Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



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venerdì 18 novembre 2016

34° TORINO FILM FESTIVAL - dal 18 al 26 Novembre

Una  vetrina speciale (punk)delle migliori tendenze del Cinema Indipendente Internazionale


Apre oggi  all’Auditorium “Giovanni Agnelli” di Torino il 34° TORINO FILM FESTIVAL con il Film d’apertura BETWEEN US dell’americano Rafael Palacio Illingworth interpretato da Olivia Thirlby, Ben Feldman e un cameo di Peter Bogdanovich. Il Manifesto di questa edizione è dedicato a David Bowie, uno dei personaggi più eclettici della cultura contemporanea: grande musicista e interprete, attore cinematografico apparso in circa 15 film. L’immagine è tratta da una scena di Absolute Beginners con la regia di Julien Temple del 1986.

Sarà l'attrice Jasmine Trinca a condurre la serata di apertura della 34a edizione del Torino Film Festival come madrina nella serata di gala  un Festival relativamente giovane ma importante nel panorama festivaliero italiano. "Sono felicissima di tornare a Torino – afferma Jasmine Trinca – per accompagnare un Festival libero come pochi altri, capace sempre di anticipare un'idea di cinema inedita con la curiosità e lo sguardo ancora più che di un Cinema Giovane, di un Cinema Bambino". Jasmine Trinca esordisce a soli 19 anni nel film La stanza del figlio di Nanni Moretti. Tre Nastri d'argento, due Globi d'oro, il Premio Marcello Mastroianni alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, sono solo alcuni dei prestigiosi riconoscimenti che le sono stati attribuiti in questi anni. Nella prossima primavera la vedremo in Slam – Tutto per una ragazza, di Andrea Molaioli, che verrà presentato in anteprima assoluta proprio durante il 34° Torino Film Festival.
Ma parliamo dei numeri della edizione Torino Film Festival 2016 che conta 158 lungometraggi, 17 mediometraggi e 38 cortometraggi di cui 46 lungometraggi opere prime e seconde, 43 anteprime mondiali, 25 anteprime internazionali, 8 anteprime europee e 73 anteprime italiane. La kermesse si concluderà il 26 novembre al Cinema Reposi di Torino con il Film di chiusura FREE FIRE dell’anglosassone Ben Wheatley interpretato da Brie Larson, Cillian Murphy, Arnie Hammer
La principale sezione competitiva del festival TORINO 34, riservata ad autori alla prima, seconda o terza opera, presenta quindici film realizzati nel 2016, inediti in Italia. I paesi rappresentati sono: Argentina, Austria, Belgio, Cambogia, Canada, Cile, Cina, Francia, Germania, Italia, Messico, Serbia, UK, Stati Uniti. Come sempre incentrata sul cinema “giovane”, la selezione dei film in concorso si rivolge alla ricerca e alla scoperta di talenti innovativi, che esprimono le migliori tendenze del cinema indipendente internazionale. Nel corso degli anni sono stati premiati autori ai loro inizi come: Tsai Ming-liang, David Gordon Green, Chen Kaige, Lisandro Alonso, Pietro Marcello, Debra Granik, Alessandro Piva, Pablo Larraín, Damien Chazelle. Un cinema “del futuro”, rappresentativo di generi, linguaggi e tendenze. Ecco i titoli delle 15 opere selezionate:
AVANT LES RUES del canadese Chloé Leriche, opera prima.
CHRISTINE dell’americano Antonio Campos, uno sprazzo su QUINTO POTERE.
LOS DECENTES di Lukas Valenta Rinner (Austria/Corea del Sud/Argentina), opera spiazzante.
LES DERNIERS PARISIENS di Hamè Bourokba e Ekoué Labitey (Francia), sorprendente
I FIGLI DELLA NOTTE di Andrea De Sica, opera prima come una favola nera.
JESUS di Fernando Guzzoni (Cile/Francia), analisi socio politica del Cile post Pinochet attraverso il rapporto padri/figli.
JUAN ZENG ZHE / THE DONOR di Qiwu Zang (Cina), dramma cinese che vira al noir.
LADY MACBETH di William Oldroyd (UK), adattamento dal lavoro di Nicolaj Leskov di una gotica dark lady.
LAS LINDAS di Melisa Liebenthal (Argentina), ovvero l’arte dell’apparire.
MAQUINARIA PANAMERICANA di Joaquín del Paso (Messico/Polonia), presentato alla Berlinale Talents un racconto grottesco dell’attuale crisi dell’economia mondiale.
LA MÉCANIQUE DE L’OMBRE di Thomas Kruithof (Belgio), opera prima tra thriller anni ’70.
PORTO di Gabe Klinger (USA/Francia/Portogallo/Polonia), opera prima tra Nouvelle Vague e narrazioni quasi impressioniste.
TURN LEFT TURN RIGHT di Doug Seok (Cambogia/USA/Corea del Sud, dodici capitoli simbolo della storia della Cambogia.
VETAR / WIND di Tamara Drakulic (Serbia), il passaggio dall’adolescenza alla età adulta.
WIR SIND DIE FLUT / WE ARE THE TIDE di Sebastian Hilger (Germania), opera prima metafisica.
L’altra sezione della kermesse è FESTA MOBILE che si apre con Between Us,
commedia drammatica, di Rafael Palacio Illingworth e si chiude con Free Fire, adrenalinico scontro a colpi di arma da fuoco e di battute tra dodici uomini e una donna, in una fabbrica dismessa a Boston negli anni ‘70, diretto da Ben Wheatley. Festa mobile presenta soprattutto i film raccolti durante l'anno per portare al TFF le opere più attese o che ci sono piaciute di più tra la produzione mondiale inedita in Italia. Tra i più attesi ricordiamo Sully, la storia dell'ammaraggio sull'Hudson nel 2009 dell'aereo pilotato da Chelsey "Sully" Sullenberg, diretto da Clint Eastwood e interpretato da Tom Hanks e Aaron Eckhart e Free State of Jones di Gary Ross, con Matthew McConaughey, la storia del disertore dell'esercito confederato che alla fine della 
Guerra di Secessione creò uno stato autonomo antisegregazionista. Nella rassegna anche Quello che ci è piaciuto di più nei festival stranieri:
Isabelle Huppert
irresistibile in Elle di Paul Verhoeven e L'avenir di Mia Hansen-Løve
, nei quali gioca con grinta e humor sui casi che possono sconvolgere la vita di una signora non più giovanissima; la satira feroce e la logica stringente con cui Danis Tanovic ci parla di Europa in Death in Sarajevo, dalla pièce di Bernard-Henri Lévy, ma anche la sontuosa maestria con cui Lav Diaz racconta l'epopea del rivoluzionario
filippino Andrés Bonifacio y de Castro in A Lullaby for a Sorrowful Mystery
; la lucida, affannosa lotta per la sopravvivenza della famiglia di disperati di Ma' Rosa di Brillante Mendoza. Poi anche Qualche indie: il sofferto Live Cargo di Logan Sandler, con Dree Hemingway e con inedite Bahamas fotografate in bianco e nero; E last but not least, un gruppo di film italiani: da Slam - Tutto per una ragazza, nel quale
Andrea Molaioli riambienta il romanzo di Nick Hornby a Roma, al mockumentary Sono Guido e non Guido, nel quale Alessandro Maria Buonomo inventa un fratello gemello autore delle poesie di Guido Catalano; dal viaggio di Maurizio Zaccaro attraverso il mondo, per chiedere a intellettuali, artisti, filosofi, politici che cos'è oggi la felicità (La felicità umana) a quello di Elisabetta Sgarbi sui volti e i corpi degli umili ritratti dal Romanino nei suoi affreschi in tre chiese della Val Camonica (La lingua dei furfanti); dallo sguardo sugli anni ‘60 di Steve Della Casa, che in Nessuno ci può giudicare rievoca l'impatto che ebbero il rock italiano e i musicarelli sui cambiamenti radicali del decennio, a quello di Daniele Segre, che in Nome di battaglia donna ricostruisce la Resistenza attraverso le testimonianze delle partigiane piemontesi che parteciparono alla lotta; dall'omaggio a Gipo Farassino, lo chansonnier torinese paragonato a Brassens e Montand (Gipo, lo zingaro di Barriera di Alessandro Castelletto), al sensuale viaggio nell'erotismo compiuto da una scrittrice straniera in una villa italiana (Sadie di Craig Goodwill), entrambi sostenuti dalla Film Commission Torino Piemonte.

