangibile.
Quest’anno la produzione che ha sorpreso tutti e incantato all’unanimità la Giuria
internazionale proviene dalla Svezia in una coproduzione con la Francia
è MIDNIGHT SUN con la regia di MÅNS MÅRLIND e BJÖRN STEIN con Peter Stormare, star svedese visto in Fargo dei fratelli Coen. I due giovani artisti sono stati insigniti sia del Premio miglior nuova TV Series, che del Premio miglior Regia e Premio miglior sceneggiatura, portando a casa un sostanzioso bottino. La fiction ha degli spunti originali che ha fulminato gli spettatori,
tuttavia anche altre serie selezionate potevano ambire ad uno
dei premi sopradetti. Parliamo della statunitense GOOD BEHAVIOR di Chad Hodge con una strabiliante Michelle Dockery ed un altrettanto freddo e cinico, sebbene di origini argentine, Juan Diego Botto
. Alla protagonista poteva andare il Premio quale migliore attrice. Comunque siamo contenti che
il Premio miglior attrice invece sia andato all’italianissima CRISTIANA CAPOTONDI protagonista della miniserie di RAI FICTION  Di
padre in figlia di Riccardo Milani su un soggetto di Cristina Comencini
  sceneggiato da Giulia Calenda, Francesca Marciano, Valia Santella. La Giuria ha poi premiato la miniserie inglese  NATIONAL TREASURE diretto Jack Thorne e prodotto da The Forge Productions per Channel con il Premio speciale. Da una storia vera l’interpretazione commovente di ROBBIE COLTRANE al quale è andato pure il Premio quale miglior Attore. Peccato per Angelo
Bison protagonista della serie belga PUBLIC ENEMY di Antoine Bours, Gilles de Voghel, Matthieu Frances, Christopher Yates. L’attore con una lunga carriera teatrale al suo esordio cinematografico nei panni di Guy Béranger, storia vera di un pericoloso assassino di bambini, offre una interpretazione dall’alto della sua esperienza recitativa.


L'attrice Cristiana Capotondi ha apprezzato il riconoscimento:
 “Sono felice e onorata di ricevere questo premio – ha detto – Di padre in figlia racconta la storia di molte donne che hanno cercato la propria realizzazione non accontentandosi di ciò che la società poteva offrirgli. È la storia di una pacifica e profonda emancipazione femminile che, al di là di ogni ideologia, porta la donna al centro della nostra società. Sono onorata di aver incarnato una di queste donne e spero che per molto altre donne questo personaggio possa essere di ispirazione così come lo è diventato per me. Ringrazio la giuria e il presidente Giuseppe Piccioni per questa gioia pre natalizia che mi
hanno voluto regalare”.In definitiva la Giuria presieduta da Richard Dreyfuss e composta da Annabel Scholey, Umberto Contarello, Lorenzo Richelmy, Paola Turci poteva volgere lo sguardo anche altrove e non solo al nuovo cinema noir scandinavo.
Deludente  invece la serie televisiva WASTELAND | PUSTINA di Štěpán Hulík proveniente dalla Polonia e dalla Repubblica Ceca che invece nel campo cinematografico quest’anno si sono distinte. Forse per i troppi argomenti trattati, dal sociale all’ambiente mescolati in un noir che non emoziona.
Interessanti e confezionate anche per il grande schermo alcune delle serie fuori concorso tra le quali la più amata IN ARTE NINO di Luca Manfredi con un lanciatissimo Elio Germano. L’attore, apprezzato ultimamente sia per l’interpretazione di Giacomo Leopardi e San Francesco, mostra delle doti drammaturgiche da confondere lo spettatore e far rivivere l’umanità di Nino Manfredi.
La presenza costante del Direttore Artistico Giuseppe Piccioni intervenuto alle due Masterclass di eccezione di cui in appresso hanno fatto la differenza con le edizioni precedenti e ci auguriamo che il regista che non si è mai tirato indietro venga confermato per dare continuità alla manifestazione. Lo stesso a caldo ha commentato così.
"Sono soddisfatto di questa edizione e del lavoro che abbiamo svolto. La partecipazione del pubblico è andata oltre le mie aspettative. Non abbiamo semplicemente replicato quello che offre l'industria. Gli elementi di qualità, lo scambio di idee e pensieri erano presenti in tutti gli spazi: dalle proiezioni agli incontri, dagli approfondimenti ai momenti anche di semplice intrattenimento, tutti premiati dalla partecipazione numerosa del pubblico. Lo spessore umano e professionale degli ospiti internazionali e non, uno per tutti Richard Dreyfuss, è stato il segno distintivo di questa manifestazione. Anche un Festival può essere l'occasione per contribuire all'innalzamento del gusto, a un tipo di intrattenimento che non disdegna di essere popolare ma offre continue opportunità di miglioramento. Perché la televisione, nelle storie, nella qualità della scrittura e degli attori, nell'impegno degli autori e produttori, può essere più vicina alla vita di tutti".
Come dicevamo il livello delle masterclass e degli incontri con alcuni protagonisti della serialità televisiva nazionale e internazionale ha dato un piglio nuovo alla manifestazione permettendo al pubblico di apprezzare dal vivo i premi Oscar® Richard Dreyfuss e Dustin Lance
Black. Ma anche  applaudire Annabel Scholey, la contessina de’ Bardi ne I Medici ed approfondire dove va la serialità con lo sceneggiatore Umberto Contarello e la sua Lectio Magistralis oltre al “making of” della serie-capolavoro di Paolo Sorrentino, The Young Pope. Ovvero dietro ogni grande regista c'è un grande sceneggiatore. Per chi volesse rivederle ecco il link delle due MASTERCLASS :PAGINA FACEBOOK
Ricordiamo che il programma pensato da Giuseppe Piccioni si è avvalso della collaborazione di professionisti come Gaia Tridente, Marco Spagnoli, Gianluca Giannelli, Fabia Bettini (questi ultimi per la parte dedicata ai più piccini) e Simone Raineri.
Quello che doveva essere un evento eccezionale , ovvero l’anteprima mondiale di When We Rise ci è sembrato invece noioso sebbene tratti un argomento di valore quali sono i diritti civili nelle differenze di genere, di colore e di credo. L’evento è stato applaudito probabilmente per il coraggio più che per la forza artistica. Per la cronoca sono stati assegnati anche i seguenti Excellence Award a Richard Dreyfuss, Dustin Lance Black, Marco Giallini, Rosario Rinaldo e infine l’Excellence Award Kids & Teens a Enzo D’Alò.
Per quello che ci riguarda vi riportiamo le tre produzioni che più ci hanno emozionato, oltre alla serie franco-svedese pluripremiata MIDNIGHT SUN in ordine di gradimento:
GOOD BEHAVIOR con Michelle Dockery nei panni di un’artista della truffa e di una ladra da una svolta alla sua vita e intralciare i piani di un affascinante
assassino in una relazione pericolosa
PUBLIC ENEMY con Angelo Bison che interpreta, un pericoloso assassino di bambini

