Imperdibile l’incontro con Meryl Streep ma anche il nuovo cinema argentino e tedesco
dall’Auditorium Parco della
Musica di Roma Luigi Noera – Foto per gentile concessione della Festa del
Cinema di Roma.
L’imperdibile incontro con Meryl Streep è stato una stand ovation durata un ora.Quattro i film nella selezione ufficiale TUTTI NE PARLANO: il primo di questi è un political correct David Mackenzie conHELL OR HIGH WATER. La rivincita nei confronti del potere dei banchieri da parte di una coppia di fratelli così diversi fra loro. Gli ingredienti di un buon moderno western ci sono tutti. Gli oppressi, il cattivo che si redime con il suo sacrificio, il caparbio sceriffo prossimo alla pensione. Il Bene che vince sul male anche se commette qualche peccatuccio. Il secondo film è GENIUS di Michael Grandage con un cast stellare: Colin Firth, Jude Law e Nicole Kidman . Un omaggio all’arte dello scrivere nel racconto di un talent scout nella New York degli anni ’20. Max Perkins, editore per la Scribner’s Sons e scopritore di scrittori come Hemingway e Scott Fitzgerald che riceve un manoscritto di mille pagine da uno sconosciuto scrittore di nome Thomas Wolfe. Purtroppo la performance dei tre attori non è al massimo, peccato.
con Claudia Sainte-Luce. In un ambiente povero e rarefatto si svolge il miracolo del perdonarsi. Dopo lo strepitoso incontro l’altrettanto spumeggiante film di Stephen Frears FLORENCE FOSTER JENKINS con Meryl Streep, Hugh Grant, ed un divertente Simon Helberg pianista squattrinato che godrà i favori della mecenate con la passione per il canto
purtroppo senza talento. Due grandi attori che si divertono nei ruoli loro imposti. L’ultimo dei film europei è l’unico che si salva e rappresenta il nuovo cinema tedesco.
Gordian Maugg con il suo FRITZ LANG volge sapientemente il suo sguardo al cineasta austriaco utilizzando filmati dell’epoca insieme ascene in bianco e nero con Heino Ferch nella sobria versione del regista genio, egocentrico maniaco del sesso e sadico. Le tematiche temporali trattate in alternanza non lasciano spazio all’occhio avido dello spettatore. Un Fritz Lang che indaga il “Demone” che è in ognuno di noi e in lui stesso. Il film mozzafiato da delitto perfetto è AL FINAL DEL TÚNEL
dell’argentino Rodrigo Grande. Il regista non lascia spazio a dubbi dello spettatore in un gran finale inaspettato. Lascia perplessa la volontà ferrea del protagonista Joaquín, un uomo sulla sedia a rotelle che gli permette l’impossibile. Ma questo è anche il
fascino del cinema. Invece da Hong Kong un deludente Tung-Shing 'Derek' Yee con SAN SHAO YE DE JIAN / SWORD MASTER in 3D. Un soggetto di cappa e spada e rocamboleschi combattimenti con una storia fantasiosa asservita alle acrobazie dei funamboli.
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