Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



lunedì 31 ottobre 2016

29mo Tokyo International Film Festival 25 ottobre - 3 novembre

Il Festival Asiatico dove andare almeno una volta nella vita!
Tra i film in concorso 7 Minuti di Michele Placido ed  Ospite d'onore Martin Scorsese 

E’ iniziata il 25 ottobre scorso il 29mo Tokyo International Film Festival
Come annunciato da Yasushi Shiina, Direttore Generale di TIFF & TIFFCOM,  la madrina di quest'anno è Haru Kuroki, una delle attrici più affermate in Giappone.




Il film di apertura è Florence Foster Jenkins di Stephen Frears  mentre il film di chiusura è Satoshi: A Move for Tomorrow di Yoshitaka MORI.
Nella sezione concorso, sono stati selezionati 16 film tra 1.502 titoli provenienti da 98 paesi. A presentare i due titoli giapponesi della sezione competizione, il direttore Daigo MATSUI e l’attrice interprete Yu AOI nel film Girls Never Die, oltre all’attore Munetaka AOKI interprete di Snow Woman.
Yoshi Yatabe Direttore artistico per la selezione ufficiale ha aggiunto: Abbiamo selezionato 16 titoli per il Concorso, e siamo stati guidati da tre obiettivi principali: volevamo presentare i titoli più importanti della stagione autunnale, abbiamo voluto mostrare i registi più singolari, e presentare una vasta gamma di visioni provenienti da tutto il mondo. Abbiamo scoperto che uno dei temi in molti dei lavori di quest'anno è l'esperienza degli immigrati, e credo che tutti noi possiamo imparare molto attraverso ciò che accade ai personaggi di questi film.
Delle 16 pellicole in competizione 3 sono prima mondiale (WP) e 4 prime asiatiche; ecco i titoli:
7 Minutes  di Michele Placido IP/ Italy=France=Switzerland
After You're Gone  di Anna Matison IP/ Russia
Being Born  di Mohsen Abdolvahab IP/ Iran
Big Big World  di Reha Erdem AP/ Turkey
The Bloom of Yesterday  di Chris Kraus WP/ Germany=Austria
Die Beautiful  di Jun Robles Lana WP/ The Philippines
The Fixer  di Adrian Sitaru AP/ Romania=France
Japanese Girls Never Die  di Daigo Matsui Japan
Mr. No Problem  di Mei Feng WP/ China
Paris Prestige  di Mohamed Bourokba (Hamé)
andEkoué Labitey (Ekoué)IP/ France
Quit Staring at My Plate  di Hana Jušić AP/ Croatia=Denmark
Sami Blood  di Amanda Kernell AP/ Sweden=Denmark=Norway
Shed Skin Papa  di Roy Szeto WP/ China=Hong Kong
The Silence of the Sky  di Marco Dutra IP/ Brazil
Snow Woman  di Kiki Sugino WP/ Japan
Tramps  di Adam Leon AP/ USA
Accanto alla Selezione ufficiale l’altra Japan Now con “Director in Focus” Shunji Iwai” e la sua retrospettiva
Fireworks, Should We See it Side or the Bottom? © 1996 ROCKWELL EYES INC.
Love Letter © FUJI TELEVISION NETWORK
Swallowtail Butterfly © 1996 SWALLOWTAIL PRODUCTION COMMITTEE
VAMPIRE ©2011 Rockwell Eyes,Inc.All Rights Reserved
A Bride for Rip Van Winkle © 2016  Film Partners
Selezione Japan Now
TOO YOUNG TO DIE! Di  Kankuro Kudo
your name diMakoto Shinkai
Daguerrotype di Kiyoshi Kurosawa
Her Love Boils Bathwater di Ryota Nakano
NIGHT’S TIGHTROPE di Yukiko Mishima
Happy Hour di Ryusuke Hamaguchi
Somebody’s Xylophone di Yoichi Higashi
HARMONIUM di Koji Fukada
SHIN GODZILLA di Hideaki Anno e Shinji Higuchi
Rage di Lee Sang-il
The Projects di Junji Sakamoto
Anche quest’anno, e siamo alla terza edizione CROSSCUT ASIA #3 ColorFul Indonesia con la Trilogia su Intimacy diTeddy Soeriaatmadja
 #1 Lovely Man 2011 (In cooperation with Osaka Asian Film Festival)
#2 Something in the Way 2013 (In cooperation with Focus on Asia International Film Festival Fukuoka)
 #3 About a Woman 2014
Three Sassy Sisters di Nia Dinata
Cado Cado: Doctor 101 di Ifa Isfansyah
Emma’(Mother) di Riri Riza
Filosofi Kopi di Angga Dwimas Sasongko
Following Diana di Kamila Andini
Someone’s Wife in the Boat of Someone’s Husband di Edwin
Fiction di Mouly Surya
Discovering Asian Cinema: After the Curfew (Versione restaurata in digitale del 1954) di Usmar Ismail scomparso nel 1971 a soli 50 anni.
Arrivato alla sua terza edizione il SAMURAI Award che per il 2016 premia il regista premio Oscar Martin Scorsese (Silenzio, The Departed, Taxi Driver) e il regista pluripremiato a Cannes Kiyoshi Kurosawa (Viaggio al Shore, Tokyo Sonata, Cure). Nella sua terza edizione, omaggia i successi di registi veterani che continuano a creare film innovativi che intagliano percorsi per una nuova era nel cinema.
La Cerimonia di premiazione SAMURAI Award si terrà il 3 novembre (giovedì) 2016 durante la
cerimonia di chiusura del 29 TIFF. A latere dell'evento del 3 ° anno del Premio Speciale SAMURAI si terrà il giorno stesso ilTalk "In Person: Kiyoshi Kurosawa”. Purtroppo per suoi impegni di regia Martin Scorsese non sarà in grado di partecipare alla cerimonia, mentre Kiyoshi Kurosawa sarà presente alla cerimonia per ricevere il premio.
