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Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



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giovedì 2 febbraio 2017

SPECIALE 67ma BERLINALE#2 – 9/19 FEBBRAIO 2017 (DAY-7)

Il Concorso Ufficiale esclude gli Italiani, ma tra i Talents dall’Italia arrivano nove giovani emergenti, nella sezione Panorama Luca Guadagnino si confronta con il gusto del pubblico berlinese e Milena Canonero viene premiata con l'Orso d'Oro alla Carriera. 

(Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Berlinale)

Sebbene i numeri della Berlinale siano imponenti per gli undici giorni di Festival con quasi 400 pellicole presentate, quest’anno alla Berlinale nella selezione ufficiale non è presente alcun cineasta italiano, ne tantomeno nella composizione delle Giurie è presente un nostro rappresentante. Come potete leggere nel seguito c’è però una bella sorpresa per il Cinema e la Moda italiana, che in tanti ci invidiano e che vanno a braccetto. Vorremmo invece porre l’attenzione alla sezione Talents dove tra i 250 artisti selezionati c’è anche quest’anno una nutrita schiera di giovani talenti italiani a cui facciamo i nostri auguri di successo e crescita. Sono nove i nostri e spaziano nei vari campi della cinematografia. Ecco i nomi Lorenzo Cioffi Produttore, Regista; Piernicola Di Muro Compositore, Sound Designer; Davide Favargiotti Sound Designer; Michele Vannucci, Regista; Carlo Salsa Sceneggiatore; Cristina Picchi Regista, Editor; Ali Mansuri Produttore che lavora in Gran Bretagna cosi come Luigi Campi Regista, Sceneggiatore e Victoria Fiore Regista, Editor. I nostri partecipano alla Talents Berlinale che compie 15 anni con il motto "Courage: Against All Odds". Con la sua attenzione su "Courage: Against All Odds", questa edizione di Talents Berlinale assume il significato di coraggio di tutti i giorni e di coraggio dei professionisti del cinema di oggi. 250 Talenti eccezionali e oltre 100 esperti internazionali e tutor saranno invitati al programma di sei giorni, che si tiene ancora una volta le tre sedi di HAU Hebbel Am Ufer dall’ 11 al 16 febbraio.
In verità nella sezione Panorama tra i tredici film europei che concorrono al Premio del Pubblico è stato selezionato il film di Luca Guadagnino con il suo racconto di un amore estivo al maschile in una coproduzione franco-italiana, Call Me by your Name, con Armie Hammer, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg e Amira Casar, un adattamento cinematografico del romanzo omonimo di André Aciman, scritto con James Ivory.
Ma andiamo a raccontare cosa succederà dal 9 febbraio prossimo. La 67 ma Berlinale si
aprirà con l'anteprima mondiale del debutto alla regia di Etienne Comar: Django che è in concorso ufficiale. Il film francese ruota attorno alla vita di  Django Reinhardt, famoso chitarrista e compositore, e il suo volo da una Parigi occupata dai tedeschi nel 1943. In pochi istanti, questo superbo chitarrista è stato in grado di raggiungere il cuore della gente con il suo strumento. Eppure, come appartenente all’etnia Sinti, la sua famiglia è stata molestata e perseguitata dai nazisti.
"Django Reinhardt è stato uno dei più brillanti pionieri del jazz europeo e il padre dello swing zingaro. Django ritrae un capitolo avvincente nella movimentata vita del musicista, ed è una storia struggente di sopravvivenza. In pericolo continuo, il volo e le atrocità commesse contro la sua famiglia non potevano comunque farlo smettere di suonare ", così ha comentato Dieter Kosslick.
Il neo regista Etienne Comar si è fatto già notare come sceneggiatore e produttore in  Uomini di Dio, Alta Cucina, My King  e co-produttore di Timbuktu. In Django l'attore protagonista è Reda Kateb con al suo fianco Cécile de France (Il ragazzo con la bicicletta), Alex Brendemühl e Ulrich Brandhoff. La sceneggiatura è scritta dallo stesso Etienne Comar e da Alexis Salatko. La musica originale del musicista è stato ri-registrata per il film dalla famosa band olandese di jazz Rosenberg Trio.
Non possiamo trattenerci per la gioia della notizia a sorpresa che l’Orso d'oro alla carriera e l’Omaggio del Festival va al Premio Oscar Milena Canonero con una Retrospettiva. Infatti come annunciato nella Conferenza Stampa l'Omaggio del 67ma Berlinale è dedicato alla costumista italiana Milena Canonero, che riceverà anche l’Orso d'Oro alla Carriera. Milena Canonero è una delle costumiste più celebri al mondo. Ha lavorato con una lunga lista di registi, tra cui Stanley Kubrick, Francis Ford Coppola, Sydney Pollack, Warren Beatty, Roman Polanski, Steven Soderbergh, Louis Malle, Tony Scott, Barbet Schroeder, Sofia Coppola, e Wes Anderson. Nel corso degli anni ha vinto quattro premi Oscar per i suoi disegni di costumi eccezionali ed è stato nominata altre cinque volte.
"Milena Canonero è una straordinaria costumista. Con i suoi disegni ha contribuito in modo decisivo allo stile di molti capolavori cinematografici. Con l’Omaggio di quest'anno, vorremmo onorare un grande artista, così come porre l'attenzione diretta ad un'altra professione del cinema ", ha commentato Dieter Kosslick.
I disegni di Milena Canonero sono il risultato di approfondite ricerche storiche dell'arte e concetti sofisticati. Non ha mai adottato  i parametri dalla storia della moda, ma li adatta in modo creativo per ogni film. In tal modo lei eccelle non solo nell'arte di accentuare sottilmente la personalità di un personaggio, ma anche di migliorare la trama di un film attraverso disegni molto dettagliati e originali. Le sue creazioni hanno influenzato le tendenze della moda a livello mondiale e stilisti di moda ispirati come Alexander McQueen e Ralph Lauren. Proprio all'inizio della sua carriera Canonero ha incontrato Stanley Kubrick ed è stato per il suo film Arancia meccanica (Regno Unito / USA 1971) che ha disegnato i suoi primi costumi cinematografici. Con loro bianco perso la sua innocenza e impostare un nuovo punto di riferimento per i costumi. Già con il suo secondo lavoro per Kubrick, Barry Lyndon (Regno Unito / USA 1975), ha portato a casa il suo primo Oscar per i migliori costumi (in comune con Ulla-Britt Söderlund). Sono seguiti tanti altri lavori di successo che non stiamo ad elencare. Siamo entusiasti che la moda italiana primeggi anche nel  tempio berlinese del Cinema. Ricordiamo che negli anni passati Milena Canonero ha partecipato alla Berlinale con due film diretti da Wes Anderson - The Life Aquatic with Steve Zissou (USA 2004) e The Grand Budapest Hotel (USA / Germania 2014). Per la sue straordinarie divise del personale viola e struttura color malva, e  per la forma originale dell’abito di Madame D. in Grand Budapest Hotel, Milena Canonero ha vinto il suo quarto Oscar per i migliori costumi.
Passiamo adesso alla Giuria Internazionale che ancora una volta sarà un illustre giuria
internazionale che deciderà a chi andranno gli Orsi d’Oro e d’Argento della Berlinale 2017. Sono diciotto i film in lizza in questa edizione del concorso per gli Orsi d'Oro e d'Argento.
Come sappiamo Presidente della giuria è stato nominato il regista e sceneggiatore Paul Verhoeven, coadiuvato dalla produttrice tunisina Dora Bouchoucha Fourati, dall’artista islandese Olafur Eliasson, dall'attrice americana Maggie Gyllenhaal, dall'attrice tedesca Julia Jentsch (Germania), dall’attore e regista messicano Diego Luna, e dal regista e sceneggiatore Wang Quan'an della Repubblica popolare cinese, pluripremiato in passato alla Berlinale. Tutti volti conosciuti.
Il commento a caldo del direttore Dieter Kosslick è entusiatico:"Con Paul Verhoeven presidente di giuria, abbiamo a disposizione un regista che ha sperimentato varie generi sia in Europa che a Hollywood. La sua creatività, l’audacia e poliedricità e la sua volontà di sperimentare si riflettono nello vasta gamma delle sue opere ". La Berlinale aveva ospitato ed acclamato il regista al Talent Campus della Berlinale nel 2013 nel Panel:  “Follow Your Instincts: Filmmaking According to Paul Verhoeven” regalando alla platea una visione del suo metodo di lavoro e il suo punto di vista sul panorama della produzione negli Stati Uniti e in Europa.
Ecco i titoli dei 18 film in concorso con la Germania che primeggia in ben otto coproduzioni dove spiccano i nomi di Aki Kaurismäki, Oren Moverman, Agnieszka Holland, Andres Veiel, Sally Potter ma anche di Danny Boyle, Hong Sangsoo, Thomas Arslan, Volker Schlöndorff, Sabu, Álex de la Iglesia e il debutto come regista di Josef Hader
Ana, mon amour di Călin Peter Netzer (Romania / Germania / Francia)
Bamui haebyun-eoseo honja (On the Beach at Night Alone) di Hong Sangsoo (Republic of Korea - South Korea)
Beuys di Andres Veiel (Germania)- Doc
Colo di Teresa Villaverde (Portogallo / Francia)
The Dinner di Oren Moverman (USA)
Django di Etienne Comar (Francia) – Opera Prima
Félicité di Alain Gomis (Francia / Senegal / Belgio / Germania / Lebanon)
Hao ji le(Have a Nice Day) di Liu Jian (People’s Republic of China) - Animazione
Helle Nächte (Bright Nights) di Thomas Arslan (Germania / Norvegia)
Joaquim di Marcelo Gomes (Brazil / Portugal)
Mr. Long di Sabu (Giappone / Hong Kong, China / Taiwan / Germania)
The Party di Sally Potter (UK)
Pokot (Spoor) di Agnieszka Holland (Polonia / Germania / Czech Republic / Sweden / Slovakian Republic)
Return to Montauk di Volker Schlöndorff (Francia / Germania / Ireland)
Teströl és lélekröl(On Body and Soul) di Ildikó Enyedi (Ungheria)
Toivon tuolla puolen(The Other Side of Hope) di Aki Kaurismäki (Finlandia / Germania)
Una mujer fantástica (A Fantastic Woman) di Sebastián Lelio (Cile / USA / Germania / Spagna)
Wilde Maus(Wild Mouse) di Josef Hader (Austria) – Opera Prima

