Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



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venerdì 18 novembre 2016

34° TORINO FILM FESTIVAL - dal 18 al 26 Novembre

Una  vetrina speciale (punk)delle migliori tendenze del Cinema Indipendente Internazionale


Apre oggi  all’Auditorium “Giovanni Agnelli” di Torino il 34° TORINO FILM FESTIVAL con il Film d’apertura BETWEEN US dell’americano Rafael Palacio Illingworth interpretato da Olivia Thirlby, Ben Feldman e un cameo di Peter Bogdanovich. Il Manifesto di questa edizione è dedicato a David Bowie, uno dei personaggi più eclettici della cultura contemporanea: grande musicista e interprete, attore cinematografico apparso in circa 15 film. L’immagine è tratta da una scena di Absolute Beginners con la regia di Julien Temple del 1986.

Sarà l'attrice Jasmine Trinca a condurre la serata di apertura della 34a edizione del Torino Film Festival come madrina nella serata di gala  un Festival relativamente giovane ma importante nel panorama festivaliero italiano. "Sono felicissima di tornare a Torino – afferma Jasmine Trinca – per accompagnare un Festival libero come pochi altri, capace sempre di anticipare un'idea di cinema inedita con la curiosità e lo sguardo ancora più che di un Cinema Giovane, di un Cinema Bambino". Jasmine Trinca esordisce a soli 19 anni nel film La stanza del figlio di Nanni Moretti. Tre Nastri d'argento, due Globi d'oro, il Premio Marcello Mastroianni alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, sono solo alcuni dei prestigiosi riconoscimenti che le sono stati attribuiti in questi anni. Nella prossima primavera la vedremo in Slam – Tutto per una ragazza, di Andrea Molaioli, che verrà presentato in anteprima assoluta proprio durante il 34° Torino Film Festival.
Ma parliamo dei numeri della edizione Torino Film Festival 2016 che conta 158 lungometraggi, 17 mediometraggi e 38 cortometraggi di cui 46 lungometraggi opere prime e seconde, 43 anteprime mondiali, 25 anteprime internazionali, 8 anteprime europee e 73 anteprime italiane. La kermesse si concluderà il 26 novembre al Cinema Reposi di Torino con il Film di chiusura FREE FIRE dell’anglosassone Ben Wheatley interpretato da Brie Larson, Cillian Murphy, Arnie Hammer
La principale sezione competitiva del festival TORINO 34, riservata ad autori alla prima, seconda o terza opera, presenta quindici film realizzati nel 2016, inediti in Italia. I paesi rappresentati sono: Argentina, Austria, Belgio, Cambogia, Canada, Cile, Cina, Francia, Germania, Italia, Messico, Serbia, UK, Stati Uniti. Come sempre incentrata sul cinema “giovane”, la selezione dei film in concorso si rivolge alla ricerca e alla scoperta di talenti innovativi, che esprimono le migliori tendenze del cinema indipendente internazionale. Nel corso degli anni sono stati premiati autori ai loro inizi come: Tsai Ming-liang, David Gordon Green, Chen Kaige, Lisandro Alonso, Pietro Marcello, Debra Granik, Alessandro Piva, Pablo Larraín, Damien Chazelle. Un cinema “del futuro”, rappresentativo di generi, linguaggi e tendenze. Ecco i titoli delle 15 opere selezionate:
AVANT LES RUES del canadese Chloé Leriche, opera prima.
CHRISTINE dell’americano Antonio Campos, uno sprazzo su QUINTO POTERE.
LOS DECENTES di Lukas Valenta Rinner (Austria/Corea del Sud/Argentina), opera spiazzante.
LES DERNIERS PARISIENS di Hamè Bourokba e Ekoué Labitey (Francia), sorprendente
I FIGLI DELLA NOTTE di Andrea De Sica, opera prima come una favola nera.
JESUS di Fernando Guzzoni (Cile/Francia), analisi socio politica del Cile post Pinochet attraverso il rapporto padri/figli.
JUAN ZENG ZHE / THE DONOR di Qiwu Zang (Cina), dramma cinese che vira al noir.
LADY MACBETH di William Oldroyd (UK), adattamento dal lavoro di Nicolaj Leskov di una gotica dark lady.
