Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



martedì 22 novembre 2016

11° PKF: Ebraismo e Israele nel Cinema (DAY 3)

Al giro di boa il festival, giunto alla sua undicesima edizione, prodotto dal Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani e dedicato alla cinematografia israeliana e di argomento ebraico, diretto da Ariela Piattelli e Dan Muggia

Il programma prevede nella Sala Deluxe, alle ore 17:00 la proiezione a inviti di Un appuntamento per la sposa, scritto e diretto da Rama Burshtein, già regista de La sposa promessa, che sarà distribuito in Italia da Cinema, incentrato sulla storia di una donna religiosa (interpretata da Noa
Keller, premiata come Miglior Attrice Protagonista dall'Accademia Israeliana e al Festival del cinema di Haifa) che prende la forma della commedia romantica di stampo americano, ambientata nel mondo ortodosso israeliano. Alle 19:30, il documentario Twilight of life, di Sylvain Biegeleisen, che racconta, con l'ausilio del bianco e nero e delle canzoni di Jacques Brel, la madre 95enne del regista, affrontandone l'inevitabile addio senza funebri sentimentalismi. Quindi, alle ore 21:00, Tikkun, di Avishai Sivan, film
vincitore del Primo Premio al Festival di Gerusalemme e del Premio Speciale della Giuria a Locarno, la vita di un giovane ultra-ortodosso sconvolta da un incidente automobilistico.

Il programma della Sala Kodak si apre invece alle ore 16:00 con Presenting Princess Shaw, di Ido Haar, è invece la storia di Samantha
Montgomery, cantautrice americana dal passato difficile, dotata di una splendida voce e di un enorme talento compositivo, che su un canale YouTube, con il nome di Princess Shaw, posta confessioni personali e
performance musicali. Le tematiche gay sono quindi protagoniste, alle ore 18:00, di Barash, opera prima di Michal Vinick, già presentato in centinaia di festival in tutto il mondo.
Quindi, alle 19:30, Mr. GAGA anima e corpo di un genio della danza, di Tomer Heymann, la storia di Ohad Naharin, nato e cresciuto in un kibbutz, uno dei coreografi più importanti e innovativi al mondo, conosciuto a livello internazionale per aver creato il linguaggio di movimento corporeo chiamato “Gaga”.  Quindi,chiude, alle ore 21:30, Il figlio di Saul, di Làszlò Nemes, film vincitore del Premio Oscar 2016 come Miglior
Film Straniero e del Golden Globe 2016 nella stessa sezione, che ritrae l'inferno nazista di Auschwitz tramite l'esperienza soggettiva del protagonista, un ebreo ungherese reclutato come sonderkommando.

venerdì 18 novembre 2016

34° TORINO FILM FESTIVAL - dal 18 al 26 Novembre

Una  vetrina speciale (punk)delle migliori tendenze del Cinema Indipendente Internazionale


Apre oggi  all’Auditorium “Giovanni Agnelli” di Torino il 34° TORINO FILM FESTIVAL con il Film d’apertura BETWEEN US dell’americano Rafael Palacio Illingworth interpretato da Olivia Thirlby, Ben Feldman e un cameo di Peter Bogdanovich. Il Manifesto di questa edizione è dedicato a David Bowie, uno dei personaggi più eclettici della cultura contemporanea: grande musicista e interprete, attore cinematografico apparso in circa 15 film. L’immagine è tratta da una scena di Absolute Beginners con la regia di Julien Temple del 1986.

