La svolta della Commissione di selezione del candidato italiano agli Oscar verso un cambiamento nei confronti dei tanti equilibri
E’ noto che per la candidatura italiana di FUOCOAMMARE ai prossimi
Oscar si
è consumato uno strappo all’interno della Commissione riunitasi all’ANICA con
strascichi di polemiche anche da parte del Premio Oscar Paolo Sorrentino che
tanto amiamo che avrebbe preferito una doppia candidatura. Fuocoammare di
Gianfranco Rosi nella sezione documentari e Indivisibili di Edoardo De Angelis
nella sezione miglior film straniero. Non discutiamo la potenza di De Angelis
al quale manca però l’universalità di Rosi. D’altronde il film di Rosi va oltre
la confezione documentaristica e rende giustizia all’avamposto dell’Europa dal
nome Lampedusa. Perché non dimentichiamoci che l’umanità in fuga dalle guerre
incontra prima di tutto il Dott. Bartolo medico condotto dell’isola e la sua generosa
empatia che ha conquistato Meryl Streep e il pubblico della Berlinale.
Ma quale tra i titoli che le altre nazioni hanno già scelto possiamo dire
che sono all’altezza del grido universale che Rosi ha lanciato?
Dall’Europa sono almeno sei i registi che possono aspirare all’Award ed
in particolare dalla Bosnia ed Erzegovina Death in Sarajevo di Danis Tanović,
già Oscar nel nel 2002 con No Man’s Land, dalla Danimarca Land of Mine di
Martin Zandvliet, dalla Georgia House of Others di Rusudan Glurjidze, dal Kosovo
Home Sweet Home di Faton Bajraktari, dalla Romania Sieranevada di Cristi Puiu e
dalla Russia Paradise di Andrej Končalovskij. Tutti film che in forma indiretta
con storie passate ci ricordano il male che attanaglia l’Umanità: la guerra.
Invece
Rosi è diretto e colpisce la coscienza di tutti, oggi qui. Per tutto
questo
diciamo che la scelta ha rotto una volta per tutte con gli equilibrismi non sempre
felici di cui siamo stati capaci.
Ma anche dagli altri continenti possiamo enumerare un poker d’assi ed in
particolare dalla Australia il commovente Tanna di Martin Butler e Bentley Dean,
dalla Corea del Sud il Colossal The Age of Shadows di Kim Jee-woon, dall’Iran
The Salesman di Asghar Farhadi e da Israele Sand Storm di Elite Zexer. Ringraziamo
poi la Francia che ha preferito a Frantz di Ozane, passato recentemente a
Venezia, piuttosto Elle. In ultimo potremmo inserire nella lista dei film l’outsider
dalla Repubblica Ceca con lo stravagante Lost in Munich di Petr Zelenka e dal Giappone
il toccante Haha to Kuraseba di Yoji Yamada. Dobbiamo però aspettare il 26 gennaio quando sapremo la cinquina
dei candidati stranieri agli Oscar 2017.
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