Fuori Concorso sei pellicole eccezionali:

El bar (The Bar) di Álex de la Iglesia (Spagna)
Final Portrait di Stanley Tucci (UK / Francia)
Logan di James Mangold (USA)
Sage femme (Midwife) di Martin Provost (Francia / Belgio)
T2 Trainspotting di Danny Boyle (UK) attesissimo sequel dell'omonimo degli anni '90
Viceroy’s House di Gurinder Chadha (India / UK)

Come ogni anno ai precedenti titoli si affiancano alcune prestigiose produzioni mondiali (13) che segnalano il futuro del cinema nella sezione Berlinale Special 2017

Acht Stunden sind kein Tag (Eight Hours Don't Make A Day) di Rainer Werner Fassbinder (Federal Republic of Germany 1972) – TV series with 5 episodes
the bomb di Kevin Ford, Smriti Keshari, Eric Schlosser (USA) – Experimental film
Es war einmal in Deutschland... (Bye Bye Germany) di Sam Garbarski (Germania / Luxembourg / Belgium)
In Zeiten des abnehmenden Lichts (In Times of Fading Light) di Matti Geschonneck (Germania)
La libertad del diablo (Devil's Freedom) di Everardo González (Mexico) - Doc
La Reina de España (The Queen of Spain) di Fernando Trueba (Spain)
Le jeune Karl Marx (The Young Karl Marx) di Raoul Peck (Francia / Germania / Belgium)
The Lost City of Z di James Gray( USA)
Masaryk (A Prominent Patient) di Julius Ševčík (Czech Republic / Slovakian Republic)
Maudie di Aisling Walsh (Canada / Ireland)
Nema-ye nazdik (Close Up) di Abbas Kiarostami (Iran)
The Trial: The State of Russia vs Oleg Sentsov di Askold Kurov (Estonia / Poland / Czech Republic) - doc
Últimos días en La Habana (Last Days in Havana) di Fernando Pérez (Cuba / Spain)

Ormai è noto che non esiste più un confine netto tra Cinema e Serie TV e perciò la Berlinale già da tempo propone una sezione dedicata alle serie in Berlinale Special Series che quest’anno vede una massiccia presenza teutonica.
4 Blocks – Regia: Marvin Kren (Germania)
Below The Surface – Ideatore / Regia: Kasper Barfoed (Denmark / Germania)
Black Spot – Ideatore: Mathieu Missoffe - Regia: Thierry Poiraud, Julien Despaux (Francia / Belgium)
Der gleiche Himmel (The Same Sky)- Ideatore: Paula Milne – Regia: Oliver Hirschbiegel (Germania / Czech Republic)
Patriot– Ideatore: Steve Conrad (USA / Czech Republic)
SS-GB – Regia: Philipp Kadelbach (UK)

