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Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



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mercoledì 25 maggio 2016

Special Cannes 2016: gli italiani fuori dai Palmares ed a sorpresa vince Loach

da Cannes Luigi Noera (foto per gentile concessione del Festival di Cannes)
Se l’anno scorso i cineasti italiani (e che cineasti) avevano raccolto le briciole, quest’anno l’Italia è rimasta a bocca asciutta. Sebbene il pubblico di Cannes abbia apprezzato sia Fai Bei Sogni di Marco Bellocchio che Fiore di Claudio Giovannesi, il divario con le altre pellicole in concorso nella stessa sezione autonoma non era obbiettivamente colmabile. Comunque sia andiamo alle star collaudate che sono state premiate dalla giuria del 69esimo Festival di Cannes, presieduta da George Miller, che oltre a premiare le quote ha omaggiato la Francia rappresentata da Oliver Assays. In calce riportiamo le nostre prime impressioni sotto forma di gradimento.

Durante la cerimonia di premiazione svoltasi domenica 22 maggio sono stati
annunciati i nomi dei  vincitori dei Palmares 2016. Laurent Lafitte ha accolto i vincitori e gli ospiti che hanno consegnato loro i Palmares sul palco del Grand Théâtre Lumière, mentre l'attore americano, Mel Gibson, ha avuto l'onore di consegnare la Palma d'oro al migliore film dei 21 in concorso e l'attore francese, Jean-Pierre Léaud, ha ricevuto da Arnaud Desplechin la Palma d'oro ad honorem.
Al termine della cerimonia di premiazione a chiudere questa edizione 2016 del Festival è stata la pellicola Palma d'oro
I, DANIEL BLAKE di Ken Loach
 
Ma ecco i premi della selezione ufficiale:
LUNGOMETRAGGI
Palma d'oro I, Daniele BLAKE di Ken Loach
Gran Premio JUSTE LA FIN DU MONDE di Xavier Dolan
Premio per la migliore regia ex-aequo Cristian Mungiu per  Bacalaureat e Olivier Assayas per PERSONAL SHOPPER
Premio migliore sceneggiatura a Asghar Farhadi per FORUSHANDE (The Salesman)
Premio della Giuria ad American Honey di Andrea Arnold
Premio migliore attrice a Jaclyn JOSE in MA 'ROSA di Brillante Mendoza
Premio miglior attore a Shahab Hosseini in FORUSHANDE (The Salesman) di Asghar Farhadi
Inoltre i Premi della Giuria Ecumenicale sono andati a Xavier Dolan, Andrea Arnold e Ken Loach, mentre il Premio della Giuria FIPRESCI è andati Maren ADE per Toni Erdman.
CORTOMETRAGGI
Palma d'oro TIMECODE di Juanjo GIMENEZ
Menzione speciale a Un MOCA QUE DANÇOU COM O DIABO (The Girl Who Danced With the Devil) di João Paulo MIRANDA MARIA
La CAMÉRA D’OR alla migliore opera prima è andata a DIVINES di Houda BENYAMINA presentato nella sezione autonoma Quinzaine des Realisateurs, la Giuria del CST ha inoltre assegnato il VULCAN AWARD OF THE TECHNICAL ARTIST a Seong-HIE RYU, per la direzione artistica svolta con grande ispirazione del film MADEMOISELLE (Agassi) di Park Chan-wook.
 
Ricordiamo anche i premi della sezione collaterale Un Certain Regard assegnati il giorno precedente dalla giuria presieduta dall’attrice svizzera Marthe Keller:
Premio Un Certain Regard a HYMYILEVÄ MIES  (Il giorno più bello nella vita di Olli Mäki) di Juho Kuosmanen
Premio della Giuria a Fuchi NI Tatsu (Harmonium)  di Fukada Kôji
Premio per la miglior regia a Matt Ross per CAPITAN FANTASTIC
Premio per la migliore sceneggiatura a  Delphine Coulin e Muriel Coulin per VOIR DU PAYS
Premio Speciale Un Certain Regard a La Tortue ROUGE di Michael Dudok de Wit
Premio della Giuria FIPRESCI a Bogdan MIRICA per CAINI.
 