Il progetto asiatico Three-Fold Mirror 2016: Riflessioni riunisce tre registi di talento provenienti da Giappone e altri paesi asiatici per co-creare una serie di film a episodi con un tema comune. Il primo della serie omnibus rappresenta lavoro di acclamati registi Isao Yukisada (Giappone), Brillante Ma Mendoza (Filippine) e Sotho Kulikar (Cambogia), e mette in evidenza il tema "Vivere in Asia," con tre episodi che raffigurano la vita di personaggi in viaggio tra il Giappone e la Cambogia, Filippine e Malesia. Il progetto richiede ai registi di includere un personaggio collegato in qualche modo ad un altro paese asiatico, e di girare sul posto in un paese asiatico. Il resto è lasciato al stile unico di ciascun regista a sviluppare il tema proposto quest’anno.
Il poster ufficiale evoca il titolo, a significare nuovi punti di luce riflessa dagli specchi di storia e
cultura di Three-Fold Mirror 2016: Riflessioni, il primo della serie di film omnibus co-prodotto da due organizzazioni.
In vista della prima mondiale del film collettivo asiatico Three-Fold Mirror 2016: Riflessioni, la prima volta della co-produzione tra Tokyo International Film Festival (TIFF) e The Japan Foundation Asia Center, i tre registi acclamati e gli attori sono apparsi in conferenza stampa per discutere le sfide e le scoperte che hanno vissuto durante l'anno dal lancio del progetto al 28 ° TIFF. Dalle loro parole nessun dubbio che gli obiettivi del progetto hanno di gran lunga superato le aspettative. La collaborazione, che proseguirà fino alle Olimpiadi del 2020 e Paraolimpiadi, riunisce registi asiatici di fama mondiale per creare ritratti di un personaggio che vive nella regione, che è collegata in qualche modo ad un altro paese asiatico.
Ma raccontiamo adesso la kermesse nel giorno dell’inaugurazione: una pioggia leggera su Tokyo non ha smorzato lo spirito delle migliaia di fan assiepati per vedere dal vivo registi e stelle del cinema che sfilavano sulla grande scalinata del red carpet di Roppongi Hills, per l’apertura della 29ma edizione del Tokyo International Film Festival (TIFF). Le centinaia gli ospiti che rappresentano i 200 film proiettati durante i dieci giorni del festival si sono soffermati a salutare i fan e firmare autografi.
L'evento è iniziato con la fervida attesa della Madrina del Festival Haru Kuroki, popolare attrice che ha vinto l'Orso d'Argento a Berlino nel 2014 con Little House di Yoji Yamada. Un applauso particolarmente caloroso per il Giappone al regista Shunji Iwai al quale il festival ha dedicato un Focus, ma anche alla stella coreana Teacher Yesung (Super Junior), all’ospite d’onore Anne Parillaud. Direttamente dal successo di Canne nella selezione Un Certain Regard il regista di Harmonium Koji Fukada. Altri ospiti importanti di ogni sezione sono stati l’attrice Munetaka Aoki, protagonista di due film, uno nella sezione concorso ufficiale, e l’altro nella sezione asiatica futuro. Ma anche attrici popolari come Yu Aoi e Mitsuki Takahata, la regista e attrice giapponese per finire con il terzetto di registi Brilliante Ma Mendoza, Isao Yukisada e Sotho Kulikar della prima serie Coproduction TIFF-Japan Foundation Asian: Riflessioni.
Uno stand ovation è stato riservato al premio Oscar Meryl Streep, protagonista del film di apertura di
questa edizione del TIFF, Florence Foster Jenkins, e al direttore Yoshitaka Mori, con Kenichi Matsuyama e Masahiro Higashide, star del film di chiusura Satoshi: A Move for Tomorrow.
Il primo ministro giapponese Shinzo Abe nel salutare tutti i presenti pubblico e star ha aggiunto scherzando, "questo tappeto rosso è molto più eccitante che il tappeto del Parlamento giapponese."
Il Presidente della Giuria Beineix ha commentato, "E 'un grande onore e un grande privilegio di presiedere la giuria del Tokyo International Film Festival. Il cinema è la nostra ricchezza comune. I film sono il nostro contributo alla libertà, la diversità culturale e, infine, la pace. Tutti abbiamo bisogno di pace e armonia, e film contribuiscono al loro diffondersi in questi tempi difficili. Insieme ai miei colleghi giurati, saremo alla ricerca di film audaci, creativi e sorprendenti. Festeggiamo il grande schermo. Andiamo insieme per grandi sogni. "
Musa Haru Kuroki ha introdotto il film d'apertura del Festival, Florence Foster Jenkins, descrivendola come "una storia vera ispiratrice sulla cantante peggiore del mondo", e ha accompagnato la stella Meryl Streep sul palco. Alle urla festose del pubblico, la Streep ha risposto , "Vi amo, troppo!" aggiungendo: «Grazie. Arigato gozaimasu. E 'una grande emozione essere di nuovo a Tokyo, una città che amo e amo esplorare. Spero che il film vi piaccia molto! "
Durante i 10 giorni di festa, più di 200 film saranno proiettati e ci saranno eventi cinematografici, tra cui apparizioni teatrali, sessioni di Q & A e simposi con ospiti illustri provenienti da tutto il mondo.

