Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



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martedì 14 marzo 2017

La Festa del Cinema di Roma centra gli Oscar e si propone per i David 2017


(elaborazione redazionale)
Dopo il decennale, con la nuova direzione artistica di Antonio Monda, si vedono i risultati alla Kermesse romana che ha ampliato la sua offerta a tutto l’anno con City Fest, oltre alle giornate della Festa vera e propria.

Cinque Oscar® per due film presentati nel corso dell’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma: si tratta di Moonlight di Barry Jenkins – film di apertura della manifestazione – e Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan. In particolare Moonlight di Barry Jenkins ha ottenuto l’Oscar® al Miglior film, Oscar® al Miglior attore non protagonista (Mahershala Ali), Oscar® alla Migliore sceneggiatura non originale (Barry Jenkins e Tarell Alvin McCraney), mentre Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan ha ottenuto l’Oscar® al Miglior attore (Casey Affleck) e l’Oscar® alla Migliore sceneggiatura (Kenneth Lonergan).
Sono profondamente onorato per le cinque vittorie agli Oscar® dei film in programma alla scorsa Festa del Cinema di Roma, a cominciare dal Miglior film, Moonlight, presentato nella serata di apertura – ha detto Antonio Monda, direttore artistico della Festa del Cinema di Roma – E sono sinceramente orgoglioso che le vittorie siano avvenute in categorie di primissimo ordine: oltre al Miglior Film (Moonlight), i film della Festa hanno ricevuto i premi come Miglior attore (Casey Affleck), Miglior attore non protagonista (Mahershala Ali), Miglior Sceneggiatura (Manchester by the Sea), Miglior adattamento (Moonlight). Faccio i più sentiti ed entusiasti complimenti a tutti i vincitori e ringrazio di cuore tutti coloro che hanno lavorato alla Festa.

Con le affermazioni di Moonlight e Manchester by the Sea, la Festa del Cinema dimostra per l’ennesima volta la sua vocazione internazionale – ha spiegato Piera Detassis, presidente della Fondazione Cinema per Roma – È la conferma di un appassionante percorso, iniziato undici anni fa con The Departed, presentato alla prima edizione della Festa, e proseguito nel corso degli anni per giungere fino a oggi: un viaggio in cui abbiamo dimostrato di saper cogliere fermenti e prospettive dell’arte cinematografica per renderli disponibili al nostro pubblico in un evento colto e popolare allo stesso tempo.

Ventitré candidature ai Premi David di Donatello 2017 (la cerimonia si terrà il prossimo 27 marzo) per dieci film presentati nell’ambito delle ultime due edizioni della Festa del Cinema di Roma. Primeggiano con numerose nomination IN GUERRA PER AMORE per  Miglior sceneggiatura originale, Migliori effetti speciali,  Miglior acconciatore, Miglior trucco e Migliori costumi e LA STOFFA DEI SOGNI per Miglior sceneggiatura adattata, Miglior attore protagonista (Sergio Rubini),  Miglior attore non protagonista (Ennio Fantastichini),  Miglior scenografia, Miglior trucco, Migliori costumi, Miglior montaggio e  Miglior suono.
Ma ci sono anche singole candidature per i David Giovani CAPTAIN FANTASTIC quale Miglior film straniero ed ERA D’ESTATE per Miglior sceneggiatura adattata,  mentre 7 MINUTI per Miglior montaggio, CRAZY FOR FOOTBALL per  Miglior documentario, FLORENCE per Miglior film dell’Unione europea, LION per Miglior film straniero, NAPLES ’44 per Miglior sceneggiatura adattata ed infine SING STREET per Miglior film dell’Unione europea.
La prossima edizione (la 12ma) si svolgerà dal 26 ottobre al 5 novembre slittando verso più verso le date del TFF.


mercoledì 2 novembre 2016

Speciale 11ma Festa del Cinema di Roma – venerdì 21 e sabato 22 ottobre (DAY 9&10): I PREMI

Al termine della Festa tra film outsider dall’America Latina e la nuova scommessa di Michele Placido che vola a Tokyo, vince però il film presentato in collaborazione con Alice nella Città : CAPTAIN FANTASTIC

dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del Cinema di Roma. Al termine della Festa o quasi arriva il quarto film italiano 7 MINUTI di Michele Placido. Un rifacimento del più classico La parola ai giurati che ha messo alla prova tanti registi. Questa volta la piece teatrale viene trasformata in chiave attuale sulla precarietà e sulla crisi del mercato del lavoro. Se poi undici dei giurati sono donne il successo è assicurato. Il film esce nelle sale italiane il 3 novembre ed ha anche superato brillantemente il test del Festival del Sol Levante che termina proprio il tre novembre a Tokyo.
rifacimento del più classico La parola ai giurati che ha messo alla prova tanti registi. Questa volta la piece teatrale viene trasformata in chiave attuale sulla precarietà e sulla crisi del mercato del lavoro. Se poi undici dei giurati sono donne il successo è assicurato. Il film esce nelle sale italiane il 3 novembre ed ha anche superato brillantemente il test del Festival del Sol Levante che termina proprio il tre novembre a Tokyo.rifacimento del più classico La parola ai giurati che ha messo alla prova tanti registi. Questa volta la piece teatrale viene trasformata in chiave attuale sulla precarietà e sulla crisi del mercato del lavoro. Se poi undici dei giurati sono donne il successo è assicurato. Il film esce nelle sale italiane il 3 novembre ed ha anche superato brillantemente il test del Festival del Sol Levante che termina proprio il tre novembre a Tokyo.Dagli States l’ultimo della nutrita schiera di film dove John Krasinski ci presenta la saga dei THE HOLLARS e ci mette la faccia insieme ad Anna Kendrick, quest’ultima già vista nell’altro deludente film americano The Accountant di Gavin O’Connor con il belloccio Ben Affleck. Per concludere dal cinema anglosassone australiano un bel film con alti e bassi. E’ LION di Garth Davis con una Nicole Kidman in versione madre adottiva. Se i primi 60 minuti mostrano un devastante paesaggio indiano dove i bambini non sono protetti, la parte centrale vira al melò facendo perdere potenza alla narrazione. Pur tuttavia si tratta di una storia realmente accaduta al giovanissimo Saroo che a cinque anni si ritrova in una delle megalopoli indiane (Calcutta) lontano dal villaggio della sua famiglia e che deve sopravvivere alla crudeltà ed indifferenza del mondo dei grandi. Il riscatto avverrà tanti anni dopo quando ritroverà la sua vera famiglia. In questo scorcio di fine Festival due film piccoli ma potenti. Il primo proveniente dalla Colombia LA MUJER DEL ANIMAL di Victor Gaviria, racconta la travagliata vita di una giovinetta Amparo che tanto ricorda film di questa regione dove l’analfabetismo nelle campagne e la violenza sulle donne nelle baraccopoli sono una costante. In questo contesto per la propria sopravvivenza Amparo non riesce a reagire alla violenza di Libardo – noto a tutti come “l’animale” finchè . . .Sempre proveniente dall’America latina il film del peruviano Joel Calero LA
ÚLTIMA TARDEÚLTIMA TARDEÚLTIMA TARDE, inserito nel gruppo Le voci del domani. Da una storia intima di una coppia di ex militanti dei ribelli di Sendiero Luminoso un ritratto politico di quegli anni. Infine dall’Iran non più sotto l’embargo Mehdi Fard Ghaderi propone un tema universale: JAVDANEGI / IMMORTALITY.Mutuando la tecnica vista a Cannes in SieraNevada di Cristi Puiu, il racconto di sei storie apparentemente diverse fra loro di sei famiglie che viaggiano sullo stesso treno in piani sequenza senza soluzione di continuità. Ma alla fine il regista sapientemente ci mostra il filo conduttore appunto l’eternità. La Festa di Roma si conclude con due film strepitosi nella sezione TUTTI NE PARLANO entrambi presentati a Cannes:BUSANHAENG / TRAIN TO BUSAN del coreano Yeon Sang-ho su un apocalittico scenario di una pandemia di rabbia che contagia la popolazione coreana. Solo la città di Busan riesce ad arginarla. Ai protagonisti non resta che salire sul treno della salvezza per Busan. L’altro film è una animazione del francese Michael Dudok de Wit con il contributo del mitico Studio Ghibli:
LA TORTUE ROUGE in soli 80’ di animazione e musica ci racconta la Genesi attraverso la storia di un naufrago su un'isola tropicale deserta, popolata da tartarughe, granchi e volatili di ogni genere.
Nelle due giornate conclusive tre documentari sono stati presentati al MAXXI grazie alla collaborazione fra Festa del Cinema di Roma, MIA e Frames of Representation. FoR che è punto di incontro per registi, artisti e pensatori di tutto il mondo, nonché uno spazio per l’approfondimento e la promozione di forme di narrazione di natura indipendente:LOS REYES DEL PUEBLO QUE NO EXISTE / KINGS OF NOWHERE di Betzabé García, Messico, 2015, 83’
ALL THESE SLEEPLESS NIGHTS di Julia Nottingham, Polonia, Regno Unito, 2016, 100’
FIELD NIGGAS di Khalik Allah, Stati Uniti, 2015, 60’
Sempre al   Auditorium del Museo MAXXI HITalk – CINEMA, INCONTRO DI EMOZIONI ovvero le storie delle colonne portanti della cinematografia italiana. Sceneggiatori, registi, produttori, scenografi, compositori, costumisti. Sei speaker - eccellenze italiane, sei storie, dodici minuti ciascuno per ispirare, motivare e far riflettere il pubblico.Come sappiamo il Premio per il pubblico BNL è andato a Captain Fantastic di
Matt Ross con la partecipazione come protagonista di Viggo Mortensen il quale è stato ospite in uno degli INCONTRI RAVVICINATI tenuti da Antonio Monda.Per finire uno sguardo alla interessante selezione indipendente Alice nella Città giunta alla sua XIV edizione. Le Giurie hanno assegnato il Premio Miglior film Alice nella città a Kicks di Justin Tipping. Con la seguente motivazione.Per la realtà feroce messa in luce da un continuo e potente scambio tra immagini e suono, che eleva la tragica e violenta condizione delle periferie a personale odissea urbana del giovane Brandon. Il film sorprende per la propria originalità, facendo riflettere sulla futilità della violenza e sull’orrore che inevitabilmente scatena se applicata. Mentre la composita Giuria tra i quali Claudio Giovannesi ha assegnato il Premio Camera d’Oro Taodue alla migliore opera prima e seconda a Little Wing di Selma Vilhunen, con la seguente motivazione.Per l'eccezionale capacità di raccontare la storia di un viaggio emotivo e l'esperienza di apprendimento, in cui i ruoli tra genitori e figli a volte sono invertiti; e per la possibilità di spostare il pubblico grazie alle strade parallele che la forza della vita e l'arte di viaggiare verso il basso.Per quanto ci riguarda la selezione Alice è da tanti anni un passo avanti alla Selezione della Festa /Festival con uno sguardo attento ai giovani e quindi di riflesso agli adulti. Tra i 24 film presentati, interessanti due film francesi nella sezione Panorama:LE CIEL ATTENDRA di Marie-Castille Mention-Schaar e NOCTURAMA di Bertrand Bonello, questo ripescato dai film scartati a Cannes, ambedue mostrano il disagio della gioventù francese. In una Parigi assente dalle pulsazioni dei giovani senza ideali, questi progettano e mettono in atto degli attentati (Nocturama). Oppure i falsi idoli  degli jadisti pseudoreligiosi (Il Cielo può attendere). Entrambi denunciano la scarsa attenzioni degli adulti nei confronti degli adolescenti. Per dovere di cronaca segnaliamo il film di Francesco Mattuzzi IL PESO DEI SOGNI presentato a Panorama Italia che ci mostra l’universo intimo e corale di una coppia di professione camionisti. Nell’angusto spazio della cabina di guida si svolge l’ennesimo dramma degli sfruttati.

venerdì 21 ottobre 2016

Speciale 11ma Festa del Cinema di Roma – mercoledì 19 e giovedì 20 ottobre (DAY 7&8)

Imperdibile l’incontro con Meryl Streep ma anche il nuovo cinema argentino e tedesco 

dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del Cinema di Roma.

