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Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



venerdì 17 marzo 2017

Elle di Paul Verhoeven con Isabelle Huppert candidataOscar come Miglior Attrice Protagonista - la recensione di Marina Pavido

Nelle sale italiane dal 23 marzo, Elle è l'ultimo lungometraggio diretto da Paul Verhoeven, in concorso ufficiale al Festival di Cannes 2016 e per il quale Isabelle Huppert è stata candidata all'Oscar come Miglior Attrice Protagonista.La vita di Michèle, donna dal pugno di ferro a capo di un'importante azienda che produce videogiochi, cambia radicalmente il giorno in cui un uomo la aggredisce in casa propria. Una volta riuscita a rintracciarlo, però, senza ricorrere all'aiuto della polizia, tra i due si instaurerà un gioco strano ed alla lunga pericoloso.Che dire? Già il nome stesso di Isabelle Huppert è di per sé una garanzia. Se poi il prodotto in questione è frutto di un lungo e pensato riadattamento (l'opera di Verhoeven è tratta dal romanzo Oh... di Philippe Djian) da parte di un maestro del cinema mondiale che, anche questa volta, non ha dimenticato di curare a lungo sia i vari snodi narrativi sia l’introspettività dei protagonisti stessi, ecco come risultato un lungometraggio estremamente raffinato, complesso e stratificato, all’interno del quale sono racchiuse più di una tematica.In primo luogo, vi è il tema della propria identità personale e, nello specifico, dell’identità della stessa Michèle, la quale per molti anni ha indossato una sorta di maschera, una corazza al fine di apparire invulnerabile. In secondo luogo, il difficile rapporto con i genitori (in questo caso sarebbe meglio parlare di una vera e propria tragedia che ha per sempre segnato la vita della protagonista). Infine, ma non ultimo per ordine di importanza, vi è il tema della vendetta.Vendetta che ha luogo dopo molti anni e che non riguarda esattamente la persona direttamente interessata, ma che, ad ogni modo, viene perseguita in modo talmente sottile e talmente arguto – anche dal punto di vista dello script, questo ultimo lavoro di Verhoeven ha dimostrato di avere un ottimo livello – da far sì che la stessa Michèle possa entrare a far parte di diritto del gruppo delle “dark ladies” più intriganti della storia del cinema.Per questi motivi, ma anche per il crescendo di tensione e per i toni dal thriller che il regista olandese ha saputo trasporre sullo schermo, Elle si è rivelato un prodotto assolutamente da non perdere, al termine della cui visione ci si sentirà pienamente appagati.
 Marina Pavido 

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