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Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



lunedì 3 agosto 2015

La recensione: L’ATTESA regia di Piero Messina, Italia 2015, 100′


Verrà presentato alla Mostra di Venezia e fa parte dei magnifici 4 scelti da Barbera a rappresentarci. Messina giovane talento siciliano, fino ad oggi anche aiuto regista del premio Oscar Sorrentino, debutta con il suo primo lungometraggio con un cast d’eccellenza. Il premio Oscar Juliette Binoche al terzo film consecutivo nei quali si cimenta nei rapporti al femminile. I due precedenti sono Sils Maria di Oliver Assays,presentato a Cannes nel 2014, e il film inaugurale della Berlinale 2015 Nobody Wants the Night della regista spagnola Isabella Coixet. Come in questi precedenti assisteremo al racconto intimo tra donne, del loro incontrarsi e scoprirsi. Se in Sils Maria la Binoche è alle prese con se stessa nel ruolo della attrice sulla via del tramonto e in Nobody Wants the Night si raffronta con l’amante dell’avventuroso marito, nell’Attesa si dovrà confrontare con la fidanzata Jeanne (Louu de Laage) del figlio Giuseppe (Giovanni Anzaldo). Il regista Messina, ancorato alle sue radici, ha ambientato in una antica villa siciliana questa piece teatrale altalenante tra le luci e le ombre della villa e tratta da un lavoro di Luigi Pirandello (La vita che ti diedi). L’aspro paesaggio che circonda la villa e la avvolge con una atmosfera surreale è lo sfondo dei sentimenti che sgorgano dall’incontro improvviso delle due donne. Un dramma tra gli antichi ricordi e l’imminente tragedia che tiene in sospeso lo spettatore appunto nell’attesa dell’amara verità. La fotografia è curata, come pure la scenografia. Messina ha tanto imparato da Sorrentino. Accanto alla icona francese Binoche c’è un attore di tutto rispetto per le sue origini teatrali nelle parti del fattore Pietro (Giorgio Colangeli) che osserva quanto sta accadendo come uno spettatore in platea. A teatro l’opera pirandelliana che ha ispirato Messina è stata interpretata da Eleonora Duse prima e poi da Paola Borboni. Nei panni del figlio Giuseppe la giovane promessa del cinema Giovanni Anzaldo visto ultimamente nel Capitale Umano di Virzì e in Mi chiamo Maya di un’altra giovane promessa Tommaso Agnese. Ha fatto bene Barbera a scegliere tra i quattro film italiani alla prossima Mostra di Venezia questa opera prima che si avvale delle professionalità ed esperienza della Binoche e di Colangeli e dell’entusiasmo di Messina e Anzaldo. L’unica cosa che lascia qualche dubbio è la durata della pellicola, legata al ritmo della tragedia che inesorabilmente sovrasta tutto e tutti.

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