L’imperdibile incontro con Meryl Streep è stato una stand ovation durata un ora.Quattro i film nella selezione ufficiale TUTTI NE PARLANO: il primo di questi è un political correct David Mackenzie conHELL OR HIGH WATER. La rivincita nei confronti del potere dei banchieri da parte di una coppia di fratelli così diversi fra loro. Gli ingredienti di un buon moderno western ci sono tutti. Gli oppressi, il cattivo che si redime con il suo sacrificio, il caparbio sceriffo prossimo alla pensione. Il Bene che vince sul male anche se commette qualche peccatuccio. Il secondo film è GENIUS di Michael Grandage con un cast stellare: Colin Firth, Jude Law e Nicole Kidman . Un omaggio all’arte dello scrivere nel racconto di un talent scout nella New York degli anni ’20. Max Perkins, editore per la Scribner’s Sons e scopritore di scrittori come Hemingway e Scott Fitzgerald che riceve un manoscritto di mille pagine da uno sconosciuto scrittore di nome Thomas Wolfe. Purtroppo la performance dei tre attori non è al massimo, peccato.
Per la Selezione Ufficiale quello annunciato come uno scoop invece non ha entusiasmato sia la critica che il pubblico. MARIA PER ROMA di e con Karen Di Porto tra | Le voci del domani |. Un’altra storia ambientata nella Capitale alla deriva. Il fallimento dei suoi sogni la costringerà a abbandonare la passione. Un finale amaro che rappresenta la realtà dei giovani d’oggi. Gli altri film presentati provengono in maggioranza dall’Europa. Il primo del belga Stephan Streker NOCES     / A WEDDING affronta ancora una volta le
diversità fra il mondo occidentale e mussulmano nel contesto europeo. Le tradizioni sono una crosta culturale che nemmeno il rapporto parentale fraterno riesce a scalfire. Peccato che la giovane interprete vittima di questo dramma culturale non sia all’altezza. Dalla Francia invece una storia ambientata in Messico sulla ricucitura dei rapporti tra un anziano padre e la giovane figlia.
LA CAJA VACÍA / THE EMPTY BOX
di e
con Claudia Sainte-Luce. In un ambiente povero e rarefatto si svolge il miracolo del perdonarsi. Dopo lo strepitoso incontro l’altrettanto spumeggiante film  di Stephen Frears FLORENCE FOSTER JENKINS con Meryl Streep, Hugh Grant, ed un divertente Simon Helberg pianista squattrinato che godrà i favori della mecenate con la passione per il canto
purtroppo senza talento. Due grandi attori che si  divertono nei ruoli loro imposti. L’ultimo dei film europei è l’unico che si salva e rappresenta il nuovo cinema tedesco. 
Gordian Maugg con il suo FRITZ LANG volge sapientemente 
il suo sguardo al cineasta austriaco utilizzando filmati dell’epoca insieme ascene in bianco e nero con Heino Ferch nella sobria versione del regista genio, egocentrico maniaco del sesso e sadico. Le tematiche temporali trattate in alternanza non lasciano spazio all’occhio avido dello spettatore. Un Fritz Lang che indaga il “Demone” che è in ognuno di noi e in lui stesso. Il film mozzafiato da delitto perfetto è AL FINAL DEL TÚNEL

dell’argentino Rodrigo Grande. Il regista non lascia spazio a dubbi dello spettatore in un gran finale inaspettato. Lascia perplessa la volontà ferrea del protagonista Joaquín, un uomo sulla sedia a rotelle che gli permette l’impossibile. Ma questo è anche il 
fascino del cinema. Invece da  Hong Kong un deludente Tung-Shing 'Derek' Yee con SAN SHAO YE DE JIAN / SWORD MASTER in 3D. Un soggetto di cappa e spada e rocamboleschi combattimenti con una storia fantasiosa asservita alle acrobazie dei funamboli.

mercoledì 19 ottobre 2016

Speciale 11ma Festa del Cinema di Roma – lunedi 17 e martedì 18 ottobre (DAY 5&6)


Al giro di boa della Festa cosa succede? Oltre all’invasione degli Studios, il doc italiano di Patierno e da Israele e Irlanda la delusione per due registi promettenti, insieme al Giappone che surclassa tutti

dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del Cinema di Roma.

