Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



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mercoledì 24 maggio 2017

Speciale #CANNES70 - (DAY 6&7)

Al giro di boa del Festival dal Giappone un delicato omaggio al Cinema, e nella
sezione
UN CERTAIN REGARD
la sfilata degli esordienti

Lunedì 22 e Martedì 23 Maggio - Foto per gentile concessione del Festival de Cannes

Nella Selezione Ufficiale dei film in Competizione il regista greco Yorgos LANTHIMOS presenta THE KILLING OF A SACRED DEER in una produzione anglosassone. Lo stesso autore ha presentato ed ha  vinto a Cannes nel 2015 con The Lobster interpretato da Collin Farrel il quale questa volta raddoppia la sua presenza a Cannes insieme a Nicole KINDMAN. In un crescendo di suspense-horror la quiete della famiglia modello di un famoso cadiochirurgo viene sconvolta dal desiderio di vendetta dei familiari di un paziente morto durante una operazione al cuore. Gli elementi per un buon film ci sono tutti. Il cattivo impersonato dal giovane figlio già visto nel film Eastern Boys è un ragazzo che fa tenerezza  per la sua caparbietà. Tanto sangue ed il finale di una dolorosa scelta per il cardiochirurgo. Il tema affrontato potrebbe sembrae a prima vista un inneggiare alla disgregazione del concetto di Famiglia. In realtà nella scelta dolorosa del c’è la volontà di salvificazione. Il regista conferma ancora una volta di possedere una vena narrativa che stupisce.
Dal regista tedesco autore  di Amour interpretato da  Isabelle Huppert ed a Jean-Louis Trintignant insieme a questi ultimi  HAPPY AND una saga familiare della ricca borghesia

nella quale gli elementi ci sono tutti per fare apprezzare il film. Nella storia c’è un richiamo preciso al precedente dalle labbra del patriarca Trintignant. Il finale a sorpresa lo potrete godere in sala.
Ma ecco la nuova stella del Sol Levante, già conosciuta ed apprezzata nella sezione Un Certain FRegard, ormai assidua al Festival di Cannes con un omaggio al Cinema da strappare le lacrime. Parliamo di Naomi KAWASE che presenta HIKARI (RADEANCE). Della regista ricordiamo il delicato AN del 2015 distribuito in Italia come Le Ricette della signora TOKU, adesso ci propone un omaggio ala settima arte con la storia di Misako appassionata autrice di versioni cinematografiche per non vedenti.

Nella selezione UN CERTAIN REGARD oltre agli esordienti Laurent CANTET ci presenta L’ATELIER ambientato a La Ciotat  e ci consegna uno squarcio della Francia di oggi. Basti pensare al finale a sorpresa dove nel laboratorio di scrittura condotto dalla protagonista Olivia viene svelato il volto multietnico della Francia di oggi. Dei tre esordienti quello che merita attenzione è il fil del regista slovacco Gyorgy KRISTOF OUT che presenta una storia di emigrazione con tanti elementi interessanti che stupiscono. Dopo aver perso il suo lavoro in una centrale elettrica Agoston decide di andare a lavorare come saldatore in un cantiere navale in Lettonia. Il viaggio per raggiungere il posto lo conduce a brevi incontri con persone nuove e a riconciliazioni con il passato che mettono in discussione la sua vita. Piano piano abbandona l'idea del lavoro in Lettonia e comincia a perseguire i suoi sogni più reconditi. Per quanto riguarda il francese Léonor SERRAILLE con JEUNE
FEMME ci presenta una storia ben congegnata che mostra elementi dirompenti e nello stesso tempo prevedibili. La protagonista è una sfigatae mentalmente instabile alterna momenti di lucidità. Infine Annarita ZAMBRANO con la sua opera prima APRÈS LA GUERRE con Giuseppe Battiston nei panni di un terrorista rifugiatosi in Francia negli anni di piombo ci consegna l’Italia di quegli anni. Peccato che il risultato è una storia scontata in un esercizio di laboratorio didattico.
Ai QUINZANES DES REALISATEURS dei tre italiani in lizza ad inizio settimana è passato ed è stato apprezzato L'INTRUSA di Leonardo De Costanzo.
Il regista ci parla di un mondo di recupero e delle implicazioni che possono esserci a livello personale di chi è impiegato ad assistere i più deboli in una situazione di assenza dello Stato.
Infine per Cannes Classics suggeriamo il film Belle de di Luis Buñuel del 1967.

