Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



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mercoledì 15 marzo 2017

Dal 23 marzo in Sala: SLAM, TUTTO PER UNA RAGAZZA - la recensione


Prodotto da Indigo Film con Rai Cinema, sarà distribuito nelle sale da Universal Pictures Italia dal 23 marzo.
Il film è stato presentato al 34mo TFF dal Trio FRANCESCO BRUNI, LUDOVICA RAMPOLDI e ANDREA MOLAIOLI che hanno firmato una nuova  commedia italiana sulla gioventù e sul diventare adulti attingendo dall’omonimo romanzo del britannico NICK HORNBY tradotto in Italia come TUTTO PER UNA RAGAZZA. Cosa viene fuori dall’humor inglese mescolato dai nostri tre autori in una commedia già vista nel recente PIUMA di Roan Johnson anche lui per metà di origini inglesi? E’ cosa certa che gli adolescenti sono uguali a tutte le latitudini, soprattutto se debbono affrontare un evento come una gravidanza inaspettata. Il protagonista se sullo skateboard è bravino, diventa imbranato nel dover fare il padre anzitempo. Se poi dalla nascita ha vissuto sempre con la madre con un padre che è un assente mattacchione, viene compreso dallo spettatore che tifa disperatamente per lui. La madre interpretata da Jasmine Trinca è anche lei goffa, e si stenta riconoscere in lei la protagonista della Stanza del Figlio e del drammatico Miele. Piuttosto rivediamo in lei con qualche anno di meno Margherita Buy che da tempo interpreta madri che si pongono come amiche dei figli. E’ il padre interpretato da un lanciatissimo Luca Marinelli che da respiro alla commedia che vira decisamente verso un humor più mediterraneo. Quello che incanta della pellicola è la MUSICA che fa da padrone per l’intera durata del film con una scelta accurata di brani di successo. Ma anche le riprese iniziali rasoterra dello skate board danno dinamicità alla storia, insieme ai continui flashback tra sogni, anzi incubi, che poi sistematicamente si trasformano in realtà. Insomma siamo lontani da Andrea Molaioli, regista ricordiamo de La Ragazza del Lago, caso cinematografico vincitore di 10 David di Donatello. Nei panni del giovane ragazzo padre Ludovico Tersigni visto in L’estate addosso di Gabriele Muccino. Insieme alla protagonista femminile  Barbara Ramella vista in Non si ruba a casa dei ladri di Carlo Vanzina. Sembra che i due non abbiano avuto modo di riscaldarsi per immedesimarsi nelle parti loro assegnate se non verso la fine della commedia. Per pura curiosità segnaliamo che il titolo SLAM in gergo consolidato ricorda i rumori di sbattere, scagliare, scaraventare, nei fumetti il rumore di una porta chiusa con forza, nel gergo dello skateboarding, attività principale del nostro eroe, la caduta rovinosa al termine di un’evoluzione acrobatica!


mercoledì 4 maggio 2016

Cinevasioni Primo Festival del Cinema in Carcere 9 -14 maggio Casa Circondariale Dozza di Bologna

Da Matteo Garrone a Daniele Lucchetti e Gabriele Mainetti, registi in carcere per la prima edizione del festival

Bologna si prepara ad accogliere la I edizione di Cinevasioni, primo festival del cinema in carcere, in programma dal 9 al 14 maggio all’interno della casa circondariale della Dozza. Non un festival sul carcere, ma un festival in carcere
che sarà aperto anche al pubblico – ingresso libero con posti limitati.

