La Giuria del Concorso ha scombussolato i pronostici più
accreditati dai giornalisti e critici, promuovendo il Cinema Latino Americano.
Il Leone d’Oro è andato al Venezuelano Lorenzo VIGAS con Desde allá, storia intima di Armando ed ambientata a Caracas; ma si
sa le storie sulle diversità di genere sono sempre gettonate tra il pubblico e
le giurie. Il Leone d’Argento è andato all’altro film Latino Americano El Clan dell’Argentino Pablo TRAPERO,
da una storia vera di ambiguità e ipocrisia sul crimine nell’Argentina degli
anni ‘80. Il Gran Premio della Giuria è andato ad un film largamente gettonato
dalla critica e dal pubblico. Anomalisa
di produzione indipendente degli Statunitensi Charlie KAUFMAN e Duke JOHNSON. E’
un film d’animazione alla scoperta di se stessi posizionato al 4° posto della
classifica dalla critica. A Valeria
Golino la Coppa Volpi con la strepitosa interpretazione di Anna la
protagonista del film Per Amor Vostro
di Giuseppe Gaudino. Lo avevamo detto che in questa storia di disabilità e di
camorra, con risvolti inattesi, la Valeria Golino ci avrebbe stupito. Il Turco Emin
ALPER con Abluka (Follia), film
graffiante sulla società turca, ha ottenuto il Premio Speciale della Giuria,
sebbene la critica lo avesse posizionato in basso ai due terzi della classifica.
In realtà è stato il miglior film visto alla Mostra per la sua estetica, per il
linguaggio minimalista utilizzato. Purtroppo ancora non si sa se verrà
distribuito in Italia. In realtà questa Mostra non è stata per nulla
emozionante, se non con i documentari proposti. Nel Concorso spicca il cinese ZHAO
Liang, con Behemoth, doc epocale
sulla Cina di oggi, al quale è andato il il premio collaterale SIGNIS. Questo importante riconoscimento
è stato attribuito all’unanimità dall’organizzazione cattolica per le
comunicazioni al film in concorso più significativo per sensibilità umana e
spirituale con la seguente motivazione: "Per la sua capacità di illuminare
in maniera poetica le conseguenze dell'industrializzazione forzata che
danneggiano in maniere irreparabile al vita umana, soprattutto i poveri. Il
regista con coraggioso e lucido sguardo mette in evidenza la condizione
disagiata dei lavoratori migranti, dell'ambiente e della società tutta. Il film
è una rappresentazione visiva dell'Enciclica di Papa Francesco sull'ambiente e il creato. così
come delle responsabilità dei governi e dei singoli individui nel rispetto
della Terra. Se un film può essere definito una preghiera, allora Behemot
sgorga dalla profondità dell'anima di un artista che parla delle sofferenze di
coloro che sono senza nome". Per dover di cronaca ecco i nomi dei dieci registi dei film più belli visti a Venezia:
. . .ovvero "Scrivere di un Film è il Proseguimento del Piacere di averlo visto"
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