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Un film commovente sulla immigrazione biblica sfuggendo dagli orrori della guerra e della povertà. Adesso il regista Gabriele del Grande si trova rinchiuso nelle galere turche senza sapere quale sia il suo capo di imputazione.Dal sito MyMovies un estratto della recencensione: Una favola di disobbedienza civile che ha abbattuto gli orchi, che confida nel prossimo e che reagisce all'Europa, alle sue forme di contenimento, controllo, detenzione e respingimento. Azione politica in immagini, Io sto con la sposa solleva e risolve con estro il dibattito sul diritto alla mobtarsi senza impedimenti, sfuggendo guerre o dittature crudeli. A incarnare l'Odissea in costume nuziale, che muove da Milano alla volta di Stoccolma, passando per Marsiglia, Bochum e Copenaghen, due sposi e un solido e solidale contorno di comprimari, che hanno il volto di chi è 'affondato', di chi è riemerso, di chi come Manar 'rappa' la propria vita e i suoi pochi anni per dirsi al mondo e per dire al mondo che non si sente più straniero e che quello che desidera si trova finalmente in questo posto, a questo punto.Ecco la locandina del film presentato alla Mostra di Venezia 2014.
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