venerdì 20 maggio 2016

Special Cannes 2016 – Annunciati Vincitori di Cinefondation Short

Venerdi' 20 Maggio (DAY 10) da Cannes Luigi Noera - foto per gentile concessione del Festival de Cannes
Annunciati da Naomi Kawase e dalla Giuria della 19esima edizione di Cinéfondation I vincitori.
La Giuria Cinéfondation e Short Films Jury presieduta da Naomi Kawase e da Josée Croze, Jean-Marie Larrieu, Radu Muntean e Santiago Loza, hanno assegnato I premi 2016 Cinéfondation Prizes durante una cerimonia al Teatro Buñuel Theatre, seguita dalla proiezione del film vincitore..
La selezione Cinéfondation e’ costituta  da 18 films di studenti, scelti tra 2.350 pellicole provenienti da 548 scuole cinematografiche del mondo.
Primo premio a ANNA di Or Sinai - The Sam Spiegel Film & TV School, Israele
Secondo premio a IN THE HILLS di Hamid Ahmadi - The London Film School, UK
Terzo premio ex equo a A NYALINTÁS NESZE  di Nadja Andrasev -  Moholy-Nagy University of Art and Design, Ungheria e a LA CULPA, PROBABLEMENTE di Michael Labarca - Universidad de Los Andes, Venezuela

mercoledì 11 maggio 2016

Speciale Cannes 2016 - la Croisette si prepara ad accogliere dai cinque Continenti i cineasti di ieri e di domani

da Cannes Luigi Noera - Mercoledì 11 Maggio (DAY 1) - Foto per gentile concessione del Festival de Cannes.
Alle 19,00 si inaugura al Gran Théatre Lumiére la 69esima edizione del Festival di Cannes presentata quest’anno dall’attore Laurent Lafitte che ha accettato di ricoprire il ruolo di maestro di cerimonie per questa 69esima edizione. L'attore e comico presenterà anche la cerimonia di premiazione e di chiusura di domenica 22 maggio. Interprete di Un pensionnaire della Comédie-Française nel 2012, nel 2011, è stato maestro di cerimonia per la 25esima Nuit des Molières. Fa parte del cast del film in concorso Elle del regista olandese Paul Verhoeven e sta attualmente lavorando nell’ultimo film Au revoir là-haut di Albert Dupontel. La pellicola
prescelta per la serarta inaugurale è dell’inossidabile Woody Allen che presenta un storia d’amore ambientata nel Jet set anni 30 americano: Cafe Society. Ecco allora che a poche ore dall’inaugurazione della 69esima edizione del Festival di Cannes, che è il Festival per eccellenza, e sullo sfondo della Capri dorata del Poster 2016 diamo una panoramica sintetica di questa kermesse attesa tutto l’anno da chi ama la settima arte. Intanto le 134 pellicole selezionate tra lungometraggi e cortometraggi sono un numero notevole e stabile rispetto all’anno scorso (133). Stiamo parlando della migliore produzione attuale mondiale e di tendenza. La notizia dell’ultima ora è che la Palma d’oro ad onorem è andata a Jeann-Pierre Léaud a suo tempo giovane interprete di I 400 colpi d
ell’allora esordiente Truffaut.
Il geniale cineasta è diventato un cult della cinematografia francese, con i successivi film dove il giovane Antoine è il protagonista ma anche l’alter ego dello stesso Truffaut. Antoine et Colette (1962), Baci rubati (1968), il domicilio coniugale (1970) e L'Amour en fuite (1979), per ricordare i film che lo hanno visto crescere. L’occasione per la consegna dell’onorificenza sarà la cerimonia di chiusura del 22 maggio. Altro omaggiato di Cannes sarà Robert De Niro che verrà accolto il 16 maggio nel Grand Théâtre Lumière del Palais des Festivals per la proiezione unica e speciale nella Selezione Ufficiale di Hands of Stone del regista venezuelano Jonathan Jakubowicz. E’ la storia comune del pugile panamense Roberto Duran (Edgar Ramírez) e manager e allenatore Ray Arcel (Robert De Niro) che sta per portarlo ai più alti successi in tutto il mondo del ring negli anni '70 e anni '80, durante i quali combatte contro leggendari pugili come Sugar Ray Leonard.  "Sono entusiasta di tornare a Cannes soprattutto con questo film di cui sono così orgoglioso e non vedo l'ora di vedere i miei amici provenienti da tutto il mondo del cinema a unirsi a noi per questo evento divertente". Un altro evento speciale è la Masterclass che verrà tenuta il 18 maggio da William Friedkin che spiegherà il suo cinema. Autore di masterpiece come Sorcerer nel 1977 e film pietre miliari negli anni ’70 e anni ’80: The French Connection (1971) e L’esorcista (1973) insieme a Cruising (1980) e To Live and Die in L.A. (1985). Passiamo ai numeri di Cannes. A cominciare dalle 21 opere in Concorso e le 17 opere Fuori Concorso. Mentre nella interessante sezione Un
Certain Regard, scopritrice di nuovi talenti, sono 18 di cui 7 opere prime. Nell’altrettanta interessante selezione Cinefondation / Cannes Court Metrage presieduta dalla giapponese Naomi Kawase ( AN - I Dolci della Signora Toku) sono nel complesso 28. Nella sezione autonoma collaterale Quinzaine de Realisateurs giunta alla 48esima edizione sono 18 i lungometraggi e 11 i corti mentre la
Semaine della Critique presenterà 10 lungometraggi e 11 corti. Quest’ultima sezione è arrivata alla sua 55esima edizione. A queste pellicole bisogna aggiungere le 38 opere della sezione Cannes Classics e le 8 pellicole del Cinéma de la Plage. Anche quest’anno infatti ci sono tante ricorrenze con omaggi ai grandi del cinema del passato cominciando con Raymond Depardon (Francia) passando per Frederick Wiseman (USA), ma anche all’italiano Mario Bava con Terrore nello Spazio del 1965 e il messicano Arturo Ripstein con Tiempo de Morir del 1966.

