Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



Visualizzazione post con etichetta Joaquin Phoenix. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Joaquin Phoenix. Mostra tutti i post

domenica 28 maggio 2017

Speciale #CANNES70 - (DAYS 10&11)

Deludenti le giornate finali dove si salva solo Joaquin Phoenix e la sua interpretazione in YOU WERE NEVER REALLY HERE

da Cannes Luigi Noera - Venerdì 26 e Sabato 27 Maggio - Foto per gentile concessione del Festival de Cannes


Nelle due giornate conclusive del Festival sono tre i titoli in concorso. Dalla Germania Fatih AKIN ha presentato AUS DEM NICHTS (IN THE FADE). Il regista è autore di Tschick (Goodbye Berlin) presentato ad Alice nella Città
2016, di origine turco vive ad Amburgo, e ci parla ancora della sua seconda patria. Se il lungometraggio precedente aveva una sua drammaturgia, nel film presentato a Cannes non c’è potenza di linguaggio, ma solo una mera esercitazione della conoscenza del mestiere di regia. Non è da meno François OZON che con L’AMANT DOUBLE prosegue dopo la presentazione a Venezia lo scorso settembre di Frantz, riflessione in B&N sulla drammatica Grande Guerra, con la doppiezza dell’animo umano in un thriller che stenta a decollare nella prima parte ed ha necessità di dialoghi esplicativi per rendere partecipe lo spettatore di quanto accade sulla scena.
Infine il festival si chiude in questa edizione ingombrante per la ordinarietà del linguaggio con il film dell’inglese  Lynne RAMSAY che presenta YOU WERE NEVER REALLY HERE. C’è il ritorno tanto atteso di uno degli attori preferiti John C. Reilly e l’attesissima interpretazione di Joaquin Phoenix. Questo in una performance ragionata a tavolino, ci racconta di un veterano di guerra eroinomane. Un supereroe che con un martello inchioda alle loro responsabilità i vari personaggi cattivi che incontra. Molte scene scioccanti però sono frutto della sua immaginazione distorta dall’uso delle droghe. L’ultima
proiezione Fuori concorso è un gioellino con il quale ROMAN POLANSKI omaggia il mondo della scrittua e del cinema. Si tratta del thriller D’APRÈS UNE HISTOIRE VRAIE [BASED ON A TRUE STORY]La selezione UN CERTAIN REGARD si conclude con un adattamento da Checov di
Stephan KOMANDAREV POSOKI (DIRECTIONS) Basato su eventi reali, la sceneggiatura scritta a quattro mani da Simeone Ventsislavov e Stephan Komandarev intreccia sei storie di altrettanti tassisti in una libera interpretazione del racconto di Chekhov, Grief, con alti e bassi
nella drammatugia.

Ultimo giorno di proiezioni anche per QUINZANES DES REALISATEURS con il
Film di chiusura: PATTI CAKE$ di Geremy Jasper alla sua Opera Prima.
Invece la 56ma SEMAINE DE LA CRITIQUE si è conclusa venerdì con la premiazione. Sabato sono stati assegnati i premi collaterali.
Per Cannes Classics suggeriamo il collage 1951-1999: A short history of short films presentato dal  Festival de Cannes. Il programma è curato da Christian Jeune e Jacques Kermabon. Spiegel van Holland (Miroirs de Hollande) da Bert Haanstra (1951, 10mn, The Netherlands) / La Seine a rencontré Paris di Joris Ivens (1958, 32mn, France) / Pas de deux by Norman McLaren (1968, 13mn, Canada) / Harpya by Raoul Servais (1979, 9mn, Belgium) / Peel by Jane Campion (1986, 9mn, Australia) / L’Interview by Xavier Giannoli (1998, 15mn, France) / When the Day Breaks by Amanda Forbis and Wendy Tilby (1999, 10mn, Canada) oltre a Lucía di Humberto Solas (1968, 2h40, Cuba)

