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Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



mercoledì 3 dicembre 2014

I film della settimana : Mommy di Xavier Dolan & Magic in the Moonlight di Woody Allen

Mommy:  Il Premio della Giuria Cannes 2014 è un inno all’amore genitoriale.
di Luigi Noera
 
Già dalla prima scena sappiamo con chi avremo a che fare per i prossimi 140’.
Un incidente stradale, visto dall’angolatura di un terzo automobilista, ad un incrocio manda letteralmente in pezzi l’auto di Die (Diane) ed inizia il turpiloquio a cui è abituata e a cui abitua lo spettatore.
In realtà è la sua vita che andrà in pezzi nel tentativo di salvare il suo giovane Steve che è affetto da gravi disturbi mentali.
Die vuole salvare a tutti i costi il figlio e la sua speranza è veramente titanica. Da questo momento il regista inizia ad utilizzare un formato ben più stretto del 4:3 che costringe lo spettatore a utilizzare la propria fantasia.
La pellicola scorre con una altalena di crisi di Steve alternate a periodi più tranquilli, ma non per questo noiosi, con fughe dalla cruda realtà nella speranza che qualcosa succeda nella mente del giovane Steve.
In queste fughe dalla realtà il regista utilizza il classico rapporto 16:9 dove è la fantasia di Die a guidare lo spettatore.
Nella narrazione/turpiloquio che scorre tra madre e figlio viene in aiuto la vicina Keyla che però ha qualche disturbo nella parola.
Il terzetto si sostiene a vicenda finché qualcosa accade.
Il film negli ultimi 20’, dopo le prime due ore canoniche, fa mancare letteralmente il fiato.
 
Regia : Xavier Dolan, Francia, Canada, UK, 2014, 140’
Cast:. Anne Dorval (Diane Depres) e Antoine-Oliver Pilon (il figlio Steve ) e con Suzanne Clement (la vicina).

 

Magic in the Moonlight: chi ha detto che razionalità e cuore non possano andare d’accordo?
di Luigi Noera
 
Un Woody Allen in gran forma ha scritto e diretto questa brillante commedia come solo lui sa fare con dialoghi divertenti e arguti.
Non poteva essere ambientata in un periodo differente, sia per gli agganci della tematica trattata alle correnti surrealiste dell’epoca (anni ’30), sia perché la fotografia non avrebbe avuto lo stesso piacevole effetto.
La guerra sembra così lontana eppure ci troviamo a Berlino a cavallo delle due tremende Guerre Mondiali che sconvolsero l’Europa e il Mondo intero.
In un teatro va in scena il brillante prestigiatore Stanley (Colin Firth) . Il suo nome d’arte Wei Ling Soo ricorda la lontana Cina e si cimenta addirittura in un numero illusionista  con un elefante. Non è solo brillante, soprattutto è razionale e viene ingaggiato da un amico di infanzia, anche lui mago.
Stanley deve scoprire chi è effettivamente Sophie (Emma Stone) che si presenta come medium “giovane e carina” e quali sono le sue reali intenzioni nei confronti del giovane facoltoso Brice e di sua madre rimasta vedova.
L’incontro tra Stanley e Sophie è subito scontro, apparentemente burrascoso, che nasconde in realtà una attrazione reciproca fra i due.
A questo intreccio è sicuramente fatale anche la bellissima costa del Sud della Francia con panorami da mozzafiato, dove si svolge tutta la storia.
Il regista si definisce tra la schiera degli autori i quali, tramite la settima arte, fanno dimenticare al grande pubblico i mali che opprimono l’Umanità. Sembra invece che sotto questa patina superficiale della commedia brillante Woody Allen faccia riflettere sul profondo senso della vita e sul confronto fra razionalità e cuore, o meglio fra Ragione e Fede.
“La felicità non è nelle condizioni degli esseri umani”.
Il finale, rintracciabile in tante altre commedie di Woody Allen, si avvale di dialoghi che ridicolizzano il personaggio pieno di se per riportalo tra i comuni mortali.
Guardando il cielo stellato dall’osservatorio astronomico Stanley le dice : “lo trovi minaccioso?”. Risponde Sophie: “ no lo trovo molto romantico”.
Anche la scelta delle musiche è appropriata passando dalla musica anni ’30 dei bar berlinesi, alle musiche della sinfonia di Beethoven nella notte insonne, alle musica viennese del gran ballo sulla Costa Azzurra. Se a questo aggiungiamo due adorabili protagonisti, la serata al cinema non sarà noiosa.
 
Regia: Woody Allen, Francia, USA 2014, 98’
Cast: Eileen Atkins, Colin Firth, Marcia Gay Harden, Hamish Linklater, Simon McBurney, Emma Stone, Jacki Weaver, Erica Leerhsen, Antonia Clarke, Jeremy Shamos, Ute Lemper, Natasha Andrews, Kenneth Edelson.

 

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