Alcuni dei titoli precedenti partecipano insieme ad una selezione dalle altre sezioni Panorama, Forum e Generation pure all’assegnazione di due altri premi dei quali il  Glashütte Original Documentary Award è di nuova istituzione. Infatti da molti anni, la  Berlinale è impegnata a promuovere i documentari e altre forme artistiche documentarie. Non solo nei programmi delle varie sezioni, nelle iniziative e nelle serie speciali, ma anche nella European Film Market (EFM). Grazie al supporto di Glashütte Original, produttore Sassone di orologi, la Berlinale ha introdotto quest’anno un nuovo premio, il Premio Documentario Glashütte Original. Il Premio del valore di 50.000 €, finanziato da Glashütte Original, verrà diviso equamente tra regista e produttore del film vincitore scelto tra le 16 pellicole selezionate tra quelle in competizione, Berlinale Special, Panorama, Forum, Generation e della sezione Perspektive Deutsches Kino. La giuria che sceglierà il doc vincitore è composta dalla critica cinematografica messicana Daniela Michel, direttrice e fondatrice del Morelia International Film Festival che dal 2003 sostiene e promuove la nuova generazione di cineasti messicani. La seconda giurata è la statunitense Laura Poitras. Nella professione si occupa di documentario, giornalismo, e arte. Con CITIZENFOUR, la terza parte della sua trilogia, Poitras ha vinto l'Oscar per il miglior documentario nel 2015. E’ la storia su Edward Snowden e il reportage sulle attività spionistiche della NSA  a danno di ignari cittadini pubblicato da Der Spiegel, The Guardian, e il Washington Post. Ha anche ricevuto il premio Pulitzer e il Premio Nannen per la libertà di stampa. Il terzo giurato è l’iracheno Samir trapiantato in Svizzera  da quando aveva sette anni. Dal 1994, insieme al documentarista Werner Schweizer e al produttore Karin Koch si occupa di promuovere giovani talenti svizzeri. Il suo documentario Odyssey è stato presentato nella sezione Panorama della Berlinale 2015 e presentato dalla Svizzera per l’Oscar come miglior film straniero.I seguenti film sono nominati per il Premio Documentario original Glashütte, tutti in anteprima mondiale alla Berlinale 2017:

Competition (1) : Beuys 
Berlinale Special (1) : La libertad del diablo (Devil's Freedom)
Panorama (5): 
Belinda – Francia di Marie Dumora
El Pacto de Adriana – Chile di Lissette Orozco
Erase and Forget – UK di Andrea Luka Zimmerman
Fünf Sterne (Five Stars) – Germania di Annekatrin Hendel
Istiyad Ashbah (Ghost Hunting) – Francia / Palestine/ Switzerland / Qatar di Raed Andoni
Forum (5):
For Ahkheem – USA di Jeremy S. Levine e Landon Van Soest
Maman Colonelle (Mama Colonel) - Democratic Republic of Congo / Francia di Dieudo Hamadi
El mar la mar – USA di Joshua Bonnetta and J.P. Sniadecki
Mzis qalaqi (City of the Sun) – Georgia / USA / The Netherlands / Qatar di Rati Oneli
Tigmi n Igren (House in the Fields) – Morocco / Qatar di Tala Hadid
Generation (3):
Almost Heaven – United Kingdom di Carol Salter
Shkola nomer 3 (School Number 3) - Ukraine / Germania di Yelizaveta Smith, Georg Genoux
Soldado (Soldier) - Argentina di Manuel Abramovich
Perspektive Deutsches Kino (1): Eisenkopf (Ironhead) – Germania di Tian Dong

L’altro premio è il GWFF Best First Feature Award che è stato introdotto nel 2006 per
sostenere la nuova generazione di cineasti. Il premio del valore di 50.000 euro, è offerto da GWFF (Gesellschaft zur Wahrnehmung von Film- und Fernsehrecht), società dedicata alla tutela dei diritti cinematografici e televisivi. Il premio in denaro viene diviso tra il produttore e il regista del film vincitore. Inoltre, il regista sarà premiato inoltre con un mirino ad alta qualità sia come uno strumento utile e il trofeo indimenticabile. Dieter Kosslick e i responsabili della sezione concorso e delle sezioni Panorama, Forum, Generation e Perspektive Deutsches Kino hanno selezionato 16 opere prime. La giuria che assegnerà il premio GWFF Miglior Opera Prima è composta da Jayro Bustamante, autore di Ixcanul, primo regista guatemalese invitato a partecipare al Concorso della Berlinale bel 2015. Il film realizzato con attori non professionisti ha vinto il Premio Alfred Bauer Orso d'Argento. E’ stato anche premiato in altri festival tra i quali quello di Karlovy Vary, Gerusalemme, Telluride, Toronto, Biarritz, Cartagena, Mumbai, Guadalajara, Ghent, e San Sebastián, ed ha portato a casa 52 premi. Per di più, Ixcanul è stato il secondo film guatemalese candidato all’Oscar come miglior film straniero. L’altra giurata è l’attrice francese Clotilde Courau che ha iniziato la sua carriera a 16 anni e il cui suo ultimo film Le Ciel attendra di Marie-Castille Mention Schaar sarà in sala nel 2017.Ed infine il saudita Mahmoud Sabbagh , classe 1983, autore, regista e produttore ha presentato il suo primo lungometraggio, Barakah incontra Barakah, nella sezione Forum della Berlinale nel 2016. Film straordinariamente umoristico che ha vinto il Premio della Giuria Ecumenica. Ed è in corsa per l'Oscar come miglior film straniero.Sono 16 i film selezionati per il premio GWFF Miglior Opera Prima tutti in anteprima mondiale alla Berlinale 2017:

Competition (2): Django e Wilde Maus
Panorama (2): Kaygı (Inflame) - Turkey di Ceylan Özgün Özçelik  e Pieles (Skins) - Spain di Eduardo Casanova
Forum (3):Adiós entusiasmo (So Long Enthusiasm) – Argentina / Colombia di Vladimir Durán
Casa Roshell – Mexico / Chile di Camila José Donoso
Motza el hayam (Low Tide) – Israel / Francia di Daniel Mann
Generation (5)
As duas Irenes (Two Irenes) – Brazil di Fabio Meira
Butterfly Kisses – United Kingdom di Rafael Kapelinski
Estiu 1993 (Summer 1993) – Spain di Carla Simón
Freak Show – USA Di Trudie Styler
Wallay - Francia / Burkina Faso / Qatar di Berni Goldblat
Perspektive Deutsches Kino (4):
Back for Good – Germania di Mia Spengler
Die beste aller Welten (The Best Of All Worlds) – Germania / Austria di Adrian Goiginger
Millennials – Germania di Jana Bürgelin
Die Tochter (Dark Blue Girl) – Germania di Mascha Schilinski