FESTA VINTAGE è invece una piccola sottosezione dedicata a compleanni, restauri, riscoperte del cinema del passato. Omaggi: a David Bowie, con Furyo di Nagisa Oshima, a Michael Cimino, con la versione restaurata di The Deer Hunter, ai fratelli Fabio e Mario Garriba, con I parenti tutti, Voce del verbo morire e In punto di morte.

Quest’anno il Gran Premio Torino viene assegnato a Christopher Doyle, diventato quasi per caso uno dei più importanti direttori della fotografia del mondo. Una vita vissuta sempre all'insegna della libertà e dell'esperienza, trovando qualunque occupazione in giro per il mondo fino a lavorare con Gus Van Sant, Barry Levinson, Philippe Noyce, Zang Yimou, Wong Kar-wai e diventare lui stesso regista. Per l’occasione verrà proiettato WIND di Saw Tiong Guan (Malesia/Hong Kong, 2016, DCP, 33’). Un vero tuffo nell'eccezionale vita del Gran Premio Torino.

C’è poi GABRIELE SALVATORES PRESENTA: CINQUE PEZZI FACILI. Cinque film che hanno cambiato la vita e la professione del regista come lui stesso spiega. Era tutto pronto. La mia stanza, la scrivania, persino la targhetta d'ottone col mio nome sulla porta dell'ufficio legale di mio padre. Ma c'erano in giro quei film, in quegli anni... E quella musica che ti catturava dalla colonna sonora! Devo ringraziare questi cinque film, questi "Cinque pezzi facili" (ma non semplici), perché sono tra quelli che mi hanno impedito di fare l'avvocato. Un film può cambiarti la vita? Nel mio caso la risposta è sì. Sveliamo i cinque titoli tra i quali la Palma d’oro a Cannes JULES ET JIM di François Truffaut del 1962, IF... di Lindsay Anderson del 1968, ALICE’S RESTAURANT di Arthur Penn del 1969 e THE STRAWBERRY STATEMENT di Stuart Hagmann del 1970.

La sezione eccentrica del festival AFTER HOURS raccoglie come ogni anno una serie di film che spaziano dall'horror al mockumentary, dal bizzarro all'erotico, dalla metafora sofisticata alla commedia demenziale. C’è poi Vocazione notturna: inaugurata nel 2015, anche quest'anno il primo sabato del festival, il 19 novembre, da mezzanotte al mattino successivo la "Notte horror"
Per quanto riguarda la sezione TFFdoc si parte dall’amore che è il motore che muove ogni cosa e che quest’anno ispira anche il focus di TFFdoc, che diventa per l’occasione TFFdoc/love. Attraverso sei film, dal lunedì al venerdì, verranno declinate tutte le varianti enunciate nella citazione sul tema dell’amore di Paul B. Preciado. Incontri con i registi e le registe dei film presentati, con filosofe, autori, giornalisti, ricercatrici, biografe, militanti che accompagneranno il pubblico in questo tunnel of love. Le opere italiane selezionate sono: A PUGNI CHIUSI di Pierpaolo De Sanctis, AB URBE COACTA di Mauro Ruvolo, A BITTER STORY di Francesca Bono, HIDDEN PHOTOS di Davide Grotta, MOO YA di Filippo Ticozzi, PRO LOCO di Tommaso Lipari, SARO di Enrico Maria Artale e LA VILLE ENGLOUTIE di ZimmerFrei.
Sempre a proposito di autori italiani la sezione ITALIANA.CORTI riservata a cortometraggi italiani inediti. Quest’anno sono 13 titoli, racchiusi in 3 programmi “battezzati” dai Rolling Stones. Puro Rock n Roll. Ognuno dei (piccoli) film è un universo a sé che segue le sue regole e le sue traiettorie. Il corto è radicale per definizione. Nel 2015 sono stati premiati Le Dossier de Mary S. di Olivia Molnàr (Miglior cortometraggio) e La dolce casa di Elisabetta Falanga (Premio speciale della giuria).
Altra sezione da non farsi sfuggire è ONDE, che seguendo per istinto il destino delle nouvelle vague nelle derive cinematografiche contemporanee, anche quest’anno si fa interprete di quel dialogo mai terminato tra la finitezza del narrare e l’infinitezza dei linguaggi. Diciotto film di metraggio vario, che rispondono, ognuno a suo modo, alla ricerca di un nesso distintamente espressivo e appassionatamente cinematografico tra la Storia, con i suoi eventi, e le storie, coi loro vissuti. Ad uno sguardo più attento e messi insieme i film selezionati sono segnati dal destino di un Cinema che forza la sua stessa classicità, dialoga con la modernità dei Maestri, e dunque interroga il tempo presente con gli strumenti di un’indagine che è prima di tutto linguistica, espressiva.
