. . .ovvero "Scrivere di un Film è il Proseguimento del Piacere di averlo visto"
Descrizione
Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.
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mercoledì 21 dicembre 2016
martedì 23 agosto 2016
Speciale 69FF Locarno: Il vento che soffia dall’Est conquista il Festival che va a Salonicco
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copyright © Festival del film Locarno |
Si è chiusa
la 69ma edizione del Festival del film Locarno, la quarta edizione all’insegna
della direzione artistica curata da Carlo Chatrian, che ha assegnato il Pardo
d’oro al film Godless della regista
bulgara Ralitza Petrova. La serata conclusiva di Piazza Grande ha visto
protagonisti i tanti cineasti dell’Est europeo che sono premiati. Dopo è
seguita la proiezione dello spettacolare film di chiusura Mohenjo Daro con la grandiosa
messa in scena di Ashutosh
Gowarike.
Gowarike.
Ma ecco i
film premiati dei quali abbiamo avuto il piacere di parlarvi e la fortuna di
averli visti durante la breve incursione nella ridente cittadina svizzera che
si affaccia sul lago di Como.
Come già
detto il Pardo d’oro è andato a GODLESS della giovanissima regista bulgara Ralitza
Petrova. Sebbene nella
presentazione ufficiale si avvisava che il film conteneva delle scene che possono urtare la sensibilità di alcuni spettatori, la pellicola ha convinto Arturo Ripstein e gli altri componenti la giuria. Infatti anche alla protagonista del film IRENA IVANOVA è stato assegnato il Pardo per la miglior interpretazione femminile. La domanda esistenziale che si pone la giovane Petrova sul bene e sul male è universale. Il Pardo per la miglior interpretazione maschile è andato a ANDRZEJ SEWERYN che interpreta il celebre pittore surrealista polacco Zdzislaw Beksinski nel bioptic OSTATNIA RODZINA (The Last Family) del polacco Jan P. Matuszyński. Sebbene fosse anche meritevole la notevole interpretazione di Stefan Denolyubov nei panni di Tsanko Petrov protagonista dell’altro film bulgaro Slava. A questo è andata la menzione speciale della Giuria FICC/IFFS la quale ha premiato il poetico INIMI CICATRIZATE del rumeno Radu Jude. Quest'ultimo ha ricevuto meritatamente anche il Premio speciale della giuria del Concorso Internazionale.
presentazione ufficiale si avvisava che il film conteneva delle scene che possono urtare la sensibilità di alcuni spettatori, la pellicola ha convinto Arturo Ripstein e gli altri componenti la giuria. Infatti anche alla protagonista del film IRENA IVANOVA è stato assegnato il Pardo per la miglior interpretazione femminile. La domanda esistenziale che si pone la giovane Petrova sul bene e sul male è universale. Il Pardo per la miglior interpretazione maschile è andato a ANDRZEJ SEWERYN che interpreta il celebre pittore surrealista polacco Zdzislaw Beksinski nel bioptic OSTATNIA RODZINA (The Last Family) del polacco Jan P. Matuszyński. Sebbene fosse anche meritevole la notevole interpretazione di Stefan Denolyubov nei panni di Tsanko Petrov protagonista dell’altro film bulgaro Slava. A questo è andata la menzione speciale della Giuria FICC/IFFS la quale ha premiato il poetico INIMI CICATRIZATE del rumeno Radu Jude. Quest'ultimo ha ricevuto meritatamente anche il Premio speciale della giuria del Concorso Internazionale.
Infine il Pardo per la miglior regia è andato al regista portoghese JOÃO PEDRO RODRIGUES per O ORNITÓLOGO. In questo caso hanno contato le affinità con il messicano Ripstein. Con sommo piacere la Menzione speciale della giuria è andata al film MISTER UNIVERSO di Tizza Covi e Rainer
Frimmel. Lo stesso ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria ecumenica, il Premio FIPRESCI, il Premio Europa Cinemas Label ed uno dei Premi della Giuria dei giovani.
Anche nel Concorso
Cineasti del presente il Premio speciale della giuria è andato ad un’italiano: il
regista Yuri Ancarani con il doc THE CHALLENGE.

Il pubblico,
protagonista della kermesse che con passione ha
affollato le serate in Piazza Grande ha assegnato il Prix du Public UBS incoronando il vincitore di Cannes I, DANIEL BLAKE di Ken Loach, mentre il premio Variety Piazza Grande Award è andato al thriller MOKA del regista francese Frédéric Mermoud.
affollato le serate in Piazza Grande ha assegnato il Prix du Public UBS incoronando il vincitore di Cannes I, DANIEL BLAKE di Ken Loach, mentre il premio Variety Piazza Grande Award è andato al thriller MOKA del regista francese Frédéric Mermoud.
