Descrizione

Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



mercoledì 24 febbraio 2016

Speciale BERLINALE 2016 - Lo sguardo sul Mondo. I^ parte – Selezione Ufficiale.

(Foto per gentile concessione della Berlinale)
Calato il sipario sulla Berlinale ed è ora di tirare le somme.
Iniziamo dai numeri del 2016. Presentati 283 film, escluse le retrospettive, di cui due terzi (187) in prima mondiale. Le proiezioni si sono svolte in più di 60 sale dei 10 luoghi sparsi a Berlino. Siamo riusciti a vederne oltre cinquanta nei nove giorni di festival. Abbiamo privilegiato la Selezione Ufficiale, a cui è dedicata questa prima parte, ma anche scelto alcuni titoli delle sezioni collaterali Panorama e Forum nelle quali si trovano outsider per capire meglio lo spirito di questa 66esima edizione. Non abbiamo esattamente colto nel segno, ma siamo andati vicini. Infatti quattro degli oltre venti film visti sono stati scelti dalle Giurie dei Premi collaterali. Delle altre sezioni Generation e Perspektive Deutsches Kino ci siamo limitati a pochi titoli. Non abbiamo invece seguito la parte dedicata agli Short. In particolare dei 23 lungometraggi della Selezione ufficiale (compresi i film fuori concorso) ne abbiamo visti 20, mentre delle sei proiezioni Special Gala presso il Friedrichstadt-Palast la metà (3). Dei 50 lungometraggi delle sezioni collaterali Panorama (che ha presentato un film in collaborazione a Generation e incluso in quest’ultima) e Panorama Dokumente ne abbiamo visti 9 e 5 rispettivamente. Delle 14 proiezioni della Perspektive Deutsches Kino ne abbiamo visti due. Della selezione Forum (compresa la MasterClass dei Talents) su 44 ne abbiamo visti 7. Per Generation 14plus dei 13 film in concorso ne abbiamo visti 3, di Generation Kplus dei 13 film presentati solo uno. Inoltre abbiamo recuperato El Abrazo del Serpiente presentato tra gli eventi di NATIVe . Infine non potevamo mancare alla Master Class di Meryl Streep in ambito dei Talents che prevedevano ben 32 incontri con 100 giovani talenti tra cui sette italiani.
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Passiamo quindi alla classifica dei 23 lungometraggi presentati alla Berlinale 2016 provenienti da 21 paesi e le emozioni che ci hanno suscitato:



   
Fuocoammare di Gianfranco Rosi - doc Orso d’Oro 2016. Meritatissimo il premio al nostro documentarista autore di una pellicola fuori da ogni schema preordinato che va dritto al cuore dello spettatore. Un urlo per risvegliare le coscienze degli uomini che, come il giovane Samuele, hanno l’occhio “pigro”. L’empatia del Dott. Bartolo verso i migranti da soccorrere è commovente.


 


SMrt u Sarajevu di Danis Tanović - Orso d’Argento Gran Premio della Giuria. Non poteva essere altrimenti. Il tema è quello della memoria di quanto successo a Sarajevo il secolo scorso. Ma anche della fratellanza fra popoli che coabitano calpestata a causa delle diversità religiose nei secoli. La narrazione inusuale e audace intreccia abilmente la vita degli ospiti


e degli impiegati di un grande albergo con un ritmo crescente. Speriamo di vederlo nelle sale italiane.

    





Chang Jiang Tu (Crosscurrent) di Yang Chao - Orso d’Argento per il contributo artistico nella fotografia. Un viaggio su una chiatta tra i flutti del fiume cinese che sfocia a Shangaj imperniato sull’amore platonico. Debbo dire che oltre la fotografia è considerevole l’interpretazione della giovane amata alla quale poteva essere attribuito l’Orso d’Argento.
Al riguardo avrà influito nella scelta della Giuria la differenza del modello di pensare e di comportamento tra noi e gli orientali.


      





Soy Nero di Rafi Pitts. Storia di emigrazione poco conosciuta ambientata nel Continente americano fuori dal comune per scappare dalla povertà assoluta del Messico. Peccato che è stato escluso dai premiati perché lo script poteva aspirare ad un riconoscimento.


         


Quand on a 17 ans di André Téchiné. Anche questa storia è rimasta esclusa inspiegabilmente dai premi, anche da quelli delle Giurie Indipendenti. Il regista con delicatezza narra le pulsioni omosessuali adolescenziali. I due giovani protagonisti Thomas e Damian consegnano allo spettatore un punto di vista che spesso gli adulti faticano a comprendere.
  


