Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



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venerdì 12 maggio 2017

SPECIALE #CANNES70 (DAY – 5) – La storia del FESTIVAL di CANNES e il suo 70mo compleanno nel racconto di Cannes Classics

(foto per gentile concessione del Festival de Cannes)
Per celebrare il suo 70 ° anniversario, il Festival ha pubblicato "CES ANNÉES-LÀ", la storia del Festival nelle parole dei critici cinematografici dai quattro angoli del mondo. Sotto la direzione di Thierry Frémaux e la  prefazione di Pierre Lescure, il book è disponibile dal 10 maggio, pubblicato da Stock.
70 feste, 70 palme d'or, 70 selezioni, 70 presidenti e ... 70 storie che riavvolgono il film di tutte quelle cerimonie e gloriosi anni, scritti da alcuni dei critici più illuminati e meticolosi, non solo dalla Francia ma anche dall'America, dall'Italia, la Russia, l'India, il Messico e la Turchia, capace di catturare l'abbondante diversità di Cannes, una città che apre le braccia per un breve periodo ogni anno ad un sogno che inizia nuovamente con ogni nuova stagione festivaliera.
"Ces années-là" racconta la storia di un'avventura iniziata nel 1939 nel contesto
dell'inizio della seconda guerra mondiale e rinascita nel 1946 come un modo per consegnare gli orrori all'oblio. La storia melanconica e accattivante di un'istituzione che, nonostante le sue occasionali mosse e pregiudizi, non ha mai fallito nella sua missione primaria: SCOPRIRE. La storia dei Maestri (Rossellini, Truffaut, Loach, Coppola, Wajda, Wenders, Lynch e Tarantino) e i loro CAPOLAVORI (Il Gattopardo, La Dolce Vita, The Umbrellas of Cherbourg, Blow up, Taxi Driver, Paris Texas, Underground, The Tree of Life). Ma anche un'idea, una visione del Cinema che è costantemente rinnovata, che spinge i limiti e va sempre avanti. I giornalisti scelti da Thierry Frémaux, Direttore Generale del Festival, testimoniano la permanenza di questa ossessione: Georges Simenon, presidente di giuria, lo sconvolgimento del maggio 1968, il saluto nazista di Maurice Pialat, l'incerta consacrazione di Oncle Boonmee, la posizione impegnata di The Class o Fahrenheit 9/11, ma soprattutto tutti quei segreti e momenti di felicità condivisi.
In questa ricorrenza qualcuno fra i più giovani si chiederà quando è nato quello che è considerato uno tra i più grandi festival cinematografici del mondo? 1939? 1946? Per non parlare delle due edizioni annullate per mancanza di finanziamenti e della edizione annullata a causa degli sconvolgimenti politici del maggio ’68. Innanzitutto ricordiamo le origini politiche del Festival: combattere il fascismo ponendosi in antitesi alla svolta data nel 1938 alla Mostra d’Arte cinematografica inserita nella Biennale di Venezia da Mussolini già dal 1932. Nel 1937 infatti a Venezia aveva vinto il film di Renoir dai toni pacifisti Grand Illusion, e per contrapposizione l’anno successivo per fare gradimento agli alleati nazisti, a dispetto del regolamento della Mostra che vietava di premiare documentari, Olympia di Leni Riefenstahl ottiene la Coppa Mussolini ex equo al film di Goffredo Alessandrini sul pilota italiano Luciano Serra. Anche la spinta degli Alleati Inglesi ed americani che volevano inserirsi nel mercato cinematografico europeo ebbe però il suo ruolo. Ma fu grazie a Philippe Erlanger, rappresentante del governo francese al Festival di Venezia che l’idea prese corpo. Era il 1939 quando dall’idea si passò ai fatti con la scelta del luogo dove svolgersi. La scelta di Cannes come sede doveva contrastare quella della Mostra al Lido di Venezia. Ovviamente Venezia è unica, ma Cannes in questi 70 anni ha dimostrato di stare alla pari. Per la prima edizione, prevista il 1 ° settembre 1939, la presidenza venne affidata a Louis Lumière, inventore del Cinematografo. Vennero invitate anche la Germania e l'Italia, che ovviamente declinarono la loro partecipazione, mentre gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l'Unione Sovietica promisero la loro presenza. Insomma un Festival a metà. In realtà l’idea era nata dal desiderio di creare non solo un contrappunto democratico alla Mostra ma anche per motivi artistici, l'obiettivo era estendere l'influenza della Francia e contribuire allo sviluppo economico del proprio settore cinematografico. Siccome uno degli obiettivi principali era quello di preservare buone relazioni diplomatiche, ogni Paese ospite aveva la possibilità di selezionare i film che voleva presentare e designare un membro della giuria. Infine per prevenire rivalità venne stabilito che ogni paese partecipante ricevesse un 'Gran Premio'. Purtroppo sappiamo come andò. Infatti, sebbene tutto fosse pronto per l’inaugurazione, nel 1939 la Germania nazista invase la Polonia inerme proprio quel 1° settembre che doveva vedere nascere il Festival. E così i le 26 pellicole che erano state selezionate non vennero mostrate al pubblico di Cannes. L'unica proiezione che venne effettuata all’epoca nonostante le circostanze fu il Gobbo di Notre Dame di William Dieterle, per il quale gli americani avevano costruito una riproduzione di cartone della  Cattedrale di Notre Dame sulla spiaggia di Cannes.
Solo la perseveranza di Philippe Erlanger permise alla fine del conflitto mondiale la
seconda nascita ufficiale del Festival nel settembre 1946. Al concorso parteciparono 19 paesi e la giuria internazionale era presieduta da Georges Huisman. Il Concorso iniziò il 20 settembre 1946 al Casinò Comunale di Cannes. Il tono dell'evento è pacifista sull'ideale di comprensione tra i paesi partecipanti e il cui regolamento risaliva a quello del 1939. Cosicché ogni Paese aveva già nominato il proprio membro della Giuria e selezionato i film da presentare. Il numero dei film venne determinato proporzionalmente alla produzione produttiva di ciascun paese nei dodici mesi precedenti alla manifestazione. La Giuria aveva anche la possibilità di rifiutare un film in concorso se considerato che potesse "offendere le sensibilità nazionali di qualsiasi stato" (articolo 7). Infine, e soprattutto, ogni Paese otterrà con il proprio "Gran Premio" (articolo 10).
