Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



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venerdì 16 settembre 2016

Torna Asiatica, il Festival del Cinema Asiatico, a Roma, dal 17 settembre al 2 ottobre al Teatro Argentina e al Teatro India

Asiatica Incontri con il cinema asiatico - XVII edizione

17 settembre \ 2 ottobre 2016 Teatro Argentina, Teatro India - Roma

Oltre 40 film, documentari, corti da 28 Paesi asiatici. Notevole la presenza del cinema iraniano con l'opening night di The Salesman di Asghar Farhadi, al Teatro Argentina il 17 settembre, per
poi proseguire al Teatro India. Il 19 settembre, l'intera giornata sarà dedicata al cinema iraniano per il ventennale della Iranian Independents, importante casa di distribuzione fondata da Mohammad Atterrai, ospite del Festival. Asiatica presenta, in data venerdì 23 settembre, 76 minutes and 15 seconds with Kiarostami, un omaggio, di Seifollah Samadian, al grande regista
iraniano recentemente scomparso
. La giornata di chiusura del festival vedrà invece la presenza di Mohammad Rahamian, altro regista iraniano con il suo Bench Cinema, un delizioso omaggio al cinema di tutto il mondo e in particolare italiano. Domenica 18, Hotel Machine, un documentario che racconta la guerra attraverso gli hotel in cui soggiornano i giornalisti di guerra. Alla presenza del regista Hung-en Su, domenica 18 The Mountain, un documentario taiwanese sulla condizione degli abitanti autoctoni dell'isola. Dalla Cina, Crosscurrent, con la splendida fotografia di Mark Lee. Il focus del 2016 verterà sulla Mongolia Interna, con vari rappresentanti della Inner Mongolia Film Group e il Coro Nazionale, che il 20 settembre si esibirà con i suoi 46 elementi, con voci a cappella e il tradizionale canto armonico.

Dalla Corea del Sud, The Bacchus Lady del famoso regista E J-young premiato in tutti i festival internazionali, mentre prodotto ad Hong Kong, Asiatica è fiera di aver portato in anteprima in Italia Beautiful 2016, quattro corti di quattro famosi registi: Jia Zhangke, Stanley Kwan, Hideo Nakata e Alec Su. Dal Giappone, un divertente omaggio al Roman Porno degli anni 70, con Wet Woman in The Wind di Shiota Akihiko, ospite del Festival, curiosa trasposizione odierna di una passione antica. Alla presenza del regista K Rajagopal da Singapore A Yellow Bird, tra i film rivelazione di Cannes 2016. Asiatica continua la sua attenzione sulle cinematografie del centro-Asia. Dal Kazakistan, il toccante, forte The Wounded Angel di Emir Baigazin. Per
quanto riguarda la sezione documentari: Nabarun, firmato da Q, regista di punta della new wave indiana, associato all'incontro per la pubblicazione de "Gli ammutinati di Calcutta" di Nabarun, edito da Metropoli d’Asia.
Saranno cinque, in totale, gli incontri in cui scrittori ed editori presenteranno le nuove pubblicazioni relative alle trasformazioni profonde in atto nel continente asiatico a partire dalla Siria, Paese presente con tre documentari all’interno della manifestazione. Il festival è quindi onorato di presentare il lavoro diVeysi Altay, ospite del Festival, con il documentario The New Life,  sulle guerrigliere di
Kobane e altri documentari che arrivano dal Nepal, Azerbaijan, Pakistan e Taiwan - quest’ultimo Paese presente con fiction e documentari. Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi presenteranno quindi le proprie opere Frammenti Elettrici su quattro schermi, nella giornata conclusiva del festival. Ospite di Asiatica, per la ricorrenza del 2 ottobre, Giornata internazionale della Non-violenza, Tara Gandhi. Due, infine, le mostre fotografiche e l'installazione Foresta di Sari, di Gaia Franchetti.
Film altrimenti invisibili si affacciano a Roma grazie ad un Festival, diretto da Italo Spinelli, che da 17 anni porta nella Capitale il reale, immaginario, problematico, provocatorio stato dell’arte, dalla Turchia al Giappone.
Per maggiori informazioni:    www.asiaticafilmmediale.it   
 

