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Anteprime e Recensioni Cinematografiche, tutto quello che c'è da sapere su Festival Internazionali del Cinema e quanto di nuovo succede intorno alla Settima Arte, a cura di Luigi Noera e la gentile collaborazione di Ugo Baistrocchi, Simona Noera e Marina Pavido.



martedì 7 febbraio 2017

Nelle Sale Les ogres di Léa Fehner - la recensione di Marina Pavido


Nelle sale italiane dal 26 gennaio, Les ogres è l'ultimo lungometraggio della regista francese Léa Fehner, vincitrice, con questa sua opera del Premio Lino Miccichè e del Premio del Pubblico all'ultima edizione della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro.
Sullo schermo ci vengono raccontate le vicende amorose e lavorative della compagnia teatrale itinerante Davaï Théatre. Problemi familiari, legami amorosi, un'imminente nascita ed il ritorno, improvviso, di una vecchia amante stravolgeranno la routine dei teatranti rompendo quella sorta di equilibrio venutosi a creare e facendo riemergere vecchi rancori e ferite evidentemente mai cicatrizzate.
Scorrono via senza neanche che il pubblico se ne accorga i 144 minuti di durata. Questo ultimo lavoro della Fehner, infatti, è un vero e proprio alternarsi di emozioni, ben messe in scena, nello specifico, non solo da attori capaci (all'interno del cast, inoltre, vi sono anche alcuni famigliari della regista stessa), ma anche da una regia attenta e sapiente che dimostra di saper ben muovere la macchina da presa nei momenti giusti, Basti pensare, ad esempio, alle numerose carrellate presenti durante le scene degli spettacoli, quando ci si ritrova grazie a movimenti fluidi ma repentini allo stesso tempo, ora sul palco, ora dietro le quinte. Oppure basti pensare agli intensi primi piani dei personaggi, durante i loro momenti di crisi.
Signore e signori:la commedia umana sullo schermo, dunque! E, onestamente, bisogna proprio ammettere che questa commedia umana - dai vaghi rimandi felliniani - è davvero ben rappresentata: luci, colori, un'appropriata colonna sonora rendono il prodotto finale vivo, urlato, passionale. Una vera e propria dichiarazione d'amore alla vita. Non a caso, gli equilibri perduti sembrano riassestarsi nel momento in cui una giovane attrice della compagnia dà alla luce un bambino.
Si tratta di un piccolo miracolo cinematografico, Les ogres. D'accordo, non racconta nulla di nuovo, in fin dei conti. Eppure lo fa in un modo talmente raffinato, genuino ed onesto che il meraviglioso mondo che ci ritroviamo davanti agli occhi non verrà dimenticato tanto facilmente.
Marina Pavido

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