Giurie e Premi della sezione a latere Generation
La Giuria Internazionale Generation 14Plus assegnerà il Grand Prix per il miglior film (7.500 euro) e il premio speciale per il miglior cortometraggio (2.500 euro), grazie all’impegno del Bundeszentrale für politische Bildung (Agenzia federale tedesca per l'educazione civica). I tre membri della giuria di quest'anno sono:  il regista tedesco-ungherese Benjamin Cantu, il regista statunitense Jennifer Reeder, il regista cileno Roberto Doveris. Mentre nella sezione Generation Kplus i tre membri che compongono la giuria internazionale che assegnerà il Grand Prix per il miglior film (7.500 euro) e il premio speciale per il miglior cortometraggio
(2.500 euro), grazie al contributo di Deutsches Kinderhilfswerk sono: la programmatrice polacca di festival Aneta Ozorek, il regista coreano Yoon Ga-eun, il produttore tedesco e co-fondatore di DETAiLFILM Fabian Gasmia del quale ricordiamo L'avenir di Mia Hansen-Løve vincitore Orso d'argento 2016. Invece le giurie di Generation Kind sono composte da undici giovani berlinesi di età compresa dai 12 a i 14 e dai 16 ai 18 anni rispettivamemte. A loro il compito di assegnare gli Orsi di Cristallo. I giovani giurati sono stati scelte fra oltre 1.000 candidati che hanno compilato i questionari sui film Generation alla Berlinale dell'anno scorso.
In ambito Generation c’è poi la sezione cosiddetta trasversale che accoglie alcuni film dalle sezioni Forum e Panorama per mostrarli ai minori di 18 anni scelte tra le opere che sono anche dedicatei alle esperienze e le prospettive dei giovani. I film della sezione trasversale di quest'anno sono Dayveon di Amman Abbasi - USA (Forum) e Karera ga Honki de Amu toki wa di Naoko Ogigami – Giappone (Panorama).

Berlinale Shorts 2017: Reframing the Image

23 film provenienti da 19 paesi saranno in competizione per l' Orso d’Oro e  d'Argento come pure per l'Audi Short Film Award, del valore di € 20.000, e una nomination agli European Film Awards durante l'edizione 2017 della Berlinale Shorts. Il film algerino Monangambeee, prodotto nel 1969 e diretto da Sarah Maldoror, sarà proiettato fuori concorso.La Giuria della Berlinale Shorts  è composta da tre artisti di altissimo livello: Christian Jankowski, Kimberly Drew e Carlos Núñez. Il primo Artista e docente presso l'Accademia di Stato di Arte e Design di Stoccarda, il secondo curatore e direttore dei social media al New York Metropolitan Museum of Art ed infine il direttore artistico del SANFIC (Santiago International Film Festival) Carlos Núñez. La Giuria dell’International Short Film assegnerà l’Orso d’Oro e l'Orso d'argento, così come l'Audi Short Film Award. Inoltre, la giuria nominerà un film per il miglior cortometraggio agli European Film Awards. Maike Mia Höhne, curatrice della Berlinale Shorts, commenta così la scelta caduta sui giurati: "Le biografie di
alto livello di Jankowski, Drew e Núñez ci consegnano una giuria per l’edizione 2017, che combina tre punti altamente affermati e con tanti punti di vista diversi. Sono molto contenta! "Il concorso Berlinale Shorts sarà caratterizzato da opere provenienti da una vasta gamma di registi tra cui Gabriel Abrantes, Salomé Lamas, Jonathan Vinel, Victor Lindgren, Lukas Marxt e Marcel Odenbach, Bárbara Wagner e Benjamin de Burca, David OReilly e Rainer Kohlberger."Un'immagine preconcetta, una nozione cliché di qualcosa o qualcuno, può alterare la sua forma se la mia visione delle cose si espande per includere una nuova prospettiva. Tutti i film selezionati per la Berlinale Shorts 2017 hanno in comune il fatto che essi invitano a ricalibrare la propria percezione ", ha commentato sempre Maike Mia Höhne.

Ecco i titoli delle 24 opere selezionate:
Altas Cidades de Ossadas (High Cities of Bone), João Salaviza, Portugal, 19’ (WP)
Avant l'envol, Laurence Bonvin, Switzerland, 20’ (IP)
The Boy from H2, Helen Yanovsky, Israel / Palestinian Territories, 21’ (WP)
Call of Cuteness, Brenda Lien, Germania, 4’ (WP)
Centauro (Centaur), Nicolás Suárez, Argentina, 14’ (IP)
Cidade Pequena (Small Town), Diogo Costa Amarante, Portugal, 19’ (IP)
Coup de Grâce, Salomé Lamas, Portugal, 26’ (WP)
The Crying Conch, Vincent Toi, Canada, 20’ (WP)
Ensueño en la Pradera (Reverie in the Meadow), Esteban Arrangoiz Julien, Mexiko, 17’ (WP)
Estás vendo coisas (You are seeing things), Bárbara Wagner & Benjamin de Burca, Brazil, 18’ (IP)
Everything, David OReilly, USA / Ireland, 11’ (WP)
Le film de l'été (A Summer’s Film), Emmanuel Marre, Francia / Belgium, 30’ (WP)
Fishing Is Not Done On Tuesdays, Lukas Marxt & Marcel Odenbach, Germania / Austria, 15’ (WP)
Fuera de Temporada (Out of Season), Sabrina Campos, Argentina, 23’ (WP)Hiwa, Jacqueline Lentzou, Greece, 11’ (WP)
Os Humores Artificiais (The Artificial Humors), Gabriel Abrantes, Portugal, 30’ (WP)
keep that dream burning, Rainer Kohlberger, Germania / Austria, 8’ (WP)
Kometen (The Comet), Victor Lindgren, Sweden, 11’ (IP)
Martin Pleure (Martin Cries), Jonathan Vinel, Francia, 16’ (WP)
Miss Holocaust, Michalina Musielak, Poland / Germania, 22’ (WP)
Monangambeee, Sarah Maldoror, Algeria, 18’ – Fuori Competizione
Oh Brother Octopus, Florian Kunert, Germania, 27’ (WP)
The Rabbit Hunt, Patrick Bresnan, USA / Hungary, 12’ (IP)
Street of Death, Karam Ghossein, Libanon / Germania, 23’ (WP)


La Berlinale non si esaurisce qui per la sua vastità con le altre sezioni Panorama, Forum, Perspektive Deutsches Kino e NaTive , tanto per citare le principali, delle quali vi diremo in un prossimo articolo.

venerdì 13 gennaio 2017

SPECIALE 67ma BERLINALE #1 – 9/19 FEBBRAIO 2017:


LA BERLINALE IN GIRO PER IL MONDO, GLI ORSI IN GIRO PER BERLINO


(Le foto sono pubblicate per gentile concessione della Berlinale)


