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Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



martedì 24 febbraio 2015

Cinema al MAXXI - Intervista a Mario Sesti

 
di Luigi Noera

Abbiamo incontrato  Mario Sesti al MAXXI, in occasione della Rassegna cinematografica Cinema al Maxxi [Sito WEB] che Lui stesso ha curato insieme a quella sulle Contaminazioni tra Moda e Cinema, anzi tra Cinema e Moda, nell'ambito della Mostra dal titolo "Bellissima". Dal nostro incontro ne è scaturita questa intervista.
 
Mario Sesti è il curatore del Festival Internazionale del Cinema di RomaSito WEB] ed è anche Direttore Artistico del Taormina Film Festival. Ha scritto più di un libro sul Cinema, con i quali ha vinto numerosi premi letterari nel passato, ma è anche Regista di documentari su Berlinguer e Lucio Dalla. Insegna all'Università di Roma Tre Laboratorio di Critica cinematografica.
Moda e Cinema. Partendo da queste due espressioni artistiche tra loro intimamente interconnesse, ci racconti la tua opinione in merito?

Mario Sesti: Si, diciamo che l’ interconnessione è così profonda e così connaturata, che assomiglia a volte ad una forma di osmosi, ed è difficile stabilire in alcuni casi se sia il cinema ad influenzare la moda o il contrario. E soprattutto è così profonda questa e connaturata  che è difficile anche stabilire se sia riferibile  solo ad alcuni elementi del linguaggio cinematografico. E’ chiaro che quando si parla di moda in senso più specifico si parla di costumi, quindi di abbigliamento, probabilmente di accessori di abbigliamento. Però quando si dice “è di moda” in realtà si intende anche qualcosa che non necessariamente ha a che fare con un certo tipo di comportamento, una certa attitudine, un certo modo di usare il linguaggio. Ovvero il cinema e la moda si sono così profondamente influenzati, anche perché nascono ed hanno un periodo di grande  efflorescenza diciamo nell’età contemporanea più o meno in tempi simili  e soprattutto si nutrono uno dell’altro, che è difficile stabilire effettivamente qual è l’oggetto della moda . Il cinema stesso è stato di moda, la moda, almeno fino al dopoguerra, ed  era di moda fare il cinema, andare al cinema e sognare il cinema . Quindi da  questo punto di vista vedo queste due cose  come una specie di costruzione pop in cui ci sono due masse indistinte, che sono una dentro l’altro, e si “stingono”, ecco per usare un verbo relativo all’abbigliamento, una nell’altra.

Proseguirei, se sei d'accordo, con le tue origini non solo come Critico Cinematografico, ma anche come Documentarista. Come è nata e si è sviluppata l'idea della tua ultima fatica "Senza Lucio" [Scheda My Movies] che prossimamente sarà in sala?

MS: Si è nata, da una parte come un bisogno di ricostruire così un rapporto personale che io avevo con Lucio Dalla, che era una persona che ho avuto la fortuna di conoscere e di frequentare abbastanza intensamente negli ultimi dieci anni della sua vita più o meno. Dall’altra mi piaceva l’idea di far conoscere di Lucio Dalla degli aspetti meno noti, oltre a quelli ovviamente di cantante. Lucio era una persona che aveva tantissimi interessi e sapeva coltivarli per le arti figurative, per la letteratura, per il cinema, ed è la ragione per cui ci siamo conosciuti. E quindi in qualche maniera questo documentario cerca sia di raccontare la parte di Lucio meno conosciuta, sia in qualche maniera  di raccontare nel mio sguardo il modo in cui io ho vissuto questa amicizia.

Alcuni decenni fa questo nostro incontro sarebbe stato improbabile da realizzare. Quale è la tua opinione sulle nuove tecnologie che adesso sono fruibili da un numero illimitato di soggetti? Faccio un esempio, un segnale forte viene dal SNCCI che recentemente ha organizzato alla Casa del Cinema un Convegno su “A cosa serve un Critico? Vita, Morte e Miracoli di una figura professionale in evoluzione (o in estinzione)”.  Mi permetto di aggiungere che, appunto con l’avvento delle nuove tecnologie ITC, questo processo è comune a molte professionalità che sono anche al di fuori del campo artistico.

MS: Si, probabilmente è così. Dipende un po’ da cosa si intende per critico. Diciamo che da quando il cinema è nato il modello della critica è stato un po’ quello dello scrittore, del critico teatrale, del cronista. Oggi quella figura lì,  in cui mi  identifico   anch’io come una persona che scrive, probabilmente non solo non è la sola ma non è neanche quella più agevole perché appunto tu adesso stai facendo della critica cinematografica ma la fai con le nuove tecnologie, quindi usando lo stesso   linguaggio del cinema con le immagini e i suoni. Ma chi ha detto che questo è fare meno critica che non fare una recensione. Ho l’impressione semplicemente che questa idea del bisogno di accompagnare i film con l’attività che a che vedere con l’analisi, l’esplorazione,  il discorso, il commento, l’indagine, la ricostruzione sia un qualcosa che appartiene profondamente al cinema. E’ una forma di affettività testuale  che poi si trasforma naturalmente anche in un discorso, in un giudizio ed è anche un testo. Da questo punto di vista io trovo invece che ci sia adesso molta più gente che si occupa di critica di quanto non ce ne fosse ai miei tempi. Diverso è capire se con questo modello può essere identificata una professione vera e propria naturalmente. Questo è un altro discorso.