Siamo all’anno secondo della retrospettiva " COSE CHE VERRANNO. LA TERRA VISTA DAL CINEMA ", sulle raffigurazioni, per lo più distopiche catastrofiche-apocalittiche, che il cinema ha dato della Terra del futuro, spesso mediandole dalla letteratura. Come accennato dalla Direttrice artistica Emanuela Martini “Ecco quindi un nuovo percorso attraverso previsioni che si sono talvolta realizzate e che non hanno perduto di attualità. Dalle sconsolate considerazioni sull'amore e la perdita dei sentimenti dei cortometraggi di Jean-Luc Godard al doloroso ammonimento di Bertrand Tavernier sulle possibili derive degli spettacoli televisivi; dal viaggio nel 1984 immaginato da George Orwell a quello nella memoria e nel tempo del capolavoro di Chris Marker; dalle metropoli in frenetica attesa della fine del mondo (Toronto in Last Night di Don McKellar) ai mondi desertificati e in rovina post-fine del mondo (Glen and Randa di Jim McBride, Le dernier combat di Luc Besson); dai giochi mortali di Rollerball (l'originale di Norman Jewison) e Battle Royale di Kinji Fukasako, ai "giocattoli" che hanno acquistato coscienza e non ne vogliono sapere di scomparire di Spielberg e Salvatores. Ci sono film rari (il cecoslovacco Ikarie XB1 di Jindřich Polák), film sconosciuti che sono diventati piccoli cult (A Boy and His Dog di L. Q. Jones), satire frenetiche e anarcoidi (Mr. Freedom di William Klein, Sleeper di Woody Allen, Accion mutante di Álex de la Iglesia), film da rivalutare nella drammatica attualità della loro narrazione, come Demon Seed di Donald Cammell (un computer che vuole un erede da una donna) e The Stepford Wives di Bryan Forbes (benestanti mariti suburbani che preferiscono mogli robot a quelle in carne e ossa).”
Ricordiamo infine il TorinoFilmLab che sostiene filmmaker emergenti da tutto il mondo attraverso attività di formazione, sviluppo di progetti e finanziamento alla produzione e alla distribuzione e può vantare un totale di 68 film completati, presentati nei maggiori festival del mondo e distribuiti a livello internazionale. Dal 2008 grazie alle attività del TorinoFilmLab sono stati assegnati oltre 40 premi a sostegno della produzione di progetti sviluppati nei suoi programmi. E il 2016 si chiude con un nuovo record: 25 film completati e selezionati per partecipare ai più prestigiosi festival del mondo. Tra i ben 14 film targati TFL presenti quest’anno al Torino Film Festival spiccano The Happiest Day in the Life of Olli Mäki di Juho Kuosmanen - vincitore di Un Certain Regard che sarà proiettato in Festa Mobile - e Jesús di Fernando Guzzoni che sarà nel concorso Torino 34, cui si aggiungono i 12 titoli che compongono la sezione: Apprentice, Câini, Deadweight, Go Home, Godless (Pardo d’Oro a Locarno), Out of Love, Polaarpoiss, Die Reise mit Vater, Thala My Love, Together For Ever, Tombé du ciel, La última tierra.
Ma passiamo alle GIURIE che sono così composte:
TORINO 34 presieduta dall’americano Ed Lachman e membri Don McKellar (Canada), Mariette Rissenbeek (Germania), Adrian Sitaru, Romania), Hadas Yaron (Israele)
INTERNAZIONALE.DOC: Kamal Aljafari (Germania), Ann Carolin Renninger (Germania), Gaël Teicher (Francia)
FIPRESCI: Gianlorenzo Franzi (Italia), Frédéric Jaeger (Germania), Yael Shuv (Israele)
ITALIANA.DOC: Eleonora Danco (Italia), Luciano Rigolini (Svizzera), Marcello Sannino (Italia)
ITALIANA.CORTI: Colapesce, Lucia Veronesi e Matteo Zoppis
Ed infine la giuria CIPPUTI composta da  Altan, Claudio Carabba e Stefania Casini. Al PREMIO CIPPUTI concorrono 8 film presentati nelle sezioni TORINO 34, FESTA MOBILE, TFFdoc/Internazionale.doc e TFFdoc/Italiana.doc rispettivamente: LOS DECENTES di Lukas Valenta Rinner, JUAN ZENG ZHE / THE DONOR di Qiwu Zang, MAQUINARIA PANAMERICANA di Joaquín del Paso per Torino 34; KATE PLAYS CHRISTINE di Robert Greene, LAO SHI / OLD STONE di Johnny Ma per FESTA MOBILE; NANA di Luciana Decker (TFFdoc/Internazionale.doc) e da TFFdoc/Italiana.doc A PUGNI CHIUSI di Pierpaolo De Sanctis e AB URBE COACTA di Mauro Ruvolo.

