Tertio Millennio Film Fest della Fondazione Ente dello
Spettacolo, giunto alla 20a edizione e inaugurato da san Giovanni Paolo II nel
1997, con il patrocinio dei Pontifici Consigli della Cultura e delle
Comunicazioni Sociali, in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per le
comunicazioni sociali CEI e con il sostegno della Direzione Generale Cinema
MiBACT, è un festival cinematografico nel segno del dialogo interculturale e
interreligioso.
Da sempre attento a indagare temi legati alla spiritualità,
Tertio Millennio nel 2015 ha promosso un importante progetto di rinnovamento.
Sull’esempio del “Cortile dei Gentili” promosso da S.E. il card. Gianfranco
Ravasi, il Festival ha coinvolto i rappresentanti delle religioni cattolica,
protestante, ebraica e islamica all’interno del proprio Comitato di Selezione
per una proposta cinematografica nel segno della pace. Il dialogo
interreligioso «è una condizione imprescindibile per la pace, e per questo è un
dovere per tutti i credenti» (Francesco, Evangelii gaudium, 250). Il Festival
si fregia della medaglia di rappresentanza della Presidenza della Repubblica.
Il bello di ripensare il dialogo tra religioni sta anche
nell’individuazione di lineedi convergenza mai pensate prima. In altre parole,
su che cosa si dovrebbe convenire? Quali le questioni su cui confrontarsi
cercando un accordo chenon camuffi le divergenze ma le renda semmai produttive,
arricchenti?
Se l’interreligiosità è l’abito indossato da Tertio
Millennio, il suo corpo tematico cambia di anno in anno. Può essere la sfida
dell’ecologia tanto rimarcata da Papa Francesco o il tema dell’accoglienza dei
migranti o, come quest’anno, la questione femminile. Non bisogna ingannarsi su
questo: c’è un problema donna che attraversa tutte le culture chiamate in causa
dalla rassegna. Un retaggio del patriarcato che travalica storie e confini: le
società, con le dovute differenze, sembrano tutte esercitare una forma di
pressione indebita nei confronti della donna, che può portare talvolta a
condizioni subdole di emancipazione (Coldness), altre volte sfociare in forme
di violenza intollerabile (La ragazza senza nome, Agnus Dei, Paradise). Le vie della salvezza, ha ripetuto più volte il Papa, non
sono precluse a nessuno: uomini e donne, indifferentemente. Persino il più
abietto può incontrare la Grazia, come attesta la storia di Pippo Grassonelli
(Ero Malerba). L’arte, la cultura, rivestono allora un doppio fondamentale
ruolo: quello di mettere in comunicazione gli uomini – rivelando quindi la loro
condizione di eguali, di fratelli – e quello di elevarli, aprendo loro gli
occhi su un destino più autentico. Una missione che il cinema dei grandi – come
quell’ Ermanno Olmi che si racconta senza remore in E venne l’uomo – ha sempre
perseguito. La missione di essere uomini per davvero.

E’ previsto l’Incontro con i registi e l’intervento di don
Davide Milani, Modera Federico Pontiggia.
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