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Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



lunedì 5 settembre 2016

Speciale 73esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – venerdì 2 settembre (DAY 3)

Thriller dalla Spagna e dall’ America di Tom Ford, dall’ America Latina invece una storia di fede

dal Lido di Venezia Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Biennale.Al secondo giorno di proiezioni ecco ancora l’America che fa la parte della protagonista e nella selezione VENEZIA 73 presenta Nocturnal Animals di Tom Ford  con un thriller che si svolge su vari piani, tanti quanti i
protagonisti. Il linguaggio è potente da mal di pancia e la visione è sconsigliata ai deboli di cuore. Che ci sia già una ipoteca sul Leone d’Oro? Di sicuro per la sceneggiatura nella quale il più attento cinefilo avrà difficoltà a trovare seppure una piccola discrepanza. L’inicipit è un omaggio del regista di   felliniana memoria. Secondo il regista Nocturnal Animals è un racconto che esorta a confrontarsi con le scelte che facciamo nel corso della vita e sulle conseguenze delle nostre decisioni. In una cultura sempre più “usa e getta”, dove tutto, incluse le relazioni, può essere facilmente buttato via, questa storia parla di lealtà, dedizione e amore. È una storia sul senso di isolamento che tutti proviamo, e sull’importanza di dare valore ai rapporti personali che ci sostengono nella vita.
Dall’America Latina una pellicola con un linguaggio pasoliniano ridotto all’essenziale:
El Cristo ciego di Christopher Murray
è la storia del giovane Michael convinto di aver avuto una visione divina nel deserto. Quando un suo amico d’infanzia subisce un incidente in un lontano villaggio, Michael intraprende a piedi nudi un pellegrinaggio nel deserto con l’intento di guarire l’amico mediante un miracolo. Partendo da questo spunto il regista ci porta nel deserto del Cile settentrionale, area caratterizzata da una forte religiosita` e da una drammatica realta` sociale. Sono a dire dell’autore , due aspetti prodotti dall’arrivo di grandi compagnie che hanno sfruttato iniquamente le risorse minerali esistenti, privando le comunita` locali del diritto di vivere come meritano. Invece FUORI CONCORSO dopo la Cerimonia di consegna del Premio PERSOL TRIBUTE TO VISIONARY TALENT AWARD 2016 a Liev Schreiber nella Sala Grande la vera storia di Rocky : The Bleeder
di Philippe Falardeau
ovvero del pugile Chuck Wepner, venditore di alcolici del New Jersey che resistette 15 round contro Muhammad Ali. Tolti alcuni fronzoli melodrammatici tanto cari agli Studios  c’è un buon lavoro sulle scene sul ring. E sebbene il regista abbia affermato che non è un film sul pugilato, per noi non solo lo è, ma anche è un omaggio a quella Hollywood spettacolare e ad uno dei suoi protagonisti: Silvester Stallone. Sempre dalla viva voce la consapevolezza che gli anni settanta erano essi stessi uno dei protagonisti: la musica, il design, gli abiti allora di moda. E quindi sotto questa aspetto racconta l’ascesa, la caduta e la redenzione.
Per la sezione ORIZZONTI due film così diversi tra loro, da una parte il thriller spagnolo che prende a piene mani da Tarantino. Stiamo parlando di Tarde para la ira di Raúl
Arévalo
. Film di buon fattura che a poco a poco snocciola le diverse verità offerte allo spettatore lasciandogli la libertà   sul futuro dei protagonisti per i quali sarà difficile rimarginare le ferite delle vicissitudini della vita. Odio, rancore, ira, rabbia repressa sono i sentimenti che hanno mosso la trama con una violenza secca, cruda, dura, com’è nella vita vera tenendo costantemente alta l’attenzione degli spettatori.
Dall’altra parte Die Einsiedler di Ronny Trocker ambientato sulle Alpi e sulla vita dura di quei luoghi dove vige una legge arcaica tipica
dei masi alpini. Il regista ci mostra la difficoltà di dialogo dei protagonisti tra loro e con il mondo che li circonda. Come è solito per gli ai montagnosi predomina il verde che vira al bianco e nero che come non mai è il palcoscenico adatto alla incomunicabilità e ai silenzi.  Per la Settimana della Critica l’unico film italiano LE ULTIME COSE di Irene Dionisio sul malessere della nostra società dove come non mai è mammona a spingere le azioni dei personaggi. Tre storie che stancamente si intrecciano tra loro, storie di
ultimi che vivono alla giornata. Forse l’autrice avrebbe potuto concentrare la storia in un tempo minore, ma il sottrarre ad un opera è stato sempre una azione dolorosa e comprendiamo la regista Irene Dionisio, documentarista passata alla finzione. Infine vogliamo segnalare in ambito della BIENNALE COLLEGE – CINEMA uno dei quattro film portati a compimento del regista indiano Shubhashish Bhutiani che con Mukti Bhawan (Hotel Salvation) sulla tradizione indiana di andare a morire nella città santa di Varanasi e terminare così il ciclo delle rinascite, ottenendo la salvezza. Da una storia semplice la descrizione degli
alberghi che prolificano nella Città Santa di Varanasi. Il  film è stato applaudito con una stand ovation durata dieci minuti! Il commento a caldo del giovane regista: Il film esplora l’idea di liberazione e di cosa questo significhi per le tre generazioni di una famiglia, a cominciare dal patriarca. La cosa ironica poi è che non è una storia sulla morte, ma sulla vita, e sui rapporti che ci rendono ciò che siamo, in una città che a volte vede la morte come una parte del suo tessuto e a volte come una celebrazione.

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