Passiamo ai cineasti che si contenderanno la Palma d’Oro di questa 69esima edizione. Quattro francesi (Dumont, Assayas, Garcia, Guiraudie), due rumeni (Mungiu e Puiu), due inglesi (Arnold e Loach), uno spagnolo (Almodovar), un danese (Winding Refn), un olandese (Verhoeven), una tedesca (Maren Ade) e un duo belga (i fratelli Dardenne), sono la colonna portante del Festival tutti provenienti dall'Europa che domina la selezione con 13 film in gara. Il Nord America sarà rappresentato da quattro titoli (Dolan, Jarmusch, Penn, Nichols), l'Asia ha due registi in lizza (Chan-wook e Mendoza) e il Sud America gareggia con un solo contendente (Mendonça Filho). Per quello che ci riguarda la
rappresentante italiana è Valeria Golino nominata nella giuria della selezione ufficiale insieme agli attori francesi Vanessa PARADIS e Arnaud DESPLECHIN, agli attori Mads MIKKELSEN (DK) e Donald SUTHERLAND (Canada), il produttore iraniano Katayoon SHAHABI, il prestigioso regista ungherese László NEMES autore del pluripremiato Il figlio di Saule ed ovviamente il Presidente George MILLER. Per il nostro cinema è stato
selezionato Riccardo Scamarcio nel film PERICLE IL NERO di Stefano Mordini a rappresentare l’Italia nella selezione Un Certain Regard.
Qui però è presente il giovane cineasta olandese Dudok De Vit che con la sua Tartaruga Rossa potrebbe aspirare alla vittoria.. La giuria di questa sezione è presieduta dall’attrice svizzera Marthe Keller, coadiuvata dalla regista e produttrice austriaca Jessica HAUSNER, dall’attore e produttore messicano Diego LUNA, dal regista svedese Ruben ÖSTLUND e dall’attrice francese Céline SALLETTE. Ma la rappresentanza italiana non finisce qui infatti, a riprova della vitalità del cinema italiano considerato così anche dai francesi, ritroviamo un trio invidiabile nella selezione dei Quinzaine des Realisateurs con Marco Bellocchio con Fai Bei Sogni, l’outsider Claudio Giovannesi con Fiore e Paolo Virzì con La Pazza Gioia.
“I magnifici tre” Bellocchio – Giovannesi - Virzì dovranno vedersela con gli altrettanti bravi registi J. Lafosse, C. Barras, Laura Poitras. Ma anche con cineasti del calibro di Pablo Larrain che presenta Neruda. Sono presenti altri tre italiani nelle varie sezioni. Uno nell’altra sezione autonoma collaterale della Semaine della Critique nella quale per l’Italia viene
presentato il visionario I Tempi Felici Verranno Presto di Alessandro Comodin che utilizza un linguaggio
innovativo.  Gli altri due sono il corto in competizione IL SILENZIO di FARNOOSH SAMADI & ALI ASGARI ed il corto del Programma Cinefondation LA SANTA CHE DORME realizzato da LAURA SAMANI del Centro Sperimentale di Cinematografia. Stiamo quindi parlando di una nuova generazione di cineasti.