Per le modalità di accredito consultare www.cinevasioni.it/news/modalita-partecipazione-come-spettatori 

Realizzato da D.E-R Associazione Documentaristi Emilia – Romagna in
collaborazione con la Direzione della Casa Circondariale Dozza di Bologna e con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Cinevasioni è organizzato con il sostegno di Rai Cinema. Una collaborazione importante che ha l’obiettivo di dare più visibilità a un festival unico nel suo genere e nella sua collocazione e di portare in proiezione, durante ma anche dopo il festival, opere importanti e di qualità.
Presentando una panoramica del miglior cinema italiano contemporaneo a partire dal 2015, la prima edizione di Cinevasioni si propone da un lato di portare il linguaggio e la cultura cinematografica all’interno della realtà carceraria e dall’altro di aprire il carcere ad autori e studiosi del cinema.
Undici le opere in Concorso – cinque di finzione e sei di genere documentario - che saranno proiettate all’interno della sala cinema della Dozza e che saranno accompagnate e presentate dai loro autori. A giudicarle una giuria formata dai detenuti che hanno partecipato al corso laboratorio CiakinCarcere e presieduta dal grande mattatore romagnolo Ivano Marescotti, attore di lunga e provata esperienza sia nel cinema sia nel teatro. La giuria assegnerà al film vincitore la Farfalla di Ferro, una scultura disegnata dal pittore Mirko Finessi e costruita dalla F.I.D. - Fare Impresa in Dozza, l'officina metalmeccanica all’interno del carcere, nella quale lavorano insieme detenuti e lavoratori metalmeccanici in pensione. La premiazione è prevista sabato 14 maggio, ultimo giorno del Festival Cinevasioni, e sarà preceduta da un evento speciale fuori concorso.
Inaugura il Festival “La Sfida”, cortometraggio nonché sigla di Cinevasioni, con protagonisti gli stessi detenuti, ideato e girato come saggio finale  del corso-laboratorio cinema CiakinCarcere che la D.E-R ha iniziato con i propri insegnanti, tutti professionisti del settore,  dall’inizio di Ottobre nel carcere di Bologna. Ed è proprio una sfida all’ultima forchetta il soggetto del corto, una sfida che rappresenta allo stesso tempo un omaggio al grande cinema, ma anche una provocatoria e ironica rappresentazione dell’elemento simbolo della condizione carceraria: la qualità del pasto. 
Il programma si articola in due proiezioni giornaliere – alle 9.30 e alle 14.30 - ognuna delle quali sarà seguita da un incontro con gli autori o di un rappresentante dell’opera (attore principale, sceneggiatore, direttore fotografia, montatore, autore colonna sonora, produttore, distributore).
Primo film a entrare in carcere – lunedì 9 maggio - il nuovo testamento di Jaco Van Dormael, ovvero Dio esiste e vive a Bruxelles che per l’occasione sarà accompagnato e presentato dal suo distributore italiano Andrea Romeo della I Wonder Pictures.  Nel pomeriggio alle 14.30 sarà la volta invece de Il racconto dei racconti - Tale of Tales fresco vincitore di ben sette premi ai David 2016 incluso quello come miglior regia, film co-scritto, co-prodotto e diretto da Matteo Garrone che lo presenterà e risponderà alle domande del pubblico a fine proiezione.