Un Festival di successo, nonostante alcuni manifestazioni di protesta. Durante le prime proiezioni, anche se i film vennero presentati "nella loro lingua originale e senza sottotitoli" (articolo 14), la folla rumoreggiante in sala testimonia l'eccitazione per l'evento. Purtroppo le condizioni di proiezione erano tutt'altro che ideali. Alcune proiezioni provocano malumori, tra questi quella di un cortometraggio sovietico sulla liberazione di Berlino (Berlino di Juli Raisman), interrotto più volte per motivi tecnici. Si parlò di sabotaggio politico. Robert Favre Le Bret, segretario generale che lavorava per Philippe Erlanger, fu costretto a usare tutto il suo talento diplomatico per calmare la delegazione dell'URSS organizzando una seconda proiezione. Una nota di colore è che dopo aver assistito alla proiezione di Notorious, Robert Chazal commentasse con un tocco di umorismo: "Alfred Hitchcock ha ingaggiato il suo match: il proiezionista ha aggiunto alla suspence di Notorious del proprio, dimenticando di proiettare una intera bobina del film". A sua difesa ebbe a dire che questo aspetto della effettuazione della proiezione era stato trascurato nei preparativi e gli addetti alla proiezione erano stati reclutati tra i giardinieri della città ...
Eppure la prima edizione del Festival, con i suoi alti e bassi e gli aneddoti dei film, sarà ricordato come un evento di successo e il segno di un rinnovamento cinematografico storico.
Quell'anno vide tra l’altro la nascita sulla Croisette dei prodomi del neo-realismo italiano con la proiezione di Roma, Città aperta di Roberto Rossellini. E il pubblico scoprì Michèle Morgan, prima vincitrice del premio Miglior attrice nella storia del cinema per il suo ruolo nel film Sinfonia pastorale. Ma anche La battaglia delle rotaie di René Clément, omaggio alla resistenza dei ferrovieri e molti film che sono passati nella storia cinematografica - soprattutto Notorious di Hitchcock e Gilda di Charles Cukor e il film di chiusura della prima edizione del Festival di Cannes La Bella e la Bestia di Jean Cocteau .
Nel 1958, Philippe Erlanger, primo ideatore del Festival di Cannes, riconsiderò la genesi dell'evento e il fantasma del Festival del 1939 con François Chalais, un giornalista inestricabilmente legato alla leggenda di Cannes, i cui programmi "Reflets de Cannes" avevano tanto alimentato il mito.
Nel 2002, il Festival decise di recuperare questo evento dall’oblio con un tributo. Vennero proiettati sette film di allora, tra cui il mago di Oz di Vietor Fleming. La giuria incaricata di premiare il festival del 1939 ra presieduta dallo scrittore Jean D'Ormesson coadiuvato dai Direttori di Festival internazionali tra cui Dieter Kosslick (Berlinale), Alberto Barbera (Venezia), Lia Van Leer (Gerusalemme), dal regista tunisino Ferid Boughedir e dal regista Raymond Chirat. Ben 63 anni dopo, la Palma d'Oro venne assegnata all'unanimità alla pellicola Pacific Express di Cecil B. De Mille. Il titolo echeggiava la visione originale di Festival: "per creare uno spirito di collaborazione tra le produzioni di tutti i film". Con un cenno dell'umorismo, la giuria ha anche reso omaggio a due speranze femminili per lei quali si presagiva una promettente carriera, Judy Garland nel The Wizard of Oz di Vietor Fleming e Miehèle Morgan in The Loi Du Nord di Jaeques Feyder ... '
Ma c’è anche da ricordare di questi primi 70 anni del Festival di Cannes per gli
inevitabili scandali e polemiche. Infatti per celebrare questa edizione particolare, La Cinémathèque Française punta i suoi riflettori dal 26 aprile al 28 maggio 2017, con una retrospettiva, su 26 film che hanno creato polemiche sulla Croisette. Thierry Frémaux, delegato generale del Festival de Cannes, accompagnerà questo programma di film che sono passati alla storia del cinema. Lo stesso Thierry Frémaux ha commentato al riguardo: Il festival di Cannes celebra la sua 70ma edizione quest'anno, dal primo evento annullato nel 1939 e dal suo rilancio nel 1946, ma non è facile individuare quello che meglio cattura il suo spirito: la selezione ufficiale, l'elenco dei premiati, la Palme D'or, i gradini, o il tappeto rosso? La stampa, il mercato, il pubblico? Sono tutti quelli naturalmente, ma un'altra cosa è stata anche una caratteristica perenne per tutta la storia del festival: gli scandali e le controversie, i film che hanno sconvolto o disturbato il pubblico, o quelli che sono stati scoraggiati o condannati. Allo stesso modo quelle opere che hanno reso grande il Festival, queste fanno anche parte della leggenda. Eppure sarebbe troppo affrettato definirli semplicemente come problemi: tutti i film che hanno causato malumore sulla Croisette hanno portato a meravigliosi dibattiti, e ognuno di questi ha sollevato a modo suo interrogativi sulla storia del cinema contemporaneo e ha contribuito a impedire che la più grande festa mondiale diventi un luogo di consenso ufficiale.
Una parte del successo del Festival è stato dovuto anche alle varie sedi utilizzate e realizzate ad hoc  per adeguarsi alle sempre crescenti necessità della manifestazione, partendo dal Casinò Municipale fino all’attuale Palais des Festivals. All’inizio nel 1939 venne pensata una sala cinematografica presso il Casinò Municipale che esisteva sin dal 1907. Proprio nella Sala da 1000 posti ricavata nel Casino nel 1939 venne effettuata l’unica proiezione de Il Gobbo di Notre-Dame di William Dieterle - pochi giorni prima che scoppiasse la guerra e il conseguente annullamento della manifestazione per diversi anni.
