Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



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mercoledì 10 agosto 2016

Speciale 69FF Locarno: il vento che soffia dall’Est mette un’ipoteca sui Pardi. Intanto assegnati i premi ai nuovi talenti

copyright © Festival del film Locarno
Già dalla presentazione dei film selezionati per il Concorso Internazionale l’attesa era grande, e nel fine settimana abbiamo avuto modo di vedere, tra gli altri,  una terna di possibili vincitori tutti provenienti da quello che era una volta l’Est europeo. A dimostrazione ancora una volta del fermento culturale post comunista in atto in quei paesi. In ordine di gradimento si pone al primo posto INIMI CICATRIZATE del rumeno Radu Jude, ben noto con Aferim.
Sebbene superi di mezzora i fatidici 120 min e tratti l’argomento ostico della sofferenza, lo spettatore esce dalla sala con un punto di vista rinnovato appunto dalla sofferenza del giovanissimo protagonista. La vita vissuta in un sanatorio di incurabili riproduce un microcosmo di caratteri umani e nonostante tutto la forza dell’amore è trainante. Da un lato la disperazione dei ricoverati, dall’altro la complicità degli inservienti e infermieri che alleviano la sofferenza dei primi con la loro umanità. Lo sforzo registico riesce a portare sul grande schermo un lavoro autobiografico di Max Blecher consunto dalla malattia a solo 29 anni, dei quali gli ultimi dieci passate nella sofferenza. Un aiuto lo da lo stesso giovane autore con le sue riflessioni sui valori futili della vita terrena. Credo che per questo meriti anche il premio della giuria Ecumenica. L’altro film degno
di premio è Ostania Rodina del polacco Jan P. Matuszynski. Pure questo è un film biografico sul celebre pittore surrealista polacco Zdzislaw Beksinski, vissuto a cavallo del periodo del regime comunista, e della sua famiglia. Con maniacale freddezza Beksinski immortala con la videocamera i momenti salienti e cruciali della propria famiglia a cui sopravvive dopo la fine del regime. Il finale non è scontato e rivela un certo rimpianto del regista verso la società comunista ed i valori di una famiglia sorretta dal genere femminile rappresentato dalla moglie Zonja. Spassoso il rapporto con lo stravagante figlio e i vari omaggi alla cinematografia mondiale dell’epoca. Il terzetto di film è completato dall'ironico Slava (Glory) del duo registico
bulgaro composto da Kristina Grozeva e Petar Valchanov alla loro seconda prova registica. La burocrazia corrotta ed autoreferenziale contro l’ultimo degli ultimi cittadini. La storia ha un finale inaspettato e ben congegnato. Notevole la interpretazione di Stefan Denolyubov nei panni di Tsanko Petrov che merita il premio. Abbiamo visto anche il film francese La Prunelle
de mes yeux di Axelle Ropert con la bravissima giovane attrice Melanié Bernier nel ruolo della radical chic cieca. La commedia francese degli equivoci si destreggia nei rapporti amorosi appunto fra una francese cieca e uno squattrinato artista greco a voler sottolineare l’universalità dei sentimenti che attraggono due persone ad amarsi, a detestarsi, insomma ad interagire. Ci ha deluso invece l’argentino Matías Piñeiro con HERMIA & HELENA. Il regista, sebbene non sia all’esordio, ha costruito un film altalenante su una gioventù globalizzata che si trasferisce da una parte all’altra del mondo e non riesce a mettere radici. Purtroppo anche gli attori giovanissimi non hanno contribuito alla riuscita dell’opera.
Nella splendida cornice della Piazza Grande dopo che la coccolatissima
Stefania Sandrelli ha ricevuto il Premio alla carriera, è stato proiettato in anteprima mondiale il seguito di Jason Bourne in una versione adrenalinica. Matt Demon tiene testa a tutti e per due ore sfugge miracolosamente ai trabocchetti tesi dalla CIA.
Sempre in Piazza Grande è passato l’esordio di Emmanuel Courcol con CESSEZ-LE-FEU. Un film di maniera e ben confezionato che ci ricorda dal punto di vista di tre fratelli arruolati nell’esercito francese gli orrori e la catastrofe della Prima Guerra Mondiale.
Ma nella suggestiva cornice di Piazza Grande debbono ancora essere proiettati due film presentati a Cannes. Il primo I, Daniel Blake di Ken Loach Palma d’Oro. Il secondo presentato alla Quinzaine des réalisateurs: Poesia sin fin di Alejandro Jodorowsky che riceverà il Pardo d’onore Swissscom la sera di venerdì prossimo.
Delle altre sezioni abbiamo assistito al lento MAÑANA A ESTA HORA della regista colombiana Lina Rodríguez (Cineasti del presente), ad ASCENT (selezione Sign of Life) della danese Fiona Tan che ha racchiuso in 80’ migliaia di meravigliosi scatti fotografici del Monte Fujj. Come sottolineato dalla stessa regista il film non si sarebbe