FLEABAG quest’ultima fuori concorso, serie nata dalle esibizioni di sapore cabarettistico dell’attrice e commediografa inglese Phoebe Waller-Bridge sulla vita difficoltosa e frenetica di una giovane donna londinese.
Una nota di colore è stata offerta
dalla giovanissima Madrina MATILDA DE ANGELIS la quale ha accompagnato e sostenuto simpaticamente l’infaticabile Direttore Giuseppe Piccioni nel fare gli onori di casa agli ospiti della kermesse.
Tirando le somme possiamo dire che al decimo compleanno la manifestazione si è consolidata come riferimento per le tendenze di questo settore dell’audiovisivo che sempre più attira spettatori attingendo creatività e risorse umane dal Cinema con la C maiuscola.

 

martedì 6 dicembre 2016

ROMAFICTIONFEST il 10° compleanno lo festeggia al THE SPACE CINEMA MODERNO

Da domani 7 dicembre e fino a domenica 11 al The Space Cinema Moderno di Roma sarà possibile gustare le ultime serie televisive provenienti da 15 Paesi sul grande schermo, ma anche le serie del passato. 

Si inaugura la decima edizione della RomaFictionFest con Direttore Artistico GIUSEPPE PICCIONI con il motto Come eravamo, come siamo, come saremo…
Ad inaugurare questa decima edizione MATILDA DE ANGELIS, MADRINA della manifestazione, scoperta dal regista Matteo Rovere e protagonista del suo film Veloce come il vento. All’ inaugurazione verrà presentata IN ARTE NINO una serie italiana su Nino Manfredi interpretato da Elio
Germano che dopo aver interpretato poeti e santi, si cimenta con uno degli attori più amati. Mentre la chiusura sarà sempre appannaggio della serie italiana IMMATURI.
Ma anche l'anteprima mondiale della prima parte di When We Rise presente il premio Oscar Dustin Lance Black, autore e ideatore della serie. When We Rise racconta le battaglie politiche e personali, l’arduo percorso e l’ascesa del movimento americano per i diritti civili LGBT, ripercorrendo le storie vere di uomini e donne che negli anni hanno lottato per far emergere una delle ultime frange di questo movimento, partendo dai moti turbolenti del 20mo secolo fino agli inaspettati successi di oggi.
Il RomaFictionFest compie dieci anni offrendo il meglio della fiction italiana e internazionale nelle sue nuove forme espressive, nella ricchezza dello stile, dei linguaggi, dei contenuti. Com’eravamo, come siamo, come saremo.
Ecco I NUMERI DELLA DECIMA EDIZIONE:
10 Titoli nel Concorso Internazionale, 10 Anteprime Fuori Concorso, 14 Titoli nella sezione storica Kids & Teens e 3 Titoli nella sezione Sala Cult, 1 Evento speciale ma anche 9 Masterclass | Incontri e 15 Paesi partecipanti: Argentina, Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Svezia.
Nel CONCORSO INTERNAZIONALE sono dieci i titoli presentati da 10 Paesi: Australia, Belgio, Francia, Germania, Italia, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Stati Uniti, Svezia
La serie italiana selezionata è Di padre in figlia, l’emancipazione femminile in Italia dal


1958 al 1980. Quella francese è invece una serie politica Baron Noir, un melò a metà strada fra House of Cards e I Sopranos, con un terzetto di attori di altissimo livello: Kad Merad,(protagonista Giù al Nord, Niels Arestrup (Un prophète) e Anna Mouglalis (Il giovane favoloso, Romanzo criminale). La coproduzione americana e tedesca

Berlin
Station
sulla sede berlinese della CIA. Una spy story con tanti colpi di scena. Sempre dagli USA Better Things creata dal comico Louis C.K. e da Pamela Adlon che ne è la protagonista. Il tema su Hollywood e la vita di un’attrice, madre di tre figlie che deve gestire la propria carriera televisiva e cinematografica e, al tempo stesso, educare e  gestire la famiglia. Dal Belgio arriva la serie di successo di pubblico, Ennemi Public (Public Enemy) con Angelo Bison che interpreta, un pericoloso
assassino di bambini che al termine della pena detentiva viene rilasciato in libertà vigilata e affidato in custodia ai monaci dell’abbazia di Vielsart. Dal Regno Unito, invece, National Treasure: la gogna mediatica descritta da Jack Thorne , autore anche di serie di successo comeThis is England, The Last Panthers e Glue. Diretta da Marc Munden che ha firmato Utopia, si ispira a un caso di cronaca inglese; l’operazione Yewtree che portò all’arresto nel 2015 nel Regno Unito di personalità dello spettacolo per presunti abusi sessuali anche su minori come il celebre anchorman televisivo Jimmy Savile. Dall’Australia la serie crime The Kettering Incident interpretata dalla bellissima Elizabeth Debicki. Tornando al Vecchio continente sono due le co-produzioni europee interessanti selezionate. Midnight Sun (Francia/Svezia), crime thriller creato dagli autori Mårlind & Stein della celebre serie scandinava The Bridge (Bron/Broen). Dalla Repubblica Ceca e dalla Polonia l’altra co-produzione Wasteland creata
da Štěpán Hulík per HBO Europe sullo sfondo di una vicenda sociale vengono alla luce inquietati risvolti e oscure verità. Infine dagli USA un assaggio della serie Good Behavior nel quale Michelle Dockery nei panni di un’artista della truffa e di una ladra da una svolta alla sua vita intralciando i piani di un affascinante assassino in una relazione pericolosa.
Le ANTEPRIME FUORI CONCORSO sono 10 sulle quali spiccano due anteprime mondiali: When We Rise (Stati
Uniti), nata dalla collaborazione fra Gus Van Sant e Dustin Lance Black, che è valsa a quest’ultimo il premio Oscar® per la sceneggiatura di Milk; l’altra Madiba (Canada/Sudafrica) con Laurence Fishburne (Matrix, Hannibal, CSI, Mission Impossible III). When We Rise, è la cronaca delle conquiste del movimento LGBT negli Stati Uniti a partire dai celebri eventi di Stonewall del 1969, con uno straordinario cast formato da Guy Pearce, Mary-Louise Parker, Whoopi Goldberg, Rachel Griffiths e Rosie O’Donnell. Mentre Madiba è il nome ancestrale del clan di Nelson Mandela e  racconta gli eventi che hanno segnato la formazione dello stesso. Le sue amicizie più strette, i rapporti personali, le alleanze politiche e il legame che ha condiviso con gli uomini che gli sono rimasti sempre accanto sia nei giorni dei più grandi trionfi così come in quelli più bui. Quattro le produzioni italiane in Anteprima