LAS LINDAS di Melisa Liebenthal (Argentina), ovvero l’arte dell’apparire.
MAQUINARIA PANAMERICANA di Joaquín del Paso (Messico/Polonia), presentato alla Berlinale Talents un racconto grottesco dell’attuale crisi dell’economia mondiale.
LA MÉCANIQUE DE L’OMBRE di Thomas Kruithof (Belgio), opera prima tra thriller anni ’70.
PORTO di Gabe Klinger (USA/Francia/Portogallo/Polonia), opera prima tra Nouvelle Vague e narrazioni quasi impressioniste.
TURN LEFT TURN RIGHT di Doug Seok (Cambogia/USA/Corea del Sud, dodici capitoli simbolo della storia della Cambogia.
VETAR / WIND di Tamara Drakulic (Serbia), il passaggio dall’adolescenza alla età adulta.
WIR SIND DIE FLUT / WE ARE THE TIDE di Sebastian Hilger (Germania), opera prima metafisica.
L’altra sezione della kermesse è FESTA MOBILE che si apre con Between Us,
commedia drammatica, di Rafael Palacio Illingworth e si chiude con Free Fire, adrenalinico scontro a colpi di arma da fuoco e di battute tra dodici uomini e una donna, in una fabbrica dismessa a Boston negli anni ‘70, diretto da Ben Wheatley. Festa mobile presenta soprattutto i film raccolti durante l'anno per portare al TFF le opere più attese o che ci sono piaciute di più tra la produzione mondiale inedita in Italia. Tra i più attesi ricordiamo Sully, la storia dell'ammaraggio sull'Hudson nel 2009 dell'aereo pilotato da Chelsey "Sully" Sullenberg, diretto da Clint Eastwood e interpretato da Tom Hanks e Aaron Eckhart e Free State of Jones di Gary Ross, con Matthew McConaughey, la storia del disertore dell'esercito confederato che alla fine della 
Guerra di Secessione creò uno stato autonomo antisegregazionista. Nella rassegna anche Quello che ci è piaciuto di più nei festival stranieri:
Isabelle Huppert
irresistibile in Elle di Paul Verhoeven e L'avenir di Mia Hansen-Løve
, nei quali gioca con grinta e humor sui casi che possono sconvolgere la vita di una signora non più giovanissima; la satira feroce e la logica stringente con cui Danis Tanovic ci parla di Europa in Death in Sarajevo, dalla pièce di Bernard-Henri Lévy, ma anche la sontuosa maestria con cui Lav Diaz racconta l'epopea del rivoluzionario
filippino Andrés Bonifacio y de Castro in A Lullaby for a Sorrowful Mystery
; la lucida, affannosa lotta per la sopravvivenza della famiglia di disperati di Ma' Rosa di Brillante Mendoza. Poi anche Qualche indie: il sofferto Live Cargo di Logan Sandler, con Dree Hemingway e con inedite Bahamas fotografate in bianco e nero; E last but not least, un gruppo di film italiani: da Slam - Tutto per una ragazza, nel quale
Andrea Molaioli riambienta il romanzo di Nick Hornby a Roma, al mockumentary Sono Guido e non Guido, nel quale Alessandro Maria Buonomo inventa un fratello gemello autore delle poesie di Guido Catalano; dal viaggio di Maurizio Zaccaro attraverso il mondo, per chiedere a intellettuali, artisti, filosofi, politici che cos'è oggi la felicità (La felicità umana) a quello di Elisabetta Sgarbi sui volti e i corpi degli umili ritratti dal Romanino nei suoi affreschi in tre chiese della Val Camonica (La lingua dei furfanti); dallo sguardo sugli anni ‘60 di Steve Della Casa, che in Nessuno ci può giudicare rievoca l'impatto che ebbero il rock italiano e i musicarelli sui cambiamenti radicali del decennio, a quello di Daniele Segre, che in Nome di battaglia donna ricostruisce la Resistenza attraverso le testimonianze delle partigiane piemontesi che parteciparono alla lotta; dall'omaggio a Gipo Farassino, lo chansonnier torinese paragonato a Brassens e Montand (Gipo, lo zingaro di Barriera di Alessandro Castelletto), al sensuale viaggio nell'erotismo compiuto da una scrittrice straniera in una villa italiana (Sadie di Craig Goodwill), entrambi sostenuti dalla Film Commission Torino Piemonte.