Quest’anno il compito di presiedere la Giuria che dovrà assegnare la Camera d’Or è andato a Catherine Corsini, Direttrice della Sociétè des Réalisateur de Films – SRF, fra le opere prime insieme alle altre della Selezione Ufficiale ( due Fuori Concorso e 7 delle pellicole di Un Certain Regard), 7 della Semaine della Critique e delle 6 di Quinziane per un totale di 22 opere prime selezionate nel 2016. Il minor numero rispetto al 2016 è dovuto alla scelta di tornare ai vecchi splendori del cinema di cineasti per  così dire e nel pieno della maturità come Loach. Invece è stato promosso il geniale Dolan vincitore di due Festival fa con lo strepitoso Mommy. Da lui ci aspettiamo molto.
A questo punto non resta che attendere dal cosiddetto ombelico del mondo del cinema il verdetto della prestigiosa Giuria presieduta da George Miller, mentre ai nostri cineasti di ieri e di domani diciamo in bocca al lupo!

martedì 22 marzo 2016

Speciale Cannes: L’isola di Capri nel film Il Disprezzo di Jean Luc Godard icona e linea maestra della 69esima edizione

Presidenti di Giuria George Miller e Naomi Kawase della 69esima edizione, mentre Valérie Donzelli presiederà la 55esima Semaine de la Critique.
(foto per gentile concessione del Fesival de Cannes). 
E' tutto racchiuso in un memorabile fotogramma del film del 1963 ambientato tra Roma e l’isola di Capri. La scalinata, il mare, l'orizzonte: ascesa di un uomo verso il suo sogno, in una calda luce mediterranea che vira verso una colorazione dorata. La definizione di una immagine come un ricordo senza tempo così quella utilizzata all'inizio del film di Jean Luc Godard definisce il cinema che sostituisce il nostro sguardo con un mondo in armonia con i nostri desideri.
E così è anche per Michel Piccoli che nel 2016, dal tetto della famosa villa caprese progettata dallo scrittore Curzio Malaparte, aprirà il tappeto rosso del 69esimo Festival di Cannes. E' una scelta simbolica, dal momento che ci ricorda come la realizzazione del film - considerato da molti come uno dei migliori mai realizzato in CinemaScope con l’interpretazione della coppia Piccoli - Bardot insieme a Fritz Lang, con la fotografia di Raoul Coutard, la musica di Georges Delerue, etc. – abbia influito sulla storia del cinema e della cinefilia.
Alla vigilia del suo 70esimo anniversario dalla prima edizione, con questa scelta di essere contemporaneamente palinsesto e con questa inequivocabile pellicola il Festival ribadisce il suo impegno dalla sua fondazione: rendere omaggio alla storia del cinema, e ad accogliere nuovi modi di creare e di vedere . La scalinata rappresenta una sorta di ascensione verso l'orizzonte infinito di uno schermo cinematografico.
Il manifesto del 69esimo Festival di Cannes è stato ideato da Philippe Savoir (Filifox) grazie all’opera prestata da Hervé Chigioni e dal grafico Gilles Frappier.
Si delinea così la linea che seguirà il Festival, dopo la nomina dei Presidenti di Giuria. Sappiamo già di George Miller a presiedere la Giuria della selezione ufficiale, ma adesso anche la sezione Cinefondation e Cortometraggi ha il suo presidente di Giuria.
Infatti con una tempistica che solo i francesi hanno, è stata annunciata, poco prima della presentazione dell’inaugurazione della 66esima Berlinale, la nomina del regista australiano nonché sceneggiatore e produttore George Miller a guida della Giuria del 69esimo Festival di Cannes che assegnerà la Palma d'Oro al termine del prossimo festival che si terrà dal 11-22 Maggio.
Dopo aver ricevuto l'invito da Cannes, George Miller ha commentato entusiasta: E’ assolutamente un piacere! Ritrovarsi in mezzo a questo festival alla scoperta di tesori cinematografici provenienti da tutto il pianeta, trascorrendo il tempo in appassionati dialoghi con gli altri membri della giuria. Per me è un onore esserci. E verrò suonando le campane a festa!
Reduce da Cannes lo scorso maggio con il suo nuovo Mad Max: Fury Road in una cavalcata fantastica sugli schermi del Palazzo del Festival. Il film, presentato fuori concorso nella Selezione Ufficiale, ha segnato il ritorno non solo del protagonista della leggendaria saga per i milioni di fan di Max Rockatansky, ma anche il ritorno del suo creatore, George Miller, e del cinema visionario che lui ha inventato 30 anni fa noto in tutto il mondo. Da parte del Festival di Cannes è stato sottolineato, annunciando la sua nomina, che il fatto segna una volontà di omaggiare il cinema di genere in un festival. Ma soprattutto, l’invito a un grande cuore cinefilo e a un grande essere umano.
Ma è anche interessante la nomina della regista giapponese Naomi Kawase a presiedente della giuria Cinéfondation e Cortometraggi.
La regista è stata già presente nel 2015 nella sezione indipendente Un Certain Regard inaugurandola in maniera poetica con il suo film Le Ricette della Signora Toku (An). Nell’annunciare la nomina è stato sottolineato che ci sono alcuni registi le cui carriere sono costantemente legate con il Festival, con tanta gioia degli organizzatori. La collaborazione di Naomi Kawase con Cannes è iniziata nel 1997, quando appena 27enne, è diventata la più giovane vincitrice della Camera d'Or per il suo film Suzaku (Moe non Suzaku). La promessa di questa scoperta è stata da allora ribadita più volte - come dimostra la partecipazione e selezione in concorso di tutta una serie di suoi lungometraggi: Shara (Sharasojyu) nel 2003, The Mourning Forest (Mogari no Mori) nel 2007, Hanezu (Hanezu no tsuki) nel 2011 and Still the Water (Futatsume no mado) nel 2014.. Inoltre nel 2013 ha fatto parte della Giuria presieduta da Steven Spielberg.