Ci siamo quasi, siamo a meno di un mese dall’inizio della Berlinale che questi animali curiosi (gli Orsi)  già si aggirano in una Berlino notturna per richiamare l'attenzione al Festival.
"Berlino è una grande città e anche quest'anno faremo seguire le tracce degli orsi in alcuni punti caratteristici della capitale", ha sottolineato con aria felice il direttore della Berlinale Dieter Kosslick nel corso della presentazione della nuova serie di poster che ancora una volta sono stati ideati dalla agenzia pubblicitaria svizzera Velvet. I sei manifesti della nuova serie saranno visibili in città a partire da metà gennaio 2017. Saranno anche in vendita presso il negozio online della Berlinale a partire dal 16 gennaio.
In realtà da anni la Berlinale ha avuto una presenza globale con programmi appositamente curati nei festival o altri eventi culturali in tutto il mondo. Queste attività si svolgono sotto il nome di Spotlight Berlinale. Così durante la scorsa estate si è svolta L’Estate Berlinale: il Festival sotto i riflettori a Berlino e Colonia con una rassegna di anteprime nel mese di luglio e la possibilità di vedere i film preferiti dal pubblico e quelli premiati all’ultima edizione prima del loro arrivo nelle sale cinematografiche.
Iniziamo dall’Estate Berlinale a Freiluftbühne Volkspark Friedrichshain nel
mese di luglio sono stati presentati Baden Baden, del belga Rachel Lang, presentato dal responsabile del programma Christoph Terhechte, Who’s Gonna Love Me Now? di Tomer Heymann e Barak Heymann (Israele/UK) vincitore del Premio del Pubblico della sezione Panorama e presentato dal curatore della selezione Wieland Speck, il cortometraggio Balada de um Batráquio del portoghese Leonor Teles vincitore dell’Orso d’Oro e il lungometraggio Fuocoammare di Gianfranco Rosi vincitore dell’Orso d’Oro. Ma anche Katz und Maus (Cat and Mouse) del tedesco Hansjürgen Pohland del 1966/1967 presentato nella selezione Retrospective e presentato dal coordinator della stessa Connie Betz
Mentre all’Estate Berlinale di Colonia a Filmpalette Köln, dal 22 al 26 luglio sono stati proiettati: Lotte del tedesco Julius Schultheiß della selezione Perspektive Deutsches Kino, Midnight Special dell’americano
Jeff Nichols in competizione, Les Sauteurs (Those Who Jump) di Moritz Siebert, Estephan Wagner, Abou Bakar Sidibé (Danimarca) dalla selezione Forum e Théo et Hugo dans le même bateau dei francesi Olivier Ducastel e Jaques Martineau dalla
selezione Panorama.
Quest’anno la Berlinale si è spostata
anche in Messico al Morelia International Film Festival (FICM) con il programma Spotlight Berlinale. Infatti in occasione della manifestazione "Anno
della Germania in Messico 2016/2017", il 14° Festival Internacional de Cine
de Morelia in Messico (21-30 ottobre 2016) ha dedicato un intero programma al Festival di Berlino.
La selezione curata congiuntamente ha presentato una decina di film dal programma Berlinale 2016, dalla retrospettiva "Germania 1966 - Ridefinizione del Cinema", così come un ulteriore lavoro con un film storico. Inoltre, sono state presentate le future iniziative della Berlinale, come il World Cinema Fund e i Talents Berlinale. La manifestazione è stata presentata dal direttore della Berlinale Dieter Kosslick e altri rappresentanti del festival ed è stata supportata dal Goethe-Institut.

"Con tanta gratitudine ringraziamo il Festival di Morelia e in particolare il suo direttore, Daniela Michel, per l'invito. The Spotlight Berlinale a Morelia contribuirà a rafforzare e approfondire il dialogo con i nostri amici messicani. L'Anno di Germania in Messico promossa dal Ministero degli Esteri è una grande occasione per intensificare lo scambio culturale ", ha dichiarato il direttore della Berlinale Dieter Kosslick. Mentre la direttrice del FICM Daniela Michel ha commentato "Siamo lieti di lavorare con la Berlinale, nel contesto del biennio Germania-Messico, per portare una selezione di ottimi film agli schermi a Morelia Questa iniziativa non solo darà la possibilità al nostro pubblico di vedere nuovi ed eccitanti opere internazionali, ma sarà anche rafforzerà anche il rapporto tra i nostri festival, i nostri paesi e le nostre cinematografie. Siamo profondamente grati a Dieter Kosslick e alla Berlinale per questa importante opportunità di collaborazione e lo scambio.
Il nutrito programma della Berlinale Spotlight al Festival di Morelia International Film in Messico prevedeva la proiezione:
Dalla selezione ufficiale Fuocoammare di Gianfranco Rosi ,Golden Bear come miglior Film, L‘avenir di Mia Hansen-Løve (Francia / Germania), Silver Bear come miglior regista, Inhebbek Hedi (Hedi) del tunisino Mohamed Ben Attia , premio miglior opera prima e Silver Bear al miglior attore Majd Mastoura 
Dalla selezione Panorama Kater (Tomcat) dell’austriaco Händl Klaus, Teddy
Award come miglior film di genere, Jug-yeo-ju-neun Yeo-ja (The Bacchus Lady) del sudcoreano E J-Yong e Lantouri dell’iraniano Reza Dormishian
Dalla selezione Forum Barakah yoqabil Barakah (Barakah Meets Barakah) del saudita Mahmoud Sabbagh (Saudi Arabia) e Yarden (The Yard) dello svedese Måns Månsson.
Dalla selezione Generation Rauf dei turchi Barış Kaya e Soner Caner, e Royahaye Dame Sobh (Starless Dreams) dell’iraniano Mehrdad Oskouei.
Dalla selezione Perspektive Deutsches Kino Meteorstraße (Meteor Street) di Aline Fischer.
Dalla Berlinale Shorts Balada de um
Batráquio (Batrachian’s Ballad) del portoghese Leonor Teles, Golden Bear per il miglior corto, Jin Zhi Xia Mao (Anchorage Prohibited) del taiwanese Wei Liang Chiang , Audi Short Film Award e Notre héritage (Our Legacy) del francese Jonathan Vinel e personne dei tedeschi Christoph Girardet e Matthias Müller ed infine dal Ghana Reluctantly Queer di Akosua Adoma Owusu.
Dalla selezione Retrospective Karla di Herrmann Zschoche (1966) e per Reinhold Schünzel - Retrospective  i fil dello stesso autore Viktor und Viktoria (1933), Amphitryon. Aus den Wolken kommt das Glück (Amphitryon. Happiness from the Clouds - 1935), The Ice Follies of 1939 (prodotto in America nel 1939) e Beim nächsten Kuß knall ich ihn nieder! (One More Kiss and He’s Dead!) di Hans-Christoph Blumenberg (1996) ed un documentario sulla Berlinale Spur der Bären (Trace of the Bears) del tedesco Hans-Christoph Blumenberg (2010). Infine Ospite Speciale: Sebastian Schipper come attore con Drei (Three) di Tom Tykwer (2010) e come regista Absolute Giganten (Gigantic - 1999) e Victoria (2015)
La Berlinale Spotlight con gli Short Film Presentations è stata pure in Asia a fine anno.
In novembre e dicembre durante tre eventi Spotlight Berlinale sono stati presentati cortometraggi provenienti dalle diverse sezioni della Berlinale in Vietnam, Malesia e India. Queste presentazioni si sono svolte sempre in collaborazione con il Goethe-Institut di Hanoi, Kuala Lumpur e Calcutta rispettivamente.
All’ Hanoi International Film Festival svoltosi a Novembre, Maike Mia Höhne, curatrice della Berlinale Shorts, ha presentato due programmi dalla sezione Berlinale Shorts. Successivamente entrambi questi programmi sono stati proiettati a Kuala Lumpur.
Mentre lo Spotlight Berlinale in India ha mostrato i cortometraggi provenienti dalle seguenti sezioni: Berlinale Shorts, Generation, Forum Expanded e Panorama (in particolare dal programma di Teddy Twenty Tribute). Accanto al vincitore dell'Orso d'oro per il miglior cortometraggio 2016, Balada de um Batráquio di Leonor Teles, e il vincitore dell'Orso Premio Argento della Giuria (cortometraggio) 2016, A Man Returned di Mahdi Fleifel, lo Spotlight Berlinale ha presentato il vincitore della Audi Short Film Award 2016, Jin zhi Xia Mao di Chiang Wei Liang.
Vogliamo ricordare infine lo stretto legame tra Il Festival Internazionale
del Cinema di Berlino con Andrzej Wajda, scomparso lo scorso ottobre. Andrzej Wajda è stato tra i più influenti registi di teatro polacco e destinatario di molteplici riconoscimenti per la sua opera. Dopo gli studi di pittura, frequentò la Lodz Film School e dirisse il suo primo lungometraggio A Generation nel 1954. La sua opera completa comprende oltre 50 film. Dal 1980, la Berlinale ha mostrato 13 film del regista. Tra gli altri, la Settimana Santa (1996, Orso d'argento per un eccezionale contributo artistico), Miss Nobody (1997), Pan Tadeusz (2000), Katyn (2008) e Tatarak (2009, Premio Alfred Bauer) tutti presentati in concorso. Uno dei suoi film più noti, Ashes and Diamonds (1958) è stato presentato nel 1990 nell’ambito della sezione Berlinale Retrospective. Andrzej Wajda è stato anche giurato nel 2000 ed è stato premiato con l'Orso d'oro alla carriera nel 2006.