A metà della Festa due giornate intense per gli INCONTRI RAVVICINATI. Nella prima giornata il ritorno del Re come lo ha presentato Antonio Monda ovvero Viggo Mortensen che non ha bisogno di presentazione e interprete di CAPTAIN FANTASTIC, film in concorso in collaborazione con Alice nella Città. Il
mito Hippy passato ai raggi X da Matt Ross si infrange sulla quotidianità di una famiglia. Il secondo giorno  è stato ospite di Antonio Monda Daniel Mamet autore, sceneggiatore ma anche regista raccontando aneddoti della sua carriera. Invece in una saletta strapiena si è svolto il convegno dove i critici cinematografici italiani si sono interrogati e confrontati con i loro colleghi francesi ed americani. CONDIZIONI CRITICHE: AMARE IL CINEMA E SCRIVERE DI FILM NELL’ERA DIGITALE il titolo del panel moderato da Mario Sesti e Alberto Crespi. Esiste ancora uno spazio da difendere, consolidare e anche innovare per chi ha per anni esercitato il mestiere di lavorare sulla scrittura per esplorare e approfondire e comprendere l’inesauribile esperienza di vedere un film, con se stesso e con i lettori?
Pareri talune volte apparentemente contrapposti che guardano al futuro della critica cinematografica. Ma vi rimandiamo alla pagina FaceBook per l’ascolto dalla loro viva voce.Passiamo ai film di inizio settimana. E’ la volta del secondo film (doc) italiano di Francesco Patierno NAPLES ‘44   che attingendo da filmati dell’epoca tramite il racconto di un giovane ufficiale inglese, Lewis Norman entrato con la Quinta Armata Americana in una Napoli distrutta e piegata dalla guerra, di come da vissuta questa esperienza. Il film è tratto da un libro frutto degli appunti presi dall’ufficiale inglese, divenuto dopo la guerra un affermato scrittore. Inediti delle nefandezze delle truppe alleate verso una popolazione civile affamata. Una potente denuncia degli orrori delle guerre. Di tutte le guerre, perché non esistono quelle giuste o ingiuste, ma solo la sofferenza che ne deriva. La doppietta americana è rappresentata da una parte da un film di denuncia dove Rachel Weisz e il bravissimoTimothy Spall nei panni di David
Irving si fronteggiano nel film DENIAL di Mick Jackson. La prima interpreta la storica Deborah Lipstadt che nel libro “Denying the Holocaust” denuncia appunto la posizione negazionista di David Irving. Una battaglia combattuta nelle aule di un tribunale inglese dove è la Lipstadt a dover difendersi in quanto l’onere della prova, secondo la legge inglese sulla diffamazione, spetta all’accusato.  Il secondo film è THE ACCOUNTANT di Gavin O'Connor interpretato da un prestante Ben Affleck e dalla giovanissima Anna Kendrick, peraltro interprete anche di The Hollars, altro film statunitense in selezione. E’ la solita ricetta degli Studios  che si avvale di effetti speciali, di inseguimenti, di piccoli escamotage melò con l’aggravante che la sceneggiatura già così povera è incomprensibile e il regista mette in bocca agli attori la soluzione dell’intrigo.
Siamo rimasti anche delusi dall’israeliano Yaniv Berman ed il suo MEDINAT HAGAMADIM / LAND OF THE LITTLE PEOPLESebbene sia da apprezzare la possibilità dei cineasti israeliani di poter affrontare liberamente e denunciare il clima che si vive in Israele di continuo terrore e violenza, il linguaggio è così aggressivo ed urlato da sfociare piuttosto in un horror. Il film è controverso perché taluni lo hanno apprezzato. Il linguaggio utilizzato è invece adatto ad un corto.A colmare queste delusioni ci ha pensato il cineasta francese Sébastien Marnier con IRRÉPROCHABLE . Noir di ottima qualità direi il delitto perfetto con una affascinante e impenetrabile Marina Foïs.Non è altezza invece l’attrice  Rooney Mara, coprotagonista nel controverso Carol, che adesso interpreta la tragedia di una storia di pedofilia raccontata dall’inglese  Benedict Andrews nel film UNA. Anche in questo film la sua mancanza di  espressività è la nota dolente.Di tutt’altra fattura il noir dai connotati politici dell’irlandese Jim Sheridan che con THE SECRET SCRIPTURE ci racconta grazie all’aiuto di Vanessa Redgrave nei panni di una anziana donna la storia Roseanne McNulty vittima dell’eterno scontro tra cattolici e protestanti. La Chiesa cattolica non ne esce bene da questo film di denuncia politica.

Dal nuovo mondo anglosassone Ivan Sen con GOLDSTONE , il suo ultimo elegante e intelligente noir che riflette sulla storia dell'Australia con un racconto avvincente ambientato nel presente.Il film che abbiamo amato di più è il giapponse NAGAI IIWAKE / THE LONG EXCUSE di Miwa Nishikawa. Una riflessione sui valori dell’uomo dove si confrontano due uomini: Sachio e Yoichi, le cui mogli care amiche periscono in un incedente stradale. Da una parte un affermato scrittore, dall’altra un camionista che si ritrova dover accudire ai due figli. Da questa tragedia nasce fra i due un rapporto di solidarietà ed empatia permettendo allo scrittore ed al camionista di comprendere il senso vero della vita.

lunedì 17 ottobre 2016

Speciale 11ma Festa del Cinema di Roma – sabato 15 e domenica 16 ottobre (DAYS 3&4)

La Festa nel fine settimana ha riservato sorprese al pubblico romano, tra questi il nuovo outsider? Purtroppo l’atteso incontro di domenica con il Maestro Wajda è saltato per la morte del grande regista polacco, mentre Bertolucci ha avuto una standing ovation e la cavea va in delirio per Jovanotti

dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del Cinema di Roma.
Sabato è stata la volta del primo titolo italiano selezionato: SOLE CUORE
AMORE di Daniele Vicari che ci presenta Isabella Ragonese alle prese con la quotidianità della Capitale. Non si tratta degli ultimi, ma di persone normali che vivono in una città allo sbando. Si ripresenta una verità non verità con lo sforzo pazzesco di Isabella a parlare romanesco. Se in altre sue opere, prima delle quali ricordiamo i fatti di Genova alla caserma Diaz, mostra il volto dell’Italia berlusconiana, adesso non capiamo cosa vuole rappresentare, qualcuno lo accosta al film  Non Essere Cattivo  per il linguaggio usato e quindi piuttosto da soap opera.
Altro film controverso è THE BIRTH OF A NATION interpretato e diretto dall’americano Nate Parker. In conferenza stampa di presentazione della Festa Antonio Monda aveva con orgoglio rimarcato la presenza dell’originale di The Birth of Nation del 1915 di D. Griffith, padre del Cinema come noi lo conosciamo. Ha ragione Monda, ma come in ogni remake il paragone è inevitabile e Nate Parker è stato coraggioso. Si pensava che il film 12 anni Schiavo di Steve Mac Quenn avesse messo la parola fine, almeno cinematograficamente, al periodo della nascita dell’America del periodo di segregazione razziale. Parker aggiunge un tassello a distanza di duecento anni ma appare chiaro che tale lasso di tempo non ha abbastanza rasserenato gli animi.
E’ stato pure presentato un Doc inusuale sulla Shoah dal titolo THE LAST LAUGH dell’americano Ferne Pearlstein. Il regista in giro per gli State intervista una sopravvissuta all’olocausto. Il tema però riguarda del modo in cui i media affrontano l’argomento. Potrebbe essere anche oggetto di sane risate? Tesi in parte condivisibile, purtroppo il regista si scaglia contro il premio Oscar Roberto Benigni e il suo capolavoro La Vita è Bella. L’approccio con le scene tratte dal Dittatore di Charlie Chaplin  è fuorviante perché all’epoca il grande Chaplin voleva in realtà mettere in guardia l’America dall’eccessiva tolleranza verso il nazismo. Che resta allora? In un mondo perennemente in guerra con genocidi annunciati la Shoa ha ancora qualcosa da dire.
Sempre nella giornata di sabato nella sezione autonoma Alice due pellicole tra 