Nei suoi film Naomi Kawase utilizza budget limitati e preferisce attori non professionisti – segno distintivo del regista di aver iniziato nel genere documentario, che l'ha portata alla ribalta dopo essersi diplomata alla scuola di fotografia di Osaka. Il suo documentario del 1992 Embracing (Ni tsutsumarete), in cui descrive la ricerca per il padre che l'ha abbandonata, e Genpin nel 2010, in cui si esplora il tema delle donne che hanno optato per il parto naturale, sono due esempi eccezionali.
Con The Mourning Forest (Mogari no Mori) nel 2007, che ricevette  il Grand Prix a Cannes, la fama della regista è cresciuto ancora di più. Film dopo film, Kawase ha sperimentato con una varietà di generi e formati e approfondito i temi autobiografici a lei più cari: i legami familiari, il rapporto umano con il tempo e la perdita, e una celebrazione della natura, in particolare nella sua regione natale di Nara al centro del Giappone.
E 'stato in questa regione che nel 2010 ha fondato il Nara International Film Festival, dedicato a promuovere il lavoro di giovani registi - un impegno che Naomi Kawase saprà senza dubbio sostenere durante la sua presidenza della Cinéfondation e del Short Film.
Quando la sua nomina è stata annunciata, Naomi Kawase ha detto: I film arricchiscono la vita delle persone, e i loro mondi ispirano nuove possibilità. E 'un po' più di 100 anni da quando l'avvento dei film, e il suo potenziale è in continua espansione. E’ un mezzo eccezionale che può incarnare la diversità delle culture del mondo, e le storie raccontate nei film sono come un'altra vita che incanta il pubblico che li vede. I cortometraggi sono estremamente difficili, in rapporto alla questione di come una storia può essere descritta in così breve tempo, mentre contengono anche una miriade di possibilità ancora invisibili. E tra i film realizzati da studenti ci sarà la scoperta di un tesoro nascosto come una pietra preziosa, che mi rende molto ansiosa di partecipare a questa giuria, come in un viaggio di avventura.
Gilles Jacob ha aggiunto: Dalle sue radici giapponesi, Naomi Kawase (Caméra d'or 1997) prende la sua delicatezza estrema, i modi raffinati e l’eleganza morale. Il suo talento di visionaria ha contribuito a generare un intelligenza cinematografica e una sottile arte piena di mistero poetico ed elegante semplicità, convogliata attraverso le grandi emozioni della vita e i piccoli gesti della vita quotidiana. Quest'anno verrà a far parte della lunga serie dei grandi presidenti della giuria della Cinéfondation e del cortometraggio, da Martin Scorsese e Abbas Kiarostami, da Jane Campion, Hou Hsiao-hsien, John Boorman e ai fratelli Dardenne.
Su invito del Festival, l'attore Laurent Lafitte ha accettato di ricoprire il ruolo di maestro di cerimonie per questa 69esima edizione. L'attore e comico presenterà la cerimonia di apertura mercoledì 11 maggio e quella della premiazione durante la cerimonia di chiusura di domenica 22 maggio.
Laurent Lafitte ha iniziato la sua carriera nel 1990 dopo un trionfo nello show dal titolo "Laurent Lafitte, comme son nom l'indique", ha intrapreso la carriera nel cinema e il teatro. Interprete di Un pensionnaire della Comédie-Française nel 2012, nel 2011, è stato maestro di cerimonia per la 25esima Nuit des Molières.
Ha appena finito di girare Elle del regista olandese Paul Verhoeven e sta attualmente lavorando nell’ultimo film Au revoir là-haut di Albert Dupontel. Lafitte sarà anche protagonista con Uma Thurman nel cast del prossimo film di Marjane Satrapi - un adattamento del romanzo di Romain Puértolas: "Il viaggio straordinario del fachiro rimasto intrappolato in un armadio IKEA". Laurent Lafitte sostituisce Lambert Wilson che per due volte ha presentato Cannes nel 2014 e nel 2015.In ultimo ricordiamo l’impegno del Festival per le nuove leve del Cinema internazionale. Infatti con Cinéfondation Atelier il Festival ospiterà la 12esima edizione con la quale inviterà al Festival di Cannes 16 giovani registi i cui progetti sono stati considerati particolarmente promettenti. Insieme a loro produttori, essi potranno incontrare potenziali partner, un passo necessario per completare il loro progetto e avviare la realizzazione del loro film. L'Atelier offre ai suoi partecipanti l'accesso a co-produzioni internazionali, accelerando così il completamento del film.
Cinéfondation Atelier è stato creato nel 2005 per stimolare la produzione cinematografica creativa e favorire la nascita di una nuova generazione di cineasti. Finora, su 171 progetti accompagnati, 126 sono stati rilasciati nelle sale e 18 sono attualmente in pre-produzione. Per la 12esima edizione di Atelier, sono stati selezionati 15 progetti provenienti da 14 paesi, tra registi esordienti e non.
Dal 13 al 19 maggio, Atelier organizzerà incontri con i registi per i professionisti dell'industria cinematografica interessati ad investire nei loro progetti.
Di seguito l’elenco dei Livre des Projets che saranno disponibili online a inizio aprile in www.cinefondation.com :