giovedì 13 ottobre 2016

Speciale 11ma Festa del Cinema di Roma – Giovedì 13 ottobre (DAY 1)

La Festa al secondo anno di Antonio Monda con il film d’apertura MOONLIGHT

 

dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del Cinema di Roma.
 
Il film scelto dal Direttore artistico Antonio Monda per inaugurare la Festa 2016 è MOONLIGHT di Barry Jenkins che ritorna sul tema della sessualità e degli afroamericani già trattato nel suo primo film del 2008 Medicine for Melancholy. La pellicola è già passata a Toronto e da poco anche al NY Film Festival. Questa volta siamo sulla West Coast americana a Miami in un ambiente che risente della vicina Cuba dove il giovanissimo Chiron cresce tra violenze private e
pubbliche. Gli ingredienti per una futura vita sregolata ci sono tutti. Una madre tossica, i bulli compagni di scuola e il Piccolo (Chiron) che subisce la violenza di chi gli sta attorno. Solo Juan il boss spacciatore di quartiere e la sua donna Terese si prendono cura del taciturno Chiron. Allo spettatore gira la testa con il repentino e continuo movimento di macchina che il regista impone al cameramen per descrivere uno spaccato della attuale società afroamericana come non la abbiamo mai vista. Ma anche le prime pulsioni e la delusione di ritrovarsi grande ed anche lui spacciatore affermato con tanto di bolide e gioielli in bella mostra sulla fisicità statuaria dell’ormai adulto Chiron. Dopo una partenza strepitosa con il piano sequenza la pellicola si impantana nel dramma esistenziale e ne patisce il ritmo della narrazione. Peccato perché gli attori che interpretano Chiron nelle tre fasi della vita proposte dal regista sono tutti alla stessa altezza. Un formato temporale ridotto avrebbe dato più respiro alla tematica. Il finale lo lascio ai lettori.