martedì 29 dicembre 2015

I Film di Fine 2015 e quelli di Inizio 2016 al Cinema

Tanti i film di fine anno da non perdere assolutamente. Iniziamo da Irrational Man dell'ottuagenario Woody Allen che si cimenta nell'ennesima "lotta" fra i sessi con risvolti da noir. A farne le spese è Joaquin Phoenix nei panni di un psicotico e depresso professore universitario belloccio, vittima dell’alcool e dell’onnipotenza. La svolta al film ed alla vita del professor Lucas viene da un Giudice da eliminare. Peccato per l’attore perché siamo lontani dalla bella interpretazione del detective strafatto nel film già cult Inherent Vice (Vizio di Forma) di Paul Thomas Anderson. C’è poi Il Ponte delle Spie di Spielberg con Tom Hanks. Un film a prima vista spy story che
invece fa riflettere, e per questo apprezzato,
sul prezzo pagato dalla Vecchia Europa per la Pace al termine della seconda Guerra Mondiale. Il Muro di Berlino simbolo di fatue ideologie contrapposte. Il regista affronta con arguzia di immagini anche altri temi come ad esempio il potere dei mass media. Un giovane promettente avvocato newyorkese viene incaricato di portare avanti una difficile trattativa per lo scambio di prigionieri fra l’America e l’Unione Sovietica. La sua umanità prevarrà sui freddi ragionamenti delle parti. Ma anche Perfect
Day con Benicio del Toro nella sua abituale interpretazione di personaggio positivo
. E’ la storia di un recente passato nei balcani attraverso le semplici vite di un gruppo di volontari umanitari alle prese con le emergenze quotidiane raccontate con lo stile grottesco di un regista spagnolo come è Fernando Leon de Araona. C’è da vedere anche l’outsider belga Van Dormael che resiste da un mese al botteghino con Dio esiste e vive a Bruxelles. Un improbabile dio si diverte alle spalle degli esseri umani e viene contrastato dalla giovane figlia che prova a riscrivere i testi evangelici.
Infatti il titolo originale era ben diverso, Le Tout Nouveau Testament, ma sappiamo quanto sia grande la fantasia dei distributori italiani nel cambiare i titoli. Altro film delizioso è quello del giapponese Naomi Kawase AN (dolce tipico giapponese a base di marmellata di fagioli) presentato a Cannes ed in Italia uscito con altro titolo: La ricetta della signora Toku. E’ l’incontro tra un giovane fornaio e l’anziana
signora e la sua esperienza di pasticciera messa a disposizione dell’inesperto giovane. Due generazioni che si aiutano invece di contrapporsi. Volutamente non parlo del remake miliardario di Star Wars che è una semplice operazione commerciale della Disney che ha acquistato i diritti nel 2012. Al riguardo il pubblico è diviso. Cito soltanto il giornale Le Monde che alla vigilia dell’uscita nelle sale si è rifiutato di pubblicare alcunché sull’argomento (Le Monde del 16 dicembre) per la censura imposta dalla Disney stessa. Ancora in sala MON ROI di Maiwenn Le Besco con un affascinante Vincent Cassel nei panni del cattivo da cui è attratta la
bistrattata fidanzata e per la cui interpretazione Emmanuelle Bercot ha ricevuto la Palma d’argento come migliore attrice a Cannes
. Una frase colpisce: perché dovrei cambiare se ti piaccio così! Infine per chi non lo avesse visto, vale la pena l’equilibrato film CHIAMATEMI FRANCESCO su Papa Bergoglio di Daniele Lucchetti
(recensione) possibilmente in V.O. dato che gli attori sono di lingua spagnola. Mentre per iniziare il nuovo anno è in arrivo dal Giappone un’altra storia intimistica Little Sister di Ko-Reda. Il film è stato presentato a Cannes lo scorso maggio insieme tra quelli dei cineasti asiatici. Terzo film in concorso del giapponese Hirozaku Kore-Eda che però è stato messo da parte sia dalla critica che dalla Giuria, sebbene sia un delicatissimo film sui rapporti parentali. Lo spettatore resta affascinato dalla serenità che il film trasmette, ma anche stupito
dalle innumerevoli scene conviviali a tavola dove le quattro sorelle si confrontano. Il regista non è nuovo ad affrontare il tema dei rapporti familiari. Già con Father and Son il regista aveva ricevuto il Premio della Giuria a Cannes nel 2013, affrontando il tema dei rapporti e della catena padre figlio che però può essere interrotta. Per i
più piccini, ma anche ottimo per gli adulti a capodanno Il Piccolo Principe dall’omonimo romanzo di Antoine de Saint-Exupery tradotto in forma di animazione fantasiosa da Mark Osborne
. A inizio anno è in anche uscita dal regista Haynes il commovente Carol, storia
d’amore di una nobildonna e una semplice commessa ambientata nell’America degli anni ’50. Anche questo film è passato a Cannes con protagonista una Blanchette candidata agli Oscar. Sempre da Cannes arriverà al cinema  Macbeth dai produttori de Il discorso del Re e diretto da Justin  Kurzel che sacrifica nel rigoroso testo del classico shakespeariano due bravi attori come Michael Fassbinder e il premio Oscar Marion Cotillar. Il capolavoro in assoluto tarderà qualche giorno ad uscire ma vale la pena aspettare: il potente Figlio di Saul dell'esordiente Laslzlo Nemes, premiato dalla Giuria di Cannes. Prendendo spunto dal tema ricorrente nella filmografia mondiale sulla Shoa, il soggetto viene trattato però con un
linguaggio cinematografico di altissimo livello
, sia per la parte visuale che per la parte del sonoro in un crescendo di coinvolgimento dello spettatore nell’inferno disumano di un campo di concentramento nazista fino all’ultima immagine simbolo dell’atroce destino di sei milioni di ebrei. Gli strettissimi primi piani di Saul, al quale non importa né fuggire né documentare all’esterno quello che succede nel campo, bensì salvare la sua umanità depredata dall’orrore nazista, inondano il cuore dello spettatore. Qualcuno si chiederà ma il fenomeno Checco Zalone? Il nuovo film in uscita Quo Vado? è avvolto da mistero eccezione fatta per dei trailer visti come tutti a Che Tempo Che Fa condotto da Fabio Fazio. Sembra però che della pubblicità ne abbia tratto vantaggio piuttosto quest’ultimo che il regista. Vogliamo ricordare che in questi giorni ricorrono i 120 anni della nascita della Settima Arte che ha affascinato e affascinerà ancora generazioni di cinefili e non solo. Infatti il 28 dicembre del 1895 i Fratelli Lumière presentarono al Salon indien du Gran Café di Boulervad des Capucines a Parigi il primo spettacolo cinematografico. Contrariamente a quanto è impresso nell’immaginario collettivo la prima proiezione fu La sortie de l’Usine Lumière à Lyon e non già L’arrivo del treno nella stazione di Ciotat. Con questo auguriamo a tutti i lettori un 2016 ricco di film come quelli dell’anno che volge al termine.