Io ho partecipato al convegno ed ho avuto la sensazione che i critici tradizionali fossero in un fortino.

MS: Si però il problema è che quando io ho iniziato a fare la critica cinematografica le proiezioni in anteprima per la stampa erano fatte in salette per dieci persone. Adesso se invece uno fa l’anteprima stampa e la pubblicizza arrivano centinaia di persone. Quindi c’è un sacco di gente che fa il critico cinematografico come attività, diverso da dire se riesce a farne una professione autonoma.

Una domanda scontata è d'obbligo: i titoli dei tre film che hanno maggiormente influenzato il tuo percorso professionale e artistico.

MS: Questa è una domanda veramente complicata . Che ti devo dire, influenzato non so. Ci sono dei film che mi vengono particolarmente in mente quando penso all’idea di film particolarmente belli e importanti e questi sono:

“La Conversazione” [Scheda My Movies] di Coppola,

“Furia” [Scheda My Movies] di Fritz Lang  e

“La Morte corre sul Fiume” [Scheda My Movies] di Charles Laughton.

Adesso la domanda più difficile, almeno per me. Siamo al rush finale sulle nomine del Festival di Roma (ndr il CdA si terrà domani).Tu, oltre ad essere Direttore Artistico del Festival di Taormina, fai parte della Fondazione Cinema per Roma. Questa sera ci troviamo qui dove la Fondazione anche quest’anno, in collaborazione con il MAXXI, ha organizzato la rassegna Cinema al MAXXI con la novità di due nuove stimolanti sezioni Silent Movie e America. Tutto ciò è meritevole, ma cosa ne sarà del Festival del Cinema di Roma nel suo decimo compleanno che è ormai prossimo sebbene tuttora (18 febbraio ndr) il Festival stesso, orfano del Direttore Artistico, ha un CdA dimissionario e un CdA in pectore ?
[Ndr: al momento della pubblicazione dell’intervista è stato nominato il nuovo CdA della Fondazione Cinema per Roma con Presidente Piera Detassis e Direttore artistico del Festival Internazionale del Cinema di Roma Antonio Monda con il quale Mario Sesti ha ideato e moderato la Rassegna di incontri “Viaggio nel cinema  americano” portando a Roma nomi di spicco della cinematografia d’oltreoceano da Francis Ford Coppola ai fratelli Coen, da David Lynch a Martin Scorsese, da Wes Anderson a Spike Lee, da Sean Connery a Jane Fonda, da Al Pacino a Meryl Streep, da James Ivory a John Landis, da David Cronenberg a William Friedkin, da Tim Burton a Terrence Malick.]

MS: Appunto in realtà ci troviamo proprio alla vigilia di quella che dovrebbe essere la riunione del CdA che in realtà dovrebbe in designare alcune di queste cariche di cui tu dicevi. La forza del Festival di Roma è nella sua plasticità nel suo divenire. Detto questo, credo che non ci sia nessun Festival in Italia, sicuramente, che in dieci anni ha raggiunto tale consenso. E’ una manifestazione che smuove 100.000 persone. Non esistono altri Festival in Italia. Esistono altri Festival, più importanti sicuramente, ma nessun altro che riesce ad avere gli stessi numeri  e credo che da questo punto di vista il primo decennale forse servirà effettivamente a fissare alcuni punti fermi.

Tra le altre cose si parlava di una fusione con l’altro Festival della Fiction. Debbo dire che l’anno scorso Freccero è stato immolato, scusa se lo dico, dalla politica.

MS: Come sai le due istituzioni sono state due istituzioni assolutamente autonome. E’ probabile che adesso verranno gestite dalla stessa Fondazione, anche se manterranno poi delle identità e la programmazione annuale diversa. Immagino che il Festival della Fiction, dato che poi le serie TV sono una delle cose più importanti che c’è adesso, potrebbe diventare un centro di grandissimo interesse ed attenzione. Posso solo sperare, innanzitutto come utente, che si faccia.

A proposito delle  Serie TV è stato triste veramente vedere passare a Berlino qualche giorno fa una serie TV Italiana di Sky Italia ed invece all’ultima Fiction Fest di Roma sono state proiettate solamente Fiction Americane.
 
MS: Non so cosa dirti!

Resti anche tu senza parole. Dato che sei Direttore artistico del Taormina Film Festival, se ci puoi anticipare qualcosa per il 2015?

MS: In realtà io mi sono dimesso dal Taormina Film Festival un mesetto fa. Credo che il Festival vedrà un  coinvolgimento maggiore di alcuni Enti locali come la Sicilia Film Commission e quindi si concentrerà ancora di più sulla produzione di giovani o di film indipendenti locali. Però non facendone parte più non saprei dirti di più.

Ci dispiace veramente perché nei tre anni sotto la tua direzione artistica c’è stato veramente un exploit del Festival di Taormina.

MS: Ti ringrazio molto, però credo che Tiziana (Rocca ndr) che è la General Manager troverà il modo di fare un Festival altrettanto interessante.

Caro Mario ti sono grato per il tempo che mi hai dedicato. Grazie e in bocca al lupo.

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