Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



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lunedì 23 gennaio 2017

Save The Date: Cinema al Maxxi a cura di Mario Sesti e il coordinamento di Alessandra Fontemaggi.


Inizia mercoledì 25 gennaio 2017 alle 21:00 la rassegna Cinema al MAXXI - EXTRA con LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE di Mel Gibson Australia / Usa 2015, 131’, versione originale (con sottotitoli italiani)  con Andrew Garfield, Sam Worthington, Vince Vaughn.

MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo Via Guido Reni 4A – Roma
staff Fondazione Cinema per Roma: Cristiana Caimmi, Tiziana Clementi, Gianluca Esposito, Renata Ingrao, Mara Neumann, Serena Parpaglioni
Cinema al Maxxi è diventato uno dei programmi di maggiore incandescenza e prestigio del cinema di qualità nella capitale: nato come sperimentazione (il cinema può diventare parte viva dei programmi di un museo dedicato alle espressioni artistiche del contemporaneo?) si è trasformato esso stesso in un’opera contemporanea, innovativa e originale. Fondazione Cinema e MAXXI, infatti, hanno messo assieme qualcosa che non è né un semplice cineforum né un festival tradizionale - ma è qualcosa che ha diversi tratti di entrambi. I visitatori del MAXXI, che, come un vero festival, ha visto il passaggio dei protagonisti del miglior cinema del mondo nelle ultime stagioni (da Bob De Niro a Wim Wenders, da Marco Bellocchio a Paolo Virzì, da Carmen Maura a Toni Servillo, da Nicolas Winding Refn a Pablo LarraÍn a tanti altri) potranno quest’anno scegliere, in anteprima, tra i più importanti film in programmazione (con autori che vanno da Mel Gibson a Pablo LarraÍn, da Ang Lee a Danny Boyle, che sarà protagonista di una MASTERCLASS), scoprire nuovi documentari italiani con MAXXI DOC (in collaborazione con l’Istituto Luce Cinecittà), partecipare alla prima edizione della Shortsleague , il concorso realizzato in collaborazione con il Roma Creative Contest, che premierà i migliori cortometraggi di sempre, ri/scoprire alcuni capolavori di uno degli autori di cinema più amati di sempre (Ozu), prolungare l’esperienza delle mostre con film e documentari ad esse collegate (EXHIBIT) e portare ragazzi e bambini a incontrare la programmazione per famiglia non convenzionale di ALICE FAMILY. Anche quest’anno abbiamo cercato di lavorare sulla nostra passione per il cinema con la stessa ampiezza e curiosità. Ecco le proposte di questa edizione:
EXTRA prestigiose anteprime delle più prestigiose produzioni, dei più importanti distributori, di ogni cinematografia, perlopiù in lingua originale con sottotitoli. Una luccicante programmazione di film molto attesi, opere d’autore, invenzioni e sorprese: praticamente, un festival.
EXHIBIT tre capolavori di Yasujiro Ozu, tra i più influenti autori del cinema giapponese (uno dei quali con l’accompagnamento dal vivo dell’orchestra) e una accurata selezione di film e documentari, legano la programmazione cinematografica alle mostre “The Japanese House” e “Please Come Back” in programma al MAXXI.
MAXXI DOC biografie, lezioni di teatro, inchieste audiovisive – in collaborazione con l’Istituto Luce Cinecittà, la selezione di un genere che ha visto nuovi talenti all’opera, più di quanto accada al cinema tradizionale.
SHORTSLEAGUE è la nuova proposta con i cortometraggi italiani più belli delle ultime stagioni, reduci da festival e premi autorevoli, si sfidano in un campionato all’ultimo ciak per decretare il corto più amato di sempre con il premio Shortsleague 2017. La selezione è curata da Roma Creative Contest, festival internazionale di cortometraggi che ha come presidente onorario Giuseppe Tornatore. Dal 2011 una giuria di esperti (Pupi Avati, Nicola Giuliano, Gabriele Mainetti tra gli altri) ha premiato i migliori autori assegnando incentivi di produzione per un valore di 50.000 euro: attraverso i premi del contest sono stati prodotti ad oggi cinque nuovi corti, tra cui Thriller di Giuseppe Marco Albano, vincitore del David di Donatello 2015. Quest’anno, insieme a Fondazione Cinema per Roma e MAXXI, Roma Creative Contest realizza SHORTSLEAGUE: tre giornate, in ognuna delle quali il pubblico sceglierà il miglior corto tra quelli selezionati da Roma Creative Contest; i tre finalisti si affronteranno nella giornata finale, il 25 marzo, in cui sarà decretato e premiato il vincitore. I tre corti saranno poi distribuiti in sala, a Roma, dalla Filmauro.