Sarà l'attrice Jasmine Trinca a condurre la serata di apertura della 34a edizione del Torino Film Festival come madrina nella serata di gala  un Festival relativamente giovane ma importante nel panorama festivaliero italiano. "Sono felicissima di tornare a Torino – afferma Jasmine Trinca – per accompagnare un Festival libero come pochi altri, capace sempre di anticipare un'idea di cinema inedita con la curiosità e lo sguardo ancora più che di un Cinema Giovane, di un Cinema Bambino". Jasmine Trinca esordisce a soli 19 anni nel film La stanza del figlio di Nanni Moretti. Tre Nastri d'argento, due Globi d'oro, il Premio Marcello Mastroianni alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, sono solo alcuni dei prestigiosi riconoscimenti che le sono stati attribuiti in questi anni. Nella prossima primavera la vedremo in Slam – Tutto per una ragazza, di Andrea Molaioli, che verrà presentato in anteprima assoluta proprio durante il 34° Torino Film Festival.
Ma parliamo dei numeri della edizione Torino Film Festival 2016 che conta 158 lungometraggi, 17 mediometraggi e 38 cortometraggi di cui 46 lungometraggi opere prime e seconde, 43 anteprime mondiali, 25 anteprime internazionali, 8 anteprime europee e 73 anteprime italiane. La kermesse si concluderà il 26 novembre al Cinema Reposi di Torino con il Film di chiusura FREE FIRE dell’anglosassone Ben Wheatley interpretato da Brie Larson, Cillian Murphy, Arnie Hammer
La principale sezione competitiva del festival TORINO 34, riservata ad autori alla prima, seconda o terza opera, presenta quindici film realizzati nel 2016, inediti in Italia. I paesi rappresentati sono: Argentina, Austria, Belgio, Cambogia, Canada, Cile, Cina, Francia, Germania, Italia, Messico, Serbia, UK, Stati Uniti. Come sempre incentrata sul cinema “giovane”, la selezione dei film in concorso si rivolge alla ricerca e alla scoperta di talenti innovativi, che esprimono le migliori tendenze del cinema indipendente internazionale. Nel corso degli anni sono stati premiati autori ai loro inizi come: Tsai Ming-liang, David Gordon Green, Chen Kaige, Lisandro Alonso, Pietro Marcello, Debra Granik, Alessandro Piva, Pablo Larraín, Damien Chazelle. Un cinema “del futuro”, rappresentativo di generi, linguaggi e tendenze. Ecco i titoli delle 15 opere selezionate:
AVANT LES RUES del canadese Chloé Leriche, opera prima.
CHRISTINE dell’americano Antonio Campos, uno sprazzo su QUINTO POTERE.
LOS DECENTES di Lukas Valenta Rinner (Austria/Corea del Sud/Argentina), opera spiazzante.
LES DERNIERS PARISIENS di Hamè Bourokba e Ekoué Labitey (Francia), sorprendente
I FIGLI DELLA NOTTE di Andrea De Sica, opera prima come una favola nera.
JESUS di Fernando Guzzoni (Cile/Francia), analisi socio politica del Cile post Pinochet attraverso il rapporto padri/figli.
JUAN ZENG ZHE / THE DONOR di Qiwu Zang (Cina), dramma cinese che vira al noir.
LADY MACBETH di William Oldroyd (UK), adattamento dal lavoro di Nicolaj Leskov di una gotica dark lady.
LAS LINDAS di Melisa Liebenthal (Argentina), ovvero l’arte dell’apparire.
MAQUINARIA PANAMERICANA di Joaquín del Paso (Messico/Polonia), presentato alla Berlinale Talents un racconto grottesco dell’attuale crisi dell’economia mondiale.
LA MÉCANIQUE DE L’OMBRE di Thomas Kruithof (Belgio), opera prima tra thriller anni ’70.
PORTO di Gabe Klinger (USA/Francia/Portogallo/Polonia), opera prima tra Nouvelle Vague e narrazioni quasi impressioniste.
TURN LEFT TURN RIGHT di Doug Seok (Cambogia/USA/Corea del Sud, dodici capitoli simbolo della storia della Cambogia.
VETAR / WIND di Tamara Drakulic (Serbia), il passaggio dall’adolescenza alla età adulta.
WIR SIND DIE FLUT / WE ARE THE TIDE di Sebastian Hilger (Germania), opera prima metafisica.
L’altra sezione della kermesse è FESTA MOBILE che si apre con Between Us,
commedia drammatica, di Rafael Palacio Illingworth e si chiude con Free Fire, adrenalinico scontro a colpi di arma da fuoco e di battute tra dodici uomini e una donna, in una fabbrica dismessa a Boston negli anni ‘70, diretto da Ben Wheatley. Festa mobile presenta soprattutto i film raccolti durante l'anno per portare al TFF le opere più attese o che ci sono piaciute di più tra la produzione mondiale inedita in Italia. Tra i più attesi ricordiamo Sully, la storia dell'ammaraggio sull'Hudson nel 2009 dell'aereo pilotato da Chelsey "Sully" Sullenberg, diretto da Clint Eastwood e interpretato da Tom Hanks e Aaron Eckhart e Free State of Jones di Gary Ross, con Matthew McConaughey, la storia del disertore dell'esercito confederato che alla fine della 
Guerra di Secessione creò uno stato autonomo antisegregazionista. Nella rassegna anche Quello che ci è piaciuto di più nei festival stranieri:
Isabelle Huppert
irresistibile in Elle di Paul Verhoeven e L'avenir di Mia Hansen-Løve
, nei quali gioca con grinta e humor sui casi che possono sconvolgere la vita di una signora non più giovanissima; la satira feroce e la logica stringente con cui Danis Tanovic ci parla di Europa in Death in Sarajevo, dalla pièce di Bernard-Henri Lévy, ma anche la sontuosa maestria con cui Lav Diaz racconta l'epopea del rivoluzionario
filippino Andrés Bonifacio y de Castro in A Lullaby for a Sorrowful Mystery
; la lucida, affannosa lotta per la sopravvivenza della famiglia di disperati di Ma' Rosa di Brillante Mendoza. Poi anche Qualche indie: il sofferto Live Cargo di Logan Sandler, con Dree Hemingway e con inedite Bahamas fotografate in bianco e nero; E last but not least, un gruppo di film italiani: da Slam - Tutto per una ragazza, nel quale
Andrea Molaioli riambienta il romanzo di Nick Hornby a Roma, al mockumentary Sono Guido e non Guido, nel quale Alessandro Maria Buonomo inventa un fratello gemello autore delle poesie di Guido Catalano; dal viaggio di Maurizio Zaccaro attraverso il mondo, per chiedere a intellettuali, artisti, filosofi, politici che cos'è oggi la felicità (La felicità umana) a quello di Elisabetta Sgarbi sui volti e i corpi degli umili ritratti dal Romanino nei suoi affreschi in tre chiese della Val Camonica (La lingua dei furfanti); dallo sguardo sugli anni ‘60 di Steve Della Casa, che in Nessuno ci può giudicare rievoca l'impatto che ebbero il rock italiano e i musicarelli sui cambiamenti radicali del decennio, a quello di Daniele Segre, che in Nome di battaglia donna ricostruisce la Resistenza attraverso le testimonianze delle partigiane piemontesi che parteciparono alla lotta; dall'omaggio a Gipo Farassino, lo chansonnier torinese paragonato a Brassens e Montand (Gipo, lo zingaro di Barriera di Alessandro Castelletto), al sensuale viaggio nell'erotismo compiuto da una scrittrice straniera in una villa italiana (Sadie di Craig Goodwill), entrambi sostenuti dalla Film Commission Torino Piemonte.

FESTA VINTAGE è invece una piccola sottosezione dedicata a compleanni, restauri, riscoperte del cinema del passato. Omaggi: a David Bowie, con Furyo di Nagisa Oshima, a Michael Cimino, con la versione restaurata di The Deer Hunter, ai fratelli Fabio e Mario Garriba, con I parenti tutti, Voce del verbo morire e In punto di morte.

Quest’anno il Gran Premio Torino viene assegnato a Christopher Doyle, diventato quasi per caso uno dei più importanti direttori della fotografia del mondo. Una vita vissuta sempre all'insegna della libertà e dell'esperienza, trovando qualunque occupazione in giro per il mondo fino a lavorare con Gus Van Sant, Barry Levinson, Philippe Noyce, Zang Yimou, Wong Kar-wai e diventare lui stesso regista. Per l’occasione verrà proiettato WIND di Saw Tiong Guan (Malesia/Hong Kong, 2016, DCP, 33’). Un vero tuffo nell'eccezionale vita del Gran Premio Torino.

C’è poi GABRIELE SALVATORES PRESENTA: CINQUE PEZZI FACILI. Cinque film che hanno cambiato la vita e la professione del regista come lui stesso spiega. Era tutto pronto. La mia stanza, la scrivania, persino la targhetta d'ottone col mio nome sulla porta dell'ufficio legale di mio padre. Ma c'erano in giro quei film, in quegli anni... E quella musica che ti catturava dalla colonna sonora! Devo ringraziare questi cinque film, questi "Cinque pezzi facili" (ma non semplici), perché sono tra quelli che mi hanno impedito di fare l'avvocato. Un film può cambiarti la vita? Nel mio caso la risposta è sì. Sveliamo i cinque titoli tra i quali la Palma d’oro a Cannes JULES ET JIM di François Truffaut del 1962, IF... di Lindsay Anderson del 1968, ALICE’S RESTAURANT di Arthur Penn del 1969 e THE STRAWBERRY STATEMENT di Stuart Hagmann del 1970.