Fuori Concorso. Abbiamo già parlato di In arte Nino: ritratto inedito di Nino Manfredi, c’è poi Amore pensaci tu è un dramedy sospeso in un perfetto equilibrio tra commedia e realismo, basato sulla serie House Husbands. E’ storico invece la serie Il confine sulle vicende di tre giovani durante la prima guerra mondiale, Emma, Franz e
Bruno, legati da amicizia e amore, in lotta per sopravvivere e per salvare ciò in cui credono. Infine , dopo il successo al cinema, Immaturi diventa una serie e chiuderà l’edizione
2016. Dall’ America la serie che è diventata uno degli eventi televisivi dell’anno è Roots, il remake della serie omonima (Radici) che ha segnato la storia della televisione realizzata negli Stati Uniti nel 1977 e basata sul romanzo omonimo di Alex Haley. Richard Dreyfuss, presidente della Giuria sarà l’interprete indimenticabile nella miniserie Madoff sul finanziere che ha truffato migliaia di persone. Dall’ Inghilterra Maigret, nuovo libero adattamento dei libri di Georges Simenon, per il broadcaster inglese ITV, con protagonista il commissario Maigret, nella serie interpretato da Rowan Atkinson. Sempre dall’Inghilterra Fleabag, serie nata dalle esibizioni stand-up comedy dell’attrice e commediografa inglese Phoebe Waller-Bridge. La vita difficoltosa e frenetica di una giovane donna londinese.
Per i più piccini la selezione KIDS & TEENS ovvero Uomini e altri animali. Questo potrebbe essere il motto della nuova ricerca della selezione Kids & Teens con 14 TITOLI e 7 PAESI: Argentina, Canada, Francia, Giappone, Italia, Spagna, Stati Uniti
 
BAD PAT
ELENA DI AVALOR
ERNEST ET CELESTINEHOUDINITHE LION GUARDMAGGIE AND BIANCA FASHION FRIENDS
MINI CUCCIOLI
LE NUOVE AVVENTURE DI GERONIMO STILTON
PAW PATROL
PIRATA E CAPITANO
SAILOR MOON CRYSTAL
SOY LUNA
WORLD OF WINX
ZECCHINO D'ORO LE CANZONI ANIMATE
dei quali abbiamo già scritto in RomaFictionFest per i più piccini
Infine per la novità di questa edizione la sezione SALA CULT con 3 TITOLI e 2 PAESI: BORIS, SIX FEET UNDER e l’EVENTO SPECIALE – 75 ANNI DI WONDER WOMAN –
dall’Italia e dagli Stati Uniti

Le serie del passato che per forza e originalità sono diventate dei classici, vengono ospitate nella sezione Sala Cult, e che hanno segnato la storia della serialità statunitense e italiana. Per finire a 75 anni dalla sua prima comparsa, il RomaFictionFest dedicherà un evento speciale a Wonder Woman, con la proiezione del Pilot originale con i sottotitoli in italiano.
Per quanto riguarda I PREMI che verranno ASSEGNATI nel CONCORSO INTERNAZIONALE, sarà la giuria presieduta da Richard Dreyfuss (American Graffiti di George Lucas) e composta da Annabel Scholey (Contessina de' Bardi nella serie TV italiana I Medici), Umberto Contarello, co sceneggiatore con Paolo Sorrentino di This Must Be The Place - La grande bellezza e The Young Pope, Lorenzo Richelmy giovane attore interprete di Marco Polo nella serie originale Netflix e Paola Turci Cantautrice a stabilire a chi assegnare:
- Premio RomaFictionFest miglior nuova TV Series
- Premio RomaFictionFest miglior Attrice
- Premio RomaFictionFest miglior Attore
- Premio RomaFictionFest miglior Regia
- Premio RomaFictionFest alla miglior sceneggiatura
- Premio Speciale della Giuria
Mentre I PREMI ROMAFICTIONFEST ALL’ECCELLENZA ARTISTICA RomaFictionFest Excellence Award sono stati assegnati a:
RICHARD DREYFUSS, attore di cui ricordiamo film indimenticabili come Lo Squalo e Incontri ravvicinati del Terzo Tipo.
MARCO GIALLINI uno dei principali attori dell’audiovisivo italiano.Il premio vuole riconoscergli la sua determinazione nel portare sullo schermo personaggi, talora perdenti, ma sempre pieni di una grande umanità.
ROSARIO RINALDO, Presidente di Cross Productions. Con questo Il Premio vuole riconoscergli la felice intuizione e l'appassionata dedizione che gli hanno consentito di realizzare la serie Rocco Schiavone.
Invece il RomaFictionFest Excellence Award Kids & Teens è stato assegnato a ENZO D’ALÒ per come ha  sempre dimostrato una rara sensibilità e grande rispetto nel raccontare l'infanzia e nel saper cogliere attraverso lo spazio delle immagini e delle parole, alcuni aspetti peculiari del modo di pensare dei bambini.
 
