Oscar 2016 – Meritato l'Oscar a Ennio Morricone ma tra i grandi esclusi Carol e The Look of Silence
La lunga notte degli Oscar ci ha consegnato qualche
inevitabile sorpresa rispetto alle nostre aspettative. Ma come accade anche nei
Festival si tratta sempre di un giudizio in qualche caso inficiato da interessi
i più disparati, anche politici. Alla fine Il Caso Spotlight ha ottenuto due statuette
come miglior film e migliore sceneggiatura originale a scapito di Room e Inside
Out. Il Caso Spotlight è un Film onorevolissimo esclusivamente per i contenuti
sui casi di pedofilia della Chiesa Cattolica Americana. Però mi sembra che si
sia voluto sdoganare un certa Stampa connivente con i poteri forti della
Finanza. Per evitare fraintendimenti nei lettori rimarchiamo che è giusto e
doveroso aver scoperchiato questo cancro che attanaglia la Chiesa Cattolica. Tuttavia
il film dal punto di vista cinematografico non consegna la giusta tensione
emotiva allo spettatore e per questo lo avevamo scartato. Ad eccezione della
bella interpretazione di Mark Ruffalo purtroppo battuto come miglior attore non
protagonista dall’altro Mark Rylance nel film Il ponte delle Spie. Di per se
quest’ultimo film ha una sua valenza nello stile di spy story fuori da schemi
prestabiliti, ma non regge il confronto con le altre pellicole. C’è poi la
statuetta al regista Alejandro Gonzales Inarritu che ha bissato il trionfo dell’anno
precedente di Byrdman. Come qualcuno a ragione ha evidenziato Hollywood attira
a se cineasti non americani a scapito dei cineasti americani. Insomma una sorta
di cannibalismo autoctono. E’ pur vero che Room invece è un film così bello che
fa sognare e non solo per la protagonista ma anche per il geniale cielo visto
dal punto di vista del piccolo prigioniero che scopre il mondo. Quando Room è
stato presentato al Festival di Roma abbiamo accennato alla sua fragilità per
gli ultimi 20 minuti di troppo, ma resta un film che ti avvolge con la sua
tensione. Per motivi diversi invece il bravissimo Eddie Redmayne ha sfiorato il
successo con The Danish Girl senza riuscire. Infatti per rimediare alle tante
volte che Di Caprio era stato escluso dagli Oscar, quest’anno si è voluto premiarlo
ad ogni costo ma con il film peggiore che abbia interpretato. A chi ha visto il
film Revenant restano soltanto i rumori gutturali di Leonardo che sopravvive
inspiegabilmente ad ogni accadimento. In compenso la previsione su Brie Larson
come Miglior attrice protagonista di Room, che è un film da amare, ha trovato il
consenso di Hollywood. Del film The Danish Girl è stata premiata invece Alicia
Vikander come Miglior attrice non protagonista. Anche in questo caso il
cannibalismo autoctono non ha considerato l’attrice Jennifer Jason Leigh e la
sua interpretazione indimenticabile nella parte cattiva in The Hateful Eigh di
Tarantino. Ammettiamo che il nostro sbilanciamento verso Room ci ha fatto
escludere di assegnare la statuetta per la Migliore sceneggiatura non originale
a qualche altro in lizza, però la scelta caduta su The Big Short non è condivisibile.
Invece Carol che è il grande escluso dagli Oscar lo meritava. Il premio al Miglior
film straniero è andato a Il figlio di Saul che era l’unico a potere aspirare,
non solo per il film, ma anche per l’argomento trattato. Così come l’Oscar al Miglior
film d'animazione andato alla fine a Inside Out che parla un linguaggio
universale. Passando ai cosiddetti riconoscimenti tecnici era inevitabile che Mad Max Fury Road
di George Miller abbia fatto la parte preponderante con sei statuette delle
quali quelle per il montaggio (circa 2700 stacchi) e la scenografia
condividiamo la scelta. Degli altri premi è stato un peccato per Carol che non
abbia ricevuto quello della fotografia che è andato a Revenant e The Danish
Girl battuta da Mad Max Fury Road inspiegabilmente per i migliori costumi. Sulla Miglior colonna sonora originale non
avevamo dubbi. E’ andata
a The Hateful Eight che è la più bella grazie al
Maestro Morricone. Chi diceva fosse un Oscar riparatorio era armato da una
insana invidia. Infine siamo allibiti che The Look of Silence nella categoria
dei doc sia stato battuto da Amy. Documentario interessante sulla brava
cantante ma con diverso spessore rispetto al genocidio dimenticato del popolo
birmano e messo in luce dal cineasta Joshua Oppenheimer. Insomma i giurati
hanno avuto qualche svista che non fa bene ad Hollywood escludendo due film
come Carol e The Look of Silence dalla rosa dei vincitori. Non ci meravigliamo
invece per Sylvester Stallone.
Nessun commento:
Posta un commento