potuto fare senza il contributo delle musiche di Leo Anemaet.
Fuori Concorso ci è piaciuta la lunga chiaccherata con lo scrittore, drammaturgo e attivista politico austriaco degli anni '60 Peter Handke e la regista Corinna Belz autrice appunto del doc Peter Handke - In the Woods, Might Be Late.
Bello anche nella selezione Panorama Suisse il surrealistico film Aloys di Tobias Nölle , vincitore del Premio FIPRESCI all'ultima Berlinale nella selezione Panorama, che dimostra la freschezza del cinema svizzero.
Infine un accenno alla sezione autonoma della 27ma Semaine de la Critique con due documentari. Il primo un doc autobiografico Bezness as Usual del regista olandese Alex Pitstra alle
prese con il proprio meticciato culturale tra un padre tunisino e la madre olandese. Soggetto attuale nello scontro Occidente Oriente. Il secondo Cahier africain della coraggiosa regista svizzera Heidi Specogna che svela gli orrori subiti da ragazze e uomini del Centrafrica per mano dei mercenari congolesi
durante il conflitto armato del 2008. Purtroppo la storia si ripete anche durante le riprese del documentario.
Abbiamo avuto pure il piacere di assistere alla conversazione tra l’amatissima attrice Stefania Sandrelli con Steve Della Casa, accolti calorosamente nello spazio Forum dal Direttore artistico del Festival Carlo Chatrian. L’attrice ha parlato di se e del rapporto con i tanti registi dai quali è stata diretta a partire da Germi e Bellocchio, ma anche dei tanti attori con i quali ha recitato ed in particolar modo con Marcello Mastroianni.
Attualmente l’attrice, insieme alla figlia Amanda, sta proseguendo una tournée
teatrale con la commedia spagnola “Il bagno“. La regia dello spettacolo, che mette a nudo l’amicizia di cinque donne nel momento e nel luogo più inaspettati, è del giovane Gabriele Olivares. Per chi ne avesse voglia può ascoltare la viva voce dell’attrice al seguente link: Raccontar di Cinema su Facebook
Intanto questa mattina sono stati annunciati i vincitori di Open Doors dedicati a otto paesi dell’Asia meridionale: Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Maldive, Myanmar, Nepal, Pakistan e Sri Lanka.
La piattaforma di coproduzione internazionale Open Doors Hub (4 – 9 agosto) s’inserisce nella nuova formula di Open Doors, articolata su tre dimensioni: l’Open Doors Hub, ma anche il laboratorio per nuovi talenti di produzione, l’Open Doors Lab, e le proiezioni pubbliche, gli Open Doors Screenings.
L’Open Doors Hub mira a mettere in contatto i registi/produttori di progetti provenienti dagli otto paesi con dei potenziali partner al fine di incoraggiare collaborazioni e finanziamenti internazionali.
La giuria Open Doors ha deciso di assegnare i seguenti premi ad alcuni di questi progetti al fine di sostenerne la produzione o lo sviluppo:
Production Grant (30'000 CHF) a DAY AFTER TOMORROW di Kamar Ahmad Simon, Bangladesh
Production Grant (20'000 CHF) a THE RED PHALLUS di Tashi Gyeltshen, Bhutan
Premio CNC (8'000 Euro) a SEASON OF DRAGONFLIES (JHYALINCHA) di Abinash Bikram Shah, Nepal
Premio ARTE International Open Doors (6'000 Euro) sempre a DAY AFTER TOMORROW.
Con questo oggi volge al termine anche il programma dell’Open Doors Lab, dopo cinque giorni di attività per otto produttori emergenti del Bangladesh, Bhoutan, Myanmar e Nepal. Il programma degli Open Doors Screenings, che presenta una selezione di 21 film del Bangladesh, Bhoutan, Nepal e Myanmar, si protrarrà invece fino alla fine del Festival.
Sempre nel campo della promozione di giovani talenti sono stati attribuiti i premi della sesta edizione di First Look – dove erano in lizza sei film polacchi. La giuria di First Look 2016, che comprende Kerem Ayan (Istanbul International Film Festival), Cameron Bailey (Toronto International Film Festival) e Bero Beyer (International Film Festival Rotterdam) ha assegnato i primi premi look a BIRDS ARE SINGING IN KIGALI di Joanna Kos-Krauze e Krzysztof Krauze consistente un premio del valore di 65'000 euro in servizi di post-produzione messi a disposizione da Cinelab Bucarest, e a ZGODA di Maciej Sobieszczanski un premio di 5.500 euro in pubblicità, offerto da Le Film Français.
Detto questo ci preme sottolineare che l’impressione ricevuta da questa
brevissima incursione ad un Festival che compirà il suo 70esimo il prossimo anno è la sinergia positiva degli organizzatori tramandata da tante generazioni. Non ci resta che attendere il verdetto della Giuria il prossimo fine settimana con un grande in bocca a lupo per Mister Universo di Tizza Covi e Rainer Frimmel.

