Dopo essersi
aggiudicato il Premio Irizar del Cinema Basco e la Menzione speciale del Premio
Signis all’ultima edizione del Festival di San Sebastian, Amama, ultimo lavoro
del regista basco Asier Altuna, è stato presentato alla Festa del Cinema di
Roma dove si è fatto voler bene da subito (vedi i film più belli della Festa). Avrebbe meritato di più, speriamo
che almeno goda del gradimento della distribuzione in Italia.Il film affronta lo scontro tra la
modernità e la realtà rurale attraverso una storia intimista che gira intorno a
Tomas e a sua figlia Amaia. Interpretati da Kandido Uranga e Iraia Elias, i due
sono protagonisti di un complicato rapporto familiare animato costantemente da
tensioni e conflitti dettati da due modi opposti di concepire la vita. Tomas
rimane ancorato alle proprie radici e non riesce a comprendere la sua giovane
figlia che è, invece, combattuta fra l’eredità familiare che la lega alla
dimensione rurale e la ricerca artistica che muove la sua esistenza. Amaia si sente
intrappolata al suo destino, ad una realtà che non sente totalmente sua e dalla
quale sarà necessario staccarsi per ritrovare se stessa. In questo complicato
scontro generazionale, che diviene metafora di una diffusa condizione sociale
che coinvolge gran parte delle località spagnole, un ruolo cruciale è giocato
dalla nonna Amama, che rimane in disparte ad osservare le dinamiche della sua
famiglia ed è il collante della famiglia. Strizzando l’occhio a molto cinema
latino, Amama riesce a farsi specchio di una realtà sociale attraverso una
toccante storia familiare.
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