WILD di Jean-Marc Vallée, USA 2014, 115’
Sulla cima di un brulla montagna
sotto il sole cocente si sente il respiro affannoso di una donna. Le fa
compagnia il rumore del vento. I suoi piedi sono piagati dopo tanto camminare,
si strappa un unghia del piede, improvvisamente gli scarponcini le volano via
giù per il burrone. Un urlo di rabbia sovrasta il rumore del vento. Come inizio
non sarebbe male se non fosse che nel proseguire, anzi all’inizio di questa
storia la donna sembra stare in un’altra dimensione. Quello che affascina lo
spettatore è il suo enorme zaino. Simbolo della sua vita dolorosa. Lo
scopriremo presto con i tanti flash back. Ma l’enorme zaino le servirà anche per
compiere la traversata del PCT (Pacific Crest Trail). Ogni cosa le ricorda il
passato. La sua è stata una vita difficile, un padre alcolizzato da dove è
scappata, un fratellino più piccolo problematico a cui accudire e adesso la
morte della madre divorata dal cancro. E’ la storia vera di Cheryl e del suo viaggio a piedi attraverso il deserto scritta con l’aiuto di Nick
Hornby. Il camminare per l’essere umano vuol dire crescere, e così sarà
alla fine anche per Cheryl. Il tema del film non è nuovo al regista autore di
un’altra rinascita con Dallas Buyers Club, dove è riuscito meglio a
caratterizzare il protagonista, anzi i due protagonisti. Il cammino di Cheryl è costellato
dall’incontro con altri esseri umani dai quali trarrà anche pillole di
saggezza. Lo scenario del deserto ci ricorda quello di Into the wild, dove i paesaggi erano quelli di montagne innevate. Ma mentre in quest’ultimo
c’era l’annullamento per inedia del protagonista fino alla morte, qui
assistiamo alla catarsi della protagonista, a ritrovare Dio dal quale si era
allontanata. Ma anche ritrovare il piacere di relazionarsi con gli uomini dopo
l’esperienza tossica con il suo ex marito. Ci sono voluti 94 giorni per Cheryl
per spiccare il volo. Sullo sfondo della scritta “Bridge of God” su un ponte in
ferro che attraversa il fiume, la protagonista ci rivela in terza persona quale
sarà il suo futuro. Questo finale non è del tutto scontato anche se sin
dall’inizio si vede la tenacia della donna a proseguire il viaggio nel deserto
del suo animo. La protagonista interpretata dalla “perfettina” Reese Witherspoon
fa tenerezza per la sua inesperienza iniziale. Lo spettatore vorrebbe aiutarla,
ma come fare? Semplicemente vedendo il film fino al termine.
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