Invece il Pardo
d’oro Cineasti del presente – Premio Nescens è andato all’argentino Eduardo
Williams con l’allegorico e controverso EL
AUGE DEL HUMANO, insieme alla menzione speciale della giuria Swatch First
Feature Award.
Infine un
accenno alla sezione autonoma della 27ma Semaine de la Critique sezione
indipendente del Festival di Locarno organizzata dall'Associazione Svizzera dei
Giornalisti Cinematografici con i due documentari vincitori. Komunia della
regista polacca Anna Zamecka, e
Cahier africain della coraggiosa regista svizzera Heidi Specogna che svela gli orrori subiti da ragazze e uomini del Centrafrica per mano dei mercenari congolesi durante il conflitto armato del 2008. Purtroppo la storia si ripete anche durante le riprese del documentario.
Cahier africain della coraggiosa regista svizzera Heidi Specogna che svela gli orrori subiti da ragazze e uomini del Centrafrica per mano dei mercenari congolesi durante il conflitto armato del 2008. Purtroppo la storia si ripete anche durante le riprese del documentario.
I numeri
della kermesse ticinese sono le 279 pellicole in 11 giorni, 16 sotto il cielo
di Piazza Grande e 17 in Concorso internazionale. Tra i grandi ospiti di
quest’anno indimenticabili il saluto alla Piazza di Mario Adorf e di Stefania Sandrelli,
le conversazioni con il pubblico di Harvey Keitel, Roger Corman, David Linde e
Alejando Jodorowsky e la masterclass di Howard Shore; la passione
rivoluzionaria di Ken Loach e ancora il ricordo di Cimino di Isabelle Huppert e
del figlio Ahmad al padre Abbas Kiarostami, la generosità di Jane Birkin e la
simpatia contagiosa di Bill Pullman. Citiamo la soddisfazione diCarlo Chatrian,
Direttore artistico: ”L’edizione che si sta concludendo, la sessantanovesima,
conteneva alcune scommesse. Da una programmazione della Piazza più libera di
accogliere proposte non scontate alle competizioni che hanno privilegiato
registi giovani. La risposta positiva di pubblico e stampa è per noi un
incoraggiamento a proseguire il percorso intrapreso. Vogliamo che Locarno sia,
come è stato in questi entusiasmanti undici giorni, un luogo in cui proiettare
film che mettono al centro l’uomo in tutte le sue sfaccettature, film che fanno
discutere ed emozionare; e allo stesso tempo, il luogo di incontro tra grandi
artisti, capaci di consegnare messaggi dal forte valore, e un pubblico attento
e caloroso. Un pubblico capace di accogliere con lo stesso affetto il grande
Harvey Keitel e un suo collega bhutanese, meno noto, ma in grado di far vibrare
le 8000 sedie al ritmo della sua voce”.
Annunciate
pure le date del 70mo Festival del film Locarno che si terrà dal 2 al 12 agosto
2017. Un francobollo speciale verrà emesso per il 70esimo anniversario del
Festival. Marco Solari, Presidente del Festival a così commentato: “Sono grato
a Adriano P. Vassalli vicepresidente del Consiglio di amministrazione de La
Posta e a Susanne Ruoff, direttrice generale de La Posta, per aver proposto,
quello che per noi è un inaspettato regalo per il 70.esimo del Festival”.
Per quanto
ci riguarda il gradimento sui film che abbiamo avuto modo di vedere nel fine
settimana esso è rivolto ai cineasti provenienti da quello che era una volta
l’Est europeo a dimostrazione ancora una volta del fermento culturale post
comunista in atto in quei paesi. Si pone
al primo posto INIMI
CICATRIZATE del rumeno Radu Jude, già noto a Berlino con Aferim. Sebbene superi di mezzora i fatidici 120 min e tratti l’argomento ostico della sofferenza, lo spettatore esce dalla sala con un punto di vista rinnovato appunto dalla sofferenza del giovanissimo protagonista. La vita vissuta in un sanatorio di incurabili riproduce un microcosmo di caratteri umani e nonostante tutto la forza dell’amore è trainante. Da un lato la disperazione dei ricoverati, dall’altro la complicità degli inservienti e infermieri che alleviano la sofferenza dei primi con la loro umanità. Lo sforzo registico riesce a portare sul grande schermo un lavoro autobiografico di Max Blecher consunto dalla malattia a solo 29 anni, dei quali gli ultimi dieci passate nella sofferenza. Un aiuto lo da lo stesso giovane autore con le sue riflessioni sui valori futili della vita terrena.