Mentre la Giuria Cinéfondation e Short Films presieduta da Naomi Kawase, ha assegnato i seguenti premi 2016 Cinéfondation la cui selezione di 18 film di studenti sono stati scelti tra 2.350 pellicole provenienti da 548 scuole cinematografiche del mondo, durante una cerimonia al Teatro Buñuel, che è stata seguita dalla proiezione del film vincitore.
Primo premio a ANNA di Or Sinai - The Sam Spiegel Film & TV School, Israele
Secondo premio a IN THE HILLS di Hamid Ahmadi - The London Film School, UK
Terzo premio ex equo a A NYALINTÁS NESZE  di Nadja Andrasev -  Moholy-Nagy University of Art and Design, Ungheria e a LA CULPA, PROBABLEMENTE di Michael Labarca - Universidad de Los Andes, Venezuela
Quanto ai premi della Giuria della 55esima Semaine de la Critique con presidente Valérie Donzelli:
Nespresso Grand Prize a MIMOSAS di Oliver Laxe
France 4 Visionary Award ad ALBÜM di Mehmet Can Mertoğlu
Leica Cine Discovery Prize for short films a PRENJAK di Wregas Bhanuteja
Premi dei Partner:
Gan Foundation Award for Distribution a  Sophie Dulac, Francia per ONE WEEK AND A DAY (SHAVUA VE YOM) di Asaph Polonsky
SACD Award a Davy Chou and Claire Maugendre co-sceneggiatori di DIAMOND ISLAND
Canal+ Award short films a L'ENFANCE D'UN CHEF di Antoine de Bary
 
Nella selezione autonoma della Quinzaine des Realisateur sono stati assegnati i seguenti premi minori:
Art Cinema Award : Wolf and Sheep di Shahrbanoo Sadat
Prix SACD : L’Effet aquatique di Sólveig Anspach
Menzione speciale a Divines di Houda Benyamina
Label Europa Cinemas a Mercenaire di Sacha Wolff
Prix Illy ad un du courtometragggio : Chasse royale di Lise Akoka & Romane Gueret
Menzione speciale a Zvir (The Beast) di Miroslav Sikavica. Il Premio della Giuria FIPRESCI è andato a Julia DUCOURNAU per Grave.
Infine una notizia sulla Palma Queer 2016 che è andata al documentario  Les vies de Thérèse (Quinzaine des Réalisateurs) di Sebastien Lifshitz, mentre la Short Queer Palm è stata assegnato al corto GABBER LOVER, regia di Anna CAZENAVE-CAMBET (Cinéfondation). Dopo tante discussioni, la giuria ha deciso all'unanimità di assegnare il Queer Palm a due film che illustrano come due donne, una adolescente e l'altra in punto di morte- hanno lottato e sono riuscite a plasmare la propria vita.
 
Ma passiamo alla valutazione delle pellicole. Per quello che ci riguarda, avendo visto tutti i film in competizione, ad eccezione del film di Alain Guiraudie (Francia) Rester Vertical, ecco la nostra personale classifica, nella quale abbiamo aggiunto alla fine i film fuori concorso visti in ordine di gradimento:
1.     Ma’ Rosa (Brillante Mendoza, Filippine)
2.     It’s Only the End of the World (Xavier Dolan, Canada)
3.     American Honey (Andrea Arnold, UK)
4.     The Salesman (Asghar Farhadi, Iran)
5.     Ma Loute (Bruno Dumont, Francia)
6.     Bacalaureat (Cristian Mungiu, Romania)
7.     I, Daniel Blake (Ken Loach, UK)
8.     Paterson (Jim Jarmusch, US)
9.     Aquarius (Kleber Mendonça Filho, Brasile)
10.           The Handmaid (Park Chan-wook, Sud Corea)
11.           Toni Erdmann (Maren Ade, Germania)
12.           Sieranevada (Cristi Puiu, Romania)
13.           Personal Shopper (Olivier Assayas, Francia)
14.           Julieta (Pedro Almodóvar, Spagna)
15.           Mal de Pierres (Nicole Garcia, Algeria)
16.           The Unknown Girl (Luc and Jean-Pierre Dardenne, Belgio)
17.           Elle (Paul Verhoeven, Francia)
18.           Loving (Jeff Nichols, US)
19.           The Neon Demon (Nicolas Winding Refn, US)
20.           The Last Face (Sean Penn, US) che resta in assoluto il più brutto film!