loro diverse ma entusiasmanti: la prima sul super eroe MAX STELL dell’inglese Stewart Jendler mutuato dalla produzione della Mattel ci racconta come gli alieni possano salvarci da loro stessi in una narrazione che è adatta anche ad un pubblico adulto contendo tutti gli ingredienti per accattivarselo: il buono, il cattivo e la bella principessa.
Il secondo un fine cartone animato del francese Jean- Francois Laguionie sulla solitaria esistenza umana:  Louise en Hiver. Sono 75 minuti di assoluta fantasia della mente umana.
Nella giornata domenicale l’affollatissimo ed entusiasmante incontro con Lorenzo Cherubini in arte Giovanotti. Ma non finisce con lui perché è anche il giorno del documentario dell’inglese Paul Dugdale sui THE ROLLING STONES OLÉ OLÉ OLÉ!: A TRIP ACROSS LATIN AMERICA. Il documentario ci consegna
non solo il backstage dell’ultimo Tour della banda più famosa del mondo insieme ai Beatles, ma anche uno scorcio di storia dell’America Latina di oggi e di ieri durante le dittature. Per noi europei è un tuffo gioioso nel passato, ma ricordiamoci che a quei tempi i nostri coetanei messicani, argentini, cubani rischiavano la galera per aver ascoltato un brano Rock. Vengono fuori quattro artisti ormai anziani ma con un animo ancor gioioso capaci di infiammare i ragazzi di oggi. Domenica è anche la volta del primo
titolo francese di Emmanuelle Bercot:LA FILLE DE BREST / 150 MILLIGRAMS. Il film è tratto dalla storia di uno scandalo farmaceutico realmente avvenuto qualche anno fa in Francia. Ha il pregio del ritmo incalzante tipico della cinematografia di denuncia statunitense, ma  il brio francese. Questi due fattori creano una ricetta vincente per un film che mette a nudo le fragilità dei due protagonisti nei quali ognuno di noi può specchiarsi. Il terzo doc del fine settimana realizzato dall’inglese Otto Bell ci porta in Mongolia. Si tratta della storia vera di Aisholpan, tredicenne mongola che ha il sogno di diventare la prima cacciatrice di aquile donna,
arrivando a competere all’annuale Golden Eagle Festival. THE EAGLE HUNTRESS è un documentario didascalico, ma ha il vantaggio di mostrarci gli stupendi paesaggi della Mongolia e la vita condotta dai nomadi in quelle terre estreme. E’ anche un inno all’emancipazione femminile mongola dove vige ancora la differenza di genere. A noi è piaciuto invece l’altro doc INTO THE
INFERNO del tedesco Werner Herzog che in compagnia del vulcanologo Clive Oppenheimer
dell’Università di Cambridge. I vulcani più famosi sulla Terra, la loro genesi ed il senso di impotenza dell’essere umano davanti alla loro forza distruttiva. Non dimentichiamoci però che senza di essi la Vita non avrebbe potuto esistere sulla Madre Terra.

Per Le voci del domani il film TRAMPS dell’americano Adam Leon. Un
thriller per le strade di New York. Per questo ringraziamo i selezionatori per averlo scovato. Infine dal Messico 7.19AM di Jorge Michael Grau. Una narrazione che lo spettatore si aspetta noiosa e che invece con un linguaggio inusuale affronta sia temi esistenziali che etici nello spazio ristretto delle macerie di un edificio ministeriale crollato dopo un tremendo terremoto avvenuto il 19
settembre 1985 che investe la megalopoli  di Città del Messico. I due protagonisti si trovano agli antipodi della scala sociale e burocratica. Da una parte il Direttore Generale Fernando, che rappresenta il potere corrotto, dall’altra l’ultimo degli impiegati, il guardiano notturno Martin, che rappresenta il popolo che sopravvive grazie alla sua umanità. In attesa di essere tratti in salvo dai soccorritori la piece teatrale mette a nudo le fragilità umane e le responsabilità del potere.

venerdì 14 ottobre 2016

Speciale 11ma Festa del Cinema di Roma –venerdì 14 ottobre (DAY 2)

La Festa dopo l’apertura di ieri con MOONLIGHT prosegue con uno sguardo agli Studios, ma anche al nuovo cinema Messicano e al Testamento del Maestro WAJDA

dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del Cinema di Roma. Dopo la divertente prestazione di Tom Hanks che non si è lesinato al pubblico romano nel Red Carpet intervistato dal Direttore Antonio Monda ci ha raccontato la sua vita professionale, oggi ci sarà in serata il primo degli EVENTI: Michael Bublé presenta Tour Stop 148 di B. Sullivan, girato in bianco e nero per gli amanti della musica del cantautore pluripremiato che ci ricorda tanto Frank Sinatra.
Nel pomeriggio un’altra icona americana è attesa sul Red Carpet per il secondo degli INCONTRI RAVVICINATI: Oliver Stone. Regista indipendente che ha sempre sposato la denuncia civile. Dello stesso viene presentato l’ultimo suo lavoro: SNOWDEN di Oliver Stone dove spicca la interpretazione del protagonista interpretato da
Joseph Gordon. Il giovane talento informatico Snowden è un americano intriso dal padre di sincero patriottismo, possiamo dire repubblicano. Quando si rende conto nel suo lavoro che i servizi di intelligence sono deviati si trova ad un bivio. Il resto è storia recentissima. Oliver Stone di cui abbiamo apprezzato l’incontro svoltosi nel pomeriggio, fedele a se stesso si adegua ai nuovi canoni di Internet e ci consegna l’ennesimo reportage di storia americana lasciando allo spettatore il giudizio storico. Una parte che può apparire secondaria è lasciata al saggio Nicolas Cage che interpreta il sentimento di tuuti noi: ci è riuscito.
Dagli Studios in concorso MANCHESTER BY THE SEA di Kenneth Lonergan con un enigmatico Casey Affleck. Un dramma familiare improvviso ma atteso rimette a posto le
tessere di un mosaico per rielaborare il lutto e i sensi di colpa del protagonista. Un quadro pittorico di come la vita va in pezzi in un attimo. Notevole l’interpretazione di Casey. Un paesaggio come una cartolina rassicura lo spettatore. Sebbene la lunghezza della pellicola superi le due ore canoniche i continui flash back tengono alto il ritmo complessivo della pellicola.  
Il direttore artistico lo aveva annunciato che la Festa non disdegna i documentari che questo anno raggiungono il notevole traguardo di un quarto della intera selezione. Ecco il primo che diventerà un must per i cinefili. Si tratta di  RICHARD LINKLATER: DREAM IS DESTINY di Louis Black e Karen Bernstein. Il regista indipendente dopo l’opera
che lo ha reso famoso Slacker del 1991 termine introdotto dopo nel linguaggio comune, di recente (2014) ha portato a termine un opera poderosa ed unica durata 12 anni. Parliamo di BOYHOOD che racchiude in se anche la storia recente dell’America. Partendo da questi due capolavori di cui il secondo ha ricevuto l’OSCAR per la migliore attrice non protagonista il regista si racconta in prima persona in una intervista riaprendo il suo passato conservato in scatoloni.
A questo si uniscono le interviste ad attori e collaboratori, da Matthew McConaughey a Patricia Arquette, da Ethan Hawke a Jack Nero, passando per Julie Delpy, e Kevin Smith – così come i colleghi e amici – John Pierson (produttore), John Sloss (Cinetic media), Jonathan Sehring (IFC Films), Michael Barker (Sony Pictures Classics), Kent Jones (Film Society del Lincoln Center), Clark Walker (scrittore) e Tommy Pallotta (regista).Ma passiamo al filmone della giornata del Maestro Andrzej Wajda che con POWIDOKI /
AFTERIMAGE
 ci lascia un testamento su cosa sia l’Arte visiva grazie alla narrazione di un pezzo di storia recente. Il famoso pittore Władysław Strzemiński professore della Scuola Nazionale di Belle Arti di Łódź con l’ascesa del Comunismo in Polonia cade in disgrazia. Grande artista e co-fondatore della corrente dell’Unismo, è invece osannato dai suoi studenti come il “Messia della pittura moderna”. Oltre all’inno all’Arte siamo di fronte alla condanna di uno dei due mali assoluti del secolo scorso che hanno
soggiogato la Polonia. Non possiamo che dire grazie al Maestro che alla sua veneranda età ci ha regalato e lasciato un segno tangibile del suo passaggio terreno. Grazie.
Infine il primo dei film della sezione |Le voci del domani|TODO LO DEMÁS / EVERYTHING ELSE
della messicana Natalia Almada. Si tratta di uno stile non proprio nuovo con riprese dal basso, primi piani nella caotica metropolitana  e frame fissi per entrare nel cuore della solitaria protagonista Doña Flor dipendente statale. Maniacale che improvvisamente perde il suo unico affetto.
L’esercizio di laboratorio mette a dura prova lo spettatore che però è appagato dalla interpretazione della protagonista Adriana Barraza che per oltre 90 minuti tiene banco.

giovedì 13 ottobre 2016

Speciale 11ma Festa del Cinema di Roma – Giovedì 13 ottobre (DAY 1)

La Festa al secondo anno di Antonio Monda con il film d’apertura MOONLIGHT

 

dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del Cinema di Roma.
 
Il film scelto dal Direttore artistico Antonio Monda per inaugurare la Festa 2016 è MOONLIGHT di Barry Jenkins che ritorna sul tema della sessualità e degli afroamericani già trattato nel suo primo film del 2008 Medicine for Melancholy. La pellicola è già passata a Toronto e da poco anche al NY Film Festival. Questa volta siamo sulla West Coast americana a Miami in un ambiente che risente della vicina Cuba dove il giovanissimo Chiron cresce tra violenze private e
pubbliche. Gli ingredienti per una futura vita sregolata ci sono tutti. Una madre tossica, i bulli compagni di scuola e il Piccolo (Chiron) che subisce la violenza di chi gli sta attorno. Solo Juan il boss spacciatore di quartiere e la sua donna Terese si prendono cura del taciturno Chiron. Allo spettatore gira la testa con il repentino e continuo movimento di macchina che il regista impone al cameramen per descrivere uno spaccato della attuale società afroamericana come non la abbiamo mai vista. Ma anche le prime pulsioni e la delusione di ritrovarsi grande ed anche lui spacciatore affermato con tanto di bolide e gioielli in bella mostra sulla fisicità statuaria dell’ormai adulto Chiron. Dopo una partenza strepitosa con il piano sequenza la pellicola si impantana nel dramma esistenziale e ne patisce il ritmo della narrazione. Peccato perché gli attori che interpretano Chiron nelle tre fasi della vita proposte dal regista sono tutti alla stessa altezza. Un formato temporale ridotto avrebbe dato più respiro alla tematica. Il finale lo lascio ai lettori.

Oggi ci sarà pure l’incontro con Tom Hanks ospite d’onore della Festa e riceverà il Premio alla carriera. L’altro ieri in preapertura è stato presentato la sua ultima interpretazione in INFERNO di di Ron Howard che proprio oggi esce nelle sale italiane dopo l’anteprima mondiale nel sito dove è ambientato: la nobile Firenze. Si tratta di una spy action movie con risvolti melò. Da Firenze a Venezia e Instabul per fermare una pandemia globale. Inferno conclude la trilogia del regista iniziata con Il Codice da Vinci e proseguita con Angeli e Demoni dove il solito Prof. Langdon simbolista di Haward si trova invischiato nel salvataggio dell’Umanità da un pericolossisimo virus. Nel film il regista non bada a mezzi impiegati però cade sulla buccia di banana di un paio di infelici battute sulla italianità. Peccato.

martedì 11 ottobre 2016

Speciale 11ma Festa del Cinema di Roma – martedì 11 ottobre (DAY -2)

Da oggi la preapertura con PIF ed INFERNO, giovedì Antonio Monda alla prova del suo secondo anno di direzione artistica

dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del Cinema di Roma
 
Iniziamo da un breve omaggio al Maestro A. Wajda del quale sarà presentato il suo ultimo film AfterImage e che come sappiamo è scomparso l'altro ieri: Ciao Maestro ci rivedremo lassù! Avremmo voluto incontrarti a Roma . . .