Il Direttore della Berlinale Dieter Kosslick lo ha così ricordato:"Il mondo del cinema ha perso un grande artista che ha costantemente rinnovato le arti cinematografiche, anche in età avanzata . Un regista impegnato, alle prese con la storia del suo paese natale e sempre con una posizione chiara. Andrzej Wajda con il suo inconfondibile stile, ha arricchito il panorama del cinema polacco nel suo complesso".


Questo è il passato ma tra pochi giorni sapremo di più sulla 67ma edizione che
si terrà dal 9 al 19 febbraio 2017 e vi terremo informati come sempre. Intanto vi lasciamo con un altro dei manifesti di questa edizione.


 



mercoledì 16 marzo 2016

Speciale BERLINALE 2016 - Lo sguardo sul Mondo. II^ parte – Talents e Sezioni collaterali: Panorama – Forum – Generation – PKD

Un momento degli European Film Market
  (Foto per gentile concessione della Berlinale).
Come biglietto di presentazione di questa seconda parte pubblichiamo un momento degli EFM parte integrante del Festival. Nella seconda parte approfondiamo gli eventi dei Talents e degli incontri con i 100 giovani selezionati tra cui sette italiani. Vogliamo ancora una volta ricordare i nostri magnifici sette che speriamo di rivedere alla ribalta. Per il comparto della produzione tre i nomi: Antonietta Bruni, Jon Coplon e Roberto De Paolis Marino. Per le nuove promesse nel campo della regia sono tre i giovani: Francesco Mattuzzi, Enrico Maria Artale e Giovanni Aloi. Infine anche un attore Koudous Jeihon. Illustri personaggi del mondo cinematografico internazionale hanno partecipano come tutor o con Master Class ad oltre 30 eventi.
Per quanto riguarda le sezioni collaterali Panorama, Forum, PDK e quelle autonome Generation plus e Kplus, avendo privilegiato la Selezione Ufficiale a cui è stata dedicata la prima parte del resoconto Speciale Berlinale I^ parte, abbiamo scelto alcuni titoli outsider per capire meglio lo spirito di questa 66esima edizione. Non abbiamo esattamente colto nel segno, ma siamo andati vicini. Infatti quattro dei venticinque film visti sono stati scelti dalle Giurie dei Premi collaterali. Delle sezioni Generation e Perspektive Deutsches Kino ci siamo limitati a pochi titoli. Non abbiamo invece seguito la parte dedicata agli Short. In particolare dei 50 lungometraggi delle sezioni collaterali Panorama (che ha presentato un film in collaborazione a Generation e incluso in quest’ultima) e Panorama Dokumente ne abbiamo visti 10 e 5 rispettivamente (comprese le due MasterClass dei Talents). Della selezione Forum su 44 film ne abbiamo visti 8 (compresa la MasterClass dei Talents). Delle 12 proiezioni della Perspektive Deutsches Kino ne abbiamo visti due. Per Generation 14plus dei 15 film in concorso ne abbiamo visti due. Abbiamo recuperato El Abrazo del Serpiente presentato tra gli eventi di NATIVe, già passato a Cannes 2015.
Infine non potevamo mancare alla Master Class di Meryl Streep in ambito dei Talents incentrata sui rapporti interpersonali con le varie figure con le quali ha lavorato durante la sua lunga carriera l’attrice e presidente della Giuria Internazionale. E’ stato uno strepitoso successo con un pubblico pronto ad applaudire la grande artista che ha la non comune qualità dell’umiltà e dell’autoironia. Ma anche le tre proiezioni dei rispettivi giovani in concorso e le Q&A susseguitesi hanno avuto una buona e meritata audience di pubblico:
Maquinaria Panamericana (Panamerican Machinery) di Joaquín del Paso, Messico / PL.
Uncle Howard di Aaron Brookner UK / USA;
Wu Tu (My Land) di Fan Jian – Cina;
Passiamo quindi ai lungometraggi che hanno vinto e alla nostra classifica delle 25 pellicole viste tra i 107 lungometraggi di cui 88 di genere e 19 doc presentati nelle sezioni Panorama, Forum, PDK e Sezioni autonome Generation della Berlinale 2016 e le emozioni che sono riusciti a suscitarci.
Panorama
Premi:
Premio della Giuria FIPRESCI a Aloys di Tobias Nölle;
Premio CICAE ART CINEMA a Grüße aus Fukushima di Doris Dörrie;
Premio del Pubblico a Junction 48 di Udi Aloni;
Premio dei lettori della Rivista MÄNNER a Mãe só há uma (Don’t Call me Son) di Anna Muylaert;
Premio della Giuria Ecumenicale e Premio LABEL EUROPA CINEMAS a Les Premiers, les Derniers di Bouli Lanners.
Classifica:
Les Premiers, les Derniers di Bouli Lanners. La paura dell’altro, il senso del
divino in una pellicola dal sapore western. I due giovani da chi scappano? Si parla di fine del mondo in un viaggio apocalittico sulle macerie consegnateci dagli esseri umani. Notevole le interpretazioni sia di Michael Lonsdale che di Davide Murgia nei panni di uno dei due giovani in fuga. Un film che ci
piacerebbe vedere nelle sale italiane e che a buon ragione ha convinto la Giuria Ecumenicale.
La Route d'Istanbul di Rachid Bouchareb. Una storia attuale nel rapporto genitori figli. L’ultima frontiera del disagio adolescenziale è la sharia condivisa fino al punto di unirsi agli jadisti. Ma una madre determinata può fare la differenza per salvare la figlia dal buco nero. Istanbul è diventato sinistramente non solo il crocevia di chi scappa dalle guerre verso la Vecchia Europa, ma anche di quelle schegge impazzite di giovani europei che vogliono unirsi per combattere sotto la bandiera dell’Isis. Dispiace che dovendo competere con altre pellicole ben strutturate non abbia raggiunto il gradimento della critica e degli spettatori.
Mãe só há uma (Don’t Call me Son) di Anna Muylaert. Si può arrivare fino ai