FESTA VINTAGE è invece una piccola sottosezione dedicata a compleanni, restauri, riscoperte del cinema del passato. Omaggi: a David Bowie, con Furyo di Nagisa Oshima, a Michael Cimino, con la versione restaurata di The Deer Hunter, ai fratelli Fabio e Mario Garriba, con I parenti tutti, Voce del verbo morire e In punto di morte.

Quest’anno il Gran Premio Torino viene assegnato a Christopher Doyle, diventato quasi per caso uno dei più importanti direttori della fotografia del mondo. Una vita vissuta sempre all'insegna della libertà e dell'esperienza, trovando qualunque occupazione in giro per il mondo fino a lavorare con Gus Van Sant, Barry Levinson, Philippe Noyce, Zang Yimou, Wong Kar-wai e diventare lui stesso regista. Per l’occasione verrà proiettato WIND di Saw Tiong Guan (Malesia/Hong Kong, 2016, DCP, 33’). Un vero tuffo nell'eccezionale vita del Gran Premio Torino.

C’è poi GABRIELE SALVATORES PRESENTA: CINQUE PEZZI FACILI. Cinque film che hanno cambiato la vita e la professione del regista come lui stesso spiega. Era tutto pronto. La mia stanza, la scrivania, persino la targhetta d'ottone col mio nome sulla porta dell'ufficio legale di mio padre. Ma c'erano in giro quei film, in quegli anni... E quella musica che ti catturava dalla colonna sonora! Devo ringraziare questi cinque film, questi "Cinque pezzi facili" (ma non semplici), perché sono tra quelli che mi hanno impedito di fare l'avvocato. Un film può cambiarti la vita? Nel mio caso la risposta è sì. Sveliamo i cinque titoli tra i quali la Palma d’oro a Cannes JULES ET JIM di François Truffaut del 1962, IF... di Lindsay Anderson del 1968, ALICE’S RESTAURANT di Arthur Penn del 1969 e THE STRAWBERRY STATEMENT di Stuart Hagmann del 1970.

La sezione eccentrica del festival AFTER HOURS raccoglie come ogni anno una serie di film che spaziano dall'horror al mockumentary, dal bizzarro all'erotico, dalla metafora sofisticata alla commedia demenziale. C’è poi Vocazione notturna: inaugurata nel 2015, anche quest'anno il primo sabato del festival, il 19 novembre, da mezzanotte al mattino successivo la "Notte horror"
Per quanto riguarda la sezione TFFdoc si parte dall’amore che è il motore che muove ogni cosa e che quest’anno ispira anche il focus di TFFdoc, che diventa per l’occasione TFFdoc/love. Attraverso sei film, dal lunedì al venerdì, verranno declinate tutte le varianti enunciate nella citazione sul tema dell’amore di Paul B. Preciado. Incontri con i registi e le registe dei film presentati, con filosofe, autori, giornalisti, ricercatrici, biografe, militanti che accompagneranno il pubblico in questo tunnel of love. Le opere italiane selezionate sono: A PUGNI CHIUSI di Pierpaolo De Sanctis, AB URBE COACTA di Mauro Ruvolo, A BITTER STORY di Francesca Bono, HIDDEN PHOTOS di Davide Grotta, MOO YA di Filippo Ticozzi, PRO LOCO di Tommaso Lipari, SARO di Enrico Maria Artale e LA VILLE ENGLOUTIE di ZimmerFrei.
Sempre a proposito di autori italiani la sezione ITALIANA.CORTI riservata a cortometraggi italiani inediti. Quest’anno sono 13 titoli, racchiusi in 3 programmi “battezzati” dai Rolling Stones. Puro Rock n Roll. Ognuno dei (piccoli) film è un universo a sé che segue le sue regole e le sue traiettorie. Il corto è radicale per definizione. Nel 2015 sono stati premiati Le Dossier de Mary S. di Olivia Molnàr (Miglior cortometraggio) e La dolce casa di Elisabetta Falanga (Premio speciale della giuria).
Altra sezione da non farsi sfuggire è ONDE, che seguendo per istinto il destino delle nouvelle vague nelle derive cinematografiche contemporanee, anche quest’anno si fa interprete di quel dialogo mai terminato tra la finitezza del narrare e l’infinitezza dei linguaggi. Diciotto film di metraggio vario, che rispondono, ognuno a suo modo, alla ricerca di un nesso distintamente espressivo e appassionatamente cinematografico tra la Storia, con i suoi eventi, e le storie, coi loro vissuti. Ad uno sguardo più attento e messi insieme i film selezionati sono segnati dal destino di un Cinema che forza la sua stessa classicità, dialoga con la modernità dei Maestri, e dunque interroga il tempo presente con gli strumenti di un’indagine che è prima di tutto linguistica, espressiva.