martedì 1 dicembre 2015

ASIATICA – Incontri con il Cinema Asiatico - I Premi

Terminata con la premiazione al MAXXI, la XVI edizione di Asiatica curata da Italo Spinelli. I Film dividono le Giurie e il Pubblico che premia Brillante Mendoza.
Si è conclusa a Roma la sedicesima edizione di Asiatica, festival cinematografico diretto da Italo Spinelli, che dal 20 al 28 novembre ha presentato al MAXXI- Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma lungometraggi, documentari e cortometraggi provenienti da Indonesia, Filippine, Cina, Taiwan, India, Pakistan, Sri Lanka, Azerbaijan, Iran, Turchia, Libano e Israele. Le due giurie e il pubblico hanno quindi decretato i premi, consegnati durante la giornata finale proprio al MAXXI, eccoli con le rispettive motivazioni:
Premio della Giuria – Miglior Film (Ex Aequo)
A MIDSUMMER’S FANTASY di Jang Kun-jae
Per aver raccontato un sogno con stile e poesia. L’idea di filmare l’immaginario di un autore e il necessario confronto con la ricerca, rendono il film originalissimo perché si misura con una delle storie più difficili da raccontare, quella del Cinema. Sostenuto da due attori eccellenti, l'autore conduce lo spettatore, con mano elegante e mai pretenziosa, nel misterioso mondo della messa in scena.
e
OBLIVION SEASON di Abbas Rafei
Per la spirale drammatica della sua opera, che trova nel volto/paesaggio di una donna il privilegiato campo di battaglia di una guerra combattuta tutti i giorni, là dove il sopruso maschile si annida in ogni angolo della città di Teheran, restituita nella sua frenetica pulsazione sonora, mentre la violenza del gesto si mischia, fino a confondersi, con la parola d'amore. Un racconto filmico che non inciampa mai nella retorica, delineando una strada inattesa verso la conquista della libertà.
Premio della Giuria – Miglior Documentario (Ex Aequo)
DEJIDE di ZUO GEHE
Un film dove la natura, per i nostri occhi incredibilmente ostile, cadenza le vicende di una famiglia mongola che vive di pastorizia e che si vedrà costretta a perdere quell’armonia che caratterizzava la propria cultura.
e
SIGH di METIN KAYA
Per la capacità di restituire la durezza del lavoro in miniera attraverso un linguaggio essenziale. Il film ci consente la comprensione di un mondo marginale e la disumanità di un lavoro estremo.
Premio del pubblico – Miglior Film
TAKLUB di BRILLANTE MENDOZA già premiato a Cannes dalla Giuria Ecumenicale.
Premio del pubblico – Miglior Documentario
MY LOVE, DON’T CROSS THAT RIVER di JIN MO-JOUNG
Ma avrebbero potuto vincere altri film come ammesso da entrambe le Giurie. Come ad esempio il film da mal di pancia israeliano TIKKUN.
Come confermato da Italo Spinelli la prossima edizione  verrà ospitata anche a Berlino nella primavera del 2016.

 

mercoledì 25 novembre 2015

ASIATICA – Incontri con il Cinema Asiatico (DAYS 1, 2 & 3)

Prosegue, dopo la pausa di chiusura settimanale del MAXXI, la XVI edizione di Asiatica curata da Italo Spinelli. Nel fine settimana sono state molte le curiosità e le inedite pellicole proposte dall’Oriente.
Interessante il film doc cinese Dejide su una famiglia di pastori mongoli e il loro rapporto con gli animali da cui traggono sostentamento. I paesaggi mozzafiato del Nord Est della Mongolia innevato dove anche i Suv hanno bisogno dell’apripista per potere raggiungere tutte le comunità. Il contrasto tra il carro trainato dal bue per trasportare i blocchi di ghiaccio e i moderni Suv è immediato. Documentario intimista che si svolge

