Chi salverà le rose? è l’opera prima del regista di Alghero
Cesare Furesi. È questa la storia di
Giulio (Carlo Delle Piane) e di Claudio (Lando Buzzanca), non più giovanissimi,
ma uniti da un grande amore che va avanti da anni. Entrambi vivono nel loro ex
albergo, andato in fallimento a causa del vizio di Giulio per il poker. Anche a
seguito di ciò, Valeria, figlia di quest’ultimo, ha deciso di interrompere
qualsiasi rapporto con il genitore. Un giorno, però, a causa della grave
malattia di Claudio, Giulio deciderà di chiamare sua figlia insieme al nipote
Marco chiedendo loro di tornare a trovarli dopo tanti anni.Che dietro il lavoro
di Furesi ci siano le migliori intenzioni, è cosa certa. Molto bella, infatti,
anche se non proprio originalissima, l’idea di mettere in scena la delicata
storia d’amore tra i due uomini, con tutte le loro abitudini ed i loro rituali
quotidiani, ad esempio. Tuttavia, la scarsa riuscita di questa sua opera prima
è, dunque, sicuramente una forte ingenuità da un punto di vista prettamente
cinematografico, la quale ha portato ad una messa in scena maldestra e con non
pochi elementi di disturbo al proprio interno. Fin dai primi dialoghi tra Carlo
Delle Piane e Lando Buzzanca, infatti, da subito qualcosa ci disturba. E non si
tratta soltanto di una poco esperta direzione degli attori, bensì anche delle
battute stesse presenti all’interno dello script: troppo “letterarie”, troppo
macchinose, poco spontanee e quasi “finte”. Ovviamente tale problema persisterà
durante tutto il lungometraggio, anche per quanto riguarda i personaggi di
Valeria (Caterina Murino) ed altre figure secondarie. Esempio lampante di un
uso eccessivo della parola è il momento in cui Valeria stessa, truccandosi
davanti ad una specchiera, pronuncia tra sé e sé la frase “Questo pranzo non me
lo voglio perdere!”. Non dimentichiamo che, però, l’errore di dare troppo
spazio alle parole a scapito delle immagini può probabilmente derivare dal
fatto che Furesi ha innanzitutto grande esperienza come scrittore e
successivamente come regista, il che, spesso e volentieri, può creare
situazioni del genere.Il vero problema di Chi
salverà le rose?, però, è, di fatto, un altro. Di fianco a battute troppo
“ingombranti” ed a una maldestra direzione attoriale, ecco uno script che
presenta al proprio interno dei buchi decisamente importanti. Non mancano, di
conseguenza, personaggi lasciati in sospeso che finiscono per non avere alcun
peso all’interno della narrazione stessa (prima fra tutte Elisabetta, la
ragazza di Marco), così come snodi narrativi talmente poco convincenti da far
perdere di credibilità a tutto il lungometraggio (come la decisione da parte di
Giulio, in prossimità del finale, di togliersi la vita e la relativa, patetica
scena che vede protagonista l’uomo insieme a sua figlia Valeria).Nel tentativo di rilanciare
l’albergo di famiglia, ad un certo punto la stessa Valeria afferma di voler
vendere i tramonti e non le camere (riferendosi al panorama che si può vedere
dalla struttura). Evidentemente tale operazione è stato anche il tentativo di
Furesi nel mettere in piedi la storia. E, di fatto, come già è stato detto, di
bei paesaggi e di panorami mozzafiato il film è pieno. Tutto ciò, unito alle
ottime intenzioni iniziali, però, al fine di ottenere un buon risultato finale,
non è sufficiente. Purtroppo.
Marina Pavido
Nessun commento:
Posta un commento