Per Special screenings il poetico Le Cancre
(Paul Vecchiali, Francia) e il gang movie Chouf (Karim Dridi, Francia), per Midnight screenings, in ordine di gradimento, il doc Gimme Danger
(Jim Jarmusch, US) e Blood Father (Jean-François Richet, Francia.
Per quanto riguarda la selezione a latere Un Certain Regard, la nostra visione si è limitata ad un terzo delle pellicole che riportiamo in ordine di gradimento:
1.     La Tortue Rogue (Michael Dudok de Wit, Paesi Bassi)
2.     Fuchi Ni Tatsu (Kôji Fukada, Giappone)
3.     After the Storm (Kore-eda Hirokazu, Giappone)
4.     Me’Ever Laharim Vehagvoat (Eran Kolirin, Israele)
5.     Varoonegi (Behnam Behzadi, Iran)
6.     Voir du Pays (Delphine Coulin and Muriel Coulin, Francia)
7.     La Larga Noche De Francisco Sanctis (Francisco Márquez & Andrea Testa)
E quindi avendo tralasciato le rimanenti pellicole tra le quali sia Caini (Bogdan Mirică), sia Captain Fantastic (Matt Ross, US) hanno invece vinto. Ricordiamo che in questa sezione era pure presente il film italiano Pericle Il Nero di Stefano Mordini con un appaluditissimo Scamarcio.
Dei film visti delle sezioni autonome Quinzaine e Semaine della Critique rispettivamente solamente Diamond Island (Davy Chou) è stato premiato. Infatti per la Quinzaine abbiamo visto in ordine di gradimento:
1.     Tour de France (Rachid Djaïdani)
2.     Dog Eat Dog (Paul Schrader)
3.     Neruda (Pablo Larraín)
Mentre i premi sono andati a Divines (Houda Benyamina), Les Vies de Thérèse (Sébastien Lifshitz), Mercenaire (Sacha Wolff) e a Wolf and Sheep (Shahrbanoo Sadat).
Per la Settimana della Critica abbiamo visto oltre a Diamond Island (Davy Chou), anche l’irrisolto A Yellow Bird (K Rajagopal) e il film fuori concorso Verranno Tempi più Felici del pretenzioso Alessandro Comodin. I premi sono invece andati a Albüm (Mehmet Can Mertoğlu), L’Effet aquatique (Sólveig Anspach), Raw (Julia Ducournau), Mimosas (Oliver Laxe) e a One Week and a Day (Asaph Polonsky).
Probabilmente alcuni di questi ultimi saranno ripresi dalla consueta Rassegna di giugno Cannes a Roma.


Il Festival di Cannes offre inoltre opportunità di mostrare in anteprima nuove produzioni in ambito del Marche du Film. Una di queste che ha avuto un buon successo è la produzione asiatica su un leggendario eroe del lontano Oriente BILAL.
Pochi ne parlano ma, accanto al Festival di Cannes, nella vicinissima Chiesa di Notre Dame de Bon Voyage si svolge un Festival piccolino e nello stesso tempo grande Il Festival Sacro della Bellezza, arrivato alla terza edizione. Quest’anno uno dei promotori, l’amatissimo attore Michael Lonsdale, ci ha commosso con la sua interpretazione della Via Crucis. Con questa menzione vogliamo ringraziarlo.

