Tra le altre
manifestazioni collaterali ai Venice Days c’è anche il DWA -
Doc/it Women Award
che è un premio al racconto, alla creatività e all’imprenditorialità al
femminile ideato e promosso da Doc/it - Associazione Documentaristi Italiani.
Per la sua prima edizione Doc/it ha scelto i Venice Days per comunicare i
cinque progetti nominati e il vincitore con un evento dedicato all’interno dei
Women’s Tales di MIU MIU. Il nuovo Premio allo Sviluppo di documentari è atto a
favorire la parità di genere sia in ambito creativo che produttivo aperto a
tutti i progetti di documentario in sviluppo con 2 requisiti su 3 (storia,
regia, produzione) di presenza al femminile.

Quanto
alla 31. Settimana Internazionale della Critica essa è improntata al
"piacere filmico", come spiegato da Giona A. Nazzaro nella sua
presentazione. La natura della Settimana della Critica si scopre dalle pellicole
selezionate quest'anno, individuate fra più di 500 film iscritti. Un
"piacere" del quale il rischio e lo stupore sono gli elementi base. Da
Prevenge – geniale horror-movie post-femminista diretto da Alice Lowe a
Le ultime Cose di Irene Dionisio – tesa rivisitazione
dell'umanesimo neorealista. C’è poi Keywan Karimi, cineasta iraniano condannato
a un anno di carcere e 223 frustate per offesa all'Islam, che firma Drum, un
noir metafisico ed espressionista, mentre Ala Eddine Slim, documentarista e
videoartista tunisino, presenta The Last of Us e rilancia con audacia un cinema
sperimentale e astratto, avventuroso e addirittura schiettamente
fantascientifico. Il cinema è anche un'arte giovane per definizione come mostra
l’esperimento di Los nadie di Juan Sebastián Mesa, girato in sette giorni fra
le strade più inaccessibili di Medellin, o a Prank di Vincent Biron, passato
alla regia e apologo di nichilismo. Ma il cinema può essere anche un riprendere
(o un riperdere) il proprio posto nel mondo, Jours de France di Jérôme Reybaud
ipotizza un sensuale viaggio sentimentale, utilizzando un navigatore
d'eccezione come Grindr, per ritrovare i nomi dimenticati delle cose. C’è anche
la presenza sorprendente di Pepe Smith, leggenda del
rock filippino, protagonista di Singing in Graveyards, assieme a Lav Diaz, si
offre come immagine e specchio del complesso rapporto con la modernità e la
democrazia del suo paese. Infine in chiusura una
sorpresa proveniente dagli Stati Uniti con Are We Not Cats di Xander Robin, un
melodramma horror viscerale, una favola dark scandita dalla musica dei
Funkadelic, Yvonne Fair, Lightning Bolt e Albert Ayler.
Ma parliamo della serata
odierna dedicata ai Veneziani. Centoventi anni fa – esattamente la sera del 9
luglio 1896 - il Cinématographe Lumière
faceva la sua prima apparizione a Venezia, con la proiezione a un passo da
Piazza San Marco, nel Teatro Minerva, di un programma composto da 15
"vedute". Ma è solo il 21 agosto successivo che vi compaiono per la
prima volta 3 film realizzati a Venezia:
Approdo di una gondola ai santi Giovanni e Paolo, I vaporetti a Rialto e I leggendari piccioni
di San Marco, seguite poi da altre nei giorni seguenti. Per celebrare questa
importante ricorrenza, in occasione della serata di Pre-apertura della 73. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (martedì 30 agosto, ore 20.30)
in Sala Darsena al Lido, prima della proiezione del già annunciato restauro di
Tutti a casa di Luigi Comencini, verrà offerto al pubblico, convenuto per la
celebrazione del centenario di Comencini, un programma composto da ben nove
“vedute” realizzate a Venezia dagli operatori del Cinématographe Lumière,
commentate in sala dal Direttore dell’Institut Lumière di Lione, Thierry
Fremaux.
I film, che appartengono
a tre annate successive (1896-98), sono:
Arrivée en gondole, 1896, N°291
Pigeons sur la place Saint-Marc,
N°292
Tramway sur le Grand Canal, 1896, N°293
Grand Canal avec barques, 1896, N°294
Panorama du Grand Canal pris d'un bateau, 1896, N°295
Panorama de la place Saint-Marc pris d'un bateau, N°296
Venise, place Saint-Marc, 1897, N°430
Arrivée en gondole des
souveraines d'Allemagne et d'Italie au palais royal de Venise, 1898, N°1058
Départ en gondole, 1898,
N°1059
A seguire la proiezione
delle “vedute”, in occasione del centenario della nascita del grande regista
Luigi Comencini (1916 – 2007) sarà proiettato – come già annunciato - il
capolavoro di Comencini Tutti a casa (Italia/Francia, 1960) con Alberto Sordi,
Serge Reggiani, Carla Gravina ed Eduardo De Filippo. Alla speciale
serata-omaggio di Pre-apertura in Sala Darsena al Lido, con inizio alle 20.30, è
invitato il pubblico di Venezia attraverso la collaborazione con i quotidiani
“Il Gazzettino”, “La Nuova di Venezia e Mestre” e il “Corriere del Veneto”.
La pellicola restaurata
Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini mostra attraverso lL’8 settembre 1943,
il giorno dell’Armistizio, i sentimenti e la società italiana provata dalla
guerra. Ma chi meglio dell’autore può spiegarci il film? La risposta riportata
in un saggio Al cinema con cuore. 1938-1974, a cura di Adriano Aprà recita:
“Tutti a casa non è nemmeno un film di guerra. È un viaggio attraverso l’Italia
in guerra di quattro sbandati (quattro “stupidi” sprovveduti) che vogliono
tornare a casa. Sordi non è un vigliacco, anzi, è un ufficiale che tiene
moltissimo al suo grado e che cerca fino all’ultimo di adempiere a quello che
egli crede sia il suo dovere. Solo che, senza saperlo, è un ufficiale che non
ha capito niente. [...] Riteniamo che il dramma dell’Armistizio del ’43 sia
stato soprattutto il dramma degli ufficiali. Allora, chiunque avesse un titolo
di studio, avesse o no attitudini militari, diventava ufficiale. Anzi, la
fotografia in alta uniforme era un po’ il coronamento della laurea”.