Nel 1946, con la ripresa ufficiale dell'organizzazione dell'evento, la seconda prima edizione si svolse ancora in quella sala pervenendo anche ad un accordo con la rivale Mostra di Venezia per alternarsi annualmente nella organizzazione dei due eventi tra loro simili. L’anno successivo tuttavia, grazie anche agli sforzi della Municipalità di Cannes venne avviato il cantiere sul sedime del Circolo Nautico completato tra mille difficoltà e sebbene completato in tempi strettissimi la Cerimonia di premiazione si svolse al Casinò a causa dei danni subiti dalla struttura a
seguito di una violenta tempesta. Anche il 1948 non fu un anno favorevole e il Festival venne annullato per ragioni di bilancio e per permettere il completamento del Palais sulla Croisette che aveva subito rallentamenti nell’esecuzione. Solo l’anno successivo l'edificio veniva finalmente essere inaugurato da certo François Mitterrand. E arriviamo all’attuale  Palais des Festivals et des Congrès, pensato verso la fine degli anni '50 per soddisfare la crescente richiesta di posti e sale e realizzato successivamente e integrato così come lo conosciamo noi. Nel frattempo nel 1988, il Palais Croisette venne demolito.
Ma torniamo ai nostri giorni . . .
Per l'ottavo anno consecutivo, il Festival di Cannes, l'INCAA e Marché du Film ospitano La Semana de Cine del Festival de Cannes a BUENOS AIRES. L'evento si è svolto tra novembre e Dicembre 2016 come parte del Ventana Sur, principale mercato del cinema latino-americano, organizzato anche dal Festival di Cannes, l'INCAA e il Marché du Film. Sei dei film più memorabili dal 2016 Selezione Ufficiale a Cannes sono stati proiettati in Argentina: CAPTAIN FANTASTIC di Matt Ross (regia Premio di Un Certain Regard), TONI
ERDMANN di Maren Ade, ELLE di Paul Verhoeven, TRENO PER BUSAN di Yeon Sang- Ho, JUSTE LA FIN DU MONDE di Xavier Dolan (Grand Prix) e la Palma d'oro: I, Daniele BLAKE di Ken Loach. La Settimana del Cinema è stata introdotta presentata da Thierry Frémaux, insieme a Isabelle Huppert e Viggo Mortensen, ospiti d'onore della manifestazione, a presentare il loro film e condividere le loro esperienze e opinioni con il pubblico argentino.
Oltre a questo tributo nel lontano continente latino americano c’è da ricordare IL VIAGGIO DEI FILM DOPO CANNES: OSCARS, CÉSAR, GLOBI D'ORO ...
Infatti dopo la 42a cerimonia di César, dove sono stati generosamente premiati Elle, Juste la fin du Monde (è solo la fine del mondo) e I, Daniel Blake, nonché il recente riconoscimento per Forushande (The Client) agli Oscar, ricordiamo dalla Selezione ufficiale in competizione della passata edizione.
American Honey di ANDREA ARNOLD nominato ai  BAFTA - Film britannico eccezionale;
AQUARIUS  di KLEBER MENDONÇA FILHO nominato ai César - Miglior Film Straniero; BACALAUREAT di CRISTIAN MUNGIU nominato ai César - Miglior Attrice Straniera EFA - Miglior Direttore Europeo EFA - Migliore Scenografia Europea; ELLE di PAUL VERHOEVEN che ha sbancato in Francia ed all'estero sia nei Premi Golden Globe Miglior Film in lingua straniera, Migliore attrice con Isabelle Huppert, ma anche Goya - Miglior Film Europeo e ai César come Migliore Film e Migliore Attrice sempre con Isabelle Huppert. Il film ha anche ottenuto la Nomination agli Oscar – per l’attrice protagonista Isabelle Huppert, César - Miglior regista, César - Migliore attrice non protagonista per Anne Consigny César - Migliore attore non protagonista per Laurent Lafitte César - Miglior attore esordiente per Jonas Bloquet César - Migliore fotografia per Stéphane Fontaine César - Miglior adattamento per David Birke César - Miglior montaggio per Job Ter Burg César - Miglior sound per Jean-Paul Mugel, Alexis Place, Cyril Holtz e Damien Lazzerini César - Migliore musica originale per Anne Dudley EFA - Miglior film europeo EFA - Miglior Direttore Europeo EFA - Miglior Attrice Europea per Isabelle Huppert. Ed inoltre sia FORUSHANDE
di ASGHAR FARHADI Premio Oscar - Miglior Film Straniero e nominato ai Golden Globe - miglior film in lingua straniera, sia l’altro pluripremiato I, DANIEL BLAKE di KEN LOACH, premiato ai BAFTA –come eccellente film britannico César - Migliore Film straniero, ma anche plurinominato agli EFA - Miglior Film Europeo, Miglior Regista Europeo, Miglior Attore Europeo per Dave Johns EFA, Migliore Scenografia Europea per Paul Laverty BAFTA - Miglior Film BAFTA - Miglior Regista BAFTA - Migliore Sceneggiatura Originale per Paul Laverty BAFTA - Migliore attrice protagonista per Hayley Squires e ai Goya - Miglior Film Europeo. Ma anche JULIETA di PEDRO ALMODÓVAR, premiato ai Goya - Migliore attrice protagonista per Emma Suárez e nominato agli EFA Miglior Film Europeo, Miglior Regista Europeo, Migliore Attrice Europea con Emma Suárez e Adriana Ugarte, BAFTA Miglior Film non in lingua inglese, Goya Miglior Film, Miglior Regista, Miglior sceneggiatura adattata, Migliore Canzone Originale, Migliori Effetti Speciali Goya, Migliore Trucco e Acconciature; JUSTE LA FIN DU MONDE di XAVIER DOLAN premiato ai César Miglior regista, Miglior
attore con Gaspard Ulliel, Migliore montaggio, Migliore attrice straniera, Migliore attrice non protagonista con Nathalie Baye e  Migliore attore non protagonista con Vincent Cassel; LA FILLE INCONNUE di JEAN-PIERRE E LUC DARDENNE, nominato ai César - Miglior Film Straniero; LOVING di JEFF NICHOLS , nominato agli Oscar - attrice protagonista con Ruth Negga, ai Golden Globe migliore attrice sempre con Ruth Negga e migliore attore con Joel Edgerton; MA LOUTE di BRUNO DUMONT premiato ai César Miglior sceneggiatura originale, Miglior attore con Fabrice Luchini, Migliore attrice non protagonista con Valeria Bruni Tedeschi César, Miglior fidanzato femminile per Raph, Migliori costumi con Alexandra Charles, Migliori Decorazioni con Riton Dupire-Clément, Migliore fotografia con Guillaume Deffontaines; MAL DE PIERRES di NICOLA GARCIA, nominato ai César, RESTER VERTICAL di ALAIN GUIRAUDIE, Nominato ai César; ed infine TONI ERDMANN di MAREN ADE premiato agli EFA - Miglior Film Europeo, Miglior Regista Europeo, Migliore Attrice Europea con Sandra Hüller, Migliore Attore Europeo con Peter Simonischek e Migliore Scenografia Europea, nonché nominato agli Oscar - Miglior Film Straniero,  ai César - Miglior Film Straniero, ai Golden Globe - Miglior Film in Lingua Straniera e BAFTA - Miglior Film non in Lingua Inglese.
