
“Quando vedrete questo video sarò
probabilmente morto”
E’
la frase shock che introduce la storia degli ultimi in una delle tante favelas
brasiliane di Rio e imprime il ritmo impetuoso a tutto il film.
La
storia è tratta dall’omologo libro di Andy Mulligan, e prende spunto dall’
esperienza personale dello scrittore nel campo del volontariato internazionale.
La
storia è ben concepita però è doveroso sottolineare che viene spettacolarizzata una vicenda umana sui diritti negati.
Raphael,
Gardo e Rato sono treragazzini che vivono nella favelas e che per sopravvivere
si comportano da adulti.
Il
cinema non è nuovo a questo tipo di operazione “commerciale” come ad esempio
The Millionaire di Danny Boile (USA
2008).
Il
regista ha ammesso di aver utilizzato la
fisicità reale dei piccoli attori non professionisti scelti nelle strade di
Rio, e ha adeguato la programmazione delle riprese di volta in volta alle loro
necessità.
Sotto
quest’aspetto il film risulta veritiero, ma in altre parti soffre appunto della
spettacolarizzazione.
E
infatti ha vinto il Premio del Pubblico al Festival di Roma, colpendo al cuore
gli spettatori.
Comunque
bisogna riconoscere che la condanna rivolta da parte del regista al potere politico brasiliano corrotto
è netta e da speranza ad un mondo migliore, che è poi il
sentimento di ottimismo degli abitanti delle favelas.
Sotto
quest’aspetto il finale sarebbe potuto terminare anche qualche minuto prima
senza nulla togliere alla riuscita della pellicola.
Accanto ai piccoli attori non
professionisti ci sono Rooney Mara e Martin Sheen nel ruolo di attivista umanitaria e parroco
della comunità della favelas rispettivamente, spalle larghe dei tre ragazzi.
Tra gli altri intrepreti
brasiliani spiccano Wagner Moura, nella parte del buono che si ribella al
politico corrotto, e Selton Mello nella parte del cattivo poliziotto asservito invece
ai potenti corrotti.
Gli ingredienti per un buon
film ci sono tutti e Daldry li ha sapientemente mixati nelle giuste
proporzioni.
Regia: Stephen
Daldry , USA, 2014, 112’
Cast: Rooney Mara, Martin Sheen, Wagner Moura, Selton
Mello, André Ramiro, Jesuita Barbosa, Daniel Zettel, Rickson Tevez, Nélson
Xavier, Gabrielle Weinstein, Maria Eduarda, José Dumont, Gisele Fróes, Stepan
Nercessian, Gabriel Weinstein.
Mio
Papà: una famiglia allargata dei nostri giorni.
Niccolò Calvagna, figlio d’arte di Stefano Calvagna,
sebbene la sua giovanissima età, non è alla prima esperienza nella parte di un
figlio alle prese con due adulti.
Infatti ha prestato il suo talento artistico a
varie produzioni cinematografiche sin da piccolo.Una per tutte il film di Lucchetti Anni Felici.
La madre Claudia è interpretata
da una brava Donatella Finocchiaro,
mentre il padre acquisito Lorenzo è un impacciato Giorgio Pasotti.
Anche la parte buonista assegnata
a Ninetto Davoli (Orso) nei panni del
capo di Lorenzo ricorda una fiction televisiva.
Purtroppo i dialoghi sono
scontati e il melodramma va avanti con tante sbavature filmiche.
Non ultima la scena delle
stelle cadenti sulla spiaggia; in realtà siamo in inverno!
Comunque sia il Direttore
del Festival di Roma Muller
lo ha scelto come film di inaugurazione della kermesse romana.
Lorenzo è un palombaro tecnico
manutentore di piattaforme petrolifere. Il suo lavoro è rischioso e si svolge sottacqua.
La sua vita da single in
compagnia dell'amico Roberto (Fabio Troiano), suo compagno di lavoro e di scorribande nei locali notturni, cambia
radicalmente quando si innamora di Claudia.
Lei è divorziata e ha un
figlio piccolo da crescere, ma non troppo piccolo da non entrare in
competizione con Lorenzo.
L’unica cosa che resta da fare a
Lorenzo dopo aver conquistato il cuore di Claudia è conquistare la fiducia e il cuore di
Matteo.
Ma la vita riserva sorprese che
verranno svelate al termine del film.
Film melò dove le emozioni
però sono intrappolate nella rigidità dei personaggi.
Regia: Giulio Base, Italia 2014, 90’
Cast: Giorgio Pasotti, Donatella Finocchiaro, Niccolò
Calvagna, Fabio Troiano, Ninetto Davoli, Emanuela Rossi, Valerio Base.
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