18 anni e scoprire che la propria madre non è quella biologica? Che siamo stati sottratti con l’inganno alla famiglia naturale e nostra sorella è stata anche lei rapita? Il dramma di un adolescente che la Legge sottrae alla Famiglia e lo restituisce alla famiglia biologica presa dai propri egoismi e che non reisce ad accettarlo per quello che è. Un dramma esilarante che lascia senza fiato e infatti il pubblico lo ha premiato. E’ stato bello ascoltare come musica dei titoli di coda Lucio Battisti in versione brasiliera interpretare Il mio canto libero.
Nunca vas a estar solo (You'll Never Be Alone) di Alex Anwandter. Una denuncia alle violenze a cui vanno incontro a Santiago i giovani gay. Purtroppo non è una finzione, ma la realtà.
El rey del once di Daniel Burman. Il protagonista si trova ad affrontare un ritorno al quartiere dove ha vissuto da adolescente e dove le tradizioni ebraiche sono ancora sentite e che lo hanno diviso allora dal padre macellaio kosher. Un modo bizzarro e stravagante di far conoscere ai gentili la Torah con la quale lo stesso protagonista non ha molta dimistichezza.
Já, Olga Hepnarová di Tomáš Weinreb, Petr Kazda. Una improbabile storia nel periodo comunista in cecoslovacchia di una giovane ragazza con disturbi psichici. Vittima del regime e della pena di morte. Condivisibile la scelta del bianco e nero in questa pellicola simbolo del nuovo cinema ceco.
Maggie's Plan di Rebecca Miller. Una giovane sfigata e maldestra è al centro di questa storia che dice la sua a proposito di fecondazione eterologa. Julienne Moore è sprecata in questa commedia che è costruita per accontentare tutti.
War on Everyone di John Michael McDonagh. Due detective, che sono la rincarnazione di Starsky & Hatch del terzo millennio. Però anche questo tipo di storia attrae pubblico con il ritmo e le musiche.
Shelley di Ali Abbasi. Un’altra storia di fecondazione eterologa dai toni cupi e tristi. Non tutto va come si è previsto. Il ritmo è troppo lento in attesa che accada qualcosa.
Starve Your Dog di Hicham Lasri. Cinema sperimentale ambientato in Marocco. Visioni surreali che confondono lo stesso cineasta nei meandri di una visione/non visione.
Panorama Dokumente
Premi:
Premio del Pubblico a Who’s Gonna Love Me Now? di Tomer Heymann, Barak Heymann, Alexander Bodin Saphi
Classifica:
Wu Tu (My Land) di Fan Jian (Talents). Una pellicola sulla Cina e su Beijng dove non c’è solo la crescita a due cifre ma anche una estrema e composta miseria di tante famiglie strappate alla civiltà contadina. L’autore farà tanta strada e ne
sentiremo ancora parlare.
Hotel Dallas di Livia Ungur, Sherng-Lee Huang. Una scintillante location americana che ricorda la serie Tv degli anni ’80. Un albergo omonimo nella Romania post comunista e il suo padrone condannato per frode fiscale. Trovate geniali della regista per dissacrare il mito dell’Ovest e la giustizia sommaria inflitta al dittatore rumeno. Nostalgia del passato comunista?
Europe, She Loves di Jan Gassmann. Storie parallele di giovani coppie in giro per l’Europa. Volti disincantati, vite sprecate, si potrebbe continuare all’infinito e forse è questa la mancanza che attanaglia lo spettatore, ma cosa vuole rappresentare il regista?
Uncle Howard di Aaron Brookner (Talents). Un delicato ricordo dello zio scomparso prematuramente a causa dell’AIDS. Chissà cosa avrebbe potuto esprimere. Come esordio ben costruito, ma si tratta di una pellicola dedicata ad un target di pubblico ristretto.
Forum
Premi:
Premio CALIGARI FILM a Akher ayam el madina (In the Last Days of the
City) di Tamer El Said, e mensione speciale a Tempestad di Tatiana Huezo e ex equo a The Revolution Won’t Be Televised di Rama Thiaw. Quest’ultimo ha ricevuto anche il Premio della Giuria FIPRESCI.
Premio della Giuria Ecumenicale a: Barakah yoqabil Barakah (Barakah Meets Barakah) di Mahmoud Sabbagh, ex equo con Les Sauteurs (Those Who Jump) di Moritz Siebert, Estephan Wagner, Abou Bakar Sidibé.
Premio CICAE ART CINEMA a Ilegitim (Illegitimate) di Adrian Sitaru.
Premio Peace Film a Makhdoumin (A Maid for Each) di Maher Abi Samra.
Premio dei lettori della Rivista Tagesspiegel a Nikdy nejsme sami (We Are Never Alone) di Petr Vaclav.
Classifica:
Homo sapiens di Nikolaus Geyrhalter. Un documentario sublime dove la parola spetta alle immagini e solo alle immagini con l’accompagnamento dei rumori della natura. Sono tante le Fukoshima sparse sul pianeta e questo film le documenta tutte.
Tempestad di Tatiana Huezo. Due storie parallele al femminile nella terra messicana occupata dai cartelli di droga. Ma non per questo molto delicate e con riprese strepitose. La durata è quella che fa male alla pellicola.
Maquinaria Panamericana (Panamerican Machinery) di Joaquín del Paso
(Talents). Come opera prima di un Talent non ci si può lamentare. Un noir costruito su una realtà sociale dove il wellfare è stato distrutto dal capitalismo più sfrenato rappresentato con una fine metafora . In una fabbrica dove non si sa bene cosa si produca, improvvisamente muore il titolare e benefattore. Tutti i lavoratori sono protesi a difendere il loro posto di lavoro con effetti anche surreali. Il finale lo scoprirete in sala.
Nikdy nejsme sami (We Are Never Alone) di Petr Vaclav. Questa commedia noir ceca ha avuto un successo di pubblico a buon ragione. Costruita su storie parallele di due famiglie qualsiasi di un paese al confine ceco. Il nuovo cinema ceco è in gran fermento.
