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Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



mercoledì 28 settembre 2016

Nomine agli OSCAR: il perché di una scelta italiana azzeccata

La svolta della Commissione di selezione del candidato italiano agli Oscar verso un cambiamento nei confronti dei tanti equilibri

 
E’ noto che per la candidatura italiana di FUOCOAMMARE ai prossimi
Oscar si è consumato uno strappo all’interno della Commissione riunitasi all’ANICA con strascichi di polemiche anche da parte del Premio Oscar Paolo Sorrentino che tanto amiamo che avrebbe preferito una doppia candidatura. Fuocoammare di Gianfranco Rosi nella sezione documentari e Indivisibili di Edoardo De Angelis nella sezione miglior film straniero. Non discutiamo la potenza di De Angelis al quale manca però l’universalità di Rosi. D’altronde il film di Rosi va oltre la confezione documentaristica e rende giustizia all’avamposto dell’Europa dal nome Lampedusa. Perché non dimentichiamoci che l’umanità in fuga dalle guerre incontra prima di tutto il Dott. Bartolo medico condotto dell’isola e la sua generosa empatia che ha conquistato Meryl  Streep e il pubblico della Berlinale.
Ma quale tra i titoli che le altre nazioni hanno già scelto possiamo dire che sono all’altezza del grido universale che Rosi ha lanciato?
Dall’Europa sono almeno sei i registi che possono aspirare all’Award ed in particolare dalla Bosnia ed Erzegovina Death in Sarajevo di Danis Tanović, già Oscar nel nel 2002 con No Man’s Land, dalla Danimarca Land of Mine di Martin Zandvliet, dalla Georgia House of Others di Rusudan Glurjidze, dal Kosovo Home Sweet Home di Faton Bajraktari, dalla Romania Sieranevada di Cristi Puiu e dalla Russia Paradise di Andrej Končalovskij. Tutti film che in forma indiretta con storie passate ci ricordano il male che attanaglia l’Umanità: la guerra.
Invece Rosi è diretto e colpisce la coscienza di tutti, oggi qui. Per tutto
questo diciamo che la scelta ha rotto una volta per tutte con gli equilibrismi non sempre felici di cui siamo stati capaci.
Ma anche dagli altri continenti possiamo enumerare un poker d’assi ed in particolare dalla Australia il commovente Tanna di Martin Butler e Bentley Dean, dalla Corea del Sud il Colossal The Age of Shadows di Kim Jee-woon, dall’Iran The Salesman di Asghar Farhadi e da Israele Sand Storm di Elite Zexer. Ringraziamo poi la Francia che ha preferito a Frantz di Ozane, passato recentemente a Venezia, piuttosto Elle. In ultimo potremmo inserire nella lista dei film l’outsider dalla Repubblica Ceca con lo stravagante Lost in Munich di Petr Zelenka e dal Giappone il toccante Haha to Kuraseba di Yoji Yamada. Dobbiamo però aspettare il 26 gennaio quando sapremo la cinquina dei candidati stranieri agli Oscar 2017.

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