Il Tokyo International Film Festival mette in mostra film provenienti da tutto il mondo insieme agli
altri eventi cinematografici collegati fino al prossimo 3 novembre 2016 presso il Roppongi Hills, all’EX Teatro Roppongi e altro luoghi di Tokyo.

XX Tertio Millennio Film Fest - RDC AWARDS

Si è svolta Giovedì 27 ottobre 2016 al Cinema Trevi la CERIMONIA DI CONSEGNA degli RDC AWARDS A VIRZÌ, KONCHALOVSKY E MAINETTI.

Premi anche ai giovani interpreti di “Piuma”, a Marco Pontecorvo e al critico cinematografico e scrittore Alberto Crespi

Paolo Virzì e Andrei Konchalovsky sono tra i
vincitori degli RdC Awards 2016. I prestigiosi riconoscimenti della «Rivista del Cinematografo» sono stati consegnati nell’ambito del Tertio Millennio Film Fest giovedì 27 ottobre alle ore 20.30 nel corso di una cerimonia tenutasi al Cinema Trevi di Roma condotta da Fabio Falzone, giornalista e critico cinematografico per TV2000.
Al regista italiano va il Premio Navicella Cinema riservato al miglior film italiano per “La pazza gioia” interpretato da Micaela Ramazzotti, Valeria Bruni Tedeschi e Valentina Carnelutti. Al maestro russo è invece assegnato l’RdC Award per il miglior film straniero per “Paradise”, toccante dramma sull’Olocausto, già vincitore del Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di
Venezia e proiettato in anteprima al TMFF alla presenza dello stesso regista Konchalovsky al quale ha consegnato il premio Michele Placido.
Gli altri riconoscimenti sono stati assegnati a Luigi Fedele e Blu Yoshimi, giovani interpreti di “Piuma” di Roan Johnson, ai quali va il Premio Rivelazione 2016, a Marco Pontecorvo che si aggiudica il Premio Navicella Fiction per “Lampedusa - Dall'orizzonte in poi” accompagnato dalla protagonista Carolina Crescentini, a Gabriele Mainetti e Michele Braga, che vincono il Premio
Colonna Sonora per il film rivelazione “Lo chiamavano Jeeg Robot”, e al critico cinematografico Alberto Crespi a cui è stato consegnato da Federico Pontiggia il Premio Diego Fabbri per il libro “Storia d'Italia in 15 film” edito da Laterza.

domenica 30 ottobre 2016

MEDFILM FESTIVAL IL CINEMA DEL MEDITERRANEO A ROMA XXII edizione

Roma, 4 - 12 novembre 2016 c/o Cinema Savoy, Biblioteche e Centri culturali delle periferie

Apre il festival l'anteprima italiana dell'ultimo film del regista egiziano Yousry Nasrallah, che sarà presente alla proiezione. Paesi Ospiti d'Onore 2016: Iran e Tunisia
Torna,dal 4 al 12 novembrea Roma, ilMedFilm Festival, il primo e più importante evento in Italia dedicato al cinema del Mediterraneo. Lo storico festival romano si conferma un osservatorio irrinunciabile sul presente e sul futuro della settima arte, un inno al dialogo per esplorare e scoprire la ricchezza culturale dei paesi delle due sponde. Il festival, diretto da Ginella Vocca, si terrà al Cinema Savoy (via Bergamo, 25), storica multisala della Capitale che ha già ospitato l’edizione 2015 del MedFilm, e nelle Biblioteche e i Centri culturali delle periferie.
Film d’apertura della 22ma edizione sarà Brooks, Meadows and Lovely Faces (Al Ma’ wal
Khodra wal Wajh El Hassan), di Yousry Nasrallah, presentato in anteprima italiana.Tre anni dopo la partecipazione in concorso con After the Battle, il regista egiziano tornerà a Roma per incontrare pubblico e critica. Protagonista attivo della primavera araba, Yousry Nasrallah propone con Brooks, Meadows and Lovely Facesuno scatenato melodramma che, dietro la patina scintillante, nasconde un punto di vista problematico e politico sul proprio Paese, minacciato dalla repressione di ogni dissenso.
Tante, come sempre, le proposte del MedFilm. Per riannodare i fili che uniscono popoli e

culture, piuttosto che i muri e le divisioni che li separano, il festival ospiterà due Vetrine speciali dedicate ai Paesi Ospiti d’onore: l’Iran e la Tunisia. E proprio alla Tunisia, arriva in anteprima italiana Hedi di Mohamed Ben Attia, film rivelazione della Berlinale 2016, dove il protagonista Majd Mastoura – che sarà ospite a Roma per presentare il film – ha vinto l’Orso d’Argento come miglior interprete maschile. Una love story ambientata nella città costiera di Mahdia, che - nelle parole del suo autore - “è un’analisi della gioventù tunisina dopo la rivoluzione, il crollo di Ben Ali e ciò che il mondo intero ha poi chiamato la Primavera araba”. Con la consueta e preziosa attenzione nei confronti di cinematografie che faticano a trovare la via della distribuzione nelle sale del nostro Paese, il MedFilm conferma le sue sezioni competitive: il Concorso Ufficiale “Premio Amore e Psiche”, il Concorso Internazionale Documentari “Premio Open Eyes”, il Concorso Internazionale Cortometraggi “Premio Methexis” e “Premio Cervantes”. Prosegue la collaborazione tra l’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo e il MedFilm Festival con la Va edizione dei Lux Film Days a Roma, importante evento all’insegna del grande cinema europeo contemporaneo. Ampio spazio sarà inoltre dedicato al cinema italianocon la vetrina Le Perle, focus sul nostro cinema indipendente e i suoi giovani autori.
Film d’apertura – Venerdì 4 novembre, Cinema Savoy, Roma
Brooks, Meadows and Lovely Facesdi Yousry Nasrallah – Egitto, 2016, 115'

Yehia e i suoi figli, Refaat e Galal, gestiscono una società di catering specializzata in ricevimenti. Sua nipote, Karima, è promessa a suo figlio maggiore, Refaat, ma in realtà lei ama un altro. Refaat a sua volta è innamorato di Shadia, una donna divorziata appena tornata dagli Emirati Arabi. Shadia è attratta da lui ma teme la differenza di età e di posizione sociale. Galal, il figlio minore di Yehia, è uno sciupafemmine dal passato turbolento che è stato sposato con la sorella di Karima, morta dando alla luce il figlio Amir. Durante una festa di matrimonio allestita da Yehia e i figli, Farid Abou Rayya e la ricca moglie, Om Roaya, tentano di forzare la volontà di Yehia affinché ceda loro l’azienda. Nel frattempo, durante le nozze Karima trova il modo di rivelare i propri sentimenti all’uomo che ama…

