La Festa al secondo anno di Antonio Monda con il film d’apertura MOONLIGHT
dall’Auditorium Parco della Musica di Roma Luigi Noera – Foto per
gentile concessione della Festa del Cinema di Roma.
Il film scelto dal Direttore artistico Antonio Monda per inaugurare la
Festa 2016 è MOONLIGHT di Barry
Jenkins che ritorna sul tema della sessualità e degli afroamericani già
trattato nel suo primo film del 2008 Medicine for Melancholy. La pellicola è
già passata a Toronto e da poco anche al NY Film Festival. Questa volta siamo
sulla West Coast americana a Miami in un ambiente che risente della vicina Cuba
dove il giovanissimo Chiron cresce tra violenze private e
pubbliche. Gli
ingredienti per una futura vita sregolata ci sono tutti. Una madre tossica, i
bulli compagni di scuola e il Piccolo (Chiron) che subisce la violenza di chi
gli sta attorno. Solo Juan il boss spacciatore di quartiere e la sua donna
Terese si prendono cura del taciturno Chiron. Allo spettatore gira la testa con
il repentino e continuo movimento di macchina che il regista impone al
cameramen per descrivere uno spaccato della attuale società afroamericana come
non la abbiamo mai vista. Ma anche le prime pulsioni e la delusione di
ritrovarsi grande ed anche lui spacciatore affermato con tanto di bolide e
gioielli in bella mostra sulla fisicità statuaria dell’ormai adulto Chiron.
Dopo una partenza strepitosa con il piano sequenza la pellicola si impantana
nel dramma esistenziale e ne patisce il ritmo della narrazione. Peccato perché
gli attori che interpretano Chiron nelle tre fasi della vita proposte dal
regista sono tutti alla stessa altezza. Un formato temporale ridotto avrebbe
dato più respiro alla tematica. Il finale lo lascio ai lettori.
Oggi ci sarà pure l’incontro
con Tom Hanks ospite d’onore della Festa e riceverà il Premio alla carriera. L’altro ieri in preapertura
è stato presentato la sua ultima interpretazione in INFERNO di di Ron Howard che proprio oggi esce nelle sale italiane dopo
l’anteprima mondiale nel sito dove è ambientato: la nobile Firenze. Si tratta
di una spy action movie con risvolti melò. Da Firenze a Venezia e Instabul per
fermare una pandemia globale. Inferno conclude la trilogia del regista iniziata
con Il Codice da Vinci e proseguita con Angeli e Demoni dove il solito Prof.
Langdon simbolista di Haward si trova invischiato nel salvataggio dell’Umanità
da un pericolossisimo virus. Nel film il regista non bada a mezzi impiegati
però cade sulla buccia di banana di un paio di infelici battute sulla italianità.
Peccato.
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