Come è ormai consolidato nello spirito di RomaFictionFest sono programmati ben 9 fra MASTERCLASS E INCONTRI:

Da American Graffiti a Madoff - MASTERCLASS DI RICHARD DREYFUSS
Domani, oggi, ieri: come cambia il racconto - MASTERCLASS DI UMBERTO CONTARELLO
I Medici - INCONTRO RAVVICINATO CON ANNABEL SCHOLEY

Rocco Schiavone - INCONTRO CON MARCO GIALLINI
La mafia uccide solo d’estate – La serie INCONTRO CON PIERFRANCESCO DILIBERTO (PIF) E IL CAST DELLA SERIE
L’arte del fare - THE YOUNG POPE - INCONTRO CON LUCA        
BIGAZZI, LUDOVICA FERRARIO, CARLO POGGIOLI, LUCA CANFORA, FABIO MOLLO

EVENTO SHONDALAND - Incontro con gli attori protagonisti di alcune famosissime serie tv ABC Studios ideate da Shonda Rhimes, fra cui Charlie Weber, l’amato Frank di Le regole del delitto perfetto e Bellamy Young, la First Lady Mellie Grant, prima donna in corsa per la presidenza degli Stati Uniti nella serie Scandal.
Maigret - JOHN SIMENON E DONATO CARRISI
MALACHI KIRBY E LEVAR BURTON – Incontro con i I due protagonist di Roots di ieri e del remake di oggi
Per concludere con le riflessioni finali:10 ANNI DEL ROMAFICTIONFEST, 10 PENSIERI SULLE SERIE - Un incontro con gli autori delle fiction italiane.



giovedì 1 dicembre 2016

10ma ROMAFICTIONFEST: le serie TV sul grande schermo al Cinema MODERNO dal 7 all’11 dicembre

Manca poco alla presentazione della kermesse, targata Fondazione Cinema per Roma affidata alla direzione artistica del regista Giuseppe Piccioni, vi vogliamo proporre le prime anticipazioni. Innanzitutto la partecipazione di MATILDA DE ANGELIS come MADRINA della manifestazione. Il giovane volto del cinema e della televisione italiana, attrice e cantanteviene scoperta dal regista Matteo Rovere che la sceglie come protagonista del suo film Veloce come il vento
. E guadagna il Nastro d'Argento, Premio Biraghi. Nel 2015 torna sul set come protagonista della versione italiana della serie americana Parenthood, dal titolo Tutto può succedere, prodotta da Cattleya e in onda su RaiUno. Da poco terminato le riprese del nuovo film di Berardo Carboni dal titolo Youtopia, che vede nel cast anche Donatella Finocchiaro e Alessandro Haber. Ha vinto il Premio Flaiano e il Premio attrice rivelazione dell'anno al TaorminaFilmFest. Tra i nuovi progetti di Matilda anche Una famiglia, nuovo film di Sebastiano Riso accanto a Micaela Ramazzotti e Patrick Bruel. Ecco il suo commento a caldo:"Sono molto felice di essere stata scelta come madrina per un festival così attuale come il RomaFictionFest e per questo ringrazio il direttore artistico Giuseppe Piccioni e i suoi collaboratori. Negli ultimi anni la qualità delle serie tv ha raggiunto quella dei film per il grande schermo e sempre più spesso gli attori di cinema scelgono di fare fiction riconoscendone il grande potenziale. Quest’anno ci sarà un’ottima programmazione al Festival ed io, che sono un’appassionata, non vedo l’ora di viverlo in prima persona!”, così commenta l’attrice.
Altra anticipazione è il film “IN ARTE NINO”DI LUCA MANFREDI CON ELIO GERMANO

che aprirà la decima edizione del RomaFictionFest, mercoledì 07 dicembre alle ore 21.00 al The Space Cinema Moderno.
Un film sul grande Nino Manfredi, attraverso gli anni più importanti della sua formazione, come uomo e come artista, dal 1939 al 1959. Il racconto ironico di una vita vissuta caparbiamente in un susseguirsi di eventi che lo hanno portato a scoprire, quasi casualmente, il suo talento speciale e il suo destino: la morte miracolosamente scampata in Sanatorio, gli anni difficili della guerra, il rapporto conflittuale con il padre Romeo che gli impose una laurea in legge, gli studi clandestini all’Accademia d’Arte Drammatica, la scoperta del sesso con una giovane prostituta, l’arrivo degli Americani a Roma, le avventure con i compagni di Accademia, i primi incerti passi nel mondo dell’arte, l’incontro folgorante con Erminia, il matrimonio e, finalmente, il grande successo di Canzonissima.  Tutto questo è “In arte Nino”, venti anni di storia privata e segreta di un grande attore.
Ma passiamo agli interessi dei più piccini nella sezione Kids & Teens a loro dedicata: i cartoni animati ele serie tv più amate dai bambini e dai ragazzi. Ecco i primi titoli della decima edizione del RomaFictionFest dedicherà anche quest’anno ampio spazio ai titoli pensati per i più piccoli e per le famiglie, alle serie teen più attese dai giovani e all’animazione europea di qualità. Durante i cinque giorni della manifestazione, dal 7 all’ 11 dicembre, il The Space Cinema Moderno sarà invaso dai Cartoon Characterdeipersonaggi più amati dai bambinie dai ragazzi. Questi i primi titoli dellasezione Kids & Teens: Giovedì 8
dicembre h.11.30 |I MINI CUCCIOLI La serie, prodotta da Gruppo Alcuni con Rai Fiction, è uno spin-off della famosa serie Cuccioli, diventata in poche settimane una delle più amate dai piccoli telespettatori e uno dei prodotti di maggior successo della rete della direzione Rai Ragazzi. Portatile, Diva, Senzanome, Pio, Cilinro e Olly saranno presenti sul red carpet. h.12.30 |LE NUOVE AVVENTURE DI GERONIMO STILTON “Le nuove avventure di Geronimo
Stilton” è la serie d’animazione sul topo giornalista più famoso del mondo, ispirata alla popolare collana di libri per bambini edita da Edizioni PIEMME. Un successo italiano prodotto da Atlantyca Entertainment in coproduzione con Superprod, in collaborazione con Rai Fiction e France Télévision. Geronimo Stilton accoglierà i bambini e presenterà le nuove puntate. A seguire BAT PAT In anteprima nazionale la nuova serie animata, comica e paurosa racconta le avventure paurose e al
contempo  comiche di Bat Pat, un incredibile pipistrello parlante, e dei suoi amici Martin, Leo e Rebecca Silver, tre intrepidi ragazzini appassionati di soprannaturale. I nostri eroi scopriranno che le creature soprannnuaturali non vogliono far del male a nessuno. In realtà tutto quello che vogliono è … aiuto! Una produzione Atlantyca Entertainment in coproduzione con Imira Entertainment, in collaborazione con Mondo TV con la partecipazione di RAI Fiction e TVE. Sabato 10dicembre h.12.30 |WORLD OF WINX World Of Winx è una serie spin-off di Winx Club, co-prodotta da Rainbow e Netflix. Le fate del Winx Club intraprendono un viaggio sotto copertura intorno al mondo alla ricerca di ragazzi di talento nell'arte, nella musica, neglisport, nella scienza e in diversi altri campi. LeWinx accoglieranno il pubblico per un red carpet animato. h.16.30|LA NUOVA SERIE MAGGIE & BIANCA FASHION FRIENDS Saranno presentati i primi episodi dell’attesissima seconda stagione. La nuova serie, interamente in live action,è realizzata dalla Rainbow in collaborazione con Rai Fiction. Sarà presente il cast.
Domenica 11dicembre h. 12.00|PAW PATROL In attesa dell’uscita al cinema prevista il
prossimo 22 dicembre, PAW PATROL sarà presentato in anteprima alRoma Fiction Fest.6 puntate inedite della serie più amata da bambine e bambini, saranno proiettate nella giornata di chiusura del Festival.Per l’occasione il red carpet del cinema Moderno si animerà con i Character della serie.I simpatici protagonisti, Marshall-il dalmata- e Chase-il pastore tedesco-incontreranno i loro piccoli amici alle ore 12.00 sul tappeto rosso.