L’altro film degno di premio è Ostania Rodzina del polacco Jan P. Matuszynski. Pure questo è un film biografico sul celebre pittore surrealista polacco Zdzislaw Beksinski, vissuto a cavallo del periodo del regime comunista, e della sua famiglia. Con maniacale freddezza Beksinski immortala con la videocamera i momenti salienti e cruciali della propria famiglia a cui sopravvive dopo la fine del regime. Il finale non è scontato e rivela un certo rimpianto del regista verso la società comunista ed i valori di una famiglia sorretta dal genere femminile rappresentato dalla moglie Zonja. Spassoso il rapporto con lo stravagante figlio e i vari omaggi alla
cinematografia mondiale dell’epoca. Il terzetto di film è completato dall'ironico Slava (Glory) del duo registico bulgaro composto da Kristina Grozeva e Petar Valchanov alla loro seconda prova registica, scoperti dal Festival di Locarno. La burocrazia corrotta ed autoreferenziale contro l’ultimo degli ultimi cittadini. La storia ha un finale inaspettato e ben congegnato.
Detto questo Arrivederci alla 70ma edizione ad agosto 2017!CICATRIZATE del rumeno Radu Jude, già noto a Berlino con Aferim. Sebbene superi di mezzora i fatidici 120 min e tratti l’argomento ostico della sofferenza, lo spettatore esce dalla sala con un punto di vista rinnovato appunto dalla sofferenza del giovanissimo protagonista. La vita vissuta in un sanatorio di incurabili riproduce un microcosmo di caratteri umani e nonostante tutto la forza dell’amore è trainante. Da un lato la disperazione dei ricoverati, dall’altro la complicità degli inservienti e infermieri che alleviano la sofferenza dei primi con la loro umanità. Lo sforzo registico riesce a portare sul grande schermo un lavoro autobiografico di Max Blecher consunto dalla malattia a solo 29 anni, dei quali gli ultimi dieci passate nella sofferenza. Un aiuto lo da lo stesso giovane autore con le sue riflessioni sui valori futili della vita terrena.
L’altro film degno di premio è Ostania Rodzina del polacco Jan P. Matuszynski. Pure questo è un film biografico sul celebre pittore surrealista polacco Zdzislaw Beksinski, vissuto a cavallo del periodo del regime comunista, e della sua famiglia. Con maniacale freddezza Beksinski immortala con la videocamera i momenti salienti e cruciali della propria famiglia a cui sopravvive dopo la fine del regime. Il finale non è scontato e rivela un certo rimpianto del regista verso la società comunista ed i valori di una famiglia sorretta dal genere femminile rappresentato dalla moglie Zonja. Spassoso il rapporto con lo stravagante figlio e i vari omaggi alla
cinematografia mondiale dell’epoca. Il terzetto di film è completato dall'ironico Slava (Glory) del duo registico bulgaro composto da Kristina Grozeva e Petar Valchanov alla loro seconda prova registica, scoperti dal Festival di Locarno. La burocrazia corrotta ed autoreferenziale contro l’ultimo degli ultimi cittadini. La storia ha un finale inaspettato e ben congegnato.
Ma prima di quella data si avrà un proseguimento del Festival del film Locarno al Thessaloniki International Film Festival grazie alla cooperazione e partecipazione di entrambi alla prima edizione dell’Industry Academy in Europe & Mediterraneo sud-orientale che si svolgerà a Salonicco dal 7 all’11 Novembre 2016 in concomitanza appunto del 57mo Thessaloniki International Film Festival che si terrà dal 4 al- 13 novembre.
L’annuncio dato dal Festival del film di Locarno e dal Thessaloniki International Film Festival con il lancio di una nuova iniziativa congiunta nei paesi dell'Europa sud-orientale. Dopo aver completato edizioni di successo in Messico, Brasile e New York, Locarno prevede di estendere l'iniziativa a Salonicco, con una edizione pilota. I partecipanti all’Industry Academy di Salonicco seguiranno un workshop durante il quale potranno interagire, condividere esperienze, film, incontri con i principali attori internazionali per discussioni, presentazioni di casi di studio e lavori di gruppo. Avranno inoltre l'opportunità di partecipare ad alcune attività del Thessaloniki International Film Festival e l'Agorà / Industria, tra gli eventi di networking con i principali attori. Il Direttore Generale del TIFF, Élise Jalladeau ha così commentato: "Siamo molto felici di inaugurare questa nuova partnership tra il Festival del film Locarno e il Thessaloniki International Film Festival. L’Industry International Academy sarà una grande opportunità che andrà a beneficio della nostra regione in termini di nuovi talenti acquisendo nuovi strumenti in materia di distribuzione, vendita e formazione, mentre sarà anche una valida piattaforma per nuove collaborazioni, scambio di idee e opportunità di networking ". Sono stati ammessi Albania, Algeria, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Cipro, Egitto, Macedonia, Grecia, Ungheria, Israele, Giordania, Libano, Libia, Malta, Montenegro, Marocco, Palestina, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Siria, Tunisia, Turchia.