La seconda giornata – martedì 10 maggio – dedicata al tema dei migranti. si apre con il vincitore dell’ultimo festival internazionale del cinema di Berlino, Fuocoammare di Gianfranco Rosi. A presentare il film e dialogare con il pubblico ci sarà il giornalista e autore della trasmissione televisiva RAI Doc3, Lorenzo Hendel. A seguire nel pomeriggio, i lavori di due giovani e talentuosi autori: Irene Dionisio con il pluripremiato Sponde. Nel Sicuro Sole Del Nord, storia dell'amicizia e della profonda relazione che nasce tra lo scultore e postino tunisino Mohsen e il becchino in pensione di Lampedusa Vincenzo; e Stefano Etter con The Lives of Mecca, documentario vincitore del Piemonte Movie gLocal Film Festival 2016, che racconta la realtà quotidiana de La Mecca, il più grande complesso di American Handball di New York, a Coney Island. Entrambi i registi saranno presenti per l’incontro con il pubblico.
La mattina di mercoledì 11 maggio, la Dozza apre le porte a una leggenda del calcio internazionale con la proiezione di Zanetti Story, l’incredibile documentario di Simone Scafidi e Carlo A. Sigon, che racconta l’appassionante storia del capitano nerazzurro più amato. A presentarlo al pubblico oltre ai due registi, lo stesso Javier Zanetti e lo scrittore Rudi Ghedini, co-autore della sceneggiatura. Segue nel pomeriggio, Se Dio vuole, esordio da regista di Edoardo Falcone, già co-sceneggiatore delle commedie Nessuno mi può giudicare,  Stai lontana da me e Ti ricordi di me?, qui alle prese con un film che prova a misurarsi con leggerezza e profondità con il tema del divino. Falcone parteciperà alla proiezione e all’incontro col pubblico.
Giovedì 12 maggio, alle 9.30 sarà proiettato Revelstoke – Un bacio nel vento di Nicola Moruzzi, progetto finalista al Premio Solinas nel 2013 e finanziato anche con una campagna di crowdfunding su Indiegogo con cui ha raccolto 31,000 dollari (circa 23mila euro). Il documentario è il personale viaggio in Canada del regista, che sarà presente alla proiezione, sulle tracce del bisnonno Angelo Conte, emigrato veneto che come molti italiani lasciò il Paese in cerca di una vita migliore. A seguire nel pomeriggio, quello che può essere considerato il fenomeno cinematografico della stagione, Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, che si è appena aggiudicato sette riconoscimenti compreso il miglior esordio, i due attori protagonisti, Claudio Santamaria e Ilenia Pastorelli, il miglior non protagonista, il "villain" Luca Marinelli e la migliore non protagonista, Antonia Truppo, ai David 2016. Saranno presenti alla proiezione il regista, i due sceneggiatori, Nicola Guaglianone e Roberto Menotti e il musicista Carlo Amato (Têtes de Bois).
Grande attesa anche per gli ultimi due titoli in programma venerdì 13 maggio. Alle 9.30. sarà presentato dallo stesso regista, Mia madre fa l’attrice di Mario Balsamo, un personale film/ritratto sulla madre Silvana Stefanini, attrice di una manciata di film negli anni '50 tra cui La barriera della legge di Piero Costa. Segue, alle 14.30, Daniele Lucchetti con la sua ultima fatica, Chiamatemi Francesco, primo film su un Papa che sia mai stato girato nel corso del suo Pontificato. E con il racconto del percorso che ha portato Jorge Bergoglio, figlio di una famiglia di immigrati italiani a Buenos Aires, alla guida della Chiesa Cattolica, si chiude il concorso della prima edizione di Cinevasioni.
L’ultima giornata del festival - sabato 14 maggio – sarà dedicata all’annuncio e
premiazione del film vincitore. Precede la premiazione, la proiezione fuori concorso di Non essere cattivo del regista Claudio Caligari – presentato postumo alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia del 2015 e vincitore del David di Donatello 2016 per il Miglior Fonico in Presa Diretta. Il film sarà introdotto dal critico e giornalista cinematografico Roy Menarini.