La sezione eccentrica del festival AFTER HOURS raccoglie come ogni anno una serie di film che spaziano dall'horror al mockumentary, dal bizzarro all'erotico, dalla metafora sofisticata alla commedia demenziale. C’è poi Vocazione notturna: inaugurata nel 2015, anche quest'anno il primo sabato del festival, il 19 novembre, da mezzanotte al mattino successivo la "Notte horror"
Per quanto riguarda la sezione TFFdoc si parte dall’amore che è il motore che muove ogni cosa e che quest’anno ispira anche il focus di TFFdoc, che diventa per l’occasione TFFdoc/love. Attraverso sei film, dal lunedì al venerdì, verranno declinate tutte le varianti enunciate nella citazione sul tema dell’amore di Paul B. Preciado. Incontri con i registi e le registe dei film presentati, con filosofe, autori, giornalisti, ricercatrici, biografe, militanti che accompagneranno il pubblico in questo tunnel of love. Le opere italiane selezionate sono: A PUGNI CHIUSI di Pierpaolo De Sanctis, AB URBE COACTA di Mauro Ruvolo, A BITTER STORY di Francesca Bono, HIDDEN PHOTOS di Davide Grotta, MOO YA di Filippo Ticozzi, PRO LOCO di Tommaso Lipari, SARO di Enrico Maria Artale e LA VILLE ENGLOUTIE di ZimmerFrei.
Sempre a proposito di autori italiani la sezione ITALIANA.CORTI riservata a cortometraggi italiani inediti. Quest’anno sono 13 titoli, racchiusi in 3 programmi “battezzati” dai Rolling Stones. Puro Rock n Roll. Ognuno dei (piccoli) film è un universo a sé che segue le sue regole e le sue traiettorie. Il corto è radicale per definizione. Nel 2015 sono stati premiati Le Dossier de Mary S. di Olivia Molnàr (Miglior cortometraggio) e La dolce casa di Elisabetta Falanga (Premio speciale della giuria).
Altra sezione da non farsi sfuggire è ONDE, che seguendo per istinto il destino delle nouvelle vague nelle derive cinematografiche contemporanee, anche quest’anno si fa interprete di quel dialogo mai terminato tra la finitezza del narrare e l’infinitezza dei linguaggi. Diciotto film di metraggio vario, che rispondono, ognuno a suo modo, alla ricerca di un nesso distintamente espressivo e appassionatamente cinematografico tra la Storia, con i suoi eventi, e le storie, coi loro vissuti. Ad uno sguardo più attento e messi insieme i film selezionati sono segnati dal destino di un Cinema che forza la sua stessa classicità, dialoga con la modernità dei Maestri, e dunque interroga il tempo presente con gli strumenti di un’indagine che è prima di tutto linguistica, espressiva.
Siamo all’anno secondo della retrospettiva " COSE CHE VERRANNO. LA TERRA VISTA DAL CINEMA ", sulle raffigurazioni, per lo più distopiche catastrofiche-apocalittiche, che il cinema ha dato della Terra del futuro, spesso mediandole dalla letteratura. Come accennato dalla Direttrice artistica Emanuela Martini “Ecco quindi un nuovo percorso attraverso previsioni che si sono talvolta realizzate e che non hanno perduto di attualità. Dalle sconsolate considerazioni sull'amore e la perdita dei sentimenti dei cortometraggi di Jean-Luc Godard al doloroso ammonimento di Bertrand Tavernier sulle possibili derive degli spettacoli televisivi; dal viaggio nel 1984 immaginato da George Orwell a quello nella memoria e nel tempo del capolavoro di Chris Marker; dalle metropoli in frenetica attesa della fine del mondo (Toronto in Last Night di Don McKellar) ai mondi desertificati e in rovina post-fine del mondo (Glen and Randa di Jim McBride, Le dernier combat di Luc Besson); dai giochi mortali di Rollerball (l'originale di Norman Jewison) e Battle Royale di Kinji Fukasako, ai "giocattoli" che hanno acquistato coscienza e non ne vogliono sapere di scomparire di Spielberg e Salvatores. Ci sono film rari (il cecoslovacco Ikarie XB1 di Jindřich Polák), film sconosciuti che sono diventati piccoli cult (A Boy and His Dog di L. Q. Jones), satire frenetiche e anarcoidi (Mr. Freedom di William Klein, Sleeper di Woody Allen, Accion mutante di Álex de la Iglesia), film da rivalutare nella drammatica attualità della loro narrazione, come Demon Seed di Donald Cammell (un computer che vuole un erede da una donna) e The Stepford Wives di Bryan Forbes (benestanti mariti suburbani che preferiscono mogli robot a quelle in carne e ossa).”
Ricordiamo infine il TorinoFilmLab che sostiene filmmaker emergenti da tutto il mondo attraverso attività di formazione, sviluppo di progetti e finanziamento alla produzione e alla distribuzione e può vantare un totale di 68 film completati, presentati nei maggiori festival del mondo e distribuiti a livello internazionale. Dal 2008 grazie alle attività del TorinoFilmLab sono stati assegnati oltre 40 premi a sostegno della produzione di progetti sviluppati nei suoi programmi. E il 2016 si chiude con un nuovo record: 25 film completati e selezionati per partecipare ai più prestigiosi festival del mondo. Tra i ben 14 film targati TFL presenti quest’anno al Torino Film Festival spiccano The Happiest Day in the Life of Olli Mäki di Juho Kuosmanen - vincitore di Un Certain Regard che sarà proiettato in Festa Mobile - e Jesús di Fernando Guzzoni che sarà nel concorso Torino 34, cui si aggiungono i 12 titoli che compongono la sezione: Apprentice, Câini, Deadweight, Go Home, Godless (Pardo d’Oro a Locarno), Out of Love, Polaarpoiss, Die Reise mit Vater, Thala My Love, Together For Ever, Tombé du ciel, La última tierra.
Ma passiamo alle GIURIE che sono così composte:
TORINO 34 presieduta dall’americano Ed Lachman e membri Don McKellar (Canada), Mariette Rissenbeek (Germania), Adrian Sitaru, Romania), Hadas Yaron (Israele)
INTERNAZIONALE.DOC: Kamal Aljafari (Germania), Ann Carolin Renninger (Germania), Gaël Teicher (Francia)
FIPRESCI: Gianlorenzo Franzi (Italia), Frédéric Jaeger (Germania), Yael Shuv (Israele)
ITALIANA.DOC: Eleonora Danco (Italia), Luciano Rigolini (Svizzera), Marcello Sannino (Italia)
ITALIANA.CORTI: Colapesce, Lucia Veronesi e Matteo Zoppis
Ed infine la giuria CIPPUTI composta da  Altan, Claudio Carabba e Stefania Casini. Al PREMIO CIPPUTI concorrono 8 film presentati nelle sezioni TORINO 34, FESTA MOBILE, TFFdoc/Internazionale.doc e TFFdoc/Italiana.doc rispettivamente: LOS DECENTES di Lukas Valenta Rinner, JUAN ZENG ZHE / THE DONOR di Qiwu Zang, MAQUINARIA PANAMERICANA di Joaquín del Paso per Torino 34; KATE PLAYS CHRISTINE di Robert Greene, LAO SHI / OLD STONE di Johnny Ma per FESTA MOBILE; NANA di Luciana Decker (TFFdoc/Internazionale.doc) e da TFFdoc/Italiana.doc A PUGNI CHIUSI di Pierpaolo De Sanctis e AB URBE COACTA di Mauro Ruvolo.