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mercoledì 10 agosto 2016
Speciale 69FF Locarno: il vento che soffia dall’Est mette un’ipoteca sui Pardi. Intanto assegnati i premi ai nuovi talenti
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Già dalla
presentazione dei film selezionati per il Concorso Internazionale l’attesa era
grande, e nel fine settimana abbiamo avuto modo di vedere, tra gli altri, una terna di possibili vincitori tutti
provenienti da quello che era una volta l’Est europeo. A dimostrazione ancora
una volta del fermento culturale post comunista in atto in quei paesi. In
ordine di gradimento si pone al primo posto INIMI CICATRIZATE del rumeno Radu
Jude, ben noto con Aferim.
Sebbene superi di mezzora i fatidici 120 min e tratti l’argomento ostico della sofferenza, lo spettatore esce dalla sala con un punto di vista rinnovato appunto dalla sofferenza del giovanissimo protagonista. La vita vissuta in un sanatorio di incurabili riproduce un microcosmo di caratteri umani e nonostante tutto la forza dell’amore è trainante. Da un lato la disperazione dei ricoverati, dall’altro la complicità degli inservienti e infermieri che alleviano la sofferenza dei primi con la loro umanità. Lo sforzo registico riesce a portare sul grande schermo un lavoro autobiografico di Max Blecher consunto dalla malattia a solo 29 anni, dei quali gli ultimi dieci passate nella sofferenza. Un aiuto lo da lo stesso giovane autore con le sue riflessioni sui valori futili della vita terrena. Credo che per questo meriti anche il premio della giuria Ecumenica. L’altro film degno
di premio è Ostania Rodina del polacco Jan P. Matuszynski. Pure questo è un film biografico sul celebre pittore surrealista polacco Zdzislaw Beksinski, vissuto a cavallo del periodo del regime comunista, e della sua famiglia. Con maniacale freddezza Beksinski immortala con la videocamera i momenti salienti e cruciali della propria famiglia a cui sopravvive dopo la fine del regime. Il finale non è scontato e rivela un certo rimpianto del regista verso la società comunista ed i valori di una famiglia sorretta dal genere femminile rappresentato dalla moglie Zonja. Spassoso il rapporto con lo stravagante figlio e i vari omaggi alla cinematografia mondiale dell’epoca. Il terzetto di film è completato dall'ironico Slava (Glory) del duo registico
bulgaro composto da Kristina Grozeva e Petar Valchanov alla loro seconda prova registica. La burocrazia corrotta ed autoreferenziale contro l’ultimo degli ultimi cittadini. La storia ha un finale inaspettato e ben congegnato. Notevole la interpretazione di Stefan Denolyubov nei panni di Tsanko Petrov che merita il premio. Abbiamo visto anche il film francese La Prunelle de mes yeux di Axelle Ropert con la bravissima giovane attrice Melanié Bernier nel ruolo della radical chic cieca. La commedia francese degli equivoci si destreggia nei rapporti amorosi appunto fra una francese cieca e uno squattrinato artista greco a voler sottolineare l’universalità dei sentimenti che attraggono due persone ad amarsi, a detestarsi, insomma ad interagire. Ci ha deluso invece l’argentino Matías Piñeiro con HERMIA & HELENA. Il regista, sebbene non sia all’esordio, ha costruito un film altalenante su una gioventù globalizzata che si trasferisce da una parte all’altra del mondo e non riesce a mettere radici. Purtroppo anche gli attori giovanissimi non hanno contribuito alla riuscita dell’opera.