Siamo all’anno secondo della retrospettiva " COSE CHE VERRANNO. LA TERRA VISTA DAL CINEMA ", sulle raffigurazioni, per lo più distopiche catastrofiche-apocalittiche, che il cinema ha dato della Terra del futuro, spesso mediandole dalla letteratura. Come accennato dalla Direttrice artistica Emanuela Martini “Ecco quindi un nuovo percorso attraverso previsioni che si sono talvolta realizzate e che non hanno perduto di attualità. Dalle sconsolate considerazioni sull'amore e la perdita dei sentimenti dei cortometraggi di Jean-Luc Godard al doloroso ammonimento di Bertrand Tavernier sulle possibili derive degli spettacoli televisivi; dal viaggio nel 1984 immaginato da George Orwell a quello nella memoria e nel tempo del capolavoro di Chris Marker; dalle metropoli in frenetica attesa della fine del mondo (Toronto in Last Night di Don McKellar) ai mondi desertificati e in rovina post-fine del mondo (Glen and Randa di Jim McBride, Le dernier combat di Luc Besson); dai giochi mortali di Rollerball (l'originale di Norman Jewison) e Battle Royale di Kinji Fukasako, ai "giocattoli" che hanno acquistato coscienza e non ne vogliono sapere di scomparire di Spielberg e Salvatores. Ci sono film rari (il cecoslovacco Ikarie XB1 di Jindřich Polák), film sconosciuti che sono diventati piccoli cult (A Boy and His Dog di L. Q. Jones), satire frenetiche e anarcoidi (Mr. Freedom di William Klein, Sleeper di Woody Allen, Accion mutante di Álex de la Iglesia), film da rivalutare nella drammatica attualità della loro narrazione, come Demon Seed di Donald Cammell (un computer che vuole un erede da una donna) e The Stepford Wives di Bryan Forbes (benestanti mariti suburbani che preferiscono mogli robot a quelle in carne e ossa).”
Ricordiamo infine il TorinoFilmLab che sostiene filmmaker emergenti da tutto il mondo attraverso attività di formazione, sviluppo di progetti e finanziamento alla produzione e alla distribuzione e può vantare un totale di 68 film completati, presentati nei maggiori festival del mondo e distribuiti a livello internazionale. Dal 2008 grazie alle attività del TorinoFilmLab sono stati assegnati oltre 40 premi a sostegno della produzione di progetti sviluppati nei suoi programmi. E il 2016 si chiude con un nuovo record: 25 film completati e selezionati per partecipare ai più prestigiosi festival del mondo. Tra i ben 14 film targati TFL presenti quest’anno al Torino Film Festival spiccano The Happiest Day in the Life of Olli Mäki di Juho Kuosmanen - vincitore di Un Certain Regard che sarà proiettato in Festa Mobile - e Jesús di Fernando Guzzoni che sarà nel concorso Torino 34, cui si aggiungono i 12 titoli che compongono la sezione: Apprentice, Câini, Deadweight, Go Home, Godless (Pardo d’Oro a Locarno), Out of Love, Polaarpoiss, Die Reise mit Vater, Thala My Love, Together For Ever, Tombé du ciel, La última tierra.
Ma passiamo alle GIURIE che sono così composte:
TORINO 34 presieduta dall’americano Ed Lachman e membri Don McKellar (Canada), Mariette Rissenbeek (Germania), Adrian Sitaru, Romania), Hadas Yaron (Israele)
INTERNAZIONALE.DOC: Kamal Aljafari (Germania), Ann Carolin Renninger (Germania), Gaël Teicher (Francia)
FIPRESCI: Gianlorenzo Franzi (Italia), Frédéric Jaeger (Germania), Yael Shuv (Israele)
ITALIANA.DOC: Eleonora Danco (Italia), Luciano Rigolini (Svizzera), Marcello Sannino (Italia)
ITALIANA.CORTI: Colapesce, Lucia Veronesi e Matteo Zoppis
Ed infine la giuria CIPPUTI composta da  Altan, Claudio Carabba e Stefania Casini. Al PREMIO CIPPUTI concorrono 8 film presentati nelle sezioni TORINO 34, FESTA MOBILE, TFFdoc/Internazionale.doc e TFFdoc/Italiana.doc rispettivamente: LOS DECENTES di Lukas Valenta Rinner, JUAN ZENG ZHE / THE DONOR di Qiwu Zang, MAQUINARIA PANAMERICANA di Joaquín del Paso per Torino 34; KATE PLAYS CHRISTINE di Robert Greene, LAO SHI / OLD STONE di Johnny Ma per FESTA MOBILE; NANA di Luciana Decker (TFFdoc/Internazionale.doc) e da TFFdoc/Italiana.doc A PUGNI CHIUSI di Pierpaolo De Sanctis e AB URBE COACTA di Mauro Ruvolo.

