La recensione: Il
Bambino di Vetro opera prima di Federico Cruciani, Italia, 2015, 80’ in corsa
al Concorso ALICE NELLA CITTA’
Fa piacere che a rappresentare l’Italia al Concorso della
Sezione a latere e indipendente ALICE NELLA CITTA’ sia il regista romano ma siciliano
di adozione Federico Cruciani con la sua opera prima Il Bambino di Vetro, realizzato anche
grazie alla collaborazione della Eurofilm di Simonetta Amenta (La Siciliana
Ribelle). Il film è stato preceduto dalla proiezione del cortometraggio di un'altra
regista siciliana. Costanza Quatriglio ha realizzato The Zero Hunger Challenge
dedicato al tema delle Nazioni Unite per Expo Milano 2015: “Sfida Fame Zero -
Uniti per un mondo sostenibile, a pochi giorni dalle celebrazioni ufficiali
della Giornata Mondiale dell'Alimentazione a Expo 2015. Su una sceneggiatura liberamente
tratta da "Figlio di Vetro" di Giacomo Cacciatore, assistiamo allo
sfaldamento dei valori della Famiglia sullo sfondo della città di Palermo di
oggi. Nel cast un sorprendente Paolo Briguglia, come mai lo si è visto, insieme
a Chiara Muscato, Vincenzo Ragusa, Claudio Collovà, Fabrizio Romano e una breve
apparizione di Maziar Firouzi. Il regista, alla sua prima esperienza cinematografica ha definito la narrazione un noir
pirandelliano. Chi si ricorda La Città Ideale con Luigi Lo Cascio troverà
legami stretti fra le due narrazioni. Parliamo del tradimento dei valori
fondamentali come quello basilare della società umana: la Famiglia. Nel caso di
Vetro's Child il giovane protagonista Giovanni, suo malgrado, scopre un lato
oscuro del padre. Qualcuno ha definito che la Palermo descritta nel film è
plumbea e invernale. Il coraggioso regista racconta invece Palermo così come è,
peccato per alcuni buchi della sceneggiatura, altrimenti sarebbe stato un film
perfetto. Con questo film Paolo Briguglia riesce a scrollarsi di dosso un
clichè scomodo e gli auguriamo di finalmente spiccare il volo.
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