Oggi ci sarà pure l’incontro con Tom Hanks ospite d’onore della Festa e riceverà il Premio alla carriera. L’altro ieri in preapertura è stato presentato la sua ultima interpretazione in INFERNO di di Ron Howard che proprio oggi esce nelle sale italiane dopo l’anteprima mondiale nel sito dove è ambientato: la nobile Firenze. Si tratta di una spy action movie con risvolti melò. Da Firenze a Venezia e Instabul per fermare una pandemia globale. Inferno conclude la trilogia del regista iniziata con Il Codice da Vinci e proseguita con Angeli e Demoni dove il solito Prof. Langdon simbolista di Haward si trova invischiato nel salvataggio dell’Umanità da un pericolossisimo virus. Nel film il regista non bada a mezzi impiegati però cade sulla buccia di banana di un paio di infelici battute sulla italianità. Peccato.

martedì 11 ottobre 2016

Speciale 11ma Festa del Cinema di Roma – martedì 11 ottobre (DAY -2)

Da oggi la preapertura con PIF ed INFERNO, giovedì Antonio Monda alla prova del suo secondo anno di direzione artistica

dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del Cinema di Roma
 
Iniziamo da un breve omaggio al Maestro A. Wajda del quale sarà presentato il suo ultimo film AfterImage e che come sappiamo è scomparso l'altro ieri: Ciao Maestro ci rivedremo lassù! Avremmo voluto incontrarti a Roma . . .

