Mommy:
Il Premio della Giuria Cannes 2014 è
un inno all’amore genitoriale.
di Luigi Noera
Già dalla prima scena
sappiamo con chi avremo a che fare per i prossimi 140’.
Un incidente stradale, visto
dall’angolatura di un terzo automobilista, ad un incrocio manda letteralmente
in pezzi l’auto di Die (Diane) ed inizia il turpiloquio a cui è abituata e a
cui abitua lo spettatore.
In realtà è la sua vita che
andrà in pezzi nel tentativo di salvare il suo giovane Steve che è affetto da
gravi disturbi mentali.
Die vuole salvare a tutti i
costi il figlio e la sua speranza è veramente titanica. Da questo momento il
regista inizia ad utilizzare un formato ben più stretto del 4:3 che costringe
lo spettatore a utilizzare la propria fantasia.
La pellicola scorre con una
altalena di crisi di Steve alternate a periodi più tranquilli, ma non per
questo noiosi, con fughe dalla cruda realtà nella speranza che qualcosa succeda
nella mente del giovane Steve.
In queste fughe dalla realtà
il regista utilizza il classico rapporto 16:9 dove è la fantasia di Die a
guidare lo spettatore.
Nella narrazione/turpiloquio
che scorre tra madre e figlio viene in aiuto la vicina Keyla che però ha
qualche disturbo nella parola.
Il terzetto si sostiene a
vicenda finché qualcosa accade.
Il film negli ultimi 20’,
dopo le prime due ore canoniche, fa mancare letteralmente il fiato.
Regia
:
Xavier Dolan,
Francia, Canada, UK, 2014,
140’
Cast:. Anne
Dorval (Diane Depres) e Antoine-Oliver Pilon (il figlio Steve ) e con Suzanne
Clement (la vicina).

Magic
in the Moonlight: chi ha detto che razionalità e cuore non possano
andare d’accordo?
di Luigi Noera
Un Woody Allen in gran forma ha scritto e diretto questa brillante
commedia come solo lui sa fare con dialoghi divertenti e arguti.
Non poteva essere ambientata in un periodo differente, sia per gli
agganci della tematica trattata alle correnti surrealiste dell’epoca (anni ’30),
sia perché la fotografia non avrebbe avuto lo stesso piacevole effetto.
La guerra sembra
così lontana eppure ci troviamo a Berlino a cavallo delle due tremende Guerre
Mondiali che sconvolsero l’Europa e il Mondo intero.
In un teatro va in
scena il brillante prestigiatore Stanley (Colin Firth) . Il suo nome d’arte Wei
Ling Soo ricorda la lontana Cina e si cimenta addirittura in un numero illusionista
con un elefante. Non è solo brillante,
soprattutto è razionale e viene ingaggiato da un amico di infanzia, anche lui mago.
Stanley deve scoprire
chi è effettivamente Sophie (Emma Stone) che si presenta come medium “giovane e
carina” e quali sono le sue reali intenzioni nei confronti del giovane
facoltoso Brice e di sua madre rimasta vedova.
L’incontro tra Stanley e Sophie
è subito scontro, apparentemente burrascoso, che nasconde in realtà una
attrazione reciproca fra i due.
A questo intreccio è
sicuramente fatale anche la bellissima costa del Sud della Francia con panorami
da mozzafiato, dove si svolge tutta la storia.
Il regista si
definisce tra la schiera degli autori i quali, tramite la settima arte, fanno
dimenticare al grande pubblico i mali che opprimono l’Umanità. Sembra invece che
sotto questa patina superficiale della commedia brillante Woody Allen faccia
riflettere sul profondo senso della vita e sul confronto fra razionalità e cuore,
o meglio fra Ragione e Fede.
“La felicità non è
nelle condizioni degli esseri umani”.
Il finale,
rintracciabile in tante altre commedie di Woody Allen, si avvale di dialoghi
che ridicolizzano il personaggio pieno di se per riportalo tra i comuni mortali.
Guardando il cielo
stellato dall’osservatorio astronomico Stanley le dice : “lo trovi minaccioso?”. Risponde Sophie: “
no lo trovo molto romantico”.
Anche la scelta
delle musiche è appropriata passando dalla musica anni ’30 dei bar berlinesi, alle
musiche della sinfonia di Beethoven nella notte insonne, alle musica viennese del
gran ballo sulla Costa Azzurra. Se a questo aggiungiamo due adorabili
protagonisti, la serata al cinema non sarà noiosa.
Regia: Woody Allen, Francia, USA 2014, 98’
Cast: Eileen Atkins, Colin Firth,
Marcia Gay Harden, Hamish Linklater, Simon McBurney, Emma Stone, Jacki Weaver,
Erica Leerhsen, Antonia Clarke, Jeremy Shamos, Ute Lemper, Natasha Andrews,
Kenneth Edelson.
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