Ma adesso I NUMERI DELL’UNDICESIMA EDIZIONE: 44 film di cui 11 documentari nella Selezione Ufficiale, compresi  4 “Tutti ne parlano” e 3 in collaborazione con Alice nella città, ma anche 4 Eventi Speciali e 13 incontri oltre a 3 retrospettive e 10 omaggi. Sono 26 i Paesi partecipanti nella Selezione Ufficiale: Argentina, Austria, Australia, Belgio, Canada, Colombia, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Iran, Irlanda, Israele, Italia, Lussemburgo, Messico, Mongolia, Pakistan, Palestina, Perù, Polonia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Svizzera.
INCONTRI RAVVICINATI spazio dedicato agli incontri con registi, attori e grandi personalità del mondo della cultura tra i quali Tom Hanks, vincitore di
due Oscar® per Philadelphia e Forrest Gump, protagonista di tre decenni di grande cinema e di film di straordinario successo come Salvate il soldato Ryan, Cast Away, Apollo 13, Il codice da Vinci fino a Il ponte delle spie, il quale riceverà il Premio alla Carriera.
In occasione della cerimonia di premiazione ci sarà un incontro con Antonio Monda, nel corso del quale saranno mostrate sequenze dei suoi film e la clip di una pellicola particolarmente amata da Hanks. Il giorno successivo avrà inizio una retrospettiva di quindici film, nella quale saranno mostrati anche i suoi lavori da regista. “Considero Tom Hanks uno dei più grandi attori di tutti i tempi – dichiara Monda –  per la versatilità con cui sa spaziare dal dramma alla commedia, e per la finezza psicologica con cui riesce a immortalare personaggi che rimarranno per sempre nel nostro immaginario. Il suo straordinario talento e la profonda umanità ne fanno un attore classico e sempre moderno: i suoi film e le sue interpretazioni non invecchieranno mai”. Ma anche il ritorno di Meryl Streep, premiata tre volte dall’Academy per Kramer contro Kramer, La scelta di Sophie e The Iron Lady, interprete di eccezionale talento per registi come Fred Zinnemann, Woody Allen, Sydney Pollack, Robert Zemeckis e Clint Eastwood, fra gli altri, parlerà agli spettatori delle grandi attrici italiane che l’hanno influenzata, Silvana Mangano su tutte.
La Festa ospita non solo divi della settima arte, ma anche rappresentanti del mondo della scrittura come David Mamet, premio Pulitzer per la pièce “Glengarry Glen Ross”, autore de La casa dei giochi e Il colpo, sceneggiatore di decine di film fra cui Gli intoccabili di Brian De Palma e Hannibal di Ridley Scott. Mamet sarà al centro di un incontro con il pubblico nel suo duplice ruolo di regista e scrittore per il cinema. Sempre dal mondo della scrittura Don DeLillo, figura centrale della narrativa postmoderna americana, acuto osservatore delle trasformazioni che attraversano la società statunitense, racconterà del rapporto fra cinema e letteratura, e della sua passione per Michelangelo Antonioni. La Festa non disdegna anche un artista come Daniel Libeskind, protagonista dell'architettura decostruttivista, che ha firmato il Jüdisches Museum di Berlino ed è l’autore del progetto per la ricostruzione del World Trade Center di New York. Libeskind discuterà del rapporto tra la settima arte e l’architettura e del suo amore per il cinema di Paolo Sorrentino.
RETROSPETTIVE
Oltre alla già citata rassegna sul miglior cinema di Tom Hanks, ci saranno altre due retrospettive, anch’esse a cura di Mario Sesti: la prima dedicata a Valerio Zurlini e la seconda che, a ridosso delle elezioni presidenziali, avrà per tema la politica americana con quindici film, da John Ford e Frank Capra a Steven Spielberg.
OMAGGI
Un omaggio speciale sarà dedicato a Luigi Comencini, del quale ricorre il centesimo anniversario della nascita. Pe r questo è prevista una mostra di cinquanta fotografie scattate dal regista, un ricordo per bocca delle figlie la proiezione dopo il restauro di uno dei suoi capolavori, Le avventure di Pinocchio. Saranno inoltre presentati il restauro di Queimada, come omaggio a Gillo Pontecorvo nel decimo anniversario della sua morte, e L’Armata Brancaleone, di cui ricorre il cinquantenario dell’uscita.
CONVEGNI
L’undicesima edizione della Festa ospiterà tra gli altri un convegno internazionale sul ruolo della critica: fra i protagonisti, il critico del “New York Times”, A. O. Scott.
LA FESTA INVADE LA CITTÀ
L’Auditorium Parco della Musica è il fulcro della Festa del Cinema dal 2006 con il red carpet e le sale di proiezione. Come ogni anno, la Festa coinvolgerà numerosi altri luoghi della Capitale: si partirà dal Villaggio del Cinema – nel quale sarà allestita una tensostruttura di circa ottocento posti – e si arriverà alle sale in città, dal centro alla periferia. La Festa avrà inoltre luogo presso le strutture culturali più importanti della Capitale e disporrà di uno speciale red carpet in via Condotti, in collaborazione con l’omonima associazione. 
Insieme alla Selezione Ufficiale, le Retrospettive, gli Omaggi e gli Incontri Ravvicinati, ci sarà anche una fascia denominata Tutti ne parlano, nella quale saranno proiettati alcuni tra i migliori film presentati in altri Festival che non sono stati ancora distribuiti in Italia. Anche quest’anno le due parole chiave alle quali la Direzione artistica si è ispirata sono state qualità e varietà. E’ questo un banco di prova per Antonio Monda sebbene la presenza degli Studios sia
massiccia. Dispiace però che non sia stata prevista una giuria popolare di cinefili e la reintroduzione del premio Marco Aurelio.
