Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



mercoledì 24 maggio 2017

Speciale #CANNES70 - (DAY 6&7)

Al giro di boa del Festival dal Giappone un delicato omaggio al Cinema, e nella
sezione
UN CERTAIN REGARD
la sfilata degli esordienti

Lunedì 22 e Martedì 23 Maggio - Foto per gentile concessione del Festival de Cannes

Nella Selezione Ufficiale dei film in Competizione il regista greco Yorgos LANTHIMOS presenta THE KILLING OF A SACRED DEER in una produzione anglosassone. Lo stesso autore ha presentato ed ha  vinto a Cannes nel 2015 con The Lobster interpretato da Collin Farrel il quale questa volta raddoppia la sua presenza a Cannes insieme a Nicole KINDMAN. In un crescendo di suspense-horror la quiete della famiglia modello di un famoso cadiochirurgo viene sconvolta dal desiderio di vendetta dei familiari di un paziente morto durante una operazione al cuore. Gli elementi per un buon film ci sono tutti. Il cattivo impersonato dal giovane figlio già visto nel film Eastern Boys è un ragazzo che fa tenerezza  per la sua caparbietà. Tanto sangue ed il finale di una dolorosa scelta per il cardiochirurgo. Il tema affrontato potrebbe sembrae a prima vista un inneggiare alla disgregazione del concetto di Famiglia. In realtà nella scelta dolorosa del c’è la volontà di salvificazione. Il regista conferma ancora una volta di possedere una vena narrativa che stupisce.
Dal regista tedesco autore  di Amour interpretato da  Isabelle Huppert ed a Jean-Louis Trintignant insieme a questi ultimi  HAPPY AND una saga familiare della ricca borghesia

nella quale gli elementi ci sono tutti per fare apprezzare il film. Nella storia c’è un richiamo preciso al precedente dalle labbra del patriarca Trintignant. Il finale a sorpresa lo potrete godere in sala.
Ma ecco la nuova stella del Sol Levante, già conosciuta ed apprezzata nella sezione Un Certain FRegard, ormai assidua al Festival di Cannes con un omaggio al Cinema da strappare le lacrime. Parliamo di Naomi KAWASE che presenta HIKARI (RADEANCE). Della regista ricordiamo il delicato AN del 2015 distribuito in Italia come Le Ricette della signora TOKU, adesso ci propone un omaggio ala settima arte con la storia di Misako appassionata autrice di versioni cinematografiche per non vedenti.

Nella selezione UN CERTAIN REGARD oltre agli esordienti Laurent CANTET ci presenta L’ATELIER ambientato a La Ciotat  e ci consegna uno squarcio della Francia di oggi. Basti pensare al finale a sorpresa dove nel laboratorio di scrittura condotto dalla protagonista Olivia viene svelato il volto multietnico della Francia di oggi. Dei tre esordienti quello che merita attenzione è il fil del regista slovacco Gyorgy KRISTOF OUT che presenta una storia di emigrazione con tanti elementi interessanti che stupiscono. Dopo aver perso il suo lavoro in una centrale elettrica Agoston decide di andare a lavorare come saldatore in un cantiere navale in Lettonia. Il viaggio per raggiungere il posto lo conduce a brevi incontri con persone nuove e a riconciliazioni con il passato che mettono in discussione la sua vita. Piano piano abbandona l'idea del lavoro in Lettonia e comincia a perseguire i suoi sogni più reconditi. Per quanto riguarda il francese Léonor SERRAILLE con JEUNE
FEMME ci presenta una storia ben congegnata che mostra elementi dirompenti e nello stesso tempo prevedibili. La protagonista è una sfigatae mentalmente instabile alterna momenti di lucidità. Infine Annarita ZAMBRANO con la sua opera prima APRÈS LA GUERRE con Giuseppe Battiston nei panni di un terrorista rifugiatosi in Francia negli anni di piombo ci consegna l’Italia di quegli anni. Peccato che il risultato è una storia scontata in un esercizio di laboratorio didattico.
Ai QUINZANES DES REALISATEURS dei tre italiani in lizza ad inizio settimana è passato ed è stato apprezzato L'INTRUSA di Leonardo De Costanzo.
Il regista ci parla di un mondo di recupero e delle implicazioni che possono esserci a livello personale di chi è impiegato ad assistere i più deboli in una situazione di assenza dello Stato.
Infine per Cannes Classics suggeriamo il film Belle de di Luis Buñuel del 1967.

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