giovedì 17 novembre 2016

XII° MEDFILM FESTIVAL – CRESCE IL CINEMA DEL MEDITERRANEO A ROMA: I PREMI

Premio AMORE & PSICHE e due premi collaterali all’iraniano INVERSION, Premio Open Eyes all’israeliano Between Fences e Premio Methexis al corto greco UMMI

Lo avevamo intuito che non sarebbe stato semplice per le qualificate giurie sia
del concorso ufficiale, che della selezione documentari e infine alla giuria dei cortometraggi poter scegliere fra le 39 opere selezionate provenienti anche dai prestigiosi Festival di Berlino e Cannes. Non possiamo inoltre sottacere che questa da poco conclusasi è stata una edizione all’insegna della crescita dopo alcuni anni di sofferenza dovuta all’insensibilità delle istituzioni che dovrebbero promuovere la cultura, unica arma rimasta per riunire i popoli. Con un programma composto da 90 film, di cui 60 anteprime italiane, europee ed internazionali, accompagnati da tanti prestigiosi ospiti, il MedFilm Festival ha dato ancora una volta testimonianza diretta del variegato contesto culturale e politico che rende unica l’area Euro-Mediterranea, proponendo un modello di festival aperto, inclusivo e partecipato, in cui le opere e i loro autori, così come il pubblico, la stampa e lo staff del festival, sono al centro di un progetto culturale e pedagogico che fa dell’incontro, del dialogo e della condivisione di idee, il suo punto centrale.
La Serata conclusiva del festival ha visto la consegna dei Premi ai vincitori delle diverse categorie e in particolare il conferimento del
Premio AMORE E PSICHE al film iraniano INVERSION di Behnam Behzadi, vincitore anche di altri due Premi collaterali attribuiti dalla Giuria PiuCulture e da quella Universitaria. Per la prima volta in ventidue anni di storia del festival, lo stesso film è stato giudicato il migliore dalle varie giurie, e dunque da un pubblico trasversale ed eterogeneo, che va dai 17 anni in su, segno dell’indiscutibile qualità artistica dell’opera e soprattutto dell’universalità dei temi affrontati.
La serata è iniziata con un fuori programma da parte della Giuria CONCORSO AMORE E PSICHE la quale ha auspicato Verità e Giustizia nella vicenda del nostro connazionale Giulio Regeni così come il cinema Egiziano di Yousry Nasrallah ha trovato degna collocazione nella serata di apertura del MEDFESTIVAL con il suo film. In particolare la Giuria, composta da Federico Pontiggia, Angela Prudenzi, Isabella Ragonese, Claudia Bedogni e Tiziana Lo Porto, ha assegnato come già detto il Premio AMORE E PSICHE Miglior Film all’iraniano INVERSION di Behnam Behzadi con la seguente motivazione "Per la capacità di innovare poeticamente la lezione umanista del cinema iraniano, tramutando il soffocante clima atmosferico in un sole femminile che irradia empatia e speranza a ogni latitudine". Inoltre il Premio SPECIALE DELLA GIURIA è andato all’algerino KINDIL di Damien Ounouri con la seguente motivazione  "Per il talento nel denunciare la realtà con originalità stilistica restituendo al genere il suo territorio di elezione: il cinema". Mentre il Premio ESPRESSIONE ARTISTICA Miglior Regia è andato ad un’altra giovane di
origine algerina Dania Reymond  con LE JARDIN D’ESSAI con la seguente motivazione "Per la felice e gioiosa riaffermazione del cinema quale strumento privilegiato di descrizione e analisi della realtà, in grado di stemperare la drammatica eredità dell’Algeria nella apertura incondizionata e fiduciosa al futuro delle giovani generazioni". Per quanto riguarda la Giuria del CONCORSO OPEN EYES, composta da Roberto Silvestri, Irene Dionisio, Tarek Ben Abdallah, Francesca Bellino e Katia Ippaso, questa ha assegnato il Premio
OPEN EYES Miglior Documentario all’israeliano “BETWEEN FENCES” del regista teatrale Avi Mograbi
con la seguente motivazione "Un’opera compiuta che tratta l’attuale e drammatico tema della migrazione forzata con grande rispetto verso la figura del profugo che, entrando nel gioco della finzione scenica del palcoscenico, smaschera il teatro della crudeltà internazionale". Una MENZIONE SPECIALE è andata al palestinese Jumana Manna con “A MAGICAL SUBSTANCE FLOWS INTO ME” . Infine sono stati segnalati dalla giuria l’altro algerino “ATLAL” di Djamel Kerkar e lo spagnolo  “INFORME GENERAL II – EL NUEVO RAPTO DE EUROPA” di Pere Portabella.

