I numerosi cineasti che hanno
presentato le loro opere al pubblico romano sono stati accolti calorosamente
nell'affollata platea della Sala De Luxe ed hanno risposto alle numerose
domande a loro poste. Anche quest'anno si è ripetuto il successo delle edizioni
precedenti con file interminabili al botteghino della Casa del Cinema,
che denota tanta voglia di cultura da parte della nostra città. Bisogna
riconoscere che lo sforzo fatto dalla Accademia di Francia di Roma ha
dato i suoi frutti. Il panorama delle nuove tendenze della industria culturale
francese offerto dagli organizzatori ha spaziato in varie forme linguistiche e
tematiche che è piaciuto. Sotto questo aspetto Oltre Alpe riescono,
contrariamente a noi, a realizzare una coesione tra i vari soggetti
dell'industria cinematografica per la sua promozione all'estero, soprattutto
della nuova generazione di cineasti. Un'altra caratteristica che ha colpito
sono gli innumerevoli omaggi e citazioni ai grandi del cinema italiano di un
tempo, presenti nelle pellicole proiettate. Questo ci riempie di gioia, ma
dobbiamo fare attenzione a non vivere dei fasti passati, promuovendo anche noi i
nuovi talenti, come fanno in Francia.
Tra questi sicuramente da citare l'esordiente
Thomas Calley e il film Les Combattans, lungometraggio pluripremiato
a Cannes e che ha ricevuto anche tre César. Storia di una coppia
di giovani che non hanno ancora trovato la strada della loro vita. Le loro
diversità, vuoi per estrazione sociale che per carattere, si fondono in un
unicum che è la passione e la solidarietà. Ancora passione è il tema affrontato
da altri due cineasti esordienti. Le Beau Monde di Julie Lopes-Curva,
storia d’amore e di diversità sociale che però non ha convinto. Sembra
piuttosto un esercizio di linguaggio cinematografico scontato a cui manca quel
quid in più per farlo emergere. L’altra cineasta esordiente Lucie Borleteau
invece è più convincente con il suo film Fidelio, l’Odyssée d’Alice. Il
film è stato premiato a Locarno per la migliore interpretazione
femminile. Ben riuscita la contrapposizione dal sapore documentaristico delle
scene rumorose all’interno della sala motori della gigantesca nave cargo
Fidelio, della potenza con cui solca il mare rispetto alla fragilità della
protagonista Alice. Lei donna sola tra tanti maschi dell’equipaggio del cargo è
in balia delle onde delle passioni amorose. Passando invece a cineasti affermati
citiamo Jean-Paul Rovue, fresco del successo in Francia con il delicato
e ilare film Les Souvenirs. Storia di una famiglia e dei suoi
componenti che rappresentano le fasi della vita di ciascuno di noi: la giovinezza,
la maturità, la terza età e la vecchiaia. L’interazione dei personaggi fa
guardare al passato con malinconia, al futuro con ansia facendo perdere il
piacere del presente. Su tutti l’occhio vigile del regista che interpreta una
figura secondaria, ma altrettanto importante per l’aiuto offerto al giovane
protagonista.
Veramente visionario il film Au Fil d’Ariane del regista Robert
Guédiguian autore anche di Le nevi del Kilimangiaro (2011), quest’ultimo
film dal sapore di impegno sociale narrato come al solito con leggerezza. Nel
cast, oltre la inseparabile compagna di una vita Ariane Ascaride –
protagonista “sfigata”, anche il caratterista Jean-Pierre Darroussin nei
panni di un tassista scafato e tanti altri attori che il regista ha definito “una
compagnia di amici che mi aiutano”. Il filo della vita che la protagonista deve
trovare è il suo punto di vista appunto sulla vita. Nulla è bello se non ci
piace, anche una ricorrenza come il compleanno. Al termine della proiezione il
regista ha tenuto una Master Class. Al riguardo qualche dubbio rimane
sulla definizione data del comunismo che secondo il regista è la cooperazione
solidale con gli altri dell’individualità di ciascuno di noi. Definizione affascinante,
ma sorge una domanda: il comunismo esiste ancora? Resta il fatto che il
cineasta insieme ad altri illustri colleghi ha fondato AGAT Film & Cie
– attivissima casa di produzione francese che spazia nel variegato e
diversificato mondo dell’audiovisivo – anche televisivo.