sabato 10 settembre 2016

Speciale 73esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – mercoledì 7 e giovedì 8 settembre (DAYS 8&9)

Alla ricerca del Leone d’Oro che però non parla italiano

dal Lido di Venezia Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Biennale.Al settimo giorno la Mostra è ancora alla ricerca dell’ousider per il Leone d’Oro, ma anche mercoledì una delusione è stata offerta dal maestro Terrence Malick, che a VENEZIA 73 ha presentato la sua fatica durata tanti anni Voyage of Time: Life’s Journey.
Purtroppo il maestro non lo riconosciamo più. Bisogna dire al vero che il film è la copia buona dell’altro documentario italiano Spira Mirabilis passato ieri sempre sul senso della Vita e della Creazione (per chi ci crede ovviamente). Diciamo che basterebbe ripercorrere la Bibbia ma si sa ai più quest’ultima è scomoda! Anche l’altro film atteso di Pablo Larraín sui giorni successivi all’  assassinio di J.F. Kennedy dal punto di vista inesplorato della First Lady
lascia perplessi
per l’utilizzo del melò in siffatte circostanze. Forse il regista con il suo sguardo critico si rivolge all’America dei Johnson subentrato in fretta ed in furia in un momento drammatico. Deplorevole le scene crude da horror degli istanti successivi all’assassinio che mostrano il Presidente JFK in tutta la sua fragilità di essere umano. Una domanda al regista circa il budget che non ha badato a spese. Forse la risposta la troviamo nella presentazione dello stesso Larrain:  “Un proiettile ha trapassato il collo del presidente; un secondo proiettile, letale, gli ha sfracellato la parte destra del cranio... La trentaquattrenne moglie, Jacqueline Kennedy, era seduta al suo fianco”. “Seduta al suo fianco”. Che cos’è stato tutto questo per lei? Tutti conosciamo la storia dell’assassinio di John F. Kennedy. Ma che cosa accade se ci concentriamo soltanto su di lei? I rumors alla Mostra lo ritengono in buona posizione, per noi solo ai due terzi dei primi 10. Come accade spesso però le sorprese vengono da film fuori concorso che per ragioni varie non hanno trovato collocazione. E’ il caso appunto FUORI
CONCORSO del doc Austerlitz di Sergei Loznitsa.
Anche questo regista ha utilizzato il bianco e nero per rappresentare uno dei luoghi simbolo del male assoluè non si ripeta più. Sono una serie di quadri fissi nei quali l’obbiettivo registra i comportamenti dei visitatori davanti a tante nefandezze. In questa era digitale purtroppo c’è posto si per i selfie, magari davanti ai forni crematori, ma non c’è posto più per l’inorridirsi davanti a tante nefandezza. Ora il Direttore Barbera ha sottolineato la peculiarità della forma indiretta usata dai registi selezionati. Ne è questo un caso eclatante con la tecnica dei frame fissi perché costringe lo spettatore a riflettere inesorabilmente a quegli accadimenti di un recente passato, eppure così attuali come ad esempio nel conflitto siriano. Sempre un film storico su una curiosità del trattato di pace tra cattolici e protestanti irlandesi dopo gli anni del terrorismo separatista dell’IRA. Dalla Gran Bretagna il film The Journey di Nick Hamm
con due attori eccezionali Timothy Spall e Colm Meaney
nei panni dei leader delle opposte fazioni, il capo protestante che non riesce a perdonare il terrorista. Ormai anziani in un viaggio in auto forzatamente voluto dai loro collaboratori debbono trovare una soluzione soddisfacente. Commenta il bravo regista: È una storia dell’Irlanda del Nord, ma è anche di più. Se due nemici giurati come loro sono riusciti a mettere da parte l’odio e a venirsi incontro, lo possono fare anche altri. Le atrocità del terrorismo negli ultimi anni hanno glorificato gli estremismi e l’intransigenza è diventata il modus operandi del mondo. Questo film vuole essere una risposta a questo tipo di etica. È un film militante sull’idea di pace e vuole celebrare la bellezza del compromesso e della capacità di fare concessioni. La mia speranza è che The Journey, che è basato su una storia vera, immagini non soltanto ciò che è stato ma anche ciò che potrà essere in futuro. Per la sezione ORIZZONTI un altro titolo argentino impronunciabile Kékszakállú di Gastón Solnicki mutuato e ispirato liberamente all’unica opera lirica di Béla Bartók. E’ veramente difficile riscontrarne la fonte se non fosse per le musiche e la scena finale del teatro di lirica. Mondi assefuatti alla noia esistenziale, ma anche alla crisi economica perenne. L’altro film documentaristico
Liberami di Federica Di Giacomo parla dell’esorcismo nel mondo contemporaneo