In questa nuova edizione è possibile tracciare alcune linee guide relative a temi di grandissima attualità, come ad esempio la politica americana, a cui è dedicata un’ampia retrospettiva, e la precarietà del posto di lavoro, argomento che domina i tre film italiani proposti nella selezione ufficiale sui 44
complessivi.
Una particolare attenzione è stata riservata al cinema messicano che insieme a quello rumeno è  tra i più vitali dell’intero pianeta secondo il parere di Monda e mostrando generi e linguaggi differenti. Ci saranno poi collegamenti e dialoghi nella programmazione: al film Fritz Lang, presentato in Selezione Ufficiale, è stato affiancato M, il capolavoro del regista, e al recente e
potentissimo Birth of a Nation, di Nate Parker, parimenti è stato affiancato, nella retrospettiva sulla politica americana, il film omonimo di Griffith del 1915: Parker ha usato volutamente lo stesso titolo, proprio per segnare una strada diversa da quella pellicola, fondamentale sul piano del linguaggio quanto ripugnante su quello dei contenuti.
Non esiste quindi una gradazione di importanza tra la Selezione Ufficiale, le Retrospettive, gli Incontri Ravvicinati, gli Omaggi e gli altri eventi della Festa. E non dimentico mai che la magia del cinema nasce dal condividere un’emozione all’interno di uno spazio costruito su due poli complementari e antitetici: da un lato il grande schermo luminoso, dall’altro il buio della sala, che avvolge tutti in una dimensione di sogno. Quello che avviene sullo schermo non è nient’altro che un’illusione, che tuttavia può scatenare un’energia rivoluzionaria su chi ne fruisce.
Come già avvenuto lo scorso anno con Antonio Pietrangeli, la retrospettiva dedicata a Valerio Zurlini ripercorre l’opera di un magnifico regista italiano, sottovalutato in vita e quasi dimenticato dopo la sua scomparsa. Il cinema di Zurlini contiene non solo una personalità e uno stile inconfondibile ma è anche il manifesto di una preziosa idea di cinema.
Passiamo quindi ad Alice nella città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle giovani generazioni, con alcune anticipazioni sull’edizione 2016. Giunta alla sua quattordicesima edizione, con Il titolo del film d’apertura nel concorso Young/Adult: “3 Generations – essere se stessi per essere felici” di Gaby Dellal con Naomi Watts, Elle Fanning, Susan Sarandon.
Nella sezione Young│Adult saranno 12 i film a partecipare al concorso, votati da un giuria composta da 27 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni, selezionati su tutto il territorio nazionale. Grazie all’Intergruppo parlamentare della camera dei Deputati, il festival si arricchisce anche di una giuria di ragazzi di seconda generazione.
Tre i film provenienti dagli Stati Uniti oltre a  3 Generations -  una famiglia quasi perfetta di Gaby Dellal. La Nuova Zelanda è rappresentata dal regista di culto Taika Waititi con il suo ultimo lavoro Hunt for the Wilderpeople
Dal Regno Unito arriva London Town di Derrick Borte, film ispirato dalle musiche dei Clash che conta regista cipriota Petros Charalombous presenta il suo esordio alla regia Boy on the Bridge e, Fatih Akin porta sul grande schermo Goodbye Berlin fortunato romanzo per ragazzi. Dalla Finlandia arriva Little Wing esordio alla regia di Selma Vilhunen già candidata premio Oscar. il Belgio non smette di stupirci presentando due film che tolgono la pelle al reale:  My First Highway, opera prima del promettente Kevin Meul, mentre la regista Mijke de Jong  (Blue bird, Stop Acting Now) presenta Layla M., storia di un adolescente olandese-marocchina che si unisce a una cella islamista in Medio Oriente.
Sono 10 i film che comporranno il programma che Alice nella città dedica al Panorama di tutte quelle opere che seppur raccontando il mondo delle nuove generazioni, offrono un pretesto per dire agli adulti cose da e sui giovani. Sarà lo spazio in cui presentare temi a contrasto mostrando la forza devastante, talvolta surreale, di una realtà che non è mai semplice spettacolo.
In tutto questo ci dispiace rilevare l’assenza di titoli italiani. A parere del Direttore artistico anche a causa di alcuni “scippi” di film presentati a Venezia. Rimedia il MIA che presenta alcuni titoli interessanti italiani. Infine torna il Premio Camera d’Oro Taodue per la miglior opera prima o seconda in programma.
Da segnalare l’Omaggio al grande regista recentemente scomparso Abbas Kiarostami e alla sua visione dell’infanzia da sempre protagonista nella sua filmografia 
Ma già oggi in questa terza serata di preapertura sarà possibile assistere al grande cinema americano con la proiezione al Mazda Cinema Hall di INFERNO di Ron Howard, Stati Uniti, Giappone, Turchia, Ungheria, 2016, 122’ con Tom Hanks.
Il premio Oscar® Ron Howard torna a dirigere l’ultimo bestseller della serie di Dan Brown (Da Vinci Code) che ha per protagonista Robert Langdon, “Inferno”, in cui il famoso simbolista (interpretato ancora da Tom Hanks) questa volta è sulle tracce di una serie di indizi legati al grande poeta Dante.
Domani 12 ottobre invece all’Auditorium Parco della Musica in Sala Petrassi l’ultima giornata di preapertura con la proiezione di  
IN GUERRA PER AMORE di e con Piefrancesco Diliberto (Pif), Italia, 2016, 99’ e l’attrice siciliana Miriam Leone.
Una scanzonata ma non troppo immagine dell’Italia ambientata nel 1943: nel pieno della seconda guerra mondiale durante lo sbarco degli Alleati in Sicilia, l’evento che cambierà per sempre la storia della Sicilia, dell’Italia e della Mafia.
Da giovedì la kermesse entra nel vivo con MOONLIGHTS e vedremo quale sarà la reazione del pubblico protagonista assoluto della Festa.