Sebbene superi di mezzora i fatidici 120 min e tratti l’argomento ostico della sofferenza, lo spettatore esce dalla sala con un punto di vista rinnovato appunto dalla sofferenza del giovanissimo protagonista. La vita vissuta in un sanatorio di incurabili riproduce un microcosmo di caratteri umani e nonostante tutto la forza dell’amore è trainante. Da un lato la disperazione dei ricoverati, dall’altro la complicità degli inservienti e infermieri che alleviano la sofferenza dei primi con la loro umanità. Lo sforzo registico riesce a portare sul grande schermo un lavoro autobiografico di Max Blecher consunto dalla malattia a solo 29 anni, dei quali gli ultimi dieci passate nella sofferenza. Un aiuto lo da lo stesso giovane autore con le sue riflessioni sui valori futili della vita terrena. Credo che per questo meriti anche il premio della giuria Ecumenica. L’altro film degno
di premio è Ostania Rodina del polacco Jan P. Matuszynski. Pure questo è un film biografico sul celebre pittore surrealista polacco Zdzislaw Beksinski, vissuto a cavallo del periodo del regime comunista, e della sua famiglia. Con maniacale freddezza Beksinski immortala con la videocamera i momenti salienti e cruciali della propria famiglia a cui sopravvive dopo la fine del regime. Il finale non è scontato e rivela un certo rimpianto del regista verso la società comunista ed i valori di una famiglia sorretta dal genere femminile rappresentato dalla moglie Zonja. Spassoso il rapporto con lo stravagante figlio e i vari omaggi alla cinematografia mondiale dell’epoca. Il terzetto di film è completato dall'ironico Slava (Glory) del duo registico
bulgaro composto da Kristina Grozeva e Petar Valchanov alla loro seconda prova registica. La burocrazia corrotta ed autoreferenziale contro l’ultimo degli ultimi cittadini. La storia ha un finale inaspettato e ben congegnato. Notevole la interpretazione di Stefan Denolyubov nei panni di Tsanko Petrov che merita il premio. Abbiamo visto anche il film francese La Prunelle de mes yeux di Axelle Ropert con la bravissima giovane attrice Melanié Bernier nel ruolo della radical chic cieca. La commedia francese degli equivoci si destreggia nei rapporti amorosi appunto fra una francese cieca e uno squattrinato artista greco a voler sottolineare l’universalità dei sentimenti che attraggono due persone ad amarsi, a detestarsi, insomma ad interagire. Ci ha deluso invece l’argentino Matías Piñeiro con HERMIA & HELENA. Il regista, sebbene non sia all’esordio, ha costruito un film altalenante su una gioventù globalizzata che si trasferisce da una parte all’altra del mondo e non riesce a mettere radici. Purtroppo anche gli attori giovanissimi non hanno contribuito alla riuscita dell’opera.
Nella
splendida cornice della Piazza Grande dopo che la coccolatissima
Stefania Sandrelli ha ricevuto il Premio alla carriera, è stato proiettato in anteprima mondiale il seguito di Jason Bourne in una versione adrenalinica. Matt Demon tiene testa a tutti e per due ore sfugge miracolosamente ai trabocchetti tesi dalla CIA.
Delle altre
sezioni abbiamo assistito al lento MAÑANA A ESTA HORA della regista colombiana
Lina Rodríguez (Cineasti del presente), ad ASCENT (selezione Sign of Life)
della danese Fiona Tan che ha racchiuso in 80’ migliaia di meravigliosi scatti
fotografici del Monte Fujj. Come sottolineato dalla stessa regista il film non
si sarebbe
potuto fare senza il contributo delle musiche di Leo Anemaet.
Stefania Sandrelli ha ricevuto il Premio alla carriera, è stato proiettato in anteprima mondiale il seguito di Jason Bourne in una versione adrenalinica. Matt Demon tiene testa a tutti e per due ore sfugge miracolosamente ai trabocchetti tesi dalla CIA.
Sempre in
Piazza Grande è passato l’esordio di Emmanuel Courcol con CESSEZ-LE-FEU. Un
film di maniera e ben confezionato che ci ricorda dal punto di vista di tre
fratelli arruolati nell’esercito francese gli orrori e la catastrofe della
Prima Guerra Mondiale.
Ma nella
suggestiva cornice di Piazza Grande debbono ancora essere proiettati due film
presentati a Cannes. Il primo I, Daniel Blake di Ken Loach Palma d’Oro. Il
secondo presentato alla Quinzaine des réalisateurs: Poesia sin fin di Alejandro
Jodorowsky che riceverà il Pardo d’onore Swissscom la sera di venerdì prossimo.

potuto fare senza il contributo delle musiche di Leo Anemaet.
Fuori
Concorso ci è piaciuta la lunga chiaccherata con lo scrittore, drammaturgo e
attivista politico austriaco degli anni '60 Peter Handke e la regista Corinna
Belz autrice appunto del doc Peter Handke - In the Woods, Might Be Late.