Sempre in tema della storia del Festival quest’anno il programma di Cannes Classics
2017 sarà dedicato per la maggior parte ai film che ne hanno fatto la storia.
Quasi quindici anni fa, quando il rapporto tra cinema contemporaneo e memoria propria veniva scosso dall'avvento della emergente tecnologia digitale, il Festival di Cannes creò la sezione Cannes Classics, una selezione che mostra il lavoro di valorizzazione del cinema del patrimonio realizzato dalle società di produzione, i titolari dei diritti, le cinematheque o gli archivi nazionali in tutto il mondo. Il programma di quest’anno consta di ventiquattro proiezioni, un cortometraggio e cinque documentari. I film saranno proiettati come voluto dai detentori i diritti d’autore in DCP 2K o DCP 4K mentre L'Atalante di Jean Vigo per espresso volere della Gaumont verrà proiettato in 35mm. I film saranno proiettati nel Palais des Festivals, Salle Buñuel o Salle du Soixantième, in presenza di coloro che li hanno restaurati e, se sono ancora tra noi, da coloro che li hanno diretti. Come abbiamo detto i film selezionati per questa edizione del 2017 riguardano principalmente la storia del Festival di Cannes. Provengono da nazioni che hanno permesso al Festival de Cannes di diventare un luogo speciale di scoperte cinematografiche: Ungheria, Libano, Serbia, Regno Unito, Italia, Stati Uniti, Israele, Mauritania, Niger, Polonia, Svizzera, Giappone, Spagna, Paesi Bassi, Canada, Belgio e Australia. Paesi che ritengono altresì che la tutela del patrimonio del cinema sia essenziale. Quindi viene proposta in occasione della celebrazione della sua 70a edizione, una breve storia del Festival di Cannes, dal 1946 al 1992, da René Clément a Victor Erice, in sedici film che hanno fatto la storia del Festival de Cannes.
1946: La Bataille du Rail (Battle of the Rails) di René Clément (1h25, France): Grand Prix International de la mise en scène e Prix du Jury International.
1953: Le Salaire de la peur (The Wages of Fear) di Henri-Georges Clouzot (1952, 2h33, France, Italy): Grand Prix.
1956: Körhinta (Merry-Go-Round/Un Petit carrousel de fête) di Zoltán Fábri (1955, 1h30, Hungary)
1957: Ila Ayn? (Vers l'inconnu ?) di Georges Nasser (1h30, Lebanon)
1967: Skupljači Perja (I Even Met Happy Gypsies/J'ai même rencontré des Tziganes heureux) di Aleksandar Petrović (1h22, Serbia): Grand Prix Spécial du Jury ex-æquo, Prix de la Critique Internationale -FIPRESCI ex-aequo.
1967: Blow-up di Michelangelo Antonioni (1966, 1h51, United Kingdom, Italy, United States of America): Grand Prix International du Festival.
1969: Matzor (Siege/Siège) di Gilberto Tofano (1h29, Israel)
1970: Soleil O (Oh, Sun) di Med Hondo (1h38, Mauritania-France): Semaine de la critique
1976: Babatu, les trois conseils di Jean Rouch (1h33, Nigeria-France
1976: Ai no korîda (In the Realm of the Senses/L’Empire des sens) di Nagisa Oshima (1h43, France-Japan): Quinzaine des Réalisateurs.
1980: All that Jazz (Que le spectacle commence) di Bob Fosse (1979, 2h03, United States of America): Palme d’or ex-æquo.
1981: Człowiek z żelaza (Man of Iron/L’Homme de fer) di Andrzej Wajda (2h33, Poland): Palme d’or.
1982: Yol – The Full Version (The Way/La Permission) di Yilmaz Güney, directed by Serif Gören (1h53, Switzerland): Palme d'or ex-æquo, Prix de la Critique Internationale ¬FIPRESCI
1983: Narayama Bushikō (Ballad of Narayama/La Ballade de Narayama) by Shôhei Imamura (2h13, Japan): Palme d’or.
1992: El sol del membrillo (Le Songe de la lumière) di Victor Erice (2h20, Spain): Prix du Jury ex-æquo, Prix de la Critique Internationale -FIPRESCI.
1951-1999: Una piccola storia di cortometraggi presentati a Cannes: Spiegel van Holland (Miroirs de Hollande) di Bert Haanstra (1951, 10mn, The Netherlands) / La Seine a rencontré Paris di Joris Ivens (1958, 32mn, France) / Pas de deux di Norman McLaren (1968, 13mn, Canada) / Harpya di Raoul Servais (1979, 9mn, Belgium) / Peel di Jane Campion (1986, 9mn, Australia) / L’Interview di Xavier Giannoli (1998, 15mn, France) / When the Day Breaks di Amanda Forbis and Wendy Tilby (1999, 10mn, Canada)
Insieme ai precedenti saranno presentati le seguenti pellicole restaurate:
Madame de… di Max Ophüls (1953, 1h45, France).
L’Atalante di Jean Vigo (1934, 1h28, France)
Native Son (Sang noir) di Pierre Chenal (1951, 1h47, Argentina)
Paparazzi di Jacques Rozier (1963, 18mn, France)
Belle de jour (Beauty of the Day) di Luis Buñuel (1967, 1h40, France.
A River Runs Through it (Et au milieu coule une rivière) di Robert Redford (1992, 2h04, United States of America)
Lucía di Humberto Solas (1968, 2h40, Cuba)
Ed infine La storia del cinema raccontata dal cinema stesso, nella presentazione di cinque documentari:
La belge histoire du festival de Cannes (The Belgian's Road to Cannes) di Henri de Gerlache (2017, 1h02, Belgium)
David Stratton - A Cinematic Life di Sally Aitken (2017, 1h37, Australia)
Filmworker di Tony Zierra (2017, 1h29, United States of America).
Becoming Cary Grant (Cary Grant - de l'autre côté du miroir) di Mark Kidel (2017, 1h25, France)
Jean Douchet, l'enfant agité di Fabien Hagège, Guillaume Namur, Vincent Haasser (2017, 1h30, France)