mercoledì 25 maggio 2016

Special Cannes 2016: gli italiani fuori dai Palmares ed a sorpresa vince Loach

da Cannes Luigi Noera (foto per gentile concessione del Festival di Cannes)
Se l’anno scorso i cineasti italiani (e che cineasti) avevano raccolto le briciole, quest’anno l’Italia è rimasta a bocca asciutta. Sebbene il pubblico di Cannes abbia apprezzato sia Fai Bei Sogni di Marco Bellocchio che Fiore di Claudio Giovannesi, il divario con le altre pellicole in concorso nella stessa sezione autonoma non era obbiettivamente colmabile. Comunque sia andiamo alle star collaudate che sono state premiate dalla giuria del 69esimo Festival di Cannes, presieduta da George Miller, che oltre a premiare le quote ha omaggiato la Francia rappresentata da Oliver Assays. In calce riportiamo le nostre prime impressioni sotto forma di gradimento.

Durante la cerimonia di premiazione svoltasi domenica 22 maggio sono stati
annunciati i nomi dei  vincitori dei Palmares 2016. Laurent Lafitte ha accolto i vincitori e gli ospiti che hanno consegnato loro i Palmares sul palco del Grand Théâtre Lumière, mentre l'attore americano, Mel Gibson, ha avuto l'onore di consegnare la Palma d'oro al migliore film dei 21 in concorso e l'attore francese, Jean-Pierre Léaud, ha ricevuto da Arnaud Desplechin la Palma d'oro ad honorem.
Al termine della cerimonia di premiazione a chiudere questa edizione 2016 del Festival è stata la pellicola Palma d'oro
I, DANIEL BLAKE di Ken Loach
 
Ma ecco i premi della selezione ufficiale:
LUNGOMETRAGGI
Palma d'oro I, Daniele BLAKE di Ken Loach
Gran Premio JUSTE LA FIN DU MONDE di Xavier Dolan
Premio per la migliore regia ex-aequo Cristian Mungiu per  Bacalaureat e Olivier Assayas per PERSONAL SHOPPER
Premio migliore sceneggiatura a Asghar Farhadi per FORUSHANDE (The Salesman)
Premio della Giuria ad American Honey di Andrea Arnold
Premio migliore attrice a Jaclyn JOSE in MA 'ROSA di Brillante Mendoza
Premio miglior attore a Shahab Hosseini in FORUSHANDE (The Salesman) di Asghar Farhadi
Inoltre i Premi della Giuria Ecumenicale sono andati a Xavier Dolan, Andrea Arnold e Ken Loach, mentre il Premio della Giuria FIPRESCI è andati Maren ADE per Toni Erdman.
CORTOMETRAGGI
Palma d'oro TIMECODE di Juanjo GIMENEZ
Menzione speciale a Un MOCA QUE DANÇOU COM O DIABO (The Girl Who Danced With the Devil) di João Paulo MIRANDA MARIA
La CAMÉRA D’OR alla migliore opera prima è andata a DIVINES di Houda BENYAMINA presentato nella sezione autonoma Quinzaine des Realisateurs, la Giuria del CST ha inoltre assegnato il VULCAN AWARD OF THE TECHNICAL ARTIST a Seong-HIE RYU, per la direzione artistica svolta con grande ispirazione del film MADEMOISELLE (Agassi) di Park Chan-wook.
 
Ricordiamo anche i premi della sezione collaterale Un Certain Regard assegnati il giorno precedente dalla giuria presieduta dall’attrice svizzera Marthe Keller:
Premio Un Certain Regard a HYMYILEVÄ MIES  (Il giorno più bello nella vita di Olli Mäki) di Juho Kuosmanen
Premio della Giuria a Fuchi NI Tatsu (Harmonium)  di Fukada Kôji
Premio per la miglior regia a Matt Ross per CAPITAN FANTASTIC
Premio per la migliore sceneggiatura a  Delphine Coulin e Muriel Coulin per VOIR DU PAYS
Premio Speciale Un Certain Regard a La Tortue ROUGE di Michael Dudok de Wit
Premio della Giuria FIPRESCI a Bogdan MIRICA per CAINI.
 
Mentre la Giuria Cinéfondation e Short Films presieduta da Naomi Kawase, ha assegnato i seguenti premi 2016 Cinéfondation la cui selezione di 18 film di studenti sono stati scelti tra 2.350 pellicole provenienti da 548 scuole cinematografiche del mondo, durante una cerimonia al Teatro Buñuel, che è stata seguita dalla proiezione del film vincitore.
Primo premio a ANNA di Or Sinai - The Sam Spiegel Film & TV School, Israele
Secondo premio a IN THE HILLS di Hamid Ahmadi - The London Film School, UK
Terzo premio ex equo a A NYALINTÁS NESZE  di Nadja Andrasev -  Moholy-Nagy University of Art and Design, Ungheria e a LA CULPA, PROBABLEMENTE di Michael Labarca - Universidad de Los Andes, Venezuela
Quanto ai premi della Giuria della 55esima Semaine de la Critique con presidente Valérie Donzelli:
Nespresso Grand Prize a MIMOSAS di Oliver Laxe
France 4 Visionary Award ad ALBÜM di Mehmet Can Mertoğlu
Leica Cine Discovery Prize for short films a PRENJAK di Wregas Bhanuteja
Premi dei Partner:
Gan Foundation Award for Distribution a  Sophie Dulac, Francia per ONE WEEK AND A DAY (SHAVUA VE YOM) di Asaph Polonsky
SACD Award a Davy Chou and Claire Maugendre co-sceneggiatori di DIAMOND ISLAND
Canal+ Award short films a L'ENFANCE D'UN CHEF di Antoine de Bary
 