. E si sofferma con lo sguardo “dal di fuori” l’opera salvifica di  Padre Cataldo un frate esorcista che opera in Sicilia, ove è tra i più ricercati. Storia della pratica esorcistica con la vita quotidiana, dove i contrasti tra antico e contemporaneo, religioso e profano potranno risultare ai più a tratti inquietanti e a tratti esilaranti.  Ma sullo sfondo il malessere di vite umane alla ricerca di se stessi. Un film su come la religione può essere vissuta. La regista spiega che il film è frutto di un lungo lavoro di ricerca sulla pratica esorcista. L’esorcista è un nuovo guaritore, spesso l’ultima spiaggia dopo una via crucis di maghi, psichiatri e rimedi alternativi, metafora di una società in cui l’importante è trovare una cura, rapida e risolutoria. Anche a costo di consegnarsi a qualcuno che ci chiama “Satana”. Ho scelto di raccontare questa storia dal punto di vista di chi la vive ogni giorno. Perché gli esorcisti vengono nominati dai vescovi e la loro vita si trasforma completamente. E i cosiddetti “posseduti” sono persone comuni che si avvicinano alla Chiesa in un momento critico della loro vita. La loro esperienza si emancipa, quindi, dall’immaginario horror e acquista una complessità in cui c’è posto anche per l’ironia.Giovedì 8 settembre è stato il giorno della riscossa per VENEZIA 73 dove è stato presentato l’applauditissimo Paradise di Andrei Konchalovsky in un intreccio di tre
storie che si incrociano nella devastazione del male assoluto del secolo scorso: Olga, Jules e Helmut.  Anche questo film è girato interamente in bianco e nero. Risente però di una certa aria melò che fa perdere il vigore iniziale. Il film ha ricevuto una stand ovation dal pubblico in Sala Grande alla presenza del regista e della bellissima interprete femminile. Ecco se non il Leone d’Oro ci aspettiamo il premio alla protagonista. E’ istruttivo e lungimirante l’intento del regista: La storia è piena di grandi tragedie, la maggior parte delle quali ci appaiono come antichi misfatti che non potrebbero più accadere al giorno d’oggi. Uno dei momenti più terribili della storia della nostra generazione è stata l’ascesa del partito nazista e lo sterminio di milioni di ebrei e di altre persone che non rientravano nell’ideale nazista di un “perfetto paradiso” tedesco. Tali atrocità dimostrarono fino a dove possa spingersi la malvagità degli esseri umani. Sebbene questi eventi siano accaduti nel passato, oggi sta tornando alla ribalta lo stesso modo di pensare radicale e intriso d’odio che minaccia la vita e la sicurezza di molti individui nel mondo. Paradise riflette su un ventesimo secolo carico di grandi illusioni sepolte sotto le rovine, sui pericoli della retorica dell’odio e sul bisogno degli esseri umani di usare la potenza dell’amore per trionfare sul male. Nella stessa giornata è stato presentato il terzo film italiano in concorso di Giuseppe Piccioni, Questi giorni.  Dai
commenti a caldo viene fuori una grande delusione. Resta la convinzione che il cinema italiano attraversa un momento di grande crisi e si è ripiegato su se stesso soffrendo di una difficoltà a trovare la strada. Una mano la danno i documentaristi che si sono affermati in campo internazionale, ma in patria non sono adeguatamente supportati. Non sarà di aiuto ma anche le altre produzioni europee sono in sofferenza. E’ il caso appunto del film francese FUORI CONCORSO Planetarium di Rebecca Zlotowski. Film ben costruito con un budget considerevole visto che ci riporta agli
anni ’30. Un film sull'esoterismo, ma anche un omaggio al cinema stesso con tante citazioni. Il cast coza dare risposte alle mille domande. A dire del regista è la stilizzazione di un mondo come il nostro nel quale non sappiamo mai che cosa stia per cambiare. Ai margini dell’Europa c’è la Turchia che nella sezione ORIZZONTI ha presentato il suo unico film Koca Dünya (Big Big World) di Reha Erdem. Una storia ermetica ed elegiaca dai connotati semplici che ci parla di quella società e risente della mancanza di libertà di espressione rifugiandosi in temi generalisti.
Infine nella mattinata è stato consegnato ad Ugo Gregoretti il PREMIO BIANCHI con la proiezione di una chicca in omaggio al pedagogo d’Italia come usa definirsi lo stesso Gregoretti il corto di 30’ CON UGO di Gianfranco Pannone e la proiezione di una copia ritrovata ma non restaurata di MAGGIO MUSICALE del 1989. E’ stato piacevolissimo ascoltare l’arguto regista a parlare di se con la solita ironia di sempre.Domani ultima giornata di proiezioni ci aspetta la maratona a cui ci sottoporrà Lav Diaz con Ang Babaeng Humayo (The Woman Who Left) di appena 225’, ma anche l’atteso Na mlijecnom putu (On the Milky Road) di Emir Kusturica con Monica Bellucci e tanto altro ancora.

