Si è inaugurato il 25 maggio e proseguirà fino a domani 1
giugno ai Cantieri Culturali alla Zisa la settima edizione del Sicilia Queer
Filmfest. Ieri nella Sala Wenders del Goethe-Institut, è stato proposto Il
futuro è donna del 1984,
emblematico film di Marco Ferreri scritto con la
collaborazione di Piera Degli Esposti e Dacia Maraini, che mette in scena, con
il solito piglio provocatorio e anarchico che contraddistingue le opere del
regista, il tema della crisi della coppia. Nel cast insieme ad una giovane Ornella
Muti anche Isabella Biagini, Laura Morante e la stessa Piera Degli Esposti. E’
stato replicato di The Love Witch di Anna Biller, che ricrea l’estetica dei
b-movies in technicolor degli anni ’60 per inscenare una commedia nera che fa
satira sui luoghi comuni riguardanti entrambi i sessi, ma principalmente il
femminile. Mentre al Centro Sperimentale di Cinematografia, alla presenza della
regista e di parte del cast, tra cui Enrico Roccaforte e Alessio Barone, proiettato
in anteprima nazionale Isola di Fabianny Deschamps. Girato lo scorso anno a
Lampedusa il film si
muove tra documentario e finzione, racconta uno spaccato
del mondo. Mentre oggi alle 18.30, introdotto dall’attrice protagonista Susanne
Sachsse, sarà proiettato nella Sala Wenders del Goethe-Institut Ulrike’s Brain
(2017) di Bruce LaBruce, un film di fantascienza con implicazioni politiche dai
toni pulp, che omaggia i b-movies degli anni 60. In alternativa si potrà
scegliere, al Cinema De Seta, la replica di El futuro perfecto (2016) di Nele
Wohlatz, tenera storia d’amore tra due ragazzini che superano le difficoltà
linguistiche e culturali per frequentarsi senza pregiudizi, cui seguirà Sarah
Winchester, Opéra Fantôme (2016) di Bertrand Bonello, curiosa ricostruzione –
tra danza e cinema – della vita di una donna esemplare: la moglie
dell’inventore della celebre carabina Winchester, protagonista di numerosi
western di successo.
Alle 20.30 la regista inglese Claire Simon presenterà il suo
film Le
concours (2016), che tra fiction e documentario segue i candidati
allievi della prestigiosa scuola di cinema “La Fémis” di Parigi. Attraverso
l’occhio attento e neutrale della sua telecamera, Simon ci racconta qualcosa
dei rapporti tra le generazioni, parlando anche molto della nostra società
ipercompetitiva. Le aspirazioni, il rigore, l’impegno dei giovani diventano
metafora e modello di un percorso esistenziale.
Alle 22.30, con Ornithes (2012), proseguirà al De Seta
l’omaggio al regista Gabriel Abrantes, cui farà seguito la replica di Le parc
(2016) di Damien Manivel, una fiaba moderna che rievoca la potenza del cinema
muto per parlare di temi quali l’adolescenza, la scoperta del desiderio e della
sessualità e l’incomunicabilità ai tempi dei social media, giocando col cinema
di genere ed i suoi linguaggi.
In alternativa, nella Sala Bianca del Centro Sperimentale di Cinematografia, si
potranno seguire due documenti di grande interesse civile e politico: L’autre
côté (2016) di Isabelle Bourgueil e Repeindre le monde (2016) di Youssef
Gebran. Il primo è girato nella Rue de l’Industrie di una piccola cittadina
delle Cévennes: da un lato della strada il cantiere di un nuovo “Museo delle
arti e delle tradizioni popolari”, un progetto che intende ripristinare un
antico laboratorio di filatura della seta dove gli operai discutono della
necessità di un cambio nelle condizioni di lavoro; dall’altro lato una zona di
alloggi a basso affitto pieno di residenti poveri e disperati. Un muro li separa.
Il secondo ricostruisce la storia della pittrice Patricia, separata dalla madre
a tre anni, che ha trascorso la sua infanzia all’interno della comunità
settaria di Otto Mühl, alla quale era stata affidata dalla madre per essere
cresciuta e educata. Dopo tanti anni, madre e figlia, in un intenso confronto,
provano a capire le scelte che portarono la piccola Patricia all’interno della
comunità fondata in Austria nel 1976.
Invece domani nella giornata conclusiva ancora opere di
impegno civile, ma anche musica, proclamazione dei film vincitori e divertenti rivisitazioni del porno. Alle
16.00 al Cinema de Seta un drammatico
documentario Fantasmata planiountai pano
apo tin Evropi (Gli spettri infestano l’Europa) di Maria Kourkouta e Niki
Giannari, che ricostruisce l’epopea degli oltre 15.000 rifugiati curdi,
siriani, pakistani e afghani bloccati lo scorso anno al confine tra la Grecia e
la Macedonia.
Alle 18.30 sarà proiettato Vivir y otras ficciones (2016)
del regista spagnolo Jo Sol, che affronta il delicato tema della sessualità dei
disabili. Cosa significa vivere una vita piena per Pepe, costretto su una sedia
a rotelle
dopo un incidente, o per Antonio, prigioniero della sua solitudine
dovuta a una vita ai limiti dell'ordinario? A partire da questa domanda Pepe
decide di contattare un'assistente sessuale per occuparsi di lui e dei suoi
amici, perché lo Stato non si preoccupa si dare una vita normale agli invalidi.
“Noi non abbiamo un corpo, siamo un corpo”: da questa considerazione prende le
mosse un film in cui la sessualità dei disabili, lontano da toni pietistici e
patetici, è solo un espediente per parlare della vita e del desiderio in un
originale mix di documentario e finzione, in cui i confini tra i due registri
si fondono e confondono.
Alle 20.30 avrà luogo la cerimonia di premiazione dei film
in concorso. La
giuria presieduta dal regista portoghese João Pedro Rodrigues e
composta dall’attrice Silvia Calderoni, dal critico dei Cahiers du Cinéma
Jean-Sébastien Chauvin, dal regista francese Arnold Pasquier e dall’attrice
tedesca Susanne Sachsse, proclamerà e premierà il miglior cortometraggio della
sezione Queer Short e il miglior lungometraggio della sezione Nuove Visioni,
aperta a opere prime e seconde e nuovi sguardi non necessariamente legati a
tematiche GLBT.
A seguire, un concerto del Trio di Simona Norato e un
divertente finale “porno”, con la proiezione di Antiporno (2016) del giapponese
Sion Sono, che mette in scena un bizzarro delirio schizofrenico servendosi di
metalinguaggi e strumenti onirici. Un omaggio al filone del roman porno, che
analizza l’immaginario erotico giapponese, i suoi tabù e il ruolo della donna
nella società contemporanea. Per restare in tema, la serata si chiuderà con la
proposta di Queen Kong (2016) di Monica Strambini, interpretato dalla pornostar
Valentina Nappi, primo divertente cortometraggio del progetto Le ragazze del
porno lanciato alcuni anni fa da Tiziana Lo Porto.
In omaggio alla nomina di “Palermo Capitale dei Giovani
2017”, per tutto il festival i biglietti di ingresso per gli studenti costano
solo 3 euro.
Le attività del Sicilia Queer Filmfest proseguiranno dal 5
al 9 giugno con il workshop condotto dalla regista Claire Simon e con le
proiezioni dei suoi film al Cinema De Seta.
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