P.S. Jerusalem di Danae Elon. Israele terra amata e odiata da tanti cittadini come la regista che hanno preferito espatriare. Le contraddizioni di una Nazione che ancora non riesce a stabilire rapporti pacifici con i vicini palestinesi in un doc molto intimo.
Triviṣa di Frank Hui, Vicky Wong, Jevons Au. Una fiammeggiante storia di gang di Hong Kong che si fronteggiano per il dominio del territorio e del traffico di droga. Il nuovo cinema asiatico è al primo posto per questo genere che ha soppiantato il genere delle arti marziali di moda negli anni ‘80.
Deadweight di Axel Koenzen. Documentario realizzato a bordo di un maxi mercantile porta container. Un mondo separato dove gli uomini sopravvivono alle vicissitudini ed agli imprevisti dell’andare per mare.
Hee di Kaori Momoi. Una allucinante vicenda psichiatrica di una donna e delle sue ossessioni e ricordi. Ma dove sta la verità? Genere non usuale e disturbante per il cinema giapponese.
Le Fils de Joseph (The Son of Joseph) di Eugène Green. A qualcuno è piaciuto, ma debbo constatare che non ha ottenuto consenso. Forse era troppo erudito?
Perspektive Deutsches Kino
Lungometraggi:
Meteorstraße (Meteor Street) di Aline Fischer. Film di apertura della
Selezione. Vita ondivaga di un giovane turco espatriato in Germania che cerca trovare la sua strada.
Die Prüfung (The Audition) di Till Harms. Doc interessante che racconta come si accede alla scuola di recitazione di Hannover. Ma descrive
anche l’inevitabile supplizio a cui vanno incontro gli esaminatori e professori di questa prestigiosa scuola d’Arte per la selzione dei nuovi talenti.
Corto ospite:
Research Refugees: Meinungsaustausch (Research Refugees: Duologue) di Sophia Bösch, Sophie Linnenbaum Experimental Doc 4‘. Il diverso che viene da lontano fa sempre paura. Un luogo comune da sconfiggere in questo momento di immigrazione epocale.
Apprendiamo all’ultima ora che è venuto a mancare Heinz Badewitz, co-fondatore e direttore del Hof International Film Festival lo scorso 10 marzo 2016, figura importante nel panorama festival del cinema tedesco. Un cineasta e un patron del cinema tedesco ma anche un caro amico e collaboratore professionale della Berlinale. Dal 1977 al 2010 ha curato la serie PDK, presentando produzioni tedesche a un pubblico internazionale durante il periodo del festival. Nel 2001, è stato insignito della fotocamera Berlinale.
Con la morte di Heinz Badewitz, la Berlinale ha perso un socio di lunga data e il cinema tedesco ha perso uno dei suoi clienti più appassionati. Oggi sarebbe impensabile senza i suoi sforzi pionieristici che i film tedeschi possano essere mostrati nel nostro festival. Ho perso un meraviglioso collega e amico personale di lunga data, da cui ho imparato che quando si fa un festival, è necessario mantenere la calma, ha dichiarato Dieter Kosslick, direttore del Festival Internazionale del Cinema di Berlino.
Generation
Passiamo alla due sezioni per i giovani, il cui motto 2016 e' stato:
MAI SOTTOVALUTARE I GIOVANI
Generation 14plus
Premi:
Orso di cristallo miglior film della Giuria Giovani a Es esmu šeit (Mellow
Mud) di Renars Vimba e mensione Speciale a Las Plantas (Plants) di Roberto Doveris  a cui è andato anche il Gran Premio della Giuria Internazionale. La stessa Giuria Internazionale ha assegnato una mensione Speciale a Zhaleika di Eliza Petkova.
Classifica:
Zhaleika di Eliza Petkova. Nello sperduto villaggio il mondo dei giovani di oggi è così distante dalle tradizioni degli anziani. Anche per la protagonista è così e l’unica ancora di salvezza è evadere da una situazione che le si fa sempre più stretta. Per il messaggio universale che trasmette in sala ha ricevuto una mensione speciale.
Ani ve snu! (In Your Dreams!) di Petr Oukropec. Questa pellicola ceca fra le tre viste a Berlino è quella che ci ha deluso. Ma forse è vero che la gioventù ceca ha perso ogni ideale e si rifugia in miti estremi.
Generation Kplus
Premi:
Orso di Cristallo miglior film della Giuria Bambini a Ottaal (La trappola) di
Jayaraj Rajashekaran Nair Rara e mensione Speciale a Jamais contente di Emilie Deleuze.
Gran Premio della Giuria Internazionale a Rara di Pepa San Martìn e mensione Speciale a  Genç Pehlivanlar (Young Wrestlers) di Mete Gümürhan.
NATIVe
Infine dalla sezione NATIVe Eventi –Un viaggio tra il cinema indigeno dall’Amazzonia ai ghiacci perenni - grandi emozioni ha suscitato El abrazo de la serpiente di Ciro Guerra girato in bianco e nero come un puzzle fotografico. Un racconto profondamente emozionante sul risveglio dello sciamano più potente dell’ Amazzonia colombiana. Passato, presente e futuro si intrecciano come in un viaggio con uno scienziato occidentale alla ricerca di una pianta sacra che fornisce sia la guarigione fisica che spirituale. Ma anche il racconto denuncia dell’impatto sulle civiltà indigene dei Conquistatores.
Al termine della kermesse lo sguardo sul Mondo della Berlinale 2016 ci ha lasciato tante belle emozioni ma in particolare quelle di Homo Sapiens – sulle tracce delle moderne vestigia dell’Uomo, di Le Premiers, Les Derniers – questa volta sulle macerie dell’Umanità, il sapore amaro di Wu tu (My Land) e  la felicità dell'Orso d'Oro assegnato dalla Giuria presieduta da Meryl Streep a Gianfranco Rosi con FUOCOAMMARE con l’augurio che riflettiamo tutti sull’accoglienza dell’altro che poi è nostro fratello sulla Madre Terra.