venerdì 16 settembre 2016

Torna Asiatica, il Festival del Cinema Asiatico, a Roma, dal 17 settembre al 2 ottobre al Teatro Argentina e al Teatro India

Asiatica Incontri con il cinema asiatico - XVII edizione

17 settembre \ 2 ottobre 2016 Teatro Argentina, Teatro India - Roma

Oltre 40 film, documentari, corti da 28 Paesi asiatici. Notevole la presenza del cinema iraniano con l'opening night di The Salesman di Asghar Farhadi, al Teatro Argentina il 17 settembre, per
poi proseguire al Teatro India. Il 19 settembre, l'intera giornata sarà dedicata al cinema iraniano per il ventennale della Iranian Independents, importante casa di distribuzione fondata da Mohammad Atterrai, ospite del Festival. Asiatica presenta, in data venerdì 23 settembre, 76 minutes and 15 seconds with Kiarostami, un omaggio, di Seifollah Samadian, al grande regista
iraniano recentemente scomparso
. La giornata di chiusura del festival vedrà invece la presenza di Mohammad Rahamian, altro regista iraniano con il suo Bench Cinema, un delizioso omaggio al cinema di tutto il mondo e in particolare italiano. Domenica 18, Hotel Machine, un documentario che racconta la guerra attraverso gli hotel in cui soggiornano i giornalisti di guerra. Alla presenza del regista Hung-en Su, domenica 18 The Mountain, un documentario taiwanese sulla condizione degli abitanti autoctoni dell'isola. Dalla Cina, Crosscurrent, con la splendida fotografia di Mark Lee. Il focus del 2016 verterà sulla Mongolia Interna, con vari rappresentanti della Inner Mongolia Film Group e il Coro Nazionale, che il 20 settembre si esibirà con i suoi 46 elementi, con voci a cappella e il tradizionale canto armonico.

Dalla Corea del Sud, The Bacchus Lady del famoso regista E J-young premiato in tutti i festival internazionali, mentre prodotto ad Hong Kong, Asiatica è fiera di aver portato in anteprima in Italia Beautiful 2016, quattro corti di quattro famosi registi: Jia Zhangke, Stanley Kwan, Hideo Nakata e Alec Su. Dal Giappone, un divertente omaggio al Roman Porno degli anni 70, con Wet Woman in The Wind di Shiota Akihiko, ospite del Festival, curiosa trasposizione odierna di una passione antica. Alla presenza del regista K Rajagopal da Singapore A Yellow Bird, tra i film rivelazione di Cannes 2016. Asiatica continua la sua attenzione sulle cinematografie del centro-Asia. Dal Kazakistan, il toccante, forte The Wounded Angel di Emir Baigazin. Per
quanto riguarda la sezione documentari: Nabarun, firmato da Q, regista di punta della new wave indiana, associato all'incontro per la pubblicazione de "Gli ammutinati di Calcutta" di Nabarun, edito da Metropoli d’Asia.
Saranno cinque, in totale, gli incontri in cui scrittori ed editori presenteranno le nuove pubblicazioni relative alle trasformazioni profonde in atto nel continente asiatico a partire dalla Siria, Paese presente con tre documentari all’interno della manifestazione. Il festival è quindi onorato di presentare il lavoro diVeysi Altay, ospite del Festival, con il documentario The New Life,  sulle guerrigliere di
Kobane e altri documentari che arrivano dal Nepal, Azerbaijan, Pakistan e Taiwan - quest’ultimo Paese presente con fiction e documentari. Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi presenteranno quindi le proprie opere Frammenti Elettrici su quattro schermi, nella giornata conclusiva del festival. Ospite di Asiatica, per la ricorrenza del 2 ottobre, Giornata internazionale della Non-violenza, Tara Gandhi. Due, infine, le mostre fotografiche e l'installazione Foresta di Sari, di Gaia Franchetti.
Film altrimenti invisibili si affacciano a Roma grazie ad un Festival, diretto da Italo Spinelli, che da 17 anni porta nella Capitale il reale, immaginario, problematico, provocatorio stato dell’arte, dalla Turchia al Giappone.
Per maggiori informazioni:    www.asiaticafilmmediale.it   
 