martedì 19 aprile 2016

DAVID 2016 – luci e ombre sulla kermesse italiana giunta al suo 60esimo compleanno.

Ancora una volta la cerimonia di premiazione dei David di Donatello, giunta alla sua 60esima edizione fa discutere. Quando a fine marzo uscirono le cinquine delle candidature non avevamo dubbi che il miglior film fosse Fuocoammare di Gianfranco Rosi riconosciuto tale anche dalla prestigiosa Giuria della Berlinale. Ma si sa nessun profeta è amato in Patria. Inoltre per un gioco di alchimie misteriose il premio è stato assegnato invece a Il racconto dei racconti - Tale of Tales di Matteo Garrone. Stimiamo il cineasta indipendente che ha ampiamente meritato i premi tecnici per Miglior costumista con Massimo Cantini Parrini, Migliore truccatore con Gino Tamagnini e Miglior acconciatore con Francesco Pegoretti. Il film di Garrone ha ottenuto anche il premio Migliori effetti digitali realizzati da Makinarium, sebbene meno fantasiosi di quelli di Lo chiamavano Jeeg Robot realizzati da Chromatica. La stessa pellicola di Garrone ha surclassato con Peter Suschitzky persino il film Youth - La giovinezza con Luca Bigazzi nella categoria Migliore direttore della fotografia. Ci dispiace che l’accurata fotografia di Youth sia stata penalizzata vincendo solamente il premio Migliore musicista con  David Lang e Migliore canzone con SIMPLE SONG #3 (musica e testi di David Lang) interpretata da Sumi Jo. E’ scandaloso poi che il premio Miglior sceneggiatura sia andato a Rolando Ravello per il film Perfetti sconosciuti, piuttosto che a Paolo Sorrentino sempre per il film Youth - La giovinezza. 
 In assenza del film di Rosi, Sorrentino aveva tutte le carte in regola per  sbaragliare tutti, invece i due cineasti escono dalla scena in maniera indecorosa.
Altro film che ha sbancato i David è Lo chiamavano Jeeg Robot dell’esordiente Gabriele Mainetti, il quale ha vinto nella sua categoria Miglior regista esordiente ai danni del poetico Arianna di Carlo Lavagna. Il film di Mainetti ha ricevuto inoltre il premio Migliore montatore con Andrea Maguolo con la collaborazione di Federico Conforti. Peccato perché il montaggio di Jacopo Quadri per il film Fuocoammare è innovativo e di gran lunga superiore. Altro premio ottenuto da Lo chiamavano Jeeg Robot con la miglior attrice protagonista è andato a Ilenia Pastorelli  che anche in tal caso ha inaspettatamente oscurato la performance di Valeria Golino in Per amor vostro. Siamo d’accordo che i due attori Claudio Santamaria e  Luca Marinelli abbiano meritato il premio miglior attore protagonista e non protagonista rispettivamente sempre in Lo chiamavano Jeeg Robot. Sempre nello stesso film Antonia Truppo è stata premiata migliore attrice non protagonista. In ultimo Lo chiamavano Jeeg Robot ha vinto il settimo David Miglior produttore con Gabriele Mainetti per Goon Films. 

Il film postumo di Caligari Non essere cattivo, che nelle previsioni era favorito con 15 candidature, si è dovuto accontentare del David Migliore fonico di presa diretta assegnato a , Angelo Bonanni. Quindi l’operazione da tanti auspicata di rendere giustizia al cineasta scomparso da poco non è andata a buon fine.
Altra sgradita sorpresa è stato il David per il Miglior documentario lungometraggio assegnato a S is for Stanley di Alex Infascelli invece che all’altro ben più coraggioso e potente Lousiana (The Other Side) di Roberto Minervini.
Non poteva essere diversamente per il Miglior film dell'unione europea vinto da Il figlio di Saul di Laszlo Nemes (Teodora Film). Qualche riserva sul Miglior film straniero vinto da Il ponte delle spie di Steven Spielberg invece che da Remeber di Atom EGOYAN.
Infine si rimane senza parole dal David Giovani attribuito a La Corrispondenza di Giuseppe Tornatore. La giuria ha scartato il delicatissimo  Gli ultimi saranno ultimi di Massimiliano Bruno con Paola Cortellesi e Alessandro Gassman. Forse perché i giovani sono rimasti ancorati alla bellezza statuaria della attrice ucraina Olga Kurylenko in una pellicola dove non riconosciamo la mano di Tornatore di Nuovo Cinema Paradiso.
Per inciso il Premio Miglior cortometraggio 2016 era stato già assegnato a Bellissima di Alessandro Capitani ai primi di marzo.