Inhebbek Hedi di Mohamed Ben Attia - Orso d’Argento migliore attore e Premio migliore Opera Prima. Se l’interpretazione del giovane protagonista interpretato da un promettente Majd Mastoura (Bidoun 2 di JlaniSadi) ha convinto, al contrario dell’altalenante andamento della storia che ha convinto di meno con un finale che lasciamo giudicare al pubblico. Quindi il Premio Opera prima risulta controverso.
Genius di Michael Grandage - Opera Prima. Una storia vera e un cast eccezionale (Colin Firth, Jude Law, Nicole Kidman) meritavano un premio che però non c’è stato. Infatti la notevole l’interpretazione di Colin Firth nel ruolo dell’editore Perkins, scopritore di talenti ma anche amorevole marito e padre, non è stata ingiustamente ravvisata dalla Giuria. Anche la regia poteva aspirare al premio Opera Prima.
Alone in Berlin di Vincent Perez. Una storia particolare sulla resistenza attuata contro il nazismo dagli stessi tedeschi. In una Berlino ancora non ferita dalla guerra, non tutti erano fanatici del Fuhrer, soprattutto se avevano perso l’unico figlio al fronte. Il dissenso espresso in forma anonima ma pubblica dai coniugi Quanguel mette in ridicolo i poliziotti berlinesi. La performance di Brendan Glleeson e Emma Thompson è efficace. Peccato che non basta a convincere la Giuria.
Des nouvelles de la planète Mars di Dominik Moll - Fuori concorso. Una esilarante storia di uno sfigato padre, che per questo attrae il pubblico, vittima della sua ex, della sorella, dei due terribili figli adolescenti e di un collega fuori di testa (Vincent Macaigne). Al brillante attore Françoise Damiens calza alla perfezione la parte. La differenza tra le commedie del nostro cinema e quello d’oltre Alpe sta appunto nella loro leggerezza con la quale consegnano i personaggi. Aspettiamo che trovi un distributore italiano.
Saint Amour di Benoît Delépine e Gustave Kervern- Fuori concorso. Una coppia affiatatissima e datata (Gérard Depardieu & Benoit Poelvoorde) insieme a due giovani speranze del cinema francese (Vincet Lacoste & Celine Sallette) fanno la differenza. Infatti, dietro lo spirito leggero della commedia si celano i temi universali sull’amore.
Kollektivet di Thomas Vinterberg - Orso d’Argento migliore attrice. Storia autobiografica, ma confusa su una Comune degli anni ’70 e le conseguenze sui suoi componenti. Era il periodo degli Hippyes e dell’amore libero, difficilmente attuabile però dalla classe medio borghese e radical chic. Il premio all’attrice non si discute, anche se come detto per il film cinese Crosscurrent l’interprete femminile aveva anche lei le carte in regola, insieme all’attrice del film polacco United States of Love in appresso menzionata.
Hail, Caesar! di Joel and Ethan Coen - Fuori concorso - Film d’apertura. Narrazione scanzonata e dorata degli Studios anni ’50 e non poteva essere altrimenti. I Fratelli Coen possono a ragione permettersi anche queste disgressioni controcorrente.
Zjednoczone Stany Miłosci (United States of Love) di Tomasz Wasilewski - Orso d’Argento per la migliore sceneggiatura. Qualcosa non torna perché di tutte le caratteristiche della pellicola, proprio lo script era quella meno pregiata. Infatti l’autore si avventura in un pericoloso intreccio di storie parallele al femminile, ma l’operazione non riesce. Ma si sa l’operato di una Giuria è inappellabile! Piuttosto avremmo premiato l’attrice che impersona l’anziana insegnante.
Cartas da guerra di Ivo M. Ferreira. Il tema affrontato del colonialismo del Portogallo nei territori del Centro d’Africa è notevole. Anche la scelta del B&N convince. Peccato che il film utilizzi per due ore ininterrotte una voce narrante. L’errore fatale era evitabile ed avrebbe dato un respiro diverso al film.
CHi-Raq di Spike Lee - Fuori concorso. Una trasposizione moderna dalla Mitologia Greca di Lisystrata in chiave di Musical in versione urlata. Viene fuori un immagine di una regia arrabbiata con il mondo che la circonda. Per inciso il film è stato fischiato dal pubblico!
Zero Days di Alex Gibney – doc. Sembrerebbe a prima vista una minuziosa indagine su Internet, sugli atti terroristici cibernetici e sulla loro origine prima: l’Iran e la corsa al nucleare. In realtà ci sembra di parte e si dimentica che più un sistema è complesso più è progettato in maniera ridondante appunto per raggiungere un buon grado di sicurezza. Il tecnicismo usato si ritorce contro allo stesso regista. Ci voleva un po’ di anima nel racconto.
Ejhdeha Vared Mishavad! (A Dragon Arrives!) di Mani Haghighi. La pellicola è il risultato della mancanza di libertà, e si appiglia ad una favola arcaica della Mesopotamia. Al contrario la fotografia è notevole con punti di vista della cinepresa che attirano lo spettatore.
Midnight Special di Jeff Nichols. Il film contiene qualche spunto di novità e poteva essere un’idea fresca. Ma dopo le prime battute si perde nei rivoli delle ovvietà degli Studios. Chi soffre è l’attore protagonista Mike Shannon nei panni di un padre che non si vuole arrendere fino all’ultimo al destino del figlio proveniente da altri mondi.
Mahana di Lee Tamahori - Fuori concorso. Più che un film si può accostare alla visione consecutiva degli episodi di una serie TV come per noi europei è stata Dallas negli anni ’80. Il tema per noi europei è inusuale perché parla dei nativi australiani conformatisi agli anglosassoni che hanno “civilizzato” il Nuovo Mondo con un finale stereotipo.
Boris sans Béatrice di Denis Côté. In una parola il film è la storia psicotica di una coppia. E la Giuria a buon ragione lo ha scartato.
Purtroppo ci siamo persi due dei film vincitori e il film 24 Wochen di Anne Zohra Berrached premiato dalla Giuria Indipendente con il Gilda German Arte House Cinemas. I due film premiati hanno ricevuto anche i consensi della critica:




Hele Sa Hiwagang Hapis (A Lullaby to the Sorrowful Mystery) di Lav Diaz - Orso d’Argento Alfred Bauer al film che apre nuove prospettive.


L’avenir di Mia Hansen-Løve Orso d’Argento miglior regia.
Il primo film è una maratona cinefila di oltre otto ore e Manifesto politico del maestro Lav Diaz. Il secondo film con una rinata Isabelle Huppert consacra definitivamente la giovane regista.
Per quanto riguarda i Berlinale Special Gala presso il Friedrichstadt-Palast le tre pellicole di diverso genere fra loro che abbiamo visto sono notevoli:
Creepy di Kiyoshi Kurosawa – Opera Prima. Un thriller avvincente che poteva portare a casa il Premio Opera prima.
Miles Ahead di Don Cheadle – Opera prima. Una biografia del Jazzista Miles tramite uno script affascinante. Ci domandiamo però il perché il più delle volte i grandi artisti sono stati anche grandi consumatori di droghe?
Where To Invade Next di Michael Moore – doc. Ritmo fluente ma con punti di vista discutibili. Il regista vuole suggerire al Presidente degli Stati Uniti di prendere spunto dalle caratteristiche di alcune Nazioni per il Governo dell’America. Ne risulta però anche un dileggio dei paesi visitati. Almeno per quanto riguarda l’Italia vengono evidenziati presunti lati positivi del nostro welfare. La realtà è ben diversa. Il regista è un dispensatore di ritmo ben dosato, ma sarà tutto vero quello che ci racconta, o piuttosto si tratta di una operazione commerciale?
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Dei Berlinale Shorts 2016 vi riferiamo i risultati della Giuria composta da Sheikha Hoor Al-Qasimi, curatore e direttore della Biennale di Sharjah negli Emirati Arabi Uniti, dalla scrittrice greca Katerina Gregos e dal regista israeliano, Avi Mograbi.
La Giuria ha assegnato l’Orso d’Oro e d’Argento rispettivamente a Balada de um Batráquio (Batrachian's Ballad) di Leonor Teles, Portogallo, 11’ (WP) e a A Man Returned di Mahdi Fleifel, UK / NL / DK, 30’. A quest’ultimo è andata anche la nomina agli EFA 2016. Invece il Premio Audi di 20.000€ è andato a Jin zhi xia mao (Anchorage Prohibited), Chiang Wei Liang, Taiwan, 16’.
Nella prossima edizione vi parleremo delle altre selezioni Panorama, Forum, Generation e Perspektive Deutsches Kino. Non mancate!

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