Abou Leila

Amin Sidi-Boumediène

Algeria

La Cordillera

Santiago Mitre

Argentina

Tantas Almas

Nicolás Rincón Gille

Colombia

Ni dieux ni maîtres

Eric Cherrière

France

Memories and my Mother

Aditya Vikram Sengupta

India

Marlina the murderer in four acts

Mouly Surya

Indonesia

Daoud’s winter

Koutaiba Al Janabi

Iraq

Death in Bed

David Volach

Israel

Sow The Wind

Danilo Caputo

Italy

Femme fatale

Kyoko Miyake

Japan

The Whole-timers

Bibhusan Basnet & Pooja Gurung

Nepal

Animas

José Ortuño

Spain

My favorite fabric

Gaya Jiji

Syria

Iguana Tokyo

Kaan Müjdeci

Turkey

The Boarding school

Rezan Yeşilbaş

Turkey


Apprendiamo in questo momento che la Giuria della Settimana della Critica, sezione a latere del Festival giunta alla 55esima edizione  che mette in mostra giovani talenti, è composta eccezionalmente da 5 registi importanti che hanno girato il loro primo o secondo film negli ultimi 5 anni. Presidente di giuria sarà Valérie Donzelli, che l’anno passato ha presentato in concorso lo scabroso Marguerite e Julien. Accanto a lei Alice Winocour scoperta della Settimana della Critica con Agustine (2011) e Maryland presentato nella sezione Un Certain Regard nel 2015 e vincitore del César per la migliore sceneggiatura di Mustang. Nadav Lapid regista di L’Institutrice selezionato nel 2014 che è stato salutato dalla stampa come uno dei più importanti film del cinema israeliano. David Robert Mitchell in concorso nel 2014 alla Settimana con It Follows è già diventato un cult per una generazione di spettatori e infine Santiago Mitre, vincitore del Gran Premio Nespresso nel 2015 con a Paulina, un lavoro tra i più potenti del giovane cinema argentino che uscirà sugli schermi francesi il 13 aprile.