Infine per la sezione di cortometraggi partecipanti al CONCORSO METHEXIS, la Giuria – composta dagli studenti provenienti dalle Scuole Nazionali di Cinema del Marocco, dell’ Egitto, della Grecia, della Tunisia, della Francia, del Libano, della Turchia, dell’Italia, della Croazia hanno assegnato il Premio
METHEXIS  Miglior Cortometraggio al greco “UMMI” di Niko Avgoustidi con la seguente motivazione: Per le forti emozioni ed impressioni evocate dal film, per la sua capacita di affrontare problemi sociali riguardanti i rifugiati ed il modo in cui vengono accolti in Europa. Ed il Premio CERVANTES al Cortometraggio più creativo al portoghese “BATRACHIAN’S BALLAD” di Leonor Teles . La Giuria ha assegnato anche una MENZIONE SPECIALE al francese: “ESTATE” di Ronny Trocket.
Quanto ai PREMI COLLATERALI il Premio PIUCULTURE, organizzato con il giornale online Piuculture e assegnato da una giuria composta da sei cittadini romani originari da Egitto, Tunisia, Albania, Bangladesh, Siria e Moldavia, è andato come già detto al pluripremiato INVERSION “Per aver intrecciato con grande sapienza e delicatezza diversi problemi della società attuale – dall’inquinamento ambientale, che rimane un elemento trasversale a diversi paesi, al ruolo della donna nella società iraniana. Tutto questo è reso ancora più forte da un’ottima recitazione che rifugge da qualsiasi vittimismo per cogliere gli elementi più sottili ed essenziali. Un film ben scritto e ben diretto, ricco e pieno di vita”. Anche la GIURIE STUDENTIi delle Università La Sapienza, Roma Tre, Tor Vergata, John Cabot University e dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, hanno decretato MIGLIOR FILM INVERSION ”Per la capacità di porre interrogativi sulla propria identità, sia essa dettata dall’ambiente e dalle tradizioni, o da un sentire intimo. Analizzando l’irruzione della modernità e della tecnologia in una cultura secolare, il film spinge a una riflessione autocritica sulla libertà individuale e collettiva”. La MENZIONE D’ONORE d’onore è andata all’algerino KINDIL “Per il coraggio sperimentale e la denuncia sociale attraverso il genere horror”. Mentre il premio MIGLIOR DOCUMENTARIO è andato al tunisino ZAINEB
HATES THE SNOW di Kaouther Ben Hania “Per l’originalità con cui è stato ideato e costruito, per la spontaneità e l’ironia con cui viene trattato un tema più che mai attuale come quello dell’integrazione tra culture differenti, per la delicatezza con la quale si sviluppano storie e rapporti personali in grado di toccare il lato umano dello spettatore”. MIGLIOR CORTOMETRAGGIO si è confermato il greco UMMI “In quanto riflette le questioni reali e attuali, quali il dramma dei rifugiati, dal punto di vista di un bambino. Uno degli aspetti più riusciti del cortometraggio è la sua capacità di evocare la cruda realtà che si cela dall’altra parte del mare”. Inoltre la MENZIONE SPECIALE è andata all’egiziano “AIDA” di Maysoon El-Massry”.
Tra le novità di quest’anno anche la GIURIA ITS ROSSELLINI che ha deciso che il MIGLIOR FILM  di nuovo sia KINDIL e il MIGLIOR DOCUMENTARIO ATLAL. L’altra novità di questa 22ma edizione è stato il CINEPHILIA SCREENWRITING LAB FOR SHORTS, realizzato in collaborazione con Cinephilia Productions e ideato dalla regista Darine Hotait, il laboratorio è un progetto che si pone l’obiettivo di aiutare i registi a sviluppare il loro potenziale di storytelling, le loro facoltà critiche e le specifiche competenze tecniche. Il lab vuole promuovere le voci più originali, visionarie e coraggiose provenienti dal Medio Oriente e dal Nord Africa. La prima edizione italiana del Lab su 5 progetti selezionati,di cui 3 dalla regione MENA e 2 dall’Italia è stata assegnata dalla giuria composta da Darine Hotait, Irene Dionisio e Monica Zapelli alle due giovani libanesi Farah F. Naboulsi e Dalia Yassine autrici di SPINDRIFT.
Per quello che ci riguarda del CONCORSO UFFICIALE abbiamo molto amato e lo poniamo al primo posto l’algerino Kindil di Damien Ounouri, per la capacità surreale
di descrivere in un film tra il fantasy e l’horror la condizione di riscatto al femminile, seguito dall’iraniano Inversion di Behnam Behzadi, che mette in luce ancora una volta la condizione femminile in Iran con una storia familiare,  e a pari merito Brooks, Meadows and Lovely Faces di Yousry Nasrallah, il quale per metafore descrive il fallimento della primavera araba in Egitto.  Al quarto posto il tunisino Hedi di Mohamed Ben Attia opera prima che rivela le insicurezze del protagonista seguito dal meta-cinema del film algerino The Trial Garden di Dania Reymond. In coda il gangster-movie franco-tunisino Chouf di Karim Dridi che riprende timidamente sceneggiature di action movie francesi.

I nostri ringraziamenti vanno a tutti i selezionatori a partire da Gianfranco Pannone, Giulio Casadei, Alessandro Zoppo e Veronica Flora che hanno permesso la buona riuscita di questa 22ma edizione del MEDFESTIVAL, ma anche e soprattutto alla instancabile direttrice Ginella Vocca che crede nella potenza del dialogo universale tramite il CINEMA!

mercoledì 16 novembre 2016

11° PITIGLIANI KOLNO'A FESTIVAL: Ebraismo e Israele nel Cinema

Torna dal 19 al 24 novembre 2016 - a ingresso gratuito fino a esaurimento posti - alla Casa del Cinema di Roma e al Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani a Via Arco de' Tolomei, 1