all’interno del rifugio della famiglia di pastori fatto con le pelli delle pecore e con una grande stufa al centro per sopravvivere alle rigidissime temperature esterne. Al tema affrontato della modernità che avanza e distrugge le tradizioni ultracentenarie della famiglia della giovane Dejide sfugge però, o quantomeno è sfumato nello sfondo, quello drammatico della distruzione del territorio a causa dello sfruttamento delle miniere di carbone del sottosuolo. Forse perché abbiamo visto e abbiamo fatto i dovuti raffronti con il più potente doc Beixi moshuo (Behemoth) di Zhao Liang. Questo doc passato a Venezia e a buon ragione amato dal pubblico della Mostra. Al regista Zhao Liang è andato il premio collaterale SIGNIS per la sua capacità di illuminare in maniera poetica le conseguenze dell'industrializzazione forzata che danneggiano in maniere irreparabile la vita umana, soprattutto dei poveri.

Particolarissimo l’altro doc incentrato sulla vita di una sciamana che in Corea viene chiamata Manshin e del rapporto del popolo Coreano, o di almeno una parte, con la millenaria tradizione e credenza intrisa di superstizione. La proiezione è stata preceduta dal vivo dalla performance dei balli tradizionali coreani Pansori, letteralmente dei cantastorie, accompagnati dagli strumenti tipici coreani a corda, a fiato e a percussione.
Invece è commovente il doc coreano My Love, don’t cross the River. Storia intima di una coppia di ultraottuagenari sul finire della o vita e i ricordi di ben oltre mezzo secolo vissuti insieme. La delicatezza del linguaggio usato ricorda la scuola giapponese.
I paesaggi mozzafiato nel doc della regista pakistana Iara Lee ci porta sulla seconda cima più alta del mondo con il doc K2 and the Invisible Footmen che pacificano l’anima dello spettatore. Contrariamente al colossal Everest e al suo cast stellare questo breve documentario ci mostra i sacrifici quotidiani dei facchini e scalatori indigeni che scelgono di tornare sul K2 nonostante le tragedie avvenute lì in passato. Ribaltando la percezione dell’immaginario collettivo di un Pakistan terra di violenza e conflitti costruito di mass media, sui scoprono le tradizioni nazionali del Pakistan.
Infine il toccante doc Sigh del turco Metin Kaya girato nel 2015 nelle miniere ove lavorano come minatori dei bambini nonostante la loro età. Il film è stato selezionato nella sezione documentari del Festival del film di Istanbul 2015 alla sua 34ma edizione che come è noto è stata sospesa dagli organizzatori stessi per protesta alle censure governative.
Quanto ai lungometraggi in concorso ancora una volta la cinematografia Iraniana primeggia con un film psicotico Oblivion Season incentrato sul rapporto di una coppia , ma anche delle contraddizioni del mondo iraniano nei confronti delle donne. Il film però ci riserva un colpo di scena finale dal sapore amaro. Di tutt’altro tenore è il film Fig Fruit and The Wasps del pittore e regista indiano Prakash Babu che tiene in sospeso per 90’ lo spettatore in una realtà indiana contadina senza però giungere ad una meta. Vengono proposte alcune problematiche  della società indiana, con ritmo ossessivo e ripetitivo ritornando al termine del film al suo punto di partenza. Stupisce il film Down the River dell’azerbaigiano Asif Rustamov che improvvisamente pone il protagonista Ali, allenatore di una squadra di canottaggio di cui fa parte anche il figlio Ruslan, davanti ad un tragico evento. Ali si trova ad affrontare emozioni che non sa come gestire.
Fuori concorso One Million Steps della cineasta turca Eva Stotz sul movimento di protesta di Piazza Gezi a ritmo del ballo di tip tap della protagonista che assiste agli scontri violenti con la polizia.Assistiamo  come il potere tiri fuori di se il peggio.
Come è ormai tradizione dell’Asiatica anche quest’anno la sezione Jumping Frames, ovvero corti sull’arte figurativa della danza, riserva delle piacevoli sorprese. Il balletto di Hong Kong Ode on Korean Urn del 2011  ammalia lo spettatore con l’alternanza del ritmo serrato dei tamburi al melodioso coro di voci bianche sullo sfondo del balletto di giovanette in candide vesti in una distesa di urne. Altrettanto intenso Eternal Sunshine con inquadrature intimistiche all’interno di una cella ove si dibatte il corpo di un prigioniero. Di stile netto minimalista Body Watch del cinese Ziv Chun che insieme alla coreagrafa Frankie Ho ha realizzato e filmato un balletto sui rapporti tra uomo e donna in un susseguirsi di contrappunti e fraintendimenti. Sempre dalla collaborazione, questa volta belga, del regista Pierre Larauza e la coreografa Emmanuelle Vincent viene fuori una metafora metropolitana di tubi che scoppiano, piastrelle che collassano, bulldozer che ruggiscono e grattacieli che svettano ed emerge la forza della civiltà e dello sviluppo nel corto Welcome.
Ieri al terzo giorno del Festival in programma due pellicole di cui non perdere le repliche. L’attesissimo film israeliano in bianco e nero TIKKUN di Avishai Sivan sull’ortodossia portata alle sue estreme conseguenze. Il film si è imposto a Locarno dove ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria. Ma anche dallo Sri Lanka lo sconvolgente doc di Prasanna Vithanage Silence in the Courts, sulla condizione di inferiorità delle donne nel Paese dove è radicata questa disparità di genere purtroppo anche a livello istituzionale.
Con queste premesse il Festival ASIATICA risulta ancora una volta vivo e portavoce di film esteticamente innovativi e di contenuti forti per far scoprire a noi occidentali cosa succede ad Oriente.
 