martedì 25 ottobre 2016

Pif racconta il suo nuovo film In guerra per amore al Teatro Biondo di Palermo

In occasione dell’uscita al cinema, il prossimo 27 ottobre, del film In guerra per amore di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, il Teatro Biondo di Palermo, in collaborazione  con la casa di produzione cinematografica Wildside, con la 01 Distribution e con l’Associazione Libera, ha ospitato venerdì 21 ottobre uno spettacolo originale scritto e diretto dallo stesso Pif insieme allo
sceneggiatore del film Michele Astori. 
Pif ha raccontato, con il supporto di foto, clip e sequenze tratte dal film, gli avvenimenti e la storia di In guerra per amore.
Una scanzonata ma non troppo immagine dell’Italia ambientata nel 1943: nel pieno della seconda guerra mondiale durante lo sbarco degli Alleati in Sicilia, l’evento che cambierà per sempre la storia della Sicilia, dell’Italia e della Mafia.
Insieme a Pif e a Michele Astori, su palco erano presenti alcuni interpreti del film: Maurizio Marchetti, Maurizio Bologna e Sergio Vespertino. Invece
mancava la protagonista interpretata da Miriam Leone.


lunedì 24 ottobre 2016

DETOUR On The Road Film Festival 23 – 29 ottobre

Torna nella Capitale On The Road Film Festival, che giunge quest'anno alla sua quarta edizione.

Un trionfo di cinema indipendente internazionale con una vocazione itinerante, per la sua predilezione al tema del viaggio e quel suo muoversi tra Roma (negli spazi dello storico Cinema Detour di Via Urbana 107) e l'intero Lazio.
Appuntamento al Cinema Detour dal 23 al 29 ottobre, con la settimana dedicata alle sezioni in concorso, vera e propria vetrina per cinema indipendente da ogni parte del pianeta. Il tema di questa edizione - tracce, memorie, incontri - intende mettere a fuoco la necessità del viaggio come esperienza di contatto, di superamento, di interrelazione con l'altro e con il paesaggio.
Due le sezioni competitive: The Road, che accoglie lungometraggi e mediometraggi, fiction e documentari, e ShortCuts dedicato al cortometraggio. Quanto al Fuori Concorso, ancora due sezioni. Off the Map con un focus sulla grande scuola del cinema d'animazione polacco in collaborazione con il Festival O!pla; dall'altro, Across Borders, incontri di confine tra cinema, arte, letteratura, musica, con sonorizzazioni di film eseguite dal vivo, masterclass, laboratori per le scuole.
In concorso una selezione di titoli provenienti dai più importanti festival del mondo, con molte anteprime internazionali e nazionali, nella quale spicca una cospicua presenza femminile. Tra i titoli italiani Ciao amore, vado a combattere di Simone Manetti, Miglior Film Italiano e Premio Speciale della Giuria come Migliore Opera al Biografilm 2016, interpretato dalla combattiva protagonista Chantal Ughi, ex modella, attrice e cantante, ora campionessa di Muai Thai, la boxe thailandese. L'anteprima italiana di Mali Blues di Lutz Gregor, Selezionato al Toronto Film Festival e al Raindance di Londra, uno straordinario viaggio musicale in compagnia delle star della scena maliana (tra cui la chitarrista e compositrice Fatoumata Diawara) sullo sfondo della minaccia incombente del radicalismo islamista. Arriva dalla Francia il film Riso alla Cantonese, della regista francese di origini cinesi Mia Ma, già vincitore del festival Jean Rauche di Parigi, sul dilemma dell'identità delle seconde generazioni. Della regista francese Manuela Morgaine di origini egiziane, l'anteprima italiana di Another World - Those Who Come by the Sea, una visione personale e drammaticamente poetica del fenomeno migratorio accompagnata dalla voce di Erri De Luca che legge la sua poesia "Mare Nostro. Preghiera laica". Sempre nell'ambito del documentario sociale di ricerca, Covered with the Bloods of Jesus, Selezionato alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro 2016, realizzato nella regione del Delta del Niger dal regista calabrese Tommaso Cotronei (premiato al Torino Film Festival nel 2005) un viaggio tra i più deboli, schiacciati da quel gigante che è l'economia globale.
Tra le anticipazioni più attese, il Film d'Apertura Gueros (Miglior Opera Prima al Festival di Berlino) del messicano Alonso Ruizpalacios, e Figli dell'uragano del filippino Lav Dlaz, regista premiato quest'anno con il Leone d'Oro a Venezia.
Detour on the Road Film Festival proseguirà anche a novembre in versione itinerante tra Roma e altre località della Regione Lazio, ma il cuore dell'iniziativa sarà il Cinema Detour, che preannuncia una quarta edizione davvero sorprendete. Per tutti i titoli e dettagli vai al Sito Web:http://www.cinedetour.it