L'inaugurazione, il 19 sera, si terrà per la prima volta al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo (via Guido Reni, 4). Il Festival, giunto alla sua undicesima edizione, prodotto dal Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani e dedicato alla cinematografia israeliana e di argomento ebraico, è diretto da Ariela Piattelli e Dan Muggia.
Invariate le sezioni del festival, dallo Sguardo sul nuovo cinema israeliano, ai Percorsi ebraici, cui si aggiunge l'Omaggio del PKF dedicato alla regista e attrice Ronit Elkabetz, morta lo scorso aprile. Spazio come di consueto anche al PKF Lab (lunedì 21 novembre alle ore 18), dedicato quest'anno a Il cinema al tempo di Netflix. Ne discuteranno, moderati da Dan Muggia, tra gli altri, Giorgio Gosetti, direttore della Casa del Cinema; Nicola Borrelli, Direttore Generale Cinema del Mibact; Fabio Amadei, Direttore del Cinema Farnese di Roma; Andrea Morini, Responsabile della programmazione del Cinema Lumière della Cineteca di Bologna; Pini Schatz, Programmatore della Cineteca di Tel Aviv, Antonio Urrata, Direttore Generale della Fondazione Ente dello Spettacolo.
Come commentato dalla curatrice Ariela Piattelli, quest'anno non ci saranno film
incentrati sul tema della guerra. Non per scelta ma perché i cineasti israeliani adesso volgono lo sguardo alla vita di tutti i giorni in tutte le sue declinazioni. Ricca la selezione della sezione Sguardo sul nuovo cinema israeliano. One week and a day, film che, in anteprima italiana, apre il festival (sabato 19 allo ore 20:00 al MAXXI; proiezione a inviti e replica per il
pubblico domenica 20 novembre alle ore 17:00), opera prima di Asaph Polonsky, che affronta il soggetto della morte e del lutto in chiave umoristica, già vincitore del premio per il Miglior Film Israeliano al Festival di Gerusalemme. Il film, che sarà distribuito in sala in Italia da Parthenos, sarà presentato in entrambe le proiezioni dall'attrice protagonista Evgenia Dodina (The attack; Made in Israel; Love & Dance), che ha lavorato in più di una occasione con Ronit Elkabetz. Già al Festival di Cannes 2015 e vincitore del Gran Premio al Festival del cinema di Haifa, arriva al PKF Afterthought, di Elad Keidan, commedia esistenziale ambientata proprio ad Haifa, dove le infinite scalinate della montagna guidano i destini degli  abitanti della città. Mr. GAGA anima e corpo
di un genio della danza, di Tomer Heymann, la storia di Ohad Naharin, nato e cresciuto in un kibbutz, uno dei coreografi più importanti e innovativi al mondo, conosciuto a livello internazionale per aver creato il linguaggio di movimento corporeo chiamato “Gaga”. Presenting Princess Shaw, di Ido Haar, è invece la storia di Samantha Montgomery, cantautrice
americana dal passato difficile, dotata di una splendida voce e di un enorme talento compositivo, che su un canale YouTube, con il nome di Princess Shaw, posta confessioni personali e performance musicali. Due i film che affrontano le tematiche gay, dalla commedia tutta colori e musica di Cupcakes, di Eytan Fox, definito l'Almodovar israeliano a Barash, opera prima di Michal Vinick, già presentato in centinaia di festival in tutto il mondo.
Quindi, Tikkun, di Avishai Sivan, film vincitore del Primo Premio al Festival di Gerusalemme e del Premio Speciale della Giuria a Locarno, la vita di un giovane ultra-ortodosso sconvolta da un incidente automobilistico. Anche documentari in questa sezione, con Never turn your back on Sparks, di Pini Schatz, che sarà presente alla proiezione, che, in chiave di commedia musicale, racconta gli Sparks, gruppo pop americano. Altro documentario, Twilight of life, di Sylvain Biegeleisen, che racconta, con l'ausilio del bianco e nero e delle canzoni di Jacques Brel, la madre 95enne del regista, affrontandone l'inevitabile addio senza funebri sentimentalismi.
Quindi, La sezione Percorsi ebraici presenta una variegata e ricca selezione di film, due dei quali raccontano la Shoa con un nuovo stile e approccio. A partire da Il labirinto del silenzio, di Giulio Ricciarelli, film scelto dalla Germania per concorrere ai Premi Oscar come Miglior Film Straniero. Due le due proiezioni al PKF (lunedì 21 alle ore 21:30 e mercoledì 23 alle ore 21:00), realizzate in collaborazione con la Fondazione Museo della Shoa, per un film che racconta, per la prima volta e attraverso la ricostruzione della 'macchina della morte', la progressiva presa di coscienza della società tedesca dei crimini nazisti. Altro film di punta della sezione e del festival,
Un appuntamento per la sposa (proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano martedì 22 a inviti e per il pubblico mercoledì 23 novembre alle ore 21:00), scritto e diretto da Rama Burshtein, già regista de La sposa promessa, che sarà distribuito in Italia da Cinema, incentrato sulla storia di una donna religiosa (interpretata da Noa Keller, premiata come Miglior Attrice Protagonista dall'Accademia Israeliana e al Festival del cinema di Haifa) che prende la forma della commedia romantica di stampo americano, ambientata nel mondo ortodosso israeliano.
Quindi, Il figlio di Saul, di Làszlò Nemes, film vincitore del Premio Oscar 2016 come Miglior Film Straniero e del Golden Globe 2016 nella stessa sezione, che ritrae l'inferno nazista di Auschwitz tramite l'esperienza soggettiva del protagonista, un ebreo ungherese reclutato come sonderkommando.
Due i documentari della sezione. Il primo, in anteprima romana, Il Ghetto di Venezia – 500 anni di vita, di Emanuela Giordano, che sarà presente al festival (proiezioni domenica 20 ore 12 e lunedì 21 novembre ore 21).
 
Il film, che sarà distribuito in Italia da Tamgram, ripercorre, anche grazie a inserti di ricostruzione storica realizzati in animazione, le vicende del ghetto più antico d’Europa, ricorrendo inoltre ai ricordi e alle testimonianze di “testimoni eccellenti”, tra cui Amos Luzzatto e Riccardo Calimani. Si andrà alla scoperta della vita quotidiana e della tradizione, così come delle sinagoghe nascoste e dell’antico cimitero ebraico.
Quindi, Hummus! The movie, di Oren Rosenfeld, che chiuderà il festival con la proiezione di giovedì 24 novembre alle ore 20:15 presso il Centro Ebraico Italiano Il Pitigliani, cui seguirà una degustazione di hummus. Un film, presentato all'ultima edizione del Religion Today Film Festival di Trento, che non solo racconta, attraverso varie ricette, la preparazione della famosa salsa mediorientale, ma che sottolinea quanto questo piatto possa unire le varie religioni dell'area, dall'ebraismo al cristianesimo all'islam. Infine, il cortometraggio The little dictator, di Nurith Cohn, vincitore del Gran Premio “nello Spirito della Fede” all'ultima edizione del Religion Today Film Festival di Trento, che sarà presentato da Emanuel Cohn e che attraverso umorismo e paradosso, affonta i temi della Storia e della vita raccontando la situazione in cui si trova un grigio professore di Storia durante la festa di compleanno di una donna sopravvissuta alla Shoa.
L'Omaggio PKF di questa edizione è dedicato a Ronit Elkabetz, regista, sceneggiatrice e attrice, scomparsa nell’aprile del 2016.
“Ronit - sottolineano i direttori artistici - ha scritto la storia del cinema israeliano degli ultimi vent’anni. Pluripremiata ai festival internazionali, assieme al fratello Shlomi, con cui ha diretto la Trilogia di Viviane, ha portato il cinema israeliano alla ribalta. Come attrice, memorabile il ruolo di protagonista nell’esordio alla regia di Eran Kolirin, La banda, che le valse il Premio Ophir, il massimo riconoscimento del cinema israeliano.
A Ronit, va l’omaggio del PKF, che riattraverserà attraverso la Trilogia e la voce di Shlomi Elkabetz, la sua storia e il suo cinema”. Saranno infatti proiettati, alla presenza del fratello e co-regista Shlomi, To take a wife,Seven days e Viviane (scelto come film israeliano candidato ai Premi Oscar 2014).
Ma passiamo alle novità della edizione 2017. Il Pitigliani Kolno'a Festival Ebraismo e Israele nel cinema promuove, per il 2017, un premio nel nome di Emanuele Luzzati, per le opere che giungano al mondo dei ragazzi e dei giovani attraverso contenuti e linguaggi ricchi ed espressivi cosi come lui le realizzava e le avrebbe volute.
Nel nome del linguaggio universale dell'Infanzia, ricco, colorato e immediato, si vuole rendere omaggio alla valenza culturale della produzione cinematografica destinata al più giovani e attenta al temi dell'accoglienza e della multicultura cosi come le esperienze presenti nella millenaria storia ebraica hanno insegnato essere possibili.
Promosso dal Centro Ebraico Italiano" Pitigliani, il Premio Emanuele (Lele) Luzzati è dedicato al poliedrico artista, noto soprattutto come scenografo e illustratore. Lele Luzzati è stato maestro in molti campi dell'arte applicata che ha anche realizzato - in sodalizio con Giulio Gianini - indimenticabili film d'animazione.
Intitolato dunque ad uno dei maggiori artisti ebrei italiani di fama internazionale, in previsione del decennale della sua morte (26/01/2007), il premio è realizzato in collaborazione con il Museo Luzzati a Porta Siberia di Genova.
La prima edizione del Premio Emanuele (Lele) Luzzati, dedicato a quest'artista conosciuto internazionalmente, rappresenta dunque un incentivo alla realizzazione di opere dedicate ad un pubblico giovanile sempre più esigente e attento.
Gli autori potranno partecipare gratuitamente al concorso presentando un'opera che, attraverso qualsiasi linguaggio visuale, sia indirizzato all'universo giovanile e lo raggiunga trattando il tema universale de' "Tra particolarismo e universalismo: la diversità in mezzo all'uguaglianza". Il premio verrà assegnato nel corso del PKF del prossimo anno da una giuria qualificata composta da membri provenienti dal mondo della cinema, della cultura e delle istituzioni ebraiche.