Nella selezione autonoma della Quinzaine des Realisateur sono stati assegnati i seguenti premi minori:
Art Cinema Award : Wolf and Sheep di Shahrbanoo Sadat
Prix SACD : L’Effet aquatique di Sólveig Anspach
Menzione speciale a Divines di Houda Benyamina
Label Europa Cinemas a Mercenaire di Sacha Wolff
Prix Illy ad un du courtometragggio : Chasse royale di Lise Akoka & Romane Gueret
Menzione speciale a Zvir (The Beast) di Miroslav Sikavica. Il Premio della Giuria FIPRESCI è andato a Julia DUCOURNAU per Grave.
Infine una notizia sulla Palma Queer 2016 che è andata al documentario  Les vies de Thérèse (Quinzaine des Réalisateurs) di Sebastien Lifshitz, mentre la Short Queer Palm è stata assegnato al corto GABBER LOVER, regia di Anna CAZENAVE-CAMBET (Cinéfondation). Dopo tante discussioni, la giuria ha deciso all'unanimità di assegnare il Queer Palm a due film che illustrano come due donne, una adolescente e l'altra in punto di morte- hanno lottato e sono riuscite a plasmare la propria vita.
 
Ma passiamo alla valutazione delle pellicole. Per quello che ci riguarda, avendo visto tutti i film in competizione, ad eccezione del film di Alain Guiraudie (Francia) Rester Vertical, ecco la nostra personale classifica, nella quale abbiamo aggiunto alla fine i film fuori concorso visti in ordine di gradimento:
1.     Ma’ Rosa (Brillante Mendoza, Filippine)
2.     It’s Only the End of the World (Xavier Dolan, Canada)
3.     American Honey (Andrea Arnold, UK)
4.     The Salesman (Asghar Farhadi, Iran)
5.     Ma Loute (Bruno Dumont, Francia)
6.     Bacalaureat (Cristian Mungiu, Romania)
7.     I, Daniel Blake (Ken Loach, UK)
8.     Paterson (Jim Jarmusch, US)
9.     Aquarius (Kleber Mendonça Filho, Brasile)
10.           The Handmaid (Park Chan-wook, Sud Corea)
11.           Toni Erdmann (Maren Ade, Germania)
12.           Sieranevada (Cristi Puiu, Romania)
13.           Personal Shopper (Olivier Assayas, Francia)
14.           Julieta (Pedro Almodóvar, Spagna)
15.           Mal de Pierres (Nicole Garcia, Algeria)
16.           The Unknown Girl (Luc and Jean-Pierre Dardenne, Belgio)
17.           Elle (Paul Verhoeven, Francia)
18.           Loving (Jeff Nichols, US)
19.           The Neon Demon (Nicolas Winding Refn, US)
20.           The Last Face (Sean Penn, US) che resta in assoluto il più brutto film!

Per Special screenings il poetico Le Cancre
(Paul Vecchiali, Francia) e il gang movie Chouf (Karim Dridi, Francia), per Midnight screenings, in ordine di gradimento, il doc Gimme Danger
(Jim Jarmusch, US) e Blood Father (Jean-François Richet, Francia.
Per quanto riguarda la selezione a latere Un Certain Regard, la nostra visione si è limitata ad un terzo delle pellicole che riportiamo in ordine di gradimento:
1.     La Tortue Rogue (Michael Dudok de Wit, Paesi Bassi)
2.     Fuchi Ni Tatsu (Kôji Fukada, Giappone)
3.     After the Storm (Kore-eda Hirokazu, Giappone)
4.     Me’Ever Laharim Vehagvoat (Eran Kolirin, Israele)
5.     Varoonegi (Behnam Behzadi, Iran)
6.     Voir du Pays (Delphine Coulin and Muriel Coulin, Francia)
7.     La Larga Noche De Francisco Sanctis (Francisco Márquez & Andrea Testa)
E quindi avendo tralasciato le rimanenti pellicole tra le quali sia Caini (Bogdan Mirică), sia Captain Fantastic (Matt Ross, US) hanno invece vinto. Ricordiamo che in questa sezione era pure presente il film italiano Pericle Il Nero di Stefano Mordini con un appaluditissimo Scamarcio.
Dei film visti delle sezioni autonome Quinzaine e Semaine della Critique rispettivamente solamente Diamond Island (Davy Chou) è stato premiato. Infatti per la Quinzaine abbiamo visto in ordine di gradimento:
1.     Tour de France (Rachid Djaïdani)
2.     Dog Eat Dog (Paul Schrader)
3.     Neruda (Pablo Larraín)
Mentre i premi sono andati a Divines (Houda Benyamina), Les Vies de Thérèse (Sébastien Lifshitz), Mercenaire (Sacha Wolff) e a Wolf and Sheep (Shahrbanoo Sadat).
Per la Settimana della Critica abbiamo visto oltre a Diamond Island (Davy Chou), anche l’irrisolto A Yellow Bird (K Rajagopal) e il film fuori concorso Verranno Tempi più Felici del pretenzioso Alessandro Comodin. I premi sono invece andati a Albüm (Mehmet Can Mertoğlu), L’Effet aquatique (Sólveig Anspach), Raw (Julia Ducournau), Mimosas (Oliver Laxe) e a One Week and a Day (Asaph Polonsky).
Probabilmente alcuni di questi ultimi saranno ripresi dalla consueta Rassegna di giugno Cannes a Roma.