mercoledì 8 giugno 2016

TORNA L’APPUNTAMENTO CON “LE VIE DEL CINEMA DA CANNES A ROMA”

DALL’8 AL 12 GIUGNO NELLE SALE EDEN, FIAMMA E QUATTRO FONTANE
IN PROGRAMMA ANCHE LA PALMA D’ORO I, DANIEL BLAKE
Come ogni anno torna l’appuntamento con “Le Vie del Cinema Da Cannes a Roma”, rassegna cinematografica organizzata dall’Anec Lazio, che rientra nel più ampio progetto de “Il Cinema attraverso i Grandi Festival”.
L’iniziativa organizzata da ANEC LAZIO in collaborazione con REGIONE LAZIO e con CITYFEST | FONDAZIONE CINEMA PER ROMA, patrocinata da ROMA CAPITALE, porta dall’8 al 12 giugno nei cinema EDEN, FIAMMA e QUATTRO FONTANE una vetrina di film selezionati al 69° Festival di Cannes dal Concorso, dalla Quinzaine des Réalisateurs da sempre laboratorio di nuovi autori e dalla Semaine de la Critique, tutti rigorosamente in versione originale con sottotitoli in italiano.
La collaborazione con la Regione Lazio e, per il secondo anno consecutivo, con la Fondazione Cinema per Roma, indica il riconoscimento condiviso del valore sociale e culturale di questa iniziativa. Negli anni “Cannes a Roma” ha saputo accrescere l’affetto e l’interesse degli spettatori, divenendo fiore all’occhiello nel panorama degli eventi culturali più attesi nella Capitale.
Quest’anno, inoltre, eccezionalmente la rassegna coinvolgerà anche Latina (multisala Oxer), Terracina (multisala Rio) e Trevignano (cinema Palma), estendendo l’offerta culturale oltre i confini di Roma, al territorio regionale.
Tra i film in programma alcuni dei titoli più amati del panorama cinematografico internazionale, vincitori di premi e riconoscimenti importanti.
Dal Concorso spicca tra tutti la Palma d’oro I, Daniel Blake di Ken Loach; Juste la fin du monde del giovane Xavier Dolan, vincitore del Grand Prix de la Jury e del Premio Ecumenico; Bacalaureat del rumeno Cristian Mungiu, vincitore ex aequo del Premio per la Regia. Non meno attesi altri titoli come Aquarius del brasiliano Kleber Mendonça Filho, con una magnifica Sonia Braga; Sieranevada di Cristi Puiu ed infine The Salesman, dell’iraniano Asghar
Farhadi, che a Cannes ha conquistato il premio per la migliore sceneggiatura e quello per la migliore interpretazione maschile di Shahab Hosseini.Ricco anche il programma dei titoli provenienti dalla Quinzaine, con Divines della giovane regista franco-marocchina Houda Benyamina, vincitore del premio Camera d’or per il miglior film d’esordio; Dog Eat Dog di Paul Schrader; L’Effet Aquatique film postumo della cineasta franco islandese Solveig Anspach, vincitore del premio SACD ai film in lingua francese. E ancora, il film animato Ma vie de Courgette di Claude Barras; il thriller Mean Dreams del
canadese Nathan Morlando e Neruda di Pablo Larraín. La rassegna continua con Tour de France del regista francese Rachid Djaïdani con Gerard Depardieu; Two Lovers and a Bear del canadese Kim Nguyen; Wolf and Sheep firmato dalla prima regista afghana giunta a Cannes, Sharbhanoo Sadat, vincitore dell’Art Cinema Award e Poesia Sin Fin, l’ultimo film del grande Alejandro Jodorowsky.
Per la Semaine de la critique, infine, l’italiano I giorni felici verranno presto, secondo lungometraggio di Alessandro Comodin.
Anche per questa edizione sono previste presentazioni di film da parte di alcuni critici cinematografici.
Il programma completo della manifestazione è disponibile online sul sito dell’Anec Lazio www.aneclazio.it , mentre per tutti gli aggiornamenti durante la rassegna, basta consultare la pagina Facebook dell’evento: Le Vie del cinema da Cannes a Roma.
INGRESSI: intero 7 euro, ridotto 6 euro per over 65, studenti universitari e iscritti al SNCCI, Fidelity card: ogni 5 ingressi 1 in omaggio

mercoledì 25 maggio 2016

Special Cannes 2016: gli italiani fuori dai Palmares ed a sorpresa vince Loach

da Cannes Luigi Noera (foto per gentile concessione del Festival di Cannes)
Se l’anno scorso i cineasti italiani (e che cineasti) avevano raccolto le briciole, quest’anno l’Italia è rimasta a bocca asciutta. Sebbene il pubblico di Cannes abbia apprezzato sia Fai Bei Sogni di Marco Bellocchio che Fiore di Claudio Giovannesi, il divario con le altre pellicole in concorso nella stessa sezione autonoma non era obbiettivamente colmabile. Comunque sia andiamo alle star collaudate che sono state premiate dalla giuria del 69esimo Festival di Cannes, presieduta da George Miller, che oltre a premiare le quote ha omaggiato la Francia rappresentata da Oliver Assays. In calce riportiamo le nostre prime impressioni sotto forma di gradimento.