20mo TERTIO MILLENNIOFILM FEST - FestivaL del DIALOGO INTERRELIGIOSO

Tertio Millennio Film Fest della Fondazione Ente dello Spettacolo, giunto alla 20a edizione e inaugurato da san Giovanni Paolo II nel 1997, con il patrocinio dei Pontifici Consigli della Cultura e delle Comunicazioni Sociali, in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali CEI e con il sostegno della Direzione Generale Cinema MiBACT, è un festival cinematografico nel segno del dialogo interculturale e interreligioso.
Da sempre attento a indagare temi legati alla spiritualità, Tertio Millennio nel 2015 ha promosso un importante progetto di rinnovamento. Sull’esempio del “Cortile dei Gentili” promosso da S.E. il card. Gianfranco Ravasi, il Festival ha coinvolto i rappresentanti delle religioni cattolica, protestante, ebraica e islamica all’interno del proprio Comitato di Selezione per una proposta cinematografica nel segno della pace. Il dialogo interreligioso «è una condizione imprescindibile per la pace, e per questo è un dovere per tutti i credenti» (Francesco, Evangelii gaudium, 250). Il Festival si fregia della medaglia di rappresentanza della Presidenza della Repubblica.
Il bello di ripensare il dialogo tra religioni sta anche nell’individuazione di lineedi convergenza mai pensate prima. In altre parole, su che cosa si dovrebbe convenire? Quali le questioni su cui confrontarsi cercando un accordo chenon camuffi le divergenze ma le renda semmai produttive, arricchenti?
Se l’interreligiosità è l’abito indossato da Tertio Millennio, il suo corpo tematico cambia di anno in anno. Può essere la sfida dell’ecologia tanto rimarcata da Papa Francesco o il tema dell’accoglienza dei migranti o, come quest’anno, la questione femminile. Non bisogna ingannarsi su questo: c’è un problema donna che attraversa tutte le culture chiamate in causa dalla rassegna. Un retaggio del patriarcato che travalica storie e confini: le società, con le dovute differenze, sembrano tutte esercitare una forma di pressione indebita nei confronti della donna, che può portare talvolta a condizioni subdole di emancipazione (Coldness), altre volte sfociare in forme di violenza intollerabile (La ragazza senza nome, Agnus Dei, Paradise). Le vie della salvezza, ha ripetuto più volte il Papa, non sono precluse a nessuno: uomini e donne, indifferentemente. Persino il più abietto può incontrare la Grazia, come attesta la storia di Pippo Grassonelli (Ero Malerba). L’arte, la cultura, rivestono allora un doppio fondamentale ruolo: quello di mettere in comunicazione gli uomini – rivelando quindi la loro condizione di eguali, di fratelli – e quello di elevarli, aprendo loro gli occhi su un destino più autentico. Una missione che il cinema dei grandi – come quell’ Ermanno Olmi che si racconta senza remore in E venne l’uomo – ha sempre perseguito. La missione di essere uomini per davvero.
L’inagurazione del Festival domani alla Casa del Cinema  alle 20.30 con l’Anteprima di La ragazza senza nome |La fille inconnue (Francia/Belgio, 2016) di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne | 113’
E’ previsto l’Incontro con i registi e l’intervento di don Davide Milani, Modera Federico Pontiggia.
La cerimonia di premiazione giovedì 27 ottobre al Cinema Trevi condotta da Fabio Falzone. La premiazione sarà preceduta nel pomeriggio da un incontro con il regista Andrej Konchalovsky e la proiezione del suo film Paradaise vincitore a Venezia .
 

venerdì 21 ottobre 2016

Speciale 11ma Festa del Cinema di Roma – mercoledì 19 e giovedì 20 ottobre (DAY 7&8)

Imperdibile l’incontro con Meryl Streep ma anche il nuovo cinema argentino e tedesco 

dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del Cinema di Roma.

L’imperdibile incontro con Meryl Streep è stato una stand ovation durata un ora.Quattro i film nella selezione ufficiale TUTTI NE PARLANO: il primo di questi è un political correct David Mackenzie conHELL OR HIGH WATER. La rivincita nei confronti del potere dei banchieri da parte di una coppia di fratelli così diversi fra loro. Gli ingredienti di un buon moderno western ci sono tutti. Gli oppressi, il cattivo che si redime con il suo sacrificio, il caparbio sceriffo prossimo alla pensione. Il Bene che vince sul male anche se commette qualche peccatuccio. Il secondo film è GENIUS di Michael Grandage con un cast stellare: Colin Firth, Jude Law e Nicole Kidman . Un omaggio all’arte dello scrivere nel racconto di un talent scout nella New York degli anni ’20. Max Perkins, editore per la Scribner’s Sons e scopritore di scrittori come Hemingway e Scott Fitzgerald che riceve un manoscritto di mille pagine da uno sconosciuto scrittore di nome Thomas Wolfe. Purtroppo la performance dei tre attori non è al massimo, peccato.
Per la Selezione Ufficiale quello annunciato come uno scoop invece non ha entusiasmato sia la critica che il pubblico. MARIA PER ROMA di e con Karen Di Porto tra | Le voci del domani |. Un’altra storia ambientata nella Capitale alla deriva. Il fallimento dei suoi sogni la costringerà a abbandonare la passione. Un finale amaro che rappresenta la realtà dei giovani d’oggi. Gli altri film presentati provengono in maggioranza dall’Europa. Il primo del belga Stephan Streker NOCES     / A WEDDING affronta ancora una volta le
diversità fra il mondo occidentale e mussulmano nel contesto europeo. Le tradizioni sono una crosta culturale che nemmeno il rapporto parentale fraterno riesce a scalfire. Peccato che la giovane interprete vittima di questo dramma culturale non sia all’altezza. Dalla Francia invece una storia ambientata in Messico sulla ricucitura dei rapporti tra un anziano padre e la giovane figlia.
LA CAJA VACÍA / THE EMPTY BOX
di e
con Claudia Sainte-Luce. In un ambiente povero e rarefatto si svolge il miracolo del perdonarsi. Dopo lo strepitoso incontro l’altrettanto spumeggiante film  di Stephen Frears FLORENCE FOSTER JENKINS con Meryl Streep, Hugh Grant, ed un divertente Simon Helberg pianista squattrinato che godrà i favori della mecenate con la passione per il canto
purtroppo senza talento. Due grandi attori che si  divertono nei ruoli loro imposti. L’ultimo dei film europei è l’unico che si salva e rappresenta il nuovo cinema tedesco. 
Gordian Maugg con il suo FRITZ LANG volge sapientemente 
il suo sguardo al cineasta austriaco utilizzando filmati dell’epoca insieme ascene in bianco e nero con Heino Ferch nella sobria versione del regista genio, egocentrico maniaco del sesso e sadico. Le tematiche temporali trattate in alternanza non lasciano spazio all’occhio avido dello spettatore. Un Fritz Lang che indaga il “Demone” che è in ognuno di noi e in lui stesso. Il film mozzafiato da delitto perfetto è AL FINAL DEL TÚNEL

dell’argentino Rodrigo Grande. Il regista non lascia spazio a dubbi dello spettatore in un gran finale inaspettato. Lascia perplessa la volontà ferrea del protagonista Joaquín, un uomo sulla sedia a rotelle che gli permette l’impossibile. Ma questo è anche il 
fascino del cinema. Invece da  Hong Kong un deludente Tung-Shing 'Derek' Yee con SAN SHAO YE DE JIAN / SWORD MASTER in 3D. Un soggetto di cappa e spada e rocamboleschi combattimenti con una storia fantasiosa asservita alle acrobazie dei funamboli.

mercoledì 19 ottobre 2016

Speciale 11ma Festa del Cinema di Roma – lunedi 17 e martedì 18 ottobre (DAY 5&6)


Al giro di boa della Festa cosa succede? Oltre all’invasione degli Studios, il doc italiano di Patierno e da Israele e Irlanda la delusione per due registi promettenti, insieme al Giappone che surclassa tutti

dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del Cinema di Roma.