Bello anche
nella selezione Panorama Suisse il surrealistico film Aloys di Tobias Nölle ,
vincitore del Premio FIPRESCI all'ultima Berlinale nella selezione Panorama,
che dimostra la freschezza del cinema svizzero.
Infine un
accenno alla sezione autonoma della 27ma Semaine de la Critique con due
documentari. Il primo un doc autobiografico Bezness as Usual del regista
olandese Alex Pitstra alle
prese con il proprio meticciato culturale tra un padre tunisino e la madre olandese. Soggetto attuale nello scontro Occidente Oriente. Il secondo Cahier africain della coraggiosa regista svizzera Heidi Specogna che svela gli orrori subiti da ragazze e uomini del Centrafrica per mano dei mercenari congolesi
durante il conflitto armato del 2008. Purtroppo la storia si ripete anche durante le riprese del documentario.
prese con il proprio meticciato culturale tra un padre tunisino e la madre olandese. Soggetto attuale nello scontro Occidente Oriente. Il secondo Cahier africain della coraggiosa regista svizzera Heidi Specogna che svela gli orrori subiti da ragazze e uomini del Centrafrica per mano dei mercenari congolesi
durante il conflitto armato del 2008. Purtroppo la storia si ripete anche durante le riprese del documentario.
Abbiamo
avuto pure il piacere di assistere alla conversazione tra l’amatissima attrice
Stefania Sandrelli con Steve Della Casa, accolti calorosamente nello spazio
Forum dal Direttore artistico del Festival Carlo Chatrian. L’attrice ha parlato
di se e del rapporto con i tanti registi dai quali è stata diretta a partire da
Germi e Bellocchio, ma anche dei tanti attori con i quali ha recitato ed in
particolar modo con Marcello Mastroianni.
Attualmente
l’attrice, insieme alla figlia Amanda, sta proseguendo una tournée
teatrale con la commedia spagnola “Il bagno“. La regia dello spettacolo, che mette a nudo l’amicizia di cinque donne nel momento e nel luogo più inaspettati, è del giovane Gabriele Olivares. Per chi ne avesse voglia può ascoltare la viva voce dell’attrice al seguente link: Raccontar di Cinema su Facebook
teatrale con la commedia spagnola “Il bagno“. La regia dello spettacolo, che mette a nudo l’amicizia di cinque donne nel momento e nel luogo più inaspettati, è del giovane Gabriele Olivares. Per chi ne avesse voglia può ascoltare la viva voce dell’attrice al seguente link: Raccontar di Cinema su Facebook
Intanto questa
mattina sono stati annunciati i vincitori di Open Doors dedicati a otto paesi
dell’Asia meridionale: Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Maldive, Myanmar,
Nepal, Pakistan e Sri Lanka.
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La piattaforma
di coproduzione internazionale Open Doors Hub (4 – 9 agosto) s’inserisce nella
nuova formula di Open Doors, articolata su tre dimensioni: l’Open Doors Hub, ma
anche il laboratorio per nuovi talenti di produzione, l’Open Doors Lab, e le
proiezioni pubbliche, gli Open Doors Screenings.
L’Open Doors
Hub mira a mettere in contatto i registi/produttori di progetti provenienti
dagli otto paesi con dei potenziali partner al fine di incoraggiare
collaborazioni e finanziamenti internazionali.
La giuria
Open Doors ha deciso di assegnare i seguenti premi ad alcuni di questi progetti
al fine di sostenerne la produzione o lo sviluppo:
Production Grant (30'000 CHF) a DAY AFTER TOMORROW di
Kamar Ahmad Simon, Bangladesh
Production Grant (20'000 CHF) a THE RED PHALLUS di Tashi
Gyeltshen, Bhutan
Premio CNC (8'000 Euro) a SEASON OF DRAGONFLIES
(JHYALINCHA) di Abinash Bikram Shah, Nepal
Premio ARTE International Open Doors (6'000 Euro) sempre a DAY
AFTER TOMORROW.
Con questo oggi
volge al termine anche il programma dell’Open Doors Lab, dopo cinque giorni di
attività per otto produttori emergenti del Bangladesh, Bhoutan, Myanmar e
Nepal. Il programma degli Open Doors Screenings, che presenta una selezione di
21 film del Bangladesh, Bhoutan, Nepal e Myanmar, si protrarrà invece fino alla
fine del Festival.