Durante la cerimonia di premiazione svoltasi domenica 22 maggio sono stati
annunciati i nomi dei  vincitori dei Palmares 2016. Laurent Lafitte ha accolto i vincitori e gli ospiti che hanno consegnato loro i Palmares sul palco del Grand Théâtre Lumière, mentre l'attore americano, Mel Gibson, ha avuto l'onore di consegnare la Palma d'oro al migliore film dei 21 in concorso e l'attore francese, Jean-Pierre Léaud, ha ricevuto da Arnaud Desplechin la Palma d'oro ad honorem.
Al termine della cerimonia di premiazione a chiudere questa edizione 2016 del Festival è stata la pellicola Palma d'oro
I, DANIEL BLAKE di Ken Loach
 
Ma ecco i premi della selezione ufficiale:
LUNGOMETRAGGI
Palma d'oro I, Daniele BLAKE di Ken Loach
Gran Premio JUSTE LA FIN DU MONDE di Xavier Dolan
Premio per la migliore regia ex-aequo Cristian Mungiu per  Bacalaureat e Olivier Assayas per PERSONAL SHOPPER
Premio migliore sceneggiatura a Asghar Farhadi per FORUSHANDE (The Salesman)
Premio della Giuria ad American Honey di Andrea Arnold
Premio migliore attrice a Jaclyn JOSE in MA 'ROSA di Brillante Mendoza
Premio miglior attore a Shahab Hosseini in FORUSHANDE (The Salesman) di Asghar Farhadi
Inoltre i Premi della Giuria Ecumenicale sono andati a Xavier Dolan, Andrea Arnold e Ken Loach, mentre il Premio della Giuria FIPRESCI è andati Maren ADE per Toni Erdman.
CORTOMETRAGGI
Palma d'oro TIMECODE di Juanjo GIMENEZ
Menzione speciale a Un MOCA QUE DANÇOU COM O DIABO (The Girl Who Danced With the Devil) di João Paulo MIRANDA MARIA
La CAMÉRA D’OR alla migliore opera prima è andata a DIVINES di Houda BENYAMINA presentato nella sezione autonoma Quinzaine des Realisateurs, la Giuria del CST ha inoltre assegnato il VULCAN AWARD OF THE TECHNICAL ARTIST a Seong-HIE RYU, per la direzione artistica svolta con grande ispirazione del film MADEMOISELLE (Agassi) di Park Chan-wook.
 
Ricordiamo anche i premi della sezione collaterale Un Certain Regard assegnati il giorno precedente dalla giuria presieduta dall’attrice svizzera Marthe Keller:
Premio Un Certain Regard a HYMYILEVÄ MIES  (Il giorno più bello nella vita di Olli Mäki) di Juho Kuosmanen
Premio della Giuria a Fuchi NI Tatsu (Harmonium)  di Fukada Kôji
Premio per la miglior regia a Matt Ross per CAPITAN FANTASTIC
Premio per la migliore sceneggiatura a  Delphine Coulin e Muriel Coulin per VOIR DU PAYS
Premio Speciale Un Certain Regard a La Tortue ROUGE di Michael Dudok de Wit
Premio della Giuria FIPRESCI a Bogdan MIRICA per CAINI.
 
Mentre la Giuria Cinéfondation e Short Films presieduta da Naomi Kawase, ha assegnato i seguenti premi 2016 Cinéfondation la cui selezione di 18 film di studenti sono stati scelti tra 2.350 pellicole provenienti da 548 scuole cinematografiche del mondo, durante una cerimonia al Teatro Buñuel, che è stata seguita dalla proiezione del film vincitore.
Primo premio a ANNA di Or Sinai - The Sam Spiegel Film & TV School, Israele
Secondo premio a IN THE HILLS di Hamid Ahmadi - The London Film School, UK
Terzo premio ex equo a A NYALINTÁS NESZE  di Nadja Andrasev -  Moholy-Nagy University of Art and Design, Ungheria e a LA CULPA, PROBABLEMENTE di Michael Labarca - Universidad de Los Andes, Venezuela
Quanto ai premi della Giuria della 55esima Semaine de la Critique con presidente Valérie Donzelli:
Nespresso Grand Prize a MIMOSAS di Oliver Laxe
France 4 Visionary Award ad ALBÜM di Mehmet Can Mertoğlu
Leica Cine Discovery Prize for short films a PRENJAK di Wregas Bhanuteja
Premi dei Partner:
Gan Foundation Award for Distribution a  Sophie Dulac, Francia per ONE WEEK AND A DAY (SHAVUA VE YOM) di Asaph Polonsky
SACD Award a Davy Chou and Claire Maugendre co-sceneggiatori di DIAMOND ISLAND
Canal+ Award short films a L'ENFANCE D'UN CHEF di Antoine de Bary
 
Nella selezione autonoma della Quinzaine des Realisateur sono stati assegnati i seguenti premi minori:
Art Cinema Award : Wolf and Sheep di Shahrbanoo Sadat
Prix SACD : L’Effet aquatique di Sólveig Anspach
Menzione speciale a Divines di Houda Benyamina
Label Europa Cinemas a Mercenaire di Sacha Wolff
Prix Illy ad un du courtometragggio : Chasse royale di Lise Akoka & Romane Gueret
Menzione speciale a Zvir (The Beast) di Miroslav Sikavica. Il Premio della Giuria FIPRESCI è andato a Julia DUCOURNAU per Grave.
Infine una notizia sulla Palma Queer 2016 che è andata al documentario  Les vies de Thérèse (Quinzaine des Réalisateurs) di Sebastien Lifshitz, mentre la Short Queer Palm è stata assegnato al corto GABBER LOVER, regia di Anna CAZENAVE-CAMBET (Cinéfondation). Dopo tante discussioni, la giuria ha deciso all'unanimità di assegnare il Queer Palm a due film che illustrano come due donne, una adolescente e l'altra in punto di morte- hanno lottato e sono riuscite a plasmare la propria vita.
 