martedì 29 dicembre 2015

I Film di Fine 2015 e quelli di Inizio 2016 al Cinema

Tanti i film di fine anno da non perdere assolutamente. Iniziamo da Irrational Man dell'ottuagenario Woody Allen che si cimenta nell'ennesima "lotta" fra i sessi con risvolti da noir. A farne le spese è Joaquin Phoenix nei panni di un psicotico e depresso professore universitario belloccio, vittima dell’alcool e dell’onnipotenza. La svolta al film ed alla vita del professor Lucas viene da un Giudice da eliminare. Peccato per l’attore perché siamo lontani dalla bella interpretazione del detective strafatto nel film già cult Inherent Vice (Vizio di Forma) di Paul Thomas Anderson. C’è poi Il Ponte delle Spie di Spielberg con Tom Hanks. Un film a prima vista spy story che
invece fa riflettere, e per questo apprezzato,
sul prezzo pagato dalla Vecchia Europa per la Pace al termine della seconda Guerra Mondiale. Il Muro di Berlino simbolo di fatue ideologie contrapposte. Il regista affronta con arguzia di immagini anche altri temi come ad esempio il potere dei mass media. Un giovane promettente avvocato newyorkese viene incaricato di portare avanti una difficile trattativa per lo scambio di prigionieri fra l’America e l’Unione Sovietica. La sua umanità prevarrà sui freddi ragionamenti delle parti. Ma anche Perfect
Day con Benicio del Toro nella sua abituale interpretazione di personaggio positivo
. E’ la storia di un recente passato nei balcani attraverso le semplici vite di un gruppo di volontari umanitari alle prese con le emergenze quotidiane raccontate con lo stile grottesco di un regista spagnolo come è Fernando Leon de Araona. C’è da vedere anche l’outsider belga Van Dormael che resiste da un mese al botteghino con Dio esiste e vive a Bruxelles. Un improbabile dio si diverte alle spalle degli esseri umani e viene contrastato dalla giovane figlia che prova a riscrivere i testi evangelici.
Infatti il titolo originale era ben diverso, Le Tout Nouveau Testament, ma sappiamo quanto sia grande la fantasia dei distributori italiani nel cambiare i titoli. Altro film delizioso è quello del giapponese Naomi Kawase AN (dolce tipico giapponese a base di marmellata di fagioli) presentato a Cannes ed in Italia uscito con altro titolo: La ricetta della signora Toku. E’ l’incontro tra un giovane fornaio e l’anziana
signora e la sua esperienza di pasticciera messa a disposizione dell’inesperto giovane. Due generazioni che si aiutano invece di contrapporsi. Volutamente non parlo del remake miliardario di Star Wars che è una semplice operazione commerciale della Disney che ha acquistato i diritti nel 2012. Al riguardo il pubblico è diviso. Cito soltanto il giornale Le Monde che alla vigilia dell’uscita nelle sale si è rifiutato di pubblicare alcunché sull’argomento (Le Monde del 16 dicembre) per la censura imposta dalla Disney stessa. Ancora in sala MON ROI di Maiwenn Le Besco con un affascinante Vincent Cassel nei panni del cattivo da cui è attratta la
bistrattata fidanzata e per la cui interpretazione Emmanuelle Bercot ha ricevuto la Palma d’argento come migliore attrice a Cannes
. Una frase colpisce: perché dovrei cambiare se ti piaccio così! Infine per chi non lo avesse visto, vale la pena l’equilibrato film CHIAMATEMI FRANCESCO su Papa Bergoglio di Daniele Lucchetti