Sempre nel
campo della promozione di giovani talenti sono stati attribuiti i premi della sesta
edizione di First Look – dove erano in lizza sei film polacchi. La giuria di First
Look 2016, che comprende Kerem Ayan (Istanbul International Film Festival),
Cameron Bailey (Toronto International Film Festival) e Bero Beyer
(International Film Festival Rotterdam) ha assegnato i primi premi look a BIRDS
ARE SINGING IN KIGALI di Joanna Kos-Krauze e Krzysztof Krauze consistente un
premio del valore di 65'000 euro in servizi di post-produzione messi a
disposizione da Cinelab Bucarest, e a ZGODA di Maciej Sobieszczanski un premio di
5.500 euro in pubblicità, offerto da Le Film Français.
Detto questo
ci preme sottolineare che l’impressione ricevuta da questa
brevissima incursione ad un Festival che compirà il suo 70esimo il prossimo anno è la sinergia positiva degli organizzatori tramandata da tante generazioni. Non ci resta che attendere il verdetto della Giuria il prossimo fine settimana con un grande in bocca a lupo per Mister Universo di Tizza Covi e Rainer Frimmel.
brevissima incursione ad un Festival che compirà il suo 70esimo il prossimo anno è la sinergia positiva degli organizzatori tramandata da tante generazioni. Non ci resta che attendere il verdetto della Giuria il prossimo fine settimana con un grande in bocca a lupo per Mister Universo di Tizza Covi e Rainer Frimmel.
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Ubicazione:
Locarno, Svizzera
lunedì 1 agosto 2016
Speciale 69FF Locarno: a due giorni dall’inizio dopo Bud Spencer è la volta della serie TV GOTTHARD
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che indagano l’attualità, come ad esempio il percorso di radicalizzazione islamica in Le ciel attendra oppure la Storia nelle sue tracce più note sull’esilio in America latina di Stefan Zweig in Von der Morgenröte o in quelle destinate all’oblio come la scomparsa di un poeta indonesiano sotto il regime di Suharto in Solo, Solitude. La Piazza Grande oltre ai due prefestival prevede 16 titoli. di cui due dedicati alla storia del cinema. Vi figurano attesi blockbuster e film d’autore, opere prime e altre di registi affermati. C’è anche il ritorno di Ken Loach Palma d’oro 2016 e la grandiosa messa in scena concepita da
Ashutosh Gowariker nel suo Mohenjo Daro, film che chiuderà la 69 edizione.
Il Concorso
internazionale comprende 17 opere, tutte in prima mondiale. Di queste ben otto
vedono la presenza di registe dietro la macchina da presa, se non siamo alla
parità, poco ci manca. Ci sono poi artisti più volte invitati e cari al
festival come João Pedro Rodrigues, Tizza Covi e Rainer Frimmel, Matías
Piñeiro, Yousry Nasrallah e giovani registi che sono stati lanciati dal
Festival di Locarno come Mumenthaler e Tomita, ma anche altri autori di cui il
Festival ha seguito con attenzione il percorso come Ropert, Jude, Schanelec, Azevedo
Gomes e altri scoperti nel corso della selezione come Matuszyńsk, Kristina
Grozeva e Petar Valchanov, Koch, Petrova, Suwichakornpong.
La sezione
Fuori concorso accoglie film che si pongono ognuno come un piccolo evento. Lo
sono a vario titolo l’opera prima italiana L’amatore – ritratto di un
architetto milanese del ventennio fascista attraverso i suoi archivi privati e
grande narrazione orchestrata dalla penna di Antonio Scurati - il toccante
documentario di Valeria Bruni Tedeschi e Yann Coridian Une jeune fille de 90
ans, o lo straziante film testimonianza, La natura delle cose.
Ma passiamo
alla composizione della giuria del Concorso internazionale con Presidente il regista
messicano Arturo Ripstein, assistito da Kate Moran, attrice (Francia/Stati
Uniti), Rafi Pitts, regista (Iran), Rodrigo Teixeira, produttore (Brasile) e WANG
Bing, regista (Cina). Invece la giuria del Concorso Cineasti del presente è
presieduta da Dario
Argento, coadiuvato dalla attrice greca Angeliki Papoulia, Antonin Peretjatko, regista (Francia), Cornelia Seitler, produttrice (Svizzera) e da Sean Price Williams, direttore della fotografia (Stati Uniti).
Argento, coadiuvato dalla attrice greca Angeliki Papoulia, Antonin Peretjatko, regista (Francia), Cornelia Seitler, produttrice (Svizzera) e da Sean Price Williams, direttore della fotografia (Stati Uniti).