ALICE FAMILY in collaborazione con Alice nella città (Fabia Bettini e Gianluca Giannelli), una programmazione di titoli per i giovanissimi – o per adulti accompagnati da bambini – che esplora il miglior cinema per l’infanzia di tutto il mondo. Ormai, un classico di Cinema al MAXXI. Alice Family accoglierà ogni domenica alle ore 17 grandi autori dell’animazione contemporanea con una programmazione di titoli da tutta Europa, a cui si aggiunge uno straordinario documentario dalla Mongolia e un film italiano sulla famiglia di oggi con uno strepitoso cast, in collaborazione con EXTRA. Ecco il programma in dettaglio ALICE FAMILY:

DOMENICA 29 GENNAIO ORE 17 LA CANZONE DEL MARE (SONG OF THE SEA) di Tomm Moore, Irlanda / Danimarca / Belgio / Lussemburgo / Francia 2014, 93’, animazione e candidato al Premio Oscar® come Miglior film d’animazione
SABATO 11 FEBBRAIO ORE 21 EXTRA | ALICE FAMILY MAMMA O PAPà? di Riccardo Milani, Italia 2016, 96’ Con Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Anna Bonaiuto, Carlo Buccirosso, Roberto De Francesco, Stefania Rocca, Claudio Gioé, Luca Angeletti, Matilde Gioli, Luca Marino, Marianna Cogo, Alvise Marascalchi. Sarà presente il cast.
DOMENICA 12 FEBBRAIO ORE 17 PHANTOM BOY (FANTOMPOJKEN) di Jean-Loup Felicioli, Alain Gagnol, Belgio / Francia 2015, 84’, animazione
MERCOLEDÌ 15 MARZO ORE 21 EXTRA | ALICE FAMILY LA PRINCIPESSA E L’AQUILA (THE EAG LE HUNTRESS) di Otto Bell, Regno Unito / Mongolia / Usa 2016, 87’, documentario
DOMENICA 12 MARZO ORE 17 EXTRA | ALICE FAMILY LA TARTARUGA RO SSA (LA TORTUE RO UGE) di Michael Dudok de Wit, Francia / Belgio / Giappone 2016, 80’ - Premio Speciale Un Certain Regard (Festival di Cannes 2016), presentato alla Festa del Cinema di Roma
DOMENICA 19 MARZO ORE 17 LA MIA VITA DA ZUCCHINA (MA VIE DE COURGE TTE) di Claude Barras, Francia 2016, 66’, animazione

lunedì 5 settembre 2016

Speciale 73esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica - sabato 3 e domenica 4 settembre (DAYS 4&5):

Mentre Paolo Sorrentino e Jude Law entusiasmano il red carpet e Ozon  ci fa riflettere sulla guerra, i riflettori sono puntati sul nuovo cinema italiano documentaristico di D’Anolfi e Parenti