Ma adesso I NUMERI DELL’UNDICESIMA EDIZIONE: 44 film di cui 11 documentari nella Selezione Ufficiale, compresi  4 “Tutti ne parlano” e 3 in collaborazione con Alice nella città, ma anche 4 Eventi Speciali e 13 incontri oltre a 3 retrospettive e 10 omaggi. Sono 26 i Paesi partecipanti nella Selezione Ufficiale: Argentina, Austria, Australia, Belgio, Canada, Colombia, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Iran, Irlanda, Israele, Italia, Lussemburgo, Messico, Mongolia, Pakistan, Palestina, Perù, Polonia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Svizzera.
INCONTRI RAVVICINATI spazio dedicato agli incontri con registi, attori e grandi personalità del mondo della cultura tra i quali Tom Hanks, vincitore di
due Oscar® per Philadelphia e Forrest Gump, protagonista di tre decenni di grande cinema e di film di straordinario successo come Salvate il soldato Ryan, Cast Away, Apollo 13, Il codice da Vinci fino a Il ponte delle spie, il quale riceverà il Premio alla Carriera.
In occasione della cerimonia di premiazione ci sarà un incontro con Antonio Monda, nel corso del quale saranno mostrate sequenze dei suoi film e la clip di una pellicola particolarmente amata da Hanks. Il giorno successivo avrà inizio una retrospettiva di quindici film, nella quale saranno mostrati anche i suoi lavori da regista. “Considero Tom Hanks uno dei più grandi attori di tutti i tempi – dichiara Monda –  per la versatilità con cui sa spaziare dal dramma alla commedia, e per la finezza psicologica con cui riesce a immortalare personaggi che rimarranno per sempre nel nostro immaginario. Il suo straordinario talento e la profonda umanità ne fanno un attore classico e sempre moderno: i suoi film e le sue interpretazioni non invecchieranno mai”. Ma anche il ritorno di Meryl Streep, premiata tre volte dall’Academy per Kramer contro Kramer, La scelta di Sophie e The Iron Lady, interprete di eccezionale talento per registi come Fred Zinnemann, Woody Allen, Sydney Pollack, Robert Zemeckis e Clint Eastwood, fra gli altri, parlerà agli spettatori delle grandi attrici italiane che l’hanno influenzata, Silvana Mangano su tutte.
La Festa ospita non solo divi della settima arte, ma anche rappresentanti del mondo della scrittura come David Mamet, premio Pulitzer per la pièce “Glengarry Glen Ross”, autore de La casa dei giochi e Il colpo, sceneggiatore di decine di film fra cui Gli intoccabili di Brian De Palma e Hannibal di Ridley Scott. Mamet sarà al centro di un incontro con il pubblico nel suo duplice ruolo di regista e scrittore per il cinema. Sempre dal mondo della scrittura Don DeLillo, figura centrale della narrativa postmoderna americana, acuto osservatore delle trasformazioni che attraversano la società statunitense, racconterà del rapporto fra cinema e letteratura, e della sua passione per Michelangelo Antonioni. La Festa non disdegna anche un artista come Daniel Libeskind, protagonista dell'architettura decostruttivista, che ha firmato il Jüdisches Museum di Berlino ed è l’autore del progetto per la ricostruzione del World Trade Center di New York. Libeskind discuterà del rapporto tra la settima arte e l’architettura e del suo amore per il cinema di Paolo Sorrentino.
RETROSPETTIVE
Oltre alla già citata rassegna sul miglior cinema di Tom Hanks, ci saranno altre due retrospettive, anch’esse a cura di Mario Sesti: la prima dedicata a Valerio Zurlini e la seconda che, a ridosso delle elezioni presidenziali, avrà per tema la politica americana con quindici film, da John Ford e Frank Capra a Steven Spielberg.
OMAGGI
Un omaggio speciale sarà dedicato a Luigi Comencini, del quale ricorre il centesimo anniversario della nascita. Pe r questo è prevista una mostra di cinquanta fotografie scattate dal regista, un ricordo per bocca delle figlie la proiezione dopo il restauro di uno dei suoi capolavori, Le avventure di Pinocchio. Saranno inoltre presentati il restauro di Queimada, come omaggio a Gillo Pontecorvo nel decimo anniversario della sua morte, e L’Armata Brancaleone, di cui ricorre il cinquantenario dell’uscita.
CONVEGNI
L’undicesima edizione della Festa ospiterà tra gli altri un convegno internazionale sul ruolo della critica: fra i protagonisti, il critico del “New York Times”, A. O. Scott.
LA FESTA INVADE LA CITTÀ
L’Auditorium Parco della Musica è il fulcro della Festa del Cinema dal 2006 con il red carpet e le sale di proiezione. Come ogni anno, la Festa coinvolgerà numerosi altri luoghi della Capitale: si partirà dal Villaggio del Cinema – nel quale sarà allestita una tensostruttura di circa ottocento posti – e si arriverà alle sale in città, dal centro alla periferia. La Festa avrà inoltre luogo presso le strutture culturali più importanti della Capitale e disporrà di uno speciale red carpet in via Condotti, in collaborazione con l’omonima associazione. 
Insieme alla Selezione Ufficiale, le Retrospettive, gli Omaggi e gli Incontri Ravvicinati, ci sarà anche una fascia denominata Tutti ne parlano, nella quale saranno proiettati alcuni tra i migliori film presentati in altri Festival che non sono stati ancora distribuiti in Italia. Anche quest’anno le due parole chiave alle quali la Direzione artistica si è ispirata sono state qualità e varietà. E’ questo un banco di prova per Antonio Monda sebbene la presenza degli Studios sia
massiccia. Dispiace però che non sia stata prevista una giuria popolare di cinefili e la reintroduzione del premio Marco Aurelio.