martedì 24 novembre 2015

Il LUX PRIZE 2015 va al film MUSTANG

Verdetto quasi scontato sul film vincitore il quale proviene dalla Turchia che fino a poco tempo fa era ad un passo dall'ingresso tra i 28 Paesi degli Stati Uniti d'Europa. L’Europa, quindi manda un segnale forte al governo turco di Ergodan sulle politiche messe in atto circa le libertà di una Nazione che si trova al crocevia tra due culture che si fronteggiano. Tuttavia anche gli altri due film in lizza avevano le carte in regola per aspirare al premio. Soprattutto Mediterranea, altra opera prima, che parla dell’attualissimo argomento delle migrazioni verso l’Europa di centinaia di migliaia di esseri umani a causa delle guerre. Però come ogni giuria il verdetto può piacere o no.
Il film del regista Deniz Gamze Ergüven, uno delle rivelazioni dell’anno, aggiunge un altro premio ai già numerosi riconoscimenti ottenuti. La coproduzione Francese, Turca e Tedesca è stata premiata dal Parlamento Europeo con il LUX Prize 2015 in competizione con gli altri due finalisti, Mediterranea di Jonas
Carpignano e Urok (The Lesson) di Kristina Grozeva e Petar Valchanov. Quest’ultimo con un linguaggio cinematografico originale parla dell’importanza dell’istruzione per il vivere civile nella società attraverso una metafora contro il dio denaro.

L’eco che il film Munstang riceve grazie a questo premio porta piuttosto ad interrogarsi sul tema del film
stesso, e quindi vi ringrazio molto. Così ha commentato il regista Ergüven alla notizia della premiazione. E’ la storia di cinque giovani donne che sono determinate e che vogliono sfuggire ad una società patriarcale ed ipocrita. Così ha commentato il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz annunciando il film vincitore e aggiungendo. La sensibilità per le diversità che il premio aiuta a evidenziare è di grande importanza; noi dobbiamo essere pronti a difendere cosa noi facciamo e chi siamo, che è un qualcosa da difendere dalla distruzione dei giovani celata dietro le loro false ideologie, riferendosi all’attuale ondata di terrore che attraversa l’Europa.

Mustang è la vera rivelazione della Quinzaine des Réalisateurs 2015 al Festival di Cannes, ma anche una nomination agli EFA 2015 ed è  candidato agli Oscar come miglior film straniero per la Francia. Mustang ci mostra cinque sorelle orfane di entrambi i genitori che vivono nel Nord della Turchia e di come la loro casa natale progressivamente si trasformi per loro in una prigione a causa dell’intransigenza religiosa (ndr: in realtà pseudoreligiosa) a danno delle donne.
Il premio , assegnato sulla base del voto espresso dai membri del Parlamento Europeo, intende celebrare le diversità e gli argomenti di rilevanza sociale del cinema europeo. Il film è stato scelto tra la terna dei finalisti come il miglior a mettere in evidenza queste caratteristiche. Fino a gennaio 2016 i tre finalisti verranno proiettati durante le LUX Film Days nelle sale dei Paesi Membri e sottoposti al voto del pubblico in sala. Al più votato verrà quindi assegnato il LUX Prize Public Mention.
Alla cerimonia di premiazione, svoltasi davanti alla sessione plenaria di Starsburgo sono seguiti un seminario per la Stampa e una serie di conferenze tra le quali spicca quella sull’educazione alla cultura cinematografica ovvero il bisogno di arrivare alla fondazione di un linguaggio comune attraverso il cinema Europeo. Altra interessante conferenza riguarda appunto il Lux Prize: i film su argomenti di attualità quali strumenti di insegnamento di una cultura alla democrazia. Numerose le presenze del mondo della Cultura e della Politica tra i quali Costa Gravas, Silvia Costa e i tre registi dei film finalisti.