A metà della Festa due giornate intense per gli INCONTRI RAVVICINATI. Nella prima giornata il ritorno del Re come lo ha presentato Antonio Monda ovvero Viggo Mortensen che non ha bisogno di presentazione e interprete di CAPTAIN FANTASTIC, film in concorso in collaborazione con Alice nella Città. Il
mito Hippy passato ai raggi X da Matt Ross si infrange sulla quotidianità di una famiglia. Il secondo giorno  è stato ospite di Antonio Monda Daniel Mamet autore, sceneggiatore ma anche regista raccontando aneddoti della sua carriera. Invece in una saletta strapiena si è svolto il convegno dove i critici cinematografici italiani si sono interrogati e confrontati con i loro colleghi francesi ed americani. CONDIZIONI CRITICHE: AMARE IL CINEMA E SCRIVERE DI FILM NELL’ERA DIGITALE il titolo del panel moderato da Mario Sesti e Alberto Crespi. Esiste ancora uno spazio da difendere, consolidare e anche innovare per chi ha per anni esercitato il mestiere di lavorare sulla scrittura per esplorare e approfondire e comprendere l’inesauribile esperienza di vedere un film, con se stesso e con i lettori?
Pareri talune volte apparentemente contrapposti che guardano al futuro della critica cinematografica. Ma vi rimandiamo alla pagina FaceBook per l’ascolto dalla loro viva voce.Passiamo ai film di inizio settimana. E’ la volta del secondo film (doc) italiano di Francesco Patierno NAPLES ‘44   che attingendo da filmati dell’epoca tramite il racconto di un giovane ufficiale inglese, Lewis Norman entrato con la Quinta Armata Americana in una Napoli distrutta e piegata dalla guerra, di come da vissuta questa esperienza. Il film è tratto da un libro frutto degli appunti presi dall’ufficiale inglese, divenuto dopo la guerra un affermato scrittore. Inediti delle nefandezze delle truppe alleate verso una popolazione civile affamata. Una potente denuncia degli orrori delle guerre. Di tutte le guerre, perché non esistono quelle giuste o ingiuste, ma solo la sofferenza che ne deriva. La doppietta americana è rappresentata da una parte da un film di denuncia dove Rachel Weisz e il bravissimoTimothy Spall nei panni di David
Irving si fronteggiano nel film DENIAL di Mick Jackson. La prima interpreta la storica Deborah Lipstadt che nel libro “Denying the Holocaust” denuncia appunto la posizione negazionista di David Irving. Una battaglia combattuta nelle aule di un tribunale inglese dove è la Lipstadt a dover difendersi in quanto l’onere della prova, secondo la legge inglese sulla diffamazione, spetta all’accusato.  Il secondo film è THE ACCOUNTANT di Gavin O'Connor interpretato da un prestante Ben Affleck e dalla giovanissima Anna Kendrick, peraltro interprete anche di The Hollars, altro film statunitense in selezione. E’ la solita ricetta degli Studios  che si avvale di effetti speciali, di inseguimenti, di piccoli escamotage melò con l’aggravante che la sceneggiatura già così povera è incomprensibile e il regista mette in bocca agli attori la soluzione dell’intrigo.
Siamo rimasti anche delusi dall’israeliano Yaniv Berman ed il suo MEDINAT HAGAMADIM / LAND OF THE LITTLE PEOPLESebbene sia da apprezzare la possibilità dei cineasti israeliani di poter affrontare liberamente e denunciare il clima che si vive in Israele di continuo terrore e violenza, il linguaggio è così aggressivo ed urlato da sfociare piuttosto in un horror. Il film è controverso perché taluni lo hanno apprezzato. Il linguaggio utilizzato è invece adatto ad un corto.A colmare queste delusioni ci ha pensato il cineasta francese Sébastien Marnier con IRRÉPROCHABLE . Noir di ottima qualità direi il delitto perfetto con una affascinante e impenetrabile Marina Foïs.Non è altezza invece l’attrice  Rooney Mara, coprotagonista nel controverso Carol, che adesso interpreta la tragedia di una storia di pedofilia raccontata dall’inglese  Benedict Andrews nel film UNA. Anche in questo film la sua mancanza di  espressività è la nota dolente.Di tutt’altra fattura il noir dai connotati politici dell’irlandese Jim Sheridan che con THE SECRET SCRIPTURE ci racconta grazie all’aiuto di Vanessa Redgrave nei panni di una anziana donna la storia Roseanne McNulty vittima dell’eterno scontro tra cattolici e protestanti. La Chiesa cattolica non ne esce bene da questo film di denuncia politica.