mercoledì 11 maggio 2016

Speciale Cannes 2016 - la Croisette si prepara ad accogliere dai cinque Continenti i cineasti di ieri e di domani

da Cannes Luigi Noera - Mercoledì 11 Maggio (DAY 1) - Foto per gentile concessione del Festival de Cannes.
Alle 19,00 si inaugura al Gran Théatre Lumiére la 69esima edizione del Festival di Cannes presentata quest’anno dall’attore Laurent Lafitte che ha accettato di ricoprire il ruolo di maestro di cerimonie per questa 69esima edizione. L'attore e comico presenterà anche la cerimonia di premiazione e di chiusura di domenica 22 maggio. Interprete di Un pensionnaire della Comédie-Française nel 2012, nel 2011, è stato maestro di cerimonia per la 25esima Nuit des Molières. Fa parte del cast del film in concorso Elle del regista olandese Paul Verhoeven e sta attualmente lavorando nell’ultimo film Au revoir là-haut di Albert Dupontel. La pellicola
prescelta per la serarta inaugurale è dell’inossidabile Woody Allen che presenta un storia d’amore ambientata nel Jet set anni 30 americano: Cafe Society. Ecco allora che a poche ore dall’inaugurazione della 69esima edizione del Festival di Cannes, che è il Festival per eccellenza, e sullo sfondo della Capri dorata del Poster 2016 diamo una panoramica sintetica di questa kermesse attesa tutto l’anno da chi ama la settima arte. Intanto le 134 pellicole selezionate tra lungometraggi e cortometraggi sono un numero notevole e stabile rispetto all’anno scorso (133). Stiamo parlando della migliore produzione attuale mondiale e di tendenza. La notizia dell’ultima ora è che la Palma d’oro ad onorem è andata a Jeann-Pierre Léaud a suo tempo giovane interprete di I 400 colpi d
ell’allora esordiente Truffaut.
Il geniale cineasta è diventato un cult della cinematografia francese, con i successivi film dove il giovane Antoine è il protagonista ma anche l’alter ego dello stesso Truffaut. Antoine et Colette (1962), Baci rubati (1968), il domicilio coniugale (1970) e L'Amour en fuite (1979), per ricordare i film che lo hanno visto crescere. L’occasione per la consegna dell’onorificenza sarà la cerimonia di chiusura del 22 maggio. Altro omaggiato di Cannes sarà Robert De Niro che verrà accolto il 16 maggio nel Grand Théâtre Lumière del Palais des Festivals per la proiezione unica e speciale nella Selezione Ufficiale di Hands of Stone del regista venezuelano Jonathan Jakubowicz. E’ la storia comune del pugile panamense Roberto Duran (Edgar Ramírez) e manager e allenatore Ray Arcel (Robert De Niro) che sta per portarlo ai più alti successi in tutto il mondo del ring negli anni '70 e anni '80, durante i quali combatte contro leggendari pugili come Sugar Ray Leonard.  "Sono entusiasta di tornare a Cannes soprattutto con questo film di cui sono così orgoglioso e non vedo l'ora di vedere i miei amici provenienti da tutto il mondo del cinema a unirsi a noi per questo evento divertente". Un altro evento speciale è la Masterclass che verrà tenuta il 18 maggio da William Friedkin che spiegherà il suo cinema. Autore di masterpiece come Sorcerer nel 1977 e film pietre miliari negli anni ’70 e anni ’80: The French Connection (1971) e L’esorcista (1973) insieme a Cruising (1980) e To Live and Die in L.A. (1985). Passiamo ai numeri di Cannes. A cominciare dalle 21 opere in Concorso e le 17 opere Fuori Concorso. Mentre nella interessante sezione Un
Certain Regard, scopritrice di nuovi talenti, sono 18 di cui 7 opere prime. Nell’altrettanta interessante selezione Cinefondation / Cannes Court Metrage presieduta dalla giapponese Naomi Kawase ( AN - I Dolci della Signora Toku) sono nel complesso 28. Nella sezione autonoma collaterale Quinzaine de Realisateurs giunta alla 48esima edizione sono 18 i lungometraggi e 11 i corti mentre la
Semaine della Critique presenterà 10 lungometraggi e 11 corti. Quest’ultima sezione è arrivata alla sua 55esima edizione. A queste pellicole bisogna aggiungere le 38 opere della sezione Cannes Classics e le 8 pellicole del Cinéma de la Plage. Anche quest’anno infatti ci sono tante ricorrenze con omaggi ai grandi del cinema del passato cominciando con Raymond Depardon (Francia) passando per Frederick Wiseman (USA), ma anche all’italiano Mario Bava con Terrore nello Spazio del 1965 e il messicano Arturo Ripstein con Tiempo de Morir del 1966.