La sezione Pardi
di domani ha come presidente di giuria il regista tedesco Edgar Reitz, e come
membri l’attrice spagnola Marian Álvarez, Julie Corman, produttrice (Stati Uniti), Shahrbanoo Sadat, regista (Afghanistan) e il regista svizzero Nicolas Steiner.
membri l’attrice spagnola Marian Álvarez, Julie Corman, produttrice (Stati Uniti), Shahrbanoo Sadat, regista (Afghanistan) e il regista svizzero Nicolas Steiner.
Infine la
giuria First Feature è composta da Jonathan Romney, critico (Regno Unito), Ryan
Werner, programmatore e film marketer (Stati Uniti) e Chus Martínez, curatrice
(Spagna).
Quest’anno
il Pardo d’onore Swisscom è andato a Alejandro Jodorowsky del quale verrà
proiettata una nutrita rassegna tra cui LA DANZA DE LA REALIDAD del 2013, LA
MONTAÑA SAGRADA del 1973, il nuovo film POESÍA SIN FIN di quest’anno e SANTA
SANGRE ddel 1989.
Con la
Retrospettiva dedicata al cinema della giovane Repubblica Federale Tedesca del
dopoguerra il Festival del film Locarno torna a volgere il suo sguardo verso
una cinematografia vicina. Il programma si pone il compito di portare a nuova
luce una produzione cinematografica di grande interesse, tanto per i suoi
aspetti culturali e le sue modalità produttive quanto per i valori delle
singole opere.
L’attrice e
cantante franco-britannica Jane Birkin voce, volto ed eleganza
trasgressiva degli anni sessanta, sarà protagonista della 69a edizione del Festival del film Locarno su quella Piazza che nove anni fa (2007) omaggiò Michelangelo Antonioni, uno dei maestri con cui ha lavorato, ricevendo il premio alla carriera. Così ha commentato Carlo Chatrian, Direttore artistico del Festival: “Sono molto contento di premiare la carriera straordinaria di un’attrice come Jane Birkin, che ha attraversato la storia del cinema moderno con una traiettoria che non ha eguali. Capace di incendiare i fotogrammi con la sua presenza, di declinare il termine seduzione in un senso originale, di essere alla moda pur essendo a lato delle mode, Jane Birkin ha dato vita a personaggi che restano impressi per quella singolare nota di innocenza perduta che sempre vibra in lei”.
trasgressiva degli anni sessanta, sarà protagonista della 69a edizione del Festival del film Locarno su quella Piazza che nove anni fa (2007) omaggiò Michelangelo Antonioni, uno dei maestri con cui ha lavorato, ricevendo il premio alla carriera. Così ha commentato Carlo Chatrian, Direttore artistico del Festival: “Sono molto contento di premiare la carriera straordinaria di un’attrice come Jane Birkin, che ha attraversato la storia del cinema moderno con una traiettoria che non ha eguali. Capace di incendiare i fotogrammi con la sua presenza, di declinare il termine seduzione in un senso originale, di essere alla moda pur essendo a lato delle mode, Jane Birkin ha dato vita a personaggi che restano impressi per quella singolare nota di innocenza perduta che sempre vibra in lei”.
Infine Locarno
renderà omaggio all’amatissima attrice italiana Stefania Sandrelli che proprio
quest’anno ha festeggiato i 55 anni di carriera e le sue “70 volte primavera”.
A lei sarà consegnato in Piazza Grande, venerdì 5 agosto, il Leopard Club Award
2016.
A latere si terrà la 27. Edizione della Semaine de la
critique – sezione indipendente del Festival di Locarno. Dal 1990 è organizzata
dall'Associazione Svizzera dei Giornalisti Cinematografici e presenta 7
documentari molto particolari realizzati nel 2016:
Bezness As Usual – Alex Pitstra – prima internazionale Paesi
Bassi / Tunisia
Sea Tomorrow – Katerina Suvorova – prima mondiale Kazakhstan
/ Germania
Cahier africain – Heidi Specogna – prima mondiale Svizzera /
Germania
Monk of the Sea – Rafał Skalski – prima internazionale Polonia
El Remolino – Laura Herrero Garvín – prima internazionale Messico
Secondo Me – Pavel Cuzuioc – prima mondiale Austria
Komunia – Anna Zamecka – prima mondiale Polonia.
Aspettiamo quindi l'inaugurazione con la proiezione di The Girl With All The Gifts in Piazza Grande il 3 agosto. Film decisamente per stomachi forti.
Aspettiamo quindi l'inaugurazione con la proiezione di The Girl With All The Gifts in Piazza Grande il 3 agosto. Film decisamente per stomachi forti.
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