mercoledì 18 novembre 2015

ASIATICA FILM MEDIALE XVI edizione Roma, 20- 28 novembre 2015 MAXXI - Il Programma


Ospitata al Maxxi - Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, dal 20 al 28 novembre, la sedicesima edizione di Asiatica, diretta da Italo Spinelli, include lungometraggi, documentari e cortometraggi provenienti da Indonesia, Filippine, Cina, Taiwan, India, Pakistan, Sri Lanka, Azerbaijan, Iran, Turchia, Libano e Israele.
Questa edizione di Asiatica, che il prossimo anno si svolgerà anche a Berlino, ha una peculiarità rilevante: in assenza totale di contributi pubblici è realizzata interamente con donazioni dal suo pubblico e dai suoi sostenitori: un segno di solidarietà e di partecipazione che conferma il valore di Asiatica.
Lungometraggi che hanno come tema il rapporto tra padre e figli e i loro diversi atteggiamenti verso la vita, come in “Down the river”, del regista azero Asif Rustamov, già ospite di Asiatica, e “Tikkun”, del regista israeliano Avishai
Sivan, sulla difficoltà di vivere l’ortodossia. Ricerca di una identità culturale e tentativo di creare una nuova identità sono alla base di due film con protagoniste femminili, “Oblivion season”, del regista Abbas Rafei, dall’Iran e “ Fig fruit and the  wasps” 




del regista-pittore indiano   Prakash Babu. Mentre il documentario “Silence in the courts” dallo Sri Lanka, di Prasanna Vithanage, narra la storia di due donne che ricorrono alla giustizia contro i loro rispettivi mariti ma ottengono tutt’altro che giustizia.