Dal nuovo mondo anglosassone Ivan Sen con GOLDSTONE , il suo ultimo elegante e intelligente noir che riflette sulla storia dell'Australia con un racconto avvincente ambientato nel presente.Il film che abbiamo amato di più è il giapponse NAGAI IIWAKE / THE LONG EXCUSE di Miwa Nishikawa. Una riflessione sui valori dell’uomo dove si confrontano due uomini: Sachio e Yoichi, le cui mogli care amiche periscono in un incedente stradale. Da una parte un affermato scrittore, dall’altra un camionista che si ritrova dover accudire ai due figli. Da questa tragedia nasce fra i due un rapporto di solidarietà ed empatia permettendo allo scrittore ed al camionista di comprendere il senso vero della vita.

lunedì 17 ottobre 2016

Speciale 11ma Festa del Cinema di Roma – sabato 15 e domenica 16 ottobre (DAYS 3&4)

La Festa nel fine settimana ha riservato sorprese al pubblico romano, tra questi il nuovo outsider? Purtroppo l’atteso incontro di domenica con il Maestro Wajda è saltato per la morte del grande regista polacco, mentre Bertolucci ha avuto una standing ovation e la cavea va in delirio per Jovanotti

dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del Cinema di Roma.
Sabato è stata la volta del primo titolo italiano selezionato: SOLE CUORE
AMORE di Daniele Vicari che ci presenta Isabella Ragonese alle prese con la quotidianità della Capitale. Non si tratta degli ultimi, ma di persone normali che vivono in una città allo sbando. Si ripresenta una verità non verità con lo sforzo pazzesco di Isabella a parlare romanesco. Se in altre sue opere, prima delle quali ricordiamo i fatti di Genova alla caserma Diaz, mostra il volto dell’Italia berlusconiana, adesso non capiamo cosa vuole rappresentare, qualcuno lo accosta al film  Non Essere Cattivo  per il linguaggio usato e quindi piuttosto da soap opera.
Altro film controverso è THE BIRTH OF A NATION interpretato e diretto dall’americano Nate Parker. In conferenza stampa di presentazione della Festa Antonio Monda aveva con orgoglio rimarcato la presenza dell’originale di The Birth of Nation del 1915 di D. Griffith, padre del Cinema come noi lo conosciamo. Ha ragione Monda, ma come in ogni remake il paragone è inevitabile e Nate Parker è stato coraggioso. Si pensava che il film 12 anni Schiavo di Steve Mac Quenn avesse messo la parola fine, almeno cinematograficamente, al periodo della nascita dell’America del periodo di segregazione razziale. Parker aggiunge un tassello a distanza di duecento anni ma appare chiaro che tale lasso di tempo non ha abbastanza rasserenato gli animi.
E’ stato pure presentato un Doc inusuale sulla Shoah dal titolo THE LAST LAUGH dell’americano Ferne Pearlstein. Il regista in giro per gli State intervista una sopravvissuta all’olocausto. Il tema però riguarda del modo in cui i media affrontano l’argomento. Potrebbe essere anche oggetto di sane risate? Tesi in parte condivisibile, purtroppo il regista si scaglia contro il premio Oscar Roberto Benigni e il suo capolavoro La Vita è Bella. L’approccio con le scene tratte dal Dittatore di Charlie Chaplin  è fuorviante perché all’epoca il grande Chaplin voleva in realtà mettere in guardia l’America dall’eccessiva tolleranza verso il nazismo. Che resta allora? In un mondo perennemente in guerra con genocidi annunciati la Shoa ha ancora qualcosa da dire.
Sempre nella giornata di sabato nella sezione autonoma Alice due pellicole tra 

loro diverse ma entusiasmanti: la prima sul super eroe MAX STELL dell’inglese Stewart Jendler mutuato dalla produzione della Mattel ci racconta come gli alieni possano salvarci da loro stessi in una narrazione che è adatta anche ad un pubblico adulto contendo tutti gli ingredienti per accattivarselo: il buono, il cattivo e la bella principessa.
Il secondo un fine cartone animato del francese Jean- Francois Laguionie sulla solitaria esistenza umana:  Louise en Hiver. Sono 75 minuti di assoluta fantasia della mente umana.
Nella giornata domenicale l’affollatissimo ed entusiasmante incontro con Lorenzo Cherubini in arte Giovanotti. Ma non finisce con lui perché è anche il giorno del documentario dell’inglese Paul Dugdale sui THE ROLLING STONES OLÉ OLÉ OLÉ!: A TRIP ACROSS LATIN AMERICA. Il documentario ci consegna
non solo il backstage dell’ultimo Tour della banda più famosa del mondo insieme ai Beatles, ma anche uno scorcio di storia dell’America Latina di oggi e di ieri durante le dittature. Per noi europei è un tuffo gioioso nel passato, ma ricordiamoci che a quei tempi i nostri coetanei messicani, argentini, cubani rischiavano la galera per aver ascoltato un brano Rock. Vengono fuori quattro artisti ormai anziani ma con un animo ancor gioioso capaci di infiammare i ragazzi di oggi. Domenica è anche la volta del primo
titolo francese di Emmanuelle Bercot:LA FILLE DE BREST / 150 MILLIGRAMS. Il film è tratto dalla storia di uno scandalo farmaceutico realmente avvenuto qualche anno fa in Francia. Ha il pregio del ritmo incalzante tipico della cinematografia di denuncia statunitense, ma  il brio francese. Questi due fattori creano una ricetta vincente per un film che mette a nudo le fragilità dei due protagonisti nei quali ognuno di noi può specchiarsi. Il terzo doc del fine settimana realizzato dall’inglese Otto Bell ci porta in Mongolia. Si tratta della storia vera di Aisholpan, tredicenne mongola che ha il sogno di diventare la prima cacciatrice di aquile donna,
arrivando a competere all’annuale Golden Eagle Festival. THE EAGLE HUNTRESS è un documentario didascalico, ma ha il vantaggio di mostrarci gli stupendi paesaggi della Mongolia e la vita condotta dai nomadi in quelle terre estreme. E’ anche un inno all’emancipazione femminile mongola dove vige ancora la differenza di genere. A noi è piaciuto invece l’altro doc INTO THE
INFERNO del tedesco Werner Herzog che in compagnia del vulcanologo Clive Oppenheimer
dell’Università di Cambridge. I vulcani più famosi sulla Terra, la loro genesi ed il senso di impotenza dell’essere umano davanti alla loro forza distruttiva. Non dimentichiamoci però che senza di essi la Vita non avrebbe potuto esistere sulla Madre Terra.