Passiamo ai cineasti che si contenderanno la Palma d’Oro di questa 69esima edizione. Quattro francesi (Dumont, Assayas, Garcia, Guiraudie), due rumeni (Mungiu e Puiu), due inglesi (Arnold e Loach), uno spagnolo (Almodovar), un danese (Winding Refn), un olandese (Verhoeven), una tedesca (Maren Ade) e un duo belga (i fratelli Dardenne), sono la colonna portante del Festival tutti provenienti dall'Europa che domina la selezione con 13 film in gara. Il Nord America sarà rappresentato da quattro titoli (Dolan, Jarmusch, Penn, Nichols), l'Asia ha due registi in lizza (Chan-wook e Mendoza) e il Sud America gareggia con un solo contendente (Mendonça Filho). Per quello che ci riguarda la
rappresentante italiana è Valeria Golino nominata nella giuria della selezione ufficiale insieme agli attori francesi Vanessa PARADIS e Arnaud DESPLECHIN, agli attori Mads MIKKELSEN (DK) e Donald SUTHERLAND (Canada), il produttore iraniano Katayoon SHAHABI, il prestigioso regista ungherese László NEMES autore del pluripremiato Il figlio di Saule ed ovviamente il Presidente George MILLER. Per il nostro cinema è stato
selezionato Riccardo Scamarcio nel film PERICLE IL NERO di Stefano Mordini a rappresentare l’Italia nella selezione Un Certain Regard.
Qui però è presente il giovane cineasta olandese Dudok De Vit che con la sua Tartaruga Rossa potrebbe aspirare alla vittoria.. La giuria di questa sezione è presieduta dall’attrice svizzera Marthe Keller, coadiuvata dalla regista e produttrice austriaca Jessica HAUSNER, dall’attore e produttore messicano Diego LUNA, dal regista svedese Ruben ÖSTLUND e dall’attrice francese Céline SALLETTE. Ma la rappresentanza italiana non finisce qui infatti, a riprova della vitalità del cinema italiano considerato così anche dai francesi, ritroviamo un trio invidiabile nella selezione dei Quinzaine des Realisateurs con Marco Bellocchio con Fai Bei Sogni, l’outsider Claudio Giovannesi con Fiore e Paolo Virzì con La Pazza Gioia.
“I magnifici tre” Bellocchio – Giovannesi - Virzì dovranno vedersela con gli altrettanti bravi registi J. Lafosse, C. Barras, Laura Poitras. Ma anche con cineasti del calibro di Pablo Larrain che presenta Neruda. Sono presenti altri tre italiani nelle varie sezioni. Uno nell’altra sezione autonoma collaterale della Semaine della Critique nella quale per l’Italia viene
presentato il visionario I Tempi Felici Verranno Presto di Alessandro Comodin che utilizza un linguaggio
innovativo.  Gli altri due sono il corto in competizione IL SILENZIO di FARNOOSH SAMADI & ALI ASGARI ed il corto del Programma Cinefondation LA SANTA CHE DORME realizzato da LAURA SAMANI del Centro Sperimentale di Cinematografia. Stiamo quindi parlando di una nuova generazione di cineasti.

Quest’anno il compito di presiedere la Giuria che dovrà assegnare la Camera d’Or è andato a Catherine Corsini, Direttrice della Sociétè des Réalisateur de Films – SRF, fra le opere prime insieme alle altre della Selezione Ufficiale ( due Fuori Concorso e 7 delle pellicole di Un Certain Regard), 7 della Semaine della Critique e delle 6 di Quinziane per un totale di 22 opere prime selezionate nel 2016. Il minor numero rispetto al 2016 è dovuto alla scelta di tornare ai vecchi splendori del cinema di cineasti per  così dire e nel pieno della maturità come Loach. Invece è stato promosso il geniale Dolan vincitore di due Festival fa con lo strepitoso Mommy. Da lui ci aspettiamo molto.
A questo punto non resta che attendere dal cosiddetto ombelico del mondo del cinema il verdetto della prestigiosa Giuria presieduta da George Miller, mentre ai nostri cineasti di ieri e di domani diciamo in bocca al lupo!