dal Lido di Venezia Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Biennale. Nel fine settimana grande attesa per il primo film degli italiani in concorso, il documentario di D’Anolfi e Parenti, ma anche i primi due episodi della nuova serie Tv firmata dal premio Oscar Sorrentino. Ma andiamo con ordine, sabato è stata la volta del primo francese François Ozon in concorso a   VENEZIA 73 con Frantz . Uno sguardo
diverso sui rapporti tra i popoli dell’Europa da poco dilaniata dalla Grande Guerra. Rimorsi, difficoltà al perdono, non rendersi ancora conto delle parole come Patria che tanti lutti ha provocato. Come detto da Barbera molti dei film di questa edizione sono tratti dall’arte dello scrivere e infatti molte pellicole di questa edizione lo sono. In questo caso si tratta di una piece teatrale al quale ha attinto anche Lubitsch per parlare della Grande Guerra. Intervistato al proposito Ozon ha ammesso di aver scoperto successivamente l’anologia con l’opera di  Lubitsch.  E’ una storia all’incontrario dove il vincitore chiede perdono al vinto. Il regista ha utilizzato sapientemente il bianco e nero per virare in alcune parti al colore, aggiungiamo
forse troppe volte. Eccezionale l’interpretazione sia del protagonista maschile che della giovane vedova bianca. Il regista ha aggiunto: per me è stato molto importante raccontare questa storia dal punto di vista tedesco, dalla parte dei perdenti, attraverso gli occhi di coloro che furono umiliati dal Trattato di Versailles, in modo da poter illustrare come la Germania di quel tempo fosse terreno fertile per la diffusione del nazionalismo. Girato in Europa anche il Western dell’olandese Martin Koolhoven che con il suo Brimstone  
racconta una storia di violenza nel West americano. L’opera è suddivisa in capitoli con un
a somiglianza all’ultimo film di Tarantino dal quale prende a piene mani, raccontando però una storia tutta al femminile. Si potrebbe definire un thriller western con un finale da capogiro nel quale tutto è il contrario di tutto. C’è il sapiente dosaggio di empatia verso il cattivo, ma soprattutto un incoraggiamento verso l’eroina Litz. Qualcuno ha detto che è un film sulla religione e sulla violenza, direi piuttosto sulla violenza che strumentalmente si copre sotto una patina di pseduo religiosità. Secondo l’autore ogni regista di cinema adora i Western, ma è difficile creare qualcosa di originale con un genere che vanta così tanti e grandi predecessori. Per questo motivo sono passati anni, prima che trovasse il coraggio di scriverne uno. Lo voleva originale e diciamo che non è così ma olandese invece si! Nella stessa giornata di domenica il red carpet ha visto ospiti FUORI CONCORSO l’autore Paolo Sorrentino e il protagonista Jude Law di The Young Pope (episodi I e II). Storia
fantasiosa di un altrettanto fantasioso Lenny Belardo, alias Pio XIII, il primo papa americano della storia che giunge sul soglio Pontificio. Purtroppo alle scene di matrice felliniana che ritroviamo spesso in Sorrentino si accostano dei facili luoghi comuni ed il risultato sono gli alti ed i bassi della pellicola d’autore pensata per il piccolo schermo. L’interpretazione di Silvio Orlando invece ne conferma un grande artista napoletano e lo vediamo muoversi agevolmente nei panni del Segretario di Stato a contrastare il vento nuovo del giovane Papa. Riportiamo cosa ha mosso Sorrentino in questa difficile impresa: I segni evidenti dell’esistenza di Dio. I segni evidenti dell’assenza di Dio. Come si cerca la fede e come si perde la fede. La grandezza della santità, così grande da ritenerla insopportabile. Quando si combattono le tentazioni e quando non si può fare altro che cedervi. Il duello interiore tra le alte responsabilità del capo della Chiesa cattolica e le miserie del semplice uomo che il destino (o lo spirito santo) ha voluto come pontefice. E’ storico invece Miljeong (The Age of Shadows) del coreano  
Kim Jeewoon .
Anche in Asia la storia della resistenza per la patria è fonte di ispirazione degli autori cinematografici. La messinscena risente della spettacolarità del cinema sudcoreano e della precisione di ogni dettaglio. Una produzione che non ha badato a spese ed il risultato si vede. Siamo alla fine degli anni venti durante l’occupazione giapponese della Corea. A confronto due coreani che però combattono per ideali opposti Lee Jung chool, coreano agente nella polizia giapponese,  e  Kim Woo jin capo della resistenza. Il regista  confessa che tutto è partito dalla sua attrazione per i film di spionaggio. Miljeong è una drammatizzazione dell’attentato dinamitardo commesso da Hwang Ok ai danni di un comando di polizia nel 1923, durante l’era coloniale giapponese. “Volevo pervadere il film dell’emozione che provavo quando leggevo delle lotte dei combattenti per l’indipendenza, che si adoperavano per riscattare lo spirito delle persone che avevano perso il loro paese”.
Ci domandiamo perché non è stato selezionato in concorso. Nella selezione ORIZZONTI invece due film dal Belgio, il primo attualissimo sul rapporto degli adulti nei confronti di una adolescenza priva di ideali che si trasforma in noia e violenza per scaricare l’adrenalina. Si tratta di Home di Fien Troch che racconta appunto di due generazioni in conflitto. L’arrivo di un giovane diciassettenne uscito dalla casa di correzione provoca la rottura dei delicati (direi insulsi) equilibri familiari. Ma c’è anche  il rapporto insano di una madre single con John il suo unico figlio. La tragedia incombe sullo spettatore che improvvisamente si ritrova inorridito a fare i conti con la propria coscienza di genitore. E se fosse successo a me? Come spiega l’autore,  con Home ho scelto di girare un film corale,
perché volevo ritrarre sia una generazione, sia una comunità. Il secondo è un documentario fuori dai canoni King of the Belgians di Peter Brosens, Jessica Woodworth parla di Re Nicola III del Belgio in un road movie in cui un re apatico, perduto nei Balcani, finalmente riesce a destarsi. L’idea ai registi è nata dopo l’eruzione di un vulcano islandese. Con i seguenti ingredienti: un re belga in visita ufficiale a Istanbul, un evento naturale inatteso, una crisi politica e il resto è appunto un viaggio di ritorno via terra, tra ostacoli, rese dei conti e rivelazioni finali. In altre parole: spiazzamento come essenza della commedia. Grazie alla lente del regista inglese Duncan Lloyd che ha filmato la visita e che diventa il solo e unico occhio che ci mostra sei giorni straordinari.  In questo fine settimana anche i Venice Days non hanno deluso con l’opera prima POLINA, DANSER SA VIE dai francesi Valérie 
Müller e Angelin Preljocaj.
Al di là della storia è un inno alla danza attraverso la passione e l’amore della giovane Polina per l’arte. Ritroviamo una fresca Juliette Binoche nella parte di una inflessibile e straordinaria direttrice di un istituto di danza, ma anche il maestro Bojinski interpretato da Aleksey Guskov ( chi non ricorda The Concert?) che insieme alle due giovani romesse della regia mettono insieme un puzzle di emozioni oltre la danza. Ispirato alla graphic novel di Bastien Vives, «il viaggio di Polina – dicono gli autori – è tanto un’avventura fisica ed emotiva quanto un percorso di crescita artistica».
 