Per Le voci del domani il film TRAMPS dell’americano Adam Leon. Un
thriller per le strade di New York. Per questo ringraziamo i selezionatori per averlo scovato. Infine dal Messico 7.19AM di Jorge Michael Grau. Una narrazione che lo spettatore si aspetta noiosa e che invece con un linguaggio inusuale affronta sia temi esistenziali che etici nello spazio ristretto delle macerie di un edificio ministeriale crollato dopo un tremendo terremoto avvenuto il 19
settembre 1985 che investe la megalopoli  di Città del Messico. I due protagonisti si trovano agli antipodi della scala sociale e burocratica. Da una parte il Direttore Generale Fernando, che rappresenta il potere corrotto, dall’altra l’ultimo degli impiegati, il guardiano notturno Martin, che rappresenta il popolo che sopravvive grazie alla sua umanità. In attesa di essere tratti in salvo dai soccorritori la piece teatrale mette a nudo le fragilità umane e le responsabilità del potere.

venerdì 14 ottobre 2016

Speciale 11ma Festa del Cinema di Roma –venerdì 14 ottobre (DAY 2)

La Festa dopo l’apertura di ieri con MOONLIGHT prosegue con uno sguardo agli Studios, ma anche al nuovo cinema Messicano e al Testamento del Maestro WAJDA

dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del Cinema di Roma. Dopo la divertente prestazione di Tom Hanks che non si è lesinato al pubblico romano nel Red Carpet intervistato dal Direttore Antonio Monda ci ha raccontato la sua vita professionale, oggi ci sarà in serata il primo degli EVENTI: Michael Bublé presenta Tour Stop 148 di B. Sullivan, girato in bianco e nero per gli amanti della musica del cantautore pluripremiato che ci ricorda tanto Frank Sinatra.
Nel pomeriggio un’altra icona americana è attesa sul Red Carpet per il secondo degli INCONTRI RAVVICINATI: Oliver Stone. Regista indipendente che ha sempre sposato la denuncia civile. Dello stesso viene presentato l’ultimo suo lavoro: SNOWDEN di Oliver Stone dove spicca la interpretazione del protagonista interpretato da
Joseph Gordon. Il giovane talento informatico Snowden è un americano intriso dal padre di sincero patriottismo, possiamo dire repubblicano. Quando si rende conto nel suo lavoro che i servizi di intelligence sono deviati si trova ad un bivio. Il resto è storia recentissima. Oliver Stone di cui abbiamo apprezzato l’incontro svoltosi nel pomeriggio, fedele a se stesso si adegua ai nuovi canoni di Internet e ci consegna l’ennesimo reportage di storia americana lasciando allo spettatore il giudizio storico. Una parte che può apparire secondaria è lasciata al saggio Nicolas Cage che interpreta il sentimento di tuuti noi: ci è riuscito.
Dagli Studios in concorso MANCHESTER BY THE SEA di Kenneth Lonergan con un enigmatico Casey Affleck. Un dramma familiare improvviso ma atteso rimette a posto le
tessere di un mosaico per rielaborare il lutto e i sensi di colpa del protagonista. Un quadro pittorico di come la vita va in pezzi in un attimo. Notevole l’interpretazione di Casey. Un paesaggio come una cartolina rassicura lo spettatore. Sebbene la lunghezza della pellicola superi le due ore canoniche i continui flash back tengono alto il ritmo complessivo della pellicola.  
Il direttore artistico lo aveva annunciato che la Festa non disdegna i documentari che questo anno raggiungono il notevole traguardo di un quarto della intera selezione. Ecco il primo che diventerà un must per i cinefili. Si tratta di  RICHARD LINKLATER: DREAM IS DESTINY di Louis Black e Karen Bernstein. Il regista indipendente dopo l’opera
che lo ha reso famoso Slacker del 1991 termine introdotto dopo nel linguaggio comune, di recente (2014) ha portato a termine un opera poderosa ed unica durata 12 anni. Parliamo di BOYHOOD che racchiude in se anche la storia recente dell’America. Partendo da questi due capolavori di cui il secondo ha ricevuto l’OSCAR per la migliore attrice non protagonista il regista si racconta in prima persona in una intervista riaprendo il suo passato conservato in scatoloni.
A questo si uniscono le interviste ad attori e collaboratori, da Matthew McConaughey a Patricia Arquette, da Ethan Hawke a Jack Nero, passando per Julie Delpy, e Kevin Smith – così come i colleghi e amici – John Pierson (produttore), John Sloss (Cinetic media), Jonathan Sehring (IFC Films), Michael Barker (Sony Pictures Classics), Kent Jones (Film Society del Lincoln Center), Clark Walker (scrittore) e Tommy Pallotta (regista).Ma passiamo al filmone della giornata del Maestro Andrzej Wajda che con POWIDOKI /
AFTERIMAGE
 ci lascia un testamento su cosa sia l’Arte visiva grazie alla narrazione di un pezzo di storia recente. Il famoso pittore Władysław Strzemiński professore della Scuola Nazionale di Belle Arti di Łódź con l’ascesa del Comunismo in Polonia cade in disgrazia. Grande artista e co-fondatore della corrente dell’Unismo, è invece osannato dai suoi studenti come il “Messia della pittura moderna”. Oltre all’inno all’Arte siamo di fronte alla condanna di uno dei due mali assoluti del secolo scorso che hanno
soggiogato la Polonia. Non possiamo che dire grazie al Maestro che alla sua veneranda età ci ha regalato e lasciato un segno tangibile del suo passaggio terreno. Grazie.
Infine il primo dei film della sezione |Le voci del domani|TODO LO DEMÁS / EVERYTHING ELSE
della messicana Natalia Almada. Si tratta di uno stile non proprio nuovo con riprese dal basso, primi piani nella caotica metropolitana  e frame fissi per entrare nel cuore della solitaria protagonista Doña Flor dipendente statale. Maniacale che improvvisamente perde il suo unico affetto.
L’esercizio di laboratorio mette a dura prova lo spettatore che però è appagato dalla interpretazione della protagonista Adriana Barraza che per oltre 90 minuti tiene banco.