Altri documentari includono “Dejide”, del regista cinese Zuo Gehe, girato tra le nevi della Mongolia cinese. Il talentuoso direttore della fotografia, Wu Haitao, sarà ospite del festival. Dalla Turchia provengono due recentissime opere di giovani documentaristi, entrambi ospiti del festival, “Sigh”, di Metin Kaya, sulla vita dei minatori fuorilegge e “One Million Steps” di Eva Stotz, storia di una danzatrice di strada a Istanbul che si unisce ai dimostranti di Gezi Park. La danza è presente anche con una selezione dei migliori nuovi cortometraggi, presentati da ospiti provenienti dall’International Dance Video Festival “Jumping Frame”di Hong Kong, con cui Asiatica collabora da anni. Infine il magistrale documentario “The Walkers”, di Singing Chen, che esplora il rapporto intimo e vitale tra la famosa coreografa taiwanese Lin Lee-Chen e la sua compagnia di danza contemporanea.
Il Focus di questa edizione è dedicato alla Corea del Sud, un Paese che con i suoi 50 milioni di abitanti è tra le nazioni più densamente popolate nel mondo. La sua capitale, Seul, con venti milioni di persone è una delle città più abitate sul nostro pianeta. Dai registi coreani più noti, come Park Chan Wook, Bang Joon-ho e Lee Chang-dong, al giovane Jang Kun-jae, regista di “A midsummer fantasia”, divertente descrizione del tentativo di un regista di raccontare le vicende di una piccola località del Giappone. Kim Sae-byuk, la protagonista femminile, sarà ospite della rassegna.
Ospite di Asiatica anche la regista di “Cart”, Boo Ji Young, una storia di donne impiegate in un supermercato che si uniscono in uno sciopero e scoprono insieme alle loro famiglie la propria forza. E il suntuoso documentario “My love don’t cross the river”, di Jin Mo-young, che ha seguito per oltre un anno un’anziana coppia, sposata da 76 anni, in un piccolo paese di montagna. Di Park Chan-Kyong “Manshin”, la fantastica storia della sciamana coreana Kim Geum-Hwa. Sulla Corea del Sud ci sarà nel corso della manifestazione un incontro geo-politico con la partecipazioni di Romeo Orlando, economista ed esperto di questioni asiatiche. Tra i cortometraggi il folgorante “Butter Lamp”, dell’artista cinese Hu Wei, ritratti di nomadi tibetani, di fronte a sfondi che da esotici diventano culturali e politici. A Hu Wei la regista francese Sandra Dolani ha dedicato un corto nel periodo da lui trascorso a Roma. Dal Libano “Waves 98”, di Ely Dagher, un percorso di solitudine di un giovane disilluso tra le macerie di Beirut.
PROGRAMMA
Venerdi 20
MAXXI auditorium
19,00 Spettacolo Tradizionale Coreano Pansori
20:00 Manshin di Park Chan-kyong, 2015, Corea del Sud, 104’
Sarà presente la protagonista Ryoo Hyoun-Kyoung
22:00 jumping frames ODE ON A KOREAN URN, 2011, Honk Kong, 10’
a seguire Oblivion Season di Abbas Rafei, 2014, Iran, 93’
Sabato 21
MAXXI auditorium
11:30 Oblivion Season (R) di Abbas Rafei, 2014, Iran, 93’
15:30 focus corea Peppermint Candy di Lee Chang-Dong, 2000, Corea del Sud, 129’
18:00 jumping frames ETERNAL SUNSHINE, 2012, Honk Kong, 6’
a seguire One Million Steps di Eva Stotz, 2015, Turchia, 21’ Sarà presente la regista
18:30 Dejide di Zuo Gehe, Zuo Gehe, 2014, Cina, 99’
Sarà presente il direttore della fotografia Wu Haitao
20:30 Fig Fruit and the Wasps di M S Prakash Babu, 2014, India, 90’
22:15 My Love, don ’t cross that River di Jin Mo-Joung, 2014, Corea del Sud, 85’