Nella giornata di sabato si è svolta CERIMONIA DI PREMIAZIONE DEL DWA – DOC/IT WOMEN AWARD 
con l’annuncio della vincitrice e le finaliste del PREMIO OSPITI DELLE GIORNATE DEGLI AUTORI – VENICE DAYSHa vinto il DWA il progetto Rhapsodyin June di Barbara Andriano e Guendalina di Marco una produzione Filmika. Il progetto racconta la vita rocambolesca dell’ultima principessa di Birmania. Yadana Nat May, Maria Lucia Postiglione, June Rose Bellamy. Tre nomi diversi che raccontano la vita di una donna sui generis dal fascino senza tempo. Volitiva e coraggiosa ha vissuto all’insegna del “carpe diem” e del suo smodato bisogno di libertà.  Ultima principessa della dinastia reale Birmana, dotata di una disarmante bellezza, è stata moglie di un malariologo napoletano, compagna di un mossiere senese e sposa del feroce Ne Win, dittatore della Birmania. Sullo sfondo l’affresco di un paese che ha cambiato volto, un discusso matrimonio e infine la cucina come seconda possibilità per una nuova vita.Sono stati ben 64 i progetti arrivati e sottoposti alla giuria presieduta da Agnese Fontana – Presidente di Doc/it, affiancata da Sherin Salvetti, General Manager di A+E Networks Italy, Iole Giannattasio – Rappresentante italiana di Eurimages, Paolo Butturini, Segreteria Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Giuliana Gamba, Giornate degli Autori, Venice Days. Cristina Priarone, Direttore Roma Lazio Film Commission.“Siamo molto felici di questa prima edizione del DWA – dichiara Agnese Fontana, Presidente di Doc/it – che ha avuto grandissima partecipazione e ha dato la possibilità alle finaliste di presentare il proprio progetto a Venezia all’interno delle Giornate degli Autori. Insieme ai nostri partner lavoriamo affinché questo premio sia un’occasione professionale vera di visibilità e di incontro con il mercato. DWA è una proposta concreta per favorire lo sviluppo di progetti documentari con una pluralità di racconto volta alla creazione di un fondo per lo sviluppo a lungo termine”.Gli altri progetti finalisti del DWA sono: A Kurdish Women's Dream di Giulia Bertoluzzi, Costanza Spocci e Eleonora Vio, una produzione Small Boss e Nawart Press, Almost Nothing _ Cern. A social experiment di Anna de Manincor (ZimmerFrei), Anna Rispoli, una produzione Bo Film, Uncut di Simona Ghizzoni e Emanuela Zuccalà una produzione Zona e Voglio una ruota di Antonella Bianco, una produzione Gamera.
 