Il Festival di Cannes offre inoltre opportunità di mostrare in anteprima nuove produzioni in ambito del Marche du Film. Una di queste che ha avuto un buon successo è la produzione asiatica su un leggendario eroe del lontano Oriente BILAL.
Pochi ne parlano ma, accanto al Festival di Cannes, nella vicinissima Chiesa di Notre Dame de Bon Voyage si svolge un Festival piccolino e nello stesso tempo grande Il Festival Sacro della Bellezza, arrivato alla terza edizione. Quest’anno uno dei promotori, l’amatissimo attore Michael Lonsdale, ci ha commosso con la sua interpretazione della Via Crucis. Con questa menzione vogliamo ringraziarlo.

mercoledì 18 maggio 2016

Special Cannes 2016: al giro di boa solo il cinema asiatico si salva

da Cannes Luigi Noera – Mercoledì 18 Maggio (DAY 8) Foto per gentile concessione del Festival de Cannes
A metà del festival ci chiedamo quale film vincerà. Infatti le emozioni sono state poche. Ognuno dei film passati ha una sua caratteristica, ma manca quello nel quale lo spettatore possa entrare in empatia.
Cominciamo con LOVING di Jeff Nichols - Una storia vera accaduta nel 1958 nello Stato americano segregazionista della Virginia. Certo i fun di PATERSON di Jim Jarmusch si aspettavano molto di piu'. Il film e' curato da un grande professionista ed e' un inno alla poesia. Poi che dire del nuovo film JULIETA Pedro di ALMODÓVAR. Anche in questo film come in molti altri il tema dibattuto e' il rapporto genitori figli. A tanti e' invece piaciuto PERSONAL SHOPPER di Olivier Assayas. Il regista si adatta alla nuova droga dell'umanita': la
perenne connessione al mondo virtuale. La protagonista e' superbamente brava nei tanti colpi di scena che si susseguono.
I rumors del Festival danno in buona posizione  AQUARIUS di Kleber Mendoza Filho. Il film non convince del tutto, ma la protagonista e' quella che merita. Il film mostra una societa' brasiliana in declino per i tanti compromessi e scandali. Ha deluso decisamente UNKNOWN GIRL di Jean-Pierre Dardenne e Luc Dardenne. Film ovvio dove grazie alla protagonista si riesce a restare in sala. Come ci aspettavamo invece potrebbe piacere alla giuria MA 'ROSA di Brillante Mendoza - Ma'Rosa. Anche nelle Filippine la societa' e' in disgregazione. Mendoza si conferma un regista coraggioso nella denunzia di quanto accade. Per noi insieme a Ma Loute di Bruno DUMONT , visto durante il weekend potrebbero entrambi essere premiati.

Fuori concorso sono stati proiettati film validi:
HISSEIN HABRÉ, UNE TRAGÉDIE TCHADIENNE di Mahamat-Saleh HAROUN La tragedia di un popolo centro africano che non ha ancora rimarginato le ferite della sanguinosa dittatura.
HANDS OF STONE di Jonathan Jakubowicz è la storia leggendaria del boxer Roberto Duran (Edgar Ramirez) e il suo allenatore Ray Arcel (Robert De Niro). Un De Niro in decline.
LA FORET DE QUINCONCES di Gregoire LEPRINCE RINGUET Storia intima di un amore impossibile.
GOKSUNG (THE STRANGERS ) di NA Hong Jin  Un fantasioso thriller coreano. Per il protagonist, il detective Jong-gu , è sempre più evidente che i crimini su cui indaga hanno una base soprannaturale
LE CANCRE di Paul VECCHIALI  Storia poetica sull'amore in tutte le sue sfaccettature. In sala il bravo regista francese ha ottenuto una dovuta stand ovation.

Oggi è pure la volta della presentazione del primo gruppo di cortometraggi della selezione CINEFONDATION la cui giuria ricordiamo è presieduta da    da Naomi Kawase e da Josée Croze, Jean-Marie Larrieu, Radu Muntean e Santiago Loza .