Ma passiamo alla valutazione delle pellicole. Per quello che ci riguarda, avendo visto tutti i film in competizione, ad eccezione del film di Alain Guiraudie (Francia) Rester Vertical, ecco la nostra personale classifica, nella quale abbiamo aggiunto alla fine i film fuori concorso visti in ordine di gradimento:
1.     Ma’ Rosa (Brillante Mendoza, Filippine)
2.     It’s Only the End of the World (Xavier Dolan, Canada)
3.     American Honey (Andrea Arnold, UK)
4.     The Salesman (Asghar Farhadi, Iran)
5.     Ma Loute (Bruno Dumont, Francia)
6.     Bacalaureat (Cristian Mungiu, Romania)
7.     I, Daniel Blake (Ken Loach, UK)
8.     Paterson (Jim Jarmusch, US)
9.     Aquarius (Kleber Mendonça Filho, Brasile)
10.           The Handmaid (Park Chan-wook, Sud Corea)
11.           Toni Erdmann (Maren Ade, Germania)
12.           Sieranevada (Cristi Puiu, Romania)
13.           Personal Shopper (Olivier Assayas, Francia)
14.           Julieta (Pedro Almodóvar, Spagna)
15.           Mal de Pierres (Nicole Garcia, Algeria)
16.           The Unknown Girl (Luc and Jean-Pierre Dardenne, Belgio)
17.           Elle (Paul Verhoeven, Francia)
18.           Loving (Jeff Nichols, US)
19.           The Neon Demon (Nicolas Winding Refn, US)
20.           The Last Face (Sean Penn, US) che resta in assoluto il più brutto film!

Per Special screenings il poetico Le Cancre
(Paul Vecchiali, Francia) e il gang movie Chouf (Karim Dridi, Francia), per Midnight screenings, in ordine di gradimento, il doc Gimme Danger
(Jim Jarmusch, US) e Blood Father (Jean-François Richet, Francia.
Per quanto riguarda la selezione a latere Un Certain Regard, la nostra visione si è limitata ad un terzo delle pellicole che riportiamo in ordine di gradimento:
1.     La Tortue Rogue (Michael Dudok de Wit, Paesi Bassi)
2.     Fuchi Ni Tatsu (Kôji Fukada, Giappone)
3.     After the Storm (Kore-eda Hirokazu, Giappone)
4.     Me’Ever Laharim Vehagvoat (Eran Kolirin, Israele)
5.     Varoonegi (Behnam Behzadi, Iran)
6.     Voir du Pays (Delphine Coulin and Muriel Coulin, Francia)
7.     La Larga Noche De Francisco Sanctis (Francisco Márquez & Andrea Testa)
E quindi avendo tralasciato le rimanenti pellicole tra le quali sia Caini (Bogdan Mirică), sia Captain Fantastic (Matt Ross, US) hanno invece vinto. Ricordiamo che in questa sezione era pure presente il film italiano Pericle Il Nero di Stefano Mordini con un appaluditissimo Scamarcio.
Dei film visti delle sezioni autonome Quinzaine e Semaine della Critique rispettivamente solamente Diamond Island (Davy Chou) è stato premiato. Infatti per la Quinzaine abbiamo visto in ordine di gradimento:
1.     Tour de France (Rachid Djaïdani)
2.     Dog Eat Dog (Paul Schrader)
3.     Neruda (Pablo Larraín)
Mentre i premi sono andati a Divines (Houda Benyamina), Les Vies de Thérèse (Sébastien Lifshitz), Mercenaire (Sacha Wolff) e a Wolf and Sheep (Shahrbanoo Sadat).
Per la Settimana della Critica abbiamo visto oltre a Diamond Island (Davy Chou), anche l’irrisolto A Yellow Bird (K Rajagopal) e il film fuori concorso Verranno Tempi più Felici del pretenzioso Alessandro Comodin. I premi sono invece andati a Albüm (Mehmet Can Mertoğlu), L’Effet aquatique (Sólveig Anspach), Raw (Julia Ducournau), Mimosas (Oliver Laxe) e a One Week and a Day (Asaph Polonsky).
Probabilmente alcuni di questi ultimi saranno ripresi dalla consueta Rassegna di giugno Cannes a Roma.


Il Festival di Cannes offre inoltre opportunità di mostrare in anteprima nuove produzioni in ambito del Marche du Film. Una di queste che ha avuto un buon successo è la produzione asiatica su un leggendario eroe del lontano Oriente BILAL.
Pochi ne parlano ma, accanto al Festival di Cannes, nella vicinissima Chiesa di Notre Dame de Bon Voyage si svolge un Festival piccolino e nello stesso tempo grande Il Festival Sacro della Bellezza, arrivato alla terza edizione. Quest’anno uno dei promotori, l’amatissimo attore Michael Lonsdale, ci ha commosso con la sua interpretazione della Via Crucis. Con questa menzione vogliamo ringraziarlo.