MAXXI B.A.S.E.
16:30 Manshin di Park Chan-kyong,2015, Corea del Sud, 104’
Domenica 22
MAXXI auditorium
11:30 Fig Fruit and the Wasps (R) di M S Prakash Babu, 2014, India, 90’
15:30 focus corea Thirst di Park Chan-wook, 2009, Corea del Sud, 133’
18:00 Sigh di Metin Kaya, 2015, Turchia, 47’ Sarà presente il regista
19:30 K2 and The Invisible Footmen di Iara Lee, 2015, Pakistan/USA, 55’
Sarà presente la regista
20:45 jumping frames WELCOME, 2014, Honk Kong, 14’ a seguire
Down The River di Asif Rustamov, 2014, Azerbaigian, 90’,
MAXXI B.A.S.E.
16:30 One Million Steps (R) di Eva Stotz, 2015, Turchia, 21’
17:00 Dejide (R) di Zuo Gehe,2014, Cina, 99’ a seguire Incontro con gli autori
20:30 My Love , don ’t cross that River (R) di Jin Mo-young, 2014, Corea del Sud, 85’
Martedi 24
MAXXI auditorium
15:00 Down the River (R) di Asif Rustamov, 2014, Azerbaigian, 90’
16:30 Silence in Courts di Prasanna Vithanage, 2015, Sri Lanka, 57’
18:00 focus corea Memories of murder di Bong Joon-ho, 2003, Corea, 132’
20:45 jumping frames Martiality Not Fighting, 2012, Honk Kong, 15’
a seguire Tikkun di Avishai Sivan, 2015, Israele, 120’
MAXXI B.A.S.E.
18:30 K2 and the Invisible Footman (R) di Iara Lee, 2015, Pakistan/USA, 55’
19:30 Sigh (R) di Metin Kaya, 2015, Turchia, 47’
a seguire Incontro con gli autori
Mercoledi 25
MAXXI auditorium
11:30 Tikkun (R) di Avishai Sivan, 2015, Israele, 120’
16:00 Life in Metaphors di O.P. Srivastava,2015, India, 84’
17:30 jumping frames Rite of city, 2015, Hong Kong, 15’
17:45 Love will change the Earth di Reyan Tuvi, 2014, Turchia, 107
19:45 Butter Lamp di Hu Wei2013, Francia, 15’
20:00 The Background di Sandra Dolani, 2015, IT/Francia, 11’
20:30 Waves ’98 di Ely Dagher, 2015, Libano, 15’
21:00 Cart di Boo Ji-young, 2014, Corea del Sud, 110’
Sarà presente la regista
MAXXI B.A.S.E.
18:30 Silence in the courts (R) di Prasanna Vithanage, 2015, Sri Lanka, 57’
20:00 proiezione speciale Le Vent des Amoreux (Doc) di Albert Lamorisse, 1978, Iran, 65’
Giovedi 26
MAXXI auditorium
11:30 Cart (R) di Boo Ji-young, 2014, Corea del Sud, 110’
16:00 A Question for my Father di Yatna Pelangi e Mayk Wongkar, 2015, Indonesia, 40’
17:00 The Walkers di Singing Chen, 2015, Taiwan, 123’
20:00 jumping frames Body Watch, 2015, Honk Kong, 15’
Saranno presenti i registi
20:30 Taklub di Brillante Mendoza, 2015, Filippine, 97’
Sarà presente il regista
MAXXI B.A.S.E.
18:30 Incontro con Gino Battaglia “L’altro fondamentalismo. India, nazionalismo, identità
19:30 Love will change the Earth (R) di Reyan Tuvi,2014, Turchia, 107’
Venerdi 27
MAXXI auditorium
11:30 Taklub (R) di Brillante Mendoza, 2015, Filippine, 97’
20:45 Agla di Esmaeel Monsef, 2013, Iran, 15’
21:00 A Midsummer ’s Fantasia di Jang Kun-jae, 2015, Corea, 96’
Sarà presente la protagonista
MAXXI B.A.S.E.
16:30 jumping frames Workshop : introduzione alla video danza con Frankie Ho, Ziv Chiun, Raymond Wong. Honk Kong, 120’
18:30 Incontro con Romeo Orlandi “Geopolitica della Corea del Sud
20:00 Waves ’98 (R) di Ely Dagher, 2015, Libano, 15’
20:30 A Question for my Father (R) di Yatna Pelangi e Mayk Wongkar, 2015, Indonesia, 40’
Sabato 28
MAXXI auditorium
11:30 A Midsummer ’s Fantasia (R) di Jang Kun-jae, 2015, Corea del Sud, 96’
15:30 – 17:00 Closing
MAXXI B.A.S.E.
11:30The Walkers (R) di Singing Chen, 2015, Taiwan, 123’
15:00 Agla (R) di Smaeel Monsef 2013, Iran, 15