martedì 15 novembre 2016

Mente Locale: 13 film in concorso e tanti ospiti da tutta Italia per raccontare il territorio

A Vignola (Modena), dal 15 al 20 novembre il primo Festival cinematografico sul Territorio (italiano)

Territorio’, termine affascinante e complesso, che evoca profumi e sapori, paesaggi e tradizioni. Come si racconta il territorio italiano con l’audiovisivo? A questa domanda cerca di rispondere il festival Mente locale – Visioni sul territorio, che si svolge nella città d’arte emiliana di Vignola dal 15 al 20 novembre, con eventi speciali a Bologna, Casalecchio di Reno e Castelvetro di Modena: gli spettatori assisteranno alle proiezioni, dialogheranno con gli autori in concorso e incontreranno tanti ospiti speciali.
Cuore del festival il concorso nazionale ‘Mente locale’, alla prima edizione, che ha chiamato a raccolta il meglio della produzione audiovisiva italiana sul tema del racconto del territorio: su 187 opere iscritte ne sono state selezionate 13, di cui 8 in anteprima regionale e 1 in anteprima assoluta, di tutti i generi e formati, di autori provenienti da tutta Italia. Il concorso si svolgerà interamente al teatro Cantelli di Vignola.
Nei tredici film in concorso il tema del territorio è fortemente presente e declinato in molti modi e linguaggi: il corto in anteprima nazionale La guardiana delle Alpi di Manuele Cecconello e Carlo Gabasio, primo tassello di un progetto in sviluppo su donne che gestiscono rifugi, e il lago protagonista del corto di fiction La terza riva di Giuliana Fantoni; gli sguardi personali sul post-sisma in Abruzzo e in Emilia con Habitat – note personali di Emiliano Dante e Inagibile di Giulia
Natalia Comito e la Milano nascosta di Sotterranea – viaggio nel ventre di Milano di Chiara Campara, Matteo Ninni e Carlo Tartivita; il Friuli onirico di Rivoca di Luca Chinaglia e Leonardo Modonutto e le Marche surreali di Solchi di Giordano Viozzi; la nave mercantile che si aggira tra gli oceani con il suo carico di merci e umanità di Wide Blue Delivery di
Alessandro Cattaneo e il Cammino di Santiago di La concha de la vieira di Paolo Santagostino; la promozione turistica intelligente e rutilante di Alice’s adventures in Tuscany dei Licaoni e un paese raccontato attraverso gli occhi di alcuni abitanti disabili in Rosarno – Autoritratti, di Andrea Nevi ; infine l’Emilia-Romagna del grande cinema di Le radici dei sogni di Francesca Zerbetto e Dario Zanasi e la bassa ferrarese stralunata di Anzul delle stelle di Giuseppe di Bernardo.