In questa nuova edizione è possibile tracciare alcune linee guide relative a temi di grandissima attualità, come ad esempio la politica americana, a cui è dedicata un’ampia retrospettiva, e la precarietà del posto di lavoro, argomento che domina i tre film italiani proposti nella selezione ufficiale sui 44
complessivi.
Una particolare attenzione è stata riservata al cinema messicano che insieme a quello rumeno è  tra i più vitali dell’intero pianeta secondo il parere di Monda e mostrando generi e linguaggi differenti. Ci saranno poi collegamenti e dialoghi nella programmazione: al film Fritz Lang, presentato in Selezione Ufficiale, è stato affiancato M, il capolavoro del regista, e al recente e
potentissimo Birth of a Nation, di Nate Parker, parimenti è stato affiancato, nella retrospettiva sulla politica americana, il film omonimo di Griffith del 1915: Parker ha usato volutamente lo stesso titolo, proprio per segnare una strada diversa da quella pellicola, fondamentale sul piano del linguaggio quanto ripugnante su quello dei contenuti.
Non esiste quindi una gradazione di importanza tra la Selezione Ufficiale, le Retrospettive, gli Incontri Ravvicinati, gli Omaggi e gli altri eventi della Festa. E non dimentico mai che la magia del cinema nasce dal condividere un’emozione all’interno di uno spazio costruito su due poli complementari e antitetici: da un lato il grande schermo luminoso, dall’altro il buio della sala, che avvolge tutti in una dimensione di sogno. Quello che avviene sullo schermo non è nient’altro che un’illusione, che tuttavia può scatenare un’energia rivoluzionaria su chi ne fruisce.
Come già avvenuto lo scorso anno con Antonio Pietrangeli, la retrospettiva dedicata a Valerio Zurlini ripercorre l’opera di un magnifico regista italiano, sottovalutato in vita e quasi dimenticato dopo la sua scomparsa. Il cinema di Zurlini contiene non solo una personalità e uno stile inconfondibile ma è anche il manifesto di una preziosa idea di cinema.
Passiamo quindi ad Alice nella città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle giovani generazioni, con alcune anticipazioni sull’edizione 2016. Giunta alla sua quattordicesima edizione, con Il titolo del film d’apertura nel concorso Young/Adult: “3 Generations – essere se stessi per essere felici” di Gaby Dellal con Naomi Watts, Elle Fanning, Susan Sarandon.
Nella sezione Young│Adult saranno 12 i film a partecipare al concorso, votati da un giuria composta da 27 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni, selezionati su tutto il territorio nazionale. Grazie all’Intergruppo parlamentare della camera dei Deputati, il festival si arricchisce anche di una giuria di ragazzi di seconda generazione.
Tre i film provenienti dagli Stati Uniti oltre a  3 Generations -  una famiglia quasi perfetta di Gaby Dellal. La Nuova Zelanda è rappresentata dal regista di culto Taika Waititi con il suo ultimo lavoro Hunt for the Wilderpeople
Dal Regno Unito arriva London Town di Derrick Borte, film ispirato dalle musiche dei Clash che conta regista cipriota Petros Charalombous presenta il suo esordio alla regia Boy on the Bridge e, Fatih Akin porta sul grande schermo Goodbye Berlin fortunato romanzo per ragazzi. Dalla Finlandia arriva Little Wing esordio alla regia di Selma Vilhunen già candidata premio Oscar. il Belgio non smette di stupirci presentando due film che tolgono la pelle al reale:  My First Highway, opera prima del promettente Kevin Meul, mentre la regista Mijke de Jong  (Blue bird, Stop Acting Now) presenta Layla M., storia di un adolescente olandese-marocchina che si unisce a una cella islamista in Medio Oriente.
Sono 10 i film che comporranno il programma che Alice nella città dedica al Panorama di tutte quelle opere che seppur raccontando il mondo delle nuove generazioni, offrono un pretesto per dire agli adulti cose da e sui giovani. Sarà lo spazio in cui presentare temi a contrasto mostrando la forza devastante, talvolta surreale, di una realtà che non è mai semplice spettacolo.
In tutto questo ci dispiace rilevare l’assenza di titoli italiani. A parere del Direttore artistico anche a causa di alcuni “scippi” di film presentati a Venezia. Rimedia il MIA che presenta alcuni titoli interessanti italiani. Infine torna il Premio Camera d’Oro Taodue per la miglior opera prima o seconda in programma.
Da segnalare l’Omaggio al grande regista recentemente scomparso Abbas Kiarostami e alla sua visione dell’infanzia da sempre protagonista nella sua filmografia 
Ma già oggi in questa terza serata di preapertura sarà possibile assistere al grande cinema americano con la proiezione al Mazda Cinema Hall di INFERNO di Ron Howard, Stati Uniti, Giappone, Turchia, Ungheria, 2016, 122’ con Tom Hanks.
Il premio Oscar® Ron Howard torna a dirigere l’ultimo bestseller della serie di Dan Brown (Da Vinci Code) che ha per protagonista Robert Langdon, “Inferno”, in cui il famoso simbolista (interpretato ancora da Tom Hanks) questa volta è sulle tracce di una serie di indizi legati al grande poeta Dante.
Domani 12 ottobre invece all’Auditorium Parco della Musica in Sala Petrassi l’ultima giornata di preapertura con la proiezione di  
IN GUERRA PER AMORE di e con Piefrancesco Diliberto (Pif), Italia, 2016, 99’ e l’attrice siciliana Miriam Leone.
Una scanzonata ma non troppo immagine dell’Italia ambientata nel 1943: nel pieno della seconda guerra mondiale durante lo sbarco degli Alleati in Sicilia, l’evento che cambierà per sempre la storia della Sicilia, dell’Italia e della Mafia.
Da giovedì la kermesse entra nel vivo con MOONLIGHTS e vedremo quale sarà la reazione del pubblico protagonista assoluto della Festa.