(recensione) possibilmente in V.O. dato che gli attori sono di lingua spagnola. Mentre per iniziare il nuovo anno è in arrivo dal Giappone un’altra storia intimistica Little Sister di Ko-Reda. Il film è stato presentato a Cannes lo scorso maggio insieme tra quelli dei cineasti asiatici. Terzo film in concorso del giapponese Hirozaku Kore-Eda che però è stato messo da parte sia dalla critica che dalla Giuria, sebbene sia un delicatissimo film sui rapporti parentali. Lo spettatore resta affascinato dalla serenità che il film trasmette, ma anche stupito
dalle innumerevoli scene conviviali a tavola dove le quattro sorelle si confrontano. Il regista non è nuovo ad affrontare il tema dei rapporti familiari. Già con Father and Son il regista aveva ricevuto il Premio della Giuria a Cannes nel 2013, affrontando il tema dei rapporti e della catena padre figlio che però può essere interrotta. Per i
più piccini, ma anche ottimo per gli adulti a capodanno Il Piccolo Principe dall’omonimo romanzo di Antoine de Saint-Exupery tradotto in forma di animazione fantasiosa da Mark Osborne
. A inizio anno è in anche uscita dal regista Haynes il commovente Carol, storia
d’amore di una nobildonna e una semplice commessa ambientata nell’America degli anni ’50. Anche questo film è passato a Cannes con protagonista una Blanchette candidata agli Oscar. Sempre da Cannes arriverà al cinema  Macbeth dai produttori de Il discorso del Re e diretto da Justin  Kurzel che sacrifica nel rigoroso testo del classico shakespeariano due bravi attori come Michael Fassbinder e il premio Oscar Marion Cotillar. Il capolavoro in assoluto tarderà qualche giorno ad uscire ma vale la pena aspettare: il potente Figlio di Saul dell'esordiente Laslzlo Nemes, premiato dalla Giuria di Cannes. Prendendo spunto dal tema ricorrente nella filmografia mondiale sulla Shoa, il soggetto viene trattato però con un
linguaggio cinematografico di altissimo livello
, sia per la parte visuale che per la parte del sonoro in un crescendo di coinvolgimento dello spettatore nell’inferno disumano di un campo di concentramento nazista fino all’ultima immagine simbolo dell’atroce destino di sei milioni di ebrei. Gli strettissimi primi piani di Saul, al quale non importa né fuggire né documentare all’esterno quello che succede nel campo, bensì salvare la sua umanità depredata dall’orrore nazista, inondano il cuore dello spettatore. Qualcuno si chiederà ma il fenomeno Checco Zalone? Il nuovo film in uscita Quo Vado? è avvolto da mistero eccezione fatta per dei trailer visti come tutti a Che Tempo Che Fa condotto da Fabio Fazio. Sembra però che della pubblicità ne abbia tratto vantaggio piuttosto quest’ultimo che il regista. Vogliamo ricordare che in questi giorni ricorrono i 120 anni della nascita della Settima Arte che ha affascinato e affascinerà ancora generazioni di cinefili e non solo. Infatti il 28 dicembre del 1895 i Fratelli Lumière presentarono al Salon indien du Gran Café di Boulervad des Capucines a Parigi il primo spettacolo cinematografico. Contrariamente a quanto è impresso nell’immaginario collettivo la prima proiezione fu La sortie de l’Usine Lumière à Lyon e non già L’arrivo del treno nella stazione di Ciotat. Con questo auguriamo a tutti i lettori un 2016 ricco di film come quelli dell’anno che volge al termine.