I film selezionati saranno presentati dagli autori al Teatro Cantelli di Vignola, e la giuria composta da Giangiacomo De Stefano, produttore Sonne Film e regista; Roy Menarini, docente universitario e critico cinematografico; Enza Negroni, Presidente DER – Documentaristi Emilia-Romagna e regista (Presidente di giuria); Silvestro Serra, Direttore della rivista ‘Touring – Il nostro modo di viaggiare’ e direttore comunicazione e relazioni istituzionali Touring Club Italiano; Ettore Tazzioli, direttore TRC, la televisione leader di ascolti in Emilia-Romagna, assegnerà al vincitore il premio ‘Mente locale – visioni sul territorio 2016’, del valore di 1.000 Euro.
A questo premio si affianca un premio del pubblico, che potrà votare all’uscita dalle proiezioni dei film in concorso al Teatro Cantelli di Vignola: il vincitore avrà in premio un computer portatile offerto da Asus Open Games – store di Vignola e Bazzano.
All'interno del festival il Focus #FIDUCIACASERTA: raccontiamo la Campania tra cinema, beni culturali, musica ed enogastronomia
Una sezione speciale del programma è dedicata alla regione ospite d’onore di Mente Locale di quest’anno, la Campania: saranno a Vignola Mauro Felicori, il bolognese che con lo slogan “#FIDUCIACASERTA” sta rilanciando la Reggia e il territorio circostante, che sabato 19 novembre alle 11 racconterà il suo primo anno da Direttore e la sua idea di valorizzazione del territorio in dialogo con il Presidente del Touring Club Italiano e già storico dirigente RAI Franco Iseppi; il regista casertano Pietro Marcello, uno degli autori più interessanti del panorama italiano attuale, che sabato 19 novembre alle 21 presenterà il suo documentario-favola sul viaggio di un Pulcinella e di un bufalo nell’Italia di oggi, ‘Bella e perduta’, che ha riportato l’attenzione sulla perla nascosta del Real Sito di Carditello, residenza borbonica abbandonata a se stessa nel cuore della ‘terra dei fuochi’, ora al centro di un progetto di rilancio che sarà raccontato a Vignola dalla neo Direttrice della Fondazione Real Sito di Carditello Angela Tecce, a confronto con il regista e con Mauro Felicori.
Domenica 20 novembre alle 17,30 si parlerà poi del tratto campano
dell’Appia Antica e dell’attuale crescita di attenzione per la ‘regina viarum’, grazie al progetto interdisciplinare che ha visto protagonisti Paolo Rumiz, Riccardo Carnovalini e Alessandro Scillitani in un lungo viaggio a piedi nel cuore d’Italia: uno straordinario esempio di come il racconto di un territorio possa favorirne il rilancio. Ne parleranno il regista del documentario ‘Il viaggio dell’Appia Antica’ Alessandro Scillitani, che mostrerà una parte del suo lavoro dedicata al tratto campano dell’Appia, e uno degli ideatori del viaggio, Riccardo Carnovalini, grande camminatore e fotografo del paesaggio italiano, che ha preparato l’itinerario riscoprendo il tracciato dell’antica via e che mostrerà immagini dei suoi trent’anni di viaggi in Campania e del cammino dell’Appia.
Ma la Campania sarà protagonista anche in altri campi: con ‘La disfida del gusto: Emilia vs. Campania’, evento speciale di degustazione e racconti
che si terrà domenica 20 novembre alle 12 nella splendida cornice di Villa Cialdini a Castelvetro di Modena, in cui si sfideranno, amichevolmente ma senza esclusione di colpi, da un lato Parmigiano-Reggiano abbinato al Lambrusco e dall’altro Mozzarella di Bufala abbinata al vino Asprinio, con un contorno di altri prodotti tipici del territorio, lasciando al pubblico l’ardua sentenza; e infine con il concerto di uno dei più interessanti gruppi emergenti della scena italiana, Tartaglia Aneuro, progetto guidato dal frontman Andrea Tartaglia che mescola l'urgenza del rap, la rabbia del rock, il nervosismo dell'elettronica e il sentimento romantico della musica popolare napoletana, venerdì 18 novembre allo Stones Café.
Il programma del festival prevede anche la presenza, per la prima volta in Italia, di Ridha Tlili, mercoledì 16 novembre alle 20,30, regista tunisino pluripremiato che racconta i mutamenti del suo Paese negli anni della Primavera araba, dalla speranza alla disillusione. Quindi un focus su due
importanti compagnie teatrali italiane, che hanno nel rapporto con il territorio la loro cifra stilistica e lavorano da anni sull’audiovisivo, quali la Compagnia della Fortezza di Armando Punzo a Volterra martedì 15 novembre alle 20,30 e il Teatro delle Albe di Ravenna giovedì 17 novembre alle 20,30.
Oltre a questo, due eventi speciali a Bologna e provincia: l’anteprima regionale di un film prodotto sul territorio, e in cui la campagna emiliana è co-protagonista, ‘A seafish from Africa – Il mio amico Banda’ di Giulio Filippo Giunti, già in concorso al festival ‘Visioni dal mondo – Immagini dalla realtà’ 2016, in programma come anteprima del festival giovedì 10 novembre alle 21 al cinema Odeon a Bologna; infine, un progetto speciale del Teatro delle Ariette, ‘Parliamo d’amore?’: interviste e incontri realizzati sulla linea ferroviaria Casalecchio-Vignola, che unisce le province di Bologna e Modena,  che saranno trasformati in un cortometraggio che sarà proiettato in anteprima assoluta in chiusura del festival.

mercoledì 9 novembre 2016

XII° MEDFILM FESTIVAL – IL CINEMA DEL MEDITERRANEO A ROMA - DAY 6

Oggi Mercoledì 9   è la volta del Focus sull'Iran

Si inizia con la rassegna dei Cortometraggi Iraniani.
SILENT di Poya Nabi  - Tre amici,tre segreti.
IL SILENZIO di Farnoosh Samadi e Ali Asgari La storia di Fatma e sua
madre, rifugiate curde in Italia.
MOHAGH di Ali Derakhshanedeh  -Secondo una leggenda, organizzare funerali nelle notti di luna calante può essere rischioso.
THE KEY di Mohsen   La storia di Khanjahni Seyfollah Tahmasebi, unico custode dell’Azadi Sport Complex, il grande stadio di calcio situato nel cuore di Teheran.
HE di Sam Kalantari – I manichini. Un documentario di fantascienza, che rivela un immaginario erotico represso.
A seguire tre lungometraggi con al centro il ruolo femminile nella società iraniana:
DEATH OF THE FISH di Rauhollah Hejazi - Quando una madre muore, i suoi figli si trovano di fronte ad una sua bizzarra richiesta. Nelle sue ulime volontà chiede ai figli di tenere il suo cadavere in casa per tre giorni e di non avvisare i parenti della sua scomparsa. Perché? È possibile onorare una richiesta del genere?
SCISSOR di Karim Lakzad’h alla presenza del regista e degli interpreti – E’ la storia del giovane Rama che deve fare i conti con le sue azioni verso il genere femminile.
HOUSE ON 41ST STREET di Hamid-Reza Ghorbani alla presenza del regista. Una storia di fratelli e del ruolo delle donne in seno alla loro famiglia.
Mentre nell’altra sala alle 20:30 un Evento Speciale - Premio alla carriera
alla presenza di Gianni Amelio verrà proiettato IL PRIMO UOMO del 2011.
Si termina con il Concorso Internazionale Documentari per il quale viene proiettato PASSENGERS dell’iraniano Mahmoud Rahmani sulle orme del più famoso TAXI THERAN di Jafar Panahi vincitore a Berlino 2015. I taxi in Iran sono luoghi ideali per condividere idee su questioni politiche e sociali: si sentono storie vere da fonti attendibili, le persone esprimono liberamente
aspettative e dolori, senza alcun tipo di auto-censura. Rahmani, alla guida di un taxi nella città meridionale di Ahwaz, ci presenta un’immagine inedita della società iraniana e dei suoi paradosssi.
Per chi avesse perso il primo gruppo di cortometraggi del Concorso Internazionale sarà possibile rivederli.