Ma quello che è stato il
film veramente geniale è Les Jours
Venus di Romain Goupil, autore di un altro film di successo di qualche
anno fa Tutti per uno (Le mains en l’air). Attraverso un ricordo autobiografico
viene affrontato un altro tema sociale. Se il precedente affrontava le politiche
di immigrazione in Francia, qui tenta di parlare delle attuali politiche di
risparmio sul welfare. Lo spezzettamento ed interruzione del racconto con
filmati di vita della sua famiglia fa emergere le sue origini sessantottine. Ne
risulta un quadro impietoso sulla differenza tra gli ideali dei giovani d’oggi
e di ieri. Nel cast pure Valeria Bruni Tedeschi con l’asciutta
interpretazione di una direttrice di banca – ossia il potere della finanza. E’
sconvolgente il film Vie Sauvage di Cédric Kahn. Doc film su due
fratellini, Tsali e Okyesa, che vengono rapiti dal padre e
restano nascosti per 11 anni con la complicità di molte persone che vivono ai
bordi della società civile. All’epoca dei fatti la Francia rimase atterrita. In
sala si resta impietriti dalla facilità con cui i due genitori siano
concentrati su se stessi, più che sul benessere dei figli in una utopica, folle
e tragica storia contro “il sistema”. Altro film doc sul disagio sociale è Au
Bord du Monde di Claus Drexel , presentato a Cannes nella sezione
parallela ACID. Uno sguardo sugli homeless parigini con una serie di
quadri che illuminano la vita di ciascuno dei protagonisti che sono invisibili
agli occhi della metropoli. Invece è apparso senza alcun valore aggiunto il
film Cadences obstinées diretto da Fanny Ardant (La signora della
porta accanto di Truffaut). Peccato perché il cast è formato da nomi eccellenti
tra i quali anche Asia Argento, Gérard Depardieu e Franco Nero. Altro film
deludente, che tra poco uscirà nelle sale, Samba del duetto Eric
Toledano e Olivier Nakache. I protagonisti sono Omar Sky
e Charlotte Gaingsbourg che si destreggiano in una commedia che in
maniera leggera vorrebbe raccontare cosa vuol dire essere clandestini e cosa
vuol dire essere donna in carriera. Purtroppo la storia cade in tante ovvietà e
ilarità che non si addicono a temi sociali così importanti. Sembra piuttosto una
operazione commerciale come è stato per il recentissimo film Trash di Stephen
Daldry. Dietro l’impegno sociale si nasconde una pellicola d’azione che assicura
il successo nelle sale.
In ultimo ricordiamo il film piacevolissimo d’animazione
Les Moominns sur la Riviera, tratto dall’omonimo fumetto finlandese degli
anni quaranta di Tove Jansson. Con la regia di Xavier Picard in
collaborazione con Hanna Hemila. Il cartone è una cooproduzione
franco-finlandese e si avvale di disegnatori cinesi. E’ il terzo di altri due
cartoni sull’allegra famigliola di Ippo-troll e si svolge sulla Costa Azzurra
dove i nostri eroi approdano dopo una rocambolesca traversata. Colpisce la
citazione su una certa Audrey Glamour. Sarà Audrey Hepburn? Sarà un
omaggio ai fasti di Cannes? Non sappiamo, ma la morale su come si vive bene
senza il pensiero dei soldi è significativo.
La rassegna Randez Vous
chiuderà nello spazio Museale del MAXXI il prossimo 18 con il documentario
-cine racconto Naissance d’un musée – Le Louvre Lens di Alain
Fleiscer. Nell’occasione sapremo a chi è stato assegnato il Premio del
Pubblico Italiano al Miglior Film. In questi giorni intanto la rassegna
prosegue nelle città di Torino, Lecce e Bologna dopo essere stata ospite di
Napoli e Palermo. A Palermo con un Focus su Lucas Belvaux e la
presentazione presso la Sala De Seta ai Cantieri Culturali della Zisa
di una mini rassegna tra i quali l’ultimo film Pas son Genre. Dalle
reazioni controverse sia del pubblico e sia della critica il film incuriosisce.
Qualcuno lo ha paragonato ad una brutta copia di Pretty Woman. Invece a
Napoli si è svolto il Focus su Julie Bertuccelli con la
presentazione dei film L’Arbre (2010) e Le Cour de Babel (2013).
Nessun commento:
Posta un commento