martedì 30 agosto 2016

Speciale 73esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – martedì 30 agosto (DAY -1):

Tre italiani in gara contro gli Studios che fanno il pieno nella Selezione Ufficiale, oggi preapertura con l’Omaggio a Comencini ed ai Fratelli Lumiere
 
 
 
 
 
 
La 73ma Mostra di Venezia aprirà ufficialmente i battenti domani con il
film americano in concorso La La Land di Damien Chazelle in omaggio agli Studios.  Dopo la conferenza stampa tenutasi ad un mese dall’inaugurazione nella quale il Presidente Baratta e il Direttore Barbera della 73esima Mostra hanno presentato le pellicole selezionate, la stessa è stata completata, in collaborazione con i Venice Days, con un film documentario fuori Concorso di Enrico Caria L’uomo che non cambiò la storia, liberamente ispirato al diario dell’archeologo e storico dell’arte Ranuccio Bianchi Bandinelli "Il viaggio del Führer in Italia", realizzato grazie alle immagini d'archivio dell'Istituto Luce - Cinecittà. Nella Selezione ufficiale sono ben sei le produzioni dagli USA, a fronte dei tre italiani in gara. In
particolare Questi giorni di Giuseppe Piccioni, Piuma di Roan Johnson, il doc Spira Mirabilis di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti. Il nuovo film di Piccioni, interpretato dalla Buy e da Timi è la storia di ragazze di provincia e del viaggio che compiono per accompagnare una di loro a Belgrado, dove l’attendono una misteriosa amica e un’improbabile occasione di lavoro. Roan Johnson firma invece con Piuma il suo terzo lungometraggio con attori sconosciutissimi, una commedia su una coppia di diciottenni in attesa del loro primo figlio. Spira Mirabilis è un film documentario sull’immortalità, una
sinfonia visiva girata in diversi luoghi del mondo, che ruota attorno ai quattro elementi fondamentali della natura: acqua, aria, terra, fuoco. Ma ci sono pure altri tre italiani Fuori concorso. Oltre l’atteso evento speciale con la proiezione dei primi due episodi di The Young Pope di Paolo Sorrentino, c’è Tommaso di Kim Rossi Stuart, film autobiografico che esplora il rapporto tra un giovane attore, oltretutto bello, e le donne. Sempre Fuori concorso, il primo film italiano del regista iraniano apolide Amir Naveri al quale verrà consegnato il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker. Il titolo è Monte: un uomo sua moglie e il loro figlio vivono ai piedi di una montagna che si erge come un muro contro i raggi del sole. Metafora della lotta per la sopravvivenza, contro i confini, le coercizioni e gli oltraggi che talvolta rendono la vita umana miserabile con un epilogo da togliere il fiato. E poi, due documentari: Our War di Bruno Chiaravalloti, Claudio Giampaglia e Benedetta Argentieri che segue tre combattenti volontari, provenienti da Stati Uniti, Italia e Svezia, arruolati nelle milizie curde in Siria contro l’Isis; e Assalto al cielo di Francesco Munzi che, dopo il successo di Anime nere, torna a Venezia con un film d’archivio sulla stagione di lotte politiche extraparlamentari in Italia negli anni tra il 1967 e il ‘77, tra slanci, sogni, violenze e delitti. Due i titoli italiani in Orizzonti: Liberami di Federica di Giacomo sul fenomeno dell’esorcismo, e Il più grande sogno, opera prima di Michele Vannucci. Nella nuova sezione Cinema nel Giardino che pesca tra il cinema d’autore e quello del grande pubblico: L’estate addosso, “piccolo” film di Gabriele Muccino, Robinù doc sui baby boss della camorra di Michele Santoro che vira dalla TV al Cinema,  e Franca: Chaos and Creation, ritratto intimo della madre del regista Francesco Carrozzini. Quattro poi i corti italiani in Orizzonti, cinque i documentari nazionali in Venezia Classici. Insomma una nutrita schiera di nuovi talenti italiani a difendere il nostro cinema che sempre più riesce ad esprimersi con il linguaggio documentaristico. Come è stato spiegato quest’anno la direzione artistica ha preso come guida nella selezione, a differenza delle edizioni precedenti, quei film che parlano del presente con storie del passato e che quindi hanno un linguaggio indiretto ma universale utilizzando il materiale di romanzi come nel caso del delicato Un Vie della francese Brizé, oppure da opere teatrali dalle quali sono tratti sia l’atteso thriller di Tom Ford Nocturnal Animals sia Frantz di Ozon il quale ripropone temi cari a Lubitsch sulla Grande Guerra. Ci sono poi storie  utilizzate da autori provenienti dall’America Latina come El Ciudadano Ilustre degli argentini Cohn & Duprat e El Cristo Ciego del cileno Murray per esprimere sentimenti nel primo caso o tesi cristologiche tanto care a
Pasolini nel secondo. Anche Pablo Larraín  sarà presente con Jackie, ovvero l’assassinio di J.F. Kennedy visto da un punto di vista molto particolare, appunto della First Lady. Ci sono anche i grandi ritorni di registi come Kusturica con una storia fiabesca protagonista Monica Bellucci e lo stesso regista, dall’elaborazione di un suo cortometraggio. La grande attesa è per il visionario americano Malick che porta un suo lavoro durato dieci anni Voyage of Time. Ed anche Wim Wenders che in 3D presenta il tema
universale dell’Amore con Les beaux jours d’Aranjuez in un quadro pittorico d’altri tempi. La scuola  di cinema della Russia è rappresentata da Konchalasky che con Paradise racconta la Shoa da un punto di vista originale nell’intreccio dei tre protagonisti. Da oltreoceano il visionario regista messicano Escalante con la Region Salvaje mette a nudo l’omofobia e maschilismo di certe parti del suo paese. Ma ci sembra che la perla della
Mostra sarà regalata dal filippino Lav Diaz con la sua performance di oltre tre ore con una storia semplice: The Woman Who Left. Al centro il perché sull’esistenza umana che è in fondo la domanda che ognuno di noi si pone sebbene sotto varie forme. Ci sono poi film di genere come l’americano The Light Between Oceans di Cianfrance, il thriller fantascientifico Arrival dell’altro americano Villenue, il western atipico Brimstone del belga Koolhoven. Si può dire che Barbera è andato a pescare tra oltre un migliaio di pellicole quelle che possono ancora una volta sorprendere ed attirare il pubblico cinefilo che è il motore della kermesse. Una menzione la dedichiamo al Cinema nel Giardino, già al suo secondo anno, che sarà ospitato nello spazio per tanti anni simbolo di incuria istituzionale. Dove c’era “il Buco” finalmente l’amministrazione comunale ha posto rimedio e lì sorge il Cubo Rosso, la nuova Sala che offre 450 posti dedicati al grande pubblico non propriamente festivaliero. La Mostra si apre all’esterno con sette film che come abbiamo detto sono tra il cinema d’autore e quello del grande pubblico.  Ci scuseranno i lettori per quelle pellicole che non abbiamo citato, ma di cui vi parleremo nei prossimi giorni.
 