Per la rassegna a latere Un Certain Regard sono stati proiettati:
APPRENTICE di BOO Junfeng- che e' stato molto apprezzato.
HELL OR HIGH WATER (COMANCHERIA) di David MACKENZIE un gang movie che non lascia spazio alla fantasia.
VOIR DU PAYS di Delphine e Muriel COULIN. Peccato, perche' il tema e' interessante, ma viene fuori un film povero nel linguaggio.
CAPTAIN FANTASTIC di Matt ROSS Il fantasioso regista ha trovato un modo nuovo per raccontare il ruolo dei genitori nella societa'.
VAROONEGI di Behnam BEHZADI  La cinematografia iraniana non ha vie di mezzo. O e' ottima o e' scadente. Purtroppo siamo nel secondo caso, pero' potremo rifarci con il film in concorso di Farhadi.
Ed infine due film che speriamo vengano distribuiti in Italia.
UMI YORIMO MADA FUKAKU (DOPO LA TEMPESTA) di KORE-EDA Hirokazu - Il cineasta giapponese ci regala una pagina lirica del concetto di famiglia. Stori delicatissima da gustare dall'inizio alla fine.
LA TORTUE ROUGE di Michael DUDOK De Wit - Film corale animato dallo studio Ghibli e  opera prima sulla storia dell'Umanita'. Come nelle migliori animazioni I dialoghi non servono a descrivere lo stato d'animo e lo spettatore resta incollato al grande schermo.

Per la Rassegna autonoma Quinzaine e' stato proiettato l'atteso film Fiore dell'outsider italiano e applauditissimo Claudio Giovannesi.Fiore è la storia del desiderio di amare un adolescente e la forza di un sentimento che infrange qualsiasi legge.
Segnaliamo pure Raman Raghav 2.0 di Anurag Kashyap Mumbai. La storia di Ramanna, un serial killer affascinante e psicopatico e Raghavan, un giovane poliziotto che conducono una lotta senza quartiere. Gli altri film presentati sono:

L’Effet aquatique di Sólveig Anspach

Two Lovers and a Bear di Kim Nguyen

Mercenary di Sacha Wolff

Mentre per La Seimane de la Critique sono stati presentati I seguenti film;

APNEA Jean-Christophe Meurisse

MIMOSAS di Oliver Laxe

TRAMONTANE di Vatche Boulghourjian Rabih


The Yellow bird di K. Rajagopal .Lo script ha  evidenti buchi, ma lo stile di girare e' inconsueto.

martedì 1 dicembre 2015

ASIATICA – Incontri con il Cinema Asiatico - I Premi

Terminata con la premiazione al MAXXI, la XVI edizione di Asiatica curata da Italo Spinelli. I Film dividono le Giurie e il Pubblico che premia Brillante Mendoza.
Si è conclusa a Roma la sedicesima edizione di Asiatica, festival cinematografico diretto da Italo Spinelli, che dal 20 al 28 novembre ha presentato al MAXXI- Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma lungometraggi, documentari e cortometraggi provenienti da Indonesia, Filippine, Cina, Taiwan, India, Pakistan, Sri Lanka, Azerbaijan, Iran, Turchia, Libano e Israele. Le due giurie e il pubblico hanno quindi decretato i premi, consegnati durante la giornata finale proprio al MAXXI, eccoli con le rispettive motivazioni:
Premio della Giuria – Miglior Film (Ex Aequo)
A MIDSUMMER’S FANTASY di Jang Kun-jae
Per aver raccontato un sogno con stile e poesia. L’idea di filmare l’immaginario di un autore e il necessario confronto con la ricerca, rendono il film originalissimo perché si misura con una delle storie più difficili da raccontare, quella del Cinema. Sostenuto da due attori eccellenti, l'autore conduce lo spettatore, con mano elegante e mai pretenziosa, nel misterioso mondo della messa in scena.
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OBLIVION SEASON di Abbas Rafei
Per la spirale drammatica della sua opera, che trova nel volto/paesaggio di una donna il privilegiato campo di battaglia di una guerra combattuta tutti i giorni, là dove il sopruso maschile si annida in ogni angolo della città di Teheran, restituita nella sua frenetica pulsazione sonora, mentre la violenza del gesto si mischia, fino a confondersi, con la parola d'amore. Un racconto filmico che non inciampa mai nella retorica, delineando una strada inattesa verso la conquista della libertà.
Premio della Giuria – Miglior Documentario (Ex Aequo)
DEJIDE di ZUO GEHE
Un film dove la natura, per i nostri occhi incredibilmente ostile, cadenza le vicende di una famiglia mongola che vive di pastorizia e che si vedrà costretta a perdere quell’armonia che caratterizzava la propria cultura.
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SIGH di METIN KAYA
Per la capacità di restituire la durezza del lavoro in miniera attraverso un linguaggio essenziale. Il film ci consente la comprensione di un mondo marginale e la disumanità di un lavoro estremo.
Premio del pubblico – Miglior Film
TAKLUB di BRILLANTE MENDOZA già premiato a Cannes dalla Giuria Ecumenicale.
Premio del pubblico – Miglior Documentario
MY LOVE, DON’T CROSS THAT RIVER di JIN MO-JOUNG
Ma avrebbero potuto vincere altri film come ammesso da entrambe le Giurie. Come ad esempio il film da mal di pancia israeliano TIKKUN.
Come confermato da Italo Spinelli la prossima edizione  verrà ospitata anche a Berlino nella primavera del 2016.