martedì 29 dicembre 2015

I Film di Fine 2015 e quelli di Inizio 2016 al Cinema

Tanti i film di fine anno da non perdere assolutamente. Iniziamo da Irrational Man dell'ottuagenario Woody Allen che si cimenta nell'ennesima "lotta" fra i sessi con risvolti da noir. A farne le spese è Joaquin Phoenix nei panni di un psicotico e depresso professore universitario belloccio, vittima dell’alcool e dell’onnipotenza. La svolta al film ed alla vita del professor Lucas viene da un Giudice da eliminare. Peccato per l’attore perché siamo lontani dalla bella interpretazione del detective strafatto nel film già cult Inherent Vice (Vizio di Forma) di Paul Thomas Anderson. C’è poi Il Ponte delle Spie di Spielberg con Tom Hanks. Un film a prima vista spy story che
invece fa riflettere, e per questo apprezzato,
sul prezzo pagato dalla Vecchia Europa per la Pace al termine della seconda Guerra Mondiale. Il Muro di Berlino simbolo di fatue ideologie contrapposte. Il regista affronta con arguzia di immagini anche altri temi come ad esempio il potere dei mass media. Un giovane promettente avvocato newyorkese viene incaricato di portare avanti una difficile trattativa per lo scambio di prigionieri fra l’America e l’Unione Sovietica. La sua umanità prevarrà sui freddi ragionamenti delle parti. Ma anche Perfect
Day con Benicio del Toro nella sua abituale interpretazione di personaggio positivo
. E’ la storia di un recente passato nei balcani attraverso le semplici vite di un gruppo di volontari umanitari alle prese con le emergenze quotidiane raccontate con lo stile grottesco di un regista spagnolo come è Fernando Leon de Araona. C’è da vedere anche l’outsider belga Van Dormael che resiste da un mese al botteghino con Dio esiste e vive a Bruxelles. Un improbabile dio si diverte alle spalle degli esseri umani e viene contrastato dalla giovane figlia che prova a riscrivere i testi evangelici.
Infatti il titolo originale era ben diverso, Le Tout Nouveau Testament, ma sappiamo quanto sia grande la fantasia dei distributori italiani nel cambiare i titoli. Altro film delizioso è quello del giapponese Naomi Kawase AN (dolce tipico giapponese a base di marmellata di fagioli) presentato a Cannes ed in Italia uscito con altro titolo: La ricetta della signora Toku. E’ l’incontro tra un giovane fornaio e l’anziana
signora e la sua esperienza di pasticciera messa a disposizione dell’inesperto giovane. Due generazioni che si aiutano invece di contrapporsi. Volutamente non parlo del remake miliardario di Star Wars che è una semplice operazione commerciale della Disney che ha acquistato i diritti nel 2012. Al riguardo il pubblico è diviso. Cito soltanto il giornale Le Monde che alla vigilia dell’uscita nelle sale si è rifiutato di pubblicare alcunché sull’argomento (Le Monde del 16 dicembre) per la censura imposta dalla Disney stessa. Ancora in sala MON ROI di Maiwenn Le Besco con un affascinante Vincent Cassel nei panni del cattivo da cui è attratta la
bistrattata fidanzata e per la cui interpretazione Emmanuelle Bercot ha ricevuto la Palma d’argento come migliore attrice a Cannes
. Una frase colpisce: perché dovrei cambiare se ti piaccio così! Infine per chi non lo avesse visto, vale la pena l’equilibrato film CHIAMATEMI FRANCESCO su Papa Bergoglio di Daniele Lucchetti
(recensione) possibilmente in V.O. dato che gli attori sono di lingua spagnola. Mentre per iniziare il nuovo anno è in arrivo dal Giappone un’altra storia intimistica Little Sister di Ko-Reda. Il film è stato presentato a Cannes lo scorso maggio insieme tra quelli dei cineasti asiatici. Terzo film in concorso del giapponese Hirozaku Kore-Eda che però è stato messo da parte sia dalla critica che dalla Giuria, sebbene sia un delicatissimo film sui rapporti parentali. Lo spettatore resta affascinato dalla serenità che il film trasmette, ma anche stupito
dalle innumerevoli scene conviviali a tavola dove le quattro sorelle si confrontano. Il regista non è nuovo ad affrontare il tema dei rapporti familiari. Già con Father and Son il regista aveva ricevuto il Premio della Giuria a Cannes nel 2013, affrontando il tema dei rapporti e della catena padre figlio che però può essere interrotta. Per i
più piccini, ma anche ottimo per gli adulti a capodanno Il Piccolo Principe dall’omonimo romanzo di Antoine de Saint-Exupery tradotto in forma di animazione fantasiosa da Mark Osborne
. A inizio anno è in anche uscita dal regista Haynes il commovente Carol, storia
d’amore di una nobildonna e una semplice commessa ambientata nell’America degli anni ’50. Anche questo film è passato a Cannes con protagonista una Blanchette candidata agli Oscar. Sempre da Cannes arriverà al cinema  Macbeth dai produttori de Il discorso del Re e diretto da Justin  Kurzel che sacrifica nel rigoroso testo del classico shakespeariano due bravi attori come Michael Fassbinder e il premio Oscar Marion Cotillar. Il capolavoro in assoluto tarderà qualche giorno ad uscire ma vale la pena aspettare: il potente Figlio di Saul dell'esordiente Laslzlo Nemes, premiato dalla Giuria di Cannes. Prendendo spunto dal tema ricorrente nella filmografia mondiale sulla Shoa, il soggetto viene trattato però con un
linguaggio cinematografico di altissimo livello
, sia per la parte visuale che per la parte del sonoro in un crescendo di coinvolgimento dello spettatore nell’inferno disumano di un campo di concentramento nazista fino all’ultima immagine simbolo dell’atroce destino di sei milioni di ebrei. Gli strettissimi primi piani di Saul, al quale non importa né fuggire né documentare all’esterno quello che succede nel campo, bensì salvare la sua umanità depredata dall’orrore nazista, inondano il cuore dello spettatore. Qualcuno si chiederà ma il fenomeno Checco Zalone? Il nuovo film in uscita Quo Vado? è avvolto da mistero eccezione fatta per dei trailer visti come tutti a Che Tempo Che Fa condotto da Fabio Fazio. Sembra però che della pubblicità ne abbia tratto vantaggio piuttosto quest’ultimo che il regista. Vogliamo ricordare che in questi giorni ricorrono i 120 anni della nascita della Settima Arte che ha affascinato e affascinerà ancora generazioni di cinefili e non solo. Infatti il 28 dicembre del 1895 i Fratelli Lumière presentarono al Salon indien du Gran Café di Boulervad des Capucines a Parigi il primo spettacolo cinematografico. Contrariamente a quanto è impresso nell’immaginario collettivo la prima proiezione fu La sortie de l’Usine Lumière à Lyon e non già L’arrivo del treno nella stazione di Ciotat. Con questo auguriamo a tutti i lettori un 2016 ricco di film come quelli dell’anno che volge al termine.