Siccome la cinematografia presente è come l’umanità un processo di sviluppo dedichiamo qualche riga a Venezia Classici restaurati ed in particolare al film di apertura Shabhaye Zayandeh – rood (The Nights of Zayandeh – rood), un film che il regista Mohsen Makhmalbaf realizzò in Iran nel 1990. All’epoca, il comitato di censura iraniano stabilì che il film andava contro lo spirito della rivoluzione iraniana e di conseguenza tagliò 37 minuti del negativo originale. Della versione mutilata fu comunque vietata qualsiasi proiezione pubblica, così come fu negata la possibilità di realizzare copie del film. Nel 2016 alcune parti del negativo originale sono state recuperate presso gli archivi del comitato di censura iraniano. La copia, restaurata dallo stesso Makhmalbaf, dura 63 minuti invece degli originali 100. Le parti mancanti sono irrimediabilmente perdute.
Passiamo ad una carrellata sulle due sezioni autonome che si svolgono in concomitanza della 73ma Mostra.
Il motto di questa edizione di Venice Days è:Il Futuro è Donna
Molti dei generi visivi sono stati scelti per questa edizione 2016  sotto l’emblema di forte dell’originalità espressiva dalla Siria alla Bolivia, dalla Svezia all’Asia, si affrontano i grandi temi della politica e del disagio sociale: il documentario (The War Show), il racconto di formazione (Heartstone e Polina), il melodramma (Indivisibili e Pamylia Ordinaryo), il suspence thriller (Hounds of Love), il western (Pariente), il road-movie (The Road to Mandalay), senza dimenticare il dramma familiare declinato in chiave realista (La ragazza del mondo), grottesca (Quit Staring at My Plate), memoriale (Sami Blood). Ma ancora una volta è l’individuo singolo a combattere contro l’ineluttabilità del destino e la crudezza della società. Segno di uno smarrimento che caratterizza le nostre società. Ed infatti l’apertura delle Giornate 2016 è riservata all’emozionante video-diario dal cuore della Siria The War Show del danese Andreas Dalsgaard e della siriana Obaidah Zytoon.
Tra le altre manifestazioni collaterali ai Venice Days c’è anche il DWA -
Doc/it Women Award che è un premio al racconto, alla creatività e all’imprenditorialità al femminile ideato e promosso da Doc/it - Associazione Documentaristi Italiani. Per la sua prima edizione Doc/it ha scelto i Venice Days per comunicare i cinque progetti nominati e il vincitore con un evento dedicato all’interno dei Women’s Tales di MIU MIU. Il nuovo Premio allo Sviluppo di documentari è atto a favorire la parità di genere sia in ambito creativo che produttivo aperto a tutti i progetti di documentario in sviluppo con 2 requisiti su 3 (storia, regia, produzione) di presenza al femminile.
Quanto alla 31. Settimana Internazionale della Critica essa è improntata al "piacere filmico", come spiegato da Giona A. Nazzaro nella sua presentazione. La natura della Settimana della Critica si scopre dalle pellicole selezionate quest'anno, individuate fra più di 500 film iscritti. Un "piacere" del quale il rischio e lo stupore sono gli elementi base. Da Prevenge – geniale horror-movie post-femminista diretto da Alice Lowe a
Le ultime Cose di Irene Dionisio – tesa rivisitazione dell'umanesimo neorealista. C’è poi Keywan Karimi, cineasta iraniano condannato a un anno di carcere e 223 frustate per offesa all'Islam, che firma Drum, un noir metafisico ed espressionista, mentre Ala Eddine Slim, documentarista e videoartista tunisino, presenta The Last of Us e rilancia con audacia un cinema sperimentale e astratto, avventuroso e addirittura schiettamente fantascientifico. Il cinema è anche un'arte giovane per definizione come mostra l’esperimento di Los nadie di Juan Sebastián Mesa, girato in sette giorni fra le strade più inaccessibili di Medellin, o a Prank di Vincent Biron, passato alla regia e apologo di nichilismo. Ma il cinema può essere anche un riprendere (o un riperdere) il proprio posto nel mondo, Jours de France di Jérôme Reybaud ipotizza un sensuale viaggio sentimentale, utilizzando un navigatore d'eccezione come Grindr, per ritrovare i nomi dimenticati delle cose. C’è anche la presenza sorprendente di Pepe Smith, leggenda del rock filippino, protagonista di Singing in Graveyards, assieme a Lav Diaz, si offre come immagine e specchio del complesso rapporto con la modernità e la democrazia del suo paese. Infine in chiusura una sorpresa proveniente dagli Stati Uniti con Are We Not Cats di Xander Robin, un melodramma horror viscerale, una favola dark scandita dalla musica dei Funkadelic, Yvonne Fair, Lightning Bolt e Albert Ayler.
Ma parliamo della serata odierna dedicata ai Veneziani. Centoventi anni fa – esattamente la sera del 9 luglio 1896 -  il Cinématographe Lumière faceva la sua prima apparizione a Venezia, con la proiezione a un passo da Piazza San Marco, nel Teatro Minerva, di un programma composto da 15 "vedute". Ma è solo il 21 agosto successivo che vi compaiono per la prima volta 3 film realizzati a Venezia:  Approdo di una gondola ai santi Giovanni e Paolo,  I vaporetti a Rialto e I leggendari piccioni di San Marco, seguite poi da altre nei giorni seguenti. Per celebrare questa importante ricorrenza, in occasione della serata di Pre-apertura della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (martedì 30 agosto, ore 20.30) in Sala Darsena al Lido, prima della proiezione del già annunciato restauro di Tutti a casa di Luigi Comencini, verrà offerto al pubblico, convenuto per la celebrazione del centenario di Comencini, un programma composto da ben nove “vedute” realizzate a Venezia dagli operatori del Cinématographe Lumière, commentate in sala dal Direttore dell’Institut Lumière di Lione, Thierry Fremaux.
I film, che appartengono a tre annate successive (1896-98), sono:
Arrivée en gondole, 1896, N°291
Pigeons sur la place Saint-Marc,  N°292
Tramway sur le Grand Canal, 1896, N°293
Grand Canal avec barques, 1896, N°294
Panorama du Grand Canal pris d'un bateau, 1896, N°295
Panorama de la place Saint-Marc pris d'un bateau, N°296
Venise, place Saint-Marc, 1897, N°430
Arrivée en gondole des souveraines d'Allemagne et d'Italie au palais royal de Venise, 1898, N°1058
Départ en gondole, 1898, N°1059
A seguire la proiezione delle “vedute”, in occasione del centenario della nascita del grande regista Luigi Comencini (1916 – 2007) sarà proiettato – come già annunciato - il capolavoro di Comencini Tutti a casa (Italia/Francia, 1960) con Alberto Sordi, Serge Reggiani, Carla Gravina ed Eduardo De Filippo. Alla speciale serata-omaggio di Pre-apertura in Sala Darsena al Lido, con inizio alle 20.30, è invitato il pubblico di Venezia attraverso la collaborazione con i quotidiani “Il Gazzettino”, “La Nuova di Venezia e Mestre” e il “Corriere del Veneto”.
La pellicola restaurata Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini mostra attraverso lL’8 settembre 1943, il giorno dell’Armistizio, i sentimenti e la società italiana provata dalla guerra. Ma chi meglio dell’autore può spiegarci il film? La risposta riportata in un saggio Al cinema con cuore. 1938-1974, a cura di Adriano Aprà recita: “Tutti a casa non è nemmeno un film di guerra. È un viaggio attraverso l’Italia in guerra di quattro sbandati (quattro “stupidi” sprovveduti) che vogliono tornare a casa. Sordi non è un vigliacco, anzi, è un ufficiale che tiene moltissimo al suo grado e che cerca fino all’ultimo di adempiere a quello che egli crede sia il suo dovere. Solo che, senza saperlo, è un ufficiale che non ha capito niente. [...] Riteniamo che il dramma dell’Armistizio del ’43 sia stato soprattutto il dramma degli ufficiali. Allora, chiunque avesse un titolo di studio, avesse o no attitudini militari, diventava ufficiale. Anzi, la fotografia in alta uniforme era un po’ il coronamento della laurea”.