Nella giornata di domenica invece per VENEZIA 73 l’attesissimo 
Spira mirabilis di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti. Purtroppo le aspettative non sono state confermate ed alla proiezione stampa si sono avute notevoli defezioni man mano che le immagini scorrevano sullo schermo. La domanda che viene spontanea è come mai sia stato scelto questo doc a scapito di altri come ad esempio uno per tutti Francesco Munzi il quale, anche se di casa a Venezia, non è tenuto nel giusto conto ma è stato relegato nella selezione Fuori Concorso (sic!). Invece amabilissimo il film argentino in concorso El ciudadano ilustre di Mariano Cohn e Gastón Duprat. Anche in questo caso tratto da un
lavoro dello  scrittore argentino Daniel Mantovani che vive in Europa da trent’anni e Premio Nobel per la letteratura. Da uno dei suoi romanzi sulla vita di Salas, paesino in cui è cresciuto e dove non è mai più tornato da quando era ragazzo. Da un lato il desiderio di tornare una volta alla terra natia, dall’altro differenze che lo trasformeranno rapidamente in un elemento estraneo e di disturbo per la vita del paese. Sono tante le scene esileranti e grottesche che ne fanno un capolavoro da premiare. A dire degli autori il film salda il debito per mezzo del protagonista Mantovani, che ottiene il premio che fu per anni negato a Jorge Luis Borges. Domenica è stata poi la giornata dell’epopea del primo soldato obiettore di
coscienza dell’esercito degli Stati Uniti. Parliamo del film FUORI CONCORSO Hacksaw Ridge di Mel Gibson storia vera di Desmond Doss che, a Okinawa, durante una delle più cruente battaglie della seconda guerra mondiale, salvò 75 uomini senza sparare un solo colpo. Il film purtroppo sconta un certo tipo di spettacolarizzazione hollywoodiana con effetti speciali da nmal di pancia e in taluni casi esagerati anche nella durata. Lunedì aspettiamo il responso della sala per il secondo italiano in gara: Piuma di Roan Johnson.

venerdì 25 marzo 2016

Suggerimenti per Pasqua 2016

Per chi non lo avesse visto, ma anche per chi lo ha visto, suggerisco il film di Mel Gibson : La Passione di Cristo:
 
UN AUGURIO DI UNA SANTA PASQUA DI RISURREZIONE