martedì 22 marzo 2016

Speciale Cannes: L’isola di Capri nel film Il Disprezzo di Jean Luc Godard icona e linea maestra della 69esima edizione

Presidenti di Giuria George Miller e Naomi Kawase della 69esima edizione, mentre Valérie Donzelli presiederà la 55esima Semaine de la Critique.
(foto per gentile concessione del Fesival de Cannes). 
E' tutto racchiuso in un memorabile fotogramma del film del 1963 ambientato tra Roma e l’isola di Capri. La scalinata, il mare, l'orizzonte: ascesa di un uomo verso il suo sogno, in una calda luce mediterranea che vira verso una colorazione dorata. La definizione di una immagine come un ricordo senza tempo così quella utilizzata all'inizio del film di Jean Luc Godard definisce il cinema che sostituisce il nostro sguardo con un mondo in armonia con i nostri desideri.
E così è anche per Michel Piccoli che nel 2016, dal tetto della famosa villa caprese progettata dallo scrittore Curzio Malaparte, aprirà il tappeto rosso del 69esimo Festival di Cannes. E' una scelta simbolica, dal momento che ci ricorda come la realizzazione del film - considerato da molti come uno dei migliori mai realizzato in CinemaScope con l’interpretazione della coppia Piccoli - Bardot insieme a Fritz Lang, con la fotografia di Raoul Coutard, la musica di Georges Delerue, etc. – abbia influito sulla storia del cinema e della cinefilia.
Alla vigilia del suo 70esimo anniversario dalla prima edizione, con questa scelta di essere contemporaneamente palinsesto e con questa inequivocabile pellicola il Festival ribadisce il suo impegno dalla sua fondazione: rendere omaggio alla storia del cinema, e ad accogliere nuovi modi di creare e di vedere . La scalinata rappresenta una sorta di ascensione verso l'orizzonte infinito di uno schermo cinematografico.
Il manifesto del 69esimo Festival di Cannes è stato ideato da Philippe Savoir (Filifox) grazie all’opera prestata da Hervé Chigioni e dal grafico Gilles Frappier.
Si delinea così la linea che seguirà il Festival, dopo la nomina dei Presidenti di Giuria. Sappiamo già di George Miller a presiedere la Giuria della selezione ufficiale, ma adesso anche la sezione Cinefondation e Cortometraggi ha il suo presidente di Giuria.
Infatti con una tempistica che solo i francesi hanno, è stata annunciata, poco prima della presentazione dell’inaugurazione della 66esima Berlinale, la nomina del regista australiano nonché sceneggiatore e produttore George Miller a guida della Giuria del 69esimo Festival di Cannes che assegnerà la Palma d'Oro al termine del prossimo festival che si terrà dal 11-22 Maggio.
Dopo aver ricevuto l'invito da Cannes, George Miller ha commentato entusiasta: E’ assolutamente un piacere! Ritrovarsi in mezzo a questo festival alla scoperta di tesori cinematografici provenienti da tutto il pianeta, trascorrendo il tempo in appassionati dialoghi con gli altri membri della giuria. Per me è un onore esserci. E verrò suonando le campane a festa!
Reduce da Cannes lo scorso maggio con il suo nuovo Mad Max: Fury Road in una cavalcata fantastica sugli schermi del Palazzo del Festival. Il film, presentato fuori concorso nella Selezione Ufficiale, ha segnato il ritorno non solo del protagonista della leggendaria saga per i milioni di fan di Max Rockatansky, ma anche il ritorno del suo creatore, George Miller, e del cinema visionario che lui ha inventato 30 anni fa noto in tutto il mondo. Da parte del Festival di Cannes è stato sottolineato, annunciando la sua nomina, che il fatto segna una volontà di omaggiare il cinema di genere in un festival. Ma soprattutto, l’invito a un grande cuore cinefilo e a un grande essere umano.
Ma è anche interessante la nomina della regista giapponese Naomi Kawase a presiedente della giuria Cinéfondation e Cortometraggi.
La regista è stata già presente nel 2015 nella sezione indipendente Un Certain Regard inaugurandola in maniera poetica con il suo film Le Ricette della Signora Toku (An). Nell’annunciare la nomina è stato sottolineato che ci sono alcuni registi le cui carriere sono costantemente legate con il Festival, con tanta gioia degli organizzatori. La collaborazione di Naomi Kawase con Cannes è iniziata nel 1997, quando appena 27enne, è diventata la più giovane vincitrice della Camera d'Or per il suo film Suzaku (Moe non Suzaku). La promessa di questa scoperta è stata da allora ribadita più volte - come dimostra la partecipazione e selezione in concorso di tutta una serie di suoi lungometraggi: Shara (Sharasojyu) nel 2003, The Mourning Forest (Mogari no Mori) nel 2007, Hanezu (Hanezu no tsuki) nel 2011 and Still the Water (Futatsume no mado) nel 2014.. Inoltre nel 2013 ha fatto parte della Giuria presieduta da Steven Spielberg.
Nei suoi film Naomi Kawase utilizza budget limitati e preferisce attori non professionisti – segno distintivo del regista di aver iniziato nel genere documentario, che l'ha portata alla ribalta dopo essersi diplomata alla scuola di fotografia di Osaka. Il suo documentario del 1992 Embracing (Ni tsutsumarete), in cui descrive la ricerca per il padre che l'ha abbandonata, e Genpin nel 2010, in cui si esplora il tema delle donne che hanno optato per il parto naturale, sono due esempi eccezionali.
Con The Mourning Forest (Mogari no Mori) nel 2007, che ricevette  il Grand Prix a Cannes, la fama della regista è cresciuto ancora di più. Film dopo film, Kawase ha sperimentato con una varietà di generi e formati e approfondito i temi autobiografici a lei più cari: i legami familiari, il rapporto umano con il tempo e la perdita, e una celebrazione della natura, in particolare nella sua regione natale di Nara al centro del Giappone.
E 'stato in questa regione che nel 2010 ha fondato il Nara International Film Festival, dedicato a promuovere il lavoro di giovani registi - un impegno che Naomi Kawase saprà senza dubbio sostenere durante la sua presidenza della Cinéfondation e del Short Film.
Quando la sua nomina è stata annunciata, Naomi Kawase ha detto: I film arricchiscono la vita delle persone, e i loro mondi ispirano nuove possibilità. E 'un po' più di 100 anni da quando l'avvento dei film, e il suo potenziale è in continua espansione. E’ un mezzo eccezionale che può incarnare la diversità delle culture del mondo, e le storie raccontate nei film sono come un'altra vita che incanta il pubblico che li vede. I cortometraggi sono estremamente difficili, in rapporto alla questione di come una storia può essere descritta in così breve tempo, mentre contengono anche una miriade di possibilità ancora invisibili. E tra i film realizzati da studenti ci sarà la scoperta di un tesoro nascosto come una pietra preziosa, che mi rende molto ansiosa di partecipare a questa giuria, come in un viaggio di avventura.
Gilles Jacob ha aggiunto: Dalle sue radici giapponesi, Naomi Kawase (Caméra d'or 1997) prende la sua delicatezza estrema, i modi raffinati e l’eleganza morale. Il suo talento di visionaria ha contribuito a generare un intelligenza cinematografica e una sottile arte piena di mistero poetico ed elegante semplicità, convogliata attraverso le grandi emozioni della vita e i piccoli gesti della vita quotidiana. Quest'anno verrà a far parte della lunga serie dei grandi presidenti della giuria della Cinéfondation e del cortometraggio, da Martin Scorsese e Abbas Kiarostami, da Jane Campion, Hou Hsiao-hsien, John Boorman e ai fratelli Dardenne.
Su invito del Festival, l'attore Laurent Lafitte ha accettato di ricoprire il ruolo di maestro di cerimonie per questa 69esima edizione. L'attore e comico presenterà la cerimonia di apertura mercoledì 11 maggio e quella della premiazione durante la cerimonia di chiusura di domenica 22 maggio.
Laurent Lafitte ha iniziato la sua carriera nel 1990 dopo un trionfo nello show dal titolo "Laurent Lafitte, comme son nom l'indique", ha intrapreso la carriera nel cinema e il teatro. Interprete di Un pensionnaire della Comédie-Française nel 2012, nel 2011, è stato maestro di cerimonia per la 25esima Nuit des Molières.
Ha appena finito di girare Elle del regista olandese Paul Verhoeven e sta attualmente lavorando nell’ultimo film Au revoir là-haut di Albert Dupontel. Lafitte sarà anche protagonista con Uma Thurman nel cast del prossimo film di Marjane Satrapi - un adattamento del romanzo di Romain Puértolas: "Il viaggio straordinario del fachiro rimasto intrappolato in un armadio IKEA". Laurent Lafitte sostituisce Lambert Wilson che per due volte ha presentato Cannes nel 2014 e nel 2015.In ultimo ricordiamo l’impegno del Festival per le nuove leve del Cinema internazionale. Infatti con Cinéfondation Atelier il Festival ospiterà la 12esima edizione con la quale inviterà al Festival di Cannes 16 giovani registi i cui progetti sono stati considerati particolarmente promettenti. Insieme a loro produttori, essi potranno incontrare potenziali partner, un passo necessario per completare il loro progetto e avviare la realizzazione del loro film. L'Atelier offre ai suoi partecipanti l'accesso a co-produzioni internazionali, accelerando così il completamento del film.
Cinéfondation Atelier è stato creato nel 2005 per stimolare la produzione cinematografica creativa e favorire la nascita di una nuova generazione di cineasti. Finora, su 171 progetti accompagnati, 126 sono stati rilasciati nelle sale e 18 sono attualmente in pre-produzione. Per la 12esima edizione di Atelier, sono stati selezionati 15 progetti provenienti da 14 paesi, tra registi esordienti e non.
Dal 13 al 19 maggio, Atelier organizzerà incontri con i registi per i professionisti dell'industria cinematografica interessati ad investire nei loro progetti.
Di seguito l’elenco dei Livre des Projets che saranno disponibili online a inizio aprile in www.cinefondation.com :


Abou Leila

Amin Sidi-Boumediène

Algeria

La Cordillera

Santiago Mitre

Argentina

Tantas Almas

Nicolás Rincón Gille

Colombia

Ni dieux ni maîtres

Eric Cherrière

France

Memories and my Mother

Aditya Vikram Sengupta

India

Marlina the murderer in four acts

Mouly Surya

Indonesia

Daoud’s winter

Koutaiba Al Janabi

Iraq

Death in Bed

David Volach

Israel

Sow The Wind

Danilo Caputo

Italy

Femme fatale

Kyoko Miyake

Japan

The Whole-timers

Bibhusan Basnet & Pooja Gurung

Nepal

Animas

José Ortuño

Spain

My favorite fabric

Gaya Jiji

Syria

Iguana Tokyo

Kaan Müjdeci

Turkey

The Boarding school

Rezan Yeşilbaş

Turkey


Apprendiamo in questo momento che la Giuria della Settimana della Critica, sezione a latere del Festival giunta alla 55esima edizione  che mette in mostra giovani talenti, è composta eccezionalmente da 5 registi importanti che hanno girato il loro primo o secondo film negli ultimi 5 anni. Presidente di giuria sarà Valérie Donzelli, che l’anno passato ha presentato in concorso lo scabroso Marguerite e Julien. Accanto a lei Alice Winocour scoperta della Settimana della Critica con Agustine (2011) e Maryland presentato nella sezione Un Certain Regard nel 2015 e vincitore del César per la migliore sceneggiatura di Mustang. Nadav Lapid regista di L’Institutrice selezionato nel 2014 che è stato salutato dalla stampa come uno dei più importanti film del cinema israeliano. David Robert Mitchell in concorso nel 2014 alla Settimana con It Follows è già diventato un cult per una generazione di spettatori e infine Santiago Mitre, vincitore del Gran Premio Nespresso nel 2015 con a Paulina, un lavoro tra i più potenti del giovane cinema argentino che uscirà sugli schermi francesi il 13 aprile.