Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



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giovedì 8 giugno 2017

NASTRI D’ARGENTO 2017: un assaggio e i pronostici sulla serata al Teatro Greco di Taormina del 1° Luglio


Si è svolta presso il MAXXI di Roma come già per la 70ma edizione l’annuncio delle candidature dei NASTRI d’Argento edizione 2017 che per certi versi ripropone con nuovi ingressi e due importanti esclusioni per via del periodo considerato le candidature dei David di Donatello.

In quella occasione appunto oltre alle pellicole adesso escluse La Pazza Gioia e Via col Vento aveva primeggiato Indivisibili di Edoardo De Angelis con sei statuette. Non di meno ai Nastri d’Argento Indivisibili bissa ben sette candidature in compagnia di La Tenerezza di Gianni Amelio e del recente film Fortunata di Sergio Castellitto che ha tenuto alta la nostra bandiera nella selezione Un Certain Regard di Cannes grazie alla vittoria della brava Jasmine Trinca. Ma da Cannes il Sindacato dei giornalisti ha attinto a piene mani candidando altri due film: SICILIAN GHOST STORY di Antonio PIAZZA e Fabio GRASSADONIA e CUORI PURI opera
prima di Roberto De Paolis. Il primo scelto come film di inaugurazione della sezione autonoma La Semaine de la Critique, il secondo selezionato alla sezione Quinzaine des Realisateurs. Quest’ultimo, dispiace dirlo, è la copia imperfetta dell’opera prima di Marco
Danieli La ragazza del Mondo. Cuori puri va infatti ad esaminare una stereotipa periferia romana, invece La Ragazza del Mondo supera questi limiti mostrandoci tale e quale la setta dei testimoni di Geova. Potremmo dire dal particolare all’universale e qui sta la differenza. Tra gli altri segnaliamo il film di Fabio Mollo Il Padre d’Italia che può contare su quattro candidature oltre lo script anche per l’attore protagonista Luca Marinelli, l’attrice protagonista Isabella Ragonese e l’attrice non protagonista Anna Ferruzzo. Ma anche il film outsider Orecchie di Alessandro Aronadio candidato come miglior commedia ha buone chance. Tra le candidature emergono Indivisibili che dovrebbe fare il pieno (6) e Sicilian Ghost Story a pari merito con Il Padre d’Italia (4) seguiti da Fortunata (3).
Ma ecco le cinquine e in grassetto i nostri gradimenti:
MIGLIOR FILM - Gianni AMELIO : LA TENEREZZA, Francesco BRUNI: TUTTO QUELLO CHE VUOI, Sergio CASTELLITTO: FORTUNATA, Edoardo DE ANGELIS: INDIVISIBILI, Claudio GIOVANNESI: FIORE. Quest’ultimo per il pathos della narrazione merita il premio.
MIGLIORE REGIA - Gianni AMELIO: LA TENEREZZA, Marco BELLOCCHIO: FAI BEI SOGNI, Edoardo DE ANGELIS: INDIVISIBILI, Ferzan OZPETEK: ROSSO ISTANBUL, Antonio PIAZZA e Fabio GRASSADONIA: SICILIAN GHOST STORY. I due registi siciliani insieme a Edoardo De Angelis possono aspirare al premio.
MIGLIOR REGISTA ESORDIENTE - Vincenzo ALFIERI: I PEGGIORI, Marco DANIELI: LA RAGAZZA DEL MONDO, Roberto DE PAOLIS: CUORI PURI, Andrea DE SICA: I FIGLI DELLA NOTTE, Fabio GUAGLIONE e Fabio RESINARO: MINE. Nella cinquina Marco Danieli, già vincitore del David Giovane ha le maggiori chance di bissare
COMMEDIA - L’ORA LEGALE di Salvo FICARRA e Valentino PICONE, LASCIATI ANDARE di Francesco AMATO, MOGLIE E MARITO di Simone GODANO, OMICIDIO ALL’ITALIANA di Maccio CAPATONDA, ORECCHIE di Alessandro ARONADIO. Come ha spiegato la Presidente del Sindacato questa categoria attraversa un momento complicato ed il sindacato è andato a pescare opere che possano stupire lo spettatore. Tra queste Orecchie di Alessandro Aronadio ci sembra quella che interpreta meglio lo stato dell’arte della commedia italiana.
SOGGETTO - Michele ASTORI, Pierfrancesco DILIBERTO (PIF) per IN GUERRA PER AMORE, Massimiliano BRUNO, Herbert Simone PARAGNANI, Gianni CORSI per BEATA IGNORANZA, Nicola GUAGLIANONE per INDIVISIBILI, Edoardo LEO per CHE VUOI CHE SIA, Fabio MOLLO, Josella PORTO per IL PADRE D’ITALIA. Sono due i più probabili film a cui andrà il premio: Indivisibili e Il Padre d’Italia.
SCENEGGIATURA - Francesco BRUNI per TUTTO QUELLO CHE VUOI, Ugo CHITI, Gianfranco CABIDDU, Salvatore DE MOLA con Francesco MARINO
per LA STOFFA DEI SOGNI, Claudio GIOVANNESI, Filippo GRAVINO, Antonella LATTANZI    per FIORE, Alex INFASCELLI, Francesca MANIERI per PICCOLI  CRIMINI CONIUGALI, Margaret MAZZANTINI per FORTUNATA. La stoffa dei Sogni è certamente il film che merita il riconoscimento.
MIGLIOR PRODUTTORE - Claudio BONIVENTO: IL PERMESSO – 48 ORE FUORI, Beppe CASCHETTO: FAI BEI SOGNI,  TUTTO QUELLO CHE VUOI, Beppe CASCHETTO, Rita ROGNONI: FIORE, Attilio DE RAZZA: L’ORA LEGALE, Attilio DE RAZZA, Pier Paolo VERGA: INDIVISIBILI, Gaetano DI VAIO, Gianluca CURTI: FALCHI, Nicola GIULIANO ,Francesca CIMA, Carlotta CALORI, Viola PRESTIERI: FORTUNATA, Nicola GIULIANO, Francesca CIMA, Carlotta CALORI, Massimo CRISTALDI: SICILIAN GHOST STORY. Sono due le produzioni che meritano, oltre a Indivisibili anche Sicilian Ghost Story che ha messo a nudo poeticamente una storia dolorosa per la Sicilia.
ATTRICE PROTAGONISTA - Giovanna MEZZOGIORNO, Micaela RAMAZZOTTI: LA TENEREZZA, Isabella RAGONESE: SOLE CUORE AMORE –  IL PADRE D’ITALIA, Greta SCARANO: LA VERITÀ STA IN CIELO, SMETTO QUANDO VOGLIO MASTERCLASS, Sara SERRAIOCCO: LA RAGAZZA DEL MONDO – NON E’UN PAESE PER GIOVANI, Jasmine TRINCA: FORTUNATA. Per noi la sfida è a due tra la Isabella Ragonese e la Jasmine Trinca, quest’ultima reduce vittoriosa da Cannes.
ATTORE PROTAGONISTA - Renato CARPENTIERI: LA TENEREZZA, Alessandro GASSMANN, Marco GIALLINI: BEATA IGNORANZA, Luca MARINELLI: IL PADRE D’ITALIA, Michele RIONDINO: LA RAGAZZA DEL MONDO, Toni SERVILLO: LASCIATI ANDARE. In questo caso la partita si riduce tra il grande Tony Servillo e il giovane lanciatissimo Luca Marinelli.
ATTRICE NON PROTAGONISTA  - Barbora BOBULOVA: CUORI PURI – LASCIAMI PER SEMPRE, Margherita BUY: COME DIVENTARE GRANDI NONOSTANTE I GENITORI – QUESTI GIORNI, Sabrina FERILLI: OMICIDIO ALL’ITALIANA, Anna FERRUZZO: IL PADRE D’ITALIA, Carla SIGNORIS: LASCIATI ANDARE. La coppia formata da Barbora BOBULOVA e Anna FERRUZZO, scelte da Francesco Munzi in Anime Nere, sono quelle che più delle altre colleghe potrebbero aspirare al riconoscimento.
ATTORE NON PROTAGONISTA - Claudio AMENDOLA, Luca ARGENTERO: IL PERMESSO 48 ORE FUORI, Alessandro BORGHI: FORTUNATA  – IL PIÙ GRANDE SOGNO, Ennio FANTASTICHINI: CAFFÈ – LA STOFFA DEI SOGNI, Valerio MASTANDREA: FIORE, Edoardo PESCE: CUORI PURI – FORTUNATA. Ai David avevamo preferito Ennio Fantastichini ed aveva vinto Valerio Mastrandrea, qui diciamo che Alessandro Borghi e Edoardo
Pesce svettano per la loro caratteristica da una parte lo sfigato e dall’altra il cattivo che ammalia.
COLONNA SONORA - Enzo AVITABILE: INDIVISIBILI, Nino D’ANGELO: FALCHI, Stefano DIBATTISTA: SOLE CUORE AMORE, Giuliano SANGIORGI: NON E’ UN PAESE PER GIOVANI, Giuliano TAVIANI, Carmelo TRAVIA: ROSSO ISTANBUL. Indivisibili ha vinto il David e si conferma quello più quotato.
CANZONE ORIGINALE - ABBI PIETÀ DI NOI musica e testi di Enzo AVITABILE interpretata da Enzo AVITABILE, Angela e Marianna FONTANA per Indivisibili, DONKEY FLYIN’ IN THE SKY – Musica e testi di Santi Pulvirenti – Interpretata da THONY per In guerra per amore, HO PERSO IL MIO AMORE composta da Cheope, Federica Abbate e Giuseppe Anastasi – interpretata da ARISA per La verità  vi spiego sull’amore, L’ESTATE ADDOSSO musica di Lorenzo CHERUBINI – JOVANOTTI, Christian RIGANO e Riccardo ONORI  testi di L. CHERUBINI,  Vasco BRONDI  – interpretata da Lorenzo JOVANOTTI per L’estate addosso, QUANDO LE CANZONI FINIRANNO – Musica e testi di Diego Mancino, Dario Faini – Interpretata da EMMA per La cena di Natale, ma Indivisibili non ha rivali!
Nella stessa serata per le categorie cosiddette tecniche sono stati proclamati, come ormai è consuetudine i vincitori:
FOTOGRAFIA – tra Luca BIGAZZI: LA TENEREZZA – SICILIAN GHOST STORY, Arnaldo  CATINARI: PICCOLI CRIMINI CONIUGALI –  TUTTO QUELLO CHE VUOI, Duccio CIMATTI: LA GUERRA DEI CAFONI, Daniele CIPRÌ: FAI BEI SOGNI – FIORE, Gian Filippo CORTICELLI: ROSSO ISTANBUL, il Nastro d’argento è andato a Luca Bigazzi.
SCENOGRAFIA – tra Giancarlo BASILI: LA TENEREZZA, Dimitri CAPUANI: I FIGLI DELLA NOTTE, Marco DENTICI: FAI BEI SOGNI  – SICILIAN GHOST STORY, Marina PINZUTI ANSOLINI: PICCOLI CRIMINI CONIUGALI, Alessandro VANNUCCI: SMETTO QUANDO VOGLIO MASTERCLASS, il Nastro d’argento è andato a Marco Dentici.
COSTUMI – tra Daria CALVELLI: FAI BEI SOGNI, Massimo CANTINI PARRINI: INDIVISIBILI, Beatrice GIANNINI, Elisabetta ANTICO: LA STOFFA DEI SOGNI, Patrizia MAZZON: SMETTO QUANDO VOGLIO MASTERCLASS, Cristiana RICCERI: IN GUERRA PER AMORE, il Nastro d’argento è andato a Massimo Cantini Parrini bissando i David.
MONTAGGIO – tra Francesca CALVELLI: FAI BEI SOGNI, Jacopo QUADRI: GUERRA DEI CAFONI, Matteo SANTI, Fabio GUAGLIONE, Filippo Mauro BONI: MINE, Roberto SICILIANO: IL PERMESSO – 48 ORE FUORI, Giuseppe TREPICCIONE: FIORE, il Nastro d’argento è andato a Francesca Calvelli.
SONORO in PRESA DIRETTA – tra Stefano CAMPUS: IL PERMESSO – 48 ORE FUORI, Gianluca COSTAMAGNA:  TUTTO QUELLO CHE VUOI, Alessandro ROLLA: FORTUNATA, Remo UGOLINELLI, Alessandro PALMERINI: SOLE CUORE AMORE, Alessandro ZANON: LA TENEREZZA, il Nastro d’argento è andato ad Alessandro Rolla.
Ad inizio di serata Paolo Sorrentino ha ricevuto il Nastro dell’anno  insieme ai produttori italiani della serie The Young Pope per Wildside Lorenzo Mieli e Mario Gianani, per Sky Italia, con Andrea Scrosati, Nils Hartmann, Roberto Amoroso e Sonia Rovai. Di grande livello anche il cast creativo e tecnico della serie: un Nastro collettivo assegnato quindi  anche al talento di  Umberto Contarello, Tony Grisoni e Stefano Rulli per la sceneggiatura, Luca Bigazzi per la fotografia, Carlo Poggioli e Luca Canfora per i costumi, Ludovica Ferrario per la scenografia, Lele Marchitelli per le musiche, Cristiano Travaglioli per il montaggio e a Emanuele Cecere per il sonoro.
Inoltre sono stati annunciati i due riconoscimenti dedicati per l’attenzione al cinema civile, in particolare sul tema del lavoro a 7 minuti di Michele Placido e Sole cuore amore di Daniele Vicari.E' stato riconosciuto un Premio
anche ai due attori protagonisti di Monte di Amir Naderi, Claudia Potenza e Andrea Sartoretti per l’impegno speciale in una prova di interpretazione anche fisicamente durissima.
Protagonisti  della serata anche i due  vincitori dei Nastri eccellenti di quest’annata: Roberto Faenza e Giuliano Montaldo. A Faenza è assegnato il Nastro ‘alla carriera’ per il suo primo mezzo secolo di cinema nell’anno del suo La verità sta in cielo sul mistero, ancora aperto, della scomparsa di Emanuela Orlandi. A Montaldo un Nastro speciale come protagonista di Tutto quello che vuoi, il film di Francesco Bruni in cui il regista ci ha consegnato, come attore, un’interpretazione sorprendente che conquista anche i più giovani, regalandoci con leggerezza  la poesia di un’inedita comicità.
Nella hall del MAXXI era presente anche Anthony Barbagallo, Assessore al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana la quale finanzia la serata al Teatro Antico di Taormina di sabato 1° Luglio, gran finale dei Nastri. “Puntiamo sul cinema e la cultura anche per il rilancio economico e turistico dell’isola. In quella occasione verrà consegnato il Nastro d’Argento europeo 2017 a Monica Bellucci, per l’impegno nella sua ultima interpretazione del film di Emir Kusturica “ON THE MILKY ROAD – Sulla via lattea”. Un premio che sottolinea non solo il fascino e la bellezza di una protagonista italiana ormai considerata in vetta allo star system mondiale, ma la vera e propria sfida che la Bellucci ha vinto affrontando un’interpretazione impegnativa che le scrolla di dosso l’immagine con la quale ha conquistato il pubblico e il cinema internazionale. E’ pure stato dato l’annuncio del film vincitore nella cinquina speciale quest’anno dedicata ai giovani tra L’estate addosso di Gabriele Muccino, Non è un Paese per giovani di Giovanni Veronesi, Piuma di Roan Johnson, Slam-Tutto per una ragazza di Andrea Molaioli  The start up-Accendi il tuo futuro di Alessandro D’Alatri. Con tanti ringraziamenti da parte
dell’interessato è stato premiato Piuma di Roan Johnson.
In conclusione di serata sono stati proclamati i “Biraghi”  le iniziative per il cinema giovane insieme a Nuovo Imaie  e SIAE. Dedicati  al ricordo di Josciua Algeri giovane protagonista di Fiore, scomparso tragicamente da pochi mesi, quest’anno i Premi ‘Guglielmo Biraghi’ per gli esordienti vanno, a Roma, a Brando Pacitto  (L’estate addosso, Piuma) e Daphne Scoccia (Fiore) con due menzioni speciali per Andrea Carpenzano (Tutto quello che vuoi) e Vincenzo Crea (I figli della notte).

Doppio Biraghi, a Taormina, anche per Angela e Marianna Fontana (Indivisibili). Con due ‘borse’ di formazione si aggiungono al palmarès dei ragazzi per il secondo anno i Biraghi-Nuovo Imaie 2017, che il Sngci ringrazia per la collaborazione, per i giovanissimi protagonisti di Il permesso 48 ore fuori Valentina Bellè  e  Giacomo Ferrara , premiati, stasera proprio dal regista del film, Claudio
Amendola.
La Patron della serata Laura Delli Colli, coadiuvata da Maurizio Di Rienzo,  ha salutato infine cinque registi e altrettanti titoli non troppo facili da trovare in sala, che meritano invece di essere più visti, recuperati oltre una distribuzione difficile, magari dal circuito delle rassegne e dei festival di qualità. Il SNGCI ha deciso di segnalarli all’attenzione degli esercenti più attenti al cinema indipendente ma anche dei direttori di festival e dell’associazionismo culturale. Si inaugura così un’iniziativa del Sindacato riservata al cinema indipendente, o comunque ad autori e titoli capaci di portare sullo schermo contenuti e storie capaci di provocare nuove emozioni.  O cogliere spunti di denuncia e riflessione sociale poco frequentati anche da molto cinema d’autore. Ecco i titoli:
Cronaca di una passione di Fabrizio Cattani: La crisi economica attraverso un dramma sociale e personale in una tragedia di ordinaria quotidianità
L’accabadora di Enrico Pau: Una Sardegna inedita nell’esplorazione di riti e credenze antiche, ancora vive.
La notte non fa più paura  di Marco Cassini: Una riflessione anche esistenziale sul terremoto dell’Emilia. I sopravvissuti, molti operai, tra dolore, rabbia e ricostruzione
My Italy di Bruno Colella: Originale, curioso, colto. Quattro grandi artisti contemporanei in un inedito road movie che racconta l’Italia e gli italiani
Talking to the trees di Ilaria Borrelli: La piaga del turismo sessuale sulle bambine, in Thailandia e il coraggio di una donna,in una piccola grande storia di denuncia.

lunedì 27 marzo 2017

Alla notte dei David due storie siciliane nella sezione documentari: Marco Amenta e Federica Di Giacomo

A Marco Amenta con MAGIC ISLAND e Federica Di Giacomo con LIBERAMI diciamo ad entrambi in bocca al lupo!
Questa sera ci sarà la consegna dei DAVID di Donatello per il primo anno orfani di Gianluigi Rondi. Vi segnaliamo con orgoglio la candidatura nella sezione documentari del siciliano Marco Amenta
 insieme  Federica Di Giacomo, ligure con lo sguardo rivolto alla Sicilia. Due registi documentaristi  che ci parlano con toni intensi della  meravigliosa isola che salva e accoglie centinaia di migliaia di migranti in fuga.
Ma cominciamo dalle candidature che sono state mirate e per noi sono due i film che faranno la maggiore incetta delle statuette.
Se l’anno passato c’è stato il fenomeno Mainetti con Lo chiamavano Jeeg Robot, quest’anno al primo posto si pone indiscutibilmente INDIVISIBILI di Edoardo DE ANGELIS che merita oltre al premio alla miglior regia anche quello alla migliore attrice protagonista (Angela e Marianna FONTANA) ex equo con Daphne
SCOCCIA per il film Fiore e la migliore attrice non protagonista Antonia TRUPPO. Indivisibili merita però anche i premi tecnici come MIGLIORE TRUCCATORE Valentina IANNUCCILLI, MIGLIORE ACCONCIATORE Vincenzo CORMACI, MIGLIORE MONTATORE Chiara GRIZIOTTI e MIGLIORE CANZONE ORIGINALE "ABBI PIETÀ DI NOI" musica, testi di Enzo AVITABILE interpretata da Enzo AVITABILE, Angela e Marianna FONTANA, ma anche per il MIGLIORE PRODUTTORE Attilio DE RAZZA, Pierpaolo VERGA. Complessivamente sono otto le statuette!
Invece il premio più importante come MIGLIOR FILM lo merita FIORE di Claudio GIOVANNESI, nel quale si è distinta anche Daphne SCOCCIA come MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA ex equo con Angela e Marianna FONTANA per il film Indivisibili.
Però al secondo posto potrebbe ambire Gianfranco CABIDDU distaccato di
poco da Indivisibili con il film La stoffa dei sogni per la migliore sceneggiatura adattata insieme a Ugo CHITI e Salvatore DE MOLA ma anche il David a Sergio RUBINI come migliore attore protagonista e Ennio FANTASTICHINI come migliore attore non protagonista. La stoffa dei sogni merita anche i David al MIGLIORE MUSICISTA (Franco PIERSANTI), MIGLIOR SUONO Pr. dir.: F. PORCARI – Mic.: F. RIPANI – Mont.: C. SPINELLI – Creaz.: Marco e Massimo Marinelli – Mix: A. Checcacci, MIGLIORE SCENOGRAFO Livia BORGOGNONI e MIGLIORE COSTUMISTA (Beatrice GIANNINI, Elisabetta ANTICO) e quindi complessivamente sette statuette.
A La pazza gioia restano allora i David per MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE (Francesca ARCHIBUGI e Paolo VIRZI') e MIGLIORE AUTORE DELLA FOTOGRAFIA (Vladan RADOVIC).
Secondo noi il MIGLIORE REGISTA ESORDIENTE è Marco DANIELI per il film La ragazza del mondo, mentre il DAVID GIOVANI è meritato da Piuma di Roan JOHNSON.
Infine anche se si tratta di un premio tecnico (MIGLIORI EFFETTI DIGITALI) Canecane, Inlusion, Mikros Image vanno premiati per il film Ustica, documentario di denuncia.
Per quanto riguarda i Documentari due sono i probabili vincitori: Liberami di Federica DI GIACOMO e Magic Island di Marco AMENTA. L’Academy potrebbe optare quindi per una menzione speciale.
Tra i candidati a MIGLIOR FILM DELL'UNIONE
EUROPEA, decisamente è favorito Io, Daniel Blake di Ken LOACH (Cinema). Invece la cinquina dei MIGLIOR FILM STRANIERO mette proprio in difficoltà perché a parte SULLY di Clint EASTWOOD (Warner Bros. Entertainment Italia), gli altri quattro sono meritevoli sia per il linguaggio che per il tema trattato. Si tratta di Animali notturni di Tom FORD (Universal Pictures), Captain Fantastic di Matt ROSS (Good Films), Lion di Garth DAVIS (Eagle Pictures) e Paterson di Jim JARMUSCH (Cinema).
Non ci resta che accendere il piccolo schermo e sintonizzarsi su SKY Cinema (canale 8 in chiaro) che trasmetterà la cerimonia.

sabato 25 marzo 2017

DAVID 2017: Indivisibili e Fiore sono i favoriti, ma La stoffa dei Sogni ci sorprenderà

Lunedì sera ci sarà la consegna dei DAVID di Donatello per il primo anno orfani di Gianluigi Rondi. Le candidature sono state mirate e per noi sono due i film che
faranno la maggiore incetta delle statuette.Se l’anno passato c’è stato il fenomeno Mainetti con Lo chiamavano Jeeg Robot, quest’anno al primo posto si pone indiscutibilmente INDIVISIBILI di Edoardo DE ANGELIS che merita oltre al premio alla miglior regia anche quello alla migliore attrice protagonista (Angela e Marianna FONTANA) ex equo con Daphne SCOCCIA per il film Fiore e la migliore attrice non protagonista Antonia TRUPPO. Indivisibili merita però anche i premi tecnici come MIGLIORE TRUCCATORE Valentina IANNUCCILLI, MIGLIORE ACCONCIATORE Vincenzo CORMACI, MIGLIORE MONTATORE Chiara GRIZIOTTI e MIGLIORE CANZONE ORIGINALE "ABBI PIETÀ DI NOI" musica, testi di Enzo AVITABILE interpretata da
Enzo AVITABILE, Angela e Marianna FONTANA, ma anche per il MIGLIORE PRODUTTORE Attilio DE RAZZA, Pierpaolo VERGA. Complessivamente sono otto le statuette!
Invece il premio più importante come MIGLIOR FILM lo merita FIORE di Claudio GIOVANNESI, nel quale si è distinta anche Daphne SCOCCIA come MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA ex equo con Angela e Marianna FONTANA per il film Indivisibili.
Però al secondo posto potrebbe ambire Gianfranco CABIDDU distaccato di poco da Indivisibili con il film

La stoffa dei sogni per la migliore sceneggiatura adattata insieme a Ugo CHITI e Salvatore DE MOLA ma anche il David a Sergio RUBINI come migliore attore protagonista e Ennio FANTASTICHINI come migliore attore non protagonista. La stoffa dei sogni merita anche i David al MIGLIORE MUSICISTA (Franco PIERSANTI), MIGLIOR SUONO Pr. dir.: F. PORCARI – Mic.: F. RIPANI – Mont.: C. SPINELLI – Creaz.: Marco e Massimo Marinelli – Mix: A. Checcacci, MIGLIORE SCENOGRAFO Livia BORGOGNONI e MIGLIORE COSTUMISTA (Beatrice GIANNINI, Elisabetta ANTICO) e quindi complessivamente sette statuette.
A La pazza gioia restano allora i David per MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE (Francesca ARCHIBUGI e Paolo VIRZI') e MIGLIORE AUTORE DELLA FOTOGRAFIA (Vladan RADOVIC).

Secondo noi il MIGLIORE REGISTA ESORDIENTE è Marco DANIELI per il film La ragazza del mondo, mentre il DAVID GIOVANI è meritato da Piuma di Roan JOHNSON.
Infine anche se si tratta di un premio tecnico (MIGLIORI EFFETTI DIGITALI) Canecane, Inlusion, Mikros Image vanno premiati per il film Ustica, documentario di denuncia.
Per quanto riguarda i Documentari due sono i probabili vincitori: Liberami di Federica DI GIACOMO e Magic Island di Marco AMENTA. L’Academy potrebbe optare quindi per una menzione speciale.

Tra i candidati a MIGLIOR FILM DELL'UNIONE EUROPEA, decisamente è favorito Io, Daniel Blake di Ken LOACH (Cinema). Invece la cinquina dei MIGLIOR FILM STRANIERO mette proprio in difficoltà perché a parte SULLY di Clint EASTWOOD (Warner Bros. Entertainment Italia), gli altri quattro sono meritevoli sia per il linguaggio che per il tema trattato. Si tratta di Animali notturni di Tom FORD (Universal Pictures), Captain Fantastic di Matt ROSS (Good Films), Lion di Garth DAVIS (Eagle Pictures) e Paterson di Jim JARMUSCH (Cinema).
Non ci resta che accendere il piccolo schermo e sintonizzarsi su SKY Cinema che trasmetterà la cerimonia.


venerdì 9 settembre 2016

Speciale 73esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – lunedì 5 settembre e martedì 6 settembre (DAY 6&7)

Al giro di boa il secondo degli italiani Piuma strappa applausi e Francesco Munzi fuori concorso affronta un tema difficile ma la parte del leone lo fa il cinema asiatico

dal Lido di Venezia Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Biennale.
Lunedì per VENEZIA 73 è stato presentato il film messicano La región salvaje di Amat Escalante di
dubbio valore estetico che affronta un tema spinoso della provincia messicana con il ricorso a visioni falliche. Il fine di voler mettere a nudo una società che non accetta i gay però è esprimibile in vari modi e toni e questo eccesso ci pare voglia coprire le carenze di linguaggio cinematografico del giovane autore. Anche i protagonisti urlano le loro parti. Ecco un altro esempio di selezione da parte dei curatori non condivisibile. Per dovere di cronaca riportiamo l’interpretazione del regista in merito: Il film è una visione della lotta per conquistare l’indipendenza da parte di una giovane donna nata e cresciuta in una cultura fortemente maschilista, misogina e omofobica. L’origine di La región salvaje viene da un fatto reale. Alla storia ho aggiunto l’aspetto fantastico/ horror di una “creatura” per dare una rappresentazione simbolica dell’ambigua complessità dell’Es, fonte delle nostre necessità corporali, delle nostre esigenze, desideri e impulsi, soprattutto delle nostre pulsioni sessuali e aggressive. Nella stessa giornata di lunedì è stato presentato il secondo dei titoli
italiani in concorso Piuma di Roan Johnson che è stato applaudito per alcune ingegnose citazioni.
 Purtroppo il cinema nostrano non riesce a sottrarsi alla coommedia all’italiana impegnata, confidiamo nel terzo che verrà presentato nei prossimi giorni. Roan spiega: Ho scritto questa storia con Ottavia, Davide e Carlotta per esorcizzare una grande paura che condividevamo, fare un figlio. La chiave è stata trovare una storia come quella di due ragazzi come i protagonisti Ferro e Cate: così siamo riusciti a prendere le giuste distanze, rendendo drammaturgico il conflitto che volevamo raccontare. Invece FUORI CONCORSO un documentario in 3D One More Time with Feeling del britannico Andrew Dominik
girato in bianco e nero.
Prendendo spunto dall’intervista al cantante poeta  Nick Cave durante la registrazione del suo ultimo album, la storia ha preso tutta un’altra direzione scavando nell’anima di Nicke  e della moglie. La voce calda ed intima di Nicke fa sognare altri mondi attorno a noi : i mondi dell’anima di ognuno di noi. Il doc scava nell’anima di Nicke ove lo spettatore si specchia. E’ vero che il tempo lenisce ogni male, ma siamo legati agli eventi con un elastico che quando più ci allontaniamo tanto più ci avviciniamo.
Nick aveva chiesto di realizzare un film sulla registrazione e sulla performance del nuovo album dei Bad Seeds, Skeleton Tree. Dopo la morte del figlio, il regista è stato molto vicino a lui e alla sua famiglia. Alla domanda: “Perché lo vuoi fare?”. Nick ha risposto che sentiva l’esigenza di dire alcune cose, ma che non sapeva a chi dirle. L’idea di un’intervista tradizionale secondo lui era fuori discussione, però sentiva il bisogno di far capire, a chi era interessato alla sua musica, come stavano le cose. Alla fine Andrew Dominik ha accettato la proposta, a patto che potesse girare il film in bianco e nero e in 3D. La risposta di Nick è stata più o meno: “Non sopporto il 3D del cazzo”. Allora per convincerlo gli ha mostrato vecchie fotografie in bianco e nero attraverso uno stereoscopio degli anni cinquanta. Il resto è nelle mani dello spettatore. Per la selezione ORIZZONTI è stata una giornata da dimenticare con la proiezione del film canadese Maudite poutine di Karl Lemieux  girato in bianco e nero dove spiccano gli effetti psichedelici con una storia minima di dipendenza dalle sostanze. Invece per le GIORNATE DEGLI AUTORI il fil asiatico ZAI
JIAN WA CHENG (THE ROAD TO MANDALAY) di Midi Z.
Storia di immigrazione, di emarginazione e povertà, ma soprattutto ed è l’elemento che lo rende unico il tema del femminicidio presente anche in questo paese asiatico.
Infine nella giornata di lunedì la Biennale di Venezia ha assegnato un Tributo Speciale al produttore statunitense Chris Meledandri, nominato all'Oscar® e fondatore e CEO della Illumination Entertainment, per il suo straordinario contributo allo sviluppo del cinema
d’animazione.
Dopo la cerimonia si è tenuta un'esclusiva "Conversazione", seguita dalla proiezione di uno speciale filmato tratto dal prossimo film d’animazione SING (2017), prodotto da Illumination Entertainment. A proposito di questo riconoscimento, il Direttore della Mostra Alberto Barbera ha dichiarato: “Chris Meledandri ha rivoluzionato il modo di concepire e realizzare il cinema d’animazione raggiungendo, con investimenti oculati e contenuti, risultati  a dir poco eccellenti sia dal punto di vista qualitativo che degli incassi.  Sotto la sua guida, la Illumination Entertainment si è imposta nel breve volgere di pochi anni tra i centri creativi più dinamici e innovativi che operano nel mondo dell’animazione.  L’omaggio che la Mostra gli dedica intende sottolineare il contributo straordinario dell’artista, all’origine di successi planetari come Cattivissimo Me e Minions, destinati a modificare il nostro rapporto con l’immaginario dei cartoons”.
La giornata di martedì invece è stata caratterizzata da un risveglio della Mostra  nella selezione VENEZIA
73 
con il secondo film francese : Une vie di Stéphane Brizé . Trattandosi del racconto di una giovane fanciulla  innocente e che si svolge nel 1819 in Normandia , il regista ha creato una atmosfera gioiosa ed intima. La protagonista Jeanne merita il premio. Jeanne le Perthuis des Vauds entra nella cosiddetta vita “adulta” senza aver mai affrontato la perdita di quel paradiso che è l’infanzia, quel momento dell’esistenza umana in cui ogni cosa sembra perfetta. Ma è proprio l’aspetto che la rende tanto affascinante è al contempo la condanna. Il film sebbene risenta di una certa lentezza presenta dei meravigliosi quadri pittorici. Invece è tutto un ritmo il terzo film americano: The Bad Batch di Ana Lily Amirpour : un racconto surreale dove gli ingredienti di un buon film ci sono tutti: il cattivo e la ragazza da salvare.
FUORI CONCORSO il ritorno di Francesco Munzi come cineasta con il doc realizzato
esclusivamente con materiale di archivio: Assalto al cielo. Il film forse è prematuro per stendere la parola fine su quelli che furono i prodomi agli anni del terrore. Molti di noi erano ragazzini liceali e con dolore ricordiamo la contrapposizione tra rossi e neri. Munzi ha voluto rischiare ma non è ancora il tempo di consegnare alla storia questa parte di noi stessi. Invece è apprezzabile il montaggio delle varie sequenze del doc.
Per la sezione ORIZZONTI due perle rare prodotte ad oriente che dimostrano la loro vivacità culturale. Il primo il nepalese White
Sun di Deepak Rauniyar.
Il film metta a nudo le contraddizioni di un paese in evoluzione martoriato dalla rivoluzione comunista armata alla ricerca di una pacificazione che stenta ad arrivare. Come al solito gli adulti hanno tanto da imparare dagli adolescenti. Ma il messaggio non è solo questo. La speranza e volontà di riappacificazione del Nepal. Un piccolo film con grandi ideali come spiega il regista: White Sun è una storia che riguarda il peso del passato sul presente del Nepal, ma anche un riflesso delle mie esperienze personali durante la decennale guerra civile e il processo di pace ancora in corso. Le amare esperienze di guerra permeano ancora oggi la vita delle persone, rendendo difficile lo sviluppo. In White Sun sono rappresentate tre generazioni, tutte in conflitto sul significato che casta, comunità e classe hanno oggi per noi in Nepal. Il secondo è un thriller giapponese ben costruito che ha sullo sfondo una questione ancora irrisolta in Giappone simile a quella
nepalese.
La separazione della società in caste che fa da sfondo ad una storia tutta da scoprire che a che vedere con il titolo: Gukoroku (Gukoroku - Traces of Sin) di Kei Ishikawa. Qualcosa di più lo spiega il regista: La prima volta che giunsi a Tokyo, mentre guardavo le persone che si addensavano all’incrocio di fronte alla stazione di Shibuya, ricordo di aver avuto la forte impressione che la città non avesse un centro. I personaggi di Gukoroku proprio mentre ammirano, sognano e perseguono quel centro, sono di fatto presi in una spirale discendente fatta di niente. Essi rappresentano un microcosmo del Giappone di oggi.

Infine per la SETTIMANA DELLA CRITICA il poetico ed universale AKHER WAHED FINA (THE LAST OF US) del tunisino Ala Eddine Slim. Questa volta la migrazione biblica dall’est e dal sud che attraversano il deserto sahariano prima ed il Mediterraneo dopo da spunto per qualcosa che va al di là delle innumerevoli storie umane che i telegiornali ci sbattono in faccia ogni giorno. E’ il viaggio di un uomo senza nome. Dall'Africa verso un territorio senza nome. Fantascienza filosofica. Cinema politico. Merita il premio!

martedì 30 agosto 2016

Speciale 73esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – martedì 30 agosto (DAY -1):

Tre italiani in gara contro gli Studios che fanno il pieno nella Selezione Ufficiale, oggi preapertura con l’Omaggio a Comencini ed ai Fratelli Lumiere
 
 
 
 
 
 
La 73ma Mostra di Venezia aprirà ufficialmente i battenti domani con il
film americano in concorso La La Land di Damien Chazelle in omaggio agli Studios.  Dopo la conferenza stampa tenutasi ad un mese dall’inaugurazione nella quale il Presidente Baratta e il Direttore Barbera della 73esima Mostra hanno presentato le pellicole selezionate, la stessa è stata completata, in collaborazione con i Venice Days, con un film documentario fuori Concorso di Enrico Caria L’uomo che non cambiò la storia, liberamente ispirato al diario dell’archeologo e storico dell’arte Ranuccio Bianchi Bandinelli "Il viaggio del Führer in Italia", realizzato grazie alle immagini d'archivio dell'Istituto Luce - Cinecittà. Nella Selezione ufficiale sono ben sei le produzioni dagli USA, a fronte dei tre italiani in gara. In
particolare Questi giorni di Giuseppe Piccioni, Piuma di Roan Johnson, il doc Spira Mirabilis di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti. Il nuovo film di Piccioni, interpretato dalla Buy e da Timi è la storia di ragazze di provincia e del viaggio che compiono per accompagnare una di loro a Belgrado, dove l’attendono una misteriosa amica e un’improbabile occasione di lavoro. Roan Johnson firma invece con Piuma il suo terzo lungometraggio con attori sconosciutissimi, una commedia su una coppia di diciottenni in attesa del loro primo figlio. Spira Mirabilis è un film documentario sull’immortalità, una
sinfonia visiva girata in diversi luoghi del mondo, che ruota attorno ai quattro elementi fondamentali della natura: acqua, aria, terra, fuoco. Ma ci sono pure altri tre italiani Fuori concorso. Oltre l’atteso evento speciale con la proiezione dei primi due episodi di The Young Pope di Paolo Sorrentino, c’è Tommaso di Kim Rossi Stuart, film autobiografico che esplora il rapporto tra un giovane attore, oltretutto bello, e le donne. Sempre Fuori concorso, il primo film italiano del regista iraniano apolide Amir Naveri al quale verrà consegnato il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker. Il titolo è Monte: un uomo sua moglie e il loro figlio vivono ai piedi di una montagna che si erge come un muro contro i raggi del sole. Metafora della lotta per la sopravvivenza, contro i confini, le coercizioni e gli oltraggi che talvolta rendono la vita umana miserabile con un epilogo da togliere il fiato. E poi, due documentari: Our War di Bruno Chiaravalloti, Claudio Giampaglia e Benedetta Argentieri che segue tre combattenti volontari, provenienti da Stati Uniti, Italia e Svezia, arruolati nelle milizie curde in Siria contro l’Isis; e Assalto al cielo di Francesco Munzi che, dopo il successo di Anime nere, torna a Venezia con un film d’archivio sulla stagione di lotte politiche extraparlamentari in Italia negli anni tra il 1967 e il ‘77, tra slanci, sogni, violenze e delitti. Due i titoli italiani in Orizzonti: Liberami di Federica di Giacomo sul fenomeno dell’esorcismo, e Il più grande sogno, opera prima di Michele Vannucci. Nella nuova sezione Cinema nel Giardino che pesca tra il cinema d’autore e quello del grande pubblico: L’estate addosso, “piccolo” film di Gabriele Muccino, Robinù doc sui baby boss della camorra di Michele Santoro che vira dalla TV al Cinema,  e Franca: Chaos and Creation, ritratto intimo della madre del regista Francesco Carrozzini. Quattro poi i corti italiani in Orizzonti, cinque i documentari nazionali in Venezia Classici. Insomma una nutrita schiera di nuovi talenti italiani a difendere il nostro cinema che sempre più riesce ad esprimersi con il linguaggio documentaristico. Come è stato spiegato quest’anno la direzione artistica ha preso come guida nella selezione, a differenza delle edizioni precedenti, quei film che parlano del presente con storie del passato e che quindi hanno un linguaggio indiretto ma universale utilizzando il materiale di romanzi come nel caso del delicato Un Vie della francese Brizé, oppure da opere teatrali dalle quali sono tratti sia l’atteso thriller di Tom Ford Nocturnal Animals sia Frantz di Ozon il quale ripropone temi cari a Lubitsch sulla Grande Guerra. Ci sono poi storie  utilizzate da autori provenienti dall’America Latina come El Ciudadano Ilustre degli argentini Cohn & Duprat e El Cristo Ciego del cileno Murray per esprimere sentimenti nel primo caso o tesi cristologiche tanto care a
Pasolini nel secondo. Anche Pablo Larraín  sarà presente con Jackie, ovvero l’assassinio di J.F. Kennedy visto da un punto di vista molto particolare, appunto della First Lady. Ci sono anche i grandi ritorni di registi come Kusturica con una storia fiabesca protagonista Monica Bellucci e lo stesso regista, dall’elaborazione di un suo cortometraggio. La grande attesa è per il visionario americano Malick che porta un suo lavoro durato dieci anni Voyage of Time. Ed anche Wim Wenders che in 3D presenta il tema
universale dell’Amore con Les beaux jours d’Aranjuez in un quadro pittorico d’altri tempi. La scuola  di cinema della Russia è rappresentata da Konchalasky che con Paradise racconta la Shoa da un punto di vista originale nell’intreccio dei tre protagonisti. Da oltreoceano il visionario regista messicano Escalante con la Region Salvaje mette a nudo l’omofobia e maschilismo di certe parti del suo paese. Ma ci sembra che la perla della
Mostra sarà regalata dal filippino Lav Diaz con la sua performance di oltre tre ore con una storia semplice: The Woman Who Left. Al centro il perché sull’esistenza umana che è in fondo la domanda che ognuno di noi si pone sebbene sotto varie forme. Ci sono poi film di genere come l’americano The Light Between Oceans di Cianfrance, il thriller fantascientifico Arrival dell’altro americano Villenue, il western atipico Brimstone del belga Koolhoven. Si può dire che Barbera è andato a pescare tra oltre un migliaio di pellicole quelle che possono ancora una volta sorprendere ed attirare il pubblico cinefilo che è il motore della kermesse. Una menzione la dedichiamo al Cinema nel Giardino, già al suo secondo anno, che sarà ospitato nello spazio per tanti anni simbolo di incuria istituzionale. Dove c’era “il Buco” finalmente l’amministrazione comunale ha posto rimedio e lì sorge il Cubo Rosso, la nuova Sala che offre 450 posti dedicati al grande pubblico non propriamente festivaliero. La Mostra si apre all’esterno con sette film che come abbiamo detto sono tra il cinema d’autore e quello del grande pubblico.  Ci scuseranno i lettori per quelle pellicole che non abbiamo citato, ma di cui vi parleremo nei prossimi giorni.
 
Siccome la cinematografia presente è come l’umanità un processo di sviluppo dedichiamo qualche riga a Venezia Classici restaurati ed in particolare al film di apertura Shabhaye Zayandeh – rood (The Nights of Zayandeh – rood), un film che il regista Mohsen Makhmalbaf realizzò in Iran nel 1990. All’epoca, il comitato di censura iraniano stabilì che il film andava contro lo spirito della rivoluzione iraniana e di conseguenza tagliò 37 minuti del negativo originale. Della versione mutilata fu comunque vietata qualsiasi proiezione pubblica, così come fu negata la possibilità di realizzare copie del film. Nel 2016 alcune parti del negativo originale sono state recuperate presso gli archivi del comitato di censura iraniano. La copia, restaurata dallo stesso Makhmalbaf, dura 63 minuti invece degli originali 100. Le parti mancanti sono irrimediabilmente perdute.
Passiamo ad una carrellata sulle due sezioni autonome che si svolgono in concomitanza della 73ma Mostra.
Il motto di questa edizione di Venice Days è:Il Futuro è Donna
Molti dei generi visivi sono stati scelti per questa edizione 2016  sotto l’emblema di forte dell’originalità espressiva dalla Siria alla Bolivia, dalla Svezia all’Asia, si affrontano i grandi temi della politica e del disagio sociale: il documentario (The War Show), il racconto di formazione (Heartstone e Polina), il melodramma (Indivisibili e Pamylia Ordinaryo), il suspence thriller (Hounds of Love), il western (Pariente), il road-movie (The Road to Mandalay), senza dimenticare il dramma familiare declinato in chiave realista (La ragazza del mondo), grottesca (Quit Staring at My Plate), memoriale (Sami Blood). Ma ancora una volta è l’individuo singolo a combattere contro l’ineluttabilità del destino e la crudezza della società. Segno di uno smarrimento che caratterizza le nostre società. Ed infatti l’apertura delle Giornate 2016 è riservata all’emozionante video-diario dal cuore della Siria The War Show del danese Andreas Dalsgaard e della siriana Obaidah Zytoon.
Tra le altre manifestazioni collaterali ai Venice Days c’è anche il DWA -
Doc/it Women Award che è un premio al racconto, alla creatività e all’imprenditorialità al femminile ideato e promosso da Doc/it - Associazione Documentaristi Italiani. Per la sua prima edizione Doc/it ha scelto i Venice Days per comunicare i cinque progetti nominati e il vincitore con un evento dedicato all’interno dei Women’s Tales di MIU MIU. Il nuovo Premio allo Sviluppo di documentari è atto a favorire la parità di genere sia in ambito creativo che produttivo aperto a tutti i progetti di documentario in sviluppo con 2 requisiti su 3 (storia, regia, produzione) di presenza al femminile.
Quanto alla 31. Settimana Internazionale della Critica essa è improntata al "piacere filmico", come spiegato da Giona A. Nazzaro nella sua presentazione. La natura della Settimana della Critica si scopre dalle pellicole selezionate quest'anno, individuate fra più di 500 film iscritti. Un "piacere" del quale il rischio e lo stupore sono gli elementi base. Da Prevenge – geniale horror-movie post-femminista diretto da Alice Lowe a
Le ultime Cose di Irene Dionisio – tesa rivisitazione dell'umanesimo neorealista. C’è poi Keywan Karimi, cineasta iraniano condannato a un anno di carcere e 223 frustate per offesa all'Islam, che firma Drum, un noir metafisico ed espressionista, mentre Ala Eddine Slim, documentarista e videoartista tunisino, presenta The Last of Us e rilancia con audacia un cinema sperimentale e astratto, avventuroso e addirittura schiettamente fantascientifico. Il cinema è anche un'arte giovane per definizione come mostra l’esperimento di Los nadie di Juan Sebastián Mesa, girato in sette giorni fra le strade più inaccessibili di Medellin, o a Prank di Vincent Biron, passato alla regia e apologo di nichilismo. Ma il cinema può essere anche un riprendere (o un riperdere) il proprio posto nel mondo, Jours de France di Jérôme Reybaud ipotizza un sensuale viaggio sentimentale, utilizzando un navigatore d'eccezione come Grindr, per ritrovare i nomi dimenticati delle cose. C’è anche la presenza sorprendente di Pepe Smith, leggenda del rock filippino, protagonista di Singing in Graveyards, assieme a Lav Diaz, si offre come immagine e specchio del complesso rapporto con la modernità e la democrazia del suo paese. Infine in chiusura una sorpresa proveniente dagli Stati Uniti con Are We Not Cats di Xander Robin, un melodramma horror viscerale, una favola dark scandita dalla musica dei Funkadelic, Yvonne Fair, Lightning Bolt e Albert Ayler.
Ma parliamo della serata odierna dedicata ai Veneziani. Centoventi anni fa – esattamente la sera del 9 luglio 1896 -  il Cinématographe Lumière faceva la sua prima apparizione a Venezia, con la proiezione a un passo da Piazza San Marco, nel Teatro Minerva, di un programma composto da 15 "vedute". Ma è solo il 21 agosto successivo che vi compaiono per la prima volta 3 film realizzati a Venezia:  Approdo di una gondola ai santi Giovanni e Paolo,  I vaporetti a Rialto e I leggendari piccioni di San Marco, seguite poi da altre nei giorni seguenti. Per celebrare questa importante ricorrenza, in occasione della serata di Pre-apertura della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (martedì 30 agosto, ore 20.30) in Sala Darsena al Lido, prima della proiezione del già annunciato restauro di Tutti a casa di Luigi Comencini, verrà offerto al pubblico, convenuto per la celebrazione del centenario di Comencini, un programma composto da ben nove “vedute” realizzate a Venezia dagli operatori del Cinématographe Lumière, commentate in sala dal Direttore dell’Institut Lumière di Lione, Thierry Fremaux.
I film, che appartengono a tre annate successive (1896-98), sono:
Arrivée en gondole, 1896, N°291
Pigeons sur la place Saint-Marc,  N°292
Tramway sur le Grand Canal, 1896, N°293
Grand Canal avec barques, 1896, N°294
Panorama du Grand Canal pris d'un bateau, 1896, N°295
Panorama de la place Saint-Marc pris d'un bateau, N°296
Venise, place Saint-Marc, 1897, N°430
Arrivée en gondole des souveraines d'Allemagne et d'Italie au palais royal de Venise, 1898, N°1058
Départ en gondole, 1898, N°1059
A seguire la proiezione delle “vedute”, in occasione del centenario della nascita del grande regista Luigi Comencini (1916 – 2007) sarà proiettato – come già annunciato - il capolavoro di Comencini Tutti a casa (Italia/Francia, 1960) con Alberto Sordi, Serge Reggiani, Carla Gravina ed Eduardo De Filippo. Alla speciale serata-omaggio di Pre-apertura in Sala Darsena al Lido, con inizio alle 20.30, è invitato il pubblico di Venezia attraverso la collaborazione con i quotidiani “Il Gazzettino”, “La Nuova di Venezia e Mestre” e il “Corriere del Veneto”.
La pellicola restaurata Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini mostra attraverso lL’8 settembre 1943, il giorno dell’Armistizio, i sentimenti e la società italiana provata dalla guerra. Ma chi meglio dell’autore può spiegarci il film? La risposta riportata in un saggio Al cinema con cuore. 1938-1974, a cura di Adriano Aprà recita: “Tutti a casa non è nemmeno un film di guerra. È un viaggio attraverso l’Italia in guerra di quattro sbandati (quattro “stupidi” sprovveduti) che vogliono tornare a casa. Sordi non è un vigliacco, anzi, è un ufficiale che tiene moltissimo al suo grado e che cerca fino all’ultimo di adempiere a quello che egli crede sia il suo dovere. Solo che, senza saperlo, è un ufficiale che non ha capito niente. [...] Riteniamo che il dramma dell’Armistizio del ’43 sia stato soprattutto il dramma degli ufficiali. Allora, chiunque avesse un titolo di studio, avesse o no attitudini militari, diventava ufficiale